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Autore: Carlo Di Addario    05/10/2017    2 recensioni
Un giorno si svegliò,
il paesaggio guardò,
e una cosa pensò:
"Io sono la regina,
di questa città,
MUAH AH AH!!"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Atto primo: Crown, please!



Era una bambina molto carina, bionda e ben vestita.
Una grossa gonna indossava, una zazzera di ricci in testa portava.
Le piroette amava fare, oltre ovviamente che saltellare.
Era forse un tantinello matta, addirittura aditata da qualcuno come pazza.
Ma le cose in testa ben chiare lei aveva, un grande obbiettivo si prefiggeva:
“Il mondo voglio conquistare, la regina indiscussa di tutto voglio diventare! Ahahahahah!”
Lo diceva con allegria, nessuno credito dava alla sua follia.
E forse nemmeno lei sapeva di cosa cianciava, ma col sorriso sempre parlava.
“Una piscina mi comprerò, tutti i gelati del mondo mi mangerò, làlàlà”
Canticchiava
“Mai più a scuola andrò, un maggiordomo e la servitù avrò, tatatà!”
Sproloquiava
“Mai nessuno mi potrà più dire che fare, sarò io gli ordini a dare, cià cià cià!”
Ma quanto entusiasmo aveva, quella pischella di poco più dun’ metro appena???
 
E così, un bel giorno splendente, la bionduta di orfanotrofio scappò e uno zainetto in spalle con se dietro portò.
Camminava bella baldanzosa, sicura, raggiante e allegrona.
La sua meta era il porto: per nave sarebbe partita, oltre oceano sarebbe sparita!
“Di un po’, mocciosa, che sai fare?”
“Signore, i ponti so ramazzare!”
E così, in men che non si dica, con moccio e secchio nelle dita, la riccioluta il ponte si mise a lustrare: come uno specchio avrebbe dovuto brillare!
La nave lenta solcava il mare, finché la luna iniziava a salir nel cielo e tra gli astri brillare.
Tanto stanca era la bambina che sulla sua branda si sarebbe voluta volentieri buttare, ma c’ era ancora tutta la cena da degustare!
“Cosa mangeremo, signore?”
“Fagioli e gallette, mocciosetta”
Un piatto tetro e maleodorante le venne servito, che dì: Buon appetito!
Oh gaudio! Oh tripudio! in mare la bimba buttarsi avrebbe tanto voluto!
Sbaf!
Sulla sua branda la bionduta si stravaccò. 
Un libro si era portata, da legger prima di andar a nanna tutta concitata.
Ma tanto era stata dura, quella giornata di goliardica follia, che le palpebre pesanti si fecero e via: catalessi sia! “Zzz… ronfz… Zrr…”
Russava forte, nel suo alloggio, la bionda avventuriera: chissà quante avventure all’ orizzonte prenotate si era!
Il sole sorse, in quel che iniziò a diventare un consueto tran-tran:
La mattina a spazzar, colazione tra cibi di dubbia qualità, pranzo e cena in allegria, spalar carbone in calderia!
Plish!!
Il fuoco nella caldaia ardeva, ormai non si contavan più le ustioni che sulle braccia la bimba aveva.
La vita di mare era meravigliosa: alla bimba gl’ iniezione letale non sembrava più così spaventosa!
“Ma chi me l’ ha fatto fare? Perché l’ orfanotrofio ho voluto lasciare???”
Già infranto il sogno di una vita? Già abbandonato l’ idea di governare servita e riverita?
“Si, a casa voglio tornare, e troppo dura star qua per mare!” Il terzo giorno pensò: in cucina era stata messa, a pelar tutte le patate della rimessa.
Ma ormai la frittata era fatta: doveva sbarcare, prima di potersi prodigare per l’ orfanotrofio di ritornare!
Altra cena di eccelsa bontà, notte tra incubi e altre amenità, finalmente la mattina arrivò e quel terrificante viaggio per mare terminò!
“Dove ci troviamo, signore?”
“Nella baia di San Francisco, mocciosetta! E domani ripartiremo, fatti trovar già qua o non t’ aspetteremo!”
“Ahahahahah, fossi scema! Addio!”
E ridendo felice di esser sbarcata, verso la città s’ incamminò: ora a casa doveva tornare, verso l’ Oregon doveva andare!
“Uao…”
La città la meravigliò, zainetto in spalla per le strade se ne andò.
Bella baldanzosa i palazzi scrutava, mentre per la strada se ne andava.
Sopra un ponte s’ incamminò, il fumo di un battello la inondò!
“Coff coff! Maledette navi, le detesto! Chiunque sia marinaio d’ ora in poi lo definestro!”
Imprecò la bambina, che carattere aggressivo per una fanciullina
Ordunque a camminare continuò, finché un brontolio non la destò!
“Gbrrl…”
“?”
La pancia si scrutava, era la fame, quella che parlava.
“Gbrrrl…”
Nuovamente lo stomaco brontolò, mezzo giorno da mo’ che era passato!
Da mangiare nulla aveva, solo un dollaro possedeva, come avrebbe fatto ad arrivare fino a sera???
Intorno si guardò, morire di fame era fuori discussione, lei era eccezionale, non poteva certo star lì a rantolare!
“Panini da Joe!”
Lesse sull’ insegna. 
Un chiosco, ecco cosa le serviva! Mano al portafoglio, la cena è servita!
“Buondì!”
“?”
Il negoziante intorno spaesato si guardò.
“Chi è stato a parlare, per carità??”
“Io, io, son proprio quà!” E la bimba si indicò, 
gesticolando la sua presenza palesò.
Il baffuto venditore finalmente lo sguardo abbassò, una mocciosetta bionda più bassa del bancone si ritrovò!
“Che vuoi?”
Chiese sbrigativo.
“Un panino infarcito!”
Esclamò affamata.
Il panino le venne dato in mano, 
Alleluya, se magnava!
la sua paga di un dollaro lo pagò, 
ora era più povera di quando era partita
mai tanto di una sua scelta si era pentita!
Ma perché, perché era scappata?
Questo era quello che pensava, mentre dalla città usciva 
per le campagne ora marciava, smarrita.
La giornata calma passò, e il sole già tramontava
Lontana era ancora, e la pancia già a brontolare ritornava!
“Oh beh, al massimo mi rubo una pannocchia!” Pensò osservando i campi di grano.
“Ahah, pancia mia fatti capanna, che sta’ sera pop corn se magna!” Ingenuamente pensò, mentre la pianta sradicò..
…senza notare, qualche metro più in là, un campagnolo incazzato, pronto a sparare!

TO BE CONTINUED…
   
 
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