Ispirato al video – trailer
Belly Burger
Inauguro ufficialmente la raccolta
scleri 6 a serie. Non
garantisco che sclerero’ a ogni episodio. Ma faro’
il possibile. 😊
Cavolo.. cavolo, cavolo, cavolo!!
Siedo stravolta sul water del mio
bagno, al loft. Non riesco
a crederci. Sono stata male stamattina. E ieri. E’ da qualche
giorno che
vomito. Penso di aver vomitato i pranzi e le cene di tutta una
settimana.
Curtis stamattina ha ironizzato che fossi incinta. In fondo la colpa
e’ sua. Mi
ha offerto una ciambella al lavoro e alla sua sola vista sono corsa in
bagno in
preda ai conati. Poi ci ho pensato. Ci ho pensato su tutto il giorno. E
stasera
prima di tornare a casa sono entrata in farmacia e l’ho
preso. Ho fatto tutto
quel che dovevo. E adesso sono qui, lo stick in mano, il cervello che
ripete
sempre la stessa domanda.
Come e’ potuto succedere?
E come vuoi che sia successo,
Felicity? Succede quando un
uomo e una donna fanno l’amore. E tu l’hai fatto.
Era stato bello. Bellissimo. Un
attimo prima era sul divano,
stanco e stravolto da una settimana dura al municipio e da un paio di
nottate
ancora piu’ pesanti come Green Arrow. Si era addormentato, a
maniche di
camicia, il colletto slacciato, i capelli scompigliati. Lo avevo
contemplato
rapita, come sempre. Nel sonno ha sempre avuto un’espressione
cosi’ indifesa,
cosi’ diversa dall’espressione decisa che ha sempre
sul volto durante il
giorno. Quasi vulnerabile. Quasi fragile. Fragile e fortissimo come
solo io so
che e’. Avevo steso su di lui la leggera copertina che ho
sempre sul divano. Mi
aveva preso la mano all’improvviso. me l’aveva
baciata. Mi aveva attirato
contro il suo corpo, forte e saldo. E poi..
Le sue mani hanno fatto cantare il
mio corpo. Le sue labbra
hanno bevuto dalle mie. Come la prima volta. Come l’ultima
volta. E il suo
corpo ha cantato con il mio. Ho respirato con lui. Sono andata sulle
vette piu’
alte del piacere assieme a lui.
E’ stato naturale. Come
l’ondeggiare dei rami alla brezza
della primavera. Come il cadere delle foglie in autunno. Come il
palpito di un
fiore che si schiude al primo sole. Impetuoso. Come il vento che porta
il
temporale. La tempesta della passione. Come sempre stato fra di noi.
Non ho mai
provato niente del genere con nessun altro. Solo lui mi fa sentire
cosi’. Dopo
mi ha tenuto tra le braccia con tenerezza, con amore. Era stato come
tornare a
casa. E so che non lo e’ stato solo per me. Lo abbiamo fatto
piu’ di una volta.
E adesso come faccio? Come faccio a
dirtelo, Oliver?
Tu e tuoi mille impegni. Sindaco.
Green Arrow. Padre di
William. Il mio uomo. Tu che trovi sempre 5 minuti tutte le sere prima
di
andare a casa da tuo figlio, qualsiasi sia l’ora, per stare
un po’ con me. Mi
corteggi. Mi porti fuori a cena. Dici che vuoi fare le cose per bene
stavolta,
come Dio comanda. Come non hai mai fatto. Perche’ mi hai
sempre data un po’ per
scontata. Al tuo fianco, sempre. Nella lotta al crimine. E anche nel
tuo cuore.
Un errore che dici di non voler ripetere. Che io sono troppo preziosa
per te.
Perche’ mi hai gia’ perso una volta e non
riusciresti a sopportarlo di nuovo.
Che mi vuoi riconquistare piano piano. Per non perdermi mai
piu’. Non lo sai
che se perdo te perdo anche me stessa? Che lasciarti e’ stato
uno sbaglio e che
ho gia’ troppi rimpianti per quel che riguarda noi due. Non
ne voglio piu’
avere. Te l’ho detto a Lian Yu. E te lo dico tutte le sere
quando arrivi,
provato dalla giornata al municipio, dallo stress, dalle investigazioni
di
quell’agente FBI Watson. Dal dover far combaciare la tua vita
di giorno con iltuo
alter ego mascherato. E prenderti cura di tuo figlio. Te lo dico
abbracciandoti, baciandoti, accarezzandoti i capelli. Quando siamo sul
divano, abbracciati
stretti, e tu chiudi gli occhi con un respiro profondo, il tuo bel viso
che si
rilassa, i tuoi meravigliosi occhi azzurri coperti dalle palpebre, un
lieve
sorriso che aleggia sulle tue labbra. Labbra che mi baciano sempre con
forza,
con passione, con gratitudine. Come io bacio te, mio amore. Non ti
lamenti mai
con me. Mi racconti cosa ti e’ successo. Mi chiedi la mia
opinione, mi chiedi
consigli. Condividi. Io faccio lo stesso con te. Ti racconto della mia
giornata.
Della mia piccola nuova impresa. Condividiamo. Non ci sono
piu’ segreti. Ti
fidi di me. Mi fido di te. L’unica ombra e’ quel
povero ragazzino cosi’ triste
e scontroso. Che parla poco. Che si tiene tutto dentro. Che ti somiglia
tanto
Che non riesce a scordare la morte di sua madre. E tu non sai cosa fare
per
poter stabilire un contatto, un rapporto con lui. E’ tuo
figlio. Mi hai perfino
chiesto lumi sui videogiochi che vanno per la maggiore per avere un
punto da
cui cominciare. E io mi sono documentata e ti ho aggiornato in merito.
Mi sono
pure divertita. Cosa non faresti per quel bambino. Come per me, del
resto. Lo
so.
Poi ti alzi e te ne vai, come se non
dovessimo piu’ vederci
fino alla sera dopo. Mentre ci vediamo quasi tutte le notti al bunker.
Ma la’
sei Green Arrow e io sono Overwatch. Ci sono gli altri del team. Siamo
noi. E
non siamo noi. Solo quando mi sorridi brevemente prima di uscire fuori
in
missione siamo io e te. E ogni volta non riesco a non pensare che
potresti non
tornare.
E adesso? Un bambino. Un bambino in
arrivo. Non riesco
nemmeno io a crederci. Ma le linee blu sul test di gravidanza che ho
appena
fatto non mentono. Positivo. Mio. E tuo. Nostro figlio. Mi piace il
suono di
queste parole. E mi terrorizza. Come faccio a dirtelo. Come faccio,
adesso che hai
con William con te le cose sono cosi complicate?
Sento bussare alla porta. Sei tu.
Sono le 10.30 di sera. Sei
in anticipo rispetto al solito.
Mi guardo allo specchio. Sono
pallida. O e’ la mia
canottiera giallo aranciata che contrasto e fa risaltare il mio
incarnato? Mi
pizzico le guance per darle un po’ di colore. Sei
cosi’ attento a tutto quel
che mi riguarda che potresti capire qualcosa dalla mia faccia. Sorrido
allo
specchio, esitante.
I colpi alla porta si fanno
piu’ forti.
“Felicity, apri! Dove
sei?”
La sua voce. Quella voce profonda che
sa essere carezzevole
e dolce con me tanto quanto fredda e sferzante con i suoi avversari.
Dalle
mille sfumature di tenerezza alle mille sfumature di durezza.
Esco di corsa dal bagno
“Arrivo, un attimo
solo!”
Arrivo alla porta e mi accorgo di
avere ancora in mano il
test. Oh porc… dove lo metto adesso? E’ troppo
tardi! Nascondo una mano dietro
alla schiena e apro.
Sei sulla porta. Bello. Magnifico.
Insopportabilmente
affascinante nel tuo abito di sartoria. Mi sorridi, di quel tuo
sconvolgente
sorriso che continua a farmi sciogliere dopo piu’ di 5 anni
che ti conosco. Hai
in mano un sacchetto. Big Belly Burger.
“Hey”
“Hey, ciao. Non ti
aspettavo cosi’ presto.”
“Stasera ti ho portato la
cena. Non posso restare tanto, ho
promesso a William che ci sarei stato prima che andasse a
letto.”
Entra. Mi giro in fretta in modo che
non veda la mia mano
dietro alla schiena.
“Mi dispiace
Felicity.”
“Non ti preoccupare. Tuo
figlio e’ .. tuo figlio”
Alzi una mano e te la passi tra i
capelli con un gesto
stanco, rassegnato. Che mi scioglie il cuore ancora di piu’.
“Dammi il sacchetto,
Oliver, ci penso io.”
Me lo passi e io sgattaiolo in
cucina, butto il test nel
primo cassetto che trovo.
Oh oh … non
potro’ mangiarne piu’ tanti da adesso in poi.
“Mi dispiace
davvero.” Ti sento dire “Soprattutto visto che
avevamo deciso di andare insieme al fast food, come una volta.
Ricordi?”
Davvero? Sono talmente stravolta che
se avessimo deciso di
andare su Marte insieme non me lo ricorderei comunque.
“Stai tranquillo Oliver.
Non e’ un problema” rispondo, tirando
fuori i panini e le bibite dal sacchetto. Non saranno piu’
questi a farmi
ingrassare, penso
Sento le tue braccia attorno a me, mi
hai preso alla sprovvista
da dietro. Metti la testa sulla mia spalla e sussurri al mio orecchio
“Tutto bene tesoro? Mi
sembri strana”
Lo sapevo. Lo sapevo. Abbozzo.
“Si, certo, tutto
bene.”
Mi giri tra le braccia e mi guardi
intensamente. Non so come
ma riesco a sostenere il tuo sguardo e ti sorrido. Sorridi di nuovo e
mi
stringi a te
“Ti amo, Felicity
Smoak”
“E io amo te, Oliver
Queen”, sussurro nella tua camicia,
afferrandoti il bavero della giacca con le mani.
No. Non stasera. Stasera non ti
diro’ niente. Domani. Forse.
La prossima settimana. Meglio. Stasera stai con me. E dopo il Belly
Burger, normale
per me e triplo strato per te, ce
ne staremo
come al solito sul divano anche se solo per un po’. Mi accoccolero’
accanto a te, i piedi nudi, le
gambe ripiegate sotto di me. Mettero’ la testa sul tuo petto,
tu mi
abbraccerai, io ascoltero’ il battito del tuo cuore, il tuo
mento sui miei
capelli. Chiudero’ gli occhi e immaginero’.
Immaginero’ un bambino biondo con
gli occhi azzurri ridere nel sole. Bello e forte. Come suo padre.
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E attenta Felicity che una di queste
sere Oliver trovera’ il
test nel cassetto, prendendo il cavatappi per aprire una bottiglia di
vino che
tu non potrai bere e poi…. Secondo voi lui come la
prenderebbe?
Sclero pre-serie. Spero vi sia
piaciuto.