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Autore: Ch_1999    04/10/2017    0 recensioni
"Gioia, una ragazza così bella e radiosa, i capelli lunghi, ondulati e rossi poggiati sul cuscino, gli occhi scuri socchiusi e le labbra sottili che si asciugavano ad ogni respiro, si era addormentata".
Gioia Eveleen è una semplice ragazza di origine italiana da parte del padre, il quale ha avuto un'infanzia molto burrascosa. Piena di talento e di amici, la ragazza ha una vita a colori fino a quando una tragica notizia giungerà alle sue orecchie.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una casa sulla scogliera. Antica e di bell' aspetto. La facciata di color rosa antico risultava più scura man mano che la luce del sole diminuiva. Una ringhiera di ferro battuto di un nero lucido separava una ragazza dalla vista sul mare. Intorno al balcone si trovavano fiori di ogni genere. La brezza leggeche le sfiorava il viso sembrava piacerle. Rientrò in casa, nella camera dei suoi genitori, una camera calda e accogliente di un bordeaux ovunque: sulle tende, pareti e soffitto. Delle lampade alte erano situate affianco ai comodini e dei tappeti persiani ricoprivano lo spazio sotto al letto. La ragazza si soffermò un attimo a guardare le vecchie foto impolverate che si trovavano sul comò, poi proseguì nella stanza successiva: la sala cinema. Una stanza allestita con divanetti color oro e cuscini damascati tutt' intorno, un telo bianco grande quanto la parete attaccato al muro, fungente da schermo, e un proiettore; purtroppo lo schermo olografico 3d era guasto. Lo schermo era acceso, prima di uscire stava giocando con una console di ultimo modello e si era scordata di spegnerla. Così staccò e si diresse ancora attraverso la stanza, superando la porta arrivò ad un corridoio, da qua riusciva a intravedere la cucina e il primo bagno, ma non era suo interesse andare lì, la sua destinazione era camera sua. Così oltrepassò la porta di fronte a lei e finalmente arrivò. Forse l' unica stanza con finestre scoperte da quelle tende pesanti. le pareti erano di un rosa scuro con qualche mensola nera qui e là; il letto matrimoniale, che cigloava, era tenuto su da delle sbarre di ferro di un nero lucido e una decina di peluche gli erano accatastati sopra. Quella camera era rimasta invariata fin da quando era piccola, nulla era cambiato. La ragazza decise di sdraiarsi per qualche minuto, tra poco sarebbe stata ora di cena. Rimase rannicchiata nel suo letto per un po', il silenzio regnava nella stanza a parte i vecchi orologi da collezione a cucù che ticchettavano lentamente. Allungò di poco il braccio per prendere il carion che si trovava sul comodino, un regalo di sua cugina Shady. Era una specie di portagioie di color nero con dei fiorellini rosa, che aprendosi avrebbe rivelato una ballerina in posa da giravolta con un tutù rosato e uno specchietto sul cofano. Girò la manopola verso sinistra e dopo di che la fece scattare. Una dolce melodia si manifestò nella camera e la ballerina iniziò a girare su se stessa. La musica si fece più leggera e il sonno più pesante. Gioia, una ragazza così bella e radiosa, i capelli lunghi, ondulati e rossi poggiati sul cuscino, gli occhi scuri socchiusi e le labbra sottili che si asciugavano ad ogni respiro, si era addormentata.

Un leggero bussare alla porta la svegliò di colpo, << tesoro, la cena è pronta >> disse Caroline, la madre, da dietro la porta; Gioia si alzò e oltrepassò l'ultima porta rimanente in camera sua, nella quale si trovava il bagno. Aprì la finestra, alta circa un metro da terra, e si calò per andare sulla terrazza, sul retro della casa. I suoi tre maialini neri la stavano aspettando, cercando nelle loro ciotole il cibo, << dopo cena passerò a nutrirvi, promesso >> disse loro facendogli una smorfia e accarezzandoli. Entrò di nuovo in bagno arrampicandosi su per la finestra, si lavò le mani e poi si recò nella sala da pranzo, << Scusatemi se ho tardato un po', mi ero addormentata >> si scusò lei con i genitori << tranquilla, ora mangia prima che si raffreddi tutto >> disse Richard, il padre; così Gioia, incuriosita nel vedere varie pietanze mai viste prima, iniziò a stuzzicarne alcune, quali: pasta, pizza, focaccia e quant'altro. << E' tutto squisito, ma da dove provengono questi alimenti? non ho mai assaporato niente di simile, va bene che noi siamo benestanti ma... come vi siete procurati ciò? >> chese Gioia stupita << tutti alimenti che vengono dal vostro paese d' origine, è molto raro di questi tempi riuscire a recuperarli >> disse soddisfatta Caroline << dall' Italia? veramente? sono delle prelibatezze. Ma perchè la nostra famiglia è dovuta andarsene? A parte i nonni nessuno è rimasto in quel paese >> chiese Gioia, Richard le rispose con una singola parola che tolse ogni dubbio << Guerra >> disse in tono grave; Gioia, anche sapendo già la risposta, chiese << e i nonni? >> << sono voluti rimanere per combattere, sai erano ancora molto giovani, avevano all' incirca trentacinque anni. Il nonno non era italiano ma americano, prese la cittadinanza e si trasferì, lì incontrò la nonna, si innamorarono, ebbero me e lo zio Patrick, era tutto una favola fino a che non incominciò la guerra, ci spedirono in america da dei lontani parenti e da lì non rivedemmo più i nostri genitori. Io appena ebbi la possibilità mi feci cambiare nome, i miei genitori mi avevano battezzato luca, ma ogni volta che mi ci sentivo chiamare li rivedevo morti. Avevo paura dell' Italia per ciò che mi era stato tolto e cercavo di sfuggirci, poi sono cresciuto ed ho capito che non aveva senso scappare, quando tua madre rimase incinta la scongiurai di scegliere un nome italiano, appena mi disse "Gioia" pensai che fosse perfetto >> cadde il silenzio per un paio di minuti, interrotto solo dal rumore delle forchette contro i bocconi di cibo nel piatto, fino a quando Caroline si decise << tesoro, la guerra ormai è passata, sono trascorsi tanti anni e un giorno tu e tuo padre avrete modo di andare a visitare il luogo tanto amato dai vostri cuori, ma fino a che non cambiarà la situazione non sarà possibile, ricorda che qui abbiamo delle certezze di cui non possiamo fare a meno e non possiamo farcele sfuggire di mano, poi con la crisi che c'è in questo periodo... >> << certamente >> rispose Gioia << ne sono al corrente, a scuola lo chiamano il "fututo povero". Dunque, è la prima volta che mangio cibo italiano? >> << in verità no, quando avevi quattro anni c' era stata un' altra occasione come questa, anche se per una porzione inferiore il valore era il doppio. Ah prima di dimenticarmene, ho incontrato Hadin oggi, al mercato, e mi ha chiesto di te >> si rivolse Caroline alla figlia << Hadin? Perchè mai dovrebbe venire da te a chiedere cose sul mio conto? >> << tranquilla, mi ha solo detto che questa sera ha una sorpresa per te, ed io ti dovrò "acconciare" per l' occasione >> << acconciare? >> Gioia confusa ed emozionata per la sorpresa dedicatale dall' amico si affrettò a finire di mangiare, corse in camera sua urlando alla madre che la avrebbe aspettata lì, andò dai suoi maialini, gli diede da mangiare e poi si sedette accanto a loro. << Hadin... chissà cosa sta combinando >> disse in un sussurro, mentre i maialini rimasero concentrati sulle loro ciotole.

<< Tesoro, ho finito. Ora possiamo dedicarci a te. Hadin mi ha consigliato un qualcosa di elegante ma non troppo >> detto questo Gioia si tolse gli indumenti e andò a indossare un vestito color magenta, lo scollo a V profondo era ricoperto dal pizzo e la gonna le ricadeva morbida sopra al ginocchio, quello era il suo vestito preferito. << Perfetto, credo che sia proprio adatto. Se vuoi ti sistemo i capelli, almeno posso dire di aver partecipato anche io >> scherzò Caroline facendole l' occhiolino, Gioia accennò a un sì con la testa. Caroline la fece sedere sulla sedia della scrivania, prese la lacca e iniziò a cotonargli i capelli in modo tale che sembrassero il doppio, dopo di che le fece una coda di cavallo con solo metà dei capelli, così che quelli dietro rimanessero sciolti e si vedesse la meravigliosa forma ondulata che avevano, alla fine prese una ciocca di capelli e con quella nascose il codino. << Ok, ho finito, guarda un po' quanto sei bella >> Gioia si guardò allo specchio e un sorriso le apparve in volto << grazie >> disse quasi in un sussurro << avanti, ti lascio tranquilla, finisci di prepararti, però fai in fretta perchè alle 23:00 passerà a prenderti Hadin >> suggerì Caroline << oh, ma sono già le 22:30, mi devo muovere! >> si affrettò Gioia.
Caroline se ne andò mentre Gioia preparò il necessario per truccarsi: si fece una linea sottile con l' eyeliner sulle palpebre, aggiunse la coda di rondine e poi andò a sfumare due ombretti di tonalità diversa che davano sul marroncino, si mise il mascara e un rossetto color corallo opaco, alla fine si recò nella stanza affianco alla cucina, il soggiorno. << Come sto? >> chiese girando su se stessa << una meraviglia tesoro >> disse Richard incantato nel guardarla, << proprio bene >> continuò la madre << però te ne prego, porta in cortile queste tre pesti, hai scordato nuovamente aperta la porta in terrazza che da sulla sala cinema, ti ho già detto mille volte che la devi chiudere >>, lo sguardo di Gioia si abbassò fino a vedere i suoi tre porcellini intenti a raccogliere le briciole cadute dalla tovaglia sul pavimento, fece un sorriso e poi si rivolse alla madre << bè, almeno non dovrai passare l' aspirapolvere più tardi >> e fece una risatina mentre Caroline alzava gli occhi al cielo.

L'orologio da polso di Gioia squillò, le era arrivato un messaggio da parte di Hadin, appena toccò lo schermo la figura di lui si materializzò olograficamente << spero che non mi farai aspettare come al solito Eveleen >>, sai avremmo degli orari specifici da rispettare >> si concluse così il messaggio. Gioia salutò frettolosamente i genitori con un bacio sulla guancia e uscì portando con se i maialini attaccati al guinzaglio, l' uscita era su una seconda terrazza che dava sul davanti della casa, scese le scale di pietra e portò gli animali nel piccolo recinto che avevano sotto casa. l' incontro con Hadin era a una decina di metri di distanza da casa sua, su una panchina dei viali. Gioia intravide il caro amico e si diresse verso di lui. I suoi capelli folti e neri si ergevano in una capigliatura ribelle, gli occhi grigi scrutavano dalla testa ai piedi Gioia e un mezzo sorriso era stampato sulle sue labbra, indossava una camicia bianca con dei jeans neri e per l' occasione aveva aggiunto al suo abbigliamento un papillon, << solo cinque minuti di ritardo Eveleen, questo è un record, non ho mai aspettato così poco per te >> ammiccò lui << riuscirai mai a non chiamarmi per cognome? comunque non dire stupidaggini, io nel prepararmi sono velocissima al contrario tuo e poi non c'è gusto se l' uomo non aspetta un po' >> disse Gioia sedendosi vicino a lui, << questo discorso dovresti farlo a qualcun' altro, non di certo a me con la pazienza che mi ritrovo Eveleen >> scherzò lui << e comunque non ti ho certo fatta preparare per niente, perciò alzati, dobbiamo andare >> << fammi indovinare: cinema? >> chiese lei alzandosi e seguendo l' amico << no, questa volta ti stupirò, ora ti chiedo di farti bendare e non opporre resistenza, sei il mio ostaggio >> alle parole dell' amico Gioia si fece scappare una risata << va bene >> così si fece bendare e dopo di che Hadin la prese per mano e la guidò fino alla fermata della metro, quando giunsero alla stazione aspettarono qualche minuto prima che il mezzo arrivasse e dopo aver timbrato i biglietti ci salirono sopra. Hadin sistemò Gioia sul sedile verso il fondo, gli mise l' imbragatura di sicurezza e poi fece lo stesso per se. << Sono molto curiosa sai!? >> affermò lei << oh sì che lo so, ma sarà una sorpresa fino all' ultimo, ti avverto che ci vorrà un quarto d'ora >> disse Hadin << ti prego dimmelo! >> supplicò Gioia, Hadin fece un mezzo sorriso e le rispose << Eveleen, ti conviene tenerti stretta, stiamo per partire >> entrambi strinsero forte le sbarre di acciaio vicino al proprio sedile, una voce robotica accolse i passeggeri << benvenuti, vi preghiamo di assicurarvi che l' imbragatura di sicurezza sia messa correttamente, è consigliato, per chi soffra di vertigini, mettere gli appositi caschi che troverete sopra la vostra postazione. Grazie per aver scelto la linea 394, buon viaggio >>. Il mezzo partì lentamente e man mano che andavano avanti la velocità era sempre più elevata.
Sotto quella benda Gioia non riusciva a distinguere niente, poteva contare solo più sul tatto e l' udito. Il mezzo sfrecciava a una velocità da far sentire il vuoto allo stomaco, quando iniziò a rallentare le orecchie dei due ragazzi fischiarono forte fino a quando, finalmente Hadin parlò << siamo arrivati, e giusto in tempo, sono le 23:45 se ti interessa saperlo Eveleen, ora scendi, ti aiuto io >> prese per mano Gioia e la aiutò a scendere dal mezzo; << ora dovremmo camminare ancora per una decina di minuti >> avvertì Hadin e così si misero in marcia.
<< Sento della musica! >> affermò Gioia << questo perchè siamo quasi arrivati >> rispose Hadin << sono ancora un tuo ostaggio? >> chiese lei emozionata << assolutamente sì >> gli sussurrò lui all' orecchio. Camminarono fino a che la musica si fece più alta, dopo di che si fermarono ed Hadin si avvicinò di più a Gioia. << Eveleen che giorno è oggi? >> chiese lui, il cuore di Gioia batteva sempre più forte << il 19 agosto >> rispose lei, avrebbe voluto levarsi quella benda dagli occhi, << no, non più, è mezzanotte >> affermò Hadin << quindi... è il ven... >> iniziò lei, ma venne subito interrotta da un altro sussurro di Hadin << buon compleanno Eveleen >> immediatamente gli sfilò la benda dagli occhi e lei si guardò intorno:
Roxy, una delle migliori amiche di Gioia era in prima fila, i capelli mossi tinti di rosa le arrivavano alle spalle, per l' occasione indossava un vestito nero aderente, degli stivaletti chiari estivi e un cardigan grigio era poggiato sulle sue spalle, il septum al naso faceva tanto da cattiva ragazza, ma dietro ai suoi enormi occhiali rotondi con la montatura sottile cercava di nascondere il luccichio dei suoi occhi verdi smeraldo mentre vedeva Gioia così felice, lei non era tipo da queste cose, era la classica ragazza acida, tutto il contrario invece dell' altra migliore amica, Celine, una ragazza dolce e smielata dai capelli lunghi e lisci di un biondo platino, indossava un vestito roseo con il pizzo bianco e le scarpe da ginnastica abbinate, una ragazza acqua e sapone, il brillantino sul naso le dava un aria innoqua, gli occhioni azzurri erano già colmi di lacrime per l' emozione, corse in contro a Gioia per abbracciarla forte mentre lei continuava a guardare i suoi più cari amici all' interno di un luna park. Uno ad uno, tutti andarono a fargli gli auguri, per primo ci fu Mike, un ragazzo dalla carnagione olivastra, i capelli scuri scompigliati e gli occhi marroni, era completamente vestito di nero dalla testa ai piedi, era un ragazzo molto introverso e apatico; Alex invece si distingueva dagli altri, aveva uno stile tutto suo, i capelli erano rasati a zero, gli occhi azzurri scrutavano le giostre, indossava una divisa da basket e una sigaretta gli era poggiata dietro all' orecchio, era un ragazzo molto buffo e divertente; Jonathan, il classico ragazzo perfetto, occhi verdi chiari e capelli biondo cenere, quando sorrideva le fossette lo facevano sembrare molto dolce, indossava una camicia bianca e dei blue-jeans, era un ragazzo egocentrico anche se in modo moderato; Alicia era la capo cheerleader della scuola, i capelli biondo dorato erano raccolti in uno chignon scompigliato e gli occhi erano molto particolari: uno era marrone con sfumature azzurre mentre l' altro azzurro con sfumature marroni, indossava un vestito verde acqua con un fiocco sulla schiena; alla fine l' ultima rimasta, Brooke, una ragazza molto bella, i capelli lunghi castani nascondevano una parte del viso, gli occhi verdi opachi erano identici a quelli del fratello Jonathan, indossava un abito nero floreale ed era una ragazza timidissima e anche molto dolce, in mano teneva un pacchetto rettangolare viola con un nastro rosa, si avvicinò alla festeggiata e glielo porse << questo è un regalo da parte di tutti noi >>, Gioia guardò in faccia uno ad uno con gli occhi colmi di emozione e aprì il pacchetto, all' interno c' erano abbastanza ticket da poter provare ogni singola giostra, rimase a bocca aperta senza riuscire a dire una parola.

Celine cercava di trascinare Roxy verso Gioia bisbigliando << avevi promesso che l' avresti fatto! >> mentre l' altra opponeva resistenza, fino a che si arrese, si fece trascinare da lei e le disse << ascolta, sai che non sono brava a esprimere ciò che sento, perciò guai a te se ridi, potrei farti seriamente male >> porgendogli una lettera. Gioia appena iniziò a leggere gli occhi gli divennero lucidi:

quattro anni fa mi hai salvato la vita, mentre facevi una delle tue solite passeggiate sulla spiaggia mi trovasti accasciata a terra ricoperta di ferite; i capelli, la faccia e il corpo totalmente bagnati, i vestiti strappati e un taglio particolare a forma di luna sulla tempia sinistra sanguinava ancora. Chiamasti subito all' ospedale e in un tempo che a me parve molto breve arrivò l' ambulanza, mi misero su una barella e mi portarono dentro, aprì per un momento gli occhi e ti vidi lì accanto a me, poi di nuovo il buio. Quando rinvenni, al' inizio riuscivo a vedere solo luci e ombre, poi man mano i miei occhi misero a fuoco gli oggetti più vicini, iniziai a distinguere la stanza in cui mi trovavo e lì vicino al mio letto, su una sedia scomoda, addormentata, c' eri tu.
Entrarono parecchi medici in quel giorno e anche un' infermiera molto gentile, tua mamma Caroline. Mi fecero dei controlli, cambiarono le bende alla testa e mi diedero degli antidolorifici. Quando ti svegliasti iniziammo a conoscerci e da lì nacque la nostra amicizia, in quel famoso Novembre.
Sai bene che nella scuola in cui andavo sono stata bullizzata e sai anche che per colpa di tre mie compagne di classe è successo tutto ciò, ma c'è una cosa che non ti ho mai spiegato bene: quando riuscì a tirarmi fuori dall' acqua e a trascinarmi sulla riva, loro, che erano rimaste vicino al mare, mi urlarono il motivo per la quale mi avevano intagliato quella luna sulla tempia, dicevano che era il richiamo del mare, sperando che morissi affogata, ma prima di perdere i sensi vidi una cosa inspiegabile, in mezzo all' acqua, dietro di loro, degli occhi bianchi.
Non si seppe più niente di loro, c'è chi diceva che si furono trasferite, altri si inventarono storie sul loro conto, ma quegli occhi... Credo che centrino qualcosa, secondo me era una specie di angelo custode che ha capito il mio dolore e le ha fatte sparire dalla mia vita in modo tale che io potessi ritornare a vivere, ma sai com'è, subito dopo ho perso i sensi, perciò potrebbe essere stata solo un allucinazione. Comunque la cicatrice a forma di luna non è mai stata un porta sfortuna come volevano loro, anzi il contrario, lo ritengo proprio il mio punto di forza, perchè grazie alla luna ho conosciuto te, il mio angelo, auguri Gioia, buon diciasettesimo compleanno.

Le lacrime iniziarono a rigare le guance rosee di Gioia, il labbro le tremava leggermente e lo sguardo fisso sugli occhi verdi dell' amica era pieno di gratitudine; << cosa facciamo, stiamo tutto il giorno a fissarci negli occhi? >> interruppe brontolando Mike << se non mi sbaglio abbiamo delle giostre da provare >> << Mike ha ragione, ma prima... >> intervenne Alex << chi arriva per ultimo offre ticket! >> e scattò in una corsa sfrenata con gli amici alle calcagna; Gioia, ultima, camminava tranquillamente: non avrebbe mai accettato il fatto di usare tutti quei ticket da sola, li avrebbe comunque condivisi con loro e Alex gli aveva semplificato la cosa.
<< Prima! >> urlò vittoriosa Alicia, a seguire poi ci furono Jonathan, Hadin, Mike, Celine, Brooke, Roxy, penultimo Alex, senza fiato e ultima Gioia.
<< Ecco a voi, sei biglietti ciascuno >> disse Gioia distribuendo i ticket << ma tu non... >> cercò di riprendere il fiato Alex << valevi... era... uff... solo per noi >> << no, va bene così >> continuò lei << ok, ci siamo, quindi le proviamo queste giostre? >>.

Si fecero le 02:10 ed erano già saliti sulla maggior parte delle montagne russe, sugli autoscontri, sulle navicelle che ti lanciavano in aria e sulle "catenelle" dove erano riusciti a vincere altri dieci ticket gratuitamente, lo scopo di questa giostra era quello di prendere al volo il trofeo che era appeso a un gancio sull' antenna poco distante dal perimetro della giostra.
<< Che ne dite di spendere il nostro ultimo biglietto sulla ruota panoramica? >> propose Hadin agli amici << io ci sto >> dissero alcune voci << anche io >> ne dissero altre << Gioia? >> chiese Hadin, lei lo guardò stupefatta, da che lo conosceva non l' aveva mai chiamata per nome << credo che sia perfetto per concludere la serata >> disse lei continuando a fissare quegli occhi grigi.
Arrivarono sotto alla giostra e si sedettero a due a due:
per primi Gioia e Hadin con un enorme zucchero filato rosa tra le mani, << spero ti sia piaciuta la serata Eveleen >> disse lui con il suo mezzo sorriso sempre stampato in faccia, quando lei si voltò per guardarlo i suoi occhi luccicarono e d' improvviso scattò verso di lui e lo abbracciò forte, Hadin fu colto di sorpresa, poi però ricambiò << grazie >> sussurrò lei piano << grazie-grazie-grazie >> ripetè velocemente più volte stringendolo con più forza, dopo quei ringraziamenti da parte di Gioia il suo mezzo sorriso fu sostituito da un vero e proprio sorriso << grazie a te, Gioia >> concluse lui, stringendola più forte a se.
Celine e Jonathan, invece, erano divisi da un piccolo orsacchiotto di peluche che lui aveva vinto e poi regalato a lei, << sei stato molto bravo, al secondo tentativo sei riuscito a vincere, sei veramente incredibile! >> si congratulò lei, Jonathan sorrise e mostrò le sue fossette, Celine non resistette e con un dito ne toccò una << scusa, ma le adoro >> disse mettendosi a ridere, Jonathan fece lo stesso << tu sei incredibile! >>.
Roxy e Alex facevano quasi ridere, lui cercava di stargli il più vicino possibile, mentre lei tutto il contrario, era all' estremità della poltroncina su cui erano seduti, tutta imbronciata intenta a tenerlo lontano da se << ho notato che Jonathan ha donato un peluche a Celine, per caso ne vuoi uno anche tu? volendo potrei riuscire a vincere un peluche più grande, tipo quello dell' unicorno rosa >> disse lui facendo il gradasso << certo, come quando sei arrivato "primo" nella corsa per i ticket >> disse lei freddamente << caso mai dovresti chiederlo a Gioia, non a me, io odio i peluche >> Alex divertendosi a dar fastidio a Roxy fece un finto sbadiglio e cercò di circondarla con il suo braccio ma prima che ciò succedesse lei parò << tu prova solo a toccarmi e il tuo braccio, insieme a tutto il tuo corpo, accidentalmente cadrà da questa giostra alta sedici metri >> Alex si mise a ridere << ti stavo solo prendendo in giro >> dichiarò lui << rilassati, piuttosto guarda com'è romantica la vista da quassù >> << Alex! >> s' innervosì Roxy mentre lui continuava a ridere sempre più forte.
Alicia e Brooke parlavano di Mike << non capisco perchè non abbia accettato, insomma ci saremmo stati benissimo anche in tre, invece è voluto andare da solo. Secondo te perchè è così chiuso? >> chiedeva Brooke ad Alicia << non lo so sinceramente, però non potevamo mica costringerlo >> rispose l' amica << lo so, però mi fa tanta tenerezza >> concluse l' altra.
Il giro della giostra si concluse e i ragazzi si riunirono man mano che la ruota continuava a girare, mancava solo una persona. << Gioia >> chiamò Mike << vieni un attimo >> lei lo raggiunse << direi di aver speso bene il mio ultimo ticket >> disse lui compiaciuto mostrando l' enorme peluche di unicorno vinto << ma come, non sei salito sulla ruota panoramica? >> chiese lei confusa << no, ma tranquilla, non ci tenevo. Ancora auguri, questo è tutto tuo, io devo andare adesso >> le diede l' unicorno assieme a un bacio sulla guancia, fece un cenno agli altri amici e si avviò fuori dal luna park. Gioia rimase incantata a fissarlo con una mano sulla guancia arrossata fino a che lui non fu più a portata dei suoi occhi.

<< Credo che sia meglio andare Celine >> propose Roxy all' amica, << sì, credo che anche io e Brooke ce ne andremo >> disse Jonathan, << Alex mi riaccompagneresti a casa? >> chiese Alicia; tutti ormai si stavano avviando a casa. << Eveleen >> chiamò Hadin << a te ti riaccompagno io, tra circa una mezz' oretta arriverà mio padre, fortunatamente questa notte è di pattuglia da queste parti. Che ne dici di andare in quella direzione? se non sbaglio ci dovrebbe essere il mare >> Gioia acconsentì ed aggrappandosi al suo braccio proseguirono.
Il mare era calmo, si sistemarono sulla spiaggia sedendosi su una coperta a quadri rossi e blu che Hadin aveva portato con se nel suo zaino, si tolsero le scarpe ed i calzini e si abbandonarono al rumore delle onde. L' orologio di Hadin squillò, gli era arrivato un messaggio da parte di Roxy, lui gli diede un' occhiata e senza nemmeno aprirlo si alzò di scatto << scusa, ti chiedo solo due minuti, arrivo immediatamente >> << ma dove vai? mi lasci sola? >> si preoccupò Gioia << no, tranquilla, veramente torno subito >> così si riavviò verso il luna park, lì ad aspettarlo c'erano Roxy, Celine e Diana, la madre di Celine. << Grazie signora Leroy, è stata veramente gentile a offrirsi per portarmi la sorpresa di Gioia, la ringrazio di cuore >> disse Hadin << per Gioia questo ed altro >> rispose Diana << piuttosto corri da lei ora, non puoi mica lasciarla da sola! >> intervenne Celine << e vedi di renderla felice, domani dovrà ripertemelo all' infinito quanto si è trovata bene, se no i tuoi occhi da grigi diventeranno neri >> aggiunse Roxy << dai Roxy, non esagerare sappiamo bene che Gioia è in buone mani con Hadin >> disse in fine Celine.

Incupita e spaventata, sulla spiaggia da sola, c' era ancora Gioia "chissà dove si sarà cacciato" si domandò "lasciarmi qui da sola al buio! Spero solo che torni presto". Un rumore la distrasse, si girò di colpo verso il mare, il cuore le batteva forte ma non c' era assolutamente niente, solo due luccichii argentei erano a pochi centimetri dall' acqua...

<< Gioia che fai? >> lei si risvegliò come da un sonno profondo, si era avvicinata al mare senza accorgersene << niente, mi era sembrato... no niente, quindi? dove eravamo rimasti? >> chiese lei ancora molto confusa << vieni qui e poi chiudi gli occhi >> lei obbedì, Hadin trafficò un po' con qualcosa << bene, ora puoi aprirli >> sulla coperta vicino a lui erano poggiate una chitarra classica, dentro alla sua custodia, autografata dai suoi amici ed una lanterna cinese << so bene quanta passione e quanto tempo ci hai dovuto mettere per poter imparare a suonare sia la chitarra che il pianoforte. So che la tua vecchia chitarra non ha fatto una buona fine, visto che la tua disgraziata cuginetta più piccola Allie per gioco ha tagliato tutte le corde. Mi pareva solo carino poterti ridare ciò che ami davvero >> Gioia era stata sorpresa per l' ennesima volta << ti deve essere costata una fortuna, è bellissima. Sai Hadin, oggi sei molto dolce >> << non sono dolce, è solo che se non rendo la tua serata speciale Roxy mi farà un occhio nero >> scherzò lui << avanti, ora accendiamo la lanterna >> così Gioia con l' aiuto di Hadin accese la fiamma, << ora esprimi un desiderio >> disse lui, "Desidero averti sempre al mio fianco" pensò intensamente lei, << tre... due... uno... ora! >> contemporaneamente i due ragazzi lasciarono la presa sulla lanterna e quella iniziò a volare via nella notte.
<< Ora manca solo una cosa >> disse Hadin passando la chitarra a Gioia << non vorrai mica... >> chiese lei << assolutamente sì, te lo chiedo perfavore Gioia >> impolrò lui << va bene, ti farò sentire una canzone italiana che mio papà mi dedicò quando avevo all' incirca cinque anni, me la cantava tutte le sere prima di andare a dormire, era un po' come se fosse stata la nostra tradizione >> e con la chitarra appena accordata iniziò:

<< Ti insegnerò a nuotare
così vedrai che il mare
saprà chi sei quando lo abbracci
e sulle sue onde ti farà dormire
ti insegnerò che dare
è meglio che avere
perchè se non ti aspetti niente
ciò che ti arriva lo saprai godere
ti insegnerò che avrai coraggio
soltanto quando avrai paura
e che la felicità
se la vuoi si trova
ricordati che vola solo chi osa
diglielo tu al mondo come si fa
diglielo tu al mondo come si fa
dagli un motivo per cambiare qualcosa
e usa l' ironia che l' ironia ti consola
ma che te ne frega
dai pure del tu
dagli del tu a chi vuoi tu
e tutto il mondo sarà una casa >>

 

<< Ti insegnerò a stirare e ai tuoi diciotto
anni mi stirerai il vestito
ti prenderò la mano e sopra una
carrozza ti porterò a ballare
perchè sarò il tuo re e non
dimenticare che nelle scelte umane
un re si può sbagliare
e se succederà ti prego
non lo odiare
solo così vedrai
che la felicità...
se la vuoi si trova, ricordati che vola
solo chi osa
dimmelo tu amore come si fa
dimmelo tu amore come si fa
dammi un motivo per cambiare qualcosa
e ascoltali i consigli poi però fai da sola
e che te ne frega dai pure del tu
dagli del tu a chi vuoi tu
e tutto il
mondo sarà una casa
casa, casa
avrai coraggio solo se avrai paura
rimpianti ed i rimorsi sono la stessa cosa
e se in un momento strano della tua vita
senti che stai per cambiare
bè, allora è l' ora
bacio >>

<< Richard! >> lo richiamò Caroline sentendo il marito cantare nella sala cinema mentre era ancora intento a finire l' articolo di giornale che avrebbe dovuto consegnare entro l' indomani, << perdonami cara, non avevo intenzione di svegliarti, è che quest' oggi è il compleanno di Gioia e mi è tornata in mente ciò che le cantavo quando era più piccola, così mi sono distratto, ho preso la chitarra ed ho iniziato a suonare >> << avanti caro, è tardi, vieni in camera a riposarti un po'. sei rimasto anche fin troppo questa sera su quell' articolo >> cercò lei di convincerlo << ok, va bene, arrivo >> posò la chitarra e la osservò per qualche secondo, un ricordo di Gioia quando era bambina riaffiorò nella sua mente: la sua dolce vocina cantilenava << dimmelo tu amore come si fa... dimmelo tu amore come si fa >> alla sua prima lezione di canto; le scarpette rosse erano in pendant con i capelli ancora troppo corti e il vestitino rosa sembrava esserle stato cucito addosso. << Auguri mia piccola principessina >> sussurrò Richard nel silenzio.

   
 
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