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Autore: themermaidwriter    04/10/2017    3 recensioni
E batte forte, forte, forte, batte forte cosi come il suono di un pianeta quando gira.
Chi muore dalla voglia di vedere Nick e Jess ubriachi intraprendere una scommessa?
Dove li porterà? Basta chiedere al vostro cellulare.
Genere: Commedia, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Your voice sounds like my phone sex operator voice.
- Nick Miller & Jess Day.

 

"Conquisterò trenta donne stanotte." Schmidt fece un giro su se stesso, nel suo elegante vestito blu, ammirandosi più di quanto non facessero gli altri. 
"Schmidt, stiamo andando in un bar, non a un matrimonio. Levati quella roba." replicò Nick mentre si allacciava i bottoni della camicia bianca e rossa. 
"Si amico, levati quella roba." e Winston lo sostenne. "Tanto non riuscirai a conquistare più donne del.." si squadrò da capo a piedi. "The Winston." 
"The Winston?" chiese perplesso Schmidt con le due mani sui fianchi. 
"Le donne amano quando parli di te in terza persona." alzò un sopracciglio. 
"Voi non avete idea di cosa amino le donne!" ringhiò Jess posizionandosi al centro della conversazione, tra i tre uomini, tirando fuori il suo cellulare a coniglietto fucsia e mostrando loro lo schermo. "Ed io non ho idea di cosa amino gli uomini." fece il broncio. 
"I gatti." 
"La moda." 
"Birra." 
I tre ragazzi si susseguirono in un ordine facilmente percepibile e quando l'ultimo sbatté le ciglia rivolgendosi alla ragazza lei interruppe l'imbarazzante silenzio "E neanche voi a quanto pare." piegò la testa da un lato in un tic per poi riportarla alla posizione originaria. "Guardatelo! E' perfetto! Ed io non ho idea di come chiedergli di uscire." Spinse il suo cellulare più volte verso di loro, poi si imbronciò nuovamente e stavolta la testa cadde in avanti. "E' tipo il mio sogno dalla scuole medie." 
"Chi è questo tizio?" Nick si avvicinò al telefono prendendo in mano e portandolo vicino alla faccia solo per capire cosa ci trovasse di attraente. 
"Luke Garfield." strappò il cellulare dalle mani del ragazzo. "E' un imprenditore newyorkese ed è qui solo per domani, una rimpatriata tra amici ed io non idea di come farlo innamorare perdutamente di me." si indicò con entrambe le mani come se non fosse già chiaro. 
"Jess.." Schmidt si avvicinò alla ragazza mettendole un braccio intorno alla spalla e cominciando a camminare. "Dovresti smettere di pensare a delle cotte passate." si fermò ridendo con la stessa aria beffarda di un medico che l'amore lo cura tutti i giorni, e posò le sue braccia sulle spalle dell'amica. "Vai avanti e incontra nuove persone." 
"Come hai fatto tu con Cece." Winston se la rise in disparte, con le braccia incrociate, innescando l'inequivocabile reazione scocciata dell'amico. 
"Esattamente." si sistemò il vestito serio. "e tu mi farai da spalla." indicando Winston con aria minacciosa avvicinandosi a lui. "E dirai quanto io sia incredibilmente affascinante." si fermò. "Andiamo!" entrambi si diressero con enfasi verso la porta e la chiusero dietro di loro ignorando le urla di Nick che mai e poi mai avrebbe voluto restare lì ad aiutare Jess nell'irritante compito con cui la ragazza continuava ad assillarlo. 
"Aiutami." E con quegli occhi da cerbiatto che lo guardavano si rassegnò al suo volere. 
"Okay." mosse le mani in avanti indicando la ragazza. "Indossa qualcosa di sexy, parla poco e sorridi. Ciao." fece per correre verso la porta. 
"Nick." lo fermò. "Posso aiutarti con le ragazze." alzò le spalle e sguainando di nuovo lo stesso sguardo. 
Il ragazzo sospirò ancora con gli occhi stretti verso il soffitto e due mani sui fianchi mentre convinceva se stesso a non cadere preda dello strambo mondo di Jess. 
"Okay, okay." continuò a ripetere a stesso mentre usciva fuori dalla tasca dei jeans il suo cellulare posandolo sull'orecchio della ragazza che nel momento stesso in cui lo lasciò lo prese in mano. "Fai una prova. Fa finta di chiamarlo." 
"Non posso farlo." 
"Provaci! Cosi questa serata finirà presto." disse stremato. 
Jess lo fulminò con lo sguardo, rimise il cellulare all'orecchio "Luke, Sono Jess..ica Day" la sua voce man mano che parlava diventava sempre più sottile fino a diventare una brutta imitazione della voce di una squillo. Un tentativo involontario. "Sono un'insegnante, posso insegnarti tante nuove cose.." ciondolò su se stessa. "Posso cantartele se vuoi..cosee nuovee." 
"No! No! Non cantare, ti prego." Nick le tolse il cellulare dalle mani dopo aver fortunatamente interrotto il jingle che stava per risuonare dalla bocca di Jess. 
"Cosa c'è che non va?" aprì la bocca sorpresa e si sistemò il cerchietto rosa in testa. 
"E' tutto sbagliato! La tua voce è sexy quanto la voce dell'operatore del mio cellulare." 
"Cosa?" cinguettò. 
Nick si sporse in avanti con il cellulare in mano e Jess lo seguì porgendo l'orecchio al dispositivo. "Ascolta." disse per poi premere un tasto. 
"Ciao Nick, come posso aiutarti oggi?" la voce meccanica risuonò nella stanza. 
"E' cosi sexy." Nick fece la stessa espressione di chi si stava congratulando con se stesso per la constatazione. Jess rimase in silenzio squadrandolo con aria corrucciata ignorando il commento di Nick, un viso, che si trasformò in un pianto isterico. "Non riuscirò mai a parargli." si lamentò. 
"No, no, no, no, no, Jess!" poggiò le mani sulle spalle tentando di calmarla. "Non piangere, odio vederti piangere, anche più di quanto odio sentirti cantare." 
La ragazza tirò su col naso smettendo di piagnucolare. "Cosa c'era che non andava? Era perfetto!" 
"Cosa? Era terribile." 
"A te è piaciuto." 
"Che stai dicendo, Jess? Hey! Hai chiesto il mio aiuto, quindi ascoltami." 
"Sai che c'è: Faccio da sola, non ho bisogno di te." incrociò le braccia. 
"Bene! Né io di te." imbronciò il volto. 
"Sei un tale idiota." Jess distolse lo sguardo. 
"Oh beh, noi siamo quello per cui paghiamo." 
"Cosa?" 
"Cosa?" 
"Adesso lo chiamo!" la ragazza iniziò a fare il numero sul cellulare e quando dall'altra parte risposero, Nick iniziò a urlare cose incomprensibili per poi sfociare nel rumore di un amplesso una volta rubato il cellulare a Jess. Nonostante i suoi tentativi di riaverlo e di scusarsi con l'uomo dall'altra parte della cornetta, Nick aveva già riattaccato. 
"Perché l'hai fatto?" 
Nick si mise a ridacchiare. "Non puoi farcela, hai bisogno di me." 
"Io non ho bisogno di te." 
"Puoi dirlo Jess, dì che hai bisogno di me." si indicò con le mani. 
"Chi ti credi di essere? Scommetto che potrei conquistare più persone di te questa sera stessa." 
"Oh, vuoi scommettere? Bene!" 
"Benissimo" 
Nick prese le chiavi e Jess il cappotto beige. "Andiamo!" disse lui. E non smisero di guardarsi in cagnesco nemmeno dopo aver chiuso la porta.


"J...Jessi..ca Day!" Urlo la ragazza alzando un bicchiere al cielo. "E' francese. Io sono francese." rise barcollando più del solito; fortunatamente il ragazzo di fronte a lei, con un sorriso storto e alquanto imbarazzato, la sorreggeva comunque. "Sono la figlia di Napoleone." continuò portando il suo indice sulle labbra del giovane. A quel punto il ragazzo, completamente stranito, decise di allontanarsi. Infondo non le serviva un altro numero e sentiva, dopo l'ultimo sbadiglio, che la serata stava volgendo al termine. 
"Allora Jess, come procede?" sorrise Nick avvicinandosi a lei bevendo un liquido marrone da un bicchiere di vetro quasi vuoto. 
"Benissimo! Hey tu! Tu! Torna qui." senza neanche dar peso alla presenza di Nick, la ragazza richiamò quel giovane che, anche se un po' a controvoglia, si avvicinò di nuovo a Jess. Si ricordò della scommessa, si era persa un po' tra lo stordimento dell'alcool, ma le ritornò in mente dopo la frase di sfida che Nick le aveva lanciato, forse un po' troppo irritante le era sembrata in testa. Doveva ottenere anche questo numero. 
"Bonsoir." sorrise il ragazzo. 
Jess scoppiò in una risata allegra, così felice di poterla esternare, forte ed esuberante indicò il ragazzo più di una volta e lui fece lo stesso come per intendere qualcosa che entrambi avevano capito senza le parole. 
"Sono francese." si rivolse a Nick seria. 
"Oh certo, certo.." la assecondò Nick. "Capitan Nemo, piacere di conoscerla." l'uomo tese la mano e strinse quella del ragazzo per poi voltarsi di nuovo verso Jess e imitare lo stesso gesto che la ragazza accolse come se parlasse con una persona totalmente nuova. "Piacere." si dissero tra loro. 
Il ragazzo si era già dileguato rimproverando se stesso per essere tornato. 
"E' colpa tua, l'hai fatto scappare. Stai imbrogliando." Jess si rivolse nuovamente a Nick puntandogli un dito di accusa sul petto. 
"E come avrei fatto? Mi sono presentato. Jess stai delirando." mosse entrambe le mani verso di lei. 
"Ho bisogno d'acqua.." si voltò verso il bancone "e di un burrito." barcollando si diresse verso una meta sconosciuta.


Un'ora dopo Nick, il più sobrio dei due, raccolse Jess, la quale aveva preso il tavolo di una coppia per il suo letto e prima che potesse togliersi definitivamente la camicetta fucsia, il ragazzo riuscì a portarla in auto e ricondurre entrambi verso casa. 
"Jess stai bene?" sussurrò l'uomo una volta rientrati nel loft. 
Jess rise ancora brilla. "Sto bene." Bevve un altro sorso dalla sua bottiglietta. "Grazie." 
"Dovere." fece un gesto con due dita separandole dalla fronte. 
La ragazza si voltò per dirigersi in camera quando improvvisamente si fermò riportando qualcosa alla mente. "Non avevamo.. avevamo scommesso!" mise una mano nella tasca della camicetta e tirò fuori un foglietto piegato in quattro. "Quanti numeri hai ottenuto senza il mio aiuto?" si avvicinò più che poteva a lui ancheggiando prendendolo in giro. 
Nick si fermò a pensare, non hai numeri. "Due.." disse lo sconfitto tenendo tra le due dita un foglietto che Jess gli strappò di mano. 
"Tim?" lo guardò perplessa. 
"E uno era un uomo." riprese il bigliettino mettendolo nella tasca della camicia imbarazzato per aver perso in maniera così eclatante. 
Jess esplose l'ennesima risata della serata. 
"E tu quanti?" 
"Nove." dondolò il bigliettino davanti alla sua faccia. 
"C'avrei giurato." sussurrò a se stesso guardando verso il basso e corrucciando il volto. 
"Sarebbero stati dieci se non mi avessi sabotato l'ultimo.." poi smise di parlare, qualcosa le diceva che non ne valeva più la pena. Jess ingoiò le parole in un modo poco silenzioso attirando su di sé lo sguardo del ragazzo davanti a lei che riemerse da uno scontro con se stesso. 
"Non abbiamo discusso di un premio." si intromise nel silenzio. 
"Oh, non ho bisogno di un premio, mi basta sapere di averti battuto." mosse la testa per esultare. 
Ed erano ancora più vicini. 
Nick era così vicino da avere la possibilità di sfiorarle una ciocca di capelli, cosa che fece senza chiedere il permesso. 
Il suono assordante dei loro respiri che si confondevano nell'aria erano ancora più forti nelle loro teste dove ormai il cuore era andato a risiedere. Pompava sangue ad una velocità impressionante ed il suo scorrere rapido nelle vene stava per far impazzire i presenti. 
E batte forte, forte, forte, batte forte cosi come il suono di un pianeta quando gira. 
Le loro menti si confusero a tal punto da non riuscire a frenare l'inevitabile bacio che proseguì interminabile lasciando entrambi più che senza parole, che senza pensieri, risucchiati da una voragine incomprensibile. 
"Profumi di cose buone." sussurrò Nick con ancora la sua fronte posata su quella della ragazza che non aveva aperto gli occhi cercando di elaborare l'inelaborabile. 
"A volte sento le persone intorno a me cantare le loro conversazioni." 
Le frasi si precipitarono fuori senza essere chiamate. Un tentativo bizzarro di aprir bocca e tamponare il silenzio imbarazzante che si era creato o solo esprimere senza vergogna la prima cosa che passò per le loro menti una volta ripreso a funzionare. 
"Okay Day.." strinse gli occhi. "Probabilmente preferiresti tornare da uno di quei ragazzi di stasera, giusto?" la spinse via cercando di convincere se stesso delle intenzioni della donna. Rise come se fosse uno scherzo mentre Jess inghiottì l'ennesimo magone. 
"Probabilmente non ne valgono la pena." si stupì lei stessa di cosa avesse appena pronunciato. 
"Probabilmente." 
Si concessero un sospiro a testa ed un terzo non fece in tempo a nascere che Nick l'aveva già afferrata per vita. Egoista si prese ancora due baci, senza preoccuparsi di quello che Jess provava dall'altra parte. La sua stretta forse, avrebbe dovuto fargli capire qualcosa a un certo punto, sopratutto perché non accennava ad abbandonarla, nemmeno mentre Nick si chinava sotto il bancone della cucina. Alzandosi la strinse più forte dirigendo la ragazza a suon di baci verso la sua camera. La porta ancora chiusa fece da superficie per un lungo aggrovigliarsi di ossa, sudore e silenzi. Qualcosa di nuovo che aspettava da troppo tempo. 
L'aperitivo di ciò che accadde quando la porta stessa li rinchiuse dentro non permettendo alle inibizioni di entrare.


"Ciao Nick, come posso aiutarti?" la voce dell'operatore telefonico del ragazzo ripetette una decina di frasi tra le risate dei due amanti. 
"Nick, piantala!" Jess lanciò un cuscino sulla faccia dell'uomo accanto a lei lasciando partire la prossima frase. 
"E' cosi sexy." ribadì l'uomo. 
Un momento distaccato dal tempo. Si godevano la loro bolla rimandando il momento in cui avrebbero dovuto fermarsi e riflettere sull'accaduto. Anche solo doverlo fare tra di loro sembrava spaventoso, più di quanto non lo fosse spiegare agli altri cosa era cambiato. Infondo sarebbe stato difficile anche ignorare e fingere quel qualcosa che era cambiato. Oh, se solo Nick avesse potuto chiedere alla voce sexy proveniente dal suo cellulare. 
Avrebbe sistemato tutto. 
Si limitarono al silenzio e una risata. 
Un altro bacio scappò troppo in fretta, prova inconfutabile di 'quello che era cambiato.'


"Hey amico..sei stato tu..?" Winston teneva in mano una scatola di colore bianco, fatta scivolare fuori da un ripiano sotto il bancone della cucina e ne raccoglieva il contenuto da terra. 
"No amico, credi che sia stato davvero così fortunato?" si rivolse aspro a Winston per poi voltare di nuovo il viso e accomodarsi in quella posizione con i piedi posati sul tavolino. Sgranocchiò una manciata di pop corn. 
"Io non sono stato." posò la scatola sul bancone. 
"Hey, Schmidt ha la sua scorta personale." si lanciò ancora dei pop corn in bocca. 
"Intatta." lo corresse l'amico mentre Schmidt offeso lo fulminò con lo sguardo, ferito, dalla evidente serata finita male. 
"Cosa ci fanno per terra dei preservativi se nessuno di noi ieri ha rimorchiato?" 
"Forse i fantasmi fanno sesso." sembrava quasi una minaccia quella uscita dalla bocca di uno Schmidt in piena sindrome pre mestruale, data a spaventare il povero Winston che iniziò a guardarsi attorno sospettoso. 
Una volta che quest'ultimo s'era a avvicinato, i due si guardarono, poi sorrisero, si voltarono e si guardarono di nuovo. 
"Naah." finirono entrambi i loro pensieri sicuramente rivolti a qualcuno di diverso.
"Nick o..?" disse Schmidt. 
"Jess?" concluse Winston. 
"Jess.." rise l'altro. "Jess probabilmente c'ha fatto dei porta orecchini." 
E ridendo rimasero nel dubbio.

the mermaid's noteseccomi di nuovo con una piccola e nuovissima one shot sui miei ness aw. Il titolo è esilarante (sempre parte della mia raccolta di cui titolo sull'header) e mi ha fatto subito pensare a qualche stramberia tipica di Nick e così ne è uscita fuori questa storia. Spero vi piaccia e spero di aver colto quella nota comica che caratterizza New Girl e i suoi personaggi. Oh beh e poi non ho resistito a mettere Nick e Jess in cui scena così intima *film mentali da fangirl*. Fatemi sapere che cosa ne pensate lasciando una recensione!

   
 
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