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Autore: Thisastro    08/10/2017    0 recensioni
'Artù sorgerà di nuovo quando il mondo ne avrà più bisogno'
Sono queste la parole con le quali, ormai cinque anni fa, il maestoso drago Kilgharra ci ha lasciato col fiato sospeso, ma...
Cosa accadrebbe se il mondo avesse di nuovo bisogno di Artù e di tutti i personaggi di Camelot?
La storia è stata leggermente stravolta dall'introduzione di un nuovo personaggio femminile che saprà spiegare cosa è accaduto di diverso dalla storia che tutti noi conosciamo.
Il resto? Varrà la pena scoprirlo...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Più stagioni
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“Clarissa, sei stata coraggiosa. Io... il tuo sacrificio non sarà vano, te lo giuro. Tieni duro, hai salvato tutti noi”
Clarissa si sveglia di soprassalto e respira copiosamente. La sveglia suona ormai da almeno cinque minuti e il rumore assordante che emana, rimbomba per tutta la stanza sena sosta.
Con le poche forze disponibili si trascina fuori dal letto e si dirige verso il bagno per sciacquarsi abbondantemente il viso nel vano e disperato tentativo di svegliarsi. Si asciuga con un asciugamano viola appeso al termosifone dietro di lei voltandosi un attimo per guardarsi nello specchio gigante appeso proprio sopra al lavabo; prova ad immaginarsi come nei suoi sogni, con un pomposo vestito medievale e i capelli sempre in ordine, volteggiando per le grandi sale di qualche strano castello.
Il pensiero la snerva e si dirige verso la cucina per premiarsi con un caffè, unico modo per cominciare la giornata. Mentre è seduta sulla sedia con il gomito poggiato sul tavolo a novanta gradi per reggersi la testa con la mano, pensa al perché di tutti quei sogni.
Clarissa sognava ogni notte di essere in qualche castello, probabilmente una ricca principessa di qualche terra sconosciuta e di avere poteri magici. Nei suoi sogni, un ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli corti e neri con un largo sorriso, compare sempre al suo fianco nel bene e nel male; non mancava neanche la classica figura di un ipotetico principe azzurro, che compare di sfuggita ogni tanto, come un angelo custode pronto ad entrare in scena nel momento del bisogno.
Clarissa pensa di essere pazza.
Tutte le ragazze sognano di essere una principessa, ma si sognano in un castello fatto di nuvolette di zucchero col principe sul cavallo bianco e i vestiti di seta pregiata, una vita fiabesca e superficiale.
Clarissa, invece, era sì una principessa; ma vedeva la guerra. Vedeva castelli meravigliosi ma di certo tutt’altro che fiabeschi. I castelli che comparivano nei suoi sogni erano castelli reali, che lasciavano poco alla fantasia e al ‘vissero per sempre felici e contenti’; castelli grandi con passaggi segreti e mura di mattone scuro. Non c’erano cavalli bianchi o ‘nobili destrieri’ ma solo cavalli stanchi, cavalli da guerra che tornavano dalle battaglie con qualche ferita o zampa malconcia. Il principe azzurro delle favole è un principe che non si scompone mai, tutto d’un pezzo. Il principe che sognava lei era un condottiero, un uomo di guerra, onore e sacrificio. Un uomo che tornava sporco di fango e ferito gravemente dalle battaglie ma che dall’alto della sua finestra si lasciava andare a discorsi motivazionali e di speranza per il suo popolo.
I suoi pensiero vengono interrotti dal rumore stridulo della macchinetta del caffè che vuole avvisarla di spegnere il fuoco e di prepararsi ad un’intensa giornata.
 
Clarissa decide di indossare degli shorts ed una canotta nera, legando i capelli con una coda alta e allacciandosi ai piedi le sue scarpe bianche senza dimenticare un paio d’occhiali da vista che l’accompagnavano in tutte le sue giornate di studio senza sosta.
 
Era un gesto ormai abitudinario, la routine non regalava poi chissà quali brividi, ma le cose migliori non accadono forse così? La vita non ha preavviso, ti stravolge e ti scombina i piani senza avvisare. Piomba nel tuo mondo un qualcosa che stravolge tutto, a volte in bene e a volte in male.
 
Facendo qualche doveroso passo indietro, Clarissa è una ragazza non troppo alta con occhi e capelli castani. Studia alla North Somerset University in una città non troppo distante da Londra, sul mare.
Di origini inglesi, aveva una gran voglia di imparare e scoprire sempre più cose e, nonostante studiasse lingue, aveva una forte propensione e passione verso la storia medievale.
Pensava che il motivo di tutti quei sogni potesse essere proprio questo suo attaccamento morboso alla storia antica, ma si trovava a sapere cose che non ricordava di leggere nei libri.
Durante alcuni momenti della giornata in cui le accadevano questi episodi, si rinchiudeva in sé stessa e pensava di avere qualche rotella fuori posto, pensava che questa sua passione la stesse logorando a tal punto da farle immaginare cose che non sono mai esistite.
L’unico suo punto di sfogo era lo psicologo dell’Università che vedeva sporadicamente qualche mattina, per cercare di capire il motivo dei suoi sogni e chi erano quelle persone che vedeva poiché le sembravano troppo familiari per essere un semplice frutto della sua fantasia.
- Quindi, continui a fare questi sogni...
Clarissa guardò fuori oltre la finestra dello studio dello psicologo e annuì.
Lui tirò fuori dalla borsa una boccetta e gliela porse, Clarissa la prese.
- Sono gocce di valeriana, aiutano a rilassare i nervi e farti dormire profondamente, ti serviranno.
Clarissa guardò attentamente la boccetta.
- Anche Gaius diceva così, ma Morgana continuava ad avere quegli strani incubi…
Il dottore si incupì.
- Gaius? Morgana? Clarissa, chi sono queste persone...
Clarissa fissò il vuoto e scosse la testa lentamente.
- Io... io non lo so... è meglio che vada.
Poggiò la valeriana sul tavolo e, ringraziando, si chiuse la porta alle spalle tirando un forte sospiro una volta fuori dall’ufficio.
 
Si diresse verso il suo armadietto e, quando lo aprì per prendere dei libri, un foglietto di carta cadde per terra. Lo raccolse.
   
 
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