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Autore: FunnyYoungMe    03/10/2017    0 recensioni
Spesso la gente deve seguire altri in una strada dove non vogliono camminare: per affrontare una verità che fa male e per fare tutto ciò con una faccia seria, perché ti sei già arreso; o per nascondere il senso di vuoto con un atteggiamento doloroso di non essere te stesso...
Kyuhyun lotta per mantenere chi è diventato, mentre invece Yesung si dà per vinto nella sua vinta. Entrambi hanno bisogno dell'altro per essere chi sono veramente...
N.d.A: Ciao a tutti. Questa non è la solita storia d'amore KyuSung e quello che voglio davvero è, per tutti quelli che si prenderanno il tempo di leggerla (spero le diate una possibiità), che vi piaccia!!!
DISCLAIMER: Non mi appartengono Kyuhyun e Yesung, anzi, non mi appartiene nessun Super Junior menzionato. La storia non è mai accaduta nella realtà; è solo un prodotto della mia immaginazione, per cui a me appartiene solo la trama.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kyuhyun, Un po' tutti, Yesung
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti :)
Mi scuso per il ritardo, o almeno per averci messo tanto per aggiornare...
Auguro un buon anno scolastico a tutti e spero che il kpop vi sostenga sempre in questa "sfida" annua.
Spero che questo capitolo vi piaccia e se volete lasciare un commento, fate pure ;)
Buona lettura!


Ci siamo scambiati dei baci indiretti…


 

Perdono… Una scusa sincera accettata e una seconda possibilità, l’ultima, per cui mandarla a monte non è un’opzione”


 

Yesung


 

“Mi ha chiesto di perdonarlo e io gli ho dato una opportunità per dimostrare la sua sincerità. Perché ho accettato le sue scuse? Non ne sono certo. Forse perché in quello stesso momento, ho pensato che fosse sincero con me”, pensò Yesung.

“C’è una cosa che ho imparato dal mio passato, sfortunatamente, ed è che ognuno merita una seconda opportunità prima che sia troppo tardi...” La solita ombra di rimorso oscurò il suo viso, ma si attenuò rapidamente per altri pensieri che occuparono la sua mente incasinata.

“O forse, in fondo, voglio solo averlo indietro nella mia vita. Mi sono abituato a lui; ho… ho bisogno di lui. Potrà sembrare egoistico, ma voglio vivere nell’oblio che ho vissuto in questi ultimi mesi che sono stato con lui. Quel ragazzino è la ragione per cui sono ancora in vita.”

Yesung era seduto a terra, un pezzo di carta davanti a lui mentre muoveva rapidamente la mano sul foglio bianco e le sagome di alcuni alberi prendevano vita.

“No, non è solo quello. Non è solo perché mi sono abituato alla sua presenza e non so come vivere la giornata, la mia vita; è qualcosa di più profondo. Ho semplicemente bisogno di lui. Lui è il mio ossigeno… e lo voglio indietro.”

Il ragazzo diede l’ultimo tocco al suo disegno, una immagine vivida del loro ultimo incontro nel parco, i ricordi di quel giorno tornando a farsi presenti. Si morse il labbro; qualcosa non andava.

“Davvero desidero con tutto il mio cuore perdonarlo completamente e dimenticare tutto, ma sembra una cosa molto difficile. Non posso dimenticare cos’ha fatto. Ora sono più sensibile e forse anche paranoico, però devo ancora metterlo alla prova e fino a quando non lo passa, non mi fiderò di lui.”

Il disegno era finalmente terminato e Jongwoon sorrise, compiaciuto con il suo lavoro. “Non deludermi; sei la mia ultima e unica speranza”, fu il suo ultimo pensiero.


 

Kyuhyun


 

Era difficile da descrivere il suo sorriso; pieno di rimorso, rimpianto, ma soprattutto speranzoso e con tracce di felicità.

“Coglierò quest’ultima occasione e ti proverò che tutto quello che ho detto lo sentivo veramente. Sarò l’amico che ti meriti di avere e sono grato che tu tu mi abbia dato quest’ultima opportunità.”

Kyuhyun rotolò sul letto per guardare il soffitto, continuando a parlare ad alta voce.

“Probabilmente ti starai domandando la stessa cosa che mi sono chiesto questi giorni… ‘Perché sto facendo questo? Perché ho chiesto scusa? Ho fatto la cosa giusta?’

La mano di Kyuhyun si appoggiò sul petto, all’altezza del cuore, e un sorriso apparve sulle labbra.

“Ora che sto sentendo una sensazione calorosa che può essere solo tradotta come felicità, sono più che sicuro di aver fatto quello che dovevo fare e non mi pentirò mai della mia decisione.”

“Sono ancora confuso; mi domando se l’ho fatto per appacificare la mia coscienza, dato che mi sono comportato da bastardo quando non lo sono, ma se avessi saputo della condizione di Jongwoon non avrei mai incasinato la sua vita, o se l’ho fatto per compassione.” Strinse le labbra, non contento con l’ultima parte del suo pensiero. Sapeva che il moro non lo perdonerebbe se provava solo compassione per lui, per cui i suoi pensieri presero un’altra direzione.

“Di una cosa sono sicuro: ti voglio nella mia vita perché ora non posso immaginarmela senza di te, anche se l’ho capito troppo tardi… Dovevo sapere la ragione per cui mi ignoravi per rinsavire e rendermi conto che grazie a te, ho una ragione per essere chi sono e una per vivere.”

“Hai bisogno di me ora e farò di tutto per portare luce nella tua vita perché mi importi.”


 

Giorni dopo


 

Jongwoon era raggomitolato sul suo letto, cercando di ignorare qualunque cosa stesse succedendo fuori dalla sua coperta volendo dormire. Voleva davvero dormire ancor di più dato che era molto stanco per la notte prima, ma sembrava impossibile con qualcuno che camminava per la sua stanza e Yesung poteva sentire i suoi movimenti, visto che il suo vicino continuava a dare calci al letto.

La mancanza di silenzio rendeva difficile che Yesung potesse chiudere gli occhi. Guardò da sotto le lenzuola e vide due piedi avvicinarsi; era più che sicuro che Kyuhyun era in camera sua. Le sue speranze di dormire ancor un po’ vennero distrutte quando il minore si sedette sul suo letto, scuotendolo leggermente.

“Forse, se fingo di essere profondamente addormentato, andrà via”, pensò Jongwoon.

Sfortunatamente per lui, non fu così. Kyuhyun continuò a scuoterlo e il maggiore non ce la fece più. Jongwoon alzò una mano per allontanare il lenzuolo dalla sua testa, finendo per colpire il più alto che quasi cadde dal letto.

Jongwoon si raddrizzò e guardò torvo l’altro mentre quest’ultimo cercava di non far cadere il piccolo vassoio che aveva in una mano.

“Cosa vuoi così presto?” Domandò il moro, sbadigliando nel processo e rovinando la sua immagine scontenta, sembrando invece soltanto adorabilmente arrabbiato.

“Per tua informazione, non è mattina e sono venuto a portarti la colazione”, spiegò Kyuhyun con una inusuale tranquillità mentre poggiava il vassoio di fronte allo scorbutico moro.

“Non ho mai chiesto la colazione, anzi, l’unica cosa che voglio è dormire.”

“Non puoi dormire tutto il giorno; devi mangiare qualcosa ogni tanto e da quello che ho visto, non sai come alimentarti propriamente. Ti ricordi solo di mangiare stupidi spuntini una o due volte al giorno. Non è salutare.”

Jongwoon lo guardò sorpreso, non aspettandosi quelle parole uscire dalla bocca del minore, anche se quell’atteggiamento materno rendeva Kyuhyun tutto fuorché il solito ragazzino. Il suo stato meravigliato durò poco dato che Yesung era ancora assonnato e non era pronto ad aver a che fare con quel tipo di conversazione.

“Mangio quando me la sento e dormo quando voglio; non sono affari tuoi. Sarei grato se spostassi il tuo sedere, uscissi dalla mia stanza e mi lasciassi tornare a dormire.”

“No, non puoi dormire. Io… Ci ho messo un bel po’ per prepararti la colazione.” Kyuhyun aggrottò le sopracciglia davanti all’atteggiamento ostile del maggiore.

“Di nuovo, te l’ho chiesto io di farlo?! Non cucini mai e sono sicuro tu abbia chiesto alla tua domestica di farlo.”

“Okay, non so cucinare. Se cucinassi qualcosa, credimi, dormiresti tutto il tempo che vuoi e per sempre… Comunque è il pensiero che conta.” Il tono di voce di Kyuhyun aumentò lievemente; il comportamento del moro lo stava irritando.

“Sì, il pensiero del mio perdono. Tsk, come se non sapessi che stai facendo tutto questo per quel motivo”, ribatté incurante Yesung, ma all’orecchio del minore furono parole dure.

Il castano rimase sconcertato. Non era del tutto vero quello che aveva detto il maggiore; stava facendo tutto quello solo per il suo hyung, per mostrargli che si preoccupava realmente per lui e voleva davvero essere suo amico e stare al suo fianco. Il suo pensiero principale era il suo benessere; portargli la colazione a letto era solo il risultato delle sue preoccupazioni per la sua salute.

Ciononostante, Kyuhyun sapeva che non doveva prendersi a cuore quello che Jongwoon diceva. Inoltre, era a conoscenza del fatto che il moro poteva diventare davvero scorbutico, soprattutto verso chi interrompeva il suo sonno.

‘Pazienza’ era la parola che Kyuhyun continuava a ripetersi in testa.

“Pronto?!” Disse Yesung muovendo la mano di fronte al viso del minore.

Kyuhyun si riscosse dai suoi pensieri immediatamente; doveva stare attento, soprattutto con Yesung. “Mangia adesso e dormi dopo. Non capisco perché sei così ossessionato con il dormire per tutto il giorno…”

“È colpa tua. Se tu non mi avessi tenuto sveglio tutta notte con le tue chiacchiere su quei quadrati magici e problemi matematici di cui non mi importa nulla e che non ho nemmeno capito cosa fossero… allora fossero non dormirei durante il giorno.”

“Hai appena detto che è colpa mia?”

Yesung alzò gli occhi al cielo. “Certo. Non è sempre colpa tua?”

L’aveva fatto di nuovo; Yesung si rese conto di aver esagerato. Lo sguardo triste di Kyuhyun era un chiaro esempio delle sue parole offensive ‘tra le righe’. Una parte di lui era compiaciuta; forse non era una cosa cattiva volere che il minore soffrisse un po’, di provare quello che lui aveva provato perché non si poteva perdonare qualcuno facilmente.

Jongwoon aveva il capo abbassato, pensando o solo sbadigliando, quando un dito sottile punzecchiò il suo fianco, facendolo trasalire e strillare allo stesso tempo. Alzò la testa, guardando male il minore e quando cominciò a urlargli contro, la sua voce venne soffocata dal cucchiaio che Kyuhyun gli aveva messo in bocca.

“A quanto pare”, disse Kyuhyun ridacchiando, “questo sembra l’unico modo per farti mangiare.” Estrasse il cucchiaio aspettandosi che il maggiore continuasse con il suo rimprovero, ma ricevette invece un sorriso.

“Mmm, era veramente delizioso.” Yesung sorrise con gli occhi bene aperti per l’inaspettato sapore gustoso.

“Allora, adesso mangi o devo fartelo ingoiare con la forza?” Replicò Kyuhyun.

“Anche se la tua seconda offerta mi tenta molto, mangio da solo.” Detto ciò, Yesung prese il cucchiaio e cominciò a mangiare quella piccola ma saporita colazione che il minore gli aveva portato.

“Appena finisci...” Cominciò a dire Kyuhyun mentre guardava l’espressione aspettante del maggiore. Dovresti andare a lavarti e...”

“Perché?” Lo interruppe Jongwoon. “Oggi non è un giorno speciale, giusto?”

“La gente non si lava solo in occasioni speciali, maiale”, disse Kyuhyun, meravigliato dalla mentalità da barbone dell’altro.

“Mi sono lavato ieri e sono troppo pigro per farlo anche oggi. La mia giornata era perfettamente organizzata prima che tu arrivassi… Prevedeva dormire, dormire ancor un po’ e ancora dormire.”

“Noiosissimo, ma il tuo giorno sarà perfetto ora perché appena finisci di mangiare, andremo fuori e ti porterò in un posto fantastico che amerai… e potresti perfino baciarmi dalla felicità.”

“Preferirei strapparmi le labbra che baciarti. E comunque, chi è che ti ha designato come mio organizzatore delle giornate? Non farò quello che mi dici, ma quello che voglio e ultimamente siamo usciti troppo per i miei gusti. Senti, non voglio essere scortese, ma voglio solo che tu mi lasci in pace, sinceramente sono stanco e voglio solo riposare.”

Kyuhyun sbuffò seccato. “E domani invece?” Aggiunse arrendendosi alle parole del moro.

“Domani è un nuovo giorno, chissà. Forse...”

“Eddai...” Ma venne interrotto dal cucchiaio pieno di zuppa che il maggiore gli mise in bocca, sorridendo, grato di aver ricambiato il favore e aver zittito il castano.

Kyuhyun non disse nulla, guardò solamente Yesung che mangiava con lo stesso cucchiaio. Sogghignò sotto i baffi e indicò la sua bocca, accettando di buona voglia di venire alimentato dall’altro un paio di volte fino a quando non terminarono la zuppa.

“Jongwoon-ah”, mormorò Kyuhyun, spostando il vassoio e guardandolo con un sorriso ambiguo.

“Cosa?”

“Senti un po’, saputello, lo sai che mangiando con lo stesso cucchiaio, ci siamo dati alcuni baci indiretti?”

Yesung sbatté le palpebre un paio di volte. “Che pensiero infantile”, sussurrò leggermente infine prima di tornare sotto le lenzuola. Le sue dita andarono a posarsi sulle sue labbra e le carezzò lievemente. “Pervertito.”

Kyuhyun lo sentì senza fermarsi mentre andava verso il suo balcone, ma allo stesso tempo non poté evitare di ridere. Posò il vassoio sul tavolo in camera sua e tornò in quella di Jongwoon, trovandolo addormentato. Scosse la testa con disapprovazione prima di sollevare le lenzuola e sdraiarsi accanto all’altro.

Una risatina lasciò le sue labbra, ricordando alcuni fatti divertenti, ma quasi tragici, di alcuni giorni prima.


 

FLASHBACK


 

Erano passati un paio di giorni dall’ultimo incontro al parco, Kyuhyun aveva continuato a pensare di andare e vedere Jongwoon, ma non trovava mai il coraggio e finiva per immaginare come sarebbero andate le cose se si fosse comportato da uomo.

Non sapendo nemmeno come cominciare una conversazione con Yesung, senza avere neanche una ragione o meglio, una semplice scusa per parlare, non poteva andare semplicemente da lui.

Fortunatamente per lui, la spinta l’ebbe quando trovò il quaderno che aveva rubato mesi prima al moro; ricordava che appena preso, lo avevo aperto per curiosità ma non aveva capito nulla, visto che era tutto disegnato e inoltre, Yesung si era fermato anche alle prime pagine. Questa volta non osò nemmeno aprirlo perché era più consapevole della privacy di Jongwoon, ironicamente, anche se ora poteva capire alcuni disegni.

Trovò così la scusa perfetta. Prese il cosiddetto diario e saltò verso il balcone del maggiore, attento a non farsi vedere dai fratelli o dalla madre mentre entrava nella stanza.

Kyuhyun vide il moro seduto in un angolo che attaccava qualcosa alla parete, un altro disegno di un albero e il minore riconobbe dove lo aveva visto insieme alla panchina di fianco a questo.

Un piccolo sorriso incurvò le sue labbra, dandogli speranza e grato che probabilmente il moro aveva pensato a quel giorno come uno importante, al punto di disegnarlo e ricordarlo ogni volta che avesse guardato al foglio.

Kyuhyun si avvicinò a Yesung, domandandosi se dargli un colpetto sulla spalla per farlo voltare o aspettare, ma decidendosi per l’ultima opzione. Così, quando infine il maggiore si girò e si trovò faccia a faccia con Kyuhyun, si spaventò enormemente e gli scappò un urlo rauco che probabilmente venne sentito in tutta la casa.

Il minore non ebbe neanche il tempo di reagire che la porta della stanza venne aperta, rivelando Heechul, o il più pazzo dei fratelli Kim, come preferiva definirlo il castano.

Il maggiore dei due fratelli non ci pensò due volte prima di correre di fronte a Jongwoon mentre nel frattempo spingeva lontano il vicino.

“Stai bene? Cosa ti ha fatto? Dimmelo e mi assicurerò che non torni a vedere la luce del sole mai più.”

Yesung alzò gli occhi al cielo. “Sto bene”, disse calmo.

“Perché sono arrivato in tempo”, commentò Heechul prima di voltarsi e puntare un dito contro Kyuhyun e cominciare a parlare senza che nessuno lo ascoltasse in realtà.

Il castano fece qualche passo indietro, andando a sbattere contro il letto e cadendoci sopra. Jongwoon lo guardò tranquillamente mentre il minore mormorava qualcosa che poteva essere solo una parola veramente offensiva e prima che suo fratello reagisse in modo isterico gli prese le mani tra le sue e lo voltò verso di lui.

“Tranquillizzati, respira ed esci. Devo parlare con lui… Sei qui per parlare, giusto?” Domandò Yesung a Kyuhyun che annuì.

“Siamo in buoni rapporti, o almeno cerchiamo di esserlo”, aggiunse il moro.

“Sicuro?” Chiese scettico Heechul. Voleva sapere cosa stava succedendo lì.

“Sì, più che sicuro. Ora vai.”

“Allora perché hai urlato?” Il fratello maggiore incrociò le braccia al petto, segno di fastidio e irritazione.

“Falso allarme, presumo.” Yesung scrollò le spalle, provocando un tic al sopracciglio del maggiore.

Prima di uscire dalla stanza, si guardò alle spalle. “Dopo che se ne va, mi aspetto una spiegazione completa nella mia camera”, disse.

Jongwoon annuì; avrebbe fatto qualunque cosa per farlo uscire. Quando la porta venne chiusa, il moro si sedette sul letto e Kyuhyun si voltò verso di lui.

Yesung non sapeva cosa dire e Kyuhyun non sembrava voler parlare.

“Ciao...” Riuscì a dire il maggiore.

“Ciao… Uhm… Io… Volevo ridarti il tuo diario”, disse Kyuhyun, mettendo il quaderno davanti a lui.

Yesung lo prese tra le mani e rimase in silenzio, scorrendo le pagine. Kyuhyun si aspettava delle urla, un insulto, ma quello che sentì fu diverso.

“Lo sapevo. Sapevo che ce l’avevi tu, ha!” Mormorò trionfante il moro, gli occhi che brillavano.

“Ovvio che l’avevo io. Voglio dire, chi si interesserebbe al tuo stupido...” Ma si zittì e aggiunse uno “scusa”.

“Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”, commentò Yesung. “E di solito, gli idioti rimarranno sempre idioti.”

Kyuhyun pensò che non aveva nessun diritto per replicare a quelle parole, mentre invece Yesung lo aveva di essere cattivo quanto voleva, almeno con lui.

“Ti sei divertito ad invadere la storia della mia vita?” Domandò il moro, chiudendo il diario e mettendolo da parte, tornando a guardarlo.

Il minore si morse la lingua per non dire qualcosa come ‘quale vita?’, una forma di attacco, visto che era sentito ferito quando Jongwoon aveva parlato così di lui.

“Non l’ho fatto. Mi ero perfino dimenticato di avere il tuo diario, ma non ti mentirò...”

“Intendi dire non più?”

Yesung stava rendendogli tutto più difficile. Queste scuse gli sarebbero costate tanto e Kyuhyun cominciò a capirne il prezzo in quel momento.

“Voglio dire che, la prima volta che l’ho preso, ci ho dato una sbirciata, ma non ho capito molto… Forse ero ubriaco.”

“Probabilmente… ma almeno me l’hai portato indietro ed è già qualcosa, perciò grazie”, replicò il moro.

“Non c’è bisogno di ringraziarmi. Non avrei nemmeno prenderlo...”

“Hai ragione”, disse Yesung con tono scherzoso.

Kyuhyun sorrise debolmente prima di alzarsi, salutandolo mentre lo lasciava.

Yesung aveva passato l’intera notte aggiornando il diario fino a quando non si addormentò sull’ultima pagina, dove c’era una caricatura del vicino.


 

\^^/\^^/


 

La seconda volta che ‘quasi morì’ fu una settimana dopo. Era andato a trovare il moro e passare il resto della giornata con lui, dato che non doveva lavorare e ovviamente Yesung non aveva nulla da fare. Kyuhyun lo aveva convinto, anche gentilmente, a giocare coi videogames, per cui passarono tutto il giorno davanti allo schermo del televisore, seppure avesse passato gran parte del tempo ad insegnare al maggiore come si giocava. Così si fece sera e senza rendersene conto, i due ragazzi si erano addormentati l’uno addosso all’altro, con i controller che gli erano caduti dalle mani.

Quando Kyuhyun si era addormentato, non si sarebbe aspettato di sentirsi così bene e nemmeno di colpire i pavimento, risvegliandosi e trovando un viso a pochi centimetri dal suo.

“Che stai facendo sul letto di Woonie? Hai dimenticato cosa ti ho detto? Ti faccio rinsavire a calci sul sedere.”

Kyuhyun si svegliò completamente e cercò di allontanarsi dal fratello minore dei Kim. “Che problemi avete in famiglia? Non sto facendo nulla di male. Allontanati e vai a prendere il tuo calmante.”

“Insultandomi non andrai da nessuna parte.” Gli occhi affilati guardavano torvo Kyuhyun che poté solo domandarsi come un viso così adorabile potesse trasformarsi in uno così spaventoso come quello dell’altro.

Yesung si era svegliato e quando si rese conto di ciò che stava accadendo, sbuffò irritato.

Kyuhyun aveva visto che si era svegliato e interpretò il fatto come segno di essere al sicuro, per cui cercò di attirare l’attenzione del moro che poté solo allontanare suo fratello minore dal vicino.

“La tua famiglia necessita di cure mediche”, mormorò Kyuhyun mentre si alzava.

“Ehm, senti, insultando la mia famiglia non aiuterà di certo a guadagnarti il mio rispetto.” Le sue parole erano piene di ironia.

“Hanno cercato di uccidermi due volte”, strillò drammaticamente il minore.

“Non fare tanto il drammatico.” Yesung alzò gli occhi al cielo esasperato. “Comunque, è stato bello giocare con te, ma ora vai a casa”, aggiunse, tornando a sedersi sul letto, abbracciandosi le ginocchia e guardando assonnato Kyuhyun.

“Non posso solo dormire con te? Voglio dire, ci esce così bene farlo...”

“Solo nei tuoi sogni.”

“Credimi, l’ultima cosa che facciamo nei miei sogni è dormire.”

“Fuori, pervertito”, strillò Yesung prima di sdraiarsi sotto le lenzuola.

Kyuhyun lo guardò per alcuni secondi con un sorriso malizioso che si faceva strada sulle sue labbra mentre si dirigeva verso la porta. Quando la aprì, prima di uscire, cambiò idea e tornò vicino a Jongwoon per sistemargli le lenzuola. Mentre si chinava, senza pensarci più di tanto, anzi, lasciando che i suoi istinti prendessero il sopravvento, accorciò la distanza tra loro, posando un lieve e dolce bacio sulla fronte di Yesung.

Quando Jongwoon sorrise inconsciamente, sembrava come se il sole stesse brillando. Kyuhyun non riusciva a capire come non aveva fatto a notare, o peggio, come aveva potuto ignorare ciò che la presenza del maggiore gli procurava.


 

FINE DEL FLASHBACK


 

   
 
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