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Autore: _Ely_BM    10/10/2017    1 recensioni
Stacie Torres, una ragazza come tante altre di sedici anni, forse un po troppo sbadata e sempre nervosa, che ama sognare ad occhi aperti il suo principe azzurro e suo grande amore da quando ha dieci anni di nome Steven Walker, migliore amico venticinquenne di suo fratello maggiore, sperando che un giorno la veda come una donna e non più "piccolina" come l'ha sempre soprannominata lui.
Tra amori e gelosie, vedremo le vicende di Stacie e Steven, che ci faranno sognare con il loro quasi impossibile amore!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo venticinque) Incontro poco amichevole.

...POV STACIE...

Ho passato una notte davvero insonnie. 
Non ho fatto altro che pensare a ieri sera, a Steven che quasi mi bacia davanti il mio appartamento.
Ma che gli è saltato in mente? È fidanzato e cerca di baciarmi? È pazzo!
E io devo cercare di allontanarmi da lui. 
Devo assolutamente evitare di passare troppo tempo insieme a lui. Abbiamo un figlio insieme, ma questo non significa che io debba averci qualcosa a che fare.
Il nostro rapporto si deve basare solo su Jaxon e nulla di più.
Ho davvero bisogno di non pensare troppo a lui, di non dargli troppa importanza e di cercare di non pensare a ciò che provo ancora per lui. Devo solo dimenticarlo, togliermelo dal cuore una volta per tutte. 
Lui, anni fa, non ha lottato per noi. È sparito dalla mia vita, lasciandomi un vuoto immenso nel cuore e facendomi provare un odio mai provato in vita mia. E adesso basta...
Basta con Steven Walker. Voglio chiudere con lui, per sempre. Senza ripensamenti. Senza rimpianti. 
Voglio dimenticarlo, come lui ha fatto con me!

"Che ci fa lui qui, a quest'ora?" -mi domanda Olivia, sorpresa di vedere Steven entrare al bar-ristorante, che non è ancora orario di apertura-

"Mio fratello l'ha riassunto." -le rispondo e poco dopo sbuffo, afferrando uno strofinaccio-

"Davvero?" -mi domanda sorpresa-

"Ti sembro una che scherza?" -le domando nervosamente e lei sospira, alzando gli occhi al cielo-

"Non sei felice?" -mi domanda e io la fulmino-

"Felice? Olivia, sto cercando di dimenticarlo." -le rispondo nervosamente-

"Dimenticarlo? Non ci sei riuscita in cinque anni e credi di riuscirci adesso, che ce l'hai tra i piedi?" -mi domanda scorcertata-

"Ci voglio provare, va bene? Lui si è dimenticato di me. Lui si è rifatto una vita con quella stronza che si ritrova come fidanzata. Diceva di amarmi tanto, Olivia, e invece adesso guardarlo. Ha una nuova fidanzata, si è dimenticato di me e perché io dovrei continuare ad amarlo? A stare male per lui? Come ci è riuscito lui, ci posso riuscire anche io." -le dico seria e lei mi osserva. Sono davvero convinta di volerlo dimenticare. Basta, ho davvero chiuso con Steven Walker!- "Theo, come sta?" -le domando, per cambiare argomento. Non voglio più parlare di Steven. Non voglio nemmeno sentir parlare di lui.-

"Sta bene. Questa notte ha fatto il turno in clinica e tu non puoi capire come mi senta quando non è al mio fianco nel letto. Mi sono sentita sola tutta la notte." -mi risponde e io sorrido-

"Beh non capita spesso, no?" -le domando, alzando le spalle-

"Per fortuna no. Lavoriamo entrambi tutto il giorno e la sera tardi e la notte sono le uniche ore che riusciamo a passare insieme e quando ha il turno di notte, non ci vediamo quasi per niente. Lui tutto il giorno si riposa e io lavoro." mi spiega e io annuisco. Non deve essere facile stare insieme ad un medico. È molto impegnativo quel tipo di lavoro, ma comunque soddisfacente. Insomma, salva delle vite umane!-

"Ehi Olivia." -la saluta Steve, sorridendo e lei si volta subito a guardarlo, mentre io riprendo a pulire, ingnorandolo totalmente-

"Ciao." -gli sorride la mia migliore amica- "Ho saputo che sei stato riassunto." -esclama lei, osservandolo-

"Già. Oggi è il mio primo giorno." -le risponde lui e un secondo dopo sento il suo sguardo fisso su di me, mentre pulisco il bancone, fingendo che non ci sia-

"Beh, ben tornato a bordo, allora!" -esclama Olivia sorridendo-

"Ah, grazie!" -lo sento sorridere- "Stacie." -mi richiama lui, sentendo il suo sguardo fisso su di me, ma io fingo di non averlo sentito- "Ne ho già parlato con Lance e ci siamo messi d'accordo che andrò io, oggi, a prendere i bambini all'asilo." -mi informa lui e io a quel punto lo guardo dritto negli occhi-

"Perfetto." -esclamo e poco dopo ritorno a pulire, senza degnarlo di uno sguardo-

"Un'altra cosa.. Tu e Jaxon dovete scusarvi con Meredith. Lei si scuserà con voi, se voi farete lo stesso." -esclama e io a quelle parole inizio a ridere-

"Scusarmi con quell'arpia?" -gli domando divertita, ma poco dopo mi faccio serissima- "Ne io e ne mio figlio ci scuseremo." -sbotto, fulminandolo. Scusarmi? Con quella? Non ci penso nemmeno!-

"Stacie.." -sta per dirmi qualcos'altro, ma per fortuna viene interrotto da Luke-

"Ehi. Buongiorno, Stacie!" -mi saluta proprio quest'ultimo e io mi volto a guardarlo immeditamente, sorridendo-

"Buongiorno." -gli continuo a sorridere, guardando con la coda dell'occhio Steve, che fissa Luke-

"Oggi ho fatto un po' tardi." -esclama, allacciandosi il grembiule alla vita-

"Ci siamo invertiti i ruoli." -esclamo divertita e lui ride, annuendo-

"Già, è probabile." -mi sorride divertito, mentre mi sposta una ciocca di capelli dal viso-

"Eeh-ehm!" -si schiarisce la gola Steve e Luke si volta subito a guardarlo, mentre io mi faccio seria, fissando un tavolo davanti ai miei occhi- "Sono Steven." -si presenta lui, ma il tono della voce non sembra un granchè amichevole-

"Sì, lo so chi sei. Ti ho visto venire qui, ogni giorno, nell'arco di questa settimana." -esclama Luke, osservandolo- 

"Sì, avevo della faccende da risolvere." -si giustifica lui, ricambiando il suo sguardo- "Comunque, da oggi in poi, sembra che saremo colleghi." -aggiunge, fingendo un sorriso amichevole-

"Maddai!? Benvenuto." -gli ricambia il sorriso Luke e poco dopo gli porge la mano- "Comunque piacere di conoscerti, sono Luke." -gli sorride e Steve gliela stringe subito, ma non sembra nemmeno questa una stretta molto amichevole. Sembra quasi che stiano facendo a gara a chi riesce a stringere di più.-

"Ehm, Luke, mi daresti una mano con un tavolo?" -gli domando sorridendo, posando una mia mano sul suo braccio e lui si volta a guardarmi negli occhi-

"Certo." -mi sorride lui e poco dopo si volta a guardare Steve- "Mi lasceresti la mano? Serve alla donzella qui, al mio fianco." -esclama, fissando Steve negli occhi e lui, tirando un sorriso poco amichevole, gliela lascia subito- "Andiamo." -mi sorride lui e insieme raggiungiamo un tavolo, ma in realtà sono tutti riordinati e pronti per l'apertura, era solo una scusa per far allontanare quei due, che non sembrano piacersi molto- "Era una scusa, vero?" -mi domanda, sentendo il suo sguardo addosso-

"Una scusa?" -gli domando, fingendo di non capire-

"I tavoli." -mi risponde con un piccolo sorriso-

"Non volevo che litigaste." -mi giustifico, abbassando lo sguardo sulle mie mani-

"Ti sembro il tipo che vuole litigare?" -mi domanda e io ritorno a guardarlo negli occhi-

"Beh no, ma non sembravi nemmeno molto amichevole con Steven." -gli rispondo e lui sorride, guardando per un secondo fuori dalla vetrata, ma poco dopo ritorna a fissarmi negli occhi- 

"Solitamente non sono molto amichevole con gli ex delle donne con cui vorrei uscire." -si giustifica lui, alzando le spalle e io faccio un piccolo sorriso-

"Vorresti uscire con me?" -gli domando, guardandolo dritto negli occhi-

"Mi piacerebbe domani sera, alle otto." -mi risponde e io sorrido, abbassando lo sguardo sulle mie mani. Luke è davvero un uomo molto affascinante, simpatico, divertente e mi piace molto. Sorride sempre e con lui ci sto davvero bene. Mi piacerebbe conoscerlo meglio, uscirci e vedere cosa potrebbe succedere tra di noi. E poi devo tenere a mente che voglio dimenticare Steve e cosa c'è di meglio nell'uscire con qualcun'altro per dimenticare qualcuno?- "Ti va? Ti porto a cena fuori. Conosco un ristorantino niente male dove mi piacerebbe portarti." -mi riportano alla realtà queste parole di Luke e io sorrido, guardandolo negli occhi-

"Mi va." -gli rispondo e lui sorride, mettendo in mostra i suoi denti perfettamente bianchi-

"Perfetto." -esclama e sembra contento, entusiasta che io abbia accettato-

"Perfetto." -ripeto sorridendo e lui continua a sorridere. Sono davvero contenta di aver accettato, devo essere sincera. Luke mi ha fatto una buona impressione fin da subito. I suoi occhi verdi mi hanno subito colpito e il suo sorriso è così spontaneo, rassicurante, contagioso, che mi mette a mio agio.-

"È arrivato il migliore!" -esclama Mitch, varcando l'ingresso del locale e io sorrido, puntando il mio sguardo su di lui- "Buongiorno, principessa!" -mi sorride lui, raggiungendomi al bancone-

"Ciao, carotino!" -lo saluto allegra e appena è a pochi passi da me, gli scompiglio i suoi capelli rossi-

"No, per favore, non ricominciare con questo orribile soprannome!" -mi ammonisce lui e io scoppio a ridere- "Sei di ottimo umore stamani!" -esclama sorridendo e io annuisco-

"Già." -confermo e lui sorride contento-

"A cosa dobbiamo questa allegria?" -mi domanda curioso, mettendosi seduto sullo sgabello-

"Luke mi ha invitata a cena fuori. Domani." -gli rispondo sorridendo-

"Cosa? Davvero? Quando? Perché non mi hai detto niente?" -mi domanda Olivia, affiancandomi-

"Una domanda alla volta!" -sbotto, guardandola male- "Comunque me l'ha chiesto prima dell'apertura." -rispondo, sorridendo-

"E sei così allegra grazie a lui?" -mi domanda Olivia, scioccata e io annuisco-

"Sì, insomma, voglio dimenticarmi una volta per tutte di Steven e uscire con qualcuno è solo d'aiuto, no?" -domando, osservando i miei amici e loro annuiscono-

"Certamente che uscire con qualcuno può aiutarti a dimenticarti di quel bastardo, ma.. Luke ti piace almeno?" -mi domanda Mitch e io annuisco-

"Certo che mi piace! Lui è molto simpatico, divertente ed è una brava persona. Mi sento davvero bene e a mio agio in sua compagnia." -gli rispondo sincera. Non mento. Con Luke mi sento davvero bene, forse non nel modo in cui mi sento quando sono con Steve, ma.. Alt Stacie! Non devi ne pensare a Steven, ne fare paragoni. Devi solo dimenticarlo!-

"Ma ti piace in che senso?" -mi domanda Olivia e io mi volto a guardarla- 

"In che senso dovrebbe piacermi, scusami?" -le domando sconcertata e lei sospira-

"Olivia intende dire: ti piace come possibile compagno di vita? O ti piace come semplice amico?" -mi domanda Mitch, interpretanto le parole della mia migliore amica e io sospiro-

"Non lo so al momento. Mi piace, punto." -gli rispondo. Non so in che senso mi piaccia Luke. So soltanto che mi piace.
Mi piace stare in sua compagnia.
Mi piace come mi fa sentire.
Mi piace scherzare con lui.
Mi piace chiacchierare con lui.
Mi piace ridere con lui.
Mi piace e basta. Non so se come amico o come possibile compagno di vita. Non lo conosco da chissà quanto tempo, quindi non saprei cosa rispondere!-

"Mitch." -lo saluta Steven e il mio migliore amico si volta subito a guardarlo-

"Steven." -lo saluta lui, fingendo un sorriso e poco dopo si volta a guardarmi negli occhi- "Che ci fa lui con il grembiule del locale?" -mi domanda e io sbuffo-

"Lance lo ha riassunto qui." -gli rispondo scocciata, preparando un thè caldo ad una signora-

"Cosa? E da quando, quei due, sono tornati amici?" -mi domanda scioccato-

"Non da molto in realtà." -gli rispondo, posando sotto al naso della signora la sua tazza di thè-

"Grazie, cara." -mi sorride la dolce signora e io le ricambio il sorriso-

"Come fai a scondarti di lui, avendolo tutto il giorno tra i coglioni?" -mi domanda lui e io sbuffo-

"Mantenendo le distanze, non calcolandolo, fingendo che non esista!" -gli risponde Olivia, mettendo a lavare delle tazzine sporche-

"E credi di riuscirci? È anche il padre di tuo figlio, non ti libererai mai di lui!" -esclama Mitch e io sbuffo-

"Sentite, per cominciare, possiamo evitare di parlare di lui, che ne dite?" -domando ai miei amici e loro sospirano-

"Ok, sì! Hai ragione. Non parliamo più di quel coglione, figlio di buona donna!" -esclama lui e io lo osservo. Mitch non ha mai perdonato Steven per quello che mi ha fatto e non credo che ci riuscirà mai.-

"Non dovresti andare a lavoro?" -domando a Mitch e lui guarda subito l'orologio al suo polso-

"Cazzo, sono in ritardo!" -esclama lui e sbuffando si alza dallo sgabello- "Ci vediamo, principessa." -mi sorride e dopo avermi stampato un bacio veloce sulla guancia, si avvia velocemente all'uscita- "Ciao a tutti!" -saluta lui-

"Ciao." -lo saluta Lance, prima che esca dal locale. Mitch è un fotografo. Lavora in un'agenzia fotografica, proprietario il padre di Leah. Ed è così, infatti, che quei due si sono conosciuti. Entrambi lavorano per il padre di Leah e da quando si sono conosciuti, esattamente tre lunghi anni fa, non si sono più separati!-

...POV STEVEN...

È tutto il giorno che faccio avanti e indietro, tra un tavolo e l'altro. E devo dire che in questi anni i clienti sono aumentati a dismisura. Ma oltre a servire i clienti, non faccio altro che osservare Stacie... E quel Luke dei miei stivali!
Non fanno altro che scambiarsi sguardi e sorrisi. E io vorrei spegnere ogni sorriso di quello, a suon di pugni.

"Cosa c'è tra tua sorella e quel.. Luke?" -domando al mio migliore amico, fissando quei due chiacchierare dietro al bancone-

"Niente, che io sappia." -mi risponde e io annuisco, abbassando lo sguardo sul tavolo da pulire- "Perché ti interessa?" -mi domanda e io mi volto a guardarlo negli occhi-

"Nulla, semplice curiosità." -gli rispondo, alzando le spalle e lui annuisce poco convinto-

"Mia sorella ha sofferto parecchio per il tuo tradimento, per la vostra rottura, si merita di essere felice. Di rifarsi una vita con un altro uomo, come hai fatto tu con Meredith." -esclama e io annuisco, d'accordo con lui-

"Certo, la penso come te." -gli dico e poco dopo mi allontano. Stacie è una donna fantastica e si merita tutta la felicità di questo mondo, ma... Non posso evitare di esserne infastidito. Insomma, è la mia ex e vederla con un altro uomo, mi infastidisce parecchio!-

"Papà." -quasi urla Jaxon, correndomi incontro e io sorrido osservandolo, quando all'improvviso inciampa su un tombino, finendo a terra-

"Santo cielo, Jaxon!" -esclamo, correndogli subito incontro. È identico a sua madre. Tale madre, tale figlio, mi viene da pensare. Ma, devo ammettere, che mi fa una terribile tenerezza.- "Ti sei fatto male?" -gli domando, aiutandolo a rialzarsi-

"Mi sono sbucciato il ginocchio!" -piagnucola lui, con i lacrimoni agli occhi-

"Va bene, non piangere. Non è niente di grave." -cerco di tranquillizzarlo, mentre lo prendo in braccio e lui si aggrappa forte a me-

"Sanguina e brucia, papà." -continua a piagnucolare-

"Cosa è successo?" -domanda Garret, affiancandomi e io abbasso lo sguardo su di lui-

"È caduto e si è sbucciato il ginocchio." -gli rispondo, lasciandogli una carezza sulla testa-

"Il solito sbadato!" -esclama lui, scuotendo la testa-

"Papà, mi prende in giro!" -quasi urla Jaxon e io sospiro-

"Non ti prendo in giro, dico solo la verità. Sei troppo goffo." -si difendere Garret, osservandoci-

"Non litigate. Su, andiamo a casa." -esclamo, prendendo per mano Garret e subito ci incamminiamo verso la mia auto-

"Brucia." -sussurra mio figlio, controllando il suo ginocchio-

"Appena arriviamo al bar lo disinfettiamo." -lo rassicuro e lui annuisce, osservandomi-

"Oggi, la maestra, ci ha detto che venerdì sera, all'asilo, ci sarà una festa in costume." -annuncia Jaxon con un enorme sorriso-

"Davvero? Che bello! Sarà divertente." -esclamo sorridendo, mettendo seduto nei sedili posteriori mio figlio, mentre Garret si accomoda da solo-

"Ho già deciso che mi vestirò da Spiderman." -dice entusiasta e io sorrido, allacciandogli la cintura di sicurezza- "È il mio supereroe preferito, lo sai, papà?" -mi domanda, osservandomi-

"Anche il mio." -gli faccio l'occhiolino e lui fa un gigantesco sorriso, che mi porta a ridacchiare-

"Sarò io Spiderman!" -esclama Garret, osservando il cuginetto, mentre chiudo la portiera-

"No, sarò io! L'ho detto prima io!" -esclama Jaxon, guardando male Garret, mentre mi accomodo in auto-

"Non ci possono essere due Spiderman, quindi sarò io." -controbatte Garret e dallo specchietto retrovisore noto che gli fa la linguaccia, mentre parto verso il bar-ristorante-

"Papàà!" -quasi urla Jaxon e un secondo dopo scoppia a piangere-

"Non litigate, ragazzi. Chi ha detto che non ci possono essere due Spiderman?" -domando, cercando di far calmare le acque-

"Lui vuole rubarmi il costume!" -continua a piangere mio figlio-

"Non piangere, Jaxon! Nessuno ruberà il costume dell'altro. Ci saranno due Spiderman alla festa, così il mondo sarà ancora più al sicuro." -esclamo e mio figlio, a quelle mie parole, tira su col naso, smettendo di piangere- "D'accordo?" -domando, osservandoli entrambi dallo specchietto retrovisore-

"Mh, va bene!" -esclama con un broncio adorabile Jaxon e io sorrido-

"Che ne dici, Garret?" -gli domando, osservandolo-

"D'accordo." -mi risponde lui, alzando le spalle e io sorrido. Ho ben capito com'è il loro rapporto. Si vogliono bene, non dico il contrario, ma spesso e volentieri si spunzecchiano. 
Garret si sente più grande di Jaxon, pur togliendosi solo sei mesi di differenza, e questo fa sentire mio figlio inferiore a lui. Ma qui, nessuno è inferiore a nessuno.-

"Siamo arrivati!" -esclamo, varcando l'entrata del locale, tenendo per mano sia Jaxon che Garret-

"Ben tornati!" -ci sorride Lance-

"Ciao, piccolo mio!" -esclama Stacie con un gran sorriso, raggiungendo velocemente nostro figlio-

"Ciao, mammina!" -gli sorride lui, mentre Stacie lo prende in braccio, riempiendolo di baci- "Guarda, mi sono sbucciato il ginocchio!" -esclama, mostrandole il ginocchio sbucciato-

"Oh, piccolo mio! Adesso la mamma ti fa passare la bua." -gli dice dolcemente e io sorrido, osservandoli raggiungere gli spogliatoi, e poco dopo decido di raggiungerli- "Non dovresti correre, Jaxon!" -lo rimprovera lei, mentre passa delicamente il batuffolo di cotone, imbevuto di disinfettante, sulla sua ferita-

"Hai a portata di mano la cassetta del pronto soccorso?" -le domando divertito, raggiungendola e lei si volta subito a guardarmi-

"Dovresti stare più attento a nostro figlio." -rimprovera me adesso, guardandomi davvero male-

"Mi piace quando dici nostro." -sussurro al suo orecchio e lei mi fulmina, spintonandomi via, per potermi allontanare da lei e io rido-

"Non è colpa di papà." -mi difende Jaxon e io gli sorrido, accarezzandogli i capelli-

"Non ha importanza di chi è la colpa, ma tu non devi correre, Jaxon. Guarda poi quello che ti succede." -gli dice seria, rimprendendo a medicarlo e lui sbuffa, incrociando le sue piccole braccia al petto-

"Dai, non è così grave." -le dico, osservandola e lei mi fulmina-

"Tu sta zitto!" -sbotta, ritornando a guardare il ginocchio di Jaxon e io sorrido divertito- 

"Racconta alla mamma quello che ha detto la maestra." -incoraggio mio figlio, guardandolo-

"Cosa ha detto la maestra? Non ti sarai comportato male, Jaxon?" -gli domanda Stacie, osservando nostro figlio severamente-

"Lascialo parlare." -l'ammonisco e lei mi fulmina-

"La maestra ci ha detto che venerdì sera ci sarà una festa in costume all'asilo." -esclama Jaxon, osservando la sua mamma-

"Che bello! Una festa in costume, hai detto? Scommetto che vorrai indossare il costume di Spiderman!" -esclama lei convinta, sorridendo nel guardare nostro figlio negli occhi e io sorrido pure, osservandola quasi incantato-

"Sì, voglio indossare il costume di Spiderman." -conferma tutto contento Jaxon e lei sorride-

"Lo sapevo!" -esclama, mettendo un cerotto sul suo ginocchio. Stacie è davvero una mamma straordinaria. 
Ricordo ancora oggi quando mi diceva che detestava i bambini e ora nostro figlio è diventato la sua ragione di vita. 
I suoi occhi brillano d'amore immenso quando guarda Jaxon. È innamorata pazza di nostro figlio e lui lo è della sua mamma. Si vede che si amano immensamente e che non possono fare a meno l'uno dell'altro.-

"Papà, vieni a vedere la mia cameretta?" -mi domanda Jaxon, saltellando mentre camminiamo verso i nostri appartamenti-

"Sarà impegnato." -esclama Stacie e io mi volto a guardarla e non mi inganna. Capisco che non mi voglia in casa sua, che voglia che sparisca subito dalla sua vista.-

"Non sono impegnato. Per niente!" -le rispondo con un ghignetto e lei mi fulmina-

"Vieni, papà! Vieni!" -mi incoraggia nostro figlio, afferrandomi per la mano e mi tira con sé con la forza, strascinandomi verso la loro porta, mentre sento Stacie, alle mie spalle, sbuffare-

"Che nervi!" -sussurra lei, inserendo la chiave nella serratura e un secondo dopo la fa scattare-

"Giochiamo ai supereroi? In cameretta li ho tutti." -esclama, mentre mi strascina dentro casa, iniziando a elencarmi tutti i supereroi che possiede e io lo ascolto, guardandomi intorno curioso. Ed è davvero un bel appartamento. Ben curato e messo in ordine, a parte qualche giocattolo sparso qua e là, e riviste buttate a casaccio sul tavolino del soggiorno.-

"Meredith non ti sta aspettando a casa?" -mi domanda Stacie, facendo la sua apparizione nella cameretta di nostro figlio, dopo una mezz'ora che sono qui, a giocare con Jaxon e capisco che sia davvero stufa di avermi qui, in casa sua. Lo capisco dal suo sguardo freddo e scocciato.-

"Hai ragione, è ora che vada!" -esclamo, alzandosi da terra. Non voglio darle fastidio. Capisco che non mi voglia vedere, nemmeno in fotografia e non la biasimo. Se fossi al posto suo, probabilmente reagirei nello stesso modo.
L'ho tradita, l'ho ferita, l'ho delusa e ora prova solo odio nei miei confronti. E devo ammettere che la cosa non mi fa per niente piacere, ma anzi, mi fa davvero male!-

"Amore, andiamo a cena fuori?" -mi domanda Meredith, sentendola raggiungermi sul divano, dove mi sto rilassando-

"Sono stanco, Meredith." -le rispondo, tenendo gli occhi chiusi-

"Oggi sei stato fuori tutto il giorno." -esclama, sentendola mettersi seduta accanto a me-

"Non sono andato a divertirmi, ero a lavoro." -le rispondo, passandomi una mano tra i capelli-

"Lo capisco, ma quando sei tornato? Sei stato con tuo figlio." -si lamenta lei e io, sospirando, apro gli occhi, puntandoli subito su di lei-

"Non sarai gelosa di Jaxon?" -le domando sconcertato-

"Non del bambino, ma della madre." -mi risponde, fingendo un sorriso- "Pensi che non mi sia accorta che hai passato una buona mezz'ora a casa sua?" -mi domanda serissima, fissandomi dritto negli occhi-

"Per giocare con mio figlio. E poi io e Stacie non ci siamo praticamente visti in quella mezz'ora." -le rispondo e non mento. Stacie se n'è stata tutto il tempo in cucina, mentre io ero a giocare con Jaxon nella sua cameretta.-

"Sul serio?" -mi domanda con un sopracciglio alzato-

"È la verità, non ti sto mentendo." -le rispondo sincero, fissandola dritto negli occhi-

"Umh, voglio crederti." -esclama, allungandosi verso di me e subito le nostre labbra si scontrano in un bacio a stampo- "Comunque mi stai trascurando." -si lamenta e io le accarezzo il viso-

"Ma non dire sciocchezze." -l'ammonisco serio-

"Pensi più a tuo figlio, che a me." -esclama seria e io le stampo un bacio sulle labbra-

"Cerca di capirmi." -le dico e lei sospira, accoccolandosi sul mio petto-

"Com'è andato il tuo primo giorno di lavoro?" -mi domanda e io sorrido-

"Molto bene." -le rispondo, accarezzandole i capelli. Ritornare a lavorare al bar è stato bello. Era come se il tempo non fosse passato e mi sono trovato davvero molto bene. A parte quel Luke... Dio, vorrei che scoparisse dalla vita di Stacie!-

...POV STACIE...

"Mammina, perché hai cacciato via papà?" -mi domanda il mio bambino, mentre lo metto a letto-

"Non l'ho cacciato, ma papà ha una fidanzata e non può passare tutto il tempo con te." -mi giustifico, mentre gli rimbocco le coperte-

"Ma papà preferisce stare con noi, invece che con la sua fidanzata cattiva, lo capisco dal modo in cui ti guarda." -esclama lui e io lo guardo sorpresa-

"Ma cosa dici?" -gli domando sconcertata e lui sorride-

"Anche tu lo guardi nello stesso modo. Voi due vi amate, quello che non capisco è il perché non mi sposate." -esclama lui convinto-

"Io e papà ti abbiamo detto che ci siamo amati tanto, ma molto tempo fa." -gli ricordo e lui alza le sue piccole spalle-

"Io non ci credo che non vi amate più." -esclama e io sospiro-

"Adesso dormi, su." -gli dico, sistemandogli le coperte- "Sogni d'oro, piccolo mio." -gli stampo un bacio sulla fronte-

"Sogni d'oro, mammina." -mi sorride e poco dopo chiude i suoi occhietti. Mio figlio è davvero un bambino intelligente. E ha perfettamente ragione: io continuo ad amare Steve.. E vorrei così tanto strapparmelo dal cuore. 
Non voglio provare più questo grande amore nei suoi confronti, non dopo essersene andato senza lottare per noi. Mi ha deluso, mi ha ferita. Credevo che per lui fossi davvero importante, che mi amasse tantissimo come diceva lui, invece non era vero niente. Se n'è andato e basta, senza lottare, come se non fossi nulla per lui. Come se avermi nella sua vita non fosse così essenziale!-

Spazio autrice:

Buongiorno mie care ^^

Ecco tutto per voi un nuovo capitolo : )
Fatemi sapere, lasciandomi una recenzione, che cosa ne pensate. Mi farebbe molto piacere sapere le vostre opinioni sul capitolo ^^

Vi mando un grande bacio.
-Elisa.
   
 
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