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Autore: HikariMoon    07/10/2017    3 recensioni
I Maestri della Luce sono di nuovo a Gran RoRo, ma quasi ottant’anni sono passati. Magisa nelle mani dei nemici, nessun sostituto per il Guerriero Rosso e il Guerriero Giallo, una nuova Guerriera Verde restia ad integrarsi nel gruppo, senza l’aiuto del Nucleo Progenitore e senza sapere chi sia veramente dalla loro parte. Ma per liberare Magisa, per penetrare nella fortezza in cui è imprigionata, i Maestri della Luce dovranno sforzarsi di superare le proprie differenze e, soprattutto, fidarsi gli uni degli altri. O rischiare di venire catturati. E questa volta, non basterà Battle Spirits a tirarli fuori dai guai.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hideto Suzuri, Mai Viole/Shinomiya, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuuki Momose
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Battle Spirits Resurgence - I Guerrieri della Luce'
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Capitolo 3

Il corridoio era uguali a tutti quelli che avevano attraversato. Anonimo con i suoi muri rossastri e i semplici arazzi con i colori della terra che rappresentavano i possenti draghi del regno, lo avrebbero sicuramente ignorato senza pensarci due volte.

“Sicura che sia questo il posto?”

Hideto si sporse ancora una volta oltre il muro, cercando ancora un indizio che potesse far pensare che Magisa fosse lì.

“Te l’ho già detto!”, sbottò Aileen incrociando le braccia e fermandosi a pochi passi da lui.

“Chiedo perdono se sono un po’ scettico. Dopotutto, non eri mica tu chi pochi minuti fa ha ammesso di non avere la più pallida idea di come usare il Nucleo!”

La ragazza alzò gli occhi al cielo, inviando una silenziosa preghiera alle divinità del suo regno. Dove erano finiti tutti i suoi discorsi su fidati delle tue capacità?

“Se hai un’altra proposta, sono tutta orecchi.”

Il Guerriero Blu si limitò a tornare a fissare il corridoio davanti a loro. Non potevano rischiare di fare domande ai servitori o alle guardie. Erano già stati fortunati che il loro piano avesse funzionato fino a quel momento, soprattutto grazie al convincente diversivo inscenato da Mai, Yuuki e Zungurii. Il tempo non era sicuro dalla loro parte.

Forse intuendo quali fossero i pensieri di Hideto, Aileen deglutì e si portò al suo fianco. “Magisa è oltre quel muro, ne sono quasi sicura.”

“Potrebbe esserci una stanza segreta”, disse Hideto distrattamente: gli era successo più volte di incontrare un simile trucchetto cercando le carte dello Zodiaco. “Non molto originale.”

“Come facciamo ad entrare?”

Il Guerriero Blu strinse la mano sulla pietra fredda del muro. “Dovremo avvicinarsi. Ci dovrà essere per forza un meccanismo per accedere alla stanza.”

“Un meccanismo tipo cosa? Una leva? Un pulsante?”

La Guerriero Verde si sporse oltre il ragazzo. Lui la afferrò per una spalla e la fece arretrare di nuovo dietro di lui guadagnandosi un’occhiataccia.

“Lo scopriremo presto. Io vado a dare un’occhiata. Tu controlla che non arrivi nessuno.”

Quelle parole furono seguire dal silenzio, Aileen lo fissò per capire se stesse dicendo sul serio. “Di la verità, ti stai divertendo a darmi ordini?”

“Sì, se devo ess-”

“Non azzardarti a rispondere!”

Hideto scosse la testa e ridacchiò, voltandosi di spalle. La granroriana gli mostrò la lingua. Poi tornò a osservare il corridoio da cui erano arrivati. Fortunatamente era ancora deserto. Il luogo in cui era stata rinchiusa Magisa era stato escogitato con cura. Tutti i servi e i soldati si trovavano ai piani inferiori o sul tetto e l’ala in cui si trovavano sembrava quasi abbandonata.

Sobbalzò quando Hideto le afferrò il braccio e le fece cenno di tacere portandosi un dito davanti alla bocca. Hideto accennò con la testa al corridoio in cui c’era Magisa. C’erano dei soldati.

“Ricordate, la Maga non deve essere ferita ma deve seguirci senza tante storie.”

Aileen e Hideto si scambiarono uno sguardo allarmato.

“Il bracciale dovrebbe essere in grado di annullare i suoi maledetti poteri fino all’astronave.”

La granroriana cercò di sporgersi, ma Hideto la fermò. “Vogliono portarla VIA! Dobbiamo fare qualcosa!”

“Lo so! Pensi che caricare a testa bassa serva a qualcosa?”

Aileen abbassò la testa, mordendosi un labbro.

“Guarda e impara!” Il Guerriero Blu sorrise confidente facendo roteare un sottile tubetto laccato apparso da una delle sue tasche.

“Tenete le armi pronte.”

“Quando il nemico ha il numero dalla sua parte-”, con un colpo secco infilò un sottile dardo piumato, “-bisogna essere più furbi di lui.”

Hideto si inginocchiò, attento a non farsi vedere oltre lo spigolo. Doveva essere preciso e veloce. Non poteva sbagliare. Nel corridoio si sentì muovere un pannello. Ecco qual era il meccanismo.

“Se non riesco a neutralizzarli, attirerò la loro attenzione. Tu nasconditi nell’ultima stanza che abbiamo visto. Con un po’ di fortuna avrai una seconda possibilità.”

Aileen non rispose, il cuore che cominciava a battere impazzito all’idea di ritrovarsi la responsabilità di liberare tutti gli altri. Per la prima volta, si ritrovò a sperare che il Guerriero Blu potesse mostrare l’esperienza che tanto decantava.

Hideto, in quegli istanti che sembravano dilatarsi, non era convinto di poter superare una simile prova. Aspettare che aprissero la porta era preferibile, gli avrebbero risparmiato una fatica. Il problema principale era che i soldati erano in due unità in più rispetto al suo record. Hideto inspirò e sollevò la cerbottana. La puntò verso il soldato più vicino, facendo attenzione a non perdere d’occhio le azioni del granroriano che sembrava al comando.

Uno. Il soldato allontanò la mano dal pannello.

Due. Una soffusa luce illuminò i pulsanti.

Tre. Lieve clangore e i bordi di una porta apparvero sulla parete.

Era il momento. Il Guerriero Blu soffiò. Un leggero sibilo, un sottile dardo piumato fendette l’aria fino a conficcarsi nel collo di uno dei soldati. Il granroriano emise un verso di sorpresa e alzò la mano. Un attimo dopo, cadde a terra a peso morto.

Il tonfo colse di sorpresa i suoi compagni. Hideto afferrò un altro dardo, inspirò e soffiò. Un altro soldato cadde a terra con un grido strozzato in gola.

“SIAMO ATTACCATI!”

Il caos si scatenò tra i soldati che afferrarono le loro armi e cercarono freneticamente di capire da dove provenisse l’attacco. Confusione che non faceva che favorire Hideto. Il ragazzo lanciò altri due dardi prima che una granroriana, voltandosi nella loro direzione, si accorgesse di lui.

“Signore, da quella parte!”

Il comandante e gli altri due soldati si voltarono al grido. Hideto ignorò il fatto che fossero sempre più vicini e lanciò quinto dardo che riuscì a colpire il bersaglio, che rovinò a terra trascinandosi dietro la granroriana che lo aveva avvistato.

Il Guerriero Blu imprecò e si mise in piedi, senza avere il tempo di controllare se Aileen fosse riuscita a nascondersi, faticando a preparare un nuovo dardo. Dardo che gli scivolò dalle mani, ma questo gli permise di accorgersi con la coda dell’occhio di essere sotto tiro. Riuscì a gettarsi a terra giusto un attimo prima che lo sparo gli creasse un buco in fronte. La cerbottana gli scivolò dalle dita e rotolò a qualche metro di distanza.

Con la fronte imperlata di sudore, afferrò il dardo caduto a terra e si gettò contro i due. Approfittando della loro sorpresa, riuscì a conficcarlo sulla spalla del comandante che stramazzò a terra trascinandoselo dietro. Uno dei drappeggi si scollò dal muro e finì addosso a loro.

Frastornato, sbatté gli occhi e tastò freneticamente la tasca in cerca degli ultimi dardi. Ma la sentì vuota. Dovevano essergli caduti. Maledicendo la sua sfortuna, cercò di divincolarsi dal groviglio di braccia e stoffa in cui era finito. Il rumore di una sicura tolta lo immobilizzò sul posto. Sulla testa sentì il freddo di una pistola.

“Io non mi muoverei se fossi in te.”

Hideto sentì il sangue gelarsi nelle vene. Alzò gli occhi e si ritrovò davanti l’unico soldato che non era riuscito a neutralizzare.

“Non so come tu abbia fatto ad entrare lurido ribelle, ma il gioco finisce qui.”

Era spacciato. Ora avrebbero dovuto cercare anche un sostituto per il Guerriero Blu.

Con la coda dell’occhio vide un’ombra verde e bruna. E sgranò gli occhi.

Aileen, nel breve lasso di tempo che avrebbe avuto per pentirsi, pregò Hououga e tutti protettori del suo regno e saltò. Come quando si arrampicava sugli alberi con gli amici del villaggio, strinse braccia e gambe attorno al busto del soldato, che si sbilanciò gridando dalla sorpresa.

Il colpo diretto ad Hideto si infranse sul muro alle sue spalle.

Il soldato ringhiò e si sbatté contro il muro. Un dolore lancinante le percorse il braccio e la spalla. La Guerriera Verde strinse i denti per non urlare e serrò tutta la mano attorno al dardo che aveva raccolto da terra. Lo conficcò nello stesso istante i cui il granroriano la afferrò al braccio, quello dolorante, e la strattonò gettandola oltre di lui.

L’impatto con la terra le tolse il respiro. Rimase distesa a fissare il pavimento rossastro.

Dopo qualche istante, si sollevò sui gomiti e si ritrovò Hideto al suo fianco che l’aiutò a rimettersi in piedi. Per un breve attimo, tutto sembrò ondeggiare per poi fermarsi quando incrociò lo sguardo preoccupato del ragazzo.

“Stai bene? Ti fa male qualcosa?”

Aileen abbozzò un sorriso. “St-sto bene”

“Come no. Hai appena fatto l’imitazione della pallina di un flipper. Ma hai visto quanto più grande di te era quello? Potevi farti ammazzare!”

“Adesso sembri Vey”, si lamentò la granroriana.

“Aileen.”

La ragazza sbatté le palpebre e passò lo sguardo sul corridoio. Tre soldati erano riversi a terra. Il quarto sbucava dal corridoio in cui era rinchiusa Magisa.

“Un po’ il braccio sinistro”, ammise alla fine.

Hideto controllò il braccio e tirò un sospiro di sollievo quando non trovò niente di rotto. La granroriana avrebbe dovuto semplicemente convivere per un po’ con un gran bel dolore.

“Pensi di farcela?”

Aileen annuì. “Sta già diminuendo. Però sono d’accordo con te: era veramente troppo grosso per me.”

Il Guerriero Blu sogghignò, anche lui un po’ indolenzito, e recuperò dardi e cerbottana. Insieme portarono gli otto soldati nella stanzetta vuota in cui la granroriana si era nascosta poco prima. Tolto anche il travestimento, chiusero la porta alle loro spalle e raggiunsero di corsa il corridoio dove si trovava Magisa.

Dove fino a poco prima c’era un anonimo muro rossastro, ora si intravedevano distintamente i bordi di una porta, ben celata a chi non sapeva che ci fosse. I due Maestri della Luce si fermarono davanti al pannello, con Aileen che quasi saltellava sulla punta dei piedi. Hideto, invece, iniziò ad armeggiare con la pulsantiera con il riapparso cacciavite. Tolta la prima vite, riattivò la ricetrasmittente e tirò fuori anche il dispositivo decifra-password di Kenzo.

 “Noi siamo pronti. Mai e gli altri?”

“Non aspettano altro che il segnale per fare da diversivo. Sono già usciti e pronti all’azione.”

“Perfetto. Noi siamo davanti al pannello, dove dovrebbe essere l’entrata USB?”

“Guarda ai lati. Forse è nascosto da qualche sportello.”

Il Guerriero Blu sfilò l’ultima vite e spostò la pulsantiera, rivelando un groviglio di cavi e circuiti. In un angolo c’era un piccolo pannello. Con le unghie lo fece saltar via e sotto trovò proprio i collegamenti che gli servivano. In un attimo il dispositivo era collegato. Lo attivò come gli avevano detto Mai e Kenzo e sullo schermo cominciarono a scorrere scritte informatichesi che, una volta interpretate, avrebbero permesso loro di liberare Magisa.

“Ottimo. Ora cominciò ad inviarti i dati, così trovi la combinazione.”

“Non così in fretta.”

Aileen e Hideto si voltarono di scatto nella direzione da cui proveniva la voce. A diversi metri da loro, ad un’intersezione del corridoio, era apparso un altro soldato del Governatore. La granroriana sentì gelarle il sangue nelle vene: avrebbe riconosciuto quella voce e quel volto ovunque.

“Mani in alto.”

I due ragazzi non si fece pregare, alzando lentamente e scambiandosi uno sguardo teso. Sambirii, intanto, continuando a tenere la pistola puntata contro di loro, avanzò. Un ghigno divertito gli piegava le labbra.

“Guarda, guarda chi si rivede, la piccola streghetta del regno di Smeraldo.”

Con lo sguardo, passò in rassegna il corridoio deserto.

“Quando ho sentito che c’erano dei prigionieri, ho subito pensato che qualcosa non andava. Dopotutto qui c’era la Maga e quindi ho pensato a te.” Avanzò fino a trovarsi a pochi passi da loro. Aileen deglutì e si morse un labbro. “Ci ho visto giusto.”

Hideto stava scrutando ogni minimo dettaglio, in cerca di un possibile punto debole da poter sfruttare. Con le mani alzate, non poteva usare la cerbottana e la stazza granroriana del soldato rendeva ridicolo pensare di poterlo smuovere lanciandoglisi contro.

“Hideto, che cosa sta succedendo?”

Sambirii afferrò la radio dalla cintura. “Spero vi godrete la vostra permanenza nelle prigioni.”

Hideto sgranò gli occhi e fece per dire o fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma la granroriana lo batté sui tempi. Aileen si gettò avanti abbassando le braccia e tendendole davanti a sé.

“No! Aspetta!”

Il soldato fermò il dito che stava per attivare le comunicazioni, alzando il sopracciglio e regalandole uno sguardo derisorio.

“Non sei in posizione per darmi ordini, insetto!”

“Non ti conviene catturarci. Che cosa ci guadagneresti?”

Hideto e il soldato accolsero con silenzio perplesso la sua esclamazione. La ragazza, però, non si lasciò intimorire. Il suo era un piano folle, improvvisazione allo stato puro. Vey avrebbe apprezzato.

“Prova a pensarci. Se chiami rinforzi, a te non andrà quasi alcun merito e non vendicherai la tua sconfitta. Se è quello che vuo-”, Aileen strinse le mani dietro la schiena e sospirò.

“Continua.”

La Guerriero Verde sorrise. “Beh, affrontami in duello. Se vinco io, ci lasci andare. Se vinci tu, invece, ti vendichi, mi umili, salvi la giornata e-”, senza preavviso Aileen afferrò il braccio di Hideto e attirò a sé il ragazzo, un enorme sorriso dipinto sul volto, “-catturi il Maestro della Luce più forte di tutti!”

“Cos-”

La ragazza pestò il piede di Hideto, impedendogli di continuare. “Ehi!”

“Non dargli bada. È sempre troppo modesto.” Poi si voltò verso Hideto. “Zitto e reggi il gioco,” gli sibilò per poi voltarsi di nuovo verso Sambirii che in silenzio sembrava indeciso sul da farsi. Aileen, però, non poteva permettere che decidesse di chiamare aiuto e sapeva perfettamente quali tasti premere.

“Capirò se pensi di non esserne in grado. Immagino sarebbe dura perdere una second-”

“TACI! Io non ho certo paura di te! Se vuoi essere umiliata, sarà un mio piacere!”

Aileen trattenne un sogghigno di trionfo. Vey sarebbe stato così orgoglioso di lei!

“VARCO APRITI, ENERGIA!”

Il granroriano scomparve in un lampo di luce bianca, lasciando i due Maestri della Luce da soli. Hideto si liberò dalla presa della ragazza e la fissò scioccato.

“Ma che ti dice il cervello! Un duello? E se perdi?”

Aileen roteò gli occhi. “Si chiama diversivo. Lo hai detto tu. Io lo distraggo e ti guadagno del tempo, tu liberi Magisa. E se anche dovessi perdere, hai sempre la cerbottana. Se loro non rispettano mai i patti, possiamo farlo anche noi.”

Il Guerriero Blu aprì la bocca per ribattere, ma si fermò all’ultimo secondo rendendosi conto che l’idea non era del tutto malvagia. Il ragazzo si limitò a scuotere la testa, sperando di potersi fidare veramente.

“Spero che tu sappia quello che fai.”

“Fidati di me,” fu la riposta di Aileen che incrociò lo sguardo di Hideto con determinazione.

Il ragazzo la guardò per alcuni lunghissimi istanti e poi annuì. “Buona fortuna.”

La granroriana sorrise e si voltò. “Varco apriti, ENERGIA!”

Una luce verde e bianca l’avvolse e il corridoio attorno a lei scomparve, insieme alle sue pareti rossastre e ai drappeggi decorati dai draghi. Quando riaprì gli occhi, davanti a lei si stendeva il terreno di battaglia in tutta la sua maestosità, circondato da brulle formazioni rocciose che si perdevano a vista d’occhio. Posò il mazzo di carte sul terreno di gioco che si attivò emettendo un breve bagliore.

Lontano da lei, Sambirii la imitò, l’uniforme identica a come la ricordava, placche color bronzo decorate da fiamme rosse, in contrasto con l’azzurro dei nuclei delle vite. Un’armatura senza personalità, uguale a quella di ogni soldato del Regno di Rubino.

I nuclei delle vite e della riserva si materializzarono sul campo di gioco. Aileen inspirò: doveva far durare quel duello il più a lungo possibile, per dare a Hideto una chance di liberare Magisa. Poteva contare sul desiderio che Sambirii aveva di umiliarla. Un duello rapido e indolore non lo avrebbe soddisfatto sicuramente, glielo si leggeva sul volto.

“Settant’anni piccola strega. Non pensare che il mio desiderio di vendetta sia diminuito. Godrò di ogni istante in cui ti vedrò soffrire.”

La granroriana sbuffò. “Non sono ancora così vecchia da perdere la memoria. Ripetere le stesse sciocchezze dell’altra volta non ti aiuterà.”

“NON mi sottovalutare!”, la voce rabbiosa del soldato quasi rimbombò nel silenzio del campo di battaglia.

“Solo quando tu non ti sopravvaluterai.”

Aileen ignorò il ringhio quasi animale del granroriano e pescò le prime quattro carte. Sfiorò appena l’ultima di esse: un brivido le percorse il corpo accompagnato da un fiotto di energia, quasi familiare, che partì dalla punta delle dita e si propagò per tutto il corpo. Nella sua mente sentì un grido acuto. Chiuse gli occhi, ma questo non le impedì di vedere davanti a sé le sue possenti ali blu e rosse, spiegate nel vento.

Sentì le gambe cederle e si afferrò alla sbarra d’acciaio più vicina. Quella carta non poteva trovarsi nel mazzo. Hououga

“A che gioco stai giocando? Ti penti già di avermi sfidato?”

La risata di scherno che seguì quelle parole fu sufficiente ad Aileen per farla uscire dal vortice di voci e immagini che stavano facendo battere impazzito il sangue nelle sue tempie, rischiando di sopraffarla. Aprì gli occhi e tutto si calmò. Si rese conto di avere il respiro affannato. Inspirando ed espirando lentamente si posò al terreno di gioco. Solo lui poteva avergliela messa nel mazzo. L’aveva scoperta, nonostante tutti i suoi sforzi. Lacrime di rabbia le inumidirono gli occhi.

“Allora?”

Di scatto, alzò la testa e fissò il soldato con sguardo gelido. “Fatti gli affari tuoi!”

Il soldato alzò le sopracciglia, notando il repentino cambio di umore della sua sfidante. Sorrise rendendosi conto che i suoi nervi a fior di pelle sarebbero stati un ottimo aiuto per lui. Incrociò le braccia e gettò lo sguardo sulle quattro carte appena pescate.

Quando rialzò lo sguardo, Aileen si era rimessa in piedi, decisa a tutti i costi a non farsi influenzare da quella carta, che non poteva e soprattutto non voleva usare. L’espressione sul suo volto era di nuovo concentrata ma il soldato avrebbe usato ogni sua carta per farla cedere.

“A te la prima mossa, mi sento magnanimo.”

(TURNO 1)

“Come preferisci. Fase Iniziale.”

A quelle parole, il terreno di gioco davanti ad Aileen si illuminò, determinando l’inizio ufficiale del duello.

“Fase di Acquisizione.”

Con un gesto rapido, aggiunse la quinta carta alla propria mano e subito dopo afferrò tra le dita una delle prime che aveva pescato.

“Fase Principale. Attivo il nexus Frutti dell’Albero della Saggezza.”

Dietro alle sue spalle, grosse radici spuntarono dal terreno e si intrecciarono nell’aria andando a formare l’immenso tronco a spirale di un albero dalla corteccia dorata e dalla verde fronda. Dai suoi rami pendevano frutti dorati a goccia.

“Termino il mio turno.”

(TURNO 2)

Il granroriano strinse le dita attorno le carte, memore del ruolo che quella carta aveva giocato alla sua sconfitta. Se non riusciva ad impedire il boost di nuclei, per lui sarebbe stata la fine. E questo non poteva permetterselo.

“Fase Iniziale. Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”

Aggiunse la quinta carta alla mano e, non appena la vide, non riuscì a trattenere un ghigno. Non avrebbe potuto pescare carta migliore, perfetta per destabilizzare la strategia della sua avversaria.

“Fase principale! Evoco Oviraptor al livello 2.”

Sul terreno di battaglia apparve un simbolo rosso che si disintegrò per lasciare spazio ad un dinosauro bruno che si ergeva su due zampe, coda e zampe anteriori dotate di lunghe lame argentate.

Aileen aggrottò la fronte, confusa da quella mossa che non si adattava all’espressione trionfante di pochi istanti prima. Sambirii afferrò una seconda carta.

“Di ciao ciao al tuo amato alberello. È arrivato il momento di disboscare. Uso la carta magia Giavellotto Esplosivo!”

La ragazza si voltò di scatto verso il proprio nexus, mentre una lancia dorata circondata da fiamme fendette il cielo e si conficcò nel tronco dell’albero. Le fiamme si diffusero fino alle foglie e lo fecero dissolvere nel nulla.

“Come vedi, dopo quasi settant’anni dovresti provare con qualche strategia più originale.”

Aileen si voltò, ma non ebbe il tempo di replicare.

“Fase d’Attacco. Vai Oviraptor!”

Il dinosauro ruggì e partì all’attacco, attraversando a rapide falcate il terreno di gioco. La Guerriero Verde non esitò a decidere, senza nuclei e senza spirits non poteva fare altro.

“Rispondo all’attacco con la vita!”

Una sfera rossa circondò la sua postazione. Oviraptor balzò in aria e con le lame delle zampe anteriori sferzò la barriera in rapida sequenza. Il secondo attacco la infranse e il primo nucleo di Aileen esplose sull’armatura, costringendola ad arretrare di un passo per impedire che l’onda d’urto la facesse cadere a terra. Una smorfia di dolore apparve sul suo volto.

Il granroriano scoppiò a ridere. “Mi divertirò un mondo! A te la mossa.”

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“Hideto, che cosa è successo?”

Il Guerriero Blu era di nuovo davanti al pannello che aveva smontato e posato a terra.

“Oh, niente di che. Stavano per portare via Magisa e abbiamo avuto un incontro piuttosto ravvicinato con loro. Poi è arrivato il soldato che ha raso al suolo il villaggio di Zungurii. Ora Aileen sta duellando con lui.”

Nell’auricolare, per lunghi secondi, non si sentì altro che il classico ronzio elettronico. Hideto, nel frattempo, aveva inserito la chiavetta datagli da Kenzo facendo così iniziare il passaggio di dati alla Limoviole.

“Sono davvero contento di non essere venuto con voi, lo sai?”

Il ragazzo ridacchiò e incrociò le braccia. “Perché? È così divertente.”

“Non sei spiritoso.”

Hideto non rispose, ma tornò a guardare il corridoio. No, Kenzo aveva ragione. Non era stato divertente neppure un po’, soprattutto quando aveva veramente creduto che sarebbe morto. Ma qualcuno doveva pur farlo. Come quando nel futuro bisognava trovare le X-Rare dello Zodiaco. Qualcuno doveva pur fare il lavoro sporco e lui, già da tempo, aveva deciso che non si sarebbe più tirato indietro dalle sue responsabilità. Soprattutto se poteva aiutare gli altri nel frattempo.

“Quanto tempo pensi impiegherete tu e M.A.I.A.?”

“Non ne ho idea. Faremo del nostro meglio.”

Il ragazzo annuì, anche se non poteva essere visto, e strinse il dispositivo con la tastiera che Kenzo gli aveva dato. Non gli restava che attendere e sperare che i due Guerrieri Verdi riuscissero nel loro intento. Si posò quindi sul muro, con gli occhi e le orecchie attente al minimo rumore.

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(TURNO 3)

“Fase Iniziale. Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”

Aileen prese la carta e fissò il terreno di gioco. Per lei, quel duello non poteva essere cominciato peggio. Non tanto perché non avesse carte utili in mano, perché ne aveva, ma per il semplice fatto che aver pescato Hououga l’aveva messa in svantaggio di una carta e l’aver perso il nexus le aveva tolto anche il vantaggio dei nuclei. L’unico lato positivo per la lei era che il principale obbiettivo di quello scontro era far perdere tempo a Sambirii.

“Fase di Recupero e Fase Principale. Evoco Araigoya, Procione Spora di terzo livello.”

Similmente a prima, sul terreno di battaglia di fronte ad Aileen, apparve il simbolo verde che si dissolse per lasciare il posto ad uno spirit grigio di dimensioni relativamente minute, simile ad un procione sulle cui zampe si arabescavano delle sottili liane verdi. Al posto della coda c’era una specie di fiore a campanula che si protendeva lungo la sua schiena e che sfumava dal verde al bianco. Non appena posò tutte le zampe sul terreno, lo spirit emise un piccolo ringhiò.

Il granroriano guardò scettico la creaturina evocata da Aileen, trattenendo a stentò una risata che fece vibrare il suo enorme busto.

“Tu e il tuo spirit mi fate meno paura di un Pentan.”

Aileen spostò in orizzontale la carta. “Anche i Pentan possono far male. Attacco con Araigoya!”

“E io rispondo con la vita.”

Lo spirit procione attraversò il terreno correndo e si lanciò contro la sfera verde apparsa davanti al soldato. Con le unghie affilate, graffiò la superficie e quando ringhiò spore velenose uscirono dal fiore e attecchirono, crescendo immediatamente e stritolando la sfera luminosa tra i rampicanti.

Il granroriano sussultò appena quando la sua prima vita esplose sul suo petto.

“Termino il mio turno.”

(TURNO 4)

Con una mano, Sambirii spazzò il punto dove una delle sue vite si era spenta, muovendo leggermente la spalla.

“Fase Iniziale. Fase dei Nuclei.”

Allungò la mano e afferrò la carta. Sorrideva già, certo turno dopo turno di poter spezzare la strategia che Aileen stava usando.

“Fase di Acquisizione.”

Portò la carta davanti agli occhi, illuminati da un bagliore nero. Era arrivata, la carta che gli avrebbe dato la vittoria, troppo presto per i nuclei che aveva a disposizione ma giusto in tempo per prendere posto nella scacchiera.

“Fase di Recupero e Fase Principale. Evoco Ankillersauro di livello 1.”

Accanto ad Oviraptor, il simbolo rosso esplose per far spazio ad un dinosauro di ben maggiori dimensioni. La corazza rossa scuro ricoperta di spine durissime, due lunghe corna d’acciaio ai lati del collo e una possente coda simile ad una trivella. Ruggì insieme al compagno e al soldato sembrò di sentire in quel ruggito il suo stesso grido di vendetta.

Ma prima di attaccare, prima di dar soddisfazione ai suoi spirits, doveva fare un’ultima mossa ed estrasse un’altra carta.

“Utilizzo la carta magia Carta in Più. Pesco due carte e se la terza è uno spirit rosso, la posso aggiungere alla mia mano.”

Il granroriano prese le prime due carte, faticando a trattenere una smorfia di vaga insoddisfazione, e l’irritazione sul suo volto divenne evidente quando la terza carta si rivelò essere la magia Scavatrice.

Con un gesto brusco, Sambirii portò le mani sul terreno di gioco spostando uno dopo l’altro entrambi i due spirits.

“Preparati a soffrire. Attacco con entrambi i miei spirits!”

La Guerriero Verde passò in rapida rassegna le carte che aveva in mano, anche se già sapeva che nessuna di quelle le sarebbe stata utile in quel frangente. Senza contare che, su quattro carte in mano, una era l’inutilizzabile Hououga. Scosse la testa per scacciare la frustrazione nei confronti di quella situazione e si afferrò alle ringhiere.

“Rispondo agli attacchi con la vita!”

I due dinosauri, superato l’affaticato Araigoya, avevano ormai raggiunto la sua postazione e sferrarono i loro attacchi simultaneamente. Le lame di Oviraptor e la trivella di Ankillersauro spezzarono la sfera luminosa. Altre due vite si distrussero sull’armatura di Aileen, che strinse i denti per non emettere il grido di dolore istintivo per le scosse di energia che si propagarono nel suo corpo.

“Sei ancora in tempo per ritirarti, streghetta.”

La ragazza tornò a rizzarsi e sorrise. “Settant’anni fa avevi avuto la stessa inutile premura, vorrei ricordare.”

Un lampo nero attraversò gli occhi del granroriano. “Stavolta finirà diversamente! A te la mossa.”

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Mai, Yuuki e Zungurii si fermarono dietro ad un angolo. Mancava solo l’ultima rampa di scale. Uscire dalle prigioni era stato facile, nessuno si era aspettato che riuscissero a fuggire. Ma per far funzionare il loro piano, passare inosservati non sarebbe andato bene. Se volevano che nessuno si accorgesse di Hideto e Aileen, su al quarto piano, loro tre dovevano riuscire ad attirare l’attenzione dei soldati tutta su di loro.

Arrivati al piano terra, attirare l’attenzione sarebbe stato facile. Il via vai di soldati, servitori e personale vario era decisamente maggiore che all’interrato: qualcuno doveva per forza notarli. Il trucco sarebbe stato dare l’impressione che il loro tentativo di fuga fosse vero.

“Che dite, carichiamo a testa bassa verso l’uscita?”, propose Zungurii sorridendo disinvolto.

“Di sicuro non se lo aspetterebbero”, considerò la Guerriero Viola.

Il Guerriero Bianco invece sospirò. “Tanto dopo la scenata di Mai ci credono degli allocchi.”

Mai spalancò la bocca e si portò una mano sul petto. “Chiedo scusa, dovreste essere grati! Ora ci sottovaluteranno.”

Alla fine, l’idea del granroriano trovò d’accordo gli altri due. Contarono fino a tre e poi superarono a due a due gli ultimi gradini. Quando irruppero nell’atrio principale tutti vennero colti alla sprovvista. Un gruppo di cameriere strillò facendo cadere ed infrangere un servizio di porcellane, ma ce ne fu qualcuna e, Mai fu pronta a giurarlo, che nel vedere Yuuki e Zungurii arrossì di botto.

I soldati vennero ben presto avvertiti dalle grida e si resero subito conto che i prigionieri stavano cercando di scappare. In un attimo, si schierarono davanti all’uscita bloccando loro di fatto il passaggio. Fortuna che non fosse quella la vera direzione che volevano prendere.

Yuuki si fermò e alzò il fucile, mirando al lampadario di bronzo appeso al soffitto. Bastò un colpo e quello iniziò a precipitare, quattro pesanti dragoni bronzei. Servitori e cameriere tra grida di paura e di sorpresa si dispersero in tutte le direzioni. I soldati si gettarono ai lati in cerca di protezione.

Mai, Yuuki e Zungurii invece fecero un brusco dietro front e presero a correre verso la grande scalinata che li avrebbe portati al piano superiore. Un soldato tremante e un altro granroriano grande e grosso si piazzarono davanti alle scale. Il Guerriero Bianco e Zungurii non esitarono a prendere le armi e scagliarle sui loro volti. I due doloranti indietreggiarono con le mani sul volto lasciando via libera ai tre.

Non restava che salire e, possibilmente, non farsi prendere.

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(TURNO 5)

Aileen gettò uno sguardo sui nuclei delle vite. Erano al quinto turno e lei si trovava nettamente in svantaggio, per due vite che le rimanevano, il suo avversario ne aveva ancora quattro. Doveva cambiare gli equilibri del duello o non sarebbe stata in grado di dare abbastanza tempo ad Hideto.

“Fase Iniziale. Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”

La carta aggiunta alla sua mano si rivelò essere un nuovo spirit di basso costo. La granroriana alternò lo sguardo tra Genin, appena pescato, e Chuunin che aveva tenuto da parte fin dal primo turno. Il suo effetto Charge, però, sarebbe stato sprecato senza nessuno spirit con Venti Impetuosi. E non valeva la pena rischiare che venisse distrutto da uno degli effetti del mazzo rosso.

“Fase di Recupero. Evoco Genin, Passero Foglia al secondo livello.”

Accanto ad Araigoya, il simbolo verde si frantumò e apparve uno spirit dall’aspetto molto simile ad un passerotto, la pancia bianca e la schiena bruna, sulle cui ali le piume erano sostituite da larghe foglie verdastri. Il piccolo spirit planò e si posò sul terreno.

Sambirii osservò ridacchiando l’apparizione del nuovo spirit e alternò lo sguardo tra i propri spirit e quelli della sua avversaria.

“Che paura! I tuoi cuccioli sono veramente gli spirits più temibili che abbia mai incontrato.”

“Sei monotono. Gli spirits non si giudicano dal loro aspetto”, sbottò Aileen portando la mano su Araigoya. “Ma dal loro effetto. Attacco con Araigoya!”

Il piccolo spirit ruggì con tutte le sue forze, sollevandosi sulle zampe posteriori, e iniziò a correre verso la postazione del comandante.

“Rispondo all’attacco con la vita!”

Il soldato aspettò a braccia conserte il colpo. Araigoya superò i suoi spirits e saltò sullo scudo luminoso, che distrusse in pochi istanti con gli artigli e le spore del suo fiore. Quando il secondo nucleo delle sue vite esplose, il granroriano non sembrò sentirlo e rimase immobile con un ghigno stampato in volto.

Aileen alzò gli occhi al cielo: il suo ego era insopportabile, ma fino a quando l’avrebbe aiutata a prolungare il duello, non si sarebbe lamentata.

“Termino il mio turno.”

(TURNO 6)

“Sai, mi sarei aspettato molto di più da te”, commentò distrattamente Sambirii sfogliando le carte che aveva in mano. “Invece, sto avendo la conferma che è stata solo fortuna la tua.”

Il granroriano alzò lo sguardo per incrociare quello dell’avversaria e sogghignò. Aileen strinse le carte che aveva in mano, la tensione che stringeva la bocca dello stomaco.

“È arrivato il momento di mostrare chi è il più forte.”

Con un gesto rapido, il soldato estrasse una carta e la sollevò davanti a sé.

“Preparati ad incontrare l’artefice della tua sconfitta!”, esclamò con foga. “Evoco il maestoso signore dei dinosauri, campione dell’Impatto Devastante, Giganoton, Dinosauro Enorme di livello 1!”

Le ultime parole del granroriano venne accompagnate dal tremore della terra e dal sordo rumore di rocce che si frantumavano. Aileen si afferrò alle sbarre della propria postazione. Davanti al comandante il terreno di battaglia si squarciò, una luce rossastra che filtrava dalla spaccatura. In pochi istanti il terreno attorno alla spaccatura si sollevò e da essa emerse un dinosauro rossastro dalla corazza nera e carica di grosse punte. Gli artigli, anch’essi neri, delle zampe posteriori frantumarono la terra sotto di loro. Il dinosauro sollevò la testa, corazzata fino al muso, le fauci piene di lunghi denti acuminati, ed emise un ruggito che rimbombò nel silenzio dell’arena.

“Vai, Giganoton! Attacca con Impatto Devastante!”

Il dinosauro ruggì ancora e iniziò a correre verso gli spirits di Aileen, il terreno che si riempiva di crepe al suo passaggio. Araigoya e Genin si voltarono verso la Maestra della Luce. La ragazza fissava con espressione vagamente stupita il mostruoso spirit evocato dall’avversario, era così evidente che lo avesse inserito per rendere più aggressiva la strategia che quasi settant’anni prima aveva implementato con Drago Bicefalo.

Aileen spostò la sua attenzione sul suo unico spirit disimpegnato.

“Mi dispiace”, sussurrò prima di incrociare lo sguardo dell’avversario con nuova determinazione. “Blocco con Genin!”

L’uccellino si alzò in volo e schivò la prima artigliata del dinosauro. Arrivato alle sue spalle, iniziò a sbattere freneticamente le ali creando un turbine di foglie affilate che andò ad infrangersi sulla corazza di Giganoton senza provocargli alcun danno. Quest’ultimo roteò su sé stesso e usò la coda per sferzare con violenza il piccolo spirits che non riuscì a tenersi in volo e si dissolse al contatto con il suolo.

Giganoton ruggì e il granroriano scoppiò a ridere. “Ciao ciao uccell-”

“Effetto distruzione di Genin!”

La risata del comandante gli morì in gola. Attorno ai suoi due spirits disimpegnati apparvero dal terreno lianee che si avvinghiarono attorno a loro, che non potevano che ruggire impotenti.

“Effetto di Genin: quando distrutto, il mio avversario impegna due spirits disimpegnati. In questo caso”, Aileen iniziò ad agitare la mano in segno di saluto, un enorme sorriso stampato in volto. “Dì buonanotte ai tuoi due spirits!”

Sambirii sbatté il pugno contro il terreno di gioco, il volto contorto in una smorfia di rabbia, una luce nera che brillava nei suoi occhi.

“Come vedi -”, aggiunse sempre sorridente Aileen, “- sono gli effetti e non le dimensioni di uno spirit che contano.”

“Non cantare vittoria tanto presto! Questi tuoi trucchetti non potranno funzionare sempre”, gridò il soldato puntandole un dito contro. “A te la mossa.”

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Kenzo inspirò e tolse gli occhiali. Con una mano si strofinò gli occhi mentre sullo schermo il programma continuava a cercare la password.

“Per fortuna che non erano sviluppati tecnologicamente”, sbottò il ragazzino virgolettando con le dita le ultime parole.

M.A.I.A. emise alcuni fischi, che sembravano quasi una risata, e fece un giro sopra alla sua testa.

“Non serve essere tecnologicamente avanzati per pensare delle buone password, marmocchio.”

Kenzo si morse la lingua per non ribattere all’odioso robottino, pentendosi quasi di aver deciso di rimanere con lei. Ma solo quasi. Rimise gli occhiali e si stiracchiò le dita prima di riprendere a battere stringhe di codice sulla tastiera. Ma perché M.A.I.A. non si limitava a guidare Mai e gli altri?

“Come sta andando?”

“Così così. Purtroppo senza sapere con quale logica hanno inserito la password, è impossibile risalirci velocemente. Potrebbe essere una data o anche una serie casuale di numeri. Ti rendi conto quante combinazioni possibili esistono?”

“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”

Il Guerriero Verde sospirò e posò la faccia sulle mani, lasciando vagare lo sguardo sulla Limoviole. I divani erano abbastanza tristi, ora che lui era solo. Riusciva quasi ad intuire i punti in cui Zungurii e gli altri si dovevano essere seduti più spesso. Scattò su e sbatté le palpebre. Un sorriso apparve sul suo volto.

“Hideto, riesci a vedere se alcuni simboli sono stati usati di più? Magari sono più consumati.”

“Guardo.”

Il ragazzino incrociò le dita, sperando con tutte le sue forze che la sua intuizione funzionasse. Sarebbe stato di grande aiuto e avrebbe potuto far ridurre i dati su cui il programma doveva lavorare.

“Ci sono. Il tre, il cinque e l’otto sembrano piuttosto consumati se li guardo contro luce. Il sette e il due un po’ meno, ma sempre più degli altri.”

Kenzo strinse i pugni e si trattenne dal saltare in piedi. Ci aveva visto giusto!

“Fantastico! Forse i primi tre sono doppi o tripli e gli altri sono presenti. Inserirò la preferenza per questi numeri nel programma. Ti invierò delle combinazioni il prima possibile.”

Riprese a lavorare sulla tastiera con nuovo entusiasmo. Ce la potevano fare, ne era sicuro.

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Magisa tese le orecchie, cercando di capire che cosa stesse succedendo là fuori. Pensava che fossero arrivati i soldati e per un attimo aveva veramente creduto che per lei fosse tutto finito. Glielo avevano annunciato da giorni. Qualunque fosse il motivo che avevano avuto per tenerla lì, avevano cambiato idea e sarebbe stata trasferita entro breve al cospetto dell’Imperatore. Da giorni si era messa in pace con sé stessa, aveva ripensato a tutti gli amici che aveva conosciuto, tutti i Maestri della Luce che aveva incontrato. Si era quasi perdonata tutti gli errori che aveva fatto nella sua vita.

Se doveva essere la sua fine, l’avrebbe affrontata a testa alta. Era o no la Maga del Mondo Altrove? Non si era fatta grandi illusioni. L’Imperatore l’avrebbe interrogata, forse torturata per fare scena, ma poi si sarebbe sbarazzato di lei. Che se ne sarebbe fatto di lei senza il Nucleo Progenitore?

Ma i soldati non erano entrati. C’erano state grida, tonfi. E poi il silenzio. Forse ogni tanto qualcuno sussurrava oltre la porta, ma come diamine poteva sentirli? Quei maledetti muri sembravano insonorizzati.

“Però potreste anche dirmi che cosa sta succedendo!”, sbottò alla fine sedendosi pesantemente sul letto e incrociando le braccia. “Screanzati!”

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(TURNO 7)

“Fase Iniziale, Fase dei Nuclei e Fase di Acquisizione.”

Aileen sfiorò appena la carta e un’onda di calore attraversò la punta delle sue dita, andando su lungo la mano e poi il braccio, fino a raggiungerle il petto e vibrare con l’energia del suo simbolo. Sorrise, il suo spirit chiave era finalmente arrivato, la carta che Vey le aveva regalato il giorno in cui aveva scoperto di essere una Maestra della Luce.

Non poteva essere arrivata in un momento migliore. Afferrò la carta e la lanciò sul terreno

“Destati dal tuo sonno e mostra tutta la furia della natura! Evoco Rafflesio, Albero Zanna al livello 2!”

Il simbolo smeraldo apparve sul terreno di gioco e da esso si sprigionarono una moltitudine di liane che si condensarono in una possente creatura dall’aspetto vagamente simile ad un drago. Nella parte anteriore, una solida corteccia rossastra corazzò il collo. Le ultime liane che uscirono da essa si materializzarono in un lungo collo draconico che terminò in un muso dalle fauci irte di spine simili a zanne aguzze.

Lo spirit ruggì, festeggiato dal piccolo Araigoya, e nel suo grido sembrava di sentire il ronzio degli insetti, i versi degli uccelli e lo scrosciare dell’acqua.

Il comandante sgranò gli occhi e imprecò. Quello spirit aveva decretato la sua disfatta, ma non sarebbe successo di nuovo. Giganoton era il più forte e lo avrebbe dimostrato.

“Attacco con Araigoya!”

La mossa fece distogliere l’attenzione del granroriano dallo spirit odiato e, nel vedere il piccolo spirit, sorrise di un sorriso innaturale, quasi folle.

“Rispondo all’attacco con la vita!”

“Termino il turno.”

(TURNO 8)

Ghignando, il granroriano iniziò il proprio turno e pescò. A malapena, degnò la carta di uno sguardo e la posizionò sul terreno.

“Fase Principale. Evoco Bari Burn, Drago Lama al livello 2! Elevo il possente Giganoton al livello 3!”

Aileen a quella mossa trattenne il fiato, rendendosi conto di quello che era il piano del suo avversario, e sfiorò le carte che aveva in mano, inconsciamente soffermandosi su Hououga. Il nuovo spirit apparso sul terreno aveva l’aspetto di un drago serpentiforme dalle scaglie verdi, dalle ampie ali e con una lama ricurva posizionata sulla fronte.

“Vai, Giganoton, attacca con Impatto Devastante! Per effetto di livello 2 e 3 di Giganoton, viene distrutto uno spirit bersaglio con 4000 punti battaglia o meno!”

Il dinosauro ruggì e partì alla carica. Fatti pochi passi, ruotò sulle proprie zampe, fendendo l’aria con la coda corazzata. Un arco di fiamme si formò nell’aria e raggiunse Araigoya che venne distrutto dall’impatto senza avere neppure la possibilità di difendersi.

Aileen indietreggiò, gli occhi sgranati che fissavano il terreno annerito dove il piccolo spirits si era dissolto.

“E ora brucia il suo spirit chiave!”

Rafflesio non attese neppure il comando di Aileen e si gettò al contrattacco. Decine di liane scaturirono dal suo corpo nel tentativo di avvinghiare l’avversario. Giganoton schiacciò sotto i suoi artigli le liane e le tagliò nell’aria.

I due possenti spirits si scontrarono, una lotta furiosa di artigli e liane, zampate e colpì di coda. L’aria dell’arena si riempì di polvere e ruggiti. Ogni colpo inferto dal dinosauro, veniva osservato con crescente esaltazione dal granroriano. L’ennesimo colpo permise alla granroriana di riprendere la concentrazione e il suo sguardo cadde su una delle carte nella sua mano

“Azione Lampo! Utilizzo la carta magia Trappola a Triangolo!”, esclamò Aileen esibendo la carta davanti a sé.

Il soldato arretrò di scatto, quasi fosse stato percorso da una carica elettrica. “Cos-”

“Grazie al suo effetto, impegni i tuoi tre spirit disimpegnati restanti!”

Attorno ai tre citati spirits, si creò un triangolo luminoso dai cui lati si alzarono delle superfici lucide che si congiunsero a formare una piramide verde. Quando pochi istanti dopo il triangolo si dissolse, tutti gli spirit erano a terra affaticati.

“MALEDETTA!”, strepitò il soldato, la furia che deformava il suo viso. “Ti sarai salvata per questo turno, ma il tuo Rafflesio è condannato! FINISCILO GIGANOTON!”

Il dinosauro ruggì e con un possente colpo di artigli squarcio le liane sul dorso del drago d’erba che gemette e si accasciò a terra, dissolvendosi un attimo dopo.

Aileen portò una mano a sfiorare i nuclei delle sue ultime due vite. “Grazie, Rafflesio.”

“La prossima volta non sarai così fortunata! A te la mossa.”

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La scala che li avrebbe portati al primo piano apparve una volta girato l’angolo. Mai, Yuuki e Zungurii accelerarono nonostante la fatica: dovevano approfittare del gruppo di soldati che avevano seminato.

Frenarono rocambolescamente e iniziarono a scendere i gradini, ritrovandosi faccia a faccia con i primi due soldati di un nuovo plotone. I due gruppi sia arrestarono, i primi con il fiato grosso e i secondi che sollevarono le armi.

“Fermi o spariamo!”, esclamarono quasi in sincro. Dietro di loro ne stavano arrivando altri.

Mai girò gli occhi e sbuffò. Afferrò il parapetto e lo sfruttò per sollevarsi e darsi la spinta sufficiente a piazzare i due piedi sui loro sterni, spingendoli giù. I due soffiarono, il respiro mozzato dal colpo, e caddero rovinosamente all’indietro. Finendo prontamente contro i commilitoni.

Yuuki afferrò il braccio della ragazza per aiutarla a tenersi in equilibrio una volta che ritornò con i piedi a terra. Zungurii, due scalini più in alto di loro, guardò preoccupato a destra e sinistra.

“Stanno arrivando!”

I soldati apparvero da entrambi i lati del corridoio. Senza esitazione, i tre svoltarono quasi inciampandosi sull’altra rampa di scale e si precipitarono verso il terzo piano, seguiti da grida e spari di avvertimento che si infrangevano sulla pietra.

Raggiunsero un’imponente porta, che M.A.I.A comunicò essere la sala del governo, e i quattro soldati lì di guardia si pararono loro davanti bloccando la strada.

“La vostra corsa finisce qui!”

Il granroriano e i due Maestri della Luce frenarono bruscamente. Gli altri soldati stavano recuperando terreno alle loro spalle. Non potevano venire bloccati lì. Zungurii lanciò un grido di battaglia e si gettò a testa bassa contro due dei soldati. Quest’ultimi esitarono a sparargli e quell’attimo fu sufficiente per permettergli di abbrancarli sull’addome.

Gli altri due sgranarono gli occhi, dimenticandosi per un attimo dei due Maestri della Luce.

Yuuki scattò per primo e sferrò un destro al soldato più vicino. Questo gridò e indietreggiò traballante. Il collega lo sostituì scagliandosi contro il Guerriero Bianco di spalle usando il fucile come una mazza. Il ragazzo però lo schivò scansandosi di lato.

Il soldato si ritrovò sbilanciato in avanti e facile preda di un calcio a giro di Mai. Yuuki parò il pugno del primo soldato, ripresosi dal colpo, e gli afferrò il polso. Ruotando il braccio, obbligò il granroriano a piegarsi istintivamente per impedire che venisse spezzato. Il calcio della Maestra della Luce fu il colpo finale per stenderlo.

Lasciata scivolare a terra la guardia, i due si voltarono verso Zungurii che sferrò un montante mandando k.o. l’ultimo soldato.

“Comunque nei videogiochi sembra tutto più semplice”, mugugnò la Guerriero Viola con le mani sui fianchi.

Si scambiarono giusto un’occhiata divertita tra loro e ripresero a correre. M.A.I.A. continuava a ripetere che mancava poco, che presto Kenzo avrebbe individuato la password. Loro non potevano che crederci, ma il tono beffardo del robottino non era certo particolarmente rassicurante.

Svoltarono al nuovo angolo, diretti verso la rampa di scale nell’ala opposta di quella da cui erano saliti. Se Aileen, si chiedevano ancora come avesse fatto a invischiarsi in un duello, e Hideto liberavano Magisa, le avrebbero potute utilizzare per salire ai piani superiori.

“Ancora venti metri e sarete alle rampe.”

Non ebbero il tempo di esultare. La strada davanti a loro fu bloccata da una dozzina di soldati. Si fermarono e provarono a voltarsi ma gli altri inseguitori li avevamo ormai praticamente raggiunti.

Mai, Yuuki e Zungurii si strinsero a cerchio, le schiene che quasi si toccavano. Alzarono le braccia, i pugni stretti, i piedi pronti a scattare. In un attimo si ritrovarono completamente circondati.

“Al Governatore servono vivi”, ordinò uno dei soldati nel retro.

Mai sorrise. “Venite a prenderci.”

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(TURNO 9)

Mente completava le fasi iniziali del suo turno, Aileen si rese conto che la sua situazione era appesa ad un filo: non sarebbe riuscita a fare durare il duello ancora a lungo. L’unica speranza era fidarsi del proprio mazzo e sperare di avere fortuna nella pescata. Si augurava che Hideto si trovasse a buon punto.

“Fase di Acquisizione.”

Quando vide la carta datale dalla sorte, la ragazza faticò a trattenere un grido di entusiasmo, riuscendo a limitarsi ad un sorrisetto che forse il suo avversario non avrebbe notato. Perché Vey lo diceva sempre che un duello non era deciso finché c’era anche una carta in gioco, ma non aveva mai creduto che potesse essere veramente così.

“Fase Principale. Evoco Chuunin, Rondine Messaggera di livello 2.”

Sul terreno sgombro davanti ad Aileen, apparve un simbolo verde che si dissolse, sostituito subito da un esile spirit dal petto bianco, la testa e il dorso neri e le ali e le piume della coda di color rosso-arancio, simili alle foglie autunnali.

Il piccolo uccellino non era neppure riuscito ad apparire del tutti che il granroriano era scoppiato a ridere, la risata di scherno di uno che sapeva che la vittoria era solo ad un passo da lui.

“Non ricordavo che il tuo mazzo incutesse un tale timore!”, esclamò portandosi una mano alla bocca. “Ti prego, abbi pietà di me!”

E scoppiò di nuova in una fragorosa risata. “Giganoton godrà nel schiacciare quell’insetto sotto i suoi artigli!”

“Attacca Chuunin!”

Lo spirit trillò e si lanciò in volo verso l’avversario, schivando uno dopo l’altro gli spirit rossi affaticati. La sorpresa divenne evidente sul volto del soldato nel rendersi che la sua avversaria avesse veramente attaccato, quando lei aveva solo uno spirit e lui ben quattro.

“Rispondo all’attacco con la vita!”

Chuunin arrivò sopra di lui e iniziò a roteare vorticosamente su sé stesso, dirigendosi velocissimo verso la barriera di luce verde che aveva ricoperto la sua postazione.

E fu allora, mentre la sua penultima vita veniva frantumata, che capì l’azione apparentemente scellerata. In mano doveva avere sicuramente una delle sue maledette magie, capaci di impegnare i suoi spirit. Come Trappola a Triangolo. O magari aveva l’odiata Prigione di Spine e uno di quei stupidi spirit con Alta Velocità.

Il granroriano sogghignò, non accorgendosi quasi del fiotto di energia che gli attraversò il corpo.

Aileen osservò il suo spirit posarsi a terra e sorrise. Forse era stata una mossa rischiosa, ma era anche l’unica che le dava la quasi certezza che il suo avversario si sarebbe sbilanciato, convinto di averla completamente in pugno.

E ogni istante era prezioso, un istante in più che Hideto aveva per liberare Magisa.

“Termino il mio turno.”

(TURNO 10)

Il comandante fremeva, ogni passaggio necessario in quel turno era fin troppo lungo. La sua vendetta non poteva essere abbastanza vicina.

Aveva creduto di essere più furba di lui, ma si sbagliava: lui poteva evocare un altro spirit, tenuto da parte fino a quel momento per servirsene al bisogno. E aveva avuto ragione anche in questo, dato che la carta pescata si rivelò essere la magia Avviso d’Attacco.

“Fase Principale. Evoco Spinoaxe, Drago Ascia al livello 2!”

Accanto alla già folta schiera di spirits, il simbolo rosso lasciò il posto ad un dinosauro bipede dalle scaglie beige e con incastonati sul dorso e sul muso dei rubini. L’elemento più minaccioso erano però le tre lame, lunghe quasi tutto il suo corpo, che fuoriuscivano dalla sua schiena. Il dinosauro ruggì, imitato subito dopo dagli altri.

Era l’ora della tanto agognata vittoria.

“Vai, Bari-Burn Drago Lama attacca!”

Il drago ruggì e spiccò il volo. Aileen non attese oltre ed estrasse una carta dalla sua mano.

“Azione Lampo! Utilizzo la carta magia Trappola a Triangolo!”

La piramide di luce circondò Giganoton, Oviraptor e Ankillersauro che scivolarono a terra, affaticati. Il comandante digrignò i denti, ripetendosi che il sacrificio di vedere i suoi spirit impegnati sarebbe stato ripagato dalla vittoria. Era tutto come se lo era aspettato, la strega e le sue maledette carte magia, ma ora con Spinoaxe nessuno spirit con Alta Velocità avrebbe potuto fermarlo. E intanto Bari-Burn l’aveva ormai raggiunta, superando il suo inutile spirit.

“Utilizzo la carta magia Prigione di Spine!”

Quelle parole fecero sobbalzare il granroriano come fosse stato colpito in viso. Si era aspettato l’effetto, non l’ennesima maledetta magia. Sgomentò fisso le liane che fuoriuscirono dal terreno e si avvinghiarono al suo ultimo spirit disimpegnato. Quest’ultimo cercò di divincolarsi, ma alla fine dovette cedere e si accasciò sul terreno.

La furia più nera contorse il suo volto, brillando oscura nel suo sguardo. Si spinse avanti, quasi ruggendo, come i suoi spirit, e levò con foga la carta davanti a sé.

“AZIONE LAMPO! UTILIZZO LA CARTA MAGIA CICLONE FIAMMEGGIANTE!”

Un turbine di fuoco circondò l’affaticato Chuunin che stridette, cercando di sollevarsi in volo e fuggire, ma fu distrutto un attimo dopo dalle fiamme. Aileen si morse un labbro, non aspettandosi quella mossa. La barriera rosso avvolse la sua postazione e la sua attenzione tornò a forza sul drago che la sovrastava.

“Rispondo all’attacco con la vita!”

Bari-Burn si gettò in picchiata, frantumando la barriera con un unico poderoso colpo della lama sul suo muso. La granroriana strinse i denti e si afferrò alla sbarra di acciaio, evitando così di venir sbalzata indietro.

Il comandante, intanto, era appoggiato con entrambe le mani al terreno di gioco, il respiro affannato dalla furia.

“HAI SOLO RIMANDATO LA TUA FINE, STREGA! NIENTE POTRÀ SALVARTI IL PROSSIMO TURNO! A TE LA MOSSA!”

(TURNO 11)

Aileen inspirò. Quello sarebbe stato molto probabilmente il suo ultimo turno. Il suo terreno di battaglia era vuoto, come anche la sua mano. Non avrebbe preso neppure in considerazione l’utilizzo di Hououga, l’unica carta che ancora aveva. Non avrebbe dato a nessuno di loro quella soddisfazione.

In fin dei conti, poteva anche perdere. E Hideto avrebbe fatto bene a farsi bastare il tempo che era riuscita a guadagnare.

“Fase Iniziale. Fase dei Nuclei.”

Pescò la prima carta del mazzo. “Fase di Acquisizione.”

Sbatté le palpebre e riguardò la carta una seconda volta. Aveva ancora una chance. Poteva vincere, o almeno finire col botto.

“Fase Principale!”, esclamò Aileen, il petto che sembrava volerle esplodere dall’entusiasmo. “Evoco Ruri, Ali Fiorite al livello due!”

Sul suo terreno, apparve lo spirit. Un uccellino dal piumaggio indaco e le cui piume delle ali erano sostituite da un tripudio di fiori lilla e foglie.

Il comandante sgranò gli occhi, la mano che cominciava a tremare. Fissò le carte, continuando a cercare qualcosa che potesse fargli riacciuffare quella vendetta che stava lentamente svanendo davanti a lui. Ma non aveva niente. Neppure Ciclone Fiammeggiante avrebbe potuto nulla contro i 6000 punti battaglia dello spirit.

“Vai, Ruri distruggi la sua ultima vita!”

Lo spirit trillò, sbatté le ali e spiccò il volo. Il granroriano apriva e chiudeva la bocca, senza riuscire a far uscire suoni. Doveva essere la sua vendetta.

Ruri superò la schiera di spirits affaticati e Sambirii lasciò cadere il braccio, la presa della mano che si faceva debole, le carte che scivolano a terra.

“Ri-rispondo… con… la vi-vita.”

Lo spirit verde arrivò sopra la barriera luminosa e cominciò a sbattere vorticosamente le ali. Un turbine di petali e foglie si scagliò contro di lui.

Il granroriano fissava davanti a sé, gli occhi neri e vacui. “Doveva essere la mia vittoria…”, sussurrò.

La barriera si infranse.




SPAZIO AUTRICE:

Salve a tutti! Scusate il leggero ritardo ma ho riiniziato l’università e avevo bisogno di un po’ di tempo per prendere il ritmo. Un capitolo pieno d’azione (duello e non): che ne pensate? Recensite e ditemi che cosa ve ne pare!

E il primo duello è andato ad Aileen. Qualcuno se le era aspettato? L’elenco dei

Per quanto riguarda il piano di Aileen per ottenere il duello, è un piccolo omaggio ad una scena di BS Rising (cap.6) di ShawnSpenster che vedeva coinvolti Veihral e Julian. Dopotutto, chi va con lo zoppo, impara a zoppicare
e poi, non so voi, ma penso che Aileen e Hideto abbiano il potenziale di diventare grandi amici (anche se nessuno dei due ancora lo sa! XD).

Con questo vi saluto e vi do appuntamento al prossimo e ultimo capitolo di questo episodio, in cui scopriremo se i Maestri della luce riusciranno a scappare sani e salvi. E alla fine di esso, vi riporterò anche i turni del duello e i mazzi degli sfidanti. Come avrete notato in questo capitolo, i nomi sono tradotti in italiano e molti di questi sono stati “inventati” da me dato che non sono carte mai arrivate in Italia.

Prima di salutarvi, ringrazio chi legge, chi recensisce e chi segue questa storia. Spero continuiate a divertirvi ed emozionarvi!

A presto,
HikariMoon

P.S. le altre volte mi sono dimenticata di chiedervi, qualcuno di voi vuole essere avvisato quando aggiorno?  Eventualmente, fatemelo sapere.

  
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