“Organizziamo un autolavaggio” le aveva detto. “Sarà divertente.”
Clary fissa la sua ragazza strusciarsi sul cofano dell’auto di Magnus, la pancia – nuda e piatta – che lava la vernice viola quasi meglio della spugna gialla che stringe in una mano. Il ragazzo di suo fratello, seduto al posto di guida, le scatta foto di dubbio gusto da postare su Instagram per attirare clienti.
Raphael aveva avuto ragione: era un’idea stupida. Si era lasciata convincere da Izzy solo perché l’aveva implorata con i suoi occhi scuri pieni di amore fraterno.
“Se non tiriamo su qualche soldo, la squadra di calcio rischia di non avere i fondi per le nuove divise.”
“Non voglio che ti spogli perché noi ci possiamo vestire” aveva obiettato Alec, il viso una maschera di indignazione.
“Hai un’idea migliore?” aveva chiesto lei, le mani aperte sul tavolo della mensa che condividevano in gruppo.
“Nulla vende più di un bel corpo” aveva commentato Magnus, guadagnandosi un’occhiataccia da Alec.
Solo poche ragazze alla fine hanno accettato di indossare un bikini e lavare la macchina di uno sconosciuto e Clary non le biasima.
Si sente terribilmente a disagio nel suo costume bianco.
Al suo fianco, Simon si gratta la nuca, imbarazzato. “Grazie a Dio mi sono innamorato di un ragazzo” mormora.
Clary lo guarda di traverso. “Non sei di aiuto. E poi dove diamine è il tuo ragazzo? Non doveva portare tutti i suoi amici?”
“Ha dato loro l’indirizzo, lui non viene.”
A volte Clary invidia Raphael per il modo in cui non si fa problemi a dire di no. E, per sottolineare la sua mancanza di spina dorsale, Izzy le va incontro, le lunghe trecce nere cosparse di bollicine di sapone.
“Cos’è quel muso lungo?” le chiede, allungando una mano umida per stringere la sua.
“Non mi sto esattamente godendo lo spettacolo” risponde.
Izzy lancia un’occhiata a Simon, poi fa un passo avanti per parlarle all’orecchio. “Fallo per me, se non vuoi farlo per la squadra” sussurra. Le lascia un bacio appena sotto il lobo. “Ti darò i miei appunti di chimica.”
Gli appunti di chimica.
Alcuni mesi prima, dopo essersi assentata per diversi giorni da scuola a causa della varicella (che aveva passato anche al povero Simon), aveva chiesto ad Izzy di vedersi in biblioteca per poterla aiutare a recuperare le lezioni di chimica. Ci era voluto poco perché passassero dallo studiare al baciarsi, i rossetti che si mescolavano e sbavavano sulle loro labbra.
Da allora si riferivano ai loro appuntamenti come ai “compiti di chimica”. E Dio solo sapeva quanto bisogno avesse di ripassare la chimica con lei. Soprattutto dopo averla vista muoversi per tutto il pomeriggio nel suo bikini rosso.
Clary boccheggia per qualche secondo.
Izzy solleva appena gli angoli della bocca in un’espressione che non promette altro che guai. Il tipo di guai che lascia Clary piena di segni di rossetto sul collo. “Affare fatto?”
Clary si lascia trascinare verso l’auto in arrivo nel parcheggio, senza lamentarsi nemmeno una volta.