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Autore: giucri89    05/10/2017    2 recensioni
Il sogno di Kim NaNa è quello di diventare una segretaria di direzione ma non ama gli straordinari, in quanto persona pigra o come ama definirsi "a risparmio energetico". Al contrario Park ChanYeol è un tipo dinamico; è Chaebol di III generazione a cui sta stretto questo titolo. L'ultimo dei suoi desideri è, infatti, quello di sedersi in un ufficio tutto il giorno. il suo sogno è sfondare con la band da lui creata insieme ai suoi amici, gli EXO. Cosa succederà quando le strade lavorative di Nana e ChanYeol s'incontreranno? Soprattutto dopo un evento particolarmente imbarazzante che li ha coinvolti qualche giorno prima...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
 
 
Innumerevoli sogni crescono con purezza,
ma vengono calpestati.
Fioriscono sul quel muro
e guardano oltre il confine.
Dobbiamo distruggerlo
per poter trovare noi stessi.
Dobbiamo urlare più forte
e farci sentire ovunque.
Quando quella luce tenue
allontanerà le tenebre.
Ci risveglieremo, ci risveglieremo,
verso un nuovo mattino.
The Eve-EXO
 
 
- NaNa -
 
È un venerdì pomeriggio come tanti. Sono seduta sul mio divano a guardare inconsapevolmente quelle piccole persone che si muovono dentro ad uno schermo. Da quanto sono in questa posizione? Non credo di ricordarlo. Cosa sto guardando? Non credo di saperlo. I miei occhi guardano ma non sembrano voler mettere a fuoco l’immagine. Stanchezza? No, come potrebbe mai essere stanchezza? Non metto fuori piede da questa casa da giorni oramai. Che io stia diventando apatica? Purtroppo la mancanza d’impegni mi rende così. Semplicemente priva di vita. «NaNa-ya! NaNa-ya! Si può sapere dove sei?», sento una voce chiamarmi dal lungo corridoio che dà sulla porta d’ingresso. «Omma?», rispondo in maniera quasi meccanica. Devo averci indovinato perché subito la vedo spuntare davanti ai miei occhi, proprio in mezzo tra me e il grande schermo piatto che stavo guardando senza attenzione. «Insomma! NaNa-ya! Non so da quanto tempo sono davanti la porta a chiamarti! Si può sapere perché non rispondi?», non capisco perché debba alzare così tanto il tono di voce. Penso che avrebbe potuto fare, senza problemi, la cantante lirica. «Scusa omma, non ti avevo sentito», in fondo non sto mentendo, non l’ho sentita affatto aprire la porta. «Ma cosa stai facendo vestita in quel modo e perché continui a guardare quell’aggeggio tutto il giorno, eh?». Le accuse di mia madre potrebbero essere abbastanza fondate. Sinceramente non so più da quanto tempo indosso lo stesso pigiama e ho perso anche il conto delle ore passate davanti a quell’aggeggio, come lei lo definisce. Ma che altro posso fare? Circa tre mesi fa mi sono laureata in economia aziendale, con il massimo dei voti per giunta, ma questo forse non è servito poi a molto. Ho mandato curricula in tutte le aziende di Seoul, e credetemi, non sono poche. Nessuno, al momento, sembra aver bisogno di me. Quindi, quello che mi resta da fare è vivere in questa specie di oblio fin quando qualcuno non si deciderà a chiamarmi. Potrei, in effetti, fare qualcosa, i miei possiedono una caffetteria, il “Roses’ Garden”, proprio sotto casa nostra, ma è praticamente una vita che lavoro lì, non ne posso più di cupecakes, cheesecake, americano, red velvet e compagnia bella. La gente potrebbe definirmi una persona pigra, io, invece, userei tutt’altro termine. Sono semplicemente una persona a risparmio energetico. «Cosa succede omma? Perché sei qui?», quando non si sa come rispondere, la risposta giusta è porre un’ulteriore domanda, o perlomeno con mia madre funziona sempre. «Oh, sì, giusto. A pranzo tuo padre ha scambiato il tuo telefono con il suo ed è arrivata una chiamata da un’azienda. Park’s Enterprise se non sbaglio. Hanno detto che devi richiamarli subito sullo stesso numero», dice tutto d’un fiato. Aspetta stiamo calmi. Forse è semplicemente un caso di omonimia, una delle più grandi aziende di tutta la Corea del Sud non può aver chiamato me. Calma non entrare nel panico NaNa, ci deve essere un errore da qualche parte. Scatto subito in piedi, abbandono il tanto fidato e comodo divano che mi ha tenuto compagnia in questi tre lunghi mesi. Inizio a muovermi a caso a destra e sinistra, mi sto agitando troppo, accidenti! «NaNa-ya, calmati! È un’azienda importante per caso?», domanda mia madre in un misto tra l’incredulo e il sorpreso. «Omma, quest’azienda non è solo “importante” è la più “importante” del paese. Non so se te ne rendi conto! Oh mio Dio! Cosa devo fare?», è più forte di me, la mia agitazione è in modalità ON, ci vorrà un bel po’ per ritornare alla normalità adesso. «Intanto richiamali e vedi un po’ cosa volevano dirti, no?», cerca di tranquillizzarmi mia madre. In fondo, ha ragione, devo fare un bel respiro calmarmi e richiamare subito. Accetto prontamente il suo consiglio e mi ritiro nella mia stanza e cerco l’ultimo numero nelle chiamate arrivate nel mio cellulare. Premo il tasto chiama. Sta squillando. Calmati NaNa, calmati NaNa. «Kim NaNa-ssi? Buongiorno. L’avevo contattata qualche minuto fa», sento dall’altro capo del telefono. «Buongiorno, sì, sono Kim NaNa. Mi scusi per l’inconveniente di qualche minuto fa», devo mostrarmi quanto più gentile possibile. «Ahahahah, non si preoccupi, sono cose che possono succedere», ride? Iniziano bene se già quello che reputo essere uno dei miei superiori ride di me, sempre se voglia comunque offrirmi un lavoro, ma ormai ci spero davvero tanto. «All’incirca tre mesi fa abbiamo ricevuto il suo curriculum, ultimamente lo abbiamo revisionato e pensiamo che lei sia proprio la persona che faccia a caso nostro», non riesco a credere alle mie orecchie. «Davvero?», riesco solamente a pronunciare. «Sì NaNa-ssi. Sa, lunedì arriverà nel nostro centro commerciale Park’s, appartenete alla Park’s Enterprise, del distretto di Gangnam un nuovo CEO, quindi, abbiamo bisogno di una nuova segretaria di direzione personale che lo segua ovunque e organizzi il suo lavoro. Da quello che c’è scritto nel suo curriculum, lei sembra avere i requisiti adatti per questo lavoro, pertanto, le andrebbe di iniziare un periodo di prova di una settimana già da questo lunedì?», per un attimo rimango come bloccata, hanno bisogno di me? Una grande azienda come la Park’s Enterprise? Non riesco a crederci! «Sì, certo che sì», la mia risposta è un po’ troppo entusiasta, forse troppo anche per il mio interlocutore, che scoppia nuovamente in una risata fragorosa. Dal modo in cui ride sembra essere una persona simpatica. Ma cosa mi metto a pensare adesso? Scuoto la testa per allontanare stupidi pensieri e torno a concentrarmi sulle parole del mio interlocutore. «Bene, sono molto contento della sua pronta risposta. Scusi se non l’ho fatto prima, mi presento, io sono il responsabile del personale del Park’s, il mio nome è Kim JongDae. Le chiedo di cercare di me quando lunedì si recerà agli uffici del centro commerciale. Entro oggi le invierò le informazioni necessarie riguardanti la nostra azienda, il nostro centro commerciale e il nuovo CEO», mi dice prima di chiudere la chiamata. Non posso crederci! Il mio primo lavoro! In una delle più grandi aziende! Non posso crederci! In una vita passata devo aver salvato il paese. Corro subito da mia madre urlando «Ommaaaaaaaaaaa». «NaNa-ya?», risponde con l’aria di chi è stata sulle spine per tutto il tempo della telefonata. La abbraccio forte. «Omma! Mi hanno preso per un periodo di prova, se andrò bene durante questa settimana, potrò diventare la segretaria di un CEO importante! Omma! Sono così felice!», non riesco a trattenere la mia gioia. «Oh, figlia mia sono così felice per te!», afferma mia madre abbracciandomi a sua volta. Incredibile, fino a qualche minuto fa credevo che avrei passato la mia intera esistenza con lo sguardo perso nel vuoto, seduta nel divano di casa mia, e adesso? Adesso è tutto diverso. Finalmente avrò il lavoro per cui in questi anni ho faticosamente studiato! Sarò una segretaria di direzione di un grande CEO.
  
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