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Autore: stellachan    10/10/2017    3 recensioni
Dal testo.
Il vento era aumentato e grosse gocce di pioggia ora rigavano i vetri.
A Kagome parve di sentire un grido umano, ma lo scoppio improvvisi di un tuono la confuse.
Vagamente incuriosita, tornò alla finestra. Un lampo saettò e alla sua luce improvvisa, vide una scena che l'agghiacciò. Dietro la finestra di una casa semidiroccata, un uomo alto e magro impugnava un coltello, la cui lama brillava nel buio.
IN REVISIONE GRAMMATICALE
Genere: Generale, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~Cap. 3                 Un lampo di interesse

 

 




InuYasha annuì e per un attimo la fissò.
Oh Kagome, ricordava benissimo i suoi splendidi occhi.
Occhi color cioccolato fuso, che davano sensazioni di calore a chi intrecciava il proprio sguardo con quello di lei, ma un cioccolato con un amaro retrogusto.


-Forse quel demone o quell’umano, era un cacciatore solitario e stava scuoiando una lepre selvatica, infondo, siamo in aperta campagna qui!-
-Alle due di notte e in una casa abbandonata? Inoltre le lepri non gridano!-
-Ti concedo questo punto.- cos’altro hai notato?-
-Quasi niente. Ma alla luce del lampo successivo, ho visto l’uomo che mi guardava con i suoi occhi spaventosi. Lui mi ha vista!-

Per la prima volta negli occhi del mezzo-demone balenò un lampo di interesse e, il suo sguardo prese nota della ragazza che aveva di fronte. I lunghi e voluminosi capelli corvini le scendevano fino a sfiorarle il fondoschiena, li portava più lunghi rispetto a cinque anni fa, e degli occhi grandi, languidi, inconfondibili. Non sarebbe stato difficile riconoscere quel viso.
Proprio come quel giorno per strada. L’aveva riconosciuta subito, l’avrebbe fatto tra mille. Il cuore si era fermato o aveva ripreso a battere?
Ma quell’organo vitale all’istante fu avvolto dal dolore, così come un’onda che si infrange  con violenza sopra uno scoglio.
Avrebbe voluto parlarle, stringerla a se e chiederle il motivo del suo ritorno, ma la parte razionale, la sua mente, aveva deciso di fare l’opposto.
Cinque anni fa, lei l’aveva fatto soffrire, una sofferenza che ancora oggi porta con se.
Sopraffatto dall’orgoglio e dall’odio, decise di salutarla con freddezza , di ignorarla proseguendo il suo cammino.
Cos’è l’odio? Cos’è l’amore?
Due facce della stessa medaglia e, il confine che li divide è una linea sottilissima.

 

 

Se quella storia assurda e grottesca, era solo una scusa per rivederlo, le avrebbe vomitato addosso tutto il suo odio e il suo rancore.
Con quale faccia si ripresentava da lui? Dopo tutto ciò che aveva fatto? Dopo il suo tradimento?
Kagome aveva tradito la sua fiducia…

 

Ritornò al caso di omicidio.

Presupponendo, che la storia  fosse vera e non frutto della sua immaginazione, InuYasha non aveva idea delle condizioni psichiche della corvina, infondo, era stata via per molti anni e non sapeva che tipi di esperienze avesse vissuto. Forse era rimasta traumatizzata da qualche evento e adesso la sua mente le giocava strani scherzi.
Doveva essere così.
Inagi era una cittadina tranquilla e da una decina d’anni non si verificavano omicidi.

-Takahashi.- disse prendendo una decisione – andiamo a dare un’occhiata a quel rudere.-
-Volete lasciarmi qui? Da sola?- la ragazza guardò dall’uno all’altro con espressione sconvolta e terrorizzata al tempo stesso.

InuYasha avrebbe voluto risponderle che il suo lavoro non consisteva nel tenere compagnia a cittadini visionari e spaventati, voleva urlarglielo in faccia con tutto il disprezzo che aveva in corpo, ma due secondi dopo guardandola meglio provò improvvisa pietà per lei.

-Tu resta qui!- disse rivolto all’agente – andrò io da solo.-

Lei si lasciò cadere su una sedia e chinò la testa in avanti. I lunghi e setosi capelli corvini scivolarono via da dietro le spalle, nascondendo il viso come una tenda di raso nero e lucido.

Quando sentì la porta chiudersi e i passi del mezzo-demone allontanarsi, risollevò il capo.


-Le va un caffè o un tè?- propose lei.

L’agente abbozzò un sorriso.
Era giovane e timido, ma aveva un’espressione gentile.

-Solo se lo prende anche lei, un caffè, grazie.-

Kagome annuì. Per quella notte aveva rinunciato alla speranza di dormire.

Quando il caffè fu pronto, ne riempì due tazze.

-Non ho inventato tutto. Ho visto quell’uomo. L’ho visto uccidere.- dichiarò offrendogli il caffè.

Takahashi si limitò ad assentire, poi la stanza sprofondò nel silenzio.

 

 


Mezz’ora più tardi InuYasha rientrò in casa, grondante di pioggia.

La ragazza, vedendolo, riempì un’altra tazza con quel liquido scuro e fumante.

-Ho frugato in tutte le stanze del pianterreno e del primo piano. La scala è pericolante, una parete è crollata e il tetto ha due enormi squarci.-
-La camera in cui è avvenuto l’omicidio è al piano superiore e si affaccia sulla strada.- specificò lei.

Il mezzo-demone accettò il caffè con un breve sorriso di gratitudine.

-Mi sono recato al primo piano e mi sono anche affacciato alla finestra. Non ci sono più i vetri e le imposte sono devastate.-
-E che hai visto?-

Lui la fisso.

-Voi due qui, in cucina. Tu eri ai fornelli. Ma la luce era accesa, perciò mi è stato facile notare tutti i particolari.-

Kagome finì di bere il suo caffè a piccoli sorsi.

-Però, ti ho anche detto che non sono sicura che si tratti di un umano. I suoi occhi… i suoi occhi erano rossi, non ho mai visto in un uomo un colore del genere, ma in un demone… Se l’assassino era un demone, avrebbe potuto vedermi senza problemi, anche al buio.-

InuYasha bevve un lungo sorso di caffè.

-E cos’altro hai scoperto InuYasha?-
-Escrementi di topi, ragnatele e polvere, uno spesso strato di polvere per terra. C’erano delle impronte, ma potrebbero averle lasciate chiunque, dei ragazzini entrati lì per gioco o per spirito di avventura. Tra l’altro erano confuse. Qualcuno aveva cercato di cancellarle passandovi sopra qualcosa, forse una giacca o un pezzo di stoffa.-

Gli occhi della corvina brillarono.

-Questo non ti dice niente?-
-Potrebbe. Ma è un indizio molto vago. Come ho detto, in quella casa possono aver bivaccato bande di ragazzi o vagabondi.-
-Se fosse stato così, avresti trovato delle lattine di birra, dei rifiuti, le ceneri di un falò!-
-E nel caso avessi ragione tu vi sarebbe stato un cadavere o, in mancanza di un corpo, delle macchie di sangue, che per la cronaca non ne ho avvertito neanche l’odore!-

Kagome si morsicò le labbra. Non poteva dargli torto. Dannazione! Eppure non aveva sognato.

-Forse la vittima era avvolta in una coperta.- ipotizzò.

InuYasha sorrise

-Certamente! Si era avvolto in una bella coperte imbottita per permettere al suo assassino  di ammazzarlo senza lasciare tracce!-
-Chi ti dice che non fosse tramortito? Io non l’ho visto, era nascosto dal davanzale, forse era disteso per terra oppure in ginocchio. Magari stava scongiurando l’assassino di non ucciderlo!-
-Smettila Kagome!-la voce del mezzo-demone esplose come un colpo di pistola.
-Smettila di lavorare di fantasia. Potresti scrivere un romanzo giallo, ma io non ho il tempo di leggerlo!-
-Non mi credi vero?- chiese incredula e sconcertata.

Lui sbuffò.

-Io credo a ciò che vedo! E là, in quella casa, non c’è nessuno!-

La ragazza si passo una mano sul viso.

-L’assassino deve essere fuggito attraverso i campi mentre voi venivate qui. Non ho udito alcuna macchina allontanarsi. Forse troverete dell’impronte.-
-Impossibile. Piove troppo forte. La campagna è allagata.-
-Capisco.- Kagome si alzò, facendo appello al suo orgoglio.
-In questo caso non c’è altro da dire. Grazie di essere venuti.
-Dovere.- disse InuYasha guardandola duramente. Fece un cenno all’agente Takahashi e si avviarono alla porta, ma prima di uscire lui si voltò.

-In ogni caso, chiuditi dentro a chiave e sbarra le finestre. Questo villino è molto isolato.-

La ragazza ebbe un sorriso mesto.

-Lo so. A volte il silenzio è insopportabile.-

Lui esitò.

-Manderò l’agente di turno a pattugliare la zona. Se dovessi avere problemi, chiamami.- detto questo usci.

La ragazza chiuse la porta e inserì il chiavistello.
Andò a rannicchiarsi nella poltrona preferita di suo padre, in salotto. Per un attimo pensò di accendere la televisione, poi vi rinunciò. Il rumore le avrebbe impedito di udire ogni altro suono e lei intendeva stare all’erta.    

 

 

 

 

 


Salveeee…
E il terzo capitolo è andato! :D
Qui abbiamo un leggero assaggio di quali siano i sentimenti che nutre InuYasha per Kagome. Ovviamente non anticipo niente, le ragioni di tali comportamenti li vedremo nei capitoli successivi.
Ringrazio infinitamente chi ha recensito il capitolo precedente e chi spreca un po’ del suo tempo leggendo questa storia.
Spero che vi sia piaciuto! ;)
A presto
Stellachan :*

   
 
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