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Autore: selena_    08/10/2017    0 recensioni
Kimberly Strauss ha 17 anni, ed è un concentrato di vivacità e spensieratezza, la tipica adolescente con una bella famiglia e delle amiche per cui farebbe di tutto. Si appresta a vivere l'ultimo anno di liceo, l'anno del ballo studentesco, l'anno delle grandi scelte.. un anno che lei vuole riempire di bei ricordi e rendere indimenticabile. Ma tutti i suoi piani vanno in fumo quando si ritroverà a fare i conti con un ragazzo troppo sfacciato e decisamente fuori dai suoi canoni, che le complicherà la vita... soprattutto visto che il ragazzo sconosciuto poi tanto sconosciuto non è
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo1

10 anni dopo

Ok, sono in ritardo. No, non mi sono espressa bene, sono in uno schifosissimo ritardo! Io, Kimberly Strauss, la regina indiscussa della puntualità..cavolo, non sono arrivata in ritardo nemmeno alle gite scolastiche! E ovviamente mi doveva succedere il primo giorno dell’ultimo anno di liceo, che, per inciso è tutta colpa di Alice che mi ha tenuta sveglia fino a tardi perché, la signorina non riusciva ad addormentarsi ieri sera pensando al fatto che quest’anno un altro importante capitolo della nostra vita si sarebbe concluso e bla bla bla..insomma con tutti i momenti che aveva per pensarci, proprio alle due di notte dovevano venirle i dubbi esistenziali?! E chi se non io poteva sorbirsi questa tortura?

Fatto sta che le cose non cambiano, fra due minuti chiuderanno i cancelli e io sto correndo come una pazza per evitare di dovermi arrampicare stile koala. La vedo..la vedo! E vedo anche il custode purtroppo, che sta per toccare quel dannato cancello! Ma no caro mio, non ho fatto una corsa contro in tempo per vedere te che te la ridi mentre io mi dispero per aver perso un giorno di scuola immotivato; si, sono sempre stata lige al dovere. In ogni caso credo che nessuno avesse potuto battermi in velocità oggi, visto che con uno scatto degno del miglior corridore sono riuscita ad entrare nel cortile di quello che da quattro anni a sta parte è il mio liceo.

Sono dentro, finalmente. Cerco di regolarizzare il respiro e darmi una sistemata, saluto con un sorriso il custode e come un fulmine mi dirigo verso la mia classe, preparandomi alla ramanzina della professoressa di matematica, materia che mi è stata poco congeniale fin dall’infanzia.

Busso, e..stranamente non sento silenzio come al solito, ma un brusio di tutto rispetto, per quello decido di entrare lo stesso. E mi accorgo con immenso orrore che della prof nemmeno l’ombra e che i miei compagni di classe sembrano molto lontani anche solo dal pensare di fare qualcosa che richieda l’utilizzo di un quaderno e una penna. Allora decido di andare a passo di carica verso Alice, la quale mi sorride con aria colpevole.

“Dimmi che è uno scherzo e che la Dallowey è andata a cercare i compiti che doveva portarci da più di due settimane” in effetti, la zitella, chiamata cosi da noi studenti per il numero spropositato di gatti che ha, ha le nostre verifiche da quindici giorni ormai, ma per un motivo o un altro non si decide a restituircele; sono quasi tentata di pensare che le abbia usate come gomitoli per i suoi gatti, che, chiariamoci per me potrebbe farlo benissimo, non credo si sia persa tanto, visto che come al solito avrò ottenuto un risultato pessimo. Ma non è questo il punto..

“ Mi dispiace Kim, ma la prof oggi non c’è, ci hanno informato che starà a casa tutta la settimana per malattia. Te lo avrei detto..”

“Me lo avresti detto?!? Mi hai fatta correre per mezz’ora, facendomi quasi investire, quando sapevi già da minimo venti minuti che sarebbe stata assente?!”

“Si, ok, hai ragione..ma vedi te lo stavo per scrivere quando Eric..beh abbiamo iniziato a parlare e mi è completamente passato di mente” e dicendo questo un leggero rossore comincia a imporporarle le guance..ah Alice e la sua innata timidezza. Eccolo li il problema allora. Eric Nashville, o anche detto -cotta di Alice da tutta la vita-. Ok, ammettiamolo, non è affatto un brutto ragazzo..alto, castano, occhi scuri, spalle pronunciate-dovute ad anni di allenamenti di nuoto-, e bel sorriso, ma per la miseria! Nessuno dei due si decide a fare il primo passo, sono anni che va avanti questa pseudo amicizia. Lei perché troppo timida e lui..boh..non saprei spiegare quali gravi problemi lo affliggano per non riuscire a dichiararsi alla mia amica.

“Perdonata?” e lo sa bene che quando fa quegli occhioni da cucciolo bastonato, anche uno con un po’ di resistenza non riesce a resisterle e io non ne ho affatto, quindi direi che siamo a posto.

“Perdonata. Lo sai bene che non riesco mai ad avercela con te quando mi fai quella faccia.”

“ Oh lo so bene mia cara, per questo applico la mia tecnica su di te”

“ Sei davvero perfida” e cominciamo a ridere come pazze, ma succede sempre cosi tra noi.

“ Comunque basta parlare di cose inutili e veniamo al punto della situazione. Non ti sei chiesta perché in classe c’è tutta questa confusione?” e in effetti ora che me lo fa notare, c’è parecchio movimento tra i nostri compagni di classe e dubito che sia solo perché abbiamo un’ora buca.

“ No, non me lo sono chiesta. Sai com’è..stavo pensando a non finire uccisa per arrivare qui” ahh lo so, sono una persona estremamente ironica, ma cavolo ero davvero infuriata per prima, un po’ di risentimento ci sta, no?

“Farò finta di non averti sentita e piantala di alzare gli occhi al cielo! Comunque stavo dicendo, e gradirei non essere interrotta, che un nuovo studente sta per trasferirsi qui dalla Spagna. Cioè..ti rendi conto?! Dalla Spagna! Anche se si dice che di origine dovrebbe essere americano; sono tutti curiosi di conoscerlo!” certo come no..

“Io e te siamo curiosi di conoscerlo, i ragazzi vogliono farselo amico per farlo entrare nella squadra di football e le ragazze, Maddison in particolare, vogliono infilarsi nel suo letto” perché diciamocelo, avete mai visto uno spagnolo che non sia abbronzato, palestrato e con un sorriso perenne neanche dovesse commercializzare un nuovo dentifricio?

“Può darsi.. ciò non toglie che sta per arrivare qui, anzi a dire il vero è in ritardo..e magari potrebbe essere un tipo simpatico con cui è facile relazionarsi!” Alice è sempre la solita, vede il buono in tutti e prima di catalogare una persona ci pensa almeno non due ma dieci volte; il contrario di me insomma, molto più frettolosa a giudicare le persone, ma a mio favore posso dire che anche da un primo sguardo, di rado mi sono sbagliata a dare un giudizio. 

Ecco, neanche a farlo apposta, la campanella della seconda ora suona, annunciandoci la fine della pacchia e l’inizio dell’ora più agognata da tutti i cavernicoli che ho in classe e quella più temuta dalle ragazze, in quanto non sia mai che ci si possa spezzare un’unghia cercando di raccogliere un pallone . Educazione fisica.  Ma posso assicurare che questo non è il mio caso. Ho sempre amato ginnastica, in quanto posso staccare la spina dai problemi abituali e concentrarmi su altro. E pur non praticando sport, me la sono sempre cavata niente male.

Cosi io e Alice raccogliamo le nostre cose e seguiamo gli altri per raggiungere la palestra, che ovviamente doveva essere dalla parte opposta della scuola, in quanto l’hanno rifatta nuova dopo il terremoto di due anni fa che aveva reso la vecchia palestra impraticabile. Ovviamente ad attenderci c’è già il professor Donovan nella sua impeccabile tuta con tanto di fischietto alle labbra. Per essere un uomo di mezz’età devo ammettere che ha lo spirito di un giovincello.

“ Buongiorno ragazzi! Avete passato delle buone vacanze? Quest’anno voglio vedervi dare il massimo, e non battere la fiacca come molti di voi hanno fatto l’anno scorso! Iniziamo subito con le comunicazioni importanti. Da oggi avrete un nuovo compagno di classe che..”

“Te l’ho detto che sarebbe arrivato oggi!” di sicuro nessuno riuscirebbe mai a battere Aly in quanto ad entusiasmo..

“Tyler Convey” e non so perché ma ho completamente smesso di prestare attenzione alla mia amica che sta ancora parlando, e l’ho completamente rivolta al ragazzo biondo appena entrato che si sta affiancando al professore. Indossa un paio di jeans scuri strappati e una maglietta bianca che gli fascia in modo delizioso i muscoli che si ritrova. Credo anche di aver cominciato a sbavare, e a quanto sto vedendo non sono l’unica a farlo.

Con un rapido movimento si toglie i Rayban che aveva indosso e a me sembra di aver appena ricevuto un pugno nello stomaco. Quegli occhi, quei dannati occhi li riconoscerei tra mille, color cioccolato con pagliuzze color caramello man mano che ci si avvicina alla pupilla. Non può essere lui.

   
 
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