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Autore: Xenebe    09/10/2017    4 recensioni
Sono passati due mesi dal disastro del matrimonio fallito e Akane non sopporta più la situazione assurda che si è venuta a creare.
Ranma ormai passa tutto il suo tempo con Shampoo e non le rivolge quasi la parola. Nabiki però sembra sapere qualcosa, anzi spesso e volentieri lei e Ranma confabulano sottovoce.
Per Akane è il momento di andare avanti, ma questo significa reinventarsi daccapo e sacrificare una volta per tutte il suo amore. Ci riuscirà?
Ranma come prenderà la cosa? E qual è il piano di cui è al corrente solo Nabiki? Ma soprattutto riuscirà a riconquistare la sua fidanzata?
Il ragazzo con il codino scoprirà presto che in fondo, quando si prende una decisione, a volte l'amore può non essere abbastanza, non per tornare indietro.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, ranma/akane, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per prima cosa vorrei ringraziare i 4 angeli che mi hanno incoraggiato finora: Makypa, Jenihal, Krys e Alice.
Ora, senza ulteriori indugi vi lascio al mio ennesimo (ma aspettatevene molti altri) sclero!

 

L'amore non basta: Capitolo 1 


Akane Tendo non era una che si arrendeva. No, decisamente no.
Akane Tendo non era una persona a cui piaceva sentirsi inferiore agli altri.
Akane Tendo però era stanca, estremamente, ed infastidita anche. Aveva dovuto accettare l'evidenza, arrendersi alla sua inferiorità nell'Arte. Le capacità di Ranma erano decisamente al di sopra delle sue. Le capacità di Ryoga e Mousse erano decisamente al di sopra delle sue. Le capacità di Shampoo erano decisamente al di sopra delle sue. Forse anche quelle di Ukyo.
Il doverlo ammettere, il doverlo accettare non lo rendeva però meno doloroso, ma lei era forte in mille altri modi, si disse Akane, poteva benissimo farsi da parte, essere quella da salvare, da proteggere in e dal loro folle gruppo di amici. Akane poteva rassegnarsi ad essere solo poco meno di una spalla di Ranma, le sarebbe bastata la speranza di potergli stare accanto. Si sentiva patetica, si sentiva come una delle sciocche eroine degli shojo che leggeva Nabiki, ma avrebbe potuto vivere in quel modo, sopprimere la sua identità per amore.
Per questo aveva provato e riprovato in cucina: non le piaceva particolarmente, ma faceva parte dei doveri di una buona moglie saper cucinare. Si sarebbe accontentata di essere solo quello: il suo rifugio, il suo appoggio. Amare Ranma era molto più di quando la maggior parte delle persone al mondo potessero sognare di fare: essere parte dell'eccitante e caotica vita del miglior combattente della loro generazione. Sapeva che non sarebbe neanche stato accontentarsi, sarebbe stato per lei come vincere la lotteria, forse non il primo premio -quello sarebbe stato essere anche una combattente alla sua altezza-, ma sicuramente il secondo premio della lotteria più importante del mondo.
Sì, ma questo era prima. Prima di essere ignorata, prima di venire derisa. Prima di capire che Ranma non l'avrebbe mai sposata perché semplicemente non l'amava, o forse l'avrebbe sposata, ma per senso di responsabilità, non di certo perché lo desiderasse.
Esattamente due mesi prima, il giorno dopo il matrimonio fallito, Akane aveva visto assistito al cambiamento di Ranma. Non sapeva né come né perché, ma il suo promesso sposo aveva iniziato ad ignorarla quasi, passava un mucchio di tempo con Shampoo: anche con Ukyo in realtà, ma con la cinesina flirtava impunemente, andava agli appuntamenti, passava le serate. Erano stati due mesi duri: vedere il ragazzo che amava allontanarsi sempre più da lei, per avvicinarsi a un'altra! Poi a Shampoo! Avrebbe preferito se avesse scelto Ukyo, perché ormai era chiaro, Ranma aveva scelto. E non aveva scelto lei.
Lei avrebbe sacrificato tutto per lui. Lo aveva quasi fatto, lo avrebbe rifatto di nuovo anche subito, ma era il momento di darsi una mossa, si scrollarsi quell'aria triste e capire da che parte indirizzare la sua vita.
Aveva iniziato da una cosa piccola, sciocca, si era concessa una serata a casa di Sayuki con tutte le loro compagne di classe. Era stato difficile riuscire a convincere suo padre a lasciarla andare: a quanto pareva Ranma aveva raccontato a tutti sommariamente il pericolo che aveva corso in Cina e ora il capopalestra era terrorizzato a lasciarla da sola. 
Ma erano passati due mesi e lei non poteva evitare di vivere! Aveva urlato questo a suo padre, prima che intervenissero a suo favore le sorelle. Alla fine l'unica ad essere poco felice di quell'uscita era Nodoka, ma quando -ovviamente- suo figlio non aveva proferito parola anche lei aveva accettato la cosa, strappandole la promessa di chiamare se fosse accaduto qualcosa.
Se solo anche Ranma si fosse dimostrato almeno un po' preoccupato! Si diede della stupida. Aveva rinunciato a quella speranza, oggi era il primo giorno della sua nuova vita, una vita da ragazza normale, in cui non si sarebbe più lasciata influenzare dai suoi sentimenti.
Si era resa conto che prima con Tofu e poi con Ranma, aveva permesso alle sue cotte - già, quella per Ranma era solo un'altra cotta, non era mica l'amore sua vita, continuava a ripetersi, sarebbe sopravvissuta al suo abbandono! - di dettare anche i canoni del suo aspetto. Sarebbe finita anche questa abitudine. Sarebbe stata una ragazza normale, non il maschiaccio che era stata accanto a Ranma, né la caricatura sbagliata di sua sorella!
In questa ottica aveva deciso di smettere di farsi tagliare i capelli da Kasumi e di farli crescere fino a poco sotto le spalle. Solo la sera prima aveva permesso a Yuka di tagliarle i capelli, ma senza toccare la lunghezza: la sua amica glieli aveva scalati intorno al viso e le aveva trasformato quella frangetta troppo lunga in dei bei ciuffi che ora, con la coda alta, contornavano ulteriormente il suo volto da bambola.
Si guardò nello specchio della sua camera, stamattina era tornata al dojo per prendere dei libri che aveva dimenticato, ma nella fretta doveva aver preso l'uniforme di una delle sue amiche, perché questa le andava moto più corta e le fasciava sin troppo le curve. Sbuffò e mise gli orecchini che le aveva regalato Sayuri; avrebbe dovuto cambiarsi, ma non ne aveva voglia, del resto l'uniforme non le stava male così, anzi. Si voltò e prese dalla cassettiera un paio di calze che le aveva regalato Nabiki prima di tutta l'avventura con Saffron: erano nere, molto coprenti e le arrivavano fino a sopra le ginocchia, tra quelle e la gonna aveva scoperti solo pochi centimetri di cosce, abbastanza da essere decente. Prese i libri e li mise nella cartella, proprio mentre sentiva Ranma urlare nella stanza della sorella: - Che vuol dire che non lo sai? Diamine Nabiki tu sai sempre tutto! Basta! Vado a vedere a scuola!- 
Quando uscì dalla sua stanza trovò i due di spalle che discutevano con la signora Nodoka, appena questa la vide sgranò gli occhi e sorrise portando gli altri due a voltarsi verso di lei.
- Ciao, Akane, non hai più dormito fuori?-
- Sì, signora Saotome, ma avevo dimenticato dei libri quindi ho fatto un salto qui a prenderli. Ora scappo a scuola! A dopo! Ranma, Nabiki, ci vediamo lì!-
Disse scappando giù per le scale. Mentre la sorella le urlava un "Bel taglio, sorellina!", riuscì a stento a sentire il "Sta' zitta, Sanguisuga!" di Ranma, ma non si interrogò a riguardo, affrettandosi per arrivare a scuola: erano settimane che ormai andava a scuola da sola, semplicemente un giorno Ranma si era incamminato senza di lei e lei non aveva chiesto spiegazioni. Si parlavano a malapena e mai quando erano soli e mai della loro relazione. Si fermò solo per imbucare tre lettere, indirizzate a suo padre, al suo promesso sposo e a Nodoka Saotome: avrebbe potuto consegnarle a mano, ma questo modo sarebbe stato più ufficiale, più serio e lei voleva essere presa sul serio.
Quando arrivò in vista dei cancelli del Furinkan sospirò, aveva solo imbucato le lettere e già si sentiva nostalgica. Poco più in là le sue amiche la aspettavano: sapevano cosa aveva fatto e guardando la sua espressione le fecero un sorriso di incoraggiamento. Quello che non si aspettava erano le urla della popolazione maschile della scuola, pronta a sfidarla... come avevano saputo?
   
 
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