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Autore: Uptrand    04/10/2017    19 recensioni
La guerra contro i grigi è terminata vittoriosamente. Andiamo a vedere come sono cambiati gli equilibri di potere e come trascorrono le loro giornate gli uomini e donne della Noveria Corps.
Queste storie hanno lo scopo di far conoscere meglio i vari personaggi.
In altre raccolte "Dopoguerra 2" e "Dopoguerra 3" parlerò dei personaggi delle altre fazioni.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Azione, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Parte delle descrizioni sono state prese dal codex del gioco.

Era una classica bella giornata a Talat, la capitale del pianeta Sur’kesh e patria dei salarian. Di aspetto lussureggiante, ricco di forme di vita, dalle condizioni sfavorevoli e pericoloso per gli incauti. Il clima era particolarmente umido, grazie anche ai vasti oceani e a una generale abbondanza d’acqua. Non per niente i salarian erano una specie anfibia.
Con corpi alti e slanciati, ben adattati al loro elevato metabolismo e con scheletri più cartilaginei rispetto ad altre specie come quella degli umani. Le teste dei Salarian erano lunghe e sottili ed avevano un paio di corna sporgenti che si protendevano verso l'alto dalla parte superiore del cranio. Il colore della pelle variava dal rosso brillante e il verde a sfumature più comuni di blu o grigio. Il loro sangue era di colore verdastro. Gli occhi dei salarian erano enormi e di forma ovale ed avevano membrane sottili al posto delle palpebre. Le pupille avevano grosse fessure orizzontali e il colore dell'iride poteva essere verde scuro, viola, rosso, blu o marrone.
I salarian chiudevano gli occhi verso l'alto anziché verso il basso come gli umani, ed erano noti per avere un metabolismo estremamente veloce. Le loro menti e i loro corpi erano più rapidi rispetto a quelli della gran parte delle specie senzienti, e per questo sembravano irrequieti e iperattivi. I salarian erano quasi sempre vigili e riposano all'incirca un'ora al giorno. Tutto questo a discapito della loro aspettativa di vita, che in genere non superava i 40 anni terrestri.
I Salarian erano anfibi apo-diploidi ovovivipari. Le uova non fecondate producevano maschi e quelle fecondate esemplari femminili. Le femmine salarian deponevano una dozzina di uova alla volta all'anno, ma le convenzioni sociali consentono di fecondare solo una piccola parte delle uova. Di conseguenza, circa il 90% dei Salarian era di sesso maschile.
Tutte le loro città, la capitale in particolare, erano state accuratamente progettate e tenute ancora oggi in perfette condizioni, sia per assicurarsi che la luce solare giunga fino al livello del suolo, sia per garantire il traffico di veicoli nei passaggi aperti nel folto della giungla.
La scuola Zisaf Obeno, intitolata al salarian ideatore della teoria dell’evoluzione, era una delle più prestigiose di Talat, frequentata da un numero elevato di alieni che erano quasi la metà degli studenti.
La ragazza entrò nella scuola attirando ogni attenzione su di se.
Vi erano tutte le razze in quei corridori e tutti fissavano solo lei. I motivi per farlo erano innumerevoli. Colei che stava passando era Trish Weaver, sulla carta aveva sedici anni, umana.
Era passato più di un anno da quando lei e le sue sorelle si erano confessate in un’intervista alla galassia, avevano scelto di non nascondersi dopo che vi fu una notevole fuga di notizie.
Senza dire niente nemmeno alla donna che le aveva adottate, che a conoscere le loro intenzioni le avrebbe fermate.
Prive di esitazioni, sicure di se stesse, si erano svelate al pubblico. Erano cloni di una persona esistente, la donna che tutti conoscevano come Isabella Noveria, sposa di Dasha Weaver.
Erano un nuovo tipo di biotici, il loro eezo era il raro isotopo 19, erano addestrate a uccidere come phantom e lo avevano fatto più volte.
Dei loro omicidi dissero solo che li avevano commessi quando erano sotto il controllo dell’asari estremista che le aveva create. Da li in poi avevano smesso, dopo essere state liberate da Dasha, Isabella e da altre persone che definivano i loro amici.
Spiegarono che erano state indottrinate da neonate, non avevano mai avuto o esercitato il libero arbitrio, il programma phantom le obbligava a ubbidire qualsiasi ordine della loro creatrice.
Una verità parziale, dopo che erano state liberate una parte dell’indottrinamento era stato rimosso, come Isabella avevano difficoltà a comunicare o a creare legami, essendo in una situazione simile a lei che da anni aveva un programma phantom solo parziale installato in testa.
Uccidere a loro piaceva e lo avevano fatto per scelta, seguendo Isabella che le addestrava.
Non uccidevano di certo a caso, i giochi biotici clandestini includevano anche incontri all’ultimo sangue. Per loro partecipare fu incredibilmente divertente, ma anche snervante essendo Isabella severa quando si trattava di combattere.
In giro per la galassia non mancavano individui la cui morte sarebbe stata un sollievo, poterono divertirsi con loro quanto volevano.
Se queste notizie da sole non bastavano per avere l’attenzione, allora un altro motivo sarebbe stato il loro aspetto fisico.
Isabella era da sempre una donna di incredibile bellezza, se qualcuno avesse voluto dare un volto al concetto stesso di bellezza non avrebbe trovato di meglio.
Alta, bionda, occhi di un azzurro che non aveva eguali se non tra loro, un corpo perfetto privo di ogni difetto estetico o fisico. Un patrimonio genetico quasi privo di errori.
Doti atletiche pari o superiori a quelle di atleti sportivi, con in più un istinto da predatore per niente inferiore a quello di un animale.
Loro tre erano state create da tre filamenti distinti ottenuti dai suoi ovuli, erano uguali a lei per il 99%. Trish continuava a portare i capelli in una magnifica coda di cavallo.
I loro geni erano stati dominanti perché le loro caratteristiche fossero tutte dominanti, se avessero avuto figli questi avrebbero inesorabilmente ereditato i loro attributi fisici diventando possibili portatori di eezo 19.
Questo rientrava nei piani di uno scienziato che lavorava per sostenitori di Cerberus, l’idea era di sostituire in modo pacifico la razza umana con una sua versione migliorata per semplice introduzione, immettendo nella società umana un gran numero di individui come le ragazze.
Ma il resto delle persone favorevoli a Cerberus voleva soldati, ma prima che queste dispute interne fossero rivolte l’Alleanza li fermò. Nel corso dell’operazione lo scienziato morì.
Una fazione dell’Alleanza nota come “i nazionalisti” fece arrivare quel materiale all’estremista asari che le creò. Per loro esporsi direttamente sarebbe stato rischioso, così rimasero a vedere quali risultati avrebbe condotto l’esperimento.
Questa fu l’origine di Alexya, Diana e Trish Weaver. Anche se la parte sul loro genoma era sconosciuta al pubblico, ve ne era abbastanza perché attirassero l’attenzione per un motivo o l’altro.
Trish si fermò davanti a un tabellone, erano i risultati semestrali di tutti gli studenti del corso. Cerco i propri  scoprendo di essere poco al di sopra della sufficienza.
Aveva un fisico perfetto, ma l’intelligenza era nella norma. Qualsiasi cosa avessero fatto al suo corpo, non riguardava la mente.
In ogni caso poteva dirsi soddisfatta. Quando erano state liberate non sapevano niente tranne uccidere, in base a degli accordi furono assegnate come studentesse all’accademia Grissom dove rimasero fino alla sua distruzione.
Operata come attacco iniziale ad opera di un’antica razza aliena, i grigi, che avevano tentato di riprendersi la galassia dopo che erano scappati per eoni nello spazio oscuro dai razziatori, tornando dopo che questi erano stati distrutti.
In quella struttura incontrarono la psicologa Kelly Chambers, aveva lo scopo di aiutarle perché si comportassero in modo più normale e umano. Fu grazie al suo aiuto e di altre persone che si liberarono del programma phantom.
Questo era ancora attivo nelle loro menti ma non influenzava più il loro pensiero. Questo avveniva neanche un anno e mezzo fa, da quando lei aveva espresso a sua madre il desidero di continuare gli studi, affermando che lei avrebbe ereditato il suo ruolo di Presidente della Noveria Corps.
Da allora si era gettata animo e corpo nello studio, ma era ancora troppo indietro.
Entrò in classe, era un ambiente estremamente moderno sia come struttura che per il supporto didattico che forniva, sedendosi davanti a un asari che considerava sua amica.
Questa anticipò i suoi saluti e disse « Non serve che mi saluti, ignoriamoci reciprocamente, questo renderà la mia giornata migliore. Della tua francamente non importa. »
Trish si portò una mano alla bocca, per non mettersi a ridere sguaiatamente. Le piacevano il modo di fare di quell’asari e la sua persona, proprio per questo si era seduta vicino a lei fin dal primo giorno.
Si chiamava Moay Thatora, era un’asari dalla pelle viola, dall'età approssimativa di 65 anni, ancora una bambina secondo il metodo di giudizio delle asari che vivevano fino a mille anni, ed era cieca dalla nascita. Una malformazione aveva fatto si che cristalli di eezo, essendo le asari biotiche di natura, si formassero sui nervi oculari atrofizzandoli. Riusciva ad orientarsi grazie alla tecnica biotica Calios, questa insegnava alle asari a generare una sorte di sonar biotico con cui orientarsi.
Lei pareva aver deciso di trascorrere tutta la sua vita nell'istituto, era li da decenni anche se nessuno si ricordava bene da quanto. Chi avrebbe saputo dirlo era semplicemente morto di vecchiaia.
Gli studenti andavano e venivano, i professori erano tutti salarian e la loro vita media era di 40 anni.
I Thatora erano una delle famiglie asari più influenti e ricche su Thessia, il loro nome era molto antico anche per una specie i cui membri vivevano fino a 1000 anni.
Questa ricchezza aveva permesso a Moay di frequentare l’istituto, ma per il resto sembrava che lei e la sua famiglia si ignorassero a vicenda.
Era anche un’abilissima scultrice biotica, usava il materiale scelto impastato con eezo, lo modellava senza toccarlo ma usando i suoi poteri.
Il fatto che fosse cieca e il continuo esercizio in questa l’aveva resa molto sensibile e abile. Aveva un tocco accurato che si vedeva nelle sue scultore, molte astratte altre che riproducevano modelli.
Aveva anche realizzato delle mostre, ed era considerata una professionista.
Nonostante l’accoglienza Trish la salutò lo stesso, allegramente e si sedette. Trovava la sua presenza piacevole, perché non vi era traccia di ipocrisia.
Altra dote loro e di Isabella era la lettura del corpo. Non era un’abilità data dall'indottrinamento, ma naturale anche se vi era la possibilità che il loro DNA fosse stato manipolato perché la possedessero e che qualcuno avesse giocato col cervello di Isabella perché l’apprendesse.
Della maggior parte degli studenti aveva la più bassa stima possibile, anche se si comportava con ognuno in modo civile comprendendone l’importanza.
In quella scuola si trovavano molti studenti figli di famiglie o persone influenti, assieme ad altri di origini più umili.
I primi non si mischiavano con i secondi che erano oggetto del loro bullismo. Di fronte alla sopraffazione del più debole, la differenza tra razze cadeva accomunandole tutte.
Non che lei fosse contraria a questo, il forte approfittava del debole. Questa era una legge di natura, lei stessa aveva ucciso quando non era necessario ma solo per divertimento, perché poteva essendo la più forte.
Quella che l’infastidiva era essere associata a individui privi di talento. Facevano i prepotenti grazie ai risultati di altri, delle loro famiglie senza aver concluso essi stessi qualcosa degno di merito.
Con la lettura del corpo lei vedeva oltre le apparenze, erano un concentrato di frustrazione, annoiati dalla vita per il fatto che si potevano permettere tutto.
Si sentivano sicuri, intoccabili, sempre alla ricerca di nuove emozioni forti.
Lei aveva ucciso, partecipato all'ultima guerra, aveva visto i suoi nemici morire terrorizzati da lei, dalle sua sorelle e da Isabella. Erano stati combattimenti “onesti”, avevano ucciso grazie alle proprie abilità e forze.
Che fossero delle Weaver non contava, sul campo di battaglia o in un arena il proiettile o il pugnale non facevano distinzione.
Quegli individui erano niente ma si comportavano come se fossero davvero importanti, quello era ciò che le dava profondamente fastidio. Non riuscivano a valutare se stessi e non lo facevano nemmeno.
Secondo quello schema lei avrebbe dovuto bullizzare loro ritenendosi ovviamente superiore, ma un predatore cacciava sempre le prede giuste nel territorio opportuno.
Terminarono le lezioni, Trish salutò Moay dirigendosi al suo secondo impegno della giornata.
Essendo phantom erano addestrate all'uso di armi bianche, ma a parte questo adoravano tutte la scherma. Tra loro la più abile era sicuramente Alexya, lei era andata in una scuola militare dell’Alleanza e sognava di battere Isabella.
Lei aveva trovato nella scuola un club di scherma, aveva fatto conoscenza con Valenia Bonamus, una turian con delle pitture facciali blu sopra gli occhi e un mento tinteggiato di bianco.
Queste erano il simbolo della città turian da cui provenivano, tutti i turian li portavano e solo chi si era macchiato di qualche grave crimine ne era privo.
“Faccia pulita” per un turian era uno degli insulti peggiori, significava che aveva perso le proprie pitture.
Oltre a Valenia che lo gestiva vi erano altre cinque iscritte tutte turian e femmine. Non vi era un vero motivo per quello, semplicemente era successo. Vista la situazione praticavano esclusivamente scherma turian.
Quando lei richiese di entrarne a farne parte furono sorprese, cosa ne poteva sapere un’umana di scherma turian.
La misero alla prova e vinse, ma Valenia non la ammise « Sei brava, migliore di noi, dei nostri abituali avversari e di chiunque conosca, proprio per questo non ti posso accettare. I risultati raggiunti fino adesso sono stati il risultato del nostro lavoro, con te vincere diventerebbe una certezza. A queste condizioni tenere anche solo il club aperto sarebbe inutile, come anche la presenza di altri iscritti perché tu da sola rischi di vanificare tutto il nostro lavoro. Mi dispiace. »
Triste e sconsolata ne parlò con Moay, a l’asari non importava niente di quella storia desiderando solo che l’umana andasse a lamentarsi altrove. Spazientita e arrabbiata disse « Basta! Ti aiuto! Se scocci Valenia, forse smetterai di infastidirmi. »
Andarono al club di scherma « Valenia prenditi questa fastidiosa umana, nel tuo inutile club! »
« No. Mi sembrava di aver dato motivazioni ragionevoli. » Impassibile e seria come sempre, sembrava che niente facesse presa su di lei.
« Stupida turian ragionevole, prendila come istruttrice o aiutante se è così abile, vi farà di certo bene allenarvi con lei. Basta che non partecipi ai vostri incontri! »
Valenia ci pensò, rivolgendosi a Trish « Ti andrebbe bene lo stesso? Anche non potendo partecipare a nessun incontro ufficiale. »
«Certo! » Rispose lei, quando provò a ringraziare Moay che già si era voltata per andarsene si sentì rispondere « Vuoi ringraziarmi? Ignorami! »
Dopo quell'aiuto Trish considerò l’asari sua amica.
Fu così che cominciò ad aiutare quelle turian nei loro allenamenti, i combattimenti erano pessimi per la facilità con cui vinceva ma insegnare e dare consigli era interessante.
Soprattutto poteva parlare di scherma con qualcuno, Valenia poi sembrava essere un enciclopedia vivente al riguardo. Le piaceva ascoltare le sue spiegazioni.
Terminati i compiti andò a casa, su Sur’kesh risiedeva nella sede principale della Noveria Corps. Un grattacielo imponente, vi arrivò comodamente su un'auto riservata e scortata che la conduceva a scuola o dove avesse bisogno.
Le due ore successive passarono velocemente, le spese come al solito studiando e facendo i compiti, cenò e uscì. Tre sere ogni nove giorni, un mese aveva settimane da nove giorni avendo il pianeta in un anno 438 giorni, usciva da sola rifiutando ogni scorta e protezione.
Non aveva pensato che Sly, il direttore della Noveria Corps in loco e una delle sue figure più importanti si sarebbe fatta convincere così facilmente.
Era una dalatrass, il vero nome era Wasly Zolano ma tutti la chiamavano col suo diminutivo Sly, una femmina salarian che per tradizioni sono al centro della società della loro specie. Gestendo il potere politico e dinastico dell'intera specie, negoziando tra loro per determinare il futuro delle regioni che governano.
Preferendo non fidarsi lo stesso, attuava tutto il necessario per sfuggire a un eventuale pedinamento.
Ogni tanto le sembrava ugualmente di essere seguita. Durante il giorno aveva contato almeno dieci presenze che la seguivano, erano abili e lei non era mai riuscita a vederli da vicino ma l’istinto non sbagliava.
Arrivò a una tavola calda turian, vi entrò salutando i dipendenti, dirigendosi sul retro. Quando ritornò indossava un grembiule a vita in tessuto antimacchia, rosso cangiante e con pratico tascone ventrale, abbinato a cravatta in tinta e camicia bianca. Le gambe erano scoperte.
Il locale era in un quartiere con un'alta percentuale di razze aliene, per questo serviva piatti molto diversi fra loro e aveva tre cameriere: una turian, un’umana e un’asari.
Trish aveva deciso per quel lavoro dopo aver scoperto, semplicemente parlando, che Valenia ci lavorava. La turian non ne avrebbe avuto bisogno, i suoi genitori erano uno stimati botanici e esperti nella coltivazione dell’erba ardente, una pianta nativa di Sur’kesh e molto richiesta nei progetti di terraformazione..
Quando le chiese il motivo della sua scelta, seria come sempre rispose « Per non perdere il contatto con la realtà, a essere benestanti vi sono cose che non si possono capire. Inoltre non mi dispiace avere soldi miei, è un buon modo per capire qual è il modo migliore per impiegarli.»
Quel ragionamento l’aveva affascinata, Trish aveva detto a sua madre che lei sarebbe stata la futura presidente della Noveria Corps. Studiava per quello, ma si rese conto che del mondo del lavoro sapeva poco e in fondo Dasha Weaver aveva fondato la Noveria Corps pur non avendo nessun titolo di studio. Decise di provare.
Scoprì di cavarsela, portare i piatti e tenere a mente le ordinazioni era facile. Riusciva a portare fino sei piatti assieme senza il minimo problema.
La prima paga fu per lei motivo di riflessione. La confrontò con quella che avrebbe preso a fare quel lavoro per la Noveria Corps e scoprì che avrebbe preso settecento crediti netti in più.
Aveva sempre saputo che l’azienda di sua madre, praticamente casa loro, pagava più di altri. Più volte Dasha aveva spiegato l’importanza di pagare bene e non solo pagare il giusto o quello che si doveva.
Rifletté che se con quello stipendio si fosse dovuta mantenere da sola, lavorando a tempo pieno, sarebbe riuscita a arrivare a fine mese ma senza permettersi nessuna distrazione.
Cominciava a capire la lealtà che molti dipendenti dimostravano alla compagnia, non solo per i soldi ma anche per i sostanziosi benefit che forniva.
Prendendo ad esempio se stessa, se avesse ricevuto un’offerta migliore non avrebbe avuto motivo per rimanere dov'era. A quel punto non c’era la minima lealtà, ma solo una caccia al lavoro con la paga più alta per ottenere una prospettiva di vita migliore.
Il risultato era che nessuna azienda, in particolare quelle veramente importanti e quindi con segreti aziendali, avrebbe mai potuto fidarsi ciecamente dei suoi dipendenti.
Invece la Noveria Corps poteva ragionevolmente fidarsi, aveva superato i quindici milioni di dipendenti. Questi sapevano che difficilmente avrebbero potuto trovare un lavoro migliore, la compagnia non solo li faceva lavorare ma in qualche modo si prendeva veramente cura di chiunque ne facesse parte.
Capì l’importanza che i dipendenti non erano una risorsa solo da sfruttare, ma qualcosa che bisogna cercare di legare a se, da coltivare.
Istruita da questo decise che avrebbe continuato a lavorare lì, per accumulare esperienza.
« Pronta per le valutazioni? » Chiese Valenia, quando staccarono dal lavoro.
« Non vedo l’ora, vedrò mia madre dal vivo dopo mesi! » Disse entusiasta Trish.
« Non ci contare troppo, generalmente le persone importanti inviano qualcuno, hanno sempre un qualche impegno troppo importante per dedicarsi al rendimento scolastico dei figli. »
« Mi ha detto che sarebbe venuta. » Disse lei imbronciata.
Valenia si limitò ad annuire « Lo spero per te. »
 
Moay aveva un problema, mentre usciva dalla stanza che il dormitorio della scuola le aveva messo a disposizione. Quel giorno avrebbe dovuto cominciare a lavorare su una nuova scultura, per consegnarla in tempo per la data prevista. Non aveva però nessuna ispirazione, nessun soggetto che aveva preso in considerazione l’aveva invogliata.
Si sedette in aula, controvoglia e nervosa. La percepì prima di sentirla. Essere cieca dalla nascita non le aveva solo insegnato a percepire cosa la circondava con gli altri sensi, ma perfino usando i suoi poteri biotici.
La prima volta che l’aveva incontrata, credeva di essersi sbagliata ma presto capì che non era così. Era come se le altre presenze sparissero, facendone rimanere solo una.
Semplicemente esistendo schiacciava ogni altra esistenza nelle sue vicinanze, tale era la sua presenza rispetto a chi la circondava.
Questa fu la prima impressione quando incontrò Trish Weaver.
La sentì sedersi, ancora una volta fu come se gli altri in classe sparissero. Rimaneva solo questa forte presenza. « Ciao. » Si sentì dire.
« Taci! Sono impegnata, devo trovare un modello. »
« Posso farlo io, se serve. »
Assorta nei suoi pensieri e allo stesso tempo sorpresa, Moay fece passare qualche istante prima di rispondere. Se avesse potuto vedere, avrebbe rivolto a Trish uno sguardo dubbioso.
« Solo perché tutti dicono che sei bella, non significa che tu lo sia veramente. Non sapevo fossi anche una smorfiosa vanitosa, se ti dicessi che sei troppo brutta per poterti usare scommetto che andresti a lamentarti con qualcuno. Poi dovrei toccarti con le mie mani ovunque, scommetto che non lo sopporteresti! »
« Va bene! »
La risposta affermativa spiazzò totalmente l’asari  « Viene nel laboratorio di arte, dopo che hai concluso con Valenia. Portati un costume. »
Trish annuì felice, mentre Moay pensava tra se “ Dopo che le avrò detto che non va bene, forse comincerà ad evitarmi come fanno tutti. “ Quell’idea la fece sorridere.
Nonostante la lettura del corpo, Trish non capì perché la sua amica sorridesse.
 
Era ormai pomeriggio inoltrato, il pianeta aveva giornate di solo vetun’ore. La sera giungeva molto prima rispetto alla Terra.
« Sto per toccarti, nessuna obiezione? » Chiese Moay, erano nel laboratorio di arte. Una normale stanza al secondo piano, finestre alle pareti, con in più gli strumenti per lavorare il materiale o dipingere.
« Nessuna! » Rispose Trish.
Le prese il volto tra le mani, sentì chiaramente la forma del viso, la morbidezza della pelle e la consistenza dei muscoli. Sentì la forma del naso e lo spessore delle labbra.  Prese a scendere.
Tastò il colo, le spalle e …
« Il costume? » Chiese un attimo incerta.
« Non l’ho messo, ho pensato che per te sarebbe stato più comodo. Però l’ho portato con me. »
Quelle parole la spiazzarono « Vorresti dirmi che sei nuda? »
« Certo! »
« Quindi, io cosa sto toccando adesso? »
« Il mio seno, per essere precisi i capezzoli. »
« Ti rendi conto che figura, se qualcuno dovesse vederci? »
« Suvvia, è solo un corpo nudo. Non penso di aver niente di cui dovermi vergognare. »
Moay non sapeva cosa rispondere, la sicurezza in quelle parole era spiazzante. Solitamente le ragazzine terresti erano molto timide o delle puttane se si comportavano in quel modo.
Tuttavia Trish non sembrava nessuno dei due tipi. « Allora procedo, se qualcuno ti vede non venire a lamentarti con me. »
La ragazza emise un suono d’assenso. Due ore dopo Moay aveva finito, le sembrava che le mani le andassero a fuoco e non solo quelle. Mai aveva toccato qualcosa di tanto armonioso e ben proporzionato.
Sentiva il cuore che le batteva a mille, nonostante avesse già toccato dei corpi, questa era la prima volta che si sentiva eccitata nel profondo.
« Va tutto bene? » Le chiese Trish.
« Si, grazie. » La ragazza umana non disse niente, stupita da quella prima risposta gentile dell’asari « Adesso puoi rivestirti. »
« Se ti senti nervosa perché ti sei eccitata, non c’è motivo di essere imbarazzati. È una reazione normale, si tratta di stimoli naturali che non dipendono dalla nostra volontà, anch'io mi sono eccitata quando mi hai toccata. » Disse Trish, il tono era serio ma cordiale e privo di ogni traccia di malizia. Sperava che Moay si sarebbe sentita meglio ad affrontare direttamente la questione.
Lei e le sue sorelle, come anche Isabella da cui avevano imparato, sembravano immuni a qualsiasi tipo d’imbarazzo. 
Moay non rispose, a quella parole si era sentita ancora più accaldata. Con uno strano sorriso si diresse a un tavolino rotondo alto la metà di lei, si sedette su una sedia posta li vicino.
Sul tavolino era presente argilla mischiata ad eezo. Un bagliore blu avvolse l’asari quando usò i suoi poteri, l’argilla prese a muoversi senza nessuno la toccasse.
Trish, rivestita, osservava meravigliata, percepiva chiaramente l’estrema precisione che ogni mossa richiedeva. Quella era un’abilità degna del massimo rispetto.
Tra se e se sorrideva, sentiva i suoi nuclei di eezo 19 vibrare leggermente percependo l’energia che veniva irradiata. Moay possedeva davvero dell’eezo di prima qualità.
Poteva dirlo senza problemi per l’estrema sensibilità dell’isotopo 19 all’energia biotica. Il 19 convertiva ogni atomo di eezo nell’isotopo 19, se non fosse stato instabile in natura si sarebbero trovati enormi giacimenti.
La stessa cosa valeva per l’energia, ogni biotico possedeva una propria traccia energetica. Normalmente due tracce biotiche si sarebbero scontrate non potendo fare altro,  ma il 19 diciannove nel suo stadio normale annullava ogni altra energia biotica avendo cariche invertite rispetto alla sua forma più comune.
Esisteva anche una versione di esso, lo stadio rosso, in cui si aveva una sovreccitazione del 19 che permetteva di convertire energia e eezo altri in propri.
Raggiungerlo era una più una questione mentale, a riuscirci per adesso erano Isabella e Alexya.
Sua sorella però era ancora agli inizi.
I poteri di Trish ormai si erano completamente maturati, tutto l’eezo nel suo corpo era stato convertito in 19. A differenza delle sue sorelle i suoi nuclei si erano formate nei muscoli e non nel sistema nervoso.
Questi erano più lenti da attivare, ma sapeva gestire molta più energia delle sue sorelle. In termini di pura potenza superava perfino Isabella, ma era l’abilità nell'usarli e nella scherma che per loro erano veramente importanti.
Tuttavia percepire l’energia biotica come stava facendo aveva anche degli effetti sul corpo, le sfuggì un lamento e si distese sul pavimento.
Sentire i propri nuclei che si eccitavano era piacevole, come un massaggio in tutte le parti del corpo. Moay preso da quello che stava facendo, non parve accorgercene,
Simile a un gatto che si godeva il caldo, Trish si godeva quella piacevole sensazione.
Due ore dopo Moay aveva finito solo l’abbozzo di una forma umanoide, doveva interrompersi ogni tanto per la fatica di usare i propri poteri.
Si fermò davanti a Trish, che la guardò dal basso con aria assonnata.
« Che stai facendo? » Chiese l’asari.
Lei ci pensò un attimo « Non saprei come risponderti. »
Fuori, era calata la sera. Quella parte dell’istituto ormai era deserta.
Mentre si alzava l’asari le poggiò una mano sulla spalla, lei si girò di scattò, spaventata.
Moay, se avesse potuto vederla si sarebbe sicuramente spaventata a sua volta. Invece rimase ferma con la mano su di lei, mentre Trish passava dallo spavento allo stupore.
La fissò un istante non sapendo cosa dire, infine chiese « Sicura di essere una normale asari? »
Questa volta fu Moay a mostrarsi spaventata, infinite volte più di Trish.
Da parte sua era certa della paura o addirittura terrore che l’altra mostrava. Fece un passo avanti, l’altra arretrò. Quando l’asari si trovò spalle al muro, dovettero fermarsi.
Moay era disperata, non capiva come l’umana l’avesse scoperto. Per un attimo ebbe l’idea di una reazione violenta, avrebbe preso un oggetto a portata di mano, l’avrebbe colpita, cogliendola di sorpresa poteva farcela.
« Non ci pensare neanche.» La ammonì seria Trish, aveva colto i segni che il corpo dell’asari si preparava a un combattimento, come la contrazione di determinati muscoli, con la lettura del corpo.
Moay si sentì schiacciare da un senso di soffocamento, da una pressione. Cadde in ginocchio.
Si sentiva stanca e spossata, non aveva più voglia di lottare. « Cosa è stato? » Domandò.
« Solo uno stupido trucco, utile per suggestionare persone e animali. » Spiegò Trish che non smetteva di osservarla « Il tuo è eezo normale, di questo sono sicura. Prima mi hai toccata mentre avevo i miei nuclei eccitati, avresti dovuto lanciare un qualche grido di dolore o avvertire qualche tipo di sofferenza. Invece niente. »
Lei rifletté, se l’eezo non era differente non rimaneva che il biotico e trattandosi di un asari…« Sei una Ardat-Yakshi? »
Il termine  significava"Demone dei venti notturni" in un antico dialetto asari, era una rara disfunzione genetica nelle asari, che colpiva in particolare il loro sistema nervoso. Sebbene la condizione non danneggiasse l'asari, durante l'accoppiamento il sistema nervoso dell'Ardat-Yakshi soverchia e domina completamente quello del suo partner, provocando un'emorragia cerebrale nella vittima, e portando alla morte nei casi estremi. Come conseguenza, l'Ardat-Yakshi diventa più intelligente, più forte, e più letale dopo ogni incontro. Avevano anche l'abilità innata di dominare le menti altrui
La condizione non era identificabile finché l'asari non raggiungeva la maturità, quando era ormai troppo tardi per correggere il difetto. Quando veniva diagnosticata, alle asari afflitte veniva data una scelta: vivere in isolamento o essere giustiziate. Le asari facevano questo alle Ardat-Yakshi perché era una condizione di dipendenza; erano spinte ad accoppiarsi, e l'impulso diventa più forte ad ogni successo.
Le Ardat-Yakshi erano una vergogna per la cultura asari. Si sospettava che questa condizione fosse alla radice del pregiudizio delle asari contro le purosangue, un termine che si riferisce alla figlia di due asari. Tale condizione pare sia vecchia quanto la specie asari stessa e che appaia solo tra le purosangue.
« Si. » Fu la risposta.
Questo rese Trish pensierosa. Lo sviluppo di biotici a eezo 19 era proibito, non era un segreto che se una potenza del Consiglio fosse riuscita a ottenere una consistente forza militare di essi, gli equilibri di potere sarebbero potuti cambiare in modo imprevedibile.
Che le Ardat-Yakshi possedessero una qualche forma di resistenza al 19 era per lei un’assoluta novità. Ma passando tutta la loro vita in un monastero, non ne aveva mai incontrata o uccisa una prima.
Se aveva ragione, questa notizia era problematica. Ne avrebbe parlato a sua madre, era la scelta migliore.
« Su, adesso alzati. Non è successo niente. Terrò il tuo segreto. »
« Come potresti? Adesso, che sai che sono un mostro. »
La risata era di puro gusto, sincera « Un mostro che sta rannicchiato in ginocchio è ben poco temibile. In ogni caso, ricorda con chi stai parlando. » Disse chinandosi su di lei.
Il suo sorriso assunse un che di feroce.
« Asari o Ardat-Yakshi per me non c’è differenza. Il 19 mi rende un predatore di biotici, ne ho uccisi più di quelli che posso ricordare, di ogni razza. L’unica differenza che riconosco è quella tra prede e predatori, per me voi asari siete tutte prede, senza nessuna distinzione. Dovessi dare retta ai miei istinti, passerei giornate intere a uccidervi fermandomi solo per la stanchezza. Quindi non mi parlare di mostri, sono una di loro e ne ho visto ben peggiori ben inseriti nella nostra società. »
Moay aveva ascoltato impaurita quella sorta di auto-celebrazione, a ogni parola il terrore aumentava.
Trish si alzò, allontanandosi da lei. « In ogni caso come ha fatto una Ardat-Yakshi a finire qui? »
« La famiglia Thatora è talmente influente su Thessia che le normali leggi non si applicano a lei. I suoi membri sono tutti sostenitori della purezza della razza asari, siamo tutte delle purosangue. La famiglia è molto numerosa, ma i membri che si mostrano sono solo coloro che sono nati senza questa mutazione, un numero esiguo rispetto al totale. Due membri su tre che nascono sono Ardat-Yakshi, nascono in cliniche segrete e rimangono sotto stretta sorveglianza fino a quando la loro condizioni non è appurata. Se sono normali entrano a far parte della famiglia, se non lo sono entrano a far parte di un gruppo segreto di guerriere che agisce per il suo interesse. Io, essendo cieca, sono stata ritenuta inutile e mandata in questo istituto che da secoli i Thatora finanziano. Sarei potuta rimanere qui per sempre, sorvegliata, dedicandomi all’arte a condizione che nessuno scoprisse mai la mia vera natura. Se fosse successo sarei stata eliminata, il volere della famiglia è che nessun Thatora sia catturato da una Justicar. »
« Questo spiega molte cose, soprattutto le tre asari nascoste qui vicino che ci osservano? »
« Sono già qui? » Disse terrorizzata l’asari.
Trish annuì « Sono brave a nascondere la loro presenza, ma i miei nuclei di eezo stanno vibrando. »
Una folata di vento fece capire a Moay che qualcuno era entrato. Il rumore di diversi piedi che battevano sul pavimento tutti assieme, non riuscì a capire il numero dei nuovi venuti. Poi tutto svanì.
L’unica cosa che rimase ai suoi sensi fu Trish Weaver, era l’unica presenza che percepiva. Soffocante, enorme e pericolosa.
Le tre asari erano entrate usando uno spostamento di fase, di fatto i loro poteri le avevano teletrasportate in quella stanza, portavano dei vestiti neri, senza segni distintivi. Il volto era perfettamente celato. Ognuna aveva due coltelli con impugnatura.
Trish si mosse verso di loro, gesti precisi e sicuri, un ghigno in volto che le dava nel contempo un espressione beffarda e soddisfatta. Le fissava senza timore, il suo sguardo tradiva la sua eccitazione. Le pupille erano completamente dilatate. Due buchi neri senza fondo, circondati da un iride di un azzurro senza eguali. Anche se era scesa la sera, non era per lei un problema.
Gli altri sensi e il suo istinto sopperivano egregiamente alle mancanze della vista.
Il suo nemico si era preparato per uno scontro facile e veloce, non prevedevano resistenza.
Quello era un istituto scolastico, che problemi avrebbe potuto dare chi lo frequentava?
L’asari in testa e in mezzo attacco veloce, un pugnale per mano. Trish si limitò a un passo indietro, senza problemi evitò due attacchi in rapida successione, da direzioni differenti.
Per un attimo l’attaccante si trovò con le braccia incrociate.
“Esitazione, paure e credere che qualcosa non sia  possibile sono solo limitazioni che noi ci poniamo.” Su questo insegnamento Isabella insistette particolarmente, con ognuna di loro tre.
Trish scattò avanti, afferrò con forza le mani dell’avversaria immobilizzandola in quella scomoda posizione. Concentrò l’energia biotica su mascella e mandibola. Aprì la bocca, per chiuderla di scattò.
L’asari urlò di dolore cadendo all'indietro e a terra, parte della maschera e la guancia sinistra le erano stati strappati.
Trish sputò tutto a terra, mentre rivoli di sangue blu le imbrattavano bocca e mento. Era soddisfatta, da tempo non aveva occasione di uccidere qualcosa di decente.  
« Ardat-Yakshi, è la prima volta che ho l’occasione di ucciderne,. Neanche Isabella ha mai avuto questa possibilità.» Disse mostrando un sorrise deformato dalla sua eccitazione per la lotta.
L’avversaria ferita si era intanto rimessa in piedi, senza un lamento.
Quel dettaglio stupì Trish, erano preparate a resistere al dolore.
Attaccarono assieme, frontalmente e di lato. Potenziando la velocità dell’attacco con i propri poteri, eseguendo ognuna un breve salto biotico, l’impatto, anche se minimo, era sufficiente a buttare a terra qualsiasi individuo.
Il suono delle lame che si incrociavano risuonò nella stanza. Trish aveva parato l’attacco ai fianchi con i pugnali rubati, mentre la Ardat-Yakshi ferita che l’aveva attaccata frontalmente era piegata in due dopo un violento calcio allo stomaco.
Gli aggressori ebbero un attimo di esitazione, non erano preparate che qualcuno, ameno che non si trattasse di un krogan, potesse resistere a quell'attacco.
Trish non conosceva l’esitazione nei combattimenti, la sua azione non era ancora termina. Con un calcio aveva fermato l’attacco frontale, puntellandosi sulla gamba destra. Li aveva concentrato i suoi poteri, come nell'altra gamba, nelle braccia e mani.
Dopo aver colpito alla stomaco, non ritrasse la gamba, la piegò un attimo per alzarla di scatto verso l’alto. La calò con forza, il rumore dell’osso del collo che si rompeva preso tra il piedi dall'alto e il pavimento contro cui era stato schianto risuonò con forza.
I due restanti aggressori si ritirarono velocemente, sfondarono una finestra e rallentando la caduta con i propri poteri, scapparono. Non avevano abbastanza energia biotica, per  un altro spostamento di fase.
Trish, esaltata, le seguì. L’oscurità della sera aveva ormai invaso il parco dell’istituto.  Si inoltrò tra gli alberi, dove il buio era più fitto. Parendo dissolversi in mezzo alle tenebre.
 
Le due Ardat-Yakshi correvano verso l’uscita dell’istituto, silenziose e protette dall'oscurità.
La lama che perforò il cranio di una delle due, penetrandole in fronte, sbucò da dietro un albero, quella indenne ebbe la visione di Trish che cordialmente la salutava con la mano.
Decise di non fermarsi, l’operazione era stata un insuccesso totale, doveva riferirlo al più presto.
Avrebbe dovuto essere un compito semplice.
Sbucò in uno spazio vuoto, la recinzione era proprio davanti a lei, superarla non era un problema.
Sembrò che l’oscurità stessa prendesse forma, si solidificasse quando una mano emerse dal buio afferrandola alla nuca con tale forza da immobilizzarla.
Sentì come il fiato di una bestia feroce alle sue spalle, un’ansimare selvaggio prima di essere violentemente strattonata dentro le tenebre.
.
Trish emerse dagli alberi di buon umore, si era propria divertita. Si passò la lingua sulle labbra, queste erano sporche di blu. L’eezo dell’ultima Ardat-Yakshi era particolarmente puro, come quello di Moay, l’aveva divorato con piacere.
Era soddisfacente sentire i propri nuclei eccitarsi mentre reagivano a quell’eezo estraneo, fermo nel proprio stomaco.
Si fermò cercando qualcosa in tasca, con fastidio si accorse di non avere niente per pulirsi. Non poteva certo tornare da Moay in quello stato pietoso.
In più doveva far sparire i cadaveri, poteva fare in fretta ma francamente non ne aveva voglia. Si voltò verso il buio e gridò « Mi potete dare una mano? Dai, lo so che siete li, dovete sorvegliarmi. Scommetto che è stata Sly ad assumervi. Siete in dieci. »
Delle figure emersero apparentemente dal nulla, erano salarian, indossavano un’armatura tipica della loro specie, ed erano armati a dovere.
Uno di loro si fece avanti, il volto nascosto dal casco, quando le fu vicino trasse un fazzoletto da una tasca esterna e glielo porse dicendo « Prego. »
« Molte grazie. » Rispose Trish che si pulì la faccia e al termine « Come sto? »
« Pulita. »
« Voi di certo non fate parte di Divisione N, ma forse siete persino meglio. Il fatto di aver assunto degli esterni per proteggermi è abbastanza insolito. Mia madre lo sa? »
« Il nostro contratto è con il direttore Sly, non so dirle cosa che la signora Weaver sappia. Abbiamo il compito di proteggerla, il resto sono solo dettagli fin tanto che veniamo pagati. »
« Come posso chiamarla? »
«  Neg, va bene. »
Lei annuì « Neg, non è che mi dareste una mano? Solo per questa volta. »
Il salarian sospirò « Per questa volta, non ci piace pulire dove altri “sporcano”. »
« Mi dispiace molto! Le mie scuse! » Disse Trish chinando leggermene la testa, era dispiaciuta di dargli quel lavoro extra. Dopotutto non lavoravano per lei, se si fossero risentiti ne avrebbero avuto tutte le ragioni.
« Comunque ha fatto una sbaglio? »
« Quale? »
« Non siamo dieci, ma dodici. »
Lei incredula si mise a contarli, avendo conferma che erano effettivamente dodici. Questo la stupì profondamente, erano talmente bravi che erano riusciti a non farle capire il loro numero reale. Dei veri professionisti, degni del massimo rispetto. Si sentì ancora più in colpa per quel lavoro da becchini che gli aveva chiesto.
Poi quella cifra, il fatto che fossero salarian le fece ricordare qualcosa « Voi…non sarete “La lega degli eletti?” »
La Lega degli Eletti era uno dei servizi dell'intelligence salarian risalente al tempo in cui i salarian scoprirono la Cittadella. Duemila anni fa. Il loro addestramento primario verteva sulle attività di spionaggio e assassinio. Formata da non più di dodici elementi, la squadra era in grado di superare qualsiasi difesa eliminando tutti gli eventuali ostacoli.
Solo alcuni membri di spicco del governo e delle gerarchie militari Salarian conoscevano la loro identità. I membri della Lega non indossavano uniformi distintive e non avevano gradi. L'unica prova del loro ingresso nella Lega era un piccolo medaglione che veniva fornito a ogni nuova recluta. L'esistenza della Lega restò segreta fino alla formazione del Consiglio.
Nel tentativo di smentire insinuazioni sempre più preoccupanti e rassicurare il nuovo alleato asari, l'Unione Salarian rese pubblici tutti i documenti relativi alla Lega, decisione che mise in pericolo tutti i suoi ex-agenti. Ma prima che i nemici dei Salarian riuscissero a rintracciarli, i membri della squadra svanirono nel nulla. Molti pensarono che la loro presunta sparizione fu solo un espediente per mascherare le loro identità, se non fosse che alcuni mesi dopo l'intero stato maggiore dell'esercito venne assassinato.
Rendendosi conto della grave minaccia, la Squadra Operazioni Speciali inviò una squadra di cacciatori di taglie, che non fece mai ritorno. A quel punto vennero incaricati i migliori dieci agenti della SOS, con ampi poteri decisionali. Ne tornarono solo due, ma senza alcuna prova della distruzione della Lega.
Tuttavia si credeva che essa non fosse più operativa, ma il suo coinvolgimento nell’incidente al portale Caronte, quello che conduceva al sistema solare,  aveva dimostrato il contrario.
Inoltre alcuni documenti segreti avanzano l'ipotesi che la Lega avesse un tredicesimo membro, a totale insaputa dei vertici politici e militari dell'Unione. Il cui scopo era reclutare nuovi membri, quando veniva a mancare quelli attuali.
« Piacere. »
Trish era esultante, aveva davanti a se delle vere leggende viventi. La risposta del salarian gli ricordò che non si era ancora presentata, anche se sapevano chi era « Lasciate che mi presenti, Trish Weaver, lieta di fare la vostra conoscenza e del vostro aiuto. »
« Troppe cerimonie per dei mercenari. »
« Non credo, è importante trattare ben chi da prova di competenza. Grazie anche per non essere intervenuti. »
« Dalle nostre analisi, lei avrebbe vinto facilmente. Ammetto che quelle tre avevano quasi sorpreso anche noi. Avevamo pensato di intervenire, ma sembrava che lei si stesse divertendo e non le servisse aiuto. »
« Non lo nego, ancora grazie per tutto. Come potrei contattarvi? »
Quella domanda stupì il salarian « Perché dovrebbe farlo? Ci faremo noi avanti, se sarà il caso.»
« Perché un giorno vorrò assumervi. »
« Davvero, è per quale compito? »
« Per uccidere l’Ombra, prendere il controllo della sua rete informativa e diventare la signora di Noveria al posto di mia madre. »
Nonostante il volto celato, quelle parole sorpresero il salarian « Lei ha solo sedici anni e sta progettando di affrontare l’Ombra? Il più grande mercante d’informazioni della galassia, la cui identità è un assoluto mistero per tutti. L’Ombra è uno dei poteri nascosti, negli infiniti giochi di potere della politica. Non le sembra di correre troppo? »
« Tra cinque anni diventerò direttore al posto di Sly, fatto darò la caccia all’Ombra. Una volta fatto, mia madre dovrà cedermi il posto davanti a questo risultato. »
« Dalle nostre informazioni, credevo che le volesse bene? »
« Certo, è la mia mamma! »
« Non capisco? »
« Quando prenderò il suo posto, sarà perché ho fatto meglio di lei. Allora mi abbraccerà e dirà che è orgogliosa di me. »
« Umani, i vostri comportamenti affettivi sono aldilà della mia compressione. Cosa farebbe se io passassi queste informazioni all’Ombra?»
« Sarebbe indifferente, questo sarà il risultato che raggiungerò. »
La sicurezza con cui lo aveva detto avrebbe davvero convinto chiunque a crederci. Il salarian preferì cambiare discorso « Torni dalla sua amica, è priva di sensi grazie al nostro intervento ma sta bene. Domani mattina sarà come se niente di questo fosse successo. »
« Ancora una domanda, avete detto a Sly che ho trovato un lavoro? »
« Certo! »
Quella risposta la fece preoccupare « La mia mamma…? »
« Ignoro cosa il direttore abbia comunicato. »
Trish non sapeva se essere preoccupata o no da quella notizia, anche perché non sapeva davvero come avrebbe reagito sua madre.
Salutò e andò a prendere Moay, effettivamente svenuta ma stava bene. Ora però non sapeva bene che fare.
 
L’asari si svegliò, si sentiva intontita ma la piacevole sensazione che avvertì su tutto il corpo non lasciava dubbi. Era in letto. Solo allora si chiese come si fosse arrivata.
Si mosse appena, non sapendo dov’era per lei vi erano problemi ovunque.
« Sei in camera mia. » Si sentì dire.
« Trish? »
« Esatto. »
« Cosa è successo? »
« Quelle Ardat-Yakshi sono morte, ho fatto degli incontri interessanti, mi ha contattato un rappresentante della tua famiglia…»
« Cosa? »
« È stata una chiamata interessante, Sly mi ha aiutato a mediare, hanno accettato di versarmi 50 milioni di crediti senza batter ciglio. In cambio negherò che sia mai accaduto qualcosa, non vogliano entrare in conflitto con la Noveria Corps, ovviamente il tuo segreto sarà mantenuto. Io non dirò niente a mia madre, in compenso Sly inventerà una motivazione valida su come sia a conoscenza che le Ardat-Yakshi possano avere una sorta di resistenza al 19. Questa è una notizia che di sicuro mia madre vorrà sapere. Tranquilla, tu non sarai citata.»
Moay era ammutolita « 50 milioni? » La cifra l’allibiva.
« Non fare quella faccia, lo hai detto tu stessa: i Thatora sono molto influenti. Quella cifra per loro deve essere stata insignificante, da come hanno pagato senza problemi. »
« Ma perché dei soldi? Sei una Weaver…»
« Quelli sono soldi della compagnia, di mia madre. Voglio avere successo con i miei mezzi. »
« Cosa vorresti farci? »
« Ho già fatto, li ho dati tutti in anticipo a dei mercenari che stimo. »
Moay era ancora più sorpresa, pensava veramente di parlare con una pazza. La sentì salire sul letto, mettersi sulle sue gambe
« Quelle tre che hanno mandato per ucciderti, spero non fossero il meglio che hanno? »
« Hanno molto di meglio, Ardat-Yakshi con centinaia di anni alle spalle. Anni in cui hanno assorbito decine di menti. »
« Bene, sarà divertente. » Dicendo questo alzò lo sguardo su una spada appesa al muro, era una magnifica spada. Era un dono che Isabella aveva fatto a ciascuno di loro, finora non l’aveva mai usata. Una spada superba come quella richiedeva qualcosa di degno da uccidere. Per adesso non aveva ancora deciso il suo vero nome, ogni vera spada ne aveva uno, ebbe un intuizione. L’avrebbe chiamata Yakshi, vento notturno in lingua asari, visto che le sue prima vittime sarebbero state Ardat-Yakshi le sembrava appropriato.
« Come puoi dirlo? Cosa pensi di fare? » Chiese Moay.
« Tra cinque anni prenderò il posto di Sly, serviranno fondi, molti di più di cinquanta milioni. Ucciderò tutti i membri dei Thatora, tranne te. Quindi legalmente erediterai tutto, a quel punto passerai ogni cosa a me e io alla Noveria Corps. In cambio lavorerai per me, sarai una dipendente della Noveria Corps, potrai andare ovunque andrai protetta dalla compagnia. Non dovrai limitarti a una ridicola scuola, ti fornirò un vitalizio, in cambio della fortuna che mi passerai. Sarai libera. »
« Perché una persona così importante ti appoggia? Dovrà avere un tornaconto. »
« Sly è la più vecchia salarian in vita, non crede neanche lei che le rimanga molto. Ma è anche uno dei quattro direttori più importanti della Noveria Corps, gli altri sono: Cristina Balestrieri sulla Terra, Osim Sikobio su Palaven e Myr Vatis su Thessia. Ognuno di loro è più vicino ad altri a poter sostituire mia madre, un nuovo direttore su Sur’kesh non avrebbe la possibilità contro loro tre. Ma con una Weaver come direttore sarebbe tutto diverso. Sarà il suo ultimo dispetto, l’ultimo scherzo che farà ai suoi rivali. Per questo mi sta già istruendo. L’unico problema è se dovesse morire prima. »
« Quindi, tutto questo piano nasce dal caso che il tuo desiderio e quello di Sly di prendersi un‘ultima rivincita contro i suoi rivali coincidono. La famiglia Thatora, l’idea del suo sterminio, tutto questo per caso. Non è tutto un po’ stupido, a cominciare dalle motivazioni. »
« La stupidità è la cosa più diffusa nell’universo, niente di strano. Mi limito a sfruttare le occasioni che mi capitano.»
Lei aveva ascoltato tutto quanto estasiata, la prospettiva era incredibile « Come sai che non ti tradirò in qualche modo? »
« Perché non hai scelta, questa sarà una lotta tra un predatore, la sottoscritta, e prede, qualsiasi altro ruolo in questa storia. Hai solo queste scelte: prede o predatore? Cosa preferisci? »
« Ucciderai i miei genitori? »
« È inevitabile. » Ci fu un attimo di silenzio, Moay era assorta nei suoi pensieri.
« Bene. » Dichiarò l’asari.
Trish si chinò su di lei, baciandole il collo.
« Cosa stai facendo? »
« Quelle uccisioni mi hanno eccitata ma non soddisfatta del tutto. » Le passo un dito sulle labbra « Hai un eezo magnifico, mi viene voglia di divorarlo. »
« È un modo per dire che hai voglia di fare sesso. »
Trish sbatté un paio di volte le palpebre, quasi sorpresa da quell'affermazione. Sorrise « Significa anche quello. »
Moay allungò prima le mani trovando la faccia, scese sul collo e infine gli strinse il seno con forza, Trish sibilò di piacere.  « Sono un Ardat-Yakshi. »
« Per me sei solo un asari. »
« Se ti dovessi uccidere? »
« La colpa sarebbe solo mia, dare la colpa a qualcuno se una persona muore è ridicolo. Chi muore può accusare solo la propria debolezza, il resto sono solo scuse. Il sesso e l’età sono solo scuse della nostra società. Il debole morirà sempre, il grande sbaglio della società civile è stato interferire con la selezione naturale. »
Una spinta e Trish cadde sul lato del letto, vedeva Moay rivestita di un bagliore blu. « Allora voglio essere un predatore. » La bacio con foga, un bagliore rivestì Trish e quello di Moay scomparve, quando si staccarono anche lei tornò a brillare.
« Ti avverto, puttanella umana, questa è la mia prima volta. Se non ti piace è un tuo problema, tu mi hai messo in questa situazione a te il compito di soddisfarmi. »
Trish sorrise davanti a quel temperamento « Anch'io sono vergine, ammetto di non sapere bene dove mettere le mani. Ma sono curiosa. »
Tornarono a baciarsi.
 
Il mattino dopo tutto era normale all'istituto, nessun segno di lotta e la finestra era come nuova. Trish ammirava tutto quello meravigliata. Di sicuro la Lega degli eletti valeva tutti i 50 milioni che aveva versato.
Stavano percorrendo il corridoio tenendosi per mano, cosa che imbarazzava solo Moay, quando incrociarono Valenia, già di prima mattina aveva la solita espressione seria.
Quando le vide, le fissò un attimo « Congratulazioni, credo. »
« Grazie. » Rispose Trish, mentre Moay non osava proferire parola.


*****


Neg e altri undici salarian fissavano i cinquanta milioni di crediti riportati sul creditometro davanti a loro, li avevano ricevuti da Trish con l’indicazione che era solo un anticipo.
Sorrise, solo una pazza avrebbe lasciato una simile cifra per un lavoro futuro a dei mercenari.
« Ragazzi, il nostro futuro capo sembra proprio una tipa interessante. »
Gli altri annuirono.

*****


La vita in istituto aveva per tutti ripreso il suo normale corso, dopo una nove giorni venne il momento delle valutazioni.
Dasha Weaver, capelli di un nero intenso a caschetto che le arrivavano fino alle guance e aveva gli occhi dello stesso colore, era seduta all’esterno della classe, si sentiva stranamente agiata, era abituata a trattare con capi di stato e politici, quella situazione era del tutto nuova per lei.
Si chiese se l’abito che aveva scelto andasse bene, ponendosi anche altri piccoli dubbi. Lei d’altronde non era mai andata a scuola, l’unica istruzione che aveva avuto era stata quella fornitale dal programma nemesis che dei sostenitori di Cerberus le avevano messo in testa.
« Complimenti per la somiglianza. » Disse un uomo che si sedette accanto a lei, per l’occasione aveva lasciato fuori anche la sua scorta. Le era sembrato brutto presentarsi scortata.
« Grazie, ma a chi dovrei assomigliare? »
« A quella Dasha Weaver. »
« Ah! Le assomiglio molto? » Chiese divertita.
« Più o meno. Lei per conto di chi viene? »
« Mi scusi ma non la capisco. »
« Quasi nessuno di quelli che vede qui oggi sono i genitori di questi studenti, sono tutte persone troppo importanti. Così mandano noi, “i galoppini” a fare le loro veci.»
« In questo caso, io vengo per mia figlia. Evidentemente non sono così importante se ho trovato il tempo. »
L’uomo rise « Forse, ma si rassereni, grazie a questo sua figlia potrebbe non diventare uno dei tanti stronzi figli di papà che tocca a noi accudire.»
Una porta si aprì « Trish Weaver! Gli accompagnatori di Trish Weaver possono entrare. » Annunciò un salarian. Lei si alzò, lasciando l’uomo perplesso a rimuginare su cosa aveva sentito.
 
Sei professori seduti da una parte, dall’altra Dasha con Trish che le sedeva accanto. La figlia era già dentro alla classe con gli altri studenti.
« Dunque…» Esordì uno dei professori.
Mezz’ora dopo uscivano, Dasha Weaver si sentiva soddisfatta. I risultati di sua figlia erano appena sopra la sufficienza ma considerando il passato difficoltoso della ragazza era comprensibile.
In ogni caso i voti erano tutti in salita, nessuna insufficienza.
Aveva il massimo in educazione fisica, ma quello era scontato.
Trish invece era leggermente abbattuta, sua madre sarebbe dovuta ripartire fin da subito. Aveva sperato di poter passare almeno un giorno al completo e non solo qualche ora.
Furono lo stesso momenti piacevoli, Dasha era soddisfatta perché sua figlia sembrava contenta.
L’aveva mandata in quella scuola su richiesta dei salarian, era in pratica un ostaggio politico. Lei aveva intenzione di andare in una scuola sulla Terra, vicino a quella militare frequentata da sua sorella Alexya.
Trish aveva accettato senza problemi vista la situazione, era interessata alla Terra solo per via di sua sorella.
Ma sarebbe bastato un suo lamento e Dasha Weaver l’avrebbe trascinata via da li mandando al diavolo qualsiasi accordo con i salarian. Per questo vederla contenta la faceva felice e sentiva di meno i sensi di colpa.
Erano sedute al tavolino di un bar, una discreta scorta attorno a loro, quando la madre chiese « Cos’è che non mi stai dicendo? Non saprò leggere il linguaggio del corpo, ma sono abituata a trattare e ti conosco. »
« Non ti arrabbierai? »
« Dipende… »
Dasha Weaver aveva un terribile mal di testa « Così hai trovato un lavoro…» Disse sfregandosi le tempie « Trish la tua sicurezza…»
« Ma sono al sicuro! So badare a me. Non mi sono ficcata nemmeno nella metà dei guai in cui finisce Diana. Questo non mi sembra nemmeno un guaio. Posso continuare? »
« Vedremo… è davvero tutto? »
« No, ma riguarda la mia sfera privata. Non ti mentirò se vuoi sapere, ma preferirei davvero non raccontarti niente. »
Dasha si fece seria, i cambiamenti di quelle ragazze da quando si erano liberate del controllo esercitato dal programma phantom su di loro erano incredibili.
« Delle tre sei sempre stata quella più moderata, mi fiderò del tuo giudizio. Gestisci questi affari privati come vuoi, però ricorda: una chiamata e corro. »


*****


Atlantic Codex si alzò in volo, portando Dasha Weaver alla sua prossima destinazione. Lei non badò alla partenza, intenta a fissare una foto che le aveva regalato sua figlia.
Questa ritraeva Trish con indosso la sua divisa da lavoro, non riusciva a smettere di fissarla pensando a quanto la ragazza fosse carina in quella divisa.
Riguardo a quello che lei non le aveva detto, aveva chiesto a Sly.
La vecchia salarian sembrava una morta a cui qualcuno avesse messo una pipa accesa in bocca. Aveva quasi cinquant'anni che per un salarian era un record, era la più vecchia salarian in vita.
Quando fosse morta nessuno si sarebbe sorpreso. Invece il presunto cadavere tirò due soffiate.
« Non sono qui a fare la badante, la ragazza ha risolto egregiamente i suoi guai da sola. Se fosse stato importante ti avrei avvisata, se non l’ho fatto non era una cosa importante. Vuoi occupare il poco tempo che mi rimane da vivere in questioni inutili? »
Dasha dovette trattenersi dal tirale un pugno, era così ogni volta che l’incontrava. Se solo non fosse stata terribilmente utile… guardò la foto.
« Ho davvero una splendida figlia. » Disse sorridente.
   
 
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