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Autore: Tera_Saki    06/10/2017    3 recensioni
Minus ha tradito, ma lo ha fatto solo dopo quattro anni. Voldemort, per paura di un rivale che lui stesso aveva scelto, non ha ucciso Harry, ma ha fatto in modo che lo credessero morto.
Ora Harry ha diciassette anni, e da quando ne aveva cinque non vede altro che la sua cella di pietra a casa Riddle.
*
Appena James entrò, il ragazzo sembrò riscuotersi, alzò di scatto il capo e rivolse una perforante occhiata nella sua direzione. Al verde dei suoi occhi, James avvertì un brivido liquido percorrergli la schiena. Il ragazzo si alzò, e fece qualche passo in avanti, senza smettere di fissarlo, e solo per un breve momento il suo sguardo corse ai due Auror vicino al letto.
La voce di Harry era graffiata –Papà?–
A James si mozzò il respiro, dilatò le pupille ma non ebbe tempo di muoversi. Harry gli si era buttato addosso in un abbraccio feroce, che gli fece annodare la gola e fermare il cuore nel petto.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Ordine della Fenice, Sirius Black, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Titanium

Disclamer: i personaggi e l'universo appartengono a J.K.Rowling o a chi per essa. Questa storia non ha alcuno scopo di lucro e non intende infrangere diritti di copyright.
 

 --- ---  Capitolo V – Crushed  ---  ---

 

 

A volte, Harry si chiedeva cosa ci fosse oltre le pareti di quella stanza, oltre quel tavolo, il letto e i ripiani dell'armadio. Oltre la finestra che dava su un fuori immaginario, o la porta incastonata di serpenti da cui entravano Berg e Voldemort.

Perché quando non c'era la noia o il dolore, Harry stava sospeso nel tempo dilatato di un attimo, e non era poi così spiacevole. Poteva capitare che prendesse le pergamene e disegnasse, ma spesso stava seduto sul letto a guardare fuori e ad immaginare come sarebbe stato bello se qualcuno fosse venuto a prenderlo.

 

 

Abbassò piano la testa, piegando le labbra in una smorfia. Fissò a terra, ma subito le iridi verdi tornarono sull'uomo di fronte a sé.

-Papà sta arrivando?-

Remus gli scompigliò i capelli delicatamente, sfiorandogli appena la testa -Oh, sì. Sei stato bravissimo-

Remus lo sapeva benissimo che alle orecchie di Harry quelle parole suonavano come orgoglio e soddisfazione. Harry si era impegnato, aveva stretto i denti e non aveva contemplato la resa, mai.

Lo dimostrò a James con occhi enormi che vibravano di gioia, dondolando il peso prima su un piede e poi sull'altro, e si vedeva che l'eccitazione, se avesse dovuto aspettare ancora, sarebbe traboccata via dal corpo.

-Papà- lo chiamò Harry quando James mise piede nell'ingresso della propria villa -ho imparato a leggere!-

 

 

-Hai visto?-

-Quello è...?-

-...sembra in stato confusionale; Merlino-

Non c'è niente di giusto nel modo in cui il ragazzo si tiene il torace, e nel modo in cui cade loro addosso sussultando appena la loro pelle tocca la sua.

-Mi senti? Stai bene?-

Non sono preparati per quello. Perché il ragazzo soffia come se non sapesse respirare?

-Come... come ti chiami?-

Non è facile, davvero, tirargli fuori qualcosa dalla bocca che non sia un basso lamento -Harry-

-Bravo, Harry. E il cognome?-

Li guarda in faccia senza quasi vederli, ma risponde lo stesso, con un filo di voce -... Potter-

 

 

Era una partita puramente amichevole, assemblata in pochi minuti con l'entusiasmo collettivo. Era arrivato anche Sirius, in sella ad una moto volante che ad Harry aveva fatto girare la testa, e giocava insieme a Remus, contro James e Tonks.

-Oh, Rem, sul serio?-

Lupin aveva alzato le spalle, arrossendo -sono arrugginito... e, anche se fosse, non ho mai giocato molto nemmeno a scuola-

Sirius fece un'elaborata piroetta con la scopa per evitare di cadere a terra, e le sue parole, anche se era esausto, suonarono lo stesso esasperate -Ci stanno battendo! Sarai sconfitto da tua moglie, Lupin!-

Tonks rispose esalando una breve risata -Abbaia ancora un po', Black, siamo sessanta a venti-

Ma poi successe, ed Harry, che stava a terra e assisteva alla partita, trattenne il fiato, perché James, colpendo la Pluffa, aveva accidentalmente toccato la scopa di Sirius. E Sirius cadde, ma essendo a meno di un metro e mezzo da terra, praticamente fece qualche passo correndo prima che la pelle si scontrasse violentemente contro l'erba umida.

-... stai bene, Sir?-

Sirius avrebbe vomitato quell'acido sarcasmo che ora raggiungeva solo gli occhi increspati d'irritazione, ma un soffio annegò la rabbia in stupore. Il petto di Harry, infatti, era scosso da spasmi convulsi, e gli occhi celavano un luccichio di pura gioia. Fu il suono della sua prima risata ad infrangere le loro orecchie e a coinvolgere, più tardi, anche Tonks e James.

Sirius, immergendosi nella vista del proprio figlioccio prendere boccate d'aria sempre più corte nel tentativo di calmarsi, si alzò, indossando sul viso un finto sdegno -Ah, è così, Harry?-

Gli si lanciò addosso, e ormai completamente trasformato gli indirizzò un basso ringhio prima di buttarlo a terra e sovrastarlo con un uggiolio trionfante.

-No... no, ti prego!- ansimò Harry quando il cane decise di leccare la sua intera faccia, e la sua risata si fece ancora più convulsa -Sirius!-

 

 

-C'è qualcosa di nuovo-

Harry sibilò tra i denti, accucciandosi in basso in posizione sottomessa -non m'interessa-

Rev si appoggiò alla parete fino ad aderirvi, e tanto che Harry pensò che la sua seconda pelle fosse di calce e pietra -è diverso-

Ma non disse più niente dopo, e Voldemort ancora non arrivava. Harry alzò una mano e fissò la luce del pomeriggio che moriva filtrare attraverso la pelle delle dita.

Sentì delle voci da fuori la porta, pensava che qualcuno sarebbe entrato, ma poi sussultò. Si irrigidì, coprendosi le orecchie, e mano a mano che le grida aumentavano anche la sua bocca si aprì e urlò.

-Basta basta, basta!-

 

Basta... ba-sta, basta. Ascolta, ascolta come grida.

sei contento di sentirle perchè non sei tu che urli, non è così, Harry Potter?

 

 

Tracciò un'altra lettera, e poi quella successiva, che sembrava già meno storta della precedente. Le righe si attorcigliavano in onde, Harry ne era quasi certo, e rimase concentrato, ponendo alle voci di sottofondo nella stanza accanto solo una distratta attenzione.

-Hai idea di chi sia questo Rev?-

-Harry non ne ha mai parlato, non mi sembra sia...-

-Potrebbe aver catturato qualcun altro?-

-...no, non credo-

Harry aspirò a fondo prima di immergere di nuovo la penna nell'inchiostro, e gli fece piacere sentire nella gola l'odore di Grimmauld Place, gli dava pace come quella sensazione di aria che gli scivolava sulla pelle delle braccia. Era... nuova, insolita.

Lanciò una breve ma penetrante occhiata all'uomo al fianco di suo padre, che si era presentato come Kingsley e che lo aveva interrogato la prima volta.

-Come va? A casa con lui, intendo-

-Harry è... splendido, ieri ha riso e- rispose James, Harry distinse una sfumatura incrinata nella sua voce -ho paura per lui-

-Lo so, e ti capisco. La settimana scorsa abbiamo perso cinque Auror, quella ancora prima nove. Non mi va bene tutto questo, Potter, dobbiamo far finire questa guerra il prima possibile-

Anche Arthur Weasley era presente -non abbiamo proprio idea di dove Voi-sapete-chi tenesse Harry? Quella traccia di magia oscura che i Medimagi gli hanno trovato addosso... Silente ha detto che potrebbe essere un altro Horcrux-

Fu quasi in quel momento che delle voci familiari esplosero nell'ingresso ed Harry si ritrovò impigliato in due abbracci caldi che sapevano dello shampoo di Hermione e dell'odore di Ron, e lasciò andare un -ciao- rovinato dalla voce che non usava mai, ma mischiato nella felicità in cui sentiva di annegare.

-Su, ragazzi...-

-...lasciatelo respirare, o il povero Harry non sopravviverà fino a cena-

 

 

Credeva che non pensarci avrebbe fatto bene, invece il disagio gli cresceva tra le costole, e s'insinuava in ogni respiro che riusciva a prendere. Sangue era il gusto nella bocca, e inspirò sibilando tra i denti, la lingua così dura e ruvida da raschiare -Non... non...-

-Crucio!-

Gattonò sul pavimento, e quando i muscoli si contrassero in un'ondata di magia il corpo tremò ed Harry vomitò sulla pietra. Aveva così male da non riuscire a muoversi, ma era un dolore riflesso che non aveva mai provato e sperava solo che finisse.

-Dimmi, che ne è dell'Ordine? Dove si nascondono?-

Harry gemette, ma la voce aspra del Signore Oscuro gli giunse di nuovo dall'altra parte della porta, attutita, alle orecchie -a proposito, ti direi di portare a Potter i miei saluti e quelli di suo figlio, ma morirai qui, e il piccolo Harry ti sentirà. Crucio-

 

 

Era strano, Harry, come se gli occhi di vetro trasmettessero ciò che vedeva uno specchio, e l'arrivo dei suoi amici aveva solo scalfito il ghiaccio che da alcuni giorni cresceva. Prima era stato il sorriso, quello che faceva scoprendo i denti senza fare rumore, ad essere lasciato a metà, poi lo sguardo che arrivava più lontano, sempre, di quello che riusciva a guardare.

-Ciao, Harry-

Alzò una mano, distendendo le dita e rivolgendogli un'occhiata appena più presente del solito. E James pensò che se neanche Remus poteva far sorridere Harry, qualcosa non andava davvero. E l'agitazione che gli vedeva addosso aumentava chiaramente di ora in ora, James non si sarebbe stupito se lo avesse visto iniziare a tremare.

-Chi stiamo aspettando?-

-Piton, credo, se verrà-

Così Harry faceva entrare l'aria dalla bocca a piccoli sorsi, dosando insieme al respiro anche le sillabe delle poche parole che rivolgeva a qualcuno, e ormai se ne erano accorti tutti, di quanto i muscoli tremassero ad intervalli e il petto di bloccasse per alcuni secondi prima di riprendere ad andare su e giù.

-Harry, stai bene?-

Stai. Bene... bene. Harry rivolse ad Hermione uno sguardo improvvisamente allarmato, intenso e presente, prima di lanciarsi verso il bagno e vomitare.

 

James fu all'erta nel momento in cui Piton entrò nella stanza, prestando poca attenzione a suo figlio, ma la reazione di Harry fu solo quella di irrigidirsi ancora e puntare gli occhi addosso ai membri dell'Ordine che discutevano nella stanza accanto.

Quello di prima era stata una manifestazione di magia involontaria, ma evidentemente ancora non era passato. James gli aveva massaggiato la schiena, ma gli spasmi erano durati poco, e poi il tremore era tornato, anche se meno violento, ed Harry adesso stringeva le dita sulla stoffa che copriva le braccia e graffiava.

James aveva il cuore dilaniato dall'impotenza, ma sapeva che poteva solo aspettare che finisse e sperare che lo facesse in fretta. Harry, però iniziò a peggiorare nel momento in cui Piton prese a parlare, e poi l'agitazione lo mandò in pezzi.

-Lui c'era- disse con la voce che tremava, lo sguardo stranamente fermo -l'ho sentito-

Severus si voltò nella sua direzione, il tono freddo, quasi ammonitore -cosa?-

-Io ti ho sentito- esclamò Harry balzando via dal divano, evidentemente sconvolto -ti ho sentito entrare e... poi sei andato via-

A stupire l'Ordine fu la voce del Mangiamorte che si spezzò, e le sue iridi tradirono un istante di confusa consapevolezza. Alcuni secondi di un pesante silenzio li avvolsero, poi Severus fissò lo sguardo in quello di Silente, arrivato a Grimmauld Place da pochissimi minuti -Credo di sapere dove l'Oscuro Signore l'avesse rinchiuso-

 

 

La luce filtrava dalla finestra e come se avesse vita propria gli si posava sulla guancia. Harry fece finta che quella calda carezza venisse da qualcuno, e ringraziò. Quel giorno fu il più piacevole da molti mesi, si sedette sul letto e dondolò le gambe, poi sorrise, poi si mise a ridere.

E non smise per molti minuti, finché la gola bruciò e Rev apparse flebilmente, fu l'unica volta in cui non arrivò Voldemort dopo.

-Mi dispiace che tu li abbia visti-

Harry rise più forte fino a sentire le lacrime rotolare sul mento.

 

 

-Posso entrare?-

La voce era bassa e leggermente raschiata -Sì-

James aprì la porta della camera del figlio con delicatezza, poggiando sul comodino accanto al letto il vassoio che teneva tra le mani.

-Come stai?- chiese dolcemente sedendosi accanto ad Harry sul letto, e quando lui gli mise un braccio attorno alla vita, James fece aderire la sua mano con quella del figlio -guarda, sono quasi uguali-

Harry gli rivolse un sorriso appena accennato, che si tramutò in una smorfia quasi subito dopo, e James gli alzò la manica del pigiama, afferrando con l'altra mano del cotone imbevuto di disinfettante sul vassoio. Premette delicatamente sui graffi, inferti sulle cicatrici di tagli precedenti, e poi pulì anche il sangue che macchiava il labbro inferiore di Harry, che si era morso fino a qualche minuto prima.

-Finito- disse infine, scompigliandogli i capelli e scoccandogli un bacio sulla fronte -buonanotte, amore. Se hai bisogno, svegliami-

Harry, però, sentì una strana sensazione risalire lungo la gola e fermarsi in bocca, come se quel bacio lui non lo meritasse, come se tutto quel mondo e quella stanza fossero improvvisamente alieni e sbagliati. Si voltò dalla parte opposta e nascose il viso dalla porta che James aveva chiuso.

Io ti voglio bene, Harry. Nessuno potrà mai amarti quanto me”, era stato Rev, quando Voldemort lo stava torturando, a sussurrarglielo all'orecchio. Harry, suo malgrado, ancora ci credeva.

 

 

Non era successo solo una volta, ma cinque. E cinque membri dell'Ordine erano morti mentre Harry li aveva sentiti, e fu così che la sua mente si ruppe e dopo il secondo apparve Rev e dopo il terzo iniziò a farsi male, al quarto provò a chiedere scusa e al quinto supplicava di essere ucciso al suo posto.
 


Note:

Come avevo già specificato, Harry manifesta queste "crisi", che dipendono dalla magia involontaria, e che sono come delle manifestazioni fisiche della magia che è intrappolata nel suo corpo e preme per uscire (io, almeno, la vedo così). Praticamente, è come se fosse nello stato in cui si trovano i bambini che manifestano i primi poteri incontrollati, ma ad un livello ancora peggiore, dati gli anni in cui non ha potuto imparare a canalizzare la magia tramite una bacchetta.
Inoltre, scusate il capitolo "melodrammatico", ma era proprio necessario, e se avvertite un senso di incompiuto è perché questa è la prima parte di un capitolo più lungo che ho dovuto dividere a causa della lunghezza. 
Come sempre, in caso qualcosa sia poco chiaro o credete ci sia qualcosa che non va, non fatevi problemi a dirmelo.

Ringrazio

- jacksonforever e Lady Eloredane per aver inserito la storia nelle preferite
- Titti89 per averla inserita nelle ricordate
- Tonks04, Linss_, izumisano84 e Black_Unicorn03 per aver iniziato a seguire la storia
e poi un abbraccio enorme a Pola Peace per esserci sempre e per tutto il supporto dall'inizio, a Black:Unicorn03, spero che la storia continui a piacerti, e aDragonfly92, sai che ti apprezzo moltissimo, quindi grazie infinite per i pareri che mi lasci.

Grazie anche ai lettori silenziosi, fa piacere condividere un pezzo di sè con qualcuno. Alla prossima, prometto un capitolo un po' più allegro.
Kyem

  
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