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Autore: kioccolat    09/10/2017    1 recensioni
Correva per il corridoio dell’ospedale da ormai 10 minuti abbondanti. Aveva il fiatone e sentiva ogni rumore attorno a se ovattato, sentiva il cuore scoppiare, la gola secca, la vista come annebbiata e non riusciva ad elaborare pensieri di senso compiuto per la troppa pressione e preoccupazione che aveva addosso.
Di tanto in tanto, per colpa della veloce corsa, sbatteva su qualcuno, e la persona puntualmente si lamentava. Ma senza fermarsi, Albafica, continuava a correre agitato, spaventato, impaurito.
Era stato chiamato all’improvviso e subito gli si era gelato il sangue a quella notizia, la paura l’aveva assalito e l’ansia si era insidiata in lui.
Naturale.
Raggiunse finalmente il medico, che stava appuntando qualcosa su un blocco, e cercò di parlargli prendendolo, anzi afferrandolo per le braccia. Voleva sapere, chiedere informazioni riguardo l’accaduto. Ma le parole gli morirono in gola… Non sapeva cosa dire, era spaesato, confuso, disorientato. Sperava in una risposta positiva. Ma se fosse sta una negativa? Come avrebbe affrontato la cosa. Lasciò l’altro toccandosi la gola con una mano e iniziò a respirare forte.
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nuovo Personaggio, Pisces Aphrodite, Scorpion Kardia, Un po' tutti, Virgo Asmita
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il rumore della macchinetta a sinistra del letto era insopportabile. Quel bip bip che si ripeteva a tratti irregolari, causava la preoccupazione dei due presenti in quella stanza d'ospedale. Ognuno stava reagendo in modo diverso all'accaduto, chi più calmo, chi in preda alla disperazione, ma l'inquietudine restava nell'animo di entrambi.
“E' colpa mia vero? E' solo colpa mia, vero?”
“Hydra. Adesso non cominciare a fare la bambina, sai benissimo che non centri nulla. Nemmeno sapevi di questo suo problema... E' accaduto per la cura cambiata da poco e questo idiota, mi ha mentito sui sintomi. Quindi calmati.”
La ragazza si mise a piangere, prendendo la mano di Kardia addormentato sul letto davanti a lei.
Hakurei si mise le mani sui fianchi guardando serio  la ragazza dai lunghi capelli.
“Forse se non lo avessi portato...O se avessi capito prima che stava male...”
“Se ti sei ritrovata in compagnia di un cretino non è colpa tua! E' idiota ma...si riprenderà, vedrai.”
“COME PUOI ESSERNE SICURO?!”
Senza rendersene conto, la tranquillità di Hydra volò via, e rispose al medico urlando. Quest'ultimo  provò a risponderle ma si interruppe quando vide che Kardia stava aprendo leggermente gli occhi.
“Chi...diavolo...urla...così...”
“Kardia! Sei vivo!”
Hydra strinse forte la mano del ragazzo iniziando a piangere, dal canto suo, Kardia dopo averla guardata, trattenne un bel 'vaffancu**'... Voleva farlo morire?
Si guardò intorno. Hakurei, letto odioso, stanza odiosa completamente bianca, fili attaccati ovunque... Era successo ancora...
Provò a chiedere ulteriori spiegazioni ma il medico lo zittì con un gesto della mano.
“Tesoro, va a sciacquarti il volto...Resto io con lui.”
“Hm...Hm..”
La ragazza se ne andò e Hakurei prese il posto di Hydra sulla sedia, accanto al letto di Kardia. Quest'ultimo lo guardò interrogativo. Hakurei sorrise un attimo, poi incominciò a mimargli la scena che era avvenuta qualche ora prima.
“Morirà! E' tutta colpa mia! Salvalo ti prego! Non voglio che accada! Per favore... io, io...”
“....Io?”
“Io non te lo dico perché sei un imbecille! Mi hai detto sintomi sbagliati, in base a quelli ti ho prescritto una nuova cura! Ragazzo idiota! Se non ci fosse stata quella ragazza saresti morto, ti rendi conto del pericolo che hai corso?!”
Nessuna risposta da parte di Kardia. Gli era successo tante altre volte di ritrovarsi in una situazione simile... C'èra sempre Degel, e al suo risveglio trovava sempre un' occhiata gelida ed una frase tipo: sei un caso disperato, credi che io ci sarò sempre per te?
Stavolta aveva trovato una persona in lacrime. Appena aveva visto Hydra piangere, i suoi sentimenti erano diventati contrastanti… Da una parte si sarebbe ammazzato per averla ridotta in quel modo, ma dall’altra gli aveva fatto piacere che si era preoccupata così tanto per lui. Com’èra egoista…
“Pff, tanto io e quella non siamo legati. Siamo... conoscenti.”
“Certo che per uno che si è appena svegliato ne dici di cazzate, e parli parecchio.”
“E' strana, è bassa, è troppo magra, è vanitosa, è maleducata, è-”
“E' mia figlia.”
“E' una bravissima ragazza. Ma non adatta a me.”
Hakurei rise poi scompigliò i capelli al malato che, se solo avesse potuto, gli avrebbe dato un bel pugno in faccia. Mica era un bambino a cui fare quelle smancerie lui! Come si permetteva?
“Ma che peccato.”
“Che…significa?”
Il medico, vedendo la figlia tornare, si alzò lasciandole di nuovo il posto. Guardò un attimo i due in silenzio…forse era di troppo? Sicuramente.
“Hydra, credo che questo sciocco debba riposare… Quindi, qualunque cosa tu debba dirgli, sbrigati.”
Se ne andò chiudendosi la porta dietro, non prima di aver  lanciato uno sguardo di ammirazione al ragazzo.
“Sono…felice tu stia bene…”
Kardia non rispose, si girò solamente dall’altra parte. Ora anche lei sapeva dei suoi problemi al cuore. Non ne era affatto felice… Come lo avrebbe visto adesso? Lo avrebbe guardato con compassione? Gli avrebbe detto di stare attento ad ogni minima cosa?
“Kardia…”
Il richiamo della ragazza non servì a farlo girare. Continuava a guardare la macchina a cui era attaccato che riproduceva il suo battito cardiaco. Tutti quegli strani e stupidi triangoli a intervalli sbalzati…
Chiuse gli occhi sospirando, tuttavia, poco dopo, li spalancò sentendo l’abbraccio di Hydra su di lui, voleva scansarla ma aveva le mani ancora intorpidite, non si muovevano. Più cercava di pensare più la mente gli si svuotava.
“Io… Ho avuto paura in quel momento… Siamo usciti poche volte insieme… Però, credo di essere innamorata di te. Riesci a trasmettermi un senso di protezione, sei dolce e mi sento tranquilla.”
La ragazza continuò la sua dichiarazione ma la mente di Kardia si era fermata al ‘sono innamorata di te’, ed a quelle parole, il battito cominciò a prendere un nuovo ritmo... Accelerando di molto.
Naturalmente l’apparecchio rilevò questo cambiamento, Hydra non ci fece caso intenta a parlare ma il ragazzo era nel panico più totale. Fra la dichiarazione di Hydra e il ‘bip bip’ del macchinario, Kardia stava andando in tilt.
L’unico che se la rideva, sentendo il rumore, era un certo medico. Appoggiato dietro la porta. Adorava le storie d’amore complicate… L’importante era che finissero bene.
“… Questo è quanto.”
Hydra sciolse l’abbraccio allontanandosi. Non voleva sentire la risposta, non in quel momento. Salutò Kardia, ancora mezzo shokkato, e se ne andò con occhi lucidi.
 
 
“Salve, vorrei sapere se ha un breve lasso di tempo per spuntarmi i capelli… Una cosa veloce.”
Albafica sorrise alla richiesta avanzata dal cliente, smise di ordinare il cassetto e si girò per vedere chi aveva chiesto; di solito il martedì era un giorno calmo e lo confermava il fatto che non era ancora venuto nessuno… Sentire una richiesta del genere lo aveva sollevato di morale.
Un sorriso smagliante gli illuminò il viso… Ma si spense subito dopo.
“Sisifo…perché?”
“Perché si sono allungati troppo.”
“Vai da un altro parrucchiere.”
“Ma io voglio tagliarli da te, siamo amici!”
“Conoscenti!”
Proprio in quel momento, al cellulare di Albafica, arrivò un messaggio. Sospirò guardando il più, come diceva lui, vecchio e scusandosi andò a controllare.

 
-Ti prego ho bisogno di parlare con qualcuno. Vorrei vederti…-

 
“Ma…cosa sarà successo?”
“Ah-an! E così è lei!”
Sobbalzando, il parrucchiere notò che anche Sisifo si era avvicinato ed  aveva  letto il messaggio. Non gli ci era voluto molto a fare due più due.
“Ma tu, un fascio di fatti tuoi no?”
“Ora so il suo nome, so contro chi lotto per la tua amicizia!”
Sisifo rise mentre Albafica fece una faccia semischifata, prese le chiavi della macchina e quelle del salone.
“Ti ringrazio per la dichiarazione d’amore maestro, ma ho un impegno urgente da sbrigare. Sistemeremo i tuoi orribili capelli un’altra volta.”
“…Mi chiedo cosa pensi realmente tu di me.”
“Fidati Sisifo. Non vuoi saperlo.”
Albafica chiuse il salone e, dopo essersi messo d’accordo via messaggio sul luogo dell’incontro (sia mai che chiamasse), si diresse immediatamente li. Molto agitato anche, era da  troppo tempo che non la vedeva.
Il Lost Canvas era un perfetto locale per parlare in pace. Molta gente si riuniva li anche per parlare di questioni di  lavoro, e molti ragazzi si incontravano per appuntamenti. Ma questa volta la cosa era più tragica.
Albafica arrivò trafelato, entrando vide nel tavolo più isolato la chioma rosa di Hydra. Subito gli vennero alla mente gli orribili ricordi di anni prima.
***
DUE ANNI PRIMA
“Shion no! Perché?! Perché mi stai lasciando, mi sembrava andasse bene fra noi! È per la differenza d’età vero? O è perché mio padre è un tuo superiore? Perché non ho ancora un lavoro? O è perché non va bene qualcosa del mio fisico?!”
Piangendo istericamente ed urlando, la ragazza, guardava disperata l’uomo davanti a se. Aveva il fiatone per i troppi urli, e gli occhi rossi per le troppe lacrime versate.
“Smettila Hydra. Stai rendendo il tutto più difficile…”
La risposta fu calma e pacata, ma l’espressione sul volto leggermente amareggiata. Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. Non aveva il coraggio di guardare gli occhi che amava in quelle condizioni.
“Rispondimi! Perché lo stai facendo?! Non ti capisco! Non ti vado bene?!”
La ragazza cercò di toccare Shion ad una spalla, ma le fermò la mano prima che potesse farlo.
“Co-cosa fai…”
“Devi pensare a te stessa Hydra. L’ho saputo...”
“Saputo? Cosa?”
“Della tua depressione…”
La ragazza iniziò a tremare quasi spaventata, come poteva averlo scoperto, Shion? Chi gliene aveva parlato? Si era raccomandata di non far trapelare, con nessuno, quella notizia… E allora, perché lui? Perché proprio il ragazzo che amava alla follia?
“Co…Come lo hai scoperto?”
“Non ti riguarda. Il mio lavoro sta diventando sempre più intenso, e mi costringerà a farmi stare sempre più lontano da te… Non potrò aiutarti, in nessun modo.”
“Mi…stai lasciando per…questo?”
“Si…”
“Mi stai lasciando per la depressione?”
“No! Assolutamente!”
Hydra guardò Shion piangendo come mai aveva fatto in vita sua, al ragazzo si fermò il cuore per un attimo. Aveva davvero fatto bene?
“Ti amavo…”
Fuggì via sotto lo sguardo del più grande, passando anche sotto gli occhi di Albafica che si trovava poco più lontano, aveva assistito a tutta la scena.  Non se ne curò più di molto. I litigi fra fidanzati capitavano ogni giorno. Probabilmente si sarebbero rimessi insieme pochi giorni dopo.
O forse no…
All’interno dell’ ospedale era vietato fumare. Ma un giovane biondo dall’aria pacata, lo aveva informato che all’ultimo piano non girava mai nessuno, o quasi, quindi se sceglieva l’orario giusto sarebbe riuscito a farsi quell’amata sigaretta che bramava da tempo.
Arrivato alle nove di sera, e con una gran voglia di nicotina, Albafica si diresse a passi veloci verso l’ultimo piano con il fidato pacchetto di sigarette in tasca destra, e l’accendino nella sinistra.
Giunto alla meta, adocchiò una finestra, perfetta! Sarebbe stato il suo momento di svago dopo tanto finalmente. Si avvicinò e, spalancandola, accese la sigaretta. Si godette quegli attimi che aveva atteso da così tanto finché non venne attirato da un rumore, la sua attenzione si spostò a qualche metro più in la.
Un’altra finestra si era aperta, era la ragazza di quel pomeriggio. Stava guardando con un sorriso il cielo stellato. A quanto sembrava si era ripresa in fretta. Beh ne era felice, era brutto vedere le ragazze piangere!
Sorrise a sua volta…Poi la vide levarsi le scarpe e piano salire sul bordo della finestra restando appoggiata al muro. L’espressione sul viso della giovane non cambiò. Albafica divenne bianco come un lenzuolo e, senza pensarci due volte, si avvicinò lanciando di sotto la sigaretta.
Arrivatole vicino ella si girò a guardarlo. Restarono a fissarsi per due minuti buoni.
“Mi compatisci?”
“Perché non scendi di li, sai farebbe male un volo del genere…  E non lo ricorderesti…”
“Non ne ho motivo…”
Albafica si morse un labbro. Come poteva tirarla giù di li? Non sembrava troppo convinta… Ma se iniziava a raccontare, forse la convinzione sarebbe aumentata ed il tuffo nel vuoto sarebbe stato inevitabile.
“Come ti chiami?”
“T’importa?”
“Ci sto mettendo tutta la buona volontà, vienimi incontro!”
Hydra rise leggermente..
“A nessuno interessa salvare gli sconosciuti. E visto che io non ho nessun amico… Nessuno salverà me. Oggi sono rimasta totalmente sola… Sono morta dentro, e non vedo il motivo di continuare a vivere…”
“Nemmeno io… Ho amici.”
Calò il silenzio fra i due. Nessuno mosse un muscolo poi il ragazzo tentò di avvicinarsi di qualche passo, Hydra non si mosse dalla sua posizione.
“Non hai.. Sogni?”
“Ce l’ho. Ma non ho la forza di-“
“Anche io. Non mi interessa se non ho amici dalla mia parte o nessuno capisce il perché delle mie scelte. Continuerò per la mia strada. Perché non lo fai anche tu?”
“Non ho nessuno a sostenermi…”
Albafica allungò una mano verso Hydra sorridendo tirato. Sudava freddo, che diavolo di discorso le aveva fatto?! Quando mai era stato così smielato con qualcuno! Nemmeno quando parlava da solo con la gatta!
La ragazza guardò la mano per un attimo. Pianse ripensando alle parole di Shion, ma dopotutto quel giovane dai capelli azzurri aveva ragione. Non poteva dire addio alla sua vita così facilmente.
Afferrò la mano di Albafica e, con un gesto veloce, quest’ultimo la tirò a se stringendola forte.
Piangendo si sfogò con il turchino per almeno mezz’ora e, da quel giorno, entrambi trovarono un amico.
***
Ad Albafica si seccò per un secondo la gola poi piano si avvicinò e, con indifferenza, si sedette davanti alla ragazza.
“Buon…pomeriggio.”
“Questo è il meglio che sai dire?”
“Io…scusa, ecco…cioè…”
“Stavo scherzando, Alba.”
La ragazza rise ed il parrucchiere si sentì sollevato. La tensione che aveva addosso era stranamente sparita… Era cambiata molto dall’ultima volta che l’aveva vista. Ricordava che non aveva mai indossato trucco mentre ora un filo ne portava, sentiva un buon profumo ed i capelli, quei bellissimi capelli erano più brillanti di come li ricordava. Si chiese quanto tempo avesse passato a spazzolarli e curarli.
“Hydra…”
“Si?”
“Sei per caso innamorata?”
“Cos-! Io…Ecco, non-…Già. Come l’hai capito?”
“Eh… Impressioni. Sesto senso.”
Albafica si legò i capelli in una coda alta. Avrebbe dovuto pensarci prima, ma era troppo impegnato a correre e scapicollarsi per ricordarsi di avere una lunga chioma blu, anche se parecchi capelli di quella chioma blu se li era mangiati durante il tragitto macchina-bar.
“Lui è…in ospedale.”
 
Hydra spiegò tutta la situazione ad Albafica, compresa la dichiarazione.
“Non credi di esser stata un po’ crudele ad abbandonarlo in quel modo?”
“Eh?”
“Almeno potevi sentire la sua risposta… Da quello che mi racconti, questo Kardia mi sembra un po’ imbranato. Chissà come ci è rimasto male poverino.”
Hydra divenne color latte mettendosi le mani in volto. Era fuggita andata via inconsciamente per paura di un rifiuto ma… Cosa provasse davvero Kardia, lei non lo sapeva. Sicuramente però, ci era rimasto di sasso.
Guardò Albafica sorridendo. Era stato bello ritrovarlo.


ANGOLO KIOCCOLAT:  Salve a tutte/i! Spero sarete arrivati a leggere fin qui!
Abbiamo così scoperto chi è la misteriosa amia di Albafica e, soprattutto, com’è avvenuta la loro conoscenza… Alquanto traumatico direi. Non insultatemi per Shion.. Non è stato cattivo e non è un personaggio che mi sta antipatico. Soltanto che ci vedevo lui in quella parte: devi vivere la tua vita, pensa a te stessa.
Vorrei specificare che non l’ha ASSOLUTAMENTE lasciata per la depressione, ma perché pensava di non poterla aiutare…non considerate cattivo il povero Shion <3. Gli vogliamo bene.
Se vi è piaciuto, spero di si, aspetto qualche vostro giudizio e…al prossimo capitolo!
   
 
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