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Autore: Evola Who    03/10/2017    2 recensioni
California U.S.A, anni 50.
“Un altro primo appuntamento!”.
Leia lo guardò stupita.
“Un altro primo appuntamento. Come a San Francisco, ma qui a Petalum. Sempre con cheeseburger, frappè e drive-in. Certo, non sarà proprio identico al nostro primo appuntamento, ma… sarebbe un bell'inizio per la nostra storia” fece un mezzo sorriso.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Han Solo, Principessa Leia Organa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Only you
You are my destiny
 
 

Capitolo 1
Ricominciamo?
 
 

Settembre, Petaulm, California U.S.A, anni 50, pomeriggio.

 
Una ragazza stava uscendo arrabbiata dalla piccola officina di un meccanico. Era una ragazza di 19 anni, altra 1.58, vestita con una camicia a maniche corte bianca, una lunga gonna color blu cielo, che le lasciava le caviglie scoperte e un paio di scarpe da ginnastica bianche, dalle quali sbucavano i piccoli calzini dello stesso colore. I suoi capelli erano castani scuri, leganti in una coda alta con un nastro bianco, e portava un piccolo foulard blu cielo legato al collo.
 
Aveva gli occhi scuri e profondi, le labbra sottili e il viso pulito, ma il suo sguardo era arrabbiato e camminava a passo svelto.
 
“Leia! Aspetta!” esclamò la voce di un uomo che la seguiva.
 
Era un uomo sui 29 anni, altro quasi due metri, con addosso una sua tuta intera blu scuro da meccanico, ed era sporco di olio e grasso. Aveva i capelli color nocciola, folti e corti, gli occhi grigio chiaro, il viso duro dai lineamenti forti e sotto al metto una piccola cicatrice.
 
Stava seguendo la ragazza, dicendo: “Leia, ascoltami! Posso spiegarti!”.
 
“Spiegarmi? Spiegarmi che cosa?” rispose lei fermandosi e girandosi verso di lui “Che ti vergoni di me davanti ai i tuoi colleghi? Che ti vergoni di aver passato l’estate con una ragazzina e con suo fratello?” disse dura con lo sguardo arrabbiato, mettendosi a braccia conserte “Non è così, Han?”.
 
Il ragazzo abbassò la testa, passandosi una mano sul collo e massaggiandoselo nervosamente.
 
“Senti, piccola…”.
 
“Non chiamarmi ‘piccola’!” gridò lei subito con tono aggressivo “Io non sono la tua piccola, la tua baby, dolcezza o qualsiasi altro stupido nomignolo dai alle tue ragazze! Mi chiamo Leia! Chiaro?”.
 
Anche se era più bassa di lui di quasi trenta centimetri e anche se aveva un colpo molto sottile che sembrava fragile come la porcellana, tuttavia aveva un carattere molto forte ed indipendente, era fiera e testarda. Quella era stata proprio la prima cosa da cui Han era stato attratto.
 
Si erano conosciuti in estate a San Francisco. Prima Han aveva fatto la conoscenza del suo fratello gemello (fisicamente e caratterialmente erano molto diversi) Luke, un giorno in officina.
 
Era entrato con la macchina di suo zio: una Ford Anglia anni 40, bianca, un po’ ammaccata e sporca.
 
Luke gli aveva spiegato che aveva fatto un giro con l’auto e che questa, dopo poco, aveva iniziato a fare un rumore strano e, per paura che suo zio si potesse infuriare, aveva deciso di portarla subito dal meccanico.
 
Mentre Han lavorava al motore, aveva cominciato a parlare con Luke, chiedendogli se fosse di quelle parti. Il ragazzo gli aveva risposto che era in vacanza con gli zii insieme alla sorella, Leia.
 
Han, incuriosito, aveva chiesto subito che aspetto avesse sorella. Luke l’aveva descritta come una ragazza seria, molto matura per la sua età, con pochi amici e con un bel carattere deciso. Il meccanico aveva pensato che non fosse il suo tipo, perché a lui piacevano le ragazze toste e molto libertine. Leia sembrava troppo seria per lui.
 
In pochi giorni, tra Han e Luke era nata una bella amicizia e una sorta di confidenza da fratelli: Han gli insegnò come aggiustare un motore, gli diede delle dritte sulla vita un po’ “discutibili” e dei consigli su come fare colpo sulle ragazze.
 
Un giorno, dopo che Han aveva aggiustato la sua macchina in cinque giorni (non aveva sistemato solo il motore, ma anche la frizione e la carrozzeria), Luke gli chiese quanto gli dovesse per le riparazioni e Han decise di fargli un prezzo molto generoso, praticamente quasi gratis, un po’ per l’amicizia che era nata tra di loro e un po’ perché gli zii di Luke possedevano un negozio di alimentari in affitto. Luke ne era rimasto talmente sorpreso e felice che, per ringraziarlo, aveva deciso di organizzare una uscita a tre: lui, Han e Leia.
Era stato allora, in una serata di fine giugno, vicino al mare, che aveva conosciuto Leia. La prima cosa da cui rimase sorpreso fu la sua bellezza:
 
i suoi occhi profondi, i suoi capelli scuri legati in una coda alta, la camicia a scacchi con un nodo sul financo, i blu-jeans a vita alta e le ballerine nere.
Non appena la vide pensò subito che non si aspettava che una ragazza descritta come tanto seria potesse essere così carina. Lo disse davanti a lei quando Luke gliela presentò.
 
Si aspettava che sorridesse in maniera ossessiva come tutte le giovani ragazze che cercavano di flirtare con lui. Così lei rispose a tono, dicendo che si sarebbe aspettata che i meccanici fossero tutti grassi e brutti.
 
Han rimase stupito e stranamente affascinato dal suo carattere. Ovviamente, per quasi tutta la serata, non avevano fatto altro che stuzzicarsi a vicenda e bisticciare tra di loro e il povero Luke aveva cercato invano di dividerli; nonostante tutto, la serata si era conclusa bene e si erano divertiti tutti.
Da allora erano usciti insieme per quasi tutte le sere, una volta Han aveva cenato con loro in compagnia degli zii.
 
Ma pian piano si stava avvicinando a Leia, tutto di lei lo affascinava: la sua bellezza, la sua intelligenza e il suo carattere.
 
Un giorno le aveva confessato i suoi sentimenti dicendo solo: “Mi piaci”, ed era rimasto sorpreso di essere ricambiato da lei. Dopo il loro primo appuntamento aveva avuto inizio la loro relazione e avevano trascorso tutta l’estate tra passeggiate, serate al cinema e baci sulla spiaggia (nel modo più innocente possibile).
 
A metà agosto si sarebbero dovuti dire addio, ma si erano giurati che un giorno si sarebbero incontrati e avevano suggellato la loro promessa con un bacio.
 
Dopo un mese, Han aveva deciso di trasferirsi da San Francisco, andando a vivere in una piccola città di contea. Si era trovato un appartamento decente e un posto da meccanico in quella città.
 
Un giorno, per puro caso, aveva incontrato Luke fuori dall’officina e lo aveva chiamato. Il giovane ne era rimasto davvero stupito, ma si era affrettato a spiegare che lui e Leia vivano lì da sempre.
 
Solo il giorno dopo quell’incontro, Leia (dopo che Luke le aveva raccontato di aver visto Han) andò da lui con un grosso sorriso in viso, pronta a riabbracciarlo.
 
Han aveva raccontato ai suoi colleghi di aver avuto diverse esperienze con donne bellissime, in stile femme fatale. Quindi, quando tutti loro videro arrivare una ragazzina bene educata di provincia, iniziarono a ridere di lui. Han si sentì costretto a prenderla in giro davanti ai colleghi. Leia non la prese bene, gli piazzò un sonoro schiaffo davanti a tutti, dandogli dello sporco, bugiardo, cafone, e uscì in preda alla collera.
 
I colleghi di Han lo presero in giro ancora di più quando capirono che, così facendo, aveva solo peggiorato la situazione.   
 
Così, Han decise di seguirla, per provare a giustificarsi.
 
“Leia, ascolta, mi dispiace. Non volevo farlo” cercò di spiegare.

Allora perché l’hai fatto?”.
 
“Perché agli altri ho raccontato che ho avuto molte storie con donne molto affascinanti – che è la pura verità – e poi sei arrivata tu, hanno cominciato a ridere di me e…”.
 
“E ti sei vergognato di me, mi hai presa in giro solo per salvare il tuo stupido ego e il tuo orologio” concluse lei.
 
Han sopirò rassegnato, dicendo: “Sì…”.
 
Leia gli lanciò una occhiataccia, alzò lo sguardo verso di lui e, con aria stufa, gli voltò le spalle e fece per allontanarsi.
 
Han la seguì, la prese per un braccio, dicendo: “Leia, aspetta”.
 
La ragazza si girò verso di lui, guadandolo negli occhi con uno sguardo infuriato e sprezzante.
“Lo so. Sono stato un idiota. E sì, mi merito il tuo disprezzo” iniziò a dire con tono serio “Ma non ho mai dimenticato né te, né Luke, né i nostri appuntamenti. Perché tu mi piaci veramente”.
 
Leia rimase sorpresa da quelle parole, ma cercò di non abbassare la guardia.
 
“Ti ricordi il nostro primo appuntamento? Quando siamo andati a mangiare quei cheeseburger con frappè in quel locale vicino alla spiaggia?”.
 
Leia abbassò gli occhi, guadando dalla parte opposta, come se non volesse ricordare, anche se in realtà non voleva dimenticare il loro primo appuntamento. 
 
“E durante la sera abbiamo passeggiato, per poi andare in quel drive-in per vedere quel brutto film di fantascienza. Quando ti spaventavi per una scena, stringevi il mio braccio” continuò Han e sorrise per il ricordo.
 
Anche lei fece un mezzo sorriso, ricordando che si era appoggiata al suo petto, mentre Han la stringeva forte su di lui, facendola sentire protetta.
 
“Ricordi che poi ti ho portato fin sopra quella piccola collina per ammirare il Golden Gate sotto le stelle? Dentro alla macchina, in radio passavano la canzone ‘Only You’ dei Platters e ci siamo bacati. E tu mi hai confessato che era il tuo primo bacio” Han la guardò con aria romantica, nascosta dietro ad uno sguardo da duro.
 
Leia non lo guardò e disse: “Era una vacanza, Han. Ora non conta più niente” si liberò dalla sua stretta e riprese a camminare.
 
Quel ricordo, dopo l’episodio di prima, le faceva male. Pensò al loro addio e alla loro promessa di rivedersi con la speranza che la loro storia potesse andare avanti. Ma ora si sentiva offesa.
 
“Questo non è vero! E tu lo sai!” esclamò Han convinto.
 
Leia si fermò, si girò verso di lui con aria seria. Han le si avvicinò, dicendo: “So che provi ancora qualcosa per me, il nostro ultimo bacio e la promessa di rivederci ne è la prova. E ti giuro che provo le stesse emozioni” guardò in basso con aria incerta.
Per lui era difficile, anzi, quasi impossibile aprirsi e confessare i suoi sentimenti in quel modo, soprattutto davanti a una donna, ma per conquistare la fiducia di Leia avrebbe fatto qualsiasi cosa.
 
“Ti giuro che farò qualsiasi cosa per dimostralo” aggiunse, quindi la guardò dei occhi.
 
“Ad esempio? Che cosa faresti?” domandò Leia, guardandolo negli occhi a braccia conserte.
 
Han capì che gli stava dando una occasione per ricominciare con lei, così ci pensò per qualche istante e disse convinto: “Un altro primo appuntamento!”.
Leia lo guardò stupita.
 
“Un altro primo appuntamento. Come a San Francisco, ma qui a Petalum. Sempre con cheeseburger, frappè e drive-in. Certo, non sarà proprio identico al nostro primo appuntamento, ma… sarebbe un bell’inizio per la nostra storia” fece un mezzo sorriso. 
 
Leia ci pensò, non era sicura di fidarsi ancora di lui, ma non poteva dimenticare le belle serate passate in sua compagnia in vacanza, sia da soli che insieme a Luke. Il ricordo del loro primo appuntamento era il più bello della sua vita.
 
Pensò anche alla loro promessa di incontrarsi di nuovo in futuro, e si disse che forse era stato per volere del destino che si erano incontrati a Petalum nel giro di pochi mesi.
 
“Va bene” rispose Leia, guardandolo negli occhi.
 
Han rimase stupido e lei continuò: “Aspettami domani dentro al Mel’s Drive-in. Questa volta il film lo scelgo io” sorrise sicura “Alle sette. Ti voglio puntuale”.
 
“Non vuoi che ti venga a prendere a casa?” domandò lui, avvicinandosi al suo viso.
 
Leia sorrise, dicendo: “Non siamo più San Farcisco con i miei permissivi e comprensivi zii, siamo a Petalum con i miei genitori protettivi”.
 
“Non vogliono che tu abbia un ragazzo?” chiese Han, con tono profondo, avvicinandosi sempre di più alle sue labbra.
 
“Diciamo che, per ora, dobbiamo essere discreti” rispose Leia e frappose una mano in mezzo a loro per fermare il bacio.
 
Han rimase sorpreso dal quel gesto, ricordando gli infiniti baci che si erano dati durante l’estate.
 
“Mi raccomando. Alle sette in punto dentro al Mel’s” ripeté lei, gli diede un bacio sulla guancia e se andò via soddisfatta.
 
Han rimase ancor più sorpreso dal quel gesto così veloce e quel bacio rabido sulla guancia. Ma sorisese sodisfatto e non vedeva l’ora che arrivasse l’indomani.

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Note:
Riecomi! Con una nuova storia! 
La mia seconda AU (La prima è una Jonlock AU Teen. Vi prego,
non leggettera) ma spero che vi piaccia!
Sì, se ve lo state chiedento, l'inizio mi sono sipirtata
a "Grease" (Ma lo odio. Perchè sono tipo da "Fantamsa Dell'opera) 
Ma volevo che Leia avesse un carattere forte in un epoce dove 
le ragazze e le donne erano molto remisive per colpa del maschiismo.
E non volevo che i personaggi forsero troppo OOC e che mattegono i loro
carateri originali. Almeno un minimo. 
Spero che questa storia vi piaccia e ci vediamo con il porssimo capitolo!
Evola. 

   
 
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