Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: LullabyNana    09/10/2017    0 recensioni
Quanto può essere precaria la felicità? com'è mutevole l'animo umano, un attimo di apparente felicità e un secondo dopo tutto crolla, tutto ciò per cui hai combattuto è minacciato e tu resti lì immobile, il respiro che ti manca e l'ansia che ti assale. Il nuvolone nero si avvicina su di te e torna a minacciarti.
La sentivo ancora la potenza di quell'amore che mi aveva travolto, era un'amore di quelli veri, che combatteva per esistere, fatto di litigi, compromessi, risate, azzuffate, uno di quelli che ti fa ridere e sorridere che ti mette alla prova tutti i giorni, di quelli che ti migliora, che ti fa crescere.
"Non hai nessun diritto di venire qua a casa mia, dalla mia famiglia e rovinare tutto! Non avete nessun diritto di farlo! Avete fatto una scelta cinque anni fa, io convivo con quella scelta da tempo. Non potete piantarvi qui, bussare alla mia porta e pretendere di cambiare la mia vita, di stravolgerla ancora una volta! ", mi avevano buttato a terra ma avrei continuato a combattere con le unghie e con i denti per proteggere ciò che era rimasto di quell'amore.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lexie doveva prendere queste semplici cose al supermercato: Acqua, Pane, Uova, Pasta, Latte e Biscotti. Sei semplici cose che sua madre aveva accuratamente scritto, con calligrafia ordinata e sottile, su un foglietto bianco, attaccato al frigo, in modo che Lexie una volta scesa a fare colazione, quella mattina, si sarebbe ricordata ciò di cui aveva bisogno, per preparare la cena.

Una piccola spesa, ma la mente femminile è contorta, e Lexie, era arrivata nell'ultimo reparto del negozio con il carrello pieno di cose inutili e ora era concentrata sull'ardua scelta tra una barretta di cioccolata fondente e una alle nocciola.

"Lexie dobbiamo andare è tardi" Eliza la richiamava a braccia conserte da dietro.

"secondo te quale devo prendere?" Lexie la pregava con gli occhi da cucciolo

"quella alle nocciola! Prendila e andiamo!" "sei sicura? Forse questa volta mi va quella fondente" "ma se neanche ti piace il cioccolato fondente!" "potrei cambiare i gusti!" Eliza continuava a sbattere i piedi "prendi tutte e due e andiamo!"

"stai scherzando? Hai idea di cosa succede se torno a casa con due barrette maxi di cioccolato? la mamma le butterà, come ha fatto con le ultime, e io piango come una disperata"

"cristo santo! Hai vent'anni, le tue coetanee piangono per i ragazzi, ma no! tu piangi se tua mamma ti butta il cioccolato" "certo perché fino ad ora non ho trovato un ragazzo per cui vale la pena piangere, al contrario del cioccolato, questo sì che è vero amore"

"Lexie ti mollo qua e vado via"

"ok ho capito" Lexie sospira rassegnata e prende il cioccolato alle nocciola mentre segue l'amica verso le casse "sarà per la prossima volta cioccolato fondente!"

"questa sera andiamo da Riky?" Eliza ci provava a far uscire la sua amica pantofolaia da casa. "ne vale la pena?"

"dicono di sì, al limite ci guadagniamo da bere"

"Jess continua a farti la corte?"

"sono tre giorni che mi chiede di andare"

"il ragazzo non demorde!"

"già..."

"Eliza hai mai pensato che forse dovresti uscire con lui e vedere come va? Forse ti piace" "no non credo, siamo troppo diversi, solo che lui ancora non lo sa... e io non so come farglielo capire"

"hai mai provato a dirglielo?"

"no! Ecco perché questa sera devi venire con me"

"davvero Eli? Devo chiudere con un tuo ennesimo ragazzo?"

"detto così mi fai sembrare una persona orribile"

"non intendevo questo ma devi essere coincisa quando rompi con loro, non puoi tornare da loro ogni volta che ti chiamano e non puoi scappare senza dire loro niente"

"non ricominciare con questa storia ti prego. Lexie.."

Eliza sapeva benissimo a cosa si riferiva Lexie, purtroppo quella storia l'avrebbe perseguitata a vita, erano passati due anni, ma la sua amica non perdeva occasione per ricordarle di come aveva lasciato un compagno di scuola dicendogli di volere una pausa e di come quest'ultimo non aveva recepito il messaggio perché lei era scappata a metà frase e lui, il giorno dopo, si era presentato di prima mattina sotto casa per portarla a scuola.

Lei era scappata di nuovo, era riuscita ad evitarlo per una settimana, ma l'ottavo giorno ci si scontrò e Lexie, che aveva assistito alla scena, era stanca di correre dietro all'amica ogni qual volta che il poveretto era nei paraggi. Prese in mano la situazione, con un bel "vedi di sparire non ti vuole tra i piedi, vi siete lasciati, vai oltre"

Il poveretto sbiancò e Lexie tirò via Eliza da quella situazione, con modi brutali ma ci riuscì.

"sei scappata Eliza! Lo dovevi lasciare e gli hai detto che volevi una pausa, già di per sé sbagliata la cosa, e sei scappata!" Lexie non riuscì a trattenere un sorriso davanti a quel ricordo. "mi dispiaceva per lui!"

Lexie era la metà di cui Eliza aveva bisogno, dura e fredda, non aveva peli sulla lingua, ma era anche leale, pronta a dare la fetta di torta più grande all'amica (per lei un grande sacrificio),era sempre al suo fianco, pronta a proteggerla, Eliza d'altro canto era ciò di cui Lexie aveva bisogno, dolce e sensibile, sempre pronta a correre da lei, era colei che era pronta a farle capire che a volte i sentimenti delle persone sono importanti, era una persona buona, troppo buona secondo Lexie, che poteva sembrare fredda come il ghiaccio ma l'amica sapeva che in realtà aveva un gran cuore difficile da conquistare.

"Lexie ti passo a prendere alle otto e per favore metti quel vestito bellissimo che hai pagato un occhio della testa"

"no, scordatelo è troppo scollato" Eliza arrivata davanti casa sua sospirò e si avvio verso casa borbottando "avessi io le tue tette" e le chiuse la portiera in malo modo, facendo ridere Lexie che l'aveva avuta vinta, per lei era un gioco da ragazzi isolarsi, ma con quel vestito non sarebbe stato facile.

L'insegna al neon 'RIKY' lampeggiava nel silenzio della notte e una leggera musica in lontananza proveniva dal locale dove dei gruppi di ragazzi sparsi chiacchieravano e ridevano davanti all'entrata.

"fammi capire come sei riuscita a farmi mettere questo vestito?"

"colazione pagata per una settimana Lexie" Si sentiva gli occhi addosso, accidenti alla sua golosità, avrebbe spellato delle belle colazioni all'amica. "stai dritta e smettila di tirarlo"

"facile per te! Mi sento nuda come mamma mi ha fatto!"

"che melodrammatica"

"la prossima volta ci metto anche il pranzo!" Eliza ride davanti alla goffaggine dell'amica imbarazzata dagli sguardi.

"devo bere, assolutamente bere!"

"su allora acceleriamo il passo, il bancone si sta riempendo". Detto questo Eliza con la sua capacità innata di stare sui tacchi lasciò l'amica indietro e andò al bar.

"dove corri?! aspettami!" Ma si fermò realizzando l'esilarante scena davanti a lei, ah.. come funzionava bene il Karma!

Jess aveva intrappolato Eliza al bancone e si era avvicinato di molto alla ragazza che con lo sguardo pregava l'amica di aiutarla, ma Lexie voleva godersi la scena e con le braccia conserte un ghigno sul viso rivolto all'amica le faceva capire che da lì non si sarebbe mossa, almeno per il momento. Rideva davanti alle avance mal gradite del ragazzo e alla goffaggine dell'amica che non riusciva a scansare le sue mani.

Quando fu soddisfatta e capì che Eliza l'aveva pregata abbastanza si avvicinò all'infelice coppietta "Jess, ragazzo mio.." le appoggio una mano sulla spalla e lui si voltò con sguardo stupito verso di lei

"non le piaci, ma è troppo buona per dirtelo, e tu sei troppo tonto per capirlo, quindi te lo dico io. Ora vattene e fammi bere che ne ho bisogno"

Jess si voltò verso Eliza che cercava di trattenere un sorriso "Quindi non esci con me martedì?" "no Jess mi dispiace.." Eliza stava provando a fare la sua parte ma Lexie le diede un strattone e allora capì, strinse i pugni alzò il mento, si concentrò, schiari la voce "no Jess!" A quel punto il ragazzo borbottando se ne andò.

"visto? È facile!"

"parla per te!" si girò verso il bancone e fece cenno al barista "due martini"

"sei troppo buona Eliza"

"spiegami perché raccolgo solo casi umani, allora"

"perché con la tua bontà intimorisci tutti"

"e tu li intimorisci con la tua schiettezza, siamo destinate a rimanere zitelle, io e te per sempre" "ehi! Io e te e tanti gatti" I martini arrivarono e brindarono ai loro gatti! Buttarono giù in gola l'alcol e andarono a ballare.

Pensarono solo a divertirsi con balli talvolta buffi, non pensarono agli sguardi delle persone intorno a loro, per quella sera erano libere di muoversi come preferivano.

I bicchieri diventarono più di uno e a fine serata, Eliza, era appoggiata completamente a Lexie che la trascinava fuori dal locale, ma l'impresa non era facile, né per l'alcol né per i tacchi. "dannate scarpe!...No Eli reggiti non cadere!"

"no non sto cadendo voglio solo abbracciare il pavimento"

"Eliza non mi sembra il momento!" Ma troppo tardi, l'amica si era seduta in cattivo modo davanti all'entrata del locale. Si era accasciata con il vestito che lasciava scoperta la sua dote e borbottava piangendo e Lexie capì che forse era meglio farsi passare un pochino la sbronza prima di portarla via da lì. Si sedette vicino a lei e cercò di consolarla.

"ti serve una mano?" Lexie alzò il viso verso la persona che parlò rivolta verso loro due, era in mezzo a un gruppo di ragazzi che chiacchierava, sembravano tutti sobri. Il ragazzo era alto, molto alto, aveva i capelli neri come la pece e molti tatuaggi, ma il suo sguardo era gentile e preoccupato. "puoi aiutarci ad arrivare al taxi dall'altra parte della strada?" lui si avvicinò "nessun problema" si avvicinò a Eliza e la prese sotto braccio "ti avviso se fai qualcosa di sbagliato, come palpare la mia amica ti pianto un tacco negli attributi" Lui la guardò e si mise a ridere "ok prometto di non palpare la tua amica" Lexie soddisfatta della sua minaccia sorrise e si alzò, almeno ci provò, ma la testa girava troppo e fu costretta a fermarsi "cacchio.." si portò le mani in testa cercando di fermarla.

"ferma lì non c'è la faccio a portavi entrambe."

"non ti lascio solo con lei" ma il ragazzo non le diede retta e fece cenno verso il gruppo di suoi amici "Tyler vieni qua e aiutami".

Un altro ragazzo si avvicinò "quando la smetti di fare il buon samaritano?" "non fare lo stronzo e aiutala non si regge in piedi"

Lexie alzò lo sguardo verso quest'ultimo che la squadrava dall'alto. Era bello, cavoli se era bello, la somiglianza con l'altro ragazzo c'era, ma era tutt'altra cosa, portava dei semplici jeans e una maglietta nera, i capelli neri e la pelle ricoperta di tatuaggi, gli occhi neri nella notte e labbra carnose. Il primo pensiero di Lexie fu di mordere quelle labbra.

Arrossì come un pomodoro quando il ragazzo s' inchinò prepotente davanti al suo viso, le uscì un gridolino nella notte quando si ritrovò in alto tra le sue braccia "Ti ho presa" e Lexie per la prima volta in vita sua era imbarazzata davanti ad un ragazzo. Sarà stata colpa dell'alcol.

Arrivarono davanti al taxi che era fermo aldilà della strada e la mise con i piedi per terra, Lexie borbottò un "grazie" ma lui non le rivolse né una parola né uno sguardo, semplicemente si girò e se ne andò.

"siete sicure di farcela? Posso darvi un passaggio se vuoi" Lexie si riprese dalla sua espressione ebete e si girò verso l'altro ragazzo che sorrideva guardandola "nono grazie, sto decisamente meglio" lui si mise a ridere"si lo vedo, mio fratello fa questo effetto"

"cosa?No! non è come pensi" Lexie era rossa e imbarazzata.

"Lexie ha una cotta!" Eliza scelse il momento migliore per borbottare con la voce impastata dall'alcol

"zitta tu! E Sali in macchina"

"cattiva" mise il broncio e si girò dall'altra parte facendo spazio a Lexie per sedersi in auto.

"comunque io sono Dan"

"scusami non ci siamo neanche presentate! Io sono Lexie e questa bambina che adesso sta dormendo è Eliza" Dan annuì e sorrise "ci rivediamo ragazze" e come se ne era andato il fratello, nella notte andò via anche lui.

Il taxi sfreccio tra le luci notturne della città e Lexie appoggiò la testa al finestrino guardano l'alba nella città che si stava svegliando, qualche macchina che viaggiava, qualcuno che passeggiava, qualche vagabondo che dormiva negli angoli degli edifici, qualche negozio con le luci soffuse, alcune finestra illuminate, le insegne al neon, i lampioni e il semaforo rosso, il rombo di una moto che accostò il taxi al semaforo, riparti velocemente come era arrivata lasciando il rimbombo di quel suono nella quiete.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LullabyNana