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Autore: Rotolatorecubico    04/10/2017    0 recensioni
Davanti a loro solo il mare sconfinato.Porta promesse, sembra sussurrarti all'orecchio come un'amante: sensuale, provocante, terribilmente invitante. Dietro di loro l'unico luogo che abbiano mai conosciuto per tutta la vita che li saluta malinconico e tetro. ma niente di tutto questo ha importanza in quella notte magica sotto la luce della luna.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Stavano lì, sul ponte della nave, rannicchiati sotto una grossa coperta, stretti l’uno all’altra che sembrava che avessero paura di essere portati via dal vento ora che si lasciavano, zuppi della spuma delle onde parevano due pulcini tutti tremanti. Guardavano il mare. Una distesa di petrolio nero, immobile, che, sulla linea dell’orizzonte, si univa al cielo anch’esso nero, fatta eccezione per la pallida falce della luna che rifletteva i suoi raggi sulle onde che sembravano d’argento quando si infrangevano sulla barca. Sembrava ingurgitare tutto il mare: per primo si era mangiato gli odori della città, al loro posto erano venuti quelli della salsedine e del carbone della nave, poi aveva preso i rumori del porto ed infine il continente stesso che si erano fatto sempre più piccolo, più remoto, fino a scomparire del tutto. era rimasto solo il mare, immenso e carico di promesse che i due giovani ammiravano quasi a voler tirar fuori qualche segreto che solo lui conosceva e che sembrava restio a svelare.                                                                                         “chissà che ci aspetta lì” s’azzardò a dire lei spezzando il silenzio che li aveva avvolti e cullati fino ad allora “ma ci saranno veramente i palazzi alti come le montagne? Mio cugino vive là e ci ha inviato un sacco di lettere e dice che è magnifico” il tono ora era sognante e concitato come stesse rivelando un segreto inconfessabile “ E il gelato? Ne hai sentito parlare? Dicono che sia buonissimo! Oh e i balli! Mi hanno detto che ce ne sono a migliaia dentro a scatole di vetro !”                                                                                                     
 “E se non fosse così?” la voce del giovane era monocorde quando parlò, gli occhi fissi sull’orizzonte, ma si costrinse a girarsi anche lui quando non udì risposta. A attenderlo due occhi enormi punteggiati di lacrime, che lo fissavano in tono accusatorio” sei crudele” riuscì a sussurrare lei,   “dico quello che penso” il giovane non si scompose “beh allora pensi male” era furibonda per quello che le diceva, ma quando provò a scostarsi da lui scoprì di non esserne in grado , anzi, si strinse più forte , malgrado non riuscisse più a sostenere il peso del suo sguardo freddo e asettico. Dal canto suo il giovane non mosse un dito per evitare la cosa limitandosi a poggiare la testa di lei sulla sua spalla “scusa, non volevo offenderti” disse poco dopo “no va bene così, lo so che non lo fai apposta” e aggiunse “allora? Cosa pensi ci sia aldilà del mare?” “non lo so e non mi importa, lo scoprirò quando ci arriverò, per adesso mi basta andarmene da qui” il tono ora era più rilassato, la ragazza lo percepì e si accoccolò addosso a lui. “ci rivedremo?” “sicuro” era una piccola bugia insulsa, tutti e due lo sapevano, ma sotto la luce di quella luna sembravano bastare anche le piccole bugie insulse. Dopo un po' il silenzio calò sui giovani, ma nessuno dei due sembrò accorgersene o, quantomeno, a nessuno dei due sembrava importare: erano troppo concentrati a godersi a vicenda per lasciarsi distrarre dalle parole, le lunghe gambe di lei, distese sul pontile, il suo seno, i lunghi capelli corvini, le mani dalle dita lunghe e affusolate: questo attraeva il giovane , la ragazza dal canto suo era ammaliata dal viso di lui : la mascella affilata e ricoperta da una leggera peluria, le labbra piccole e poco carnose e quegli occhi, del colore della foresta con sfumature delle foglie gialle autunnali che sembravano sempre sconoscerti già e che ,confrontati coi suoi così assurdamente banali, la facevano sfigurare in maniera quasi comica. Non erano certo le persone più belle sula terra, era una consapevolezza che avevano entrambi, ma nelle notti magiche come quella le consapevolezze sembravano solo storie assurde che, come tutte le storie assurde, tendono a suscitare una breve risata e poi sparire velocemente.                                                                                                                                                                 
 Fu lei a muoversi per prima, allungando le mani sul viso di lui per poi risalire lungo le guance e cingergli la nuca con le mani intrecciate. A quel punto lo attrasse a sé posando le sue calde labbra su quelle più fredde del giovane che, tuttavia, si schiusero subito al contatto riversando su di lei tutta la passione maturata durante quella notte. Non era certo la prima storia di nessuno dei due, ma sotto quella coperta sembravano due bambini tanto impacciate erano le carezze ,goffi i movimenti, sfiancante armeggiare coi vestiti, tremanti dall’eccitazione come scossi da brividi di febbre. Ma neanche questo aveva importanza in quella notte magica sotto la luce della luna.
Il giorno dopo tuto era tornato alla normalità: il mare ora aveva il consueto colore verde-azzurro, ed il cielo lasciava il nero per il celeste pallido delle giornate d’autunno, la luna c’era ancora, ma privata della sua lucentezza stava lì, quasi imbarazzata, come non sapesse che fare, se rimanere in attesa di una nuova notte o scomparire del tutto.                                                                                                                                                      
Perfino i giovani erano spariti, creature della notte che all’avanzare del giorno cedono il passo a maschere di uomini. Al loro posto una vecchia coperta sgualcita svolazzava alla brezza del mattino.
   
 
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