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Autore: __Lily    08/10/2017    1 recensioni
Lya è un angelo, ma non il comune angelo.
Appartiene al clan dei bianchi e il suo compito è proteggere le persone che le vengono affidate. Tutto cambierà per lei quando si mostrerà al suo protetto: Alexander.
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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2.

 

 


Il ricordo del nero lasciò Lya con dell’amaro in bocca, ovvio che Damian ci avrebbe riprovato prima o poi, non era il tipo da fare minacce in vano.
  Provò a dimenticare quella storia, erano passati più di cento anni infondo, solo che la paura non se ne era mai andata davvero del tutto e con gli ultimi due protetti era stata sempre molto vigile.
  Alexander si alzò e fece qualche passo, vicino a quel lago pieno di pesci si trovavano molti fiori profumati e colorati
  Lanciò un’occhiata alla sua puledra per assicurarsi che non se ne fosse andata lasciandolo solo e a piedi, ma lei era ancora lì a brucare l’erba fresca.
  Si piegò e raccolse dei fiori che legò poi con un nastro rosso che aveva portato con se, erano molto belli e sapeva che alla madre sarebbero piaciuti molto.
  Tornò a sedersi cercando di metterli bene assieme e di godere della giornata che ormai stava volgendo al termine, il vento soffiava leggero scompigliandogli i capelli, quel ragazzo era sempre e dolce e gentile, capace di mille gesti di affetto e amore.
  Quando il cielo iniziò a tingersi di arancio recuperò Penny, le fece una carezza cavalcò verso il castello, grande forse fin troppo per sole tre persone, ma era comunque la sua casa.
  Già da lontano intravedeva la sua possente mole, era stato creato per far capire a tutti quanto fosse grande e potente la famiglia che ci viveva.
  I raggi morenti del sole che splendevano sulle sue vetrate riuscivano  a colorare le stanze, a volte la luce che filtrava sembrava quasi un arcobaleno, come se i suoi abitanti vivessero in un quadro di un pittore capriccioso.
  Un uomo dai capelli corvino stava attendendo il suo ritorno.
  «Mio signore, spero che la cavalcata sia andata bene» disse con la sua solita voce roca, poi prese le redini della puledra per permettere al suo signore di scendere con calma.
  «Si è stata piacevole, grazie Sven».
  Alexander prese i fiori e li nascose dietro alla schiena, voleva che fossero una sorpresa per la madre.
  Sven era un uomo alto, forte e muscoloso e con l’età di certo non aveva perso la sua forza anzi era aumentata se possibile.
  «Ne sono felice signorino.»
  «Sven? Dalle uno zuccherino, sai quanto le piaccia.»
  «E quanto le faccia male anche» rispose l’uomo rimproverando con benevolenza quel giovane ragazzo.
  Tutti stravedevano per Alexander, sapevano bene che un giorno sarebbe stato un buon signore e che avrebbe aiutato sicuramente molte persone, il suo cuore era buono e puro e Lya non poteva essere più felice per il protetto che le era toccato, era da i tempi di Marie che non le capitava una persona come Alexander.
  Lei camminava al suo fianco anche se lui non poteva vederla ma a volte era quasi come se lui sentisse la sua presenza, anche se ovviamente tutto ciò che poteva vedere o sentire era solo l’aria. 
  Corse felice fino all’ingresso dove si tolse le scarpe sporche di terra, quando le ebbe cambiate iniziò a correre per il castello fino ad arrivare alla stanza della madre.
  Sua madre, la contessa Ilenia era una donna bella e giovane, molto più giovane del marito, Alexander non bussò, non lo faceva mai, entrò e vide che la madre sedeva vicino alla finestra che dava nel prato dove alcuni giardinieri stavano terminando di tagliare alcune aiuole, si era fatto tardi anche per loro.
  Ilenia era intenta a leggere un libro mentre gli ultimi spicchi di sole illuminavano la sua stanza.
  «Madre» disse Alexander.
  La contessa smise di leggere e posò lo sguardo sul figlio, gli sorrise e allungò una mano verso di lui, Alexander le si avvicinò.
  «Per te.»
  Le porse i fiori che aveva nascosto dietro alla schiena e colto con tanta cura nel parco incontaminato, quel piccolo spazio che a lui sembrava quasi un paradiso.
  Lei li annusò e sorrise felice a suo figlio.
  «Sono bellissimi Alexander» rispose, poi si alzò in piedi e baciò suo figlio sulla fronte, il suo profumo era davvero buono, gelsomino, i suoi orecchini tintinnarono erano freddi a contatto con la sua pelle.
  Lya osservò tutto ciò dalla porta, chiedendosi come sarebbe stata la sua vita se non fosse morta tanto presto, se anche lei avrebbe avuto un figlio premuroso come Alexander oppure una figlia, quei pensieri la rattristarono, non poteva permettersi debolezze simili.
  «Com’è andata la passeggiata?» domandò lei annusando i fiori.
  «Bene madre, è stata una bella giornata.»
  «Sai, tuo padre vuole dare una grande festa per il tuo compleanno.»
  Lya entrò nella stanza, invisibile ai loro occhi, Alexander storse la bocca, le feste non gli piacevano, non si sentiva a suo agio.
  «E non potreste dissuaderlo?»
  «Alex» disse la contessa passandogli una mano tra i capelli, «è per il tuo compleanno.»
  «Sapete che queste feste…»
  «Sarà solo per una sera, mh? Ti vestirai elegante, converserai e danzerai. Ci saranno così tante giovani ragazze…»
  «Non mi importa» rispose in un sussurro guardando fuori.
  «Dici così ora, ma cambierai idea. Prima o poi troverai una ragazza che farà battere il tuo cuore.»
  «Io dubito che esista.»
  «Esiste, Alexander. Vedrai.»
  Lya si avvicinò a lui, silenziosa come l’angelo che era, avrebbe voluto posare una mano sulla spalla di quel giovane ragazzo, scompigliare i suoi capelli ma non poteva, già con Marie aveva rischiato troppo e se avesse fatto un altro errore…
  «Vai a cambiarti per la cena, sai che tuo padre vuole vederti in ordine.»
  «Si.»
  Alexander si avviò verso la porta, Lya lo seguì con lo sguardo, colma di speranze per lui, un vento improvviso spalancò la finestra, per loro era solo una ventata, ma Lya vide molto di più.
  Una sagoma scura entrò dalla finestra aperta, si avvicinò mentre la contessa Ilenia la chiuse.
  Lui la guardò con occhi di sfida, come era accaduto anni fa, con Marie.
  Sorrideva, un sorriso malvagio che la fece tremare.
  Damian si fermò difronte alla contessa e poi raggiunse il suo protetto posandogli una mano sulla spalla, invisibile, Alexander sentì solo un po’ di freddo.
  Lya si avvicinò a lui, Damian e i suoi occhi di sfida che tanto la spaventavano.
  «Ti avevo detto che non era finita» sussurrò al suo orecchio.
  «Che cosa vuoi da lui?» urlò Lya, ma il nero rimase a osservarla.
  Alexander uscì dalla stanza e Damian scomparve nel nulla, in una nube nera, ma il suo sorriso, il suo ghigno beffardo, il ghigno del nero la seguì per il resto della giornata e l’avrebbe seguita per il resto della sua missione.
  Restò attaccata ad Alex ogni minuto di ogni giorno, aveva paura che prima o poi Damian si sarebbe vendicato usando il suo protetto, Lya teneva a quel ragazzo più che a chiunque altro, e questo era un problema.
  Alexander dormiva sereno, pacifico.
  Lya gli passò la mano tra i capelli, ma lui non poteva sentirla, solo perché era ancora invisibile, sentì solo un po’ di freddo come un alito di vento durante l’inverno niente di più, si tirò ancora più su le coperte e continuò a dormire come un bambino.
  «Sogni d’oro, mio caro Alex» sussurrò Lya anche se lui non poteva sentirla, ma Damian invece si, era lì, alle sue spalle, lei lo percepì ma fece finta di niente, rimase a vegliare il suo protetto, lo avvolse nella sua luce per tenerlo lontano da ogni pericolo, per tenerlo lontano da Damian.

  
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