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Autore: AThousandSuns    08/10/2017    0 recensioni
Raccolta di flashfic su Steve/Sharon, perché questa coppia merita di essere apprezzata un po' di più. Basate su prompt lasciati sul gruppo Facebook We are out for prompt. Il rating non supera l'arancione.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sharon Carter, Steve Rogers
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Prompt: AU in versione Atonement: Sharon e Steve sono costretti a separarsi, e la guerra non risparmia nessuno.

Steve trema e suda; non riesce a capire se sente caldo o freddo, ma non fa poi molta differenza: è troppo debole per scostare le lenzuola. Il petto si muove su e giù veloce, ogni respiro corto e affannato sibila contro i denti serrati.
Una vocina subdola gli sussurra che avrebbe dovuto immaginare come sarebbe finita: con lui accoccolato a morire in un letto d’ospedale.
Strizza le palpebre e un lamento soffocato gli sfugge dalle labbra screpolate, tremanti, e ignora la sua coscienza: lavorare nell’ospedale è l’unico modo che ha per dare una mano ed è suo dovere farlo. Giudicato non idoneo per il servizio militare, nessuno ha battuto ciglio quando si è presentato come infermiere all’ospedale: sua madre gli ha insegnato le basi e ci sono troppi soldati bisognosi di cure perché i medici possano rifiutare un volontario, non importa che pesi cinquanta chili e soffra d’asma.
Sa che ha commesso uno sbaglio, ma non riesce a pentirsene: nessuno potrà giudicarlo un codardo, nessuno potrà disprezzarlo per essere rimasto in America mentre il sangue dei suoi compagni viene versato in Europa.
Deglutisce a fatica: la sua gola è così secca, se solo potesse avere un sorso d’acqua…
È sempre più difficile mantenere gli occhi aperti, ma sa che se si addormenta potrebbe non svegliarsi e lui non è uno che si arrende: in tutta la sua vita ha avuto la febbre più volte di quante possa ricordare, ce la farà anche oggi, ne è sicuro.
Però è stanco, forse riposare un po’ gli farebbe bene: abbassa le palpebre ma continua a lottare, si aggrappa con tutta la forza che gli rimane al ricordo della persona che più di tutte desidera rivedere una volta fuori da lì.
Sharon.
Come l’ha vista l’ultima volta: la divisa pulita, i capelli biondi raccolti con precisione e il sorriso, Dio, il suo sorriso...
Ripensa a come gli ha insegnato a fare a pugni sfruttando la sua magrezza e la velocità; a come l’ha sempre guardato scrutando fin nella sua anima senza fermarsi alla sua statura; a come lo rimproverava quando lui falsificava documenti per potersi arruolare. Ma più di ogni cosa ricorda il modo in cui lo baciava, lentamente, come avessero tutto il tempo del mondo.
Gli sembra un’altra vita quella prima della guerra, più semplice, più felice.
Steve riporta alla memoria il profumo dolce di Sharon, le sue labbra, il suo abbraccio cauto ma impaziente, e pensa che lei tornerà, che le loro vite sono destinate ad incrociarsi di nuovo.
Sì, deve continuare a lottare, pensa prima si scivolare in un oblio dal quale non si sveglierà.
 
Dugan corre a perdifiato nella struttura informando i compagni dell’imminente evacuazione. Deve trovarla, lei deve sapere.
Raggiunge l’angolo dove l’ha vista l’ultima volta e trova una figura in piedi accanto a lei.
Tenta di riprendere fiato: «Che ci fate ancora qui? Dobbiamo muoverci, stanno arrivando i rinforzi».
«È tua amica?» gli chiede il ragazzo con tono piatto.
Dugan annuisce e si avvicina a grandi falcate, ma si ferma secco quando si accorge degli occhi scuri che lo fissano dalla branda, spalancati e senza vita.
«Aveva detto di stare meglio» sussurra quasi a se stesso.
«Mi dispiace, amico». Una mano si posa sulla sua spalla e stringe appena: «Dobbiamo informare qualcuno? Conosci la sua famiglia?».
«Solo una persona» risponde con voce rotta.
Cala il silenzio mentre accanto a loro gli altri soldati continuano a muoversi come nulla fosse successo; sono troppo assuefatti alla morte per piangere una sconosciuta.
Tranne il ragazzo al suo fianco: «Come si chiamava?».
«Sharon». Basta una parola e Dugan si arrende a quella morte che giace davanti ai suoi occhi.
   
 
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