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Autore: Luna Malfoy    19/04/2005    15 recensioni
Dopo la caduta di Voldemort, molti sono i Mangiamorte catturati e imprigionati ad Azkaban. Qualcosa, cambierà le sorti di un prigioniero, che tra le quattro mura della prigione magica, ha conosciuto la sofferenza. Draco Malfoy, però, non accetta l'aiuto e la pietà di nessuno. E se fosse costretto, dal corso degli eventi? E se la sua unica ancora di salvezza fosse Ginevra Weasley?!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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*Questa fanfic contiene alcune scene di carattere violento e alcune relative al sesso. Non sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a leggere.*

Un'ancora nel buio

Capitolo 4

“Ginny?”

Una chioma fulva sbucò di scatto dalle lenzuola.

Dovette far appello a tutto il suo sangue freddo da Auror, per non urlare dallo spavento. Si concesse qualche istante per guardarsi attorno e riconoscere la camera in cui si trovava. Passò una mano sul volto, un po’ a tentoni, i movimenti ancora impacciati, scostandosi alcune ciocche rosse dal viso pallido e gonfio di sonno.

“…che ore…sono?” Sbadigliò, coprendosi la bocca con una mano e sbattendo un paio di volte gli occhi.

“Tranquilla… è ancora presto.”

Ginevra si stiracchiò contro il guanciale. “Presto? Quanto presto, Harry?” Borbottò poco convinta, guardandolo di sottecchi.

Il ragazzo, ancora a petto nudo e con indosso i soli pantaloni blu, leggeri, del pigiama, le spostò i lunghi capelli boccolosi dietro la schiena, con un gesto delicato, sporgendosi verso di lei. “Non troppo presto… sono le 7 e mezzo.”

Ginny sgranò gli occhi. “Cosa?!” Si districò velocemente le coperte con le gambe, balzando in piedi e aggiustandosi la corta camicia da notte, di cotone rosa. “…mi faccio una doccia… pensi di riuscire a preparare un caffè decente, senza l’aiuto della magia?!”

Harry inarcò un sopracciglio, fissandola mentre armeggiava con alcuni indumenti chiusi in un borsone. “Ehi frena… prima di tutto spiegami cos’è questa fretta… e poi, perché senza magia?!”

“Alle 8 e mezzo devo essere a Grimmauld Place, Draco ha la prima seduta di cure con Piton.” Spiegò brevemente, prendendo tra le braccia la divisa da Auror e la biancheria di ricambio e fiondandosi verso il bagno. “Per quanto riguarda il caffè… devo ricordarti che ieri Hermione è venuta qua a cena?!” Domandò, ricomparendo solo per metà, affacciata alla porta.

“…no… ricordo piuttosto bene ciò che è successo ieri sera.” Replicò malizioso, il ragazzo, mirando a parlare di ciò che era accaduto nel dopo cena.

Ginny non arrossì, né batté ciglio. Ricambiò con un sorrisetto furbo, prima di sparire nuovamente nel bagno, per far scorrere l’acqua della doccia. “Ha riservato alla tua cucina, lo stesso trattamento che ha subito la mia…”

“Cioè?!”

Una risata divertita riempì il silenzio, rotto solamente dallo scrosciare dell’acqua. “Niente magia per i lavoretti più semplici… buona fortuna Harry…” Replicò, entrando nella cabina e chiudendo l’anta scorrevole.

Ignorò volutamente le imprecazioni dell’altro.

^^

Quando Ginny si materializzò di fronte al numero 12 di Grimmauld Place, o meglio, dove si trovava il luogo ancora protetto da Incanto Fidelius, impiegò una manciata di secondi a realizzare ciò che stava accadendo, prima di essere investita da urla feroci.

Senza pensarci su troppo, si precipitò nell’ex tenuta dei Black, bacchetta alla mano.

“Ginny!”

Alzò la testa giusto in tempo per vedere Hermione correre verso di lei. Lo sguardo a metà tra il rassegnato e l’esasperato e l’espressione sconvolta e stanca, non promettevano nulla di buono, si ritrovò a pensare.

“…Hermione che diamine succede?!”

L’amica scrollò le spalle, tappandosi le orecchie con le mani e cercando di isolarsi dalle grida che provenivano dal piano di sopra. “Succede che tuo fratello e Malfoy litigano… di nuovo.”

Ginevra chiuse gli occhi, contando fino a dieci per cercare di vincere quell’idea malsana che le era balenata in mente, di salire al piano di sopra e uccidere entrambi senza troppi preamboli.

Ultimamente si erano fatti più insopportabili del solito, si ritrovò a pensare, riaprendo gli occhi e dirigendosi a passo svelto verso la camera da cui provenivano le grida disumane. “…ci penso io. Tu prepara una camomilla per Ron, o… beh se lo vedi scendere ferito… non provare nemmeno a curarlo…”

Hermione soffocò una risata nella mano e si isolò in cucina, lasciando all’altra il compito di risolvere la faccenda. Lei ne aveva già fin sopra i capelli.

“Si può sapere che cosa credete di fare?!” Domandò la rossa, incrociando le braccia al petto e appoggiandosi allo stipite della porta, per nulla intenzionata ad intervenire in quella baraonda, perlomeno fisicamente.

La scena, se non fosse stata ripetuta almeno una ventina di volte in quella sola settimana, poteva apparire quasi comica.

Draco era immobile, seduto sul letto, il volto contratto in una posa granitica e gli occhi chiusi come al solito. Puntava al muro di fronte, quasi suo fratello gli stesse di fronte e non accennava minimamente ad abbassare il volume della voce.

Ron, posto in fondo al letto, in piedi, brandiva la bacchetta e urlava e sbraitava a squarcia gola, ignorando di proposito il rimprovero della sorella.

Ginevra sbuffò, spostando lo sguardo dal ragazzo biondo (“Weasley piantala di urlare, non sono sordo… e oltretutto la tua voce da donnola mi sta distruggendo un timpano!”) a suo fratello (“Senti un po’ schifoso Mangiamorte, devi ancora capire chi è che comanda qui e se non intendi farlo entro breve, te lo farò entrare in quella zucca marcia a furia di incantesimi, chiaro?!”) e armandosi di bacchetta.

Con un movimento fluido del polso, un sorriso compiaciuto sul volto e una voce sibilante e innervosita, pronunciò un “Immobilus” bloccando il tentativo di Ronald di fare… quello che aveva in mente, probabilmente utilizzare l’arma che aveva in mano, a mo’ di paletto per vampiri.

Si avvicinò al letto, scoccando a suo fratello un’occhiata di superiorità, impassibile ancora sotto l’effetto dell’incantesimo e con la bacchetta a mezz’aria. “Mai visto niente di più puerile…” Biascicò con tono scocciato, spostando lo sguardo su Draco che, conscio di essere ancora in grado di muoversi e di non essere lui il destinatario della fattura lanciata, sfoggiava un sorrisino soddisfatto. “…e tu smettila di sorridere, non vorrei doverti riservare lo stesso trattamento.”

“Weasley, non prendertela con me.” Spiegò Draco con voce strascicata, alzando le spalle. “…la tua amica Mezzosangue ha chiesto a Weasel di vestirmi, ma il signorino se l’è presa perché innocentemente mi sono lasciato sfuggire che avrei preferito fosse lei, ad aiutarmi.”

Ginevra spalancò gli occhi azzurri, dando segno di non ascoltare i mugugni risentiti e palesemente incazzati che fuoriuscivano dalla bocca serrata di suo fratello. “Malfoy… riesci a sorprendermi ogni giorno di più. Mi risulta incredibile riuscire a credere che il mio disgusto nei tuoi confronti possa aumentare così celermente giorno dopo giorno.”

“…cos’è, invidia Weasley?!” Punzecchiò Draco, sorridendo sornione e voltando la testa verso il punto da cui udiva provenire la voce della ragazza. “Se ci tieni tanto… puoi vestirmi tu…”

Un ghigno furbo, purtroppo non visibile da Malfoy, si allargò sulle labbra di Ginny. “... se fosse per me Malfoy, ti farei andare in giro in pigiama… e, prima che tu te lo chieda, quello che indossi apparteneva al cugino di Harry, quindi non credo che faresti tutta questa bella figura. Vogliamo provare?!”

Un brivido di disgusto corse lungo la spina dorsale dell’ex Mangiamorte. La ragazza lo vide serrare la mascella e rilasciare un suono gutturale ed iroso. Probabilmente, se fosse stato armato e capace di vederla, gliel’avrebbe fatta pagare.

Peccato che in quel momento fosse lei ad avere il coltello dalla parte del manico, pensò con gusto crescente.

Solo dopo qualche istante di silenzio, Ginny parve ricordarsi che suo fratello era sotto incantesimo. Con un gesto distratto mormorò alcune parole in latino, liberandolo. “Se provi a dire una sola parola… torni com’eri.” Sibilò astiosa, appena vide Ron aprire la bocca per parlare.

“Ma Ginny-”

“No niente ma Ginny!” Lo interruppe brusca la sorella, incrociando le braccia al petto e squadrandolo con il tipico sguardo Weasley. “Sai benissimo che Malfoy parla per dar fiato alla bocca, mi aspetto un po’ più di maturità da parte tua. Lascialo sfogare e ignoralo. Ti pare così difficile, da fare?!”

Ron borbottò qualcosa e si zittì.

Ginny fece appena in tempo a prendere un forte respiro di sollievo, quando avvertì chiaramente lo sguardo indagatore del fratello su di lei. Tentò di ignorarlo, voltandosi di nuovo verso Malfoy, improvvisamente ammutolito. “…ora chiamo un elfo domestico, che ti aiuti a cambiarti. Vedi di collaborare e sbrigarti, il professor Piton ci aspetta.”

“Ginny…”

Il tono di voce del fratello aveva un non so che di preoccupante. Cercò di svignarsela in fretta da quella situazione. “Ron, accompagnalo giù appena ha finito… ho bisogno di un caffè.”

“Ginny…”

Ginevra sbuffò sonoramente, roteando gli occhi e affrettandosi all’uscita della camera. “No Ron, niente scuse, io sono… è pesante per me, quindi-”

“…sei stata di nuovo a letto con lui?!” La interruppe bruscamente il fratello, voltandosi completamente verso di lei e mettendo le mani sui fianchi, in quel modo tanto convincente che solo mamma Molly conosceva.

Draco ascoltava in silenzio, drizzando però le orecchie per non perdersi neppure una parola di quel discorso, con una curiosità quasi morbosa.

La ragazza boccheggiò un paio di volte, lanciando occhiate sfuggevoli a Draco e armeggiando con la mano nei capelli. Una risatina sarcastica e risentita scivolò fuori dalla sua bocca, prima che potesse fermarla. “…ma…ma che dici? Non… sono comunque fatti tuoi…”

Ron inarcò un sopracciglio e digrignò i denti, furioso, gesto che sfuggì a Malfoy. Eppure era certo che nell’aria aleggiasse una tensione quasi palpabile. Poteva quasi sentire il disagio della piccola donnola e la rabbia di Lenticchia, come due forze contrapposte e ben tangibili.

“Non sono fatti miei?!” Soffiò Ronald Weasley, il cui volto aveva assunto più o meno la stessa gradazione rossa dei capelli, se non più tendenti al carminio che all’arancione. “NON SONO FATTI MIEI?!”

“Oh oh… Weasel si sta scaldando…” Borbottò Draco, divertito da tutta quella situazione familiare, fin troppo succulenta per la sua vita così monotona.

“Zitto tu!” Lo gelò la ragazza, voltandosi poi a fulminare il fratello con un’occhiataccia ammonitrice. “E tu vedi di calmarti… hai capito perfettamente: non.Sono.Affari.Tuoi!” Le risate di Draco facevano da sottofondo.

Ron compì un passo ampio verso Ginevra, fermandosi a studiarla con un’espressione quasi disgustata. “Tu passi le tue notti a scaldare il letto del mio migliore amico e dici che non sono affari miei? Credo che tu abbia capito proprio male… signorina!”

Il moto di riso che aveva travolto Malfoy, facendolo quasi piegare in due sul letto, si bloccò così come era arrivato. Il sorriso sulle labbra si congelò, trasformandosi in una smorfia orripilata. “…per Merlino, Weasley! Di tutti i perdenti che potevi scegliere di portarti a letto, proprio con Potter…? Ci credo che Weasel si scalda tanto…”

“Malfoy…” Ringhiò il ragazzo, ignorando palesemente l’aria irritata di Ginny, che stringeva i pugni convulsamente, cercando di impedirsi di schiaffeggiare il sangue del suo sangue.

“...Malfoy? Ti preoccupi di ciò che dice lui…” Sibilò, indicando Draco. “…e non di quello che esce dalla tua boccaccia?! Te lo ripeto Ron, non è affar tuo ciò che accade tra Harry e me! Sono stata chiara?! E comunque non ti permetto di sventolare tutto questo ai quattro venti…”

Detto ciò uscì dalla camera, sbattendosi la porta alle spalle.

Cretino cretino cretino. IDIOTA!

^^

Non appena Ginevra si ritrovò di fronte alla porta dell’ufficio di Piton, ad Hogwarts, sentì montarle in corpo uno spiacevole senso di disagio.

Non vedeva il suo ex professore di Pozioni da quando era finita la guerra. L’uomo aveva deciso di collaborare con l’Ordine solo sporadicamente e in caso di estremo bisogno, per il resto aveva preferito dedicarsi solo ed esclusivamente alla scuola.

L’essere lì, la metteva in soggezione. Lungi da lei, comunque, pensare anche solo lontanamente di dimostrarglielo.

Bussò piano, stringendo la presa sul braccio di Malfoy, fermo al suo fianco e per nulla intimorito dal prossimo incontro con quello che, fino a qualche anno prima, era stato il direttore della sua Casa.

“Avanti.”

“…professore?!” Domandò quando ebbe oltrepassato l’uscio della stanza.

Gettò un paio di occhiate furtive intorno, scrutando nella penombra alla ricerca dell’uomo. Con un gesto secco della mano si tirò dietro un –fin troppo- obbediente Malfoy, chiuso in un mutismo quasi esasperante e a detta di Ginevra, preoccupante.

“Sottotenente Weasley, pensa di entrare o preferisce che curi il signor Malfoy in pieno corridoio?!”

La voce tagliente e untuosa del professor Piton le gelò il sangue nelle vene. Scoprì una volta di più quanto odiasse e disprezzasse quell’uomo e i suoi modi così poco obiettivi ed educati.

Ginny fece schioccare la lingua, entrando nella stanza avvolta da una semi oscurità e puntando la bacchetta in aria. “Lumos.” Pronunciò con voce chiara e limpida, soddisfatta dell’improvvisa luce che irradiò il luogo angusto.

Severus Piton fece per ribattere, mostrando il suo disappunto per quell’iniziativa non richiesta, quando la ragazza stessa lo mise a tacere, con una mossa stizzita della mano.

“Mi scusi, ma devo avere tutta la situazione sotto controllo e con quella luce non era propriamente possibile. Vogliamo procedere? Prima iniziamo, prima finiamo… e il signor Malfoy –scandì bene l’appellativo- deve rientrare velocemente a Grimmauld Place.” Sparò tutto d’un fiato, con un contegno e una freddezza che non credeva neppure di possedere. Non di fronte a lui, perlomeno.

Il professore non provò neppure a rispondere, abbastanza sconcertato per il tono usato dalla giovane Weasley. Le rivolse un’ultima occhiata piena di disappunto, prima di occuparsi di Malfoy.

Ginevra lo aveva fatto accomodare sulla sedia posta di fronte alla scrivania dell’uomo. Dopodiché si era seduta, a sua volta, un po’ distante dai due, a braccia conserte e con la schiena ben dritta.

Non appena Draco sentì le mani ruvide del docente sul suo viso, un sorrisetto gli increspò le labbra pallide. “Buongiorno professore.”

Piton sorrise al ragazzo, seppur conscio di non poter essere visto e continuò la sua visita di controllo, tastando la pelle intorno agli occhi. “Buongiorno, Draco. Come ti senti?!”

“Bene.”

L’uomo curvò un sopracciglio. “Bene? Nessun dolore particolare, fastidio alla testa, fitte agli occhi?”

“Bruciano.” Rispose sbrigativamente il ragazzo, serrando le palpebre e impedendo al professore un controllo più approfondito.

“…esattamente, quando? E in che modo?!”

Draco si lasciò sfuggire un sorriso, che a Ginny parve amaro e sconfortato. “Sempre. Ogni ora del giorno e della notte, bruciano e prudono… come se avessi fuoco sugli occhi.”

Il professore si rivolse a Ginevra, con cipiglio severo. “Ogni quanto disinfettate gli occhi del signor Malfoy?!”

Ginny si mosse sulla sedia, improvvisamente scomoda, cercando di mostrare il suo fastidio il meno possibile. Si umettò le labbra. “Non mi occupo personalmente delle cure di Malfoy, ci pensa un elfo domestico. Tuttavia… a quanto mi è stato riferito… pare sia piuttosto restio ad aprire gli occhi, quindi ci è impossibile disinfettarlo al meglio.”

L’uomo assunse un colorito preoccupante. Aggrottò la fronte e scosse il capo. “Incoscienti. Se non curate a dovere gli occhi, tra un’applicazione e l’altra della mia pozione, rischiate un’infezione…”

“Lo dica al signor Malfoy…”

Severus Piton si limitò ad un verso a metà tra uno sbuffo e uno schiocco. Si avvicinò alla scrivania e afferrò un’ampollina scura, contenente quasi sicuramente la pozione che avrebbe dovuto curare la cecità dell’ex Mangiamorte. “Draco, ascoltami bene… brucerà anche adesso, ma… devi aprire gli occhi.”

Malfoy si irrigidì di colpo, scuotendo lievemente il capo e lasciando che alcune ciocche bionde gli ricadessero sulla fronte, coprendogli in parte gli occhi. “No, impossibile.”

“Draco, sii ragionevole.” Riprovò il professore, abbassando il tono di voce. “Se non apri gli occhi, la pozione non avrà lo stesso effetto… lo capisci?!”

“I-io non posso, mi dispiace… no.” Buttò fuori il ragazzo, con un gemito strozzato, serrando maggiormente le palpebre e chinando il volto.

Ginny, ferma al suo posto, osservava tutta la scena con crescente difficoltà. C’era qualcosa… nel comportamento di Draco… che la turbava. Quel ragazzo che non aveva mai mostrato alcun segno di debolezza, si stava scoprendo… improvvisamente… rivelando tutta la fragilità, dovuta probabilmente alla malattia, che lo rendeva bisognoso di aiuto. Proprio lui, che non si era mai abbassato a chiederlo.

“Malfoy-” Provò lei, ma fu bruscamente interrotta.

“Taci Weasley, nessuno ha chiesto il tuo parere!” La voce era più dura, carica di risentimento, rispetto al tono che aveva utilizzato col professore. “Mi rifiuto. Non aprirò mai gli occhi… davanti a lei… non le darò mai questa soddisfazione.”

Ginevra scambiò uno sguardo interrogativo con l’uomo. Questo, incapace di comprendere il perché del comportamento di Draco, scrollò le spalle e le fece cenno di tacere. “Sottotenente Weasley, è pregata di uscire.” Spiegò, facendole segno contrario.

La ragazza annuì e si alzò dal suo posto, aprendo e chiudendo la porta dell’ufficio, con modo e tempo tali, da far credere che se ne fosse realmente andata.

Qualcosa non andava. No, decisamente qualcosa non era come se l’aspettava lei. Si sentiva… scomoda. Come se in un certo senso avesse ‘tradito’ la volontà di Malfoy. Voleva che uscisse, voleva che non assistesse alla seduta con Piton, invece era rimasta.

“Ora apri gli occhi, Draco.”

Il biondo ex Mangiamorte scosse nuovamente la testa, portandosela tra le mani e reprimendo a stento una reazione non da lui. “Non… posso… davvero, non posso.”

Il professore fece un sospiro sconfortato e si portò accanto a lui, poggiandogli una mano sulla spalla. “Perché? Per quale motivo hai così tanta paura di aprire gli occhi?”

Draco si coprì la faccia con le dita, respirando con più velocità. Era come se il suo corpo fosse improvvisamente attraversato da brividi.

Ginevra, vedendolo in tali condizioni, fece per intervenire, ma una mano aperta contro di lei la bloccò.

“Draco… parla, per favore.”

Il ragazzo tirò su con il naso, inclinando la schiena in avanti e appoggiando i gomiti alle gambe. “Quando…” Prese un forte respiro, inumidendo le labbra improvvisamente secche. “…quando ero ad Azkaban io… riuscivo a vedere qualcosa. Ombre per lo più…”

Un lampo di curiosità attraversò gli occhi color pece dell’uomo, ma non lo interruppe.

“…cercavo di focalizzare lo sguardo su tutto ciò che mi capitava davanti, fossero anche i secondini che mi portavano il pane. Inizialmente pensavo ad un abbassamento della vista dovuto alla febbre, l’ho creduto… davvero, ma poi… ho capito che non poteva essere qualcosa di così semplice. Ogni giorno che passava… io vedevo sempre meno. Fin quando… tutto è diventato nero.”

Ginny fu scossa da un violento tremito, al pensiero di ciò che aveva dovuto provare Draco. La vista era un qualcosa di estremamente prezioso e importante. Perderla doveva rendere smarriti, disorientati… vuoti.

“Fa parte del degrado della malattia… Draco.” Spiegò conciso Severus Piton, con voce grave. “Te l’hanno spiegato?”

Malfoy annuì piano. “Sì, sì me l’ha spiegato il Medimago che mi ha visitato a Grimmauld Place. Quando ero rinchiuso lì però… nessuno mi diceva cosa mi era accaduto, probabilmente neppure loro lo sapevano. O forse sì, ma è divertente vedere i prigionieri in preda al panico, suppongo.” Ridacchiò sarcastico. “… fatto sta che… la persona che occupava la cella davanti a me, un giorno mi disse che i miei occhi…” Si bloccò, stringendo le mani a pugno.

“…calmo… respira.”

“Mi disse che i miei occhi erano spaventosi.” Draco si interruppe di nuovo, mordendosi il labbro inferiore. “…che erano bianchi e macchiati di sangue… che lo terrorizzavano.”

La ragazza si portò una mano alla bocca, nascondendo un singhiozzo appena in tempo. Piton la fulminò con lo sguardo.

“E quindi… da allora hai deciso di tenerli chiusi.”

Draco annuì appena.

“Apri gli occhi.”

“…ma…”

“Apri gli occhi ho detto!” Gli ordinò, portandosi di fronte a lui quel tanto che gli consentisse di controllarne le condizioni, permettendo una visuale piuttosto completa anche a Ginevra, ferma e in silenzio alle sue spalle.

Lentamente, ancora intimorito e per niente convinto, Draco sollevò le palpebre, lottando contro l’impulso di richiudere gli occhi e mandare il professore al diavolo.

Ma lui era un Malfoy e i Malfoy non si spaventano di fronte a niente. Piton voleva avere quella visione scioccante? Pretendeva di vedere in che condizioni si era ridotto, stando rinchiuso ad Azkaban?

Fatti suoi…

Lui c’aveva provato a risparmiarglielo. Non l’aveva ascoltato? Peggio per lui.

Sapeva già come avrebbe reagito. Aveva fatto benissimo a cacciare via la Wea-

Un lamento soffocato, quasi impercettibile, raggiunse le sue orecchie, bloccando il flusso di pensieri che gli attraversava la mente. “Tu! NON SEI USCITA!” Urlò furibondo, chiudendo velocemente gli occhi e nascondendoli alla vista di quella sciocca ragazzina.

“Malfoy…”

Il ragazzo ignorò volutamente il tentativo dell’uomo di farlo calmare. “STUPIDA!”

Ogni mossa possibile del professore, fu interrotta da Ginevra che, con passo svelto, raggiunse la sedia e si inginocchiò di fronte a Draco.

Non sapeva da dove le venisse tutta quella improvvisa…- non riusciva neppure a capire quale fossero le sensazioni che l’avevano scossa, da dentro, quando Draco aveva aperto gli occhi.

Erano uguali. Sì, certo… spaesati e persi nel vuoto, ma identici a come li aveva visti tante di quelle volte a scuola. Incrociandolo per i corridoi e subendo le sue angherie, o in volo, durante le partite di Quidditch, quando il suo sguardo metallico la sfidava, o nelle gite ad Hogsmeade, quando si scontravano, lasciando emergere tutta la rabbia e il disprezzo che provavano l’uno per l’altra.

Rabbia e disprezzo, però, che in quel momento sembravano evaporati. Lasciando posto ad una sofferenza incredibile per quel ragazzo che, colpevole di tanti crimini orrendi, sembrava li stesse scontando tutti sulla propria pelle.

Gli afferrò le mani tra le sue, ma Draco le scostò bruscamente. “LASCIAMI!”

“Ascoltami…”

“TI HO DETTO DI LASCIARMI, STUPIDA!” Ringhiò di nuovo, indietreggiando con la sedia.

“Draco, ascoltami!” Ribatté convinta, prendendogli il volto tra le mani.

Draco si fermò. Non seppe esattamente se fu la convinzione nel tono di voce di Ginevra, o il fatto che lo stesse toccando senza il solito moto di disgusto che le attraversava il volto, ai tempi della scuola, quando le loro strade si incrociavano, o la semplice constatazione che lo aveva chiamato per nome. Ma rimase immobile, con gli occhi chiusi, ad ascoltare il respiro affannoso della ragazza, in ginocchio di fronte a lui e con le mani sulle sue guance.

“I tuoi occhi…” Respirò a fondo, Ginny, prima di continuare. “I tuoi occhi sono esattamente come erano… hai capito?!”

“Menti.” Replicò incredulo Draco, scuotendo la testa.

“No… NO, mi hai sentito? NO!” Ripeté decisa. “Non sto mentendo. Sono uguali… sono gli stessi freddi, impenetrabili e bellissimi occhi grigi di sempre… Malfoy. Gli stessi…”

Qualcosa, in Malfoy, si incrinò.

Tutte le sue convinzioni, scivolarono via spinte dalle parole di Ginevra Weasley.

TBC

Note dell’autrice:

mi prostro per chiedere perdono. Non volevo! ç_ç

E’ che tra mancanza d’ispirazione, poco tempo, poca voglia… ahimè… comunque… tornando a noi… credo di essermi fatta perdonare con un po’ di scene divertenti e la fine del capitolo, che devo dire, mi soddisfa poco… però ormai è andata… volevo che fosse toccante e commovente, ma mi sa che non ci sono riuscita poi così bene, come speravo. Ok pazienza.

Ringrazio veramente di cuore chi ha letto e chi sta continuando a leggere questa storia.

In particolare:

Antares Black

Sissichi

ScarletBlood

^ Erin ^

_Kristel_

Vega

Marcycas – The Lady of Dakness

Oryenh

Kagura

Stellina

Angy

Jaly Chan

Enika

Cris_chan

Lynn Wolf

Alexandra

Florinda

Anita

Ruka88

E tutti quelli che hanno letto, anche senza lasciare un commento ^_^

Fatemi sapere che ne pensate…

Alla prossima!

Luna Malfoy

   
 
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