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Autore: Uptrand    06/10/2017    5 recensioni
Un vecchio nemico si fa avanti minacciando nuovamente la galassia, intanto su Noveria, sotto il ghiacciaio di Barbin i lavori procedono. Olivia Williams Shepard sarà ancora chiamata in azione per cercare di risolvere la situazione.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Durand sorrideva divertito, dietro quella che era stata la scrivania dell’ufficio privato di Dasha ad Avalon. I suoi “soci” che occupavano Noveria l’avevano informato degli ultimi sviluppi.
Sul pianeta era guerra aperta tra i mercenari da loro chiamati e i dipendenti della multiplanetaria. Perfino le cupole abitative venivano fortificate con strumenti di fortuna. Alcune erano state abbandonate e date alle fiamme.
Ai mercenari era stato data mano libera, potevano saccheggiare, uccidere e violentare quanto più gradivano. Loro avevano chiesto altri rinforzi, gli ex-membri di Divisione N sapevano combattere e avevano avuto perdite. La sua risposta era stata « Mettete questo annuncio “ Tutti i mercenari della galassia sono i benvenuti su Noveria, non sarete pagati ma potrete portarvi via tutto ciò di cui riuscite a impossessarvi. “ »
Da quel momento un flusso povero e costante di mercenari si era riversato su Noveria, non i grandi gruppi mercenari che volevano pagamenti sicuri. Ma piccole bande o singoli individui in cerca di un bottino facile. I vuoti tra i mercenari venivano così riempiti e il loro numero aumentava, non quello dei loro nemici.
I suoi soci erano preoccupati che tutti quei mercenari avrebbero potuto fare qualcosa di inaspettato. Lui gli aveva fornito la soluzione perfetta.
Avrebbero abbandonato il pianeta con non solo le ricchezze su cui avevano messo le mani ma anche col bottino personale dei mercenari. Non c’era nemmeno motivo di temere una ritorsione. Presto chiunque fosse sul pianeta sarebbe morto.
La fiducia nella tecnologia a eezo 19 della Noveria Corps era calata, bastava un singolo colpo e, grazie al disastro dell’assalto alla Cittadella e alle false informazioni sull'efficacia di essa che aveva messo in giro, il Consiglio avrebbe deciso di abbandonarla.
Non avrebbero potuto fare diversamente. Non quando la popolazione impaurita per il disastro che presto avrebbe distrutto Noveria, imputabile ad essa, ne avrebbe chiesto l’abbandono.
L’idea gli era venuta accortosi che stava impiegando troppo tempo per violare il sistema centrale della Noveria Corps, ormai dubitava che qualcuno ci sarebbe riuscito. Ci aveva provato anche lui, senza successo.
Così se lui non era stato in grado di scoprire dove gli impianti per la creazione di eezo 19 erano in costruzione oppure funzionanti, visto che la sua disponibilità era aumentata. Non rimaneva altro da fare che convincere il nemico stesso ad abbandonarla. 
Inoltre, a dispetto dei suoi tentativi per ritardarne la realizzazione una flotta armata con eezo 19 era finalmente pronta. Non trovando altre soluzioni, il Consiglio e i vertici militari avevano proseguito in quel progetto.
Lui sorrise all’idea che presto, sconvolta dalla paura quella popolazione che dovevano proteggere si sarebbe impicciata di cose che non comprendeva, costringendo i propri capi che erano nel giusto a percorrere una via sbagliata. « Disgustosi esseri primitivi, ridicolo lasciare la galassia a essere così stupidi. Proprio vero il detto “ Il popolo è bue” »
Lui aveva già pronto un discorso in cui ammetteva che il precedente presidente Dasha Weaver, aveva celato informazioni sulla sicurezza della tecnologia e che lui quando l’aveva scoperto aveva preferito tacere confidando che tutto sarebbe andato per il meglio.
« Che meravigliosa apocalisse! » gridò entusiasta, la distruzione di Noveria avrebbe portato l’economia galattica in recessione: la Weaver aveva aumentato di molto il numero di industrie sul pianeta per motivi di tasse e controllo. Di fatto due industrie su tre venivano allestite su Noveria. Quella che rimaneva era l’obolo, a volte, da pagare ai politici. Salvare posti di lavoro era un buon modo di farsi pubblicità.
Per quanto la Weaver avesse preso precauzioni, come l’assicurazione sancita su Caninea con il protettorato Volus per combattere i disastri, questa volta essa sarebbe stata troppo grande per farci qualcosa.
Il suo unico rammarico era che doveva aspettare i tempi e il volere dei suoi soci.
Il momento sarebbe stato l’arrivo di navi militari e dell’Agenzia N7 preposta alla sicurezza dello spazio, avevano il compito di riportare la calma sul pianeta e garantire la ripresa delle industrie.
Appena fossero sbarcati…Durand mimò un'esplosione con le mani, per il Consiglio lo smacco sarebbe stato durissimo. Avrebbero perso una forza militare e la persona che loro avevano appoggiato come presidente onorario per dare una guida alla Noveria Corps, usando leggi studiate ad hoc per le situazioni di crisi che coinvolgessero società coinvolte nella sicurezza, ne sarebbe stato il responsabile.
All’ultima riunione con il Consiglio era stato pesantemente rimproverato per la sua incapacità a tenere il controllo della compagnia, il consigliere turian Deos gli aveva chiesto « Cosa l’è saltato in mente di portare dei mercenari sul pianeta? A me sembra che la prospettiva di uno scontro a fuoco fosse solo questione di tempo.»
Lui si era giustificato dicendo che i mercenari erano arrivati perché i dipendenti si rifiutavano di lavorare e avanzavano pretese, dando luogo a disordini. I mercenari erano li per sedare gli animi e aveva aggiunto
« Voglio farvi notare che i dipendenti su Noveria, sono diversi dagli altri sparsi sulla sedi di Palaven, Thessia ecc… quando la Noveria Corps è stata fondata erano dipendenti di altre aziende che mantennero il proprio lavoro. Su quei pianeti c’e abbondanza di manodopera, ci sono leggi chiare e una forza di polizia disciplinata. Su Noveria la Weaver seguì un criterio diverso. Sfruttando l’anomalia legale in cui si trova il pianeta, per i progetti che aveva in mente richiamò e assunse persone ricercate o in fuga, in ogni caso con gravi fatti alle spalle, infischiandosene di cosa avessero fatto a patto che fossero utili alla compagnia. Non so se avete mai sentito la frase “ Non ci sono santi su Noveria”, questa è diffusa sul pianeta per indicare come tutti abbiano un passato criminale. Io sono il presidente, la mia politica è diversa da quella della Weaver, quelle persone non l’hanno accettato. » In qualche modo se l’era cavata invertendo le colpe di mercenari e dipendenti.
Tevos fece una domanda « Lei sta per sposare Isabella, congratulazioni. Per favore ci spieghi questa farsa, eviti d’inventare scuse. »
Lui sorrise « Va bene… non è un matrimonio d’amore, solo di affari. Si è presentata a me, dopo una discussione accesa le ho offerto un accordo. Le avrei concesso quello che voleva, in cambio mi avrebbe aiutato a rinforzare la mia posizione. » Lui ebbe la sensazione che Tevos lo scrutasse.
« Capisco. » Fu l’unico commento della consigliera asari.
Quell’ultimo ricordo lo fece voltare, Isabella inginocchiata e impassibile sembrava meditasse a occhi chiusi. In maniera infantile gli venne in mente un dispetto. Prese un sopramobile e glielo tirò, senza voltarsi lei parò con palmo della mano. Quindi si alzò e andò in bagno, l’unica libertà di cui godeva. Dietro di lei, la catena che la legava e tratteneva tintinnava.
Lui si alzò di scattò,  correndo verso il bagno ed entrando, lei lo guardò inespressiva. Ma l’odio nei suoi occhi era evidente, eccitante. Divertito Durand s’inginocchiò e disse « Coraggio, se devi farla inutile trattenersi. »
Senza esitazione ne imbarazzo Isabella, il suo sesso era in mostra agli occhi del falso Durand, fece quello che doveva.
« Non te ne frega niente, vero? Potresti camminare nuda per strada e mostrare la stessa altezzosità di una regina alla sua corte. » commentò lui. Quasi a insulto Isabella sbadigliò.
Cominciava a capire perché il vero Durand amasse picchiare e denigrare le donne, doveva ammettere che avere alla sua mercé una donna come Isabella era eccitante. Il suo disprezzo per lui lo era.
Ma doveva fare attenzione, aveva notato che indugiava sempre di più  nei ricordi del vero Durand. A volte aveva dei dubbi su quali fossero i suoi e quelli copiati.
Bussarono al suo ufficio, infastidito dal dover interrompere il suo divertimento andò a vedere cosa succedesse. Era Norrow, il salarian da lui nominato direttore della Terra per la Noveria Corps.
« Il direttore Osmin è qui e non è solo. » annunciò.
Andò ad accoglierlo, aveva visto le dichiarazione del turian alla televisione, si era chiesto come mai non si fosse presentato già alla sua porta. Adesso gli era tutto chiaro. Con lui la direttrice di Sur’Kesh, Slay. In bocca una classica pipa del suo popolo. Dietro di loro i direttori. Il direttorato si era riunito e non secondo i suoi piani.
Con quella voce poco adatta alle riunioni Osmin urlò « Durand! Merda! Porta qui il vicepresidente e vattene. » con calma s’incamminò verso  il turian e gli altri direttori. Passò davanti a un orologio da parete e notò l’ora. Il rapporto quotidiano sulla Weaver non era ancora arrivato. “Dannazione” pensò quello era decisamente più importante, ma al momento non poteva occuparsene.
« Il direttorato si riunisce qui ed oggi! Sarà meglio che in sala conferenze tu sia più che convincente. » tuonò Osmin.


***** 


Da qualche parte a Washington DC, il Consiglio in esilio della Cittadella era in riunione. Ma nessuno parlava, sembravano in attesa.
« Per favore De Falco, ci ripeta perché ha liberato quello che rimaneva di squadra X e questa volta eviti di saltare una parte. » disse Tevos.
Tranquillamente lo fece « Sono stata contattata dalla direttrice Cristina Balestrieri, mi ha detto che liberarli avrebbe aiutato a risolvere i problemi interni della compagnia. Come ulteriore incentivo ha aggiunto che sarebbe stata ben lieta di appoggiare la mia candidatura a primo ministro dell’Alleanza, in base agli accordi che avevo preso con la Weaver. »
« Intrighi dentro ad altri intrighi. » Ccmmentò Jerod, il consigliere salarian. Non era una critica, solo un osservazione.
« Sistemarli…» dichiarò sarcastica il consigliere quarian Nine’Fogar va Sozal «Dubito che una sola persona tra i presenti sia in grado di farlo. Di sicuro non Isabella, è sparita dall'ospedale per ricomparire a Toronto. In mezzo quello che è stato nominato dalla stampa “Il carnaio del Casinò Putin” di Leningrado. 92 morti in una notte tra personale dell’albergo e turisti. Dalle ricostruzioni, qualcuno ha cominciato a uccidere i criminali che gestivano il locale, questi hanno cominciato a sparare incuranti della presenza di altre persone. Secondo voi …»
« È stata lei, su questo non ci sono dubbi » - dichiarò Deos - « La tempistica tra il suo risveglio e la carneficina non lascia dubbi, poi c’è il modo in cui sono morte. Tutte colpite da una lama incredibilmente affilata. Mi sfugge però il senso di questo massacro. »
« Non deve averlo » - Commentò Bakara - « Senza la Weaver, Isabella è priva di qualcuno che la controlli. Immagino abbia solo dato sfogo alla sua vera indole, allo stress. Non è mai sembrata interessata ai soldi e al potere. Ha davvero accettato l’offerta di Durand? Poi c’è lo strano tentativo di rapimento delle ragazze Weaver alla fondazione Lawson, si parla volessero rapirle per ottenere un riscatto. Ci credo poco. »
« Pensate sia il caso di denunciare Isabella alle autorità? » chiese Jerod-
« È un crimine commesso da un’umana in territorio dell’Alleanza,  Il Consiglio non ha niente a che vedere. Lasciamo siano le autorità competenti ad occuparsene. » dichiarò Tevos, gli altri annuirono.
« Cosa vogliamo fare per i problemi interni della Noveria Corps? Davvero c’è qualcuno che può trovare una soluzione? » domandò Nine.
Nessuno parlò scrutandosi fra loro. Durand su una cosa aveva ragione, gli uomini su Noveria avrebbero obbedito a una sola persona.
« Tra diciotto ore la flotta diretta a Noveria sarà a destinazione. Per adesso aspettiamo l’evolversi della situazione. Chissà se la Weaver si farà viva in tempo. »
« Ritenete che ricomparirà? È viva? »  chiese nuovamente la consigliera quarian.
« Tra le azioni di Isabella e le parole della Balestrieri ho qualche dubbio. Se ho ragione darò alla Weaver la possibilità di risolvere la cosa a modo suo, a costo zero per il Consiglio. »
Fissò un orologio nella stanza, il tempo avanzava inesorabile.


*****


« Calmati Cristina! » disse quasi implorò Bellamy, abbassandosi per evitare un vaso.
« Come sarebbe che il presidente Weaver non è qui? È andata a dare l’assalto ad Avalon senza di me! » e digrignò i denti in un attacco di nervi.
Bellamy doveva ammettere di essere divertito e stupito, non aveva pensato che quella donna nascondesse tutta quella energia. La bloccò per i polsi, quando prese dal muro un piatto commemorativo.
Lacrimoni le bagnarono il volto che si arrossava per il pianto « Il presidente pensa che io sia inutile » cominciò un piagnisteo di cui non si vedeva la fine. Lui cercò di rincuorarla.
Esasperato e imbarazzato il pover uomo cedette « Forse riesco a rimediare una navetta per Toronto. »
Cristina sorrise, manipolare gli uomini a volte era proprio facile.

*****


Meng Durand si era chiesto come potesse essere una riunione dei direttori. Era un caos. Osmin urlava, Slay fumava la sua pipa e sembrava comunicasse in base alle boccate che dava e Myr era composta come una statua. Gli altri direttori gridavano, sostenendo ognuno la propria fazione o idea
Poi c’erano i cinesi, i nuovi dipendenti di Avalon. Li aveva chiamati per avere dei propri sostenitori in sala ed erano impegnati a litigare coi direttori. Ma soprattutto molti di loro erano armati. Sarebbe stato una buona occasione per spazzare via un tassello importante della Noveria Corps. Un simile gesto però era ingiustificabile, questo lo tratteneva.
Tra i presenti anche il signor Wee Luu, che era giunto a Toronto il giorno prima per ringraziare il nipote dello splendido regalo che gli aveva fatto.
Cristina Balestrieri in catene era un magnifico dono, presto sarebbe tornato a Città del Messico per torturarla ancora.
Norrow lo affiancò e disse « Abbiamo un problema. »  e mostrò alcune immagini della sicurezza esterna. Una piccola folla si era raccolta tutta attorno al perimetro del parco che aveva in Avalon il suo centro. Erano i dipendenti che lui aveva licenziato, si chiese se fosse un idea di Osmin, di qualche altro direttore o magari un movimento autonomo una volta saputo che i direttori si erano riuniti. Con loro era arrivata anche la stampa. Dopo questa comunicazione il salarian si allontanò, lui non si curò della cosa.
 
« Sunt ci siamo? » chiese Dasha.
« Ecco fatto, fortuna che mi sono preparato delle “scappatoie”. Il sistema di Avalon è nostro.»
Davanti a loro il montacarichi del palazzo che si affacciava sul “percorso” sotterraneo di Toronto si aprì, Humvee vi preso posto. Erano arrivati senza problemi in Canada, portandosi dietro anche l’auto di Makarov.
Li portò al garage interno dell’edificio.
« Chi è? » urlò una guardia, Makarov premette l’acceleratore. Uccise l’uomo sul colpo quando lo schiacciò tra il muso del Humvee e il muro.
« Corazzato? » chiese Dasha scendendo, notando come l’auto non avesse riportato danni.
« Solo un piccolo scudo, sul modello che usano le navi. Altrimenti avrei dovuto cambiare la carrozzeria e non sarebbe stata originale. Per questo in Messico non ha subito danni.» spiegò lui.
« Sunt aspettaci qua, fornisci supporto tattico. »
« Agli ordini Dasha. »
« Molto bene, è ora di licenziare il signor Meng Durnad. » Dasha con Makarov, Libusia, Sradark si preparava a riprendersi quello che l’aspettava.


*****


Isabella era impaziente, l’ora indicata da Dasha si avvicinava. Presto l’avrebbe rivista e ucciso Durand. Questa volta non avrebbe fallito. Riusciva a stento a mantenere la sua eccitazione. Vicino a lei il generatore di campo nium, mandava strani rumori. Isabella brillava di potere biotico, il generatore a stento lo conteneva.
Sebbene smorzato udì il rumore di colpi d’arma da fuoco. Corse verso la porta a quattro zampe per guadagnare un metro in più, sembrava un cane pronto a festeggiare il ritorno del padrone. Non sentiva l’odore di Dasha, non si soffermò a pensarci.
La porta si apri, Norrow entro trascinando un cadavere. Isabella ne fu profondamente delusa, si mise in un angolo a mugugnare. Sapeva che il salarian era un alleato, ma francamente non gliene fregava un tubo. Lei voleva Dasha.
Il salarian intanto porto dentro un secondo cadavere e volgendosi verso Isabella « Vicepresidente, un omaggio. » Così dicendo aprì una cassa militare. Al suo interno un'armatura da phantom, di quelle fatte su misura per lei.
Con vero sollievo accolse lo spegnimento del generatore e la liberazione dalla catena. Ancora maggiore fu il suo piacere quando impugnò le spade. Nebbia del caos, la katana lunga nella mano destra, Fuoco di distruzione, la katana corta nella sinistra. Un leggero sibilo si diffuse nell'aria, quando le provò dopo tanto tempo. Come lei, le sembrò che quelle spade fossero eccitate.
Dalla cassa militare prese anche un piccolo contenitore metallico riversandone il contenuto in bocca. Una miscela attentamente studiata di eezo puro e sabbia rossa. Una persona normale sarebbe morta, ma non avrebbe neanche potuto ospitare l’isotopo 19 nel proprio corpo. Una piacevole sensazione di calore la avvolse, nel sentire i suoi poteri che si risvegliavano.
Poi si mise a sedere, doveva aspettare il segnale di Dasha. Norrow sparì per ritornare da Durand. Solo in quel momento si ricordò dei sui capelli. Stavano ricrescendo, ma erano ben lontani da essere la chioma fluente di prima. Si chiese se sarebbe piaciuta lo stesso a Dasha.


*****


« Tacete tutti! » non era nemmeno stato urlato, ma il tono di gelido comando con cui era stato pronunciato fece si che si impose sopra le voci delle decine di persone che urlavano in sala. Per una parte dei presenti, quel tono era inconfondibile.
Tutti si voltarono verso l’ingresso della porta. Un gruppo di quattro individui era appena entrato.
Makarov con voce alta e decisa urlò « In piedi! Il presidente della Noveria Corps, Dasha Weaver, fa il suo ingresso. »
Lei si tolse il casco, mostrando a tutti il suo volto. Durand era furioso, sorpreso.
« Meng Durand! » disse lei avanzando nel corridoio, voleva batterlo al suo stesso gioco. Non solo ucciderlo ma umiliarlo.
« Lei è ufficialmente morta! Non ha più le sue azioni! » gridò egli in risposta.
« Vero! Tutto ciò che possedevo e passato legalmente alle mie eredi: Alexya, Trish e Diana Weaver. Per chi non lo sapesse le ho legalmente adottate come mie figlie. Ma ha ragione, sono morta per la legge. Ho perso i diritti legali che avevo su di loro. A chi vanno allora? A un'unica persona, al secondo tutore legale riconosciuto. »
« I-SA-BEL-LA!» Urlò. Una luce accecante abbagliò i presenti. Fu come se un fulmine avesse colpito la sala, l’energia liberata era tale che dall’armatura da phantom si alzava fumo.
Dasha la afferrò per la vita, tirandola a se, con l’altra mano quasi le strappò il casco. La baciò appassionatamente, venendo ricambiata in ogni istante. Quando si staccarono, con dispiacere di Isabella quel bacio aveva avuto vita breve, un lieve filo di saliva univa ancora le loro bocche.
« Dopo mi spiegherai questo nuovo taglio e perché puzzi. » commentò Dasha.
« Occhio? » disse Isabella, accarezzandogli la benda «  Sto bene. » fu la risposta.
Dasha urlò « Durand sentiamo che ne pensa colei che detiene la maggioranza. » dovette trattenere Isabella quasi facendosi male per impedirle di attaccare. Un motivo in più per concludere alla svelta. Il phantom aveva notato anche Libusia, al momento non le interessava.
« Isabella devi scegliere il presidente della Noveria Corps. Di il suo nome per intero, che tutti sentano. Chi è il presidente della Noveria Corps? »
La domanda le sembra davvero stupida, tante che per un attimo pensò a uno scherzo. Capì subito che non lo era. « Dasha Weaver! » Tutti in sala la udirono.
Myr si alzò, perfettamente composta ed educata. Apparteneva a un antica famiglia asari, non aveva avuto nessun contatto col mondo del crimine e volendo non avrebbe neanche avuto bisogno di trovare un qualsiasi lavoro. Una vera eccezione tra i direttori. « Signora Weaver… » chiamandola formalmente come esigevano le buone maniere in una situazione ufficiale «  …penso ci sia un ultimo dettaglio per dissipare ogni dubbio. »
Dasha ebbe una lieve fitta al suo occhi sinistro ancora bendato, ma adesso che era in una sede della Noveria Corps faceva molto meno male. Sapevo però di aver chiesto già troppo quando aveva contattato Isabella dal Messico, in teoria non avrebbe mai dovuto usare quel sistema fuori da Caninea.
La voce del IV del palazzo risuonò nella sala « Presidente Dasha Weaver, ben arrivata ad Avalon. Le auguriamo un felice soggiorno. »
« Direi che non si cono più dubbi su chi abbiamo davanti. » commentò Myr « Ben arrivata, signor presidente. » dichiarò chinando il capo come saluto
Tutti i direttori la imitarono. Rivolgendosi al capo della mafia franco-cinese di Marsiglia, Dasha aggiunse « Wee Luu si consideri morto .»  il vecchio cinese sbiancò in volto. Sembrò quasi avere un colpo apoplettico, bava gli colava dalla bocca e farfugliava cosa incomprensibili. Puntò un dito verso Dasha.
« Non sembra felice di rivedermi » disse una voce alle sue spalle.
« Cristina! Che ci fai qui? » chiese Dasha sorpresa, voltandosi
« Io…uff…mi manca il fiato…ho fatto i piani di corsa…Bellamy è dietro con le guardie…uff… presidente questo è il mio palazzo, è stato ingiusta a lasciarmi indietro. » disse con le mani china sulle ginocchia. Non era abituata a tutta quell'attività fisica. Makarov gli fu a fianco « Ordini direttore e avrà subito la testa di quel bastardo di cinese. »
« Taci Makarov. Un massacro sulla Terra va spiegato. Non ne voglio uno nella mia sede. »  lo ammonì lei « Signor Wee Luu è pregato di andarsene. » - e rivolgendosi a Dasha - « Signor presidente, la prego di lasciare gestire a me il rapporto con i marsigliesi. »
« Immagino che il tuo debito con loro sia maggiore del mio. Ma voglio una soluzione definitiva. »
Wee Luu intanto si stava riprendendo, riuscendo a dire finalmente qualcosa di comprensibile. « Uccidetela »
I cinesi si mossero, estrassero armi. Fili azzurri fendettero l’aria. Affilati come rasoi tagliarono ogni cosa sul loro camino. Diversi cinesi persero qualche arto, alcuni la vita.
Makarov come tutti alzò lo sguardo verso l’alto, seguendo a ritroso i fili che si stavano raccogliendo «Dunque eri li? »
Attaccata al soffitto come un insetto un asari, a contraddistinguerla un armatura grigio roccia e su essa il grado di maggiore, pitture blu in volto. Lo stesso colore di quelle di Myr. Sul dorso della mano quello che sembrava un rocchetto di fili.
Dimostrando un'elevata agilità e buon uso dei suoi poteri, saltò giù toccando il pavimento senza problemi. « Esibizionista. »  fu il commentò del gigante russo.
« Dovresti chiamarmi “Signore”, caro il mio “Capitano Makarov Volkov”, o forse no…sbaglio o ti hanno licenziato? » disse sbeffeggiandolo.
« Divertente, potresti uccidermi dal ridere Irixa. »
Irixa Ledase, asari, capo della sicurezza per conto del direttore Myr su Thessia. In questo caso Divisione N si caratterizzava per essere composta solo da asari. Il motivo era semplice. Su un pianeta diviso in repubbliche in guerra fra loro, in cui le battaglie venivano secondo regole rigidissimi, Myr metteva a disposizione le truppe di Divisione N gratuitamente ora a servizio di un repubblica, adesso di un'altra. Ottenendo continui vantaggi politici o economici.
Intanto Osmin, Myr e Slay si erano avvicinati al gruppo della Weaver « Presidente, vice, Cristina… pare che qualcuno abbia perso il suo seggio da direttore. » - prima che lei potesse rispondere - « Ti chiederei di aprire la vetrata alle spalle del “fu presidente” Meng Durnad. Eviteremo inutili costi di riparazioni. »
Slay diede due veloci pipate che sembravano un si, Cristina aprì la bocca per chiedere spiegazioni che le finestre andarono in frantumi.
Soldati in grigio roccia fecero irruzione, il simbolo accanto a quello che la compagnia  li identificava come truppe di Sur’Kesh. Questo era un kedan colorato di bianco, un uccello predatore nativo del mondo dei salarian.
I presenti furono circondati, alla spalle di Durand, in volo comparve una cannoniera a guidarla Lustin Caelu responsabile della sicurezza della direttrice Slay.
« Una cannoniera….nel centro di Toronto….grandioso. Mi chiedo come la spiegherò…potevate portare un pellicano. » protestò Cristina decisamente contrariata.
Un imponente rombo di motori invase l’aria, sembro che il palazzo tremasse. « Questo sono i miei. » affermò Osmin.
« Che diavolo hai fatto? » domandò la direttrice della Terra, il tono era tagliente.
« Ho fatto circondare il palazzo tramite uno sbarco aereo da un Pellicano, in questo momento stanno ripulendo il palazzo partendo dal basso. » Spiegò Osmin.
« Turian idioti pazzi militaristi! » urlò Cristina e prendendo da Makarov un comunicatore « Qui è il direttore Cristina, ogni forza di Divisione N dentro e fuori al palazzo è hai miei ordini adesso. Chiunque voglia abbandonare il palazzo è libero di farlo. Non voglio morti, questo è un ordine approvato dal presidente Weaver in persona. » e restituì il comunicatore. Se non ubbidivano dopo aver sentito il nome del presidente era inutile attendere una risposta. Dasha non intervenne, era una faccenda tra i suoi direttori.
« Signor Wee Luu, le consiglio di andarsene. » urlò Cristina.
« Ora basta! » - gridò Durand - « Dovrò risolvere la cosa personalmente mi pare. » 
Due ampi squarci gli si aprirono in testa. Norrow si era avvicinato e aveva fatto fuoco con un'arma nascosta. Durand si girò di scattò afferrandogli e spezzandogli l’esile collo. Tutti attoniti guardarono in sala quell’uomo con un ampio buco in testa che non moriva.
« È ora di mostrare il tuo vero volto » disse Dasha.
Lui aveva un'espressione felice « Con immenso piacere, deliziatevi dell’opera suprema dei miei divini creatori Xalielt. »
« Che i direttori evacuino! » ordinò Dasha, solo il personale militare rimase in sala. Loro e i quattro grandi direttori, incuriositi dalla situazione e per niente intimoriti.
Un giorno quello a cui stavano assistendo, sapere la verità, sarebbe potuto tornare utile.
Durand cominciò a mutare, le sue dimensioni quadruplicarono, il suo nuovo aspetto era  quello di un essere amorfo dai tratti umanoidi. I cinesi che avevano già perso l’iniziativa scapparono via, abbandonando la sala.
« Uccidetelo! » ordinò Slay, togliendosi per un attimo la pipa dalla bocca.
I grigio roccia fecero fuoco, così la cannoniera. Quell’essere assorbì ogni colpo senza problemi. Si erano portati equipaggiamento standard, non quello a eezo19.
Senza voltarsi una cuspide metallica partì dalle sue spalle, colpendo la cannoniera a uno dei motori e facendola precipitare. Il pilota riuscì giusto in tempo a lanciarsi fuori, cadendo nella sala.
Lanciò due granate fumogene, sfruttandone la copertura riuscì a evitare un secondo attacco di diverse cuspidi. Si riunì al gruppo di Dasha « Capitano Lustin Caelu, ci sono difficoltà. Capitano, maggiore lieto di rivedervi. Ordini?  »
« Che diavolo è quella roba? » gridò Bellamy, arrivando in quel momento.
« Non ha importanza, basta che muoia.»  tuonò una turian con le pitture facciali bianche vicino a lui. Alle loro spalle soldati fecero fuoco con lancia missili.
« È arrivata anche Rumia. » disse a mo di saluto Irixa, Makarov salutò con un più formale « Colonnello Varmus. »
« Più tardi mi spiegherete che sta succedendo. » - fu la risposta della turian - « Signor presidente, dopo vorrei sentire la storia intera. Fuoco a volontà uomini! »
Centrarono il bersaglio, ma le ferite si richiudevano subito, non vi erano danni evidenti. Parti dell’essere che si erano staccate si muovevano per riunirsi ad esso.  I soldati della Noveria più vicini caddero uccisi da quella cosa.
 
L’essere allungò un braccio verso di loro,  da esso emersero decine di cuspidi pronte ad essere lanciate. Due lame di luce biotica tagliarono l’arto in tre parti fino alla spalla, la creatura urlò. Davanti a lui Isabella sorrideva maligna, un alone cremisi l’avvolgeva. Dasha le aveva dato il permesso di scatenarsi. Le sue spade erano di colore rosso incandescente. Si rimise il casco .
Era seccata per non essersi era ancora ripresa, non riusciva a materializzare la sua armatura biotica e avvertiva che controllare i suoi poteri era più difficoltoso del normale.
Il braccio danneggiato si riparò istantaneamente, ma prima che l’essere potesse tentare un'altra reazione Libusia  e Sradark gli furono addosso colpendolo alle gambe. Parve non risentire del danno, altri cuspidi si originarono dal suo corpo per difendere e attaccare. Il krogan venne ferito, ma la biotecnologia in esso lo guarì rapidamente.
Isabella apparve alle spalle della creatura con un teletrasporto, ne eseguì tre in rapida successione colpendolo alla nuca, schiena e all'inguine.
Come toccò il suolo lanciò un doppi fendente verso l’alto, proprio in mezzo alle gambe di quella cosa. Voleva tagliarlo in due. Non ci riuscì, il colpo arrivò solo  all’altezza del petto prima che la su energia si disperdesse. Isabella bestemmiò scocciata.
Dasha intanto stava dando ordini aiutata dai militari presenti, avere Tetrius in quel momento le avrebbe fatto comodo. Gli attacchi di Isabella parevano gli unici veramente efficaci, ma le era venuta lo stesso un'idea.
« Non attaccate quell’essere, colpite le parti che si staccano da esso. Impeditegli di ricomporsi. Le truppe con lanciamissili continuino l’attacco al corpo principale. »
Così Libusia, Sradark e Isabella continuarono il loro attacco con copertura dei razzi. Il resto dei soldati in grigio roccia colpiva le parti più piccole dell’essere che a ogni attacco venivano separate. Non riuscivano a distruggerle. Ma sparandogli, schiacciandole, calpestandole cercavano in ogni modo di neutralizzarle.
Durand percepiva che ad ogni attacco di Isabella perdeva cellule, ma non gli importava. I suoi creatori gli avevano fornito un elevato numero di esse, in eccedenza. Solo poche decine morivano, le altre si muovevano per ricomporsi.
 
Isabella comparve affianco a Dasha, «  Qualcosa non va. » dichiarò il phantom.
« Problemi? »
« Percepisco la presenza di eezo, ma anche se sono in “rosso” sembra che non ci sia differenza. » Si chinò a terra  e prese in mano un pezzo di Durand.
« Che vorresti farci? » chiese Dasha.
Senza rispondere Isabella lo mise in bocca e cominciò a masticare. Chiunque la vide rimase allibito.
Un istante dopo sputò tutto « Che sapore rivoltante…Ahi, mi hai fatto male.» si lamentò con Dasha che l’aveva colpita alla nuca che le disse « Non fare mai più qualcosa di così stupido…potrebbe essere velenosa. Ci hai capito qualcosa? »
Il phantom annuì « Si, il maledetto è pieno di eezo. È solo ben nascosto. Devo consumarlo come ho fatto con questa porzione.» la parte che aveva masticato e sputato era al suolo inerte. Aveva smesso di muoversi.
Isabella rinfoderò le spade, ma si tolse i guanti « Ci vorrebbe troppo tempo con queste, francamente ho voglia di chiudere in fretta per accoccolarmi con te. Dobbiamo anche recuperare le ragazze. Spadino sicuramente si sentirà solo. »
In quell’istante Dasha si chiese che fine aveva fatto il cane di Isabella. Non lo vedeva da un bel pezzo. Il phantom sparì, apparendo proprio in faccia all’essere tirandogli un pugno col destro intriso di energia biotica. L’essere parve avvertire il colpo, distratto da esso Isabella affondò in esso la mano sinistra e liberò il proprio potere.
Ogni cellula conteneva un debole nucleo di eezo, la collaborazione fra miliardi di esse sopperiva alla carenza energetica di una singola cellula. Ma uno a uno un nucleo era ben poca cosa.
L’energia di Isabella si trasmise da una cellula all’atra, i nuclei cellulari a eezo impazzirono a contatto con l’energia dell’isotopo 19. Inizio un processo forzato e accelerato di conversione nel raro isotopo. Reazione troppo violenta per loro, molti nuclei esplosero decretando la morte per la cellula.
L’essere si contorse precipitando al suolo, costringendo Isabella a lasciare la presa per non essere schiacciata.
« Impossibile » disse parlando per la prima volta da quando aveva assunto il suo nuovo aspetto « Io sono stato creato per esserti superiore. »
Si lanciò in un attacco fisico, Isabella lo evitò senza problemi. Comprese subito il suo errore. Il nemico stava puntando su Dasha.
Irixa bloccò un attacco costruendo una cupola con i suoi fili biotici, ma andò subito in frantumi. Fu allora che Sradark arrivò da dietro, colpendo con un martello krogan preso in prestito a un caduto facendolo schiantare a terra.
Al Durand mutato sfuggì un profondo ruggito di rabbia, più rapido di quanto sembrasse afferrò il krogan con una mano enorme, stringendolo in una morsa ferrea tanto violenta da fracassarne le ossa e trafiggendolo con decine di cuspidi originate dal palmo .
L’essere si rialzò, scagliando alle sue spalle il corpo devastato e riprendendo ad avanzare.
« Weaver muori! » gridò a lei, ora così vicina. I quattro ufficiali della sicurezza la circondarono, Dasha sorrise divertita  « Ci puoi provare, ma non riuscirai neanche a sfiorarmi. »
Un doppio fendete biotico, lanciato dall’alto e alle sue spalle, lo tagliò in metà per la sua lunghezza. Isabella con i suoi poteri si era librata in volo e mentre cadeva osservava. Se era tagliato a metà, quelle delle due sarebbe stato il corpo principale a cui l’altra avrebbe cercato di riunirsi?
La metà a destra perse la sua forma, il segnale che spettava si precipitò su quella di sinistra. Questa si mosse per proseguire nell’attacco. La tagliò a meta in larghezza.
Fu la parte posteriore ad alzarsi e a cambiare forma, mentre quella superiore si liquefaceva per riunirsi al corpo centrale.
Durand non credeva a quello che era successo, con due attacchi l’aveva privato di quasi i tre quarti delle sue cellule. La sua forma si era molto ridotta, fu allora che dovette misurarsi con Libusia che lo teneva occupato in un combattimento per lui inutile.
Non poteva ucciderlo, ma non poteva permettersi di perdere altre cellule.
Isabella si concentrò su altro, come prima affondò le mani nelle parti che aveva separato convogliandovi la sua energia. Quando terminò erano inerti.
Il falso Durand comprese che sarebbe veramente potuto morire, non poteva. Aveva ancora una missione da compiere, per compiace i suoi divini creatori e poteva ancora portarla al termine. Si liberò di Libusia con una gomitata al fianco, si scagliò su Isabella generando quanti più arti poteva, in ciascuno una lama.
Isabella molti li evitò o riuscì a pararli, molti di più furono quelli che la superarono. Fu allora che si chiusero come una gabbia intorno a lei, chiudendola in una spazio troppo ridotto per muoversi.
Un’ultima cuspide si scagliò contro di lei, ostacolata dall'ambiente non riuscì a parere efficacemente. L’attacco deviato la ferì a una spalla. Armatura e scudo fecero il loro lavoro, la protessero. Lei avvertì un violento contraccolpo, un forte formicolio al braccio. Pensò di avere la spalla slogata.
La Weaver scagliò una della lame con cui l’avevano torturata. Aveva una teoria, era ora di dimostrarla.
Colpì la cosa che si era fatta passare per Durand che si contorse del dolore. Preso alla sprovvista torno alla sua forma umana, lasciando libera Isabella. Mai aveva pensato che la tecnologia dei suoi creatori sarebbe stata diretta contro di lui.
« La mia intuizione si è rilevata esatta.» - commentò Dasha - « Tu e quelle lame avete la stessa provenienza. Niente di strano che funzionino su di te.»
Durand si rialzò pronto a continuare, fu allora che un messaggio video si avvio nella sala ma in realtà in ogni sede e nave della compagnia. Sullo schermo Alexya, Diana e Trish Weaver.
« Noi…in qualità del nostro nome, ci riprenderemo Noveria e quello che ci spetta. A tal fine chiediamo l’appoggio di ogni direttore. Lunga vita al nome Weaver. » dichiarò Alexya nel filmato che terminò in quel modo.
« Che diavolo significa? » urlò infuriata Dasha.
Durand sorrise, poteva farcela « Weaver vieni a uccidermi o io ammazzerò quelle ragazze.» E corse via in direzione opposta, verso la vetrata in frantumi inseguito da Isabella ma prima che potesse raggiungerlo si buttò di sotto, precipitando giù dal palazzo, liquefacendosi nella caduta e impattando contro il terreno, infilandosi infine in un tombino.
Isabella ruggì di rabbia per la sua fuga.
« Isabella muoviti! » - urlò Dasha furiosa - « Cristina, Osmin, Myr, Slay passate voce ai direttori, che ogni soldato di Divisione N fece immediata rotta su Noveria. Comunicherò le coordinate per l’incontro. Procuratemi una nave, una dannatamente veloce. Cristina prendi contatto con il Consiglio, cerca di spiegare la situazione e guadagnare tempo. Calma anche la stampa, erano presenti prima e adesso devono essere inferociti con tutto il casino che abbiamo fatto. Dimmi, quel messaggio, faceva anche questo parte del tuo piano? » 
« No presidente. »
« Se capita qualcosa a una sola di quelle ragazze, nonostante il tuo splendido lavoro, Isabella ti scuoierà. »
« Dovesse capitare consegnerò di persona il mio scalpo insieme alle mie dimissioni alla vostra persona. » disse in tono calmo e tranquillo. Sembrava che niente di quello successo l’avesse turbata.
« Muoviamoci, ho un appuntamento a Noveria che non intendo mancare. » ma trovò Libusia a sbarrarle il passo.
« Weaver, questo non mi interessa. Abbiamo fatto un patto. » protesto la turian.
« Isabella! Eliminala e non giocare. » ordinò al phantom.
La turian si mise in posizione « Non pensi neanche che potrei farcela » gridò a Dasha mentre le passava a fianco, abbandonando la sala.
« Libusia, la tua sicurezza servirà solo ad eccitarla.» e uscì dalla stanza seguita da tutti i presenti
Phantom e cabala si fronteggiarono, erano sole. La prima rinfoderò le spade, tenendo il braccio dolorante dietro la schiena provocava l’avversaria con l’altro.
« Non riesci proprio a prendermi sul serio. Ti costringerò a farlo!» gridò Libusia che caricò rabbiosa. Isabella balzò di lato all’ultimo. Furono pochi centimetri l’una dall'altra.
Il braccio sano di Isabella scattò in avanti, verso la faccia di lei. Troppo veloce perché la turian potesse tentare una reazione, la accecò con due dita spingendole dentro alle cavità oculari tanto da sfondare i bulbi. Afferrò saldamente la porzione di viso tra occhi e bocca e tirò con forza, usando i suoi poteri, strappando a Libusia quasi per intero la faccia. Tirò un pugno sfondandogli scatola cranica e cervello, rovisto in esso traendo un fascio di nervi a cui si potevano vedere chiaramente legati noduli di eezo. Se li mise in bocca e li succhio mentre con due dita li tirava lentamente fuori. Aveva consumato molta energia, dell’eezo da consumare era utile per ripristinare alla svelta i suoi poteri.
Fatto si sbrigò a raggiungere Dasha, anche lei voleva rivedere al più presto quelle tre ragazzine. Un po’ le dispiacque aver concluso così rapidamente, ma Dasha aveva fretta e le aveva chiaramente detto di non perderete tempo a giocare col cibo.
   
 
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