Capitolo 3
Il
corridoio era uguali a tutti quelli che avevano
attraversato. Anonimo con i suoi muri rossastri e i semplici arazzi con
i
colori della terra che rappresentavano i possenti draghi del regno, lo
avrebbero sicuramente ignorato senza pensarci due volte.
“Sicura
che sia questo il posto?”
Hideto
si sporse ancora una volta oltre il muro, cercando
ancora un indizio che potesse far pensare che Magisa fosse
lì.
“Te
l’ho già detto!”, sbottò
Aileen incrociando le braccia e
fermandosi a pochi passi da lui.
“Chiedo
perdono se sono un po’ scettico. Dopotutto, non eri
mica tu chi pochi minuti fa ha ammesso di non avere la più
pallida idea di come
usare il Nucleo!”
La
ragazza alzò gli occhi al cielo, inviando una silenziosa
preghiera alle divinità del suo regno. Dove erano finiti
tutti i suoi discorsi
su fidati delle tue capacità?
“Se
hai un’altra proposta, sono tutta orecchi.”
Il
Guerriero Blu si limitò a tornare a fissare il corridoio
davanti a loro. Non potevano rischiare di fare domande ai servitori o
alle
guardie. Erano già stati fortunati che il loro piano avesse
funzionato fino a
quel momento, soprattutto grazie al convincente diversivo inscenato da
Mai,
Yuuki e Zungurii. Il tempo non era sicuro dalla loro parte.
Forse
intuendo quali fossero i pensieri di Hideto, Aileen deglutì
e si portò al suo fianco. “Magisa è
oltre quel muro, ne sono quasi
sicura.”
“Potrebbe
esserci una stanza segreta”, disse Hideto
distrattamente: gli era successo più volte di incontrare un
simile trucchetto
cercando le carte dello Zodiaco. “Non molto
originale.”
“Come
facciamo ad entrare?”
Il
Guerriero Blu strinse la mano sulla pietra fredda del
muro. “Dovremo avvicinarsi. Ci dovrà essere per
forza un meccanismo per
accedere alla stanza.”
“Un
meccanismo tipo cosa? Una leva? Un pulsante?”
La
Guerriero Verde si sporse oltre il ragazzo. Lui la
afferrò per una spalla e la fece arretrare di nuovo dietro
di lui guadagnandosi
un’occhiataccia.
“Lo
scopriremo presto. Io vado a dare un’occhiata. Tu
controlla che non arrivi nessuno.”
Quelle
parole furono seguire dal silenzio, Aileen lo fissò
per capire se stesse dicendo sul serio. “Di la
verità, ti stai divertendo a
darmi ordini?”
“Sì,
se devo ess-”
“Non
azzardarti a rispondere!”
Hideto
scosse la testa e ridacchiò, voltandosi di spalle. La
granroriana gli mostrò la lingua. Poi tornò a
osservare il corridoio da cui
erano arrivati. Fortunatamente era ancora deserto. Il luogo in cui era
stata
rinchiusa Magisa era stato escogitato con cura. Tutti i servi e i
soldati si
trovavano ai piani inferiori o sul tetto e l’ala in cui si
trovavano sembrava
quasi abbandonata.
Sobbalzò
quando Hideto le afferrò il braccio e le fece cenno
di tacere portandosi un dito davanti alla bocca. Hideto
accennò con la testa al
corridoio in cui c’era Magisa. C’erano dei soldati.
“Ricordate,
la Maga non deve essere ferita ma deve seguirci
senza tante storie.”
Aileen
e Hideto si scambiarono uno sguardo allarmato.
“Il
bracciale dovrebbe essere in grado di annullare i suoi
maledetti poteri fino all’astronave.”
La
granroriana cercò di sporgersi, ma Hideto la
fermò.
“Vogliono portarla VIA! Dobbiamo fare qualcosa!”
“Lo
so! Pensi che caricare a testa bassa serva a qualcosa?”
Aileen
abbassò la testa, mordendosi un labbro.
“Guarda
e impara!” Il Guerriero Blu sorrise confidente
facendo roteare un sottile tubetto laccato apparso da una delle sue
tasche.
“Tenete
le armi pronte.”
“Quando
il nemico ha il numero dalla sua parte-”, con un
colpo secco infilò un sottile dardo piumato,
“-bisogna essere più furbi di lui.”
Hideto
si inginocchiò, attento a non farsi vedere oltre lo
spigolo. Doveva essere preciso e veloce. Non poteva sbagliare. Nel
corridoio si
sentì muovere un pannello. Ecco qual era il meccanismo.
“Se
non riesco a neutralizzarli, attirerò la loro
attenzione. Tu nasconditi nell’ultima stanza che abbiamo
visto. Con un po’ di
fortuna avrai una seconda possibilità.”
Aileen
non rispose, il cuore che cominciava a battere
impazzito all’idea di ritrovarsi la responsabilità
di liberare tutti gli altri.
Per la prima volta, si ritrovò a sperare che il Guerriero
Blu potesse mostrare
l’esperienza che tanto
decantava.
Hideto,
in quegli istanti che sembravano dilatarsi, non era
convinto di poter superare una simile prova. Aspettare che aprissero la
porta
era preferibile, gli avrebbero risparmiato una fatica. Il problema
principale
era che i soldati erano in due unità in più
rispetto al suo record. Hideto
inspirò e sollevò la cerbottana. La
puntò verso il soldato più vicino, facendo
attenzione a non perdere d’occhio le azioni del granroriano
che sembrava al
comando.
Uno. Il soldato allontanò
la mano dal pannello.
Due. Una soffusa
luce illuminò i pulsanti.
Tre. Lieve
clangore e i bordi di una porta apparvero sulla parete.
Era
il momento. Il Guerriero Blu soffiò. Un leggero sibilo, un
sottile dardo piumato fendette l’aria fino a conficcarsi nel
collo di uno dei
soldati. Il granroriano emise un verso di sorpresa e alzò la
mano. Un attimo
dopo, cadde a terra a peso morto.
Il
tonfo colse di sorpresa i suoi compagni. Hideto afferrò
un altro dardo, inspirò e soffiò. Un altro
soldato cadde a terra con un grido
strozzato in gola.
“SIAMO
ATTACCATI!”
Il
caos si scatenò tra i soldati che afferrarono le loro
armi e cercarono freneticamente di capire da dove provenisse
l’attacco.
Confusione che non faceva che favorire Hideto. Il ragazzo
lanciò altri due
dardi prima che una granroriana, voltandosi nella loro direzione, si
accorgesse
di lui.
“Signore,
da quella parte!”
Il
comandante e gli altri due soldati si voltarono al grido.
Hideto ignorò il fatto che fossero sempre più
vicini e lanciò quinto dardo che
riuscì a colpire il bersaglio, che rovinò a terra
trascinandosi dietro la
granroriana che lo aveva avvistato.
Il
Guerriero Blu imprecò e si mise in piedi, senza avere il
tempo di controllare se Aileen fosse riuscita a nascondersi, faticando
a preparare
un nuovo dardo. Dardo che gli scivolò dalle mani, ma questo
gli permise di
accorgersi con la coda dell’occhio di essere sotto tiro.
Riuscì a gettarsi a
terra giusto un attimo prima che lo sparo gli creasse un buco in
fronte. La
cerbottana gli scivolò dalle dita e rotolò a
qualche metro di distanza.
Con
la fronte imperlata di sudore, afferrò il dardo caduto a
terra e si gettò contro i due. Approfittando della loro
sorpresa, riuscì a
conficcarlo sulla spalla del comandante che stramazzò a
terra trascinandoselo
dietro. Uno dei drappeggi si scollò dal muro e
finì addosso a loro.
Frastornato,
sbatté gli occhi e tastò freneticamente la
tasca in cerca degli ultimi dardi. Ma la sentì vuota.
Dovevano essergli caduti.
Maledicendo la sua sfortuna, cercò di divincolarsi dal
groviglio di braccia e
stoffa in cui era finito. Il rumore di una sicura tolta lo
immobilizzò sul
posto. Sulla testa sentì il freddo di una pistola.
“Io
non mi muoverei se fossi in te.”
Hideto
sentì il sangue gelarsi nelle vene. Alzò gli
occhi e
si ritrovò davanti l’unico soldato che non era
riuscito a neutralizzare.
“Non
so come tu abbia fatto ad entrare lurido ribelle, ma il
gioco finisce qui.”
Era
spacciato. Ora avrebbero dovuto cercare anche un
sostituto per il Guerriero Blu.
Con
la coda dell’occhio vide un’ombra verde e bruna. E
sgranò gli occhi.
Aileen,
nel breve lasso di tempo che avrebbe avuto per
pentirsi, pregò Hououga
e tutti protettori
del suo regno e saltò. Come quando si arrampicava sugli
alberi con gli amici
del villaggio, strinse braccia e gambe attorno al busto del soldato,
che si
sbilanciò gridando dalla sorpresa.
Il
colpo diretto ad Hideto si infranse sul muro alle sue
spalle.
Il
soldato ringhiò e si sbatté contro il muro. Un
dolore
lancinante le percorse il braccio e la spalla. La Guerriera Verde
strinse i
denti per non urlare e serrò tutta la mano attorno al dardo
che aveva raccolto
da terra. Lo conficcò nello stesso istante i cui il
granroriano la afferrò al
braccio, quello dolorante, e la strattonò gettandola oltre
di lui.
L’impatto
con la terra le tolse il respiro. Rimase distesa a
fissare il pavimento rossastro.
Dopo
qualche istante, si sollevò sui gomiti e si
ritrovò
Hideto al suo fianco che l’aiutò a rimettersi in
piedi. Per un breve attimo,
tutto sembrò ondeggiare per poi fermarsi quando
incrociò lo sguardo preoccupato
del ragazzo.
“Stai
bene? Ti fa male qualcosa?”
Aileen
abbozzò un sorriso. “St-sto bene”
“Come
no. Hai appena fatto l’imitazione della pallina di un
flipper. Ma hai visto quanto più grande di te era quello?
Potevi farti
ammazzare!”
“Adesso
sembri Vey”, si lamentò la granroriana.
“Aileen.”
La
ragazza sbatté le palpebre e passò lo sguardo sul
corridoio. Tre soldati erano riversi a terra. Il quarto sbucava dal
corridoio
in cui era rinchiusa Magisa.
“Un
po’ il braccio sinistro”, ammise alla fine.
Hideto
controllò il braccio e tirò un sospiro di
sollievo
quando non trovò niente di rotto. La granroriana avrebbe
dovuto semplicemente
convivere per un po’ con un gran bel dolore.
“Pensi
di farcela?”
Aileen
annuì. “Sta già diminuendo.
Però sono d’accordo con
te: era veramente troppo grosso per me.”
Il
Guerriero Blu sogghignò, anche lui un po’
indolenzito, e
recuperò dardi e cerbottana. Insieme portarono gli otto
soldati nella stanzetta
vuota in cui la granroriana si era nascosta poco prima. Tolto anche il
travestimento, chiusero la porta alle loro spalle e raggiunsero di
corsa il
corridoio dove si trovava Magisa.
Dove
fino a poco prima c’era un anonimo muro rossastro, ora
si intravedevano distintamente i bordi di una porta, ben celata a chi
non
sapeva che ci fosse. I due Maestri della Luce si fermarono davanti al
pannello,
con Aileen che quasi saltellava sulla punta dei piedi. Hideto, invece,
iniziò
ad armeggiare con la pulsantiera con il riapparso cacciavite. Tolta la
prima
vite, riattivò la ricetrasmittente e tirò fuori
anche il dispositivo
decifra-password di Kenzo.
“Noi siamo pronti.
Mai e gli altri?”
“Non aspettano altro
che il segnale per fare da diversivo. Sono già usciti e
pronti all’azione.”
“Perfetto.
Noi siamo davanti al pannello, dove dovrebbe
essere l’entrata USB?”
“Guarda ai lati. Forse
è nascosto da qualche sportello.”
Il
Guerriero Blu sfilò l’ultima vite e
spostò la
pulsantiera, rivelando un groviglio di cavi e circuiti. In un angolo
c’era un
piccolo pannello. Con le unghie lo fece saltar via e sotto
trovò proprio i
collegamenti che gli servivano. In un attimo il dispositivo era
collegato. Lo
attivò come gli avevano detto Mai e Kenzo e sullo schermo
cominciarono a
scorrere scritte informatichesi
che,
una volta interpretate, avrebbero permesso loro di liberare Magisa.
“Ottimo.
Ora cominciò ad inviarti i dati, così trovi la
combinazione.”
“Non
così in fretta.”
Aileen
e Hideto si voltarono di scatto nella direzione da
cui proveniva la voce. A diversi metri da loro, ad
un’intersezione del
corridoio, era apparso un altro soldato del Governatore. La granroriana
sentì
gelarle il sangue nelle vene: avrebbe riconosciuto quella voce e quel
volto
ovunque.
“Mani
in alto.”
I
due ragazzi non si fece pregare, alzando lentamente e
scambiandosi uno sguardo teso. Sambirii, intanto, continuando a tenere
la
pistola puntata contro di loro, avanzò. Un ghigno divertito
gli piegava le
labbra.
“Guarda,
guarda chi si rivede, la piccola streghetta del
regno di Smeraldo.”
Con
lo sguardo, passò in rassegna il corridoio deserto.
“Quando
ho sentito che c’erano dei prigionieri, ho subito
pensato che qualcosa non andava. Dopotutto qui c’era la Maga
e quindi ho
pensato a te.” Avanzò fino a trovarsi a pochi
passi da loro. Aileen deglutì e
si morse un labbro. “Ci ho visto giusto.”
Hideto
stava scrutando ogni minimo dettaglio, in cerca di un
possibile punto debole da poter sfruttare. Con le mani alzate, non
poteva usare
la cerbottana e la stazza granroriana del soldato rendeva ridicolo
pensare di
poterlo smuovere lanciandoglisi contro.
“Hideto, che cosa sta
succedendo?”
Sambirii
afferrò la radio dalla cintura. “Spero vi godrete
la vostra permanenza nelle prigioni.”
Hideto
sgranò gli occhi e fece per dire o fare qualcosa,
qualsiasi cosa, ma la granroriana lo batté sui tempi. Aileen
si gettò avanti
abbassando le braccia e tendendole davanti a sé.
“No!
Aspetta!”
Il
soldato fermò il dito che stava per attivare le
comunicazioni, alzando il sopracciglio e regalandole uno sguardo
derisorio.
“Non
sei in posizione per darmi ordini, insetto!”
“Non
ti conviene catturarci. Che cosa ci guadagneresti?”
Hideto
e il soldato accolsero con silenzio perplesso la sua
esclamazione. La ragazza, però, non si lasciò
intimorire. Il suo era un piano
folle, improvvisazione allo stato puro. Vey avrebbe apprezzato.
“Prova
a pensarci. Se chiami rinforzi, a te non andrà quasi
alcun merito e non vendicherai la tua sconfitta. Se è quello
che vuo-”, Aileen
strinse le mani dietro la schiena e sospirò.
“Continua.”
La
Guerriero Verde sorrise. “Beh, affrontami in duello. Se
vinco io, ci lasci andare. Se vinci tu, invece, ti vendichi, mi umili,
salvi la
giornata e-”, senza preavviso Aileen afferrò il
braccio di Hideto e attirò a sé
il ragazzo, un enorme sorriso dipinto sul volto, “-catturi il
Maestro della
Luce più forte di tutti!”
“Cos-”
La
ragazza pestò il piede di Hideto, impedendogli di
continuare. “Ehi!”
“Non
dargli bada. È sempre troppo modesto.” Poi si
voltò
verso Hideto. “Zitto e reggi il gioco,” gli
sibilò per poi voltarsi di nuovo verso
Sambirii che in silenzio sembrava indeciso sul da farsi. Aileen,
però, non
poteva permettere che decidesse di chiamare aiuto e sapeva
perfettamente quali
tasti premere.
“Capirò
se pensi di non esserne in grado. Immagino sarebbe
dura perdere una second-”
“TACI!
Io non ho certo paura di te! Se vuoi essere umiliata,
sarà un mio piacere!”
Aileen
trattenne un sogghigno di trionfo. Vey sarebbe stato così
orgoglioso di lei!
“VARCO
APRITI, ENERGIA!”
Il
granroriano scomparve in un lampo di luce bianca,
lasciando i due Maestri della Luce da soli. Hideto si liberò
dalla presa della
ragazza e la fissò scioccato.
“Ma
che ti dice il cervello! Un duello? E se perdi?”
Aileen
roteò gli occhi. “Si chiama diversivo. Lo hai
detto
tu. Io lo distraggo e ti guadagno del tempo, tu liberi Magisa. E se
anche
dovessi perdere, hai sempre la cerbottana. Se loro non rispettano mai i
patti,
possiamo farlo anche noi.”
Il
Guerriero Blu aprì la bocca per ribattere, ma si
fermò
all’ultimo secondo rendendosi conto che l’idea non
era del tutto malvagia. Il
ragazzo si limitò a scuotere la testa, sperando di potersi
fidare veramente.
“Spero
che tu sappia quello che fai.”
“Fidati
di me,” fu la riposta di Aileen che incrociò lo
sguardo di Hideto con determinazione.
Il
ragazzo la guardò per alcuni lunghissimi istanti e poi
annuì. “Buona fortuna.”
La
granroriana sorrise e si voltò. “Varco apriti,
ENERGIA!”
Una
luce verde e bianca l’avvolse e il corridoio attorno a
lei scomparve, insieme alle sue pareti rossastre e ai drappeggi
decorati dai
draghi. Quando riaprì gli occhi, davanti a lei si stendeva
il terreno di
battaglia in tutta la sua maestosità, circondato da brulle
formazioni rocciose
che si perdevano a vista d’occhio. Posò il mazzo
di carte sul terreno di gioco
che si attivò emettendo un breve bagliore.
Lontano
da lei, Sambirii la imitò, l’uniforme identica a
come la ricordava, placche color bronzo decorate da fiamme rosse, in
contrasto con
l’azzurro dei nuclei delle vite. Un’armatura senza
personalità, uguale a quella
di ogni soldato del Regno di Rubino.
I
nuclei delle vite e della riserva si materializzarono sul
campo di gioco. Aileen inspirò: doveva far durare quel
duello il più a lungo
possibile, per dare a Hideto una chance di liberare Magisa. Poteva
contare sul
desiderio che Sambirii aveva di umiliarla. Un duello rapido e indolore
non lo
avrebbe soddisfatto sicuramente, glielo si leggeva sul volto.
“Settant’anni
piccola strega. Non pensare che il mio
desiderio di vendetta sia diminuito. Godrò di ogni istante
in cui ti vedrò
soffrire.”
La
granroriana sbuffò. “Non sono ancora
così vecchia da
perdere la memoria. Ripetere le stesse sciocchezze dell’altra
volta non ti
aiuterà.”
“NON
mi sottovalutare!”, la voce rabbiosa del soldato quasi
rimbombò nel silenzio del campo di battaglia.
“Solo
quando tu non ti sopravvaluterai.”
Aileen
ignorò il ringhio quasi animale del granroriano e
pescò le prime quattro carte. Sfiorò appena
l’ultima di esse: un brivido le
percorse il corpo accompagnato da un fiotto di energia, quasi
familiare, che
partì dalla punta delle dita e si propagò per
tutto il corpo. Nella sua mente
sentì un grido acuto. Chiuse gli occhi, ma questo non le
impedì di vedere
davanti a sé le sue possenti ali blu e rosse, spiegate nel
vento.
Sentì
le gambe cederle e si afferrò alla sbarra
d’acciaio
più vicina. Quella carta non poteva trovarsi nel mazzo. Hououga…
“A
che gioco stai giocando? Ti penti già di avermi
sfidato?”
La
risata di scherno che seguì quelle parole fu sufficiente
ad Aileen per farla uscire dal vortice di voci e immagini che stavano
facendo
battere impazzito il sangue nelle sue tempie, rischiando di
sopraffarla. Aprì
gli occhi e tutto si calmò. Si rese conto di avere il
respiro affannato.
Inspirando ed espirando lentamente si posò al terreno di
gioco. Solo lui poteva avergliela
messa nel mazzo.
L’aveva scoperta, nonostante tutti i suoi sforzi. Lacrime di
rabbia le
inumidirono gli occhi.
“Allora?”
Di
scatto, alzò la testa e fissò il soldato con
sguardo
gelido. “Fatti gli affari tuoi!”
Il
soldato alzò le sopracciglia, notando il repentino cambio
di umore della sua sfidante. Sorrise rendendosi conto che i suoi nervi
a fior
di pelle sarebbero stati un ottimo aiuto per lui. Incrociò
le braccia e gettò
lo sguardo sulle quattro carte appena pescate.
Quando
rialzò lo sguardo, Aileen si era rimessa in piedi,
decisa a tutti i costi a non farsi influenzare da quella carta, che non
poteva
e soprattutto non voleva usare. L’espressione sul suo volto
era di nuovo
concentrata ma il soldato avrebbe usato ogni sua carta per farla cedere.
“A
te la prima mossa, mi sento magnanimo.”
(TURNO 1)
“Come
preferisci. Fase Iniziale.”
A
quelle parole, il terreno di gioco davanti ad Aileen si
illuminò, determinando l’inizio ufficiale del
duello.
“Fase
di Acquisizione.”
Con
un gesto rapido, aggiunse la quinta carta alla propria
mano e subito dopo afferrò tra le dita una delle prime che
aveva pescato.
“Fase
Principale. Attivo il nexus Frutti
dell’Albero della Saggezza.”
Dietro
alle sue spalle, grosse radici spuntarono dal terreno
e si intrecciarono nell’aria andando a formare
l’immenso tronco a spirale di un
albero dalla corteccia dorata e dalla verde fronda. Dai suoi rami
pendevano
frutti dorati a goccia.
“Termino
il mio turno.”
(TURNO 2)
Il
granroriano strinse le dita attorno le carte, memore del
ruolo che quella carta aveva giocato alla sua sconfitta. Se non
riusciva ad
impedire il boost di nuclei, per lui sarebbe stata la fine. E questo
non poteva
permetterselo.
“Fase
Iniziale. Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”
Aggiunse
la quinta carta alla mano e, non appena la vide,
non riuscì a trattenere un ghigno. Non avrebbe potuto
pescare carta migliore,
perfetta per destabilizzare la strategia della sua avversaria.
“Fase
principale! Evoco Oviraptor al
livello 2.”
Sul
terreno di battaglia apparve un simbolo rosso che si
disintegrò per lasciare spazio ad un dinosauro bruno che si
ergeva su due
zampe, coda e zampe anteriori dotate di lunghe lame argentate.
Aileen
aggrottò la fronte, confusa da quella mossa che non
si adattava all’espressione trionfante di pochi istanti
prima. Sambirii afferrò
una seconda carta.
“Di
ciao ciao al tuo amato alberello. È arrivato il momento
di disboscare. Uso la carta magia Giavellotto
Esplosivo!”
La
ragazza si voltò di scatto verso il proprio nexus, mentre
una lancia dorata circondata da fiamme fendette il cielo e si
conficcò nel
tronco dell’albero. Le fiamme si diffusero fino alle foglie e
lo fecero
dissolvere nel nulla.
“Come
vedi, dopo quasi settant’anni dovresti provare con
qualche strategia più originale.”
Aileen
si voltò, ma non ebbe il tempo di replicare.
“Fase
d’Attacco. Vai Oviraptor!”
Il
dinosauro ruggì e partì all’attacco,
attraversando a
rapide falcate il terreno di gioco. La Guerriero Verde non
esitò a decidere,
senza nuclei e senza spirits non poteva fare altro.
“Rispondo
all’attacco con la vita!”
Una
sfera rossa circondò la sua postazione. Oviraptor balzò
in aria e con le lame delle zampe
anteriori sferzò la barriera in rapida sequenza. Il secondo
attacco la infranse
e il primo nucleo di Aileen esplose sull’armatura,
costringendola ad arretrare
di un passo per impedire che l’onda d’urto la
facesse cadere a terra. Una
smorfia di dolore apparve sul suo volto.
Il
granroriano scoppiò a ridere. “Mi
divertirò un mondo! A
te la mossa.”
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“Hideto, che cosa è
successo?”
Il
Guerriero Blu era di nuovo davanti al pannello che aveva
smontato e posato a terra.
“Oh,
niente di che. Stavano per portare via Magisa e abbiamo
avuto un incontro piuttosto ravvicinato con loro. Poi è
arrivato il soldato che
ha raso al suolo il villaggio di Zungurii. Ora Aileen sta duellando con
lui.”
Nell’auricolare,
per lunghi secondi, non si sentì altro che
il classico ronzio elettronico. Hideto, nel frattempo, aveva inserito
la
chiavetta datagli da Kenzo facendo così iniziare il
passaggio di dati alla Limoviole.
“Sono davvero contento
di non essere venuto con voi, lo sai?”
Il
ragazzo ridacchiò e incrociò le braccia.
“Perché? È così
divertente.”
“Non sei spiritoso.”
Hideto
non rispose, ma tornò a guardare il corridoio. No,
Kenzo aveva ragione. Non era stato divertente neppure un po’,
soprattutto
quando aveva veramente creduto che sarebbe morto. Ma qualcuno doveva
pur farlo.
Come quando nel futuro bisognava trovare le X-Rare dello Zodiaco.
Qualcuno
doveva pur fare il lavoro sporco e lui, già da tempo, aveva
deciso che non si
sarebbe più tirato indietro dalle sue
responsabilità. Soprattutto se poteva
aiutare gli altri nel frattempo.
“Quanto
tempo pensi impiegherete tu e M.A.I.A.?”
“Non ne ho idea.
Faremo del nostro meglio.”
Il
ragazzo annuì, anche se non poteva essere visto, e strinse
il dispositivo con la tastiera che Kenzo gli aveva dato. Non gli
restava che
attendere e sperare che i due Guerrieri Verdi riuscissero nel loro
intento. Si
posò quindi sul muro, con gli occhi e le orecchie attente al
minimo rumore.
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(TURNO 3)
“Fase
Iniziale. Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”
Aileen
prese la carta e fissò il terreno di gioco. Per lei,
quel duello non poteva essere cominciato peggio. Non tanto
perché non avesse
carte utili in mano, perché ne aveva, ma per il semplice
fatto che aver pescato
Hououga l’aveva
messa in svantaggio di una
carta e l’aver perso il nexus le aveva tolto anche il
vantaggio dei nuclei.
L’unico lato positivo per la lei era che il principale
obbiettivo di quello
scontro era far perdere tempo a Sambirii.
“Fase
di Recupero e Fase Principale. Evoco Araigoya, Procione Spora di
terzo livello.”
Similmente
a prima, sul terreno di battaglia di fronte ad
Aileen, apparve il simbolo verde che si dissolse per lasciare il posto
ad uno
spirit grigio di dimensioni relativamente minute, simile ad un procione
sulle
cui zampe si arabescavano delle sottili liane verdi. Al posto della
coda c’era
una specie di fiore a campanula che si protendeva lungo la sua schiena
e che
sfumava dal verde al bianco. Non appena posò tutte le zampe
sul terreno, lo
spirit emise un piccolo ringhiò.
Il
granroriano guardò scettico la creaturina evocata da
Aileen, trattenendo a stentò una risata che fece vibrare il
suo enorme busto.
“Tu
e il tuo spirit mi fate meno paura di un Pentan.”
Aileen
spostò in orizzontale la carta. “Anche i Pentan possono
far male. Attacco con Araigoya!”
“E
io rispondo con la vita.”
Lo
spirit procione attraversò il terreno correndo e si
lanciò contro la sfera verde apparsa davanti al soldato. Con
le unghie
affilate, graffiò la superficie e quando ringhiò
spore velenose uscirono dal
fiore e attecchirono, crescendo immediatamente e stritolando la sfera
luminosa
tra i rampicanti.
Il
granroriano sussultò appena quando la sua prima vita
esplose sul suo petto.
“Termino
il mio turno.”
(TURNO 4)
Con
una mano, Sambirii spazzò il punto dove una delle sue
vite si era spenta, muovendo leggermente la spalla.
“Fase
Iniziale. Fase dei Nuclei.”
Allungò
la mano e afferrò la carta. Sorrideva già, certo
turno dopo turno di poter spezzare la strategia che Aileen stava usando.
“Fase
di Acquisizione.”
Portò
la carta davanti agli occhi, illuminati da un bagliore
nero. Era arrivata, la carta che gli avrebbe dato la vittoria, troppo
presto
per i nuclei che aveva a disposizione ma giusto in tempo per prendere
posto
nella scacchiera.
“Fase
di Recupero e Fase Principale. Evoco Ankillersauro
di livello 1.”
Accanto
ad Oviraptor, il
simbolo rosso esplose per far spazio ad un dinosauro di ben maggiori
dimensioni. La corazza rossa scuro ricoperta di spine durissime, due
lunghe
corna d’acciaio ai lati del collo e una possente coda simile
ad una trivella.
Ruggì insieme al compagno e al soldato sembrò di
sentire in quel ruggito il suo
stesso grido di vendetta.
Ma
prima di attaccare, prima di dar soddisfazione ai suoi
spirits, doveva fare un’ultima mossa ed estrasse
un’altra carta.
“Utilizzo
la carta magia Carta in
Più. Pesco due carte e se la terza è
uno spirit rosso, la posso
aggiungere alla mia mano.”
Il
granroriano prese le prime due carte, faticando a
trattenere una smorfia di vaga insoddisfazione, e
l’irritazione sul suo volto divenne
evidente quando la terza carta si rivelò essere la magia Scavatrice.
Con
un gesto brusco, Sambirii portò le mani sul terreno di
gioco spostando uno dopo l’altro entrambi i due spirits.
“Preparati
a soffrire. Attacco con entrambi i miei spirits!”
La
Guerriero Verde passò in rapida rassegna le carte che
aveva in mano, anche se già sapeva che nessuna di quelle le
sarebbe stata utile
in quel frangente. Senza contare che, su quattro carte in mano, una era
l’inutilizzabile
Hououga.
Scosse la testa per scacciare la
frustrazione nei confronti di quella situazione e si afferrò
alle ringhiere.
“Rispondo
agli attacchi con la vita!”
I
due dinosauri, superato l’affaticato Araigoya,
avevano ormai raggiunto la sua postazione
e sferrarono i loro attacchi simultaneamente. Le lame di Oviraptor e la trivella di
Ankillersauro
spezzarono la sfera luminosa. Altre due vite si
distrussero
sull’armatura di Aileen, che strinse i denti per non emettere
il grido di
dolore istintivo per le scosse di energia che si propagarono nel suo
corpo.
“Sei
ancora in tempo per ritirarti, streghetta.”
La
ragazza tornò a rizzarsi e sorrise.
“Settant’anni fa
avevi avuto la stessa inutile premura, vorrei ricordare.”
Un
lampo nero attraversò gli occhi del granroriano.
“Stavolta finirà diversamente! A te la
mossa.”
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Mai,
Yuuki e Zungurii si fermarono dietro ad un angolo. Mancava
solo l’ultima rampa di scale. Uscire dalle prigioni era stato
facile, nessuno
si era aspettato che riuscissero a fuggire. Ma per far funzionare il
loro
piano, passare inosservati non sarebbe andato bene. Se volevano che
nessuno si
accorgesse di Hideto e Aileen, su al quarto piano, loro tre dovevano
riuscire
ad attirare l’attenzione dei soldati tutta su di loro.
Arrivati
al piano terra, attirare l’attenzione sarebbe stato
facile. Il via vai di soldati, servitori e personale vario era
decisamente
maggiore che all’interrato: qualcuno doveva per forza
notarli. Il trucco
sarebbe stato dare l’impressione che il loro tentativo di
fuga fosse vero.
“Che
dite, carichiamo a testa bassa verso l’uscita?”,
propose Zungurii sorridendo disinvolto.
“Di
sicuro non se lo aspetterebbero”, considerò la
Guerriero
Viola.
Il
Guerriero Bianco invece sospirò. “Tanto dopo la
scenata
di Mai ci credono degli allocchi.”
Mai
spalancò la bocca e si portò una mano sul petto.
“Chiedo
scusa, dovreste essere grati! Ora ci sottovaluteranno.”
Alla
fine, l’idea del granroriano trovò
d’accordo gli altri
due. Contarono fino a tre e poi superarono a due a due gli ultimi
gradini. Quando
irruppero nell’atrio principale tutti vennero colti alla
sprovvista. Un gruppo
di cameriere strillò facendo cadere ed infrangere un
servizio di porcellane, ma
ce ne fu qualcuna e, Mai fu pronta a giurarlo, che nel vedere Yuuki e
Zungurii
arrossì di botto.
I
soldati vennero ben presto avvertiti dalle grida e si
resero subito conto che i prigionieri stavano cercando di scappare. In
un
attimo, si schierarono davanti all’uscita bloccando loro di
fatto il passaggio.
Fortuna che non fosse quella la vera direzione che volevano prendere.
Yuuki
si fermò e alzò il fucile, mirando al lampadario
di
bronzo appeso al soffitto. Bastò un colpo e quello
iniziò a precipitare,
quattro pesanti dragoni bronzei. Servitori e cameriere tra grida di
paura e di
sorpresa si dispersero in tutte le direzioni. I soldati si gettarono ai
lati in
cerca di protezione.
Mai,
Yuuki e Zungurii invece fecero un brusco dietro front e
presero a correre verso la grande scalinata che li avrebbe portati al
piano
superiore. Un soldato tremante e un altro granroriano grande e grosso
si
piazzarono davanti alle scale. Il Guerriero Bianco e Zungurii non
esitarono a
prendere le armi e scagliarle sui loro volti. I due doloranti
indietreggiarono
con le mani sul volto lasciando via libera ai tre.
Non
restava che salire e, possibilmente, non farsi prendere.
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(TURNO 5)
Aileen
gettò uno sguardo sui nuclei delle vite. Erano al
quinto turno e lei si trovava nettamente in svantaggio, per due vite
che le
rimanevano, il suo avversario ne aveva ancora quattro. Doveva cambiare
gli
equilibri del duello o non sarebbe stata in grado di dare abbastanza
tempo ad
Hideto.
“Fase
Iniziale. Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”
La
carta aggiunta alla sua mano si rivelò essere un nuovo
spirit di basso costo. La granroriana alternò lo sguardo tra
Genin,
appena pescato, e Chuunin
che aveva tenuto da parte fin dal primo turno. Il suo
effetto Charge, però,
sarebbe stato sprecato
senza nessuno spirit con Venti Impetuosi.
E non valeva la pena rischiare che venisse distrutto da uno degli
effetti del
mazzo rosso.
“Fase
di Recupero. Evoco Genin,
Passero Foglia al secondo livello.”
Accanto
ad Araigoya,
il
simbolo verde si frantumò e apparve uno spirit
dall’aspetto molto simile ad un
passerotto, la pancia bianca e la schiena bruna, sulle cui ali le piume
erano
sostituite da larghe foglie verdastri. Il piccolo spirit
planò e si posò sul
terreno.
Sambirii
osservò ridacchiando l’apparizione del nuovo
spirit
e alternò lo sguardo tra i propri spirit e quelli della sua
avversaria.
“Che
paura! I tuoi
cuccioli sono veramente gli spirits più temibili che abbia
mai incontrato.”
“Sei
monotono. Gli spirits non si giudicano dal loro
aspetto”, sbottò Aileen portando la mano su Araigoya.
“Ma dal loro effetto. Attacco con Araigoya!”
Il
piccolo spirit ruggì con tutte le sue forze, sollevandosi
sulle zampe posteriori, e iniziò a correre verso la
postazione del comandante.
“Rispondo
all’attacco con la vita!”
Il
soldato aspettò a braccia conserte il colpo. Araigoya superò
i suoi spirits e saltò sullo scudo
luminoso, che distrusse in pochi istanti con gli artigli e le spore del
suo
fiore. Quando il secondo nucleo delle sue vite esplose, il granroriano
non
sembrò sentirlo e rimase immobile con un ghigno stampato in
volto.
Aileen
alzò gli occhi al cielo: il suo ego era
insopportabile, ma fino a quando l’avrebbe aiutata a
prolungare il duello, non
si sarebbe lamentata.
“Termino
il mio turno.”
(TURNO 6)
“Sai,
mi sarei aspettato molto di più da te”,
commentò
distrattamente Sambirii sfogliando le carte che aveva in mano.
“Invece, sto
avendo la conferma che è stata solo fortuna la
tua.”
Il
granroriano alzò lo sguardo per incrociare quello
dell’avversaria e sogghignò. Aileen strinse le
carte che aveva in mano, la
tensione che stringeva la bocca dello stomaco.
“È
arrivato il momento di mostrare chi è il più
forte.”
Con
un gesto rapido, il soldato estrasse una carta e la
sollevò davanti a sé.
“Preparati
ad incontrare l’artefice della tua sconfitta!”,
esclamò con foga. “Evoco il maestoso signore dei
dinosauri, campione dell’Impatto
Devastante, Giganoton, Dinosauro Enorme di
livello 1!”
Le
ultime parole del granroriano venne accompagnate dal
tremore della terra e dal sordo rumore di rocce che si frantumavano.
Aileen si
afferrò alle sbarre della propria postazione. Davanti al
comandante il terreno
di battaglia si squarciò, una luce rossastra che filtrava
dalla spaccatura. In
pochi istanti il terreno attorno alla spaccatura si sollevò
e da essa emerse un
dinosauro rossastro dalla corazza nera e carica di grosse punte. Gli
artigli,
anch’essi neri, delle zampe posteriori frantumarono la terra
sotto di loro. Il
dinosauro sollevò la testa, corazzata fino al muso, le fauci
piene di lunghi
denti acuminati, ed emise un ruggito che rimbombò nel
silenzio dell’arena.
“Vai,
Giganoton! Attacca
con Impatto Devastante!”
Il
dinosauro ruggì ancora e iniziò a correre verso
gli
spirits di Aileen, il terreno che si riempiva di crepe al suo
passaggio. Araigoya
e Genin
si
voltarono verso la Maestra della Luce. La ragazza fissava con
espressione
vagamente stupita il mostruoso spirit evocato
dall’avversario, era così
evidente che lo avesse inserito per rendere più aggressiva
la strategia che
quasi settant’anni prima aveva implementato con Drago
Bicefalo.
Aileen
spostò la sua attenzione sul suo unico spirit
disimpegnato.
“Mi
dispiace”, sussurrò prima di incrociare lo sguardo
dell’avversario con nuova determinazione. “Blocco
con Genin!”
L’uccellino
si alzò in volo e schivò la prima artigliata del
dinosauro. Arrivato alle sue spalle, iniziò a sbattere
freneticamente le ali
creando un turbine di foglie affilate che andò ad
infrangersi sulla corazza di Giganoton
senza provocargli alcun danno. Quest’ultimo
roteò su sé stesso e usò la coda per
sferzare con violenza il piccolo spirits
che non riuscì a tenersi in volo e si dissolse al contatto
con il suolo.
Giganoton ruggì
e il
granroriano scoppiò a ridere. “Ciao ciao
uccell-”
“Effetto
distruzione di Genin!”
La
risata del comandante gli morì in gola. Attorno ai suoi
due spirits disimpegnati apparvero dal terreno lianee che si
avvinghiarono
attorno a loro, che non potevano che ruggire impotenti.
“Effetto
di Genin:
quando
distrutto, il mio avversario impegna due spirits disimpegnati. In
questo caso”,
Aileen iniziò ad agitare la mano in segno di saluto, un
enorme sorriso stampato
in volto. “Dì buonanotte ai tuoi due
spirits!”
Sambirii
sbatté il pugno contro il terreno di gioco, il
volto contorto in una smorfia di rabbia, una luce nera che brillava nei
suoi
occhi.
“Come
vedi -”, aggiunse sempre sorridente Aileen, “- sono
gli effetti e non le dimensioni di uno spirit che contano.”
“Non
cantare vittoria tanto presto! Questi tuoi trucchetti
non potranno funzionare sempre”, gridò il soldato
puntandole un dito contro. “A
te la mossa.”
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Kenzo
inspirò e tolse gli occhiali. Con una mano si
strofinò
gli occhi mentre sullo schermo il programma continuava a cercare la
password.
“Per
fortuna che non erano sviluppati tecnologicamente”,
sbottò il ragazzino virgolettando con le dita le ultime
parole.
M.A.I.A.
emise alcuni fischi, che sembravano quasi una
risata, e fece un giro sopra alla sua testa.
“Non
serve essere
tecnologicamente avanzati per pensare delle buone password,
marmocchio.”
Kenzo
si morse la lingua per non ribattere all’odioso
robottino, pentendosi quasi di aver deciso di rimanere con lei. Ma solo
quasi. Rimise gli occhiali e si
stiracchiò le dita prima di riprendere a battere stringhe di
codice sulla
tastiera. Ma perché M.A.I.A. non si limitava a guidare Mai e
gli altri?
“Come sta andando?”
“Così
così. Purtroppo senza sapere con quale logica hanno
inserito la password, è impossibile risalirci velocemente.
Potrebbe essere una
data o anche una serie casuale di numeri. Ti rendi conto quante
combinazioni
possibili esistono?”
“C’è qualcosa che
posso fare per aiutarti?”
Il
Guerriero Verde sospirò e posò la faccia sulle
mani,
lasciando vagare lo sguardo sulla Limoviole.
I divani erano abbastanza tristi, ora che lui era solo. Riusciva quasi
ad
intuire i punti in cui Zungurii e gli altri si dovevano essere seduti
più
spesso. Scattò su e sbatté le palpebre. Un
sorriso apparve sul suo volto.
“Hideto,
riesci a vedere se alcuni simboli sono stati usati
di più? Magari sono più consumati.”
“Guardo.”
Il
ragazzino incrociò le dita, sperando con tutte le sue
forze che la sua intuizione funzionasse. Sarebbe stato di grande aiuto
e
avrebbe potuto far ridurre i dati su cui il programma doveva lavorare.
“Ci sono. Il tre, il
cinque e l’otto sembrano piuttosto consumati se li guardo
contro luce. Il sette
e il due un po’ meno, ma sempre più degli
altri.”
Kenzo
strinse i pugni e si trattenne dal saltare in piedi.
Ci aveva visto giusto!
“Fantastico!
Forse i primi tre sono doppi o tripli e gli
altri sono presenti. Inserirò la preferenza per questi
numeri nel programma. Ti
invierò delle combinazioni il prima possibile.”
Riprese
a lavorare sulla tastiera con nuovo entusiasmo. Ce
la potevano fare, ne era sicuro.
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Magisa
tese le orecchie, cercando di capire che cosa stesse
succedendo là fuori. Pensava che fossero arrivati i soldati
e per un attimo
aveva veramente creduto che per lei fosse tutto finito. Glielo avevano
annunciato da giorni. Qualunque fosse il motivo che avevano avuto per
tenerla
lì, avevano cambiato idea e sarebbe stata trasferita entro
breve al cospetto dell’Imperatore.
Da giorni si era messa in pace con sé stessa, aveva
ripensato a tutti gli amici
che aveva conosciuto, tutti i Maestri della Luce che aveva incontrato.
Si era
quasi perdonata tutti gli errori che aveva fatto nella sua vita.
Se
doveva essere la sua fine, l’avrebbe affrontata a testa
alta. Era o no la Maga del Mondo Altrove? Non si era fatta grandi
illusioni.
L’Imperatore l’avrebbe interrogata, forse torturata
per fare scena, ma poi si
sarebbe sbarazzato di lei. Che se ne sarebbe fatto di lei senza il
Nucleo
Progenitore?
Ma
i soldati non erano entrati. C’erano state grida, tonfi.
E poi il silenzio. Forse ogni tanto qualcuno sussurrava oltre la porta,
ma come
diamine poteva sentirli? Quei maledetti muri sembravano insonorizzati.
“Però
potreste anche dirmi che cosa sta succedendo!”,
sbottò
alla fine sedendosi pesantemente sul letto e incrociando le braccia.
“Screanzati!”
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(TURNO 7)
“Fase
Iniziale, Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”
Aileen
sfiorò appena la carta e un’onda di calore
attraversò
la punta delle sue dita, andando su lungo la mano e poi il braccio,
fino a
raggiungerle il petto e vibrare con l’energia del suo
simbolo. Sorrise, il suo
spirit chiave era finalmente arrivato, la carta che Vey le aveva
regalato il
giorno in cui aveva scoperto di essere una Maestra della Luce.
Non
poteva essere arrivata in un momento migliore. Afferrò
la carta e la lanciò sul terreno
“Destati
dal tuo sonno e mostra tutta la furia della natura!
Evoco Rafflesio,
Albero Zanna al livello 2!”
Il
simbolo smeraldo apparve sul terreno di gioco e da esso
si sprigionarono una moltitudine di liane che si condensarono in una
possente
creatura dall’aspetto vagamente simile ad un drago. Nella
parte anteriore, una
solida corteccia rossastra corazzò il collo. Le ultime liane
che uscirono da
essa si materializzarono in un lungo collo draconico che
terminò in un muso
dalle fauci irte di spine simili a zanne aguzze.
Lo
spirit ruggì, festeggiato dal piccolo Araigoya, e nel
suo grido sembrava di sentire il
ronzio degli insetti, i versi degli uccelli e lo scrosciare
dell’acqua.
Il
comandante sgranò gli occhi e imprecò. Quello
spirit
aveva decretato la sua disfatta, ma non sarebbe successo di nuovo. Giganoton era il
più forte e lo avrebbe dimostrato.
“Attacco
con Araigoya!”
La
mossa fece distogliere l’attenzione del granroriano dallo
spirit odiato e, nel vedere il piccolo spirit, sorrise di un sorriso
innaturale, quasi folle.
“Rispondo
all’attacco con la vita!”
“Termino
il turno.”
(TURNO 8)
Ghignando,
il granroriano iniziò il proprio turno e pescò. A
malapena, degnò la carta di uno sguardo e la
posizionò sul terreno.
“Fase
Principale. Evoco Bari Burn,
Drago Lama al livello 2! Elevo il possente Giganoton
al livello 3!”
Aileen
a quella mossa trattenne il fiato, rendendosi conto
di quello che era il piano del suo avversario, e sfiorò le
carte che aveva in
mano, inconsciamente soffermandosi su Hououga.
Il nuovo spirit apparso sul terreno aveva l’aspetto di un
drago serpentiforme
dalle scaglie verdi, dalle ampie ali e con una lama ricurva posizionata
sulla
fronte.
“Vai,
Giganoton, attacca
con
Impatto Devastante! Per effetto di livello 2 e 3 di Giganoton, viene
distrutto
uno spirit bersaglio con 4000 punti battaglia o meno!”
Il
dinosauro ruggì e partì alla carica. Fatti pochi
passi,
ruotò sulle proprie zampe, fendendo l’aria con la
coda corazzata. Un arco di
fiamme si formò nell’aria e raggiunse Araigoya che
venne distrutto dall’impatto senza avere neppure la
possibilità di difendersi.
Aileen
indietreggiò, gli occhi sgranati che fissavano il
terreno annerito dove il piccolo spirits si era dissolto.
“E
ora brucia il suo spirit chiave!”
Rafflesio non
attese
neppure il comando di Aileen e si gettò al contrattacco.
Decine di liane
scaturirono dal suo corpo nel tentativo di avvinghiare
l’avversario. Giganoton
schiacciò sotto i suoi artigli le liane e le
tagliò nell’aria.
I
due possenti spirits si scontrarono, una lotta furiosa di
artigli e liane, zampate e colpì di coda. L’aria
dell’arena si riempì di
polvere e ruggiti. Ogni colpo inferto dal dinosauro, veniva osservato
con
crescente esaltazione dal granroriano. L’ennesimo colpo
permise alla granroriana
di riprendere la concentrazione e il suo sguardo cadde su una delle
carte nella
sua mano
“Azione
Lampo! Utilizzo la carta magia Trappola
a Triangolo!”, esclamò Aileen
esibendo la
carta davanti a sé.
Il
soldato arretrò di scatto, quasi fosse stato percorso da
una carica elettrica. “Cos-”
“Grazie
al suo effetto, impegni i tuoi tre spirit
disimpegnati restanti!”
Attorno
ai tre citati spirits, si creò un triangolo luminoso
dai cui lati si alzarono delle superfici lucide che si congiunsero a
formare
una piramide verde. Quando pochi istanti dopo il triangolo si dissolse,
tutti
gli spirit erano a terra affaticati.
“MALEDETTA!”,
strepitò il soldato, la furia che deformava il
suo viso. “Ti sarai salvata per questo turno, ma il tuo Rafflesio è
condannato! FINISCILO GIGANOTON!”
Il
dinosauro ruggì e con un possente colpo di artigli
squarcio le liane sul dorso del drago d’erba che gemette e si
accasciò a terra,
dissolvendosi un attimo dopo.
Aileen
portò una mano a sfiorare i nuclei delle sue ultime
due vite. “Grazie, Rafflesio.”
“La
prossima volta non sarai così fortunata! A te la
mossa.”
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La
scala che li avrebbe portati al primo piano apparve una
volta girato l’angolo. Mai, Yuuki e Zungurii accelerarono
nonostante la fatica:
dovevano approfittare del gruppo di soldati che avevano seminato.
Frenarono
rocambolescamente e iniziarono a scendere i
gradini, ritrovandosi faccia a faccia con i primi due soldati di un
nuovo
plotone. I due gruppi sia arrestarono, i primi con il fiato grosso e i
secondi
che sollevarono le armi.
“Fermi
o spariamo!”, esclamarono quasi in sincro. Dietro di
loro ne stavano arrivando altri.
Mai
girò gli occhi e sbuffò. Afferrò il
parapetto e lo
sfruttò per sollevarsi e darsi la spinta sufficiente a
piazzare i due piedi sui
loro sterni, spingendoli giù. I due soffiarono, il respiro
mozzato dal colpo, e
caddero rovinosamente all’indietro. Finendo prontamente
contro i commilitoni.
Yuuki
afferrò il braccio della ragazza per aiutarla a
tenersi in equilibrio una volta che ritornò con i piedi a
terra. Zungurii, due
scalini più in alto di loro, guardò preoccupato a
destra e sinistra.
“Stanno
arrivando!”
I
soldati apparvero da entrambi i lati del corridoio. Senza esitazione,
i tre svoltarono quasi inciampandosi sull’altra rampa di
scale e si
precipitarono verso il terzo piano, seguiti da grida e spari di
avvertimento
che si infrangevano sulla pietra.
Raggiunsero
un’imponente porta, che M.A.I.A comunicò essere
la sala del governo, e i quattro soldati lì di guardia si
pararono loro davanti
bloccando la strada.
“La
vostra corsa finisce qui!”
Il
granroriano e i due Maestri della Luce frenarono
bruscamente. Gli altri soldati stavano recuperando terreno alle loro
spalle.
Non potevano venire bloccati lì. Zungurii lanciò
un grido di battaglia e si
gettò a testa bassa contro due dei soldati.
Quest’ultimi esitarono a sparargli
e quell’attimo fu sufficiente per permettergli di abbrancarli
sull’addome.
Gli
altri due sgranarono gli occhi, dimenticandosi per un
attimo dei due Maestri della Luce.
Yuuki
scattò per primo e sferrò un destro al soldato
più
vicino. Questo gridò e indietreggiò traballante.
Il collega lo sostituì
scagliandosi contro il Guerriero Bianco di spalle usando il fucile come
una
mazza. Il ragazzo però lo schivò scansandosi di
lato.
Il
soldato si ritrovò sbilanciato in avanti e facile preda
di un calcio a giro di Mai. Yuuki parò il pugno del primo
soldato, ripresosi
dal colpo, e gli afferrò il polso. Ruotando il braccio,
obbligò il granroriano
a piegarsi istintivamente per impedire che venisse spezzato. Il calcio
della
Maestra della Luce fu il colpo finale per stenderlo.
Lasciata
scivolare a terra la guardia, i due si voltarono
verso Zungurii che sferrò un montante mandando k.o.
l’ultimo soldato.
“Comunque
nei videogiochi sembra tutto più semplice”,
mugugnò
la Guerriero Viola con le mani sui fianchi.
Si
scambiarono giusto un’occhiata divertita tra loro e
ripresero a correre. M.A.I.A. continuava a ripetere che mancava poco,
che
presto Kenzo avrebbe individuato la password. Loro non potevano che
crederci,
ma il tono beffardo del robottino non era certo particolarmente
rassicurante.
Svoltarono
al nuovo angolo, diretti verso la rampa di scale
nell’ala opposta di quella da cui erano saliti. Se Aileen, si
chiedevano ancora
come avesse fatto a invischiarsi in un duello, e Hideto liberavano
Magisa, le
avrebbero potute utilizzare per salire ai piani superiori.
“Ancora
venti metri e sarete alle rampe.”
Non
ebbero il tempo di esultare. La strada davanti a loro fu
bloccata da una dozzina di soldati. Si fermarono e provarono a voltarsi
ma gli
altri inseguitori li avevamo ormai praticamente raggiunti.
Mai,
Yuuki e Zungurii si strinsero a cerchio, le schiene che
quasi si toccavano. Alzarono le braccia, i pugni stretti, i piedi
pronti a
scattare. In un attimo si ritrovarono completamente circondati.
“Al
Governatore servono vivi”, ordinò uno dei soldati
nel
retro.
Mai
sorrise. “Venite a prenderci.”
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(TURNO 9)
Mente
completava le fasi iniziali del suo turno, Aileen si
rese conto che la sua situazione era appesa ad un filo: non sarebbe
riuscita a
fare durare il duello ancora a lungo. L’unica speranza era
fidarsi del proprio
mazzo e sperare di avere fortuna nella pescata. Si augurava che Hideto
si
trovasse a buon punto.
“Fase
di Acquisizione.”
Quando
vide la carta datale dalla sorte, la ragazza faticò a
trattenere un grido di entusiasmo, riuscendo a limitarsi ad un
sorrisetto che
forse il suo avversario non avrebbe notato. Perché Vey lo
diceva sempre che un
duello non era deciso finché c’era anche una carta
in gioco, ma non aveva mai
creduto che potesse essere veramente così.
“Fase
Principale. Evoco Chuunin,
Rondine Messaggera di livello 2.”
Sul
terreno sgombro davanti ad Aileen, apparve un simbolo
verde che si dissolse, sostituito subito da un esile spirit dal petto
bianco,
la testa e il dorso neri e le ali e le piume della coda di color
rosso-arancio,
simili alle foglie autunnali.
Il
piccolo uccellino non era neppure riuscito ad apparire
del tutti che il granroriano era scoppiato a ridere, la risata di
scherno di
uno che sapeva che la vittoria era solo ad un passo da lui.
“Non
ricordavo che il tuo mazzo incutesse un tale timore!”,
esclamò portandosi una mano
alla bocca. “Ti prego, abbi
pietà di me!”
E
scoppiò di nuova in una fragorosa risata. “Giganoton godrà
nel schiacciare quell’insetto sotto i
suoi artigli!”
“Attacca
Chuunin!”
Lo
spirit trillò e si lanciò in volo verso
l’avversario,
schivando uno dopo l’altro gli spirit rossi affaticati. La
sorpresa divenne
evidente sul volto del soldato nel rendersi che la sua avversaria
avesse
veramente attaccato, quando lei
aveva
solo uno spirit e lui ben quattro.
“Rispondo
all’attacco con la vita!”
Chuunin arrivò
sopra di
lui e iniziò a roteare vorticosamente su sé
stesso, dirigendosi velocissimo
verso la barriera di luce verde che aveva ricoperto la sua postazione.
E
fu allora, mentre la sua penultima vita veniva frantumata,
che capì l’azione apparentemente scellerata. In
mano doveva avere sicuramente
una delle sue maledette magie, capaci di impegnare i suoi spirit. Come Trappola a Triangolo.
O magari aveva l’odiata Prigione di Spine e
uno di quei stupidi spirit con
Alta Velocità.
Il
granroriano sogghignò, non accorgendosi quasi del fiotto
di energia che gli attraversò il corpo.
Aileen
osservò il suo spirit posarsi a terra e sorrise.
Forse era stata una mossa rischiosa, ma era anche l’unica che
le dava la quasi
certezza che il suo avversario si sarebbe sbilanciato, convinto di
averla
completamente in pugno.
E
ogni istante era prezioso, un istante in più che Hideto
aveva per liberare Magisa.
“Termino
il mio turno.”
(TURNO 10)
Il
comandante fremeva, ogni passaggio necessario in quel
turno era fin troppo lungo. La sua vendetta non poteva essere
abbastanza
vicina.
Aveva
creduto di essere più furba di lui, ma si sbagliava: lui
poteva evocare un altro spirit, tenuto da parte fino a quel momento per
servirsene al bisogno. E aveva avuto ragione anche in questo, dato che
la carta
pescata si rivelò essere la magia Avviso d’Attacco.
“Fase
Principale. Evoco Spinoaxe,
Drago Ascia al livello 2!”
Accanto
alla già folta schiera di spirits, il simbolo rosso
lasciò il posto ad un dinosauro bipede dalle scaglie beige e
con incastonati
sul dorso e sul muso dei rubini. L’elemento più
minaccioso erano però le tre
lame, lunghe quasi tutto il suo corpo, che fuoriuscivano dalla sua
schiena. Il
dinosauro ruggì, imitato subito dopo dagli altri.
Era
l’ora della tanto agognata vittoria.
“Vai,
Bari-Burn Drago Lama attacca!”
Il
drago ruggì e spiccò il volo. Aileen non attese
oltre ed
estrasse una carta dalla sua mano.
“Azione
Lampo! Utilizzo la carta magia Trappola
a Triangolo!”
La
piramide di luce circondò Giganoton,
Oviraptor e Ankillersauro
che scivolarono a terra, affaticati. Il comandante
digrignò i denti,
ripetendosi che il sacrificio di vedere i suoi spirit impegnati sarebbe
stato
ripagato dalla vittoria. Era tutto come se lo era aspettato, la strega
e le sue
maledette carte magia, ma ora con Spinoaxe
nessuno
spirit con Alta Velocità avrebbe
potuto fermarlo. E intanto Bari-Burn
l’aveva
ormai raggiunta, superando il suo inutile spirit.
“Utilizzo
la carta magia Prigione
di Spine!”
Quelle
parole fecero sobbalzare il granroriano come fosse
stato colpito in viso. Si era aspettato l’effetto, non
l’ennesima maledetta
magia. Sgomentò fisso le liane che fuoriuscirono dal terreno
e si avvinghiarono
al suo ultimo spirit disimpegnato. Quest’ultimo
cercò di divincolarsi, ma alla
fine dovette cedere e si accasciò sul terreno.
La
furia più nera contorse il suo volto, brillando oscura
nel suo sguardo. Si spinse avanti, quasi ruggendo, come i suoi spirit,
e levò
con foga la carta davanti a sé.
“AZIONE
LAMPO! UTILIZZO LA CARTA MAGIA CICLONE
FIAMMEGGIANTE!”
Un
turbine di fuoco circondò l’affaticato Chuunin che
stridette, cercando di sollevarsi in
volo e fuggire, ma fu distrutto un attimo dopo dalle fiamme. Aileen si
morse un
labbro, non aspettandosi quella mossa. La barriera rosso avvolse la sua
postazione e la sua attenzione tornò a forza sul drago che
la sovrastava.
“Rispondo
all’attacco con la vita!”
Bari-Burn si
gettò in
picchiata, frantumando la barriera con un unico poderoso colpo della
lama sul
suo muso. La granroriana strinse i denti e si afferrò alla
sbarra di acciaio,
evitando così di venir sbalzata indietro.
Il
comandante, intanto, era appoggiato con entrambe le mani
al terreno di gioco, il respiro affannato dalla furia.
“HAI
SOLO RIMANDATO LA TUA FINE, STREGA! NIENTE POTRÀ
SALVARTI IL PROSSIMO TURNO! A TE LA MOSSA!”
(TURNO 11)
Aileen
inspirò. Quello sarebbe stato molto probabilmente il
suo ultimo turno. Il suo terreno di battaglia era vuoto, come anche la
sua
mano. Non avrebbe preso neppure in considerazione l’utilizzo
di Hououga,
l’unica carta che ancora aveva. Non
avrebbe dato a nessuno di loro
quella
soddisfazione.
In
fin dei conti, poteva anche perdere. E Hideto avrebbe
fatto bene a farsi bastare il tempo che era riuscita a guadagnare.
“Fase
Iniziale. Fase dei Nuclei.”
Pescò
la prima carta del mazzo. “Fase di Acquisizione.”
Sbatté
le palpebre e riguardò la carta una seconda volta.
Aveva ancora una chance. Poteva vincere, o almeno finire col botto.
“Fase
Principale!”, esclamò Aileen, il petto che
sembrava
volerle esplodere dall’entusiasmo. “Evoco Ruri, Ali
Fiorite al livello due!”
Sul
suo terreno, apparve lo spirit. Un uccellino dal
piumaggio indaco e le cui piume delle ali erano sostituite da un
tripudio di
fiori lilla e foglie.
Il
comandante sgranò gli occhi, la mano che cominciava a
tremare. Fissò le carte, continuando a cercare qualcosa che
potesse fargli
riacciuffare quella vendetta che stava lentamente svanendo davanti a
lui. Ma
non aveva niente. Neppure Ciclone
Fiammeggiante avrebbe
potuto nulla contro i 6000 punti battaglia dello spirit.
“Vai,
Ruri distruggi
la
sua ultima vita!”
Lo
spirit trillò, sbatté le ali e spiccò
il volo. Il
granroriano apriva e chiudeva la bocca, senza riuscire a far uscire
suoni.
Doveva essere la sua vendetta.
Ruri superò
la schiera di
spirits affaticati e Sambirii lasciò cadere il braccio, la
presa della mano che
si faceva debole, le carte che scivolano a terra.
“Ri-rispondo…
con… la vi-vita.”
Lo
spirit verde arrivò sopra la barriera luminosa e
cominciò
a sbattere vorticosamente le ali. Un turbine di petali e foglie si
scagliò
contro di lui.
Il
granroriano fissava davanti a sé, gli occhi neri e vacui.
“Doveva essere la mia vittoria…”,
sussurrò.
La
barriera si infranse.
SPAZIO AUTRICE:
Salve a tutti! Scusate il
leggero ritardo ma ho riiniziato l’università e
avevo bisogno di un po’ di
tempo per prendere il ritmo. Un capitolo pieno d’azione
(duello e non): che ne
pensate? Recensite e ditemi che cosa ve ne pare!
E il primo duello
è andato ad
Aileen. Qualcuno se le era aspettato? L’elenco dei
Per quanto riguarda il piano
di
Aileen per ottenere il duello, è un piccolo omaggio ad una
scena di BS Rising
(cap.6) di ShawnSpenster che vedeva coinvolti Veihral e Julian.
Dopotutto, chi va con lo zoppo, impara a
zoppicare…
e poi, non so voi, ma penso che Aileen e Hideto abbiano il potenziale
di
diventare grandi amici (anche se nessuno dei due ancora lo sa! XD).
Con questo vi saluto e vi do
appuntamento al prossimo e ultimo capitolo di questo episodio, in cui
scopriremo se i Maestri della luce riusciranno a scappare sani e salvi.
E alla
fine di esso, vi riporterò anche i turni del duello e i
mazzi degli sfidanti.
Come avrete notato in questo capitolo, i nomi sono tradotti in italiano
e molti
di questi sono stati “inventati” da me dato che non
sono carte mai arrivate in
Italia.
Prima di salutarvi,
ringrazio
chi legge, chi recensisce e chi segue questa storia. Spero continuiate
a
divertirvi ed emozionarvi!
A presto,
HikariMoon
P.S. le altre volte mi sono dimenticata di chiedervi, qualcuno di voi vuole essere avvisato quando aggiorno? Eventualmente, fatemelo sapere.