Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: samy_97_    09/10/2017    1 recensioni
[Sequel di "Set Fire To The Rain": tornano Sesshomaru, Ayame, Kagome e Inuyasha, questa volta alle prese con un particolare viaggio nel tempo, che li porterà nella famosa Epoca Sengoku.]
"Era una bellerrima giornata di sole, gli uccellini cinguettavano e l’amore della mia vita mi teneva teneramente tra le braccia.
Ahahahah, e voi ci credete anche!
Come se io potessi avere una giornata da normale mezzodemone diciottenne.
[...]
-Cosa hai intenzione di fare?- ringhio, riuscendo a trattenere a stento il mio lato demoniaco che si ribella affinché lo lasci uscire.
-Cosa ho intenzione di fare, mia combattiva Ayame? Ho intenzione di fare un bel viaggetto nel passato e, udite udite, voi tutti sarete i miei accompagnatori.- "
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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I Will Always Find You

 

 

 

14. Dice il saggio: prima di insultare qualcuno contate fino a dieci, vi verranno in mente molti più insulti.

 

Mi sveglio di soprassalto a causa delle urla di Rin. In un primo momento, intontita, penso sia in pericolo, ma poi mi rendo conto che mi sta semplicemente cercando.

-Aya-chan, Aya-chan!-

Salto giù dall’albero atterrando proprio di fronte alla bambina. –Sono qui Rin.-

La bambina trasalisce, ma immediatamente corre ad abbracciarmi stretta. Non riesco a ricambiarla subito, ma dopo qualche secondo la prendo in braccio e la stringo forte a me, iniziando a dondolare sul posto, come se in quel modo riuscissi a scacciare un po’ il dolore.

-Sesshomaru-sama non è morto, Aya-chan.-

Scuoto la testa. –Come fai a saperlo?- sussurro, affondando ancor più il viso tra i suoi capelli. Sentivo il suo profumo così tanto distintamente da farmi girare la testa.

-Lui è con Inuyasha, Kagome e gli altri.- dice, innocentemente.

Scuoto la testa, sentendo le lacrime pungermi gli occhi. –Non è la stessa cosa, Rin-chan. Non sono la stessa pers..- mi blocco. Dannazione!!!

Rin ha ragione! I due Sesshomaru sono certamente collegati e se il Sesshomaru di questo tempo non è morto, significa che anche il mio Maru è vivo. Forse malridotto ma vivo!

Sorrido a Rin e le stampo un grande bacio sulla guancia. Credo sia giunto il momento di tornare dagli altri.

 

-Come sarebbe a dire che non ci sarà nessun piano?- sbotto sconvolta,  mentre sento i miei nervi saltare uno dopo l’altro. E cosa gli avevo detto io sin dal principio?

-Rilassati sorellina. Un’altra scenata come quella di ieri è l’ultima cosa che ci serve.- dice Inucchan, dalla sua posizione pacata.

Sospiro, ma cerco di calmarmi. Mi rendo conto che mi sto comportando proprio da bambina capricciosa: dopotutto non è colpa loro se Sesshomaru è stato rapito. Insomma, perfino Rin è meno irritante di me! E lei è una bambina!

-Annusa.- mi dice Sesshomaru e io obbedisco, ignorando la stretta al cuore. Mi alzo in volo di qualche metro ed ecco che, all’improvviso, mi arriva alle narici l’odore penetrante del demone –di Naraku- che nasconde, quasi totalmente, quello da umano del mio Maru. Ai miei sensi di demone, quell’odore diventa una traccia indelebile, un percorso chiaro come una strada di terra battuta.

-E’ comparso qualche ora fa, quando Sesshomaru è ritornato. Sango e Miroku avevano ragione: Naraku vuole attirarlo nel suo nascondiglio.-

Il demone maggiore sbuffa e ghigna. –Ci riuscirà.- afferma, ma il sorrisino di scherno non gli lascia il viso. Mi ritrovo a reprimere un brivido istintivo: eccolo, il guerriero, il demone con un potere così immenso da far tremare chiunque si trovi al suo cospetto.

-Partiremo domani mattina.- afferma, andando a sedersi alla base di un albero e chiudendo gli occhi, probabilmente per raccogliere tutte le sue forze, in vista dell’imminente battaglia.

A quel punto, mi sento libera di rabbrividire, senza essere notata. E’ la prima volta che lo vedo così, la prima in assoluto. Ed è così sensuale che mi sento girare la testa.

Ok, ho bisogno di cambiare aria.

-Io ho bisogno di un vestito nuovo. Questo da prostituta non mi lascia liberi i movimenti.- asserisco, vedendo in questa mia idea la via di fuga migliore: avrei preso due piccioni con una fava. E, magari, avrei placato la mia voglia di sesso sfrenato. Dannazione, mi sento una ninfomane!

-Ti accompagnamo noi!- esclama Kacchan, indicando con un ampio gesto del braccio la sua gemella e sorridendo calorosamente. Ricambio il sorriso che mi rivolge e mi avvicino a lei, prendendola per mano.

-Prendete pure Kirara.- ci dice Sango. –Vi porterà al villaggio più vicino in un batter d’occhio.-

Noi annuiamo e ci avviciniamo a Kirara che, con un’ondata di fuoco, si trasforma.

Amo questa gatta.

 

-Da dove cominciamo?- chiede Kagome, guardandosi in giro. Kirara è stata brava: al villaggio dove ci ha accompagnate c’è il mercato e abbiamo l’imbarazzo della scelta. E’ anche troppo, l’imbarazzo. Io alzo subito le mani, spaventata dalla prospettiva dello shopping. –Non ne ho idea, decidete voi. Mi serve qualcosa di comodo e di resistente, che non si rompa subito.-

Restare nuda nel mezzo della battaglia non è una prospettiva che mi alletta molto.

Le due Kagome annuiscono e si precipitano, senza una parola, alla prima bancarella. –Oh, Ayame, guarda che amore!-

Al che, decido di fare come la prima volta. Me la filo.

Quando riesco a distanziarle un po’, rallento il passo e inizio a guardarmi in giro. Troppe stoffe per i mei gusti. Ad un tratto, tuttavia, riesco ad adocchiare una bancarella di armi e mi fiondo verso di essa, come se fosse la mia ancora di salvezza.

Dietro il bancone in legno, c’è un omino girato di schiena che armeggia con qualcosa che non riesco a vedere. Lo fisso per qualche istante, riconoscendo qualcosa di familiare in quella sagoma.

-Dolce signorina, bella signorina, è un piacere rivederti.- esclama quello, e io spalanco la bocca, in modo ben poco femminile

-Ancora lei?!?- esclamo quando la vecchina si gira e mi sorride con la bocca sdentata. –Non aveva una bancarella di gingilli, l’ultima volta? E, a proposito, quel Rosario..-

-Vedo che sei capitata nel momento opportuno.- dice, ignorandomi senza problemi.  –Ho proprio quello che fa per te.-

Vedo che mi porge due spade una più bella dell’altra, insistendo perché faccia come vuole lei. Hanno l’aria di essere molto pesanti, ma non appena le prendo, una con una mano e una con l’altra, mi rendo conto che non lo sono affatto. Le studio per qualche secondo, riconoscendo la fattura pregiata: il metallo è lucido e ha l’aria di essere molto resistente e l’impugnatura è fatta in modo tale che combaci perfettamente con le mie dita. Queste spade sembrano essere state fatte apposta per me.

Noto poi, con una certa curiosità, che entrambe hanno una runa diversa poco più sotto dell’impugnatura, ma non faccio in tempo a chiedere cosa significhino che la vecchietta parla un’altra volta.

-Credo che le tue amiche ti stiano cercando.- dice, e sento che sta sorridendo.

-Oh no, non mi fregherai un’altra..- alzo la testa di scatto, ma vecchina e bancarella sono sparite. -..volta. Accidenti!- esclamo, stringendo le mani sulle spade. E ora queste dove me le metto? Se sapessi a cosa servono, forse potrebbero anche tornarmi utili, però.. Scuoto la testa, irritata. I doni di quella vecchietta sono apprezzatissimi, ma se mi spiegasse a cosa servono forse eviterei parecchie brutte figure.

-Ehi Ayame! Dove sei stata?-

Mi volto di scatto e vedo le mie due amiche strabuzzare gli occhi, mentre Kagome lascia cadere il pacchetto che tiene tra le mani. –E quelle da dove vengono?- esclama, facendo un passo avanti.

Faccio spallucce. –Ricordate la vecchina che mi ha dato il Rosario? E’ ricomparsa, come venditrice di armi. Poi è scomparsa.- dico, come se fosse una cosa normale. Normale sto cazzo.

-Oh..- sussurra Kacchan, raccogliendo il vestito da terra. –E..quelle due spade..?-

-Non ne ho la più pallida idea.-

Rimaniamo per qualche secondo in silenzio, poi Kagome si illumina. –Chiediamo a Totosai!-

-Chi?- esclamiamo io e Kacchan in coro.

-E’ un esperto di armi, saprà sicuramente dirti tutto su quelle due!- spiega, facendo un cenno frettoloso alla gattina, che si trasforma immediatamente. Saliamo tutte e tre in groppa al demone, che parte come un razzo alla volta dell’accampamento.

Tengo le spade sulle gambe, osservandole con attenzione. Sono praticamente identiche, se non fosse per la runa. La lama, decisamente affilata, è un po’ più larga verso il centro, per poi stringersi e terminare con una curva verso l’alto. Sono tentata di passarci un dito per vedere se è realmente così affilata come appare, ma mi limito a seguire i contorni della runa. Una è a forma di S, un po’ stretta, mentre l’altra assomiglia più ad una O, anche se è decisamente asimmetrica: ancora una volta mi domando cosa significhino.

-Inuyasha!- sbraita Kagome ad un certo punto, facendo scattare la testa del mezzodemone verso l’alto. –Devi andare a chiamare Totosai!-

Inuyasha sbuffa e ci viene incontro con le mani sui fianchi. –Ti sembra il momento, Kagome?- esclama, ma si blocca non appena scendo da Kirara con le spade in mano.

-E quelle da dove sbucano?-

Kagome scuote la testa con forza. –Non lo sappiamo, Ayame le ha ricevute da una vecchietta che poi è scomparsa. Devi andare a chiamare Totosai!-

Inuyasha sbuffa e annuisce, prima di salire sopra Kirara senza fare altre storie. Wow, sorella, complimenti per la velocità!

-Posso vederle?- mi chiede Miroku avvicinandosi assieme a Sango. Annuisco e gliele porgo: Sango afferra quella con la runa a forma di O, mentre Miroku l’altra.

-Mmmm..- dice il monaco, rigirandosela tra le mani e osservandola per bene. –Sento una netta forza spirituale provenire da questa spada.-

Io inarco un sopracciglio. Ora che me lo fa notare, la percepisco anche io.

Miroku, poi, tende il braccio per prendere quella in mano a Sango, e fa le stesse operazioni, scuotendo alla fine la testa: quella che tiene tra le mani sembra essere una semplice spada.

-Ayame?- mi chiama Kagome, mettendomi tra le mani i miei nuovi abiti. Io faccio spallucce, lasciando ai miei amici le due spade, e vado dietro un albero sentendo il bisogno impellente di cambiarmi: questo vestito mi si è appiccicato alla pelle e temo che abbia iniziato a segnarmi ancora di più di prima.

Apro il pacchetto che mi ha consegnato Kagome e dentro vi trovo un paio di pantaloni dell’epoca di una stoffa morbida ed elastica, e un corto kimono che, una volta legato attorno alla vita, scopro che mi arriva poco più sopra il sedere. Il tutto di un tenue azzurro pastello.

Sorrido soddisfatta e faccio un paio di piegamenti sulle gambe, scoprendo il completo morbido e comodo, adatto alle mie esigenze.

-Grazie ragazze.- esclamo, uscendo da dietro il mio camerino improvvisato. –E’ davvero perfetto.-

Non ricevendo risposta, alzo gli occhi dallo straccetto di Kacchan che sto cercando di piegare e vedo tutti i miei amici raccolti attorno alla sagoma di un vecchietto con un lungo martello poggiato su una spalla. Tale vecchietto sta pacificamente rigirando le spade, come se fossero di sua proprietà, emettendo qualche borbottio di tanto in tanto.

Mi avvicino lentamente, battendo un dito sulla spalla di Kacchan e indicandogli con gli occhi il tizio che, da quel che posso immaginare, è Totosai.

-Oh Ayame, sei arrivata!- esclama la mia amica, prendendomi dalle mani il vestito. Al che, Totosai alza di scatto la testa e inizia a squadrarmi da capo a piedi.

Dopo qualche secondo, la sua espressione si spalanca in un sorrisone. –Oh, ma guarda un po’ che bella ragazza!-

-Stupido vecchio!- borbotta mio fratello, dandogli un pugno in testa. –Sii serio, sennò ti rispedisco nel vulcano. E non sul vulcano, dentro!- ringhia.

Ma guarda te, pure il vecchietto pervertito.

-Allora, cosa sai dirmi su queste spade?- chiedo, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.

Il demone fa un paio di colpi di tosse, con fare professionale. –Era da molti secoli che non vedevo queste armi. Queste, signori, sono le spade gemelle Tai e Yue.- dice, sollevando prima la spada con la O e poi quella con la S. –Ed hanno una grossa particolarità: Tai, la spada demoniaca, canalizza il potere demoniaco, mentre Yue, la spada spirituale, canalizza il potere spirituale.-

Spalanchiamo tutti gli occhi. Due spade gemelle, l’una l’opposto dell’altra?

Lancio un’occhiata a Sesshomaru e lo vedo particolarmente attento: da quello che so, l’argomento spade gli è piuttosto caro.

-Queste due spade sono sempre state viste divise. Per motivi che tutti voi capirete, mai sono state usate dallo stesso essere, anche se ci sono stati molti tentativi. Tuttavia, come tra le mie mani Yue è inattiva, così in quelle del monaco è inattiva Tai.- conclude, annuendo lentamente. –Se sono capitate entrambe a te, cara Ayame, un motivo ci deve essere.-

-Ayame sa usare sia il potere spirituale che quello demoniaco, in contemporanea.- dice Miroku.

Beh, beh, beh… usare è una parola grossa, direi. La frase di Miroku è, infatti, accompagnata da un –Tsk.- di Sesshomaru.

Mi devo ricordare di mandarlo a cuccia più spesso.

-Diciamo che li possiedo entrambi, ma non sono ancora in grado di gestirli completamente.-

Totosai annuisce nuovamente e mi porge le due spade. –Se le cose stanno così, queste ti saranno di grande aiuto. Provale.-

Io le prendo in mano, Yue sulla sinistra e Tai sulla destra e provo a tirare qualche fendente. Chiudo gli occhi e cerco di concentrarmi, come mi aveva insegnato Sesshomaru: attingere dai due poteri separatamente è davvero difficile, ma con le spade è nettamente differente. Yue attira, come una calamita il potere spirituale, che si concentra verso sinistra e Tai fa lo stesso con quello demoniaco. A quel punto, non devo fare altro che lasciarmi andare.

Sento immediatamente dei pizzicorii sulle braccia e alzo Tai verso l’alto. –Dove devo mirare?- chiedo con voce roca.

Vedo Sesshomaru alzarsi lentamente ed avanzare verso di me. –Qui.- dice.

Non me lo faccio ripetere due volte: mi giro verso di lui e fendo l’aria con la spada. Immediatamente un lampo di luce rossastra si sprigiona da Tai e colpisce in pieno Sesshomaru, che viene scaraventato qualche metro più distante.

Sento Inucchan fischiare. –Wow, che forza!-

Sorrido divertita e faccio rotare Tai in una mano. E brava spada.

-Voglio provare anche l’altra.- affermo, e mi giro verso Totosai, alzando Yue e preparandomi a sferrare il colpo.

-No, no, no, no!- esclama il vecchietto, spalancando gli occhi e saltando dietro ad una sottospecie di mucca volante. –Vuoi uccidermi? Provala sulla sacerdotessa o sul monaco!-

Si, in effetti non sarebbe stata una mossa troppo intelligente testare una spada spirituale su un demone..

Faccio spallucce e mi volto verso Miroku. –Pronto, Miroku?-

Lui annuisce e piega leggermente il busto in avanti, per attutire il colpo. Al contrario di Sesshomaru, Miroku fa un volo all’indietro non indifferente, tanto che Sango non può trattenersi dal correre da lui. Sorrido: certe cose non cambiano mai.

-Scusami, Miroku!- esclamo, anche se nel profondo sono decisamente soddisfatta. Queste due meravigliose spade mi permettono non solo di controllare separatamente i miei due poteri, ma sviluppano una potenza che con un po’ di allenamento potrebbe diventare qualcosa di strepitoso.

-Aya-chan, sono fenomenali quelle spade!- esclama Kacchan dando voce ai miei pensieri e venendomi vicino per abbracciarmi di slancio. Io ricambio l’abbraccio come meglio posso: in effetti, quando non le uso, sono parecchio ingombranti.

-Ti servirebbe un fodero..- sussurra Sango, quasi leggendomi nel pensiero. –Totosai, credi di riuscire a forgiargliene uno prima di domattina?-

Io annuisco. –Si, qualcosa di comodo e non troppo ingombrante. Che possa tenermi sulla schiena, magari.-

Il demone scuote la testa con convinzione. –No, in così poche ore non è possibile: il fodero è tanto importante quasi come la spada stessa e..-

Sia io che Totosai vediamo, con la coda dell’occhio, che Sesshomaru fa cenno di estrarre la sua Bakusaiga.

-.. ci riuscirò sicuramente. A domattina!- esclama, mentre salta sulla mucca e parte in quarta verso il cielo.

Wow, il Barboncino Rabbioso riesce a convincere molto facilmente i vecchietti sfaticati. Credo sia una cosa che mi tornerà utile.

Mio fratello ridacchia e mi viene vicino, circondandomi le spalle con un braccio. –E’ un peccato che tu non le abbia trovate prima, sorellina. Con un po’ di pratica miglioreresti di certo con velocità.-

Ci penso un paio di secondi. Dannazione, ha ragione. La battaglia che affronteremo domani non sarà di certo una passeggiata e non posso rischiare di farmi trovare impreparata mentre cerco di capire come funzionano Tai e Yue. Dovrei trovare qualcuno con cui allenarmi.

-Un momento..- sussurro, mentre mi si accende la lampadina. –Kyosuke!-

 

 

Angolino dell’autrice: Buonasera! Mi auguro che questo capitolino, postato di sera tardi, vi piaccia ;)

Ringrazio molto chi sta continuando a seguire questa storia sebbene la stia tirando per le lunghe e vi mando un abbraccio.

Sami

 

  
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