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Autore: Qwerty from Wilde    05/10/2017    1 recensioni
{A Ken per il suo compleanno}
Alternative Universe che vede protagonista un baby!Eijun nel giorno del suo quinto compleanno che pretende un regalo speciale da Miyuki, il suo baby-sitter.
“Tu non mi vuoi bene Miyuki Kazuya?”.
“Oh no Eijun, non è così”.
“Allora sei stupido?”.
“Qualche volta, tutti noi più grandi siamo un po' stupidi”.
“A causa degli umori cattivi?”.
Miyuki ha un sorriso tirato, non ha idea di cosa stia dicendo il piccolo festeggiato, non parla il linguaggio dei bimbi – neanche quello di tanti altri umani in verità, ma in particolare non quello dei più piccoli.
“Non sono di cattivo umore, cercherò di spiegartelo col baseball: sai cos'è un home run Eijun?”.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eijun Sawamura, Haruichi Kominato, Kazuya Miyuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Home run

Ho voluto trasferire nel mio nuovo account questa oneshot perché significativa per me. Questo lavoro è stato il mio regalo di compleanno per una personcina speciale e dolcissima, Ken, che è nata nello stesso giorno di Eijun ed ama il fluff tenero e morbidoso, ma senza zuccheri aggiunti; così è nata questa storia è ambientata in un universo alternativo che vede protagonista un Eijun nel giorno del suo quinto compleanno, pronto a festeggiare il compleanno di Kuramochi (una menzione d'onore che gli dovevo) e pronto a pretendere un regalo speciale da Miyuki, il suo baby-sitter. Essendo piccolini ho voluto mettere in corsivo la R (che andrebbe letta come una L), ma senza scrivere frasi sgrammaticate: un linguaggio infantile ma comprensibile.
Spero possiate apprezzare e lasciarmi la vostra opinione.





Home run.








Non è esattamente un polipo con un vestito fiorato quello che esce dai pennarelli di Eijun che – guance gonfie, offeso – continua il suo capolavoro impiegando tutte le sue energie nel colorare quegli spuntoni verdi che non sono un riccio sulla testa di supposto polpo.
Eijun pensa che Miyuki Kazuya sia davvero antipatico, ogni volta che disegna interferisce con la sua arte, vedendo cose che – evidentemente – non sono sul foglio.
Basta guardare il colore verde-albero-di-natale per capire che ha disegnato il fratellone Kuramochi, il quale sta portando un mazzo di fiori alla sua dolce metà – certo, ancora non ha disegnato il fratellone Ryo-san, ma è solo perché sta cercando i colori giusti.
Forse è perché è un quattrocchi, persino Satoru è d
'accordo con Eijun: una volta ha scambiato il suo orso polare per una foca, offendendolo seriamente: “lo sanno tutti gli orsi polari mangiano le foche, non possono somigliarsi!”.
Secondo Harucchi invece è come dice sempre sua madre: l'adolescenza è difficile, è tutta colpa di alcune cose chiamate
osmoni o forse umorima hanno convenuto si trattasse di umori – che rendono complicati e sciocchi tutti gli adolescenti. Harucchi ha puntualizzato però che il suo fratellone è un'eccezione, lui non ha gli umori impazziti come tutti gli altri adolescenti, i suoi umori funzionano bene.
Quando Eijun ha chiesto a papà Chris cosa sono gli umori, lui gli ha detto:
“sono quando sei felice o triste” e Eijun – che è intelligente – ha chiesto se quindi gli umori possono essere buoni o cattivi e se gli adolescenti hanno umori cattivi; papà Chris ha confermato i suoi dubbi che hanno dato inizio a profondi calcoli e profonde meditazioni che solo i bambini intelligenti e grandi osservatori di shōjo manga possono concepire. Ha studiato un piano, con il miglior amichetto Harucchi, e il piano – in verità – è il regalo che vuole fare al fratellone Kuramochi il giorno del suo compleanno: lui è sempre di cattivi umori a causa del suo (non tanto) segreto amore per Ryo-san – che ha i buoni umori –, se solo Ryo-san conoscesse i sentimenti di Kuramochi allora anche Kuramochi potrebbe avere buoni umori!
La maestra Rei-chan ha insegnato loro a disegnare sui fogli quello che sembra complicato dire a parole, lei dice sempre di disegnare i loro sogni e desideri perché è più facile farli capire ai più grandi, così Eijun – per il suo importante quinto compleanno – ha consegnato a quel disgraziato di baby-sitter che è Miyuki il suo foglio, perché lui non ha tempo per organizzare il suo compleanno, con Harucchi deve preoccuparsi dell'importante quindicesimo compleanno del fratellone Kuramochi!
Kuramochi
non è esattamente suo fratello – come papà Chris non è il suo vero papà – ma è un adolescente che si è occupato tante volte di lui, gli ha insegnato come lanciare le palle da baseball insieme agli altri bambini del quartiere, grazie a lui ha conosciuto Harucchi, Shinji, Hideaki e anche quel musone di Satoru; Harucchi dice che questo fa di Kuramochi un fratellone, perché come Ryo-san ha insegnato anche a lui il baseball, gli ha insegnato a battere le palle.
“Eijun, pe
rché Miyuki è in cucina da tanto tempo?” domanda con curiosità il piccolo Kominato che dalla sua postazione di disegno cerca di dare un senso ai movimenti del loro baby-sitter che sta girando con un grembiule bianco che ogni tanto riceve lo sguardo interessato di Eijun, il quale esita un po' prima di rivelare cosa sta accadendo.
“Gli ho dato il mio disegno dei desideri”.
“Oh”.
Lo stupore consapevole di Haruichi scatena un colorito divertente sulle guance di Eijun, ad Haruichi diverte molto vedere Eijun colorato, sa che accadono cose importanti quando si colorano le guance – glielo ha rivelato il suo fratellone.
“Hai messo tanti cuo
ricini nel tuo disegno Eijun?”.
“Ce
rto! Ho messo anche gli adesivi” afferma con voce grossa, a dimostrazione del fatto che lui è serio e fa sempre le cose per bene. Dedica sempre molta cura ai disegni, non vuole mai tralasciare alcun dettaglio e sbagliare i colori, per questo impugna ben cinque pastelli (gli piace mischiare pennarelli e matite, come tutti gli artisti sperimenta) di tonalità rosa diversi, avvicinandoli ai capelli di Harucchi che afferra con delicatezza: è alla ricerca del rosa Kominato! Scarta subito il fuxia, il rosa-maialino e il rosa-non-rosa che gli adulti chiamano salmone (lui non li ha mai visti i salmoni, per questo usa per praticità il nome rosa-non-rosa); indugia sul rosa-vestito-barbie che è il colore preferito di Haruno-chan e riprende il pastello rosa-maialino per confrontarlo con il rosa senza nome che… sì – è lui – è rosa Kominato!
Il dettaglio è importante, il dettaglio è sentimento secondo la maestra Rei-chan, per questo ha impiegato ben due giorni prima di consegnare a Miyuki il suo disegno dei desideri: c'erano troppi marrone-pupù, marrone-pavimento, marrone-cestino-raccolta-differenziata-organica e marrone-pupù-di-cane, era difficile scegliere tra quei colori per trovare il colore dei capelli di Miyuki – non c'è nulla di quel ragazzo che non sia complicato!
“Qual è il piano per la festa di Kuramochi?”.
“Semplice Harucchi, quando tutti si radunano davanti alla torta saltiamo fuori noi, fermiamo la festa e diciamo a tuo fratello che Mochi lo ama tanto tanto e consegniamo il disegno a tuo fratello!”.
Haruichi riflette e poi annuisce vigorosamente
con un sorriso perché “è geniale!” e al suo entusiasmo Eijun si passa l'indice sotto il naso compiaciuto.
Finiscono in silenzio di ultimare il loro disegno condiviso: Eijun si è occupato di disegnare Kuramochi e Ryōsuke, mentre Haruichi si è occupato del prato fiorito, del cielo, delle case e del bassotto che nessuno di loro ha ma che potrebbero avere e – come nel disegno – potrebbero portare a spasso facendogli indossare un collare di strass.
Così dedicati al loro operato sono angelici, Kazuya li osserva dallo stipite della cucina mentre getta un'occhiata al disegno che Eijun gli ha dato e che fa sorridere anche un adolescente disilluso e cinico come lui: un triangolo stondato lasciato bianco domina al centro della scena terminando con una palla rosa e marrone che custodisce all'interno due cerchi che hanno dei pallini color miele, al fianco c'è un ominide – suppone Eijun – tutto nero con un papillon gigante rosso che abbraccia il triangolo e sul cui volto (?) domina un sorriso rosso, come tutti i cuoricini di cui ha riempito il disegno. Se può bastargli una torta gigante con tanta panna per farlo sorridere così è
più che felice di contribuire, cucinare è il suo hobby; non saprà forse fare bene decorazioni come gli ufo che Eijun vorrebbe, ma è sicuro gli piacerà: la torta è tutta panna, è abbastanza alta e dentro ha tanto cioccolato come tutti i bambini vorrebbero.
Lo spirito da baby-sitter entra in azione quando vede Eijun tentare di usare i colori a tempera, un tubino blu lo fa scattare e afferrare in tempo una delle armi più temute dai baby-sitter; Eijun con la sua camicetta bianca, il papillon rosso e dei pantaloncini eleganti deve sopravvivere al pomeriggio per festeggiare in serata con Chris e tutti gli amici che ha invitato.
“Che vuoi Miyuki Kazuya? Non dov
resti occuparti dei preparativi?”.
“Io ho già fatto tutto, ma è mio compito impedirti di arrivare color puffo alla festa: a nessuno piacciono i bambini puffi” Eijun
sarebbe anche d'accordo, ma Haruichi si sente offeso e gonfia le guance aggiungendo – per dispetto - un puffo al fiore vicino suo fratello, perché a lui i puffi piacciono.
A Harucchi i puffi piacciono!”.
“Scusa Haruichi, non intendevo…” ...
iniziare questo lavoro. L'ho fatto solo perché stimo fin troppo Chris-senpai, perché è il mio idolo prima ancora che il mio coach, ma non dice niente del genere, piuttosto sposta l'attenzione sul disegno: “allora chi sono quei due? Siete voi?” tenta di nuovo, visto che Eijun si è offeso parecchio quando gli ha chiesto se stava disegnando un polipo.
“Sono il fratellone Mochi e il Ryo-san!”, Miyuki vorrebbe dire che effettivamente c'è qualcosa di inquietante in quel disegno degno dei suoi compagni di squadra, ma tace dedicandosi a mettere dritto il papillon di Eijun il quale – alzando la testa – lo guarda assorto, con le guance colorate e le mascelle tirate.
Miyuki sorride, Eijun è uno di quei bambini che gli suscita tenerezza, che può ammettere esser carino, ma Eijun stesso gli leva il sorriso voltandosi altrove prima di rivolgersi acido: “hai detto che è tutto pronto, no?”.
“...sì?” risponde incerto, cercando di figurare i piani di quella piccola peste, angelica solo in apparenza.
“Non ti vedo p
ronto”.
“Ma lo sono” e non appena risponde una lampadina
immaginaria si accende: sta giocando al bimbo curioso Eijun, in realtà vuole l'anticipazione della sua torta con ufo! “Vuoi vedere la torta?”.
“Allora iniziamo!”.
“Ma no, dobbiamo aspettare che arrivino Chris e i tuoi amichetti”.
“Non c'è bisogno di farlo davanti a loro” mormora con un certo imbarazzo che Miyuki non comprende, ma lo spinge a prendere in braccio Eijun per mostrargli l'anticipazione, chiamando a Haruichi a seguirlo in cucin
a.
“Quindi lo facciamo?”.
“Ora ti faccio vedere, visto che sei impaziente”.
Apre il frigo dov'è conservata la torta che ha impiegato qualche ora a montare: si alza su tre strati di pan di spagna, ognuno farcito in modo diverso, partendo dalla base
di cioccolato al latte, crema e cioccolato bianco; il tutto è coperto da glassa bianca e panna, tanta panna, candida come nel disegno di Eijun su cui trionfa qualcosa che ricorda – molto lontanamente – un ufo che Kazuya ha fatto con lo zucchero.
I piccoli occhi color miele si dilatano
e studiano il dolce, Kazuya poggia a terra il festeggiato per fargli avere un incontro ravvicinato con la torta, seguito da Haruichi che saltella dietro di lui curioso come un coniglietto.
Eijun guarda la torta, poi guarda Miyuki, per tornare a guardare la torta con una certa incredulità e incrociare poi lo sguardo con il baby-sitter. “Non mi piace la panna” sentenzia con uno sguardo lucido di delusione che spezza il cuore e – per poco –
non disloca la mascella di Kazuya, ma non può discutere con un bambino di cinque anni, deve cercare piuttosto di trovare una soluzione al disastro di panna. “La puoi togliere tutta, dentro c'è il cioccolato! Ti piace tanto il cioccolato Eijun, per questo ne ho messo tanto!”. Sembra vendere bene il suo dolce, anche se tradisce un certo panico; ha quindici anni e nessuna esperienza con i bambini, l'unica cosa che può – e deve fare – è portare pazienza.
“Non impo
rta” fa Eijun cercando di fare l'ometto maturo, Chris è sempre fiero di lui quando lo fa e questa è un'occasione speciale, molto speciale, la più speciale di sempre.
“Piuttosto, dove sono gli anelli?”.
“Gli anelli?” cade dalle nuvole Kazuya che è al limite della sua pazienza.
“Gli anelli!” conferma con entusiasmo Haruichi che inizia a ripetere con un certo divertimento la parola; se Miyuki torcesse mezzo capello di Haruichi,
Ryōsuke torcerebbe ogni cosa di lui, ma la tentazione è forte: è un baby-sitter adolescente, non un santo pronto al martirio.
“Quali anelli?” fa spazientito pentendosene un secondo dopo e ripetendosi con calma, eppure Eijun sembra offeso da prima che Kazuya alzasse la voce. Ha gonfiato le guance e lo guarda torvo, stringe anche i pugni per poi camminare in modo goffo verso la sedia dove Miyuki ha poggiato il suo prezioso disegno. Era tutto illustrato lì, era stato preciso come non mai nel esprimere con colori e forme il suo desiderio, quindi lo mette proprio davanti agli occhi di Miyuki Kazuya affinché veda meglio o cambi occhiali. “L'anello di fidanzamento!” fa con una vocina squillante, seguito in coro da Haruichi che si ripete con acuti a prova di stordimento.
Inutile dire che Eijun è davvero – ma davvero deluso – Miyuki Kazuya sembra proprio come le persone anziane, come quella parola che non dovrebbe mai dire, ma che è perfetta per Miyuki in quel momento. Non si fa remora per gridargliela in faccia: “Miyuki Kazuya sei un
rincoglionito!” e nel dirla a pieni polmoni sputacchia e si agita, le ditina indicano vari punti del suo disegno e ne spiega simbolo per simbolo.
“Non possiamo sposa
rci senza l'anello di fidanzamento e non possiamo mangiare neanche la torta. E poi tu devi indossare il vestito bianco!” e gli indica lo strambo triangolo che è chiaramente Kazuya in abito da sposa con i suoi occhiali, abbracciato da Eijun 
lo sposo col farfallino  che in ogni cuore ha messo tanto amore.
Gli occhi lucidi di Eijun diventano una e poi due lacrime
che si versano sulle belle guance diventate anch'esse rosse. “Sei tu non vedi? Hai i capelli marrone-pupu-di-cane, solo tu li hai di quel colore!”. Haruichi patta le spalle dell'amichetto, solidale al suo dolore e indignato con Kazuya tanto da riservargli una di quelle speciali occhiate Kominato prima di uscire dalla cucina e tornare al disegno che ha bisogno di un cuore, come tutto il resto del mondo ne avrebbe bisogno.
Miyuki Kazuya dal canto suo non ha parole né gesti giusti, solo un grande senso di colpa che gli ricorda che lui è l'adulto della situazione. Come può però dire a un bambino così onesto che due uomini non si sposano? Come può dirgli che non possono fidanzarsi, che Chris non ne sarebbe felice? Quel bambino non ha alcuna malizia, ha qualcosa di puro da offrirgli che ha colorato e riempito in un foglio bianco. Molte vite sono così nel mondo senza amore – fogli bianchi – che possono fare la differenza solo incontrando emozioni, incontrando colori, incontrando l'amore; quel bambino con il suo strambo disegno ricco di cuoricini ha dato forma a tutto quello che aveva dentro, a tutto quello che non sa né dire né scrivere, ma che è tutto quello che ha imparato in cinque anni di vita. Il piccolo Eijun gli sta insegnando quello che emeriti saggi, scienziati nucleari, politici esperti in qualsiasi legge e professori di questo cazzo non saprebbero mai spiegare, che razionalizzano e etichettano come sbagliato, quando di sbagliato c'è solo il mondo che non sa vedere con gli occhi di un bambino.
Kazuya prende in braccio Eijun, chiude il frigo con un fianco e recupera un simpatico fazzoletto profumato con l'ambiguo canarino Tweety: non ha nulla di saggio da dirgli, ma le cose importanti si devono dire ed ascoltare senza lacrime e senza il naso pieno di muco.
“Mi dispiace,
non avevo capito il tuo disegno, sembrava una torta”.
“Pe
rché dovrei abbracciare una torta? Mi sporco se l'abbraccio!” non può contestare una cosa tanto logica.
Dà un'occhiata a Haruichi in sala – impegnatissimo
nel disegnare un cuoree torna al cuoricino spezzato che ha tra le braccia.
“Tu non mi vuoi bene Miyuki Kazuya?”.
“Oh no Eijun, non è così”.
“Allo
ra sei stupido?”.
“Qualche volta, tutti noi più grandi siamo un po' stupidi”.
“A causa degli umo
ri cattivi?”.
Miyuki ha un sorriso tirato, non ha idea di cosa stia dicendo il piccolo festeggiato, non parla il linguaggio dei bimbi – neanche quello di tanti altri umani in verità, ma in particolare non quello dei più piccoli.
“Non sono di cattivo umore, cercherò di spiegartelo col baseball: sai cos'è un
home run Eijun?”..
Eijun annuisce, strofinando gli occhi che un poco gli pizzicano. Papà Chris è il coach della squadra chiamata Seido, lui sa tutto sul baseball e quel tutto lo insegna a lui giorno per giorno. “È quando con la mazza colpisci forte forte la palla e sparisce, così corri per tutto il campo e hai fatto un punto”.
“E sei d'accordo che è una cosa importante e davvero grande?” il bimbo annuisce, così Kazuya incalza: “e le cose così importanti non tutti possono farle, lo sai?” e Eijun annuisce ancora, togliendo la manina dagli occhi; lo sguardo torna curioso mentre guarda Miyuki che è stupido – e quattrocchi – ma anche bello bello, per questo merita tutti i cuoricini del suo disegno.
“Tu oggi Eijun hai fatto un
home run con quel disegno!”.
A Eijun sembrano parole bellissime e importanti, lui è intelligente quindi sa cosa sta facendo Miyuki: sta facendo un paragone. Eijun vuole mostrargli che è intelligente, così – quando si sposeranno – Miyuki potrà essere stupido quanto vuole, ci penserà lui a proteggerlo e ad essere intelligente al suo posto, è un buon compromesso.
“Quindi vuol di
re che il mio disegno è importante? Riconosci il mio talento!”.
“Ma certo, proprio così. E proprio perché il tuo disegno è come un
home run mi ha confuso un po'. Quando si inizia a giocare a baseball non si fa mai un home run, non capita mai, perché serve tanto tanto allenamento per farlo, serve tempo, serve che si diventi grandi e si impari prima a conquistare la basi, partendo dalla prima. Se un battitore alla sua prima partita, senza che conosca le regole, fa un home run non sa che deve passare dalla prima, poi dalla seconda e dalla terza base e tornare alla home base”. Forse è un discorso complicato, ma il linguaggio del baseball è universale, è un gioco che tutti possono praticare, gli sport sono belli per questo: parlano una lingua universale. Ed Eijun non lo delude – capisce – e annuisce, è un po' insicuro, ma cerca di fare il suo ragionamento: “bisogna prendere una base alla volta, così si capisce il baseball. Gli home run sono solo per campioni bravi bravi”.
“Esatto e così è l'amore, tutto l'amore che hai messo nel tuo disegno. Io non l'ho capito, perché devo ancora conquistare le basi, imparare a giocare secondo le sue regole e le devi imparare anche tu, perché è una cosa bellissima e grande e – per viverlo – dobbiamo conoscerlo bene entrambi”.
Per una volta Miyuki Kazuya non sembra tanto stupido; sembra tanto alto e tanto grande, ma se è di fianco a papà Chris diventa piccolo e da papà Chris ha tanto da imparare, esattamente come lui. Sembrava un risvolto triste quella torta e il disegno incompreso, ma Eijun sta realizzando che Miyuki Kazuya non è un caso così disperato e che quello non è un no: anche senza anello il suo compleanno può essere felice, in fondo è proprio tra le braccia della sua futura sposa-uomo.
Ma poi mi sposi?” domanda innocente e curioso, con due pozze d'oro che scintillano di speranze e che vogliono una sola risposta, affermativa.
“Pensiamo prima ad arrivare in prima base, ok?”.
Eijun è un bambino intelligente, per cui sa leggere i sottotesti ed è sicuro che quel tonto di Miyuki Kazuya non sarebbe così sveglio, non coglierebbe l'atmosfera, non farebbe mai la prima mossa. Per Eijun quello è un giorno speciale, sono i suoi cinque anni, sono un'età importante che merita il papillon al collo che – ancora una volta – controlla sia messo bene prima di tendere le manine al volto del baby-sitter e poggiarle sulle guance che si fanno rosse per l'occasione. Eijun è veloce e chiude – stretti stretti – gli occhietti per poi premere le sue labbra contro quelle di Miyuki. Dura pochi secondi
il contatto, poi Eijun fa scattare la testa all'indietro e riapre gli occhi illuminati di una nuova luce; mostra un sorriso ampio e bellissimo prima di urlare vittorioso: “prima base conquistata!”.
Miyuki Kazuya non lo dice, ma nonostante l'imbarazzante distanza di dieci anni tra loro quello era il suo primo bacio. I bambini della nuova generazione gli fanno paura, spera solo il prossimo anno non tenti la seconda base.
Eijun corre via da lui, ha molto lavoro da fare per il compleanno del fratellone Mochi, ma prima lancia ancora un'occhiata a Miyuki Kazuya: ha le guance colorate! Ride, ha un fidanzato ora, tutto sarà più impegnativo in questo quinto anno e il fatto che Miyuki Kazuya sia stupido complica le cose, ma Eijun può sorridere e ritenersi davvero fortunato, basta guardare Miyuki nel suo impacciato imbarazzo: sarà pure stupido, ma è dannatamente carino.




   
 
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