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Autore: Djmathew    07/10/2017    3 recensioni
< Matte, qual è il film della Disney che ti è piaciuto di più? > chiede Tommy, il mio migliore amico < Zootropolis, credo, cioè sono tutti belli però secondo me quello è il migliore > dai che forse riesco a batterlo per la prima volta a Magic < Davvero? Anche secondo me, è un universo ben strutturato > e mi ha fato fuori tutte le creature, che palle < Pensa come sarebbe se tutto a un tratto venissi trasportato lì > tanto mi batte anche stavolta < Secondo te come reagiranno nel vedere un mammifero mai visto prima? Diventerai subito oggetto di tutti i giornali e ti cattureranno per studiarti, non sarebbe così tanto figo > forse ha ragione < Dai mi arrendo, PlayStation? >
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il dolore dietro ad ogni cosa


Come mai Fiera ha il marchio dell'Esterno? È entrata in contatto con lui? E che poteri ha? Se ha dei poteri perché non li ha usati contro le due zebre? Adesso lei sembra incuriosita, non sa cosa sia il segno che porta? << Questa? Mi hanno sempre detto che è una malfunzione nella pigmentazione del pelo. Perché? >> mi guardo attorno, siamo circondati da giornalisti e fotografi. Non è sicuro.

 

 

Aspetta.

 

 

Fermo il tempo, sono tutti immobili, tutti tranne lei << Sei immune >> è immune, è immune.

 

 

È IMMUNE.

 

 

<< Quindi eri tu, - che? - eri tu a fermare tutto >> quindi anche le altre volte lei non ha subito l'effetto del potere. Le mostro il simbolo che porto sulla mano sinistra << È questo che mi permette di farlo, ed è lo stesso marchio che porti te sul collo. - Fiera si tocca il collo – Adesso però non è ne il luogo ne il momento adatto per parlarne, la Distorsione non dura molto – ho appena dato un nome fighissimo al ferma-tempo – e siamo sotto le telecamere, se ti vedessero sparire sospetterebbero di te e incomincerebbero a inseguirti per ottenere qualsiasi informazione >> non oso immaginare una vita così << Qualcuno che non conosco ha il mio simbolo, piuttosto sorprendente >> questa voce.

 

Mi volto, l'esterno è davanti a me << Che ci fai qui? >> no sul serio come fa ad essere qui? Credevo potesse stare solo nel Vuoto << Dimentichi? Il mio marchio è una connessione al mio mondo, fermando il tempo apri solo una porta nel Vuoto, dove non c'è ne tempo ne spazio >> oooooooh, ecco come funziona. Ma allora << Perché questa volta sei apparso e le altre no? >> sento Fiera dietro di me << Chi è apparso? >> TI PREGO NON DIRMI CHE NON LO VEDI MI FAI DUBITARE DELLA MIA SANITÀ MENTALE << Non può vedermi? Il suo potenziale magico dev'essere molto debole, – speriamo sia così – comunque sono venuto per una richiesta >> mi sta per fare la richiesta del secolo << Che richiesta? >> sono pronto.

 

L'Esterno alza il dito e lo punta verso Fiera << Uccidila >>

 

 

Eh?

 

 

Che ha detto?

 

 

Mi ha appena ordinato di...

 

 

<< PERCHÈ? >> NON VOGLIO FARLE MALE << Ha il mio marchio e non è degna di portarlo, uccidila >> TI SEMBRA UNA GIUSTIFICAZIONE ACCETTABILE? << E se mi rifiutassi? >> mi stai spaventando

<< Ti tolgo il mio marchio >> sul serio? << Stai agendo come un bambino, te ne stai rendendo conto? >> non ci credo che mi stia facendo questo ricatto. Sento una mano sulla spalla, è Fiera << Tenno, stai bene? Con chi- >> si interrompe, fissa il punto dove si trova l'Esterno << Puoi vederlo adesso? >> lei annuisce silenziosamente << Non interferire >> l'Esterno fa un gesto con la mano, Fiera non si muove più, l'ha fermata.

 

Io non so cosa fare, mi sembra di discutere con un bambino di sei anni << Non posso ucciderla, ha già troppi problemi così com'è >> molto probabilmente sarà ancora inseguita da giornalisti vari per ottenere uno scoop sulla “vita di una ragazza dopo lo stupro”. L'Esterno mi fissa, può farmi quello che vuole, ma non ucciderò mai un innocente, all'improvviso scoppia in una risata. Non dirmi che mi stava prendendo in giro << Tranquillo Matte, ti sto prendendo in giro >> ti odio.

 

<< Non fai ridere >> mi ha fatto prendere un colpo, viene da me tutto d'un colpo e mi ordina di uccidere una ragazza che io stesso ho aiutato il giorno prima << Comunque dovresti tenertela stretta, non si sa mai, quello è un simbolo che non posso controllare >> ah << Quindi esiste più di un Esterno? >> sta diventando troppo complicato << No, io sono l'unico con questo nome. Ma probabilmente è un vecchio portatore del marchio che ha fatto qualcosa >> ah, quindi ce ne sono tanti con i miei poteri << Come puoi non controllarlo? È il tuo marchio >> lui alza le spalle << Non lo so, forse perché non sono stato io ad imprimerglielo, – ok ha senso – comunque sta per finire il tempo. Ti saluto >> detto questo, quello che sembra sabbia bianca con qualche sfumatura di nero lo avvolge, per poi scomparire insieme a lui.

 

Il tempo riprende a scorrere, sento di nuovo gli scatti delle fotocamere e i mormorii della gente. Fiera riprende a muoversi << Chi era? Che ti ha detto? >> e adesso che le dico? << Era quello che mi ha donato il simbolo, ti ha visto e ha voluto incontrarmi per parlare. A quanto pare lui non ne sa niente. Ma adesso andiamo, siamo sotto i riflettori >> lei mi guarda confusa << E perché mi ha fermato? >> alzo le spalle << Non lo so, forse con gli estranei è molto riservato >> o forse lo ha fatto per rendere lo “scherzo” più credibile.

 

Siamo circondati dalla folla, vedo un'alce che sia avvicina a Fiera, dietro di lui c'è un elefante con una videocamera professionale: giornalisti. Subito l'alce parla << Signorina che rapporti ha con questo mammifero? >> oddio no, TI PREGO NO. Aspetta, se prima quando Fiera mi ha toccato la spalla si è formato un collegamento allora significa che...

 

Prendo la zampa di Fiera, miro fuori dalla folla e mi teletrasporto. Siamo fuori dalla folla << Corri e vai a casa, appena svolti l'angolo cercherò di fermare il tempo cosicché tu possa non essere seguita >> subito lei si intristisce. Che ho detto di male? << Io non ho una casa >> cosa? Anche lei? Non è il luogo adatto per parlarne. Siamo vicini ad un edifici abbastanza basso per poter raggiungere il tetto.

 

Prendo la sua zampa e ci teletrasporto sul tetto << In che senso non hai una casa? Dove dormi? >> ma possibile che incontro solo orfani? << In un orfanotrofio non lontano da qui, ma, onestamente, non voglio più tornarci >> vai. Sono pronto a piangere di nuovo, raccontami la storia della tua vita << Perché? Com'è che sei orfana? >> Fiera abbassa la testa e incomincia a raccontare.

 

 

 

Non piangere non piangere non piangere. NON. PIANGERE. Devo parlare per non piangere << Vieni a vivere da me, ho tantissime stanze e cibo praticamente infinito, nessuno ti farà più del male, – le prendo la zampa – ti prego, non devi vivere così >> se incomincia a piangere scoppio anche io e diventa un casino.

 

Lei invece sorride, il primo sorriso che le vedo fare << Grazie, – mi abbraccia per la seconda volta – non me lo merito, non mi merito di vivere con te >> ricambio l'abbraccio << Non devi dire così, hai vissuto la maggior parte della tua vita da sola, non devi continuare in questo modo >> per la secondo volta nell'arco di dieci minuti sento il suo pelo soffice sulla mia pelle, per la seconda volta nella mia vita mi sento bene, e per la prima volta mi sento come se qualcuno mi volesse davvero bene. CRISTO STO PIANGENDO CHE RAZZA DI SUPEREROE SONO SE PIANGO.

 

Mi asciugo velocemente le lacrime << Posso chiamare Ordis per farti venire a prendere, ma dobbiamo raggiungere un palazzo abbastanza alto >> mentre siamo ancora abbracciati, uso il teletrasporto per passare da tetto a tetto ed in meno di dieci secondi siamo arrivati in uno spazio perfetto. Fiera si accorge che siamo abbracciati da molto tempo e si stacca << S-Scusa >> e siamo finiti in un anime << Ordis, puoi venire a prenderci? >> subito risponde << Certamente, operatore, sarò subito da voi >> sento subito un rombo da lontano, mi giro e vedo la Liset avvicinarsi mooolto velocemente.

 

Incomincia a rallentare quando mancano circa cento metri, si posiziona sopra di noi e piano piano si abbassa. Vedo qualcos'altro avvicinarsi: sono i pezzi della tuta che sono rimasti al municipio, me ne ero totalmente dimenticato. Un portellone si abbassa davanti a noi, Fiera ha la stessa espressione di Julia quando le ho detto che ho dei superpoteri, è TROPPO tenera.

 

Una volta stabilizzata la posizione della navetta, entriamo. Il portellone si chiude subito dietro di noi << Ha portato un altro passeggero, operatore? >> Ordis sembra contento << Da adesso anche lei vivrà con noi, Ordis questa è Fiera, – mi giro verso di lei – Fiera, questa voce che senti è Ordis, il Cephalon che comanda questa nave >> vedo che la televisione è accesa << Fiera, un nome a dir poco interessante >> stanno trasmettendo di nuovo il telegiornale << Già, la direttrice dell'orfanotrofio dice che, quando mi hanno trovato, avevo in mano biglietto con sopra scritto questo nome >> due orecchie spuntano da dietro il divano, tecnicamente sarebbe il davanti, Judy sta ascoltando anche noi << Orfanotrofio? >> abbassa il volume della tele << Lei è orfana? >> sia Ordis che Judy, che adesso sta facendo spuntare la testa da dietro il divano, rimangono stupiti.

 

Sinceramente mi stanno stufando tutti questi argomenti tristi << Fiera è venuta qua per cominciare una nuova vita, parliamo d'altro. >> Judy abbassa le orecchie << Oh, scusami >> è TROPPO pucciosa << Non ti preoccupare >> COMUNQUE << Dov'è Nick? Sta ancora dormendo? >> Fiera è stranamente silenziosa << Già, durante i giorni liberi dorme fino alle undici >> così poco?

 

Sento degli spari provenire dalla tele << Non stavi guardando il Tg? >> che Nick abbia preso di nascosto il telecomando? Non penso. La tele mostra un gruppo di militari che spara... A ME. << Quello non sei te? >> quindi << Ordis, hai già messo il video in circolazione? >> è un po' presto << No, operatore, per non essere rintracciato ho dovuto convincere un altro hacker di Zootropolis, quindi la registrazione è di suo dominio, ma di buono c'è che noi non possiamo essere correlati in nessun modo a questo fatto, adesso non ci resta che goderci la discesa del sindaco che, onestamente, mi stava alquanto sulle scatole >> confermo << Sai, neanche a me è mai stato simpatico, non mi dispiacerebbe se venisse sollevato dall'incarico >> Judy? Sei seria?

 

Fiera è silenziosa, non sembra neanche felice. Prima sorrideva, adesso sembra come vuota. Le metto una mano sulla spalla << Ehi, tutto bene? Sorridi, questa è la tua nuova casa >>

 

 

La tua nuova casa.

 

 

La mia nuova casa.

 

 

Dovrebbe essere una vita migliore

 

 

Ma allora perché?

 

 

Perché mi sembra tutto così triste?

 

 

Due fratelli buttati a forza nelle strade.

 

 

Un sindaco che non accetta ciò che non può capire.

 

 

Una ragazza che è cresciuta da sola e odiata da tutti, senza motivo.

 

 

E un bambino, perché è questo ciò che sono, che non riesce più ad essere felice.

 

Ci ho provato, ma non ci riesco, non ci riesco. Forse con Tommy mi sentivo meglio, ma fingevo comunque, fingevo, fingevo, fingevo. Fingevo di essere felice per non sembrare strano. L'ho imparato da quando avevo sette anni, fai il normale e nessuno verrà a darti fastidio. Col tempo diventa sempre più naturale fingere di essere normale, così tanto che riesco quasi a convincermi di esserlo davvero.

 

Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato. Non ha mai funzionato.

 

Mi sento debole, mi gira la testa. Sono caduto a terra? Che scemo che sono.

 

Sono seduto, non sono sulla Liset, sono seduto su un muretto, appoggiato ad una ringhiera di metallo, il terreno è secco, molto probabilmente non arriva mai la pioggia qua, sarà per quell'albero che copre tutto. Si sta bene, è fresco e caldo allo stesso tempo.

 

Ci sono tanti bambini che corrono più lontano, sembra il cortile di una scuola elementare durante l'ora di ricreazione.

 

È la scuola elementare in cui andavo.

 

Strano, di solito questo posto è occupato da loro << Coglione, levati >> davanti a me c'è un bambino, è sovrappeso, faccia tonda, capelli biondi. Dietro di lui ci sono altri bambini.

 

No.

 

Mi limito a fissarlo, non voglio andarmene, è la prima volta che riesco a sedermi qua << Mi hai sentito, vattene >> dove sono le maestre, non le vedo da nessuna parte.

 

Perché devo riviverlo?

 

<< Non voglio >> so già che cosa succederà, tanto succede ogni giorno, ormai ci ho fatto l'abitudine.

 

Perché sta succedendo di nuovo?

 

Il bambino mi prende la testa, la tira verso di se per poi sbatterla contro la ringhiera.

 

Non fa più male come prima.

 

Mi butta a terra, non oppongo neanche più resistenza, tanto è inutile. Ora anche gli altri si sono uniti alla lotta, mi tirano calci in faccia, nella pancia, anche là sotto.

 

Non fa più male come prima.

 

Mi mettono una scarpa in faccia, adesso possa anche dire di chi è, premono sul mio viso. Stranamente non si è rotto il naso.

 

Non fa più male come prima.

 

Adesso fa male, che è successo? Sto sanguinando? Dove? Non importa.

 

Se ne sono andati, non si sono neanche seduti sul muretto.

 

Adesso fa male.

n.d.a.

Cazzo se fa male parlare di questo. Comunque 
Si! Per chi se lo stesse chiedendo, Alle elemntari mi succedevano veramente queste cose.
Per il Passato di Fiera, ho deciso di tenerlo un mistero, per ora.
Ringrazio Plando, Dn1ght e chiunque segua le mie storie. Fatemi sapere cosa pensate del capitolo.
Alla prossima.

Matteo.

 

 

 

   
 
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