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Autore: emme30    10/10/2017    5 recensioni
[Keith/Lance] [AU]
“Adesso facciamo che, per ogni volta che riesco a farti sorridere, mi scrivi una cifra del tuo numero di telefono.”
“Hai davvero così tante frasi da rimorchio di cui fare sfoggio?” Keith sembra quasi sorpreso, e Lance si morde un labbro.
“Non mi vuoi davvero sfidare, Keith,” dice il suo nome facendolo scivolare sulla propria lingua, cercando di essere il più sensuale possibile.
Lui non sembra notarlo e scrolla le spalle. “E una volta che hai il mio numero?”
“Beh, a quel punto potremmo fare una gara.”
“Una cosa?”
Lance lo guarda come se stesse per dire una cosa incredibilmente ovvia. “Una gara. Usciamo, parliamo, ridiamo, scherziamo… l’ultimo che si innamora, perde.”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Kogane Keith, McClain Lance
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Just a Cheesy Pick-Up Line

 

Lance lo nota non appena si siede al tavolo assieme ad Hunk e Pidge, accettando di buon grado la birra che il proprio migliore amico gli sta porgendo.

C’è un ragazzo seduto su uno sgabello al bancone del bar, un piede puntato sulla struttura di metallo e l’altro a ciondoloni. Ha le gambe lunghe e slanciate, fasciate da un paio di jeans scuri.

Sembra in forma, anche se la giacca che indossa lascia veramente molto all’immaginazione e Lance quasi si mette a ridere per i guantini neri di pelle che gli fasciano le mani.

Ha i capelli scuri - forse sono neri, ma non ne è certo per via delle luci del bar -, e sono lunghi, pure troppo. Così lunghi che gli coprono quasi metà viso ed è davvero un gran peccato, dato che una faccia così dovrebbe stare decisamente allo scoperto.

Lance si porta la bottiglia della propria Tennent’s alle labbra, non riuscendo a distogliere lo sguardo da quella figura longilinea.

“Ragazzi, eccolo,” dice a un tratto, interrompendo il discorso dei suoi due compari e ricevendo un sonoro sbuffo da parte di Pidge.

“Eccolo cosa?” domanda Hunk.

Lance indica con una mano la figura seduta al bar, che ormai sta fissando da una manciata di minuti. “Il mio futuro marito, chi altro?”

Fa una faccia indignata davanti al sospiro sconsolato dei propri amici.

“Non mostrate troppo entusiasmo, mi raccomando.”

“Già mi dispiace per quel poveretto,” commenta Pidge un attimo dopo, guardandosi alle spalle e fissando il tipo scorto da Lance.

“Ti dispiace perchè presto sarà investito dal mio fascino e non potrà resistermi, vero?”

Pidge alza le sopracciglia e si sistema gli occhiali sul naso. “Certo, come no... dal tuo fascino.”

Lance ride, beve un sorso della propria birra e poi porta una mano a ravvivarsi i capelli.

“Fossi in te, io non lo farei,” annota Hunk dopo un istante. “E’ entrato insieme a un tipo grande e grosso che potrebbe essere il suo ragazzo.”

“Parli di quell’armadio che sta palesemente flirtando con Allura?”

I due ragazzi si voltano di nuovo nella direzione indicata da Lance, ovvero verso la barista del locale e un tipo alto con un ciuffo bianco che gli ricade sulla fronte. Stanno ridendo e sono incredibilmente vicini.

“Mi sa che non è il suo fidanzato, allora,” si corregge immediatamente Hunk, scrollando le spalle. “Purtroppo per lui,” aggiunge, lanciando un’occhiata apprensiva all’inconsapevole ragazzo seduto.

Lanco lo ignora e si alza in piedi. “Beh, ragazzi, non aspettatemi alzati,” annuncia spavaldo. “Potrei tornare a notte fonda o domattina all’alba, chi può mai saperlo?”

“O forse tra dieci secondi esatti,” sospira Hunk, ma Lance decide di non farci caso e si incammina a passo di marcia verso lo sgabello vuoto posto accanto a quello del tipo che lo ha incantato così tanto.

Si siede accanto a lui con un movimento fluido, attirando la sua attenzione. “E’ occupato?”

Il ragazzo coi capelli scuri si volta con una smorfia un po’ annoiata.

“In realtà, s-”

“Wow!” Lance non lo fa finire di parlare: si porta una mano sul petto in modo molto drammatico e con un’espressione incredibilmente sorpresa. “Ma te l’hanno dato un porto d’armi per quegli occhi?”

L’altro spalanca le palpebre, però un accenno di sorriso gli colora le labbra. “Ma sei serio? Pensi davvero che una battuta del genere possa funzionare?”

Lance fa un piccolo sbuffo, mostrandosi incredibilmente sicuro di sé. “Guarda che ti ho visto sorridere, samurai.”

Samurai?”

Il ragazzo ha un tono di voce divertito, sembra che quasi non creda a ciò che gli sta dicendo Lance.

“Io sono Lance, comunque,” si presenta con un sorriso sfavillante.

L’altro giovane annuisce e si porta la sua bottiglia di birra alle labbra. “Piacere, Lance,” dice, schiarendosi poi la gola. Sembra imbarazzato, tuttavia Lance non ci fa caso.

“Quindi... immagino avrai un nome bello come i tuoi occhi.”

Il ragazzo scrolla le spalle e distoglie lo sguardo, eppure Lance non si dà per vinto. Si affaccia al bancone e prende una penna abbandonata accanto al lavello, insieme a un pezzetto di carta un po’ spiegazzato.

“Facciamo un gioco, bel tenebroso,” esclama, lisciando il foglietto.

“Bel… tenebroso?”

“Per ogni sorriso che riesco a strapparti, mi scrivi una lettera del tuo nome su questo foglio.”

L’altro lo fissa strabuzzando gli occhi, ciononostante non sembra particolarmente irritato dalla sua presenza o da quella proposta. Lance conosce bene gli sguardi e le espressioni di chi rifiuta le sue avance; ormai colleziona due di picche come figurine, e ha addirittura i doppioni.

Il tipo, alla fine, arriccia il naso e annuisce, facendo fare un grosso sorriso a Lance.

“Però almeno la prima lettera me la merito… lo so che con la battuta del porto d’armi ti ho conquistato!”
Il giovane fa roteare gli occhi e scuote la testa, afferrando comunque la penna e scrivendo una K sul pezzo di carta.

Lance lo squadra divertito. “Kevin? Karl? Kenny? Kirk?”

“Guarda che non sono un personaggio di Star Trek.”

Lance ridacchia. “Wow, attenzione al nerd! Comunque, lo sai che hai un corpo fantastico?”

Il ragazzo alza un sopracciglio e sembra arrossire. “Ah, sì?”

“Certo,” continua Lance. “E sai cosa ti starebbe bene addosso? Me!”

“Oh, cielo…”

Un sospiro tra i due fa ridacchiare Lance, ma un altro sorriso, probabilmente involontario, lo entusiasma ancora di più. Una E si aggiunge alla K sul foglio di carta.

“Devo davvero dirtelo, sei la cosa più bella che potesse succedere a quel paio di jeans.”

Un’altra risata strozzata e l’altro dal nome misterioso si porta addirittura una mano davanti alla bocca per cercare di nasconderla, però Lance la vede comunque.

“Sono serio, non ridere! Sei così bello da essere considerato un OGM.”

“Un che?”

“Un OGM, un Organismo Gnoccamente Modificato.”

“Questa è davvero pessima,” commenta il giovane coi capelli scuri, ma le sue labbra si piegano comunque all’insù.

“Eppure hai riso,” esclama soddisfatto Lance, adocchiando il foglietto. “Mio carissimo… Keit… Keith, per caso?”

Il ragazzo annuisce e beve un sorso della sua birra, ma non sembra intenzionato a dire altro. Nonostante il suo silenzio, Lance non si dà per vinto, frastornato da quanto il suo cuore stia battendo forte.

Gira il foglietto sull’altro lato e fa un piccolo ghigno. “Beh, potremmo continuare questo gioco... che ne dici? Mi pare che tu ti stia divertendo.”

Keith scrolla le spalle. “Non è che abbia altra scelta, visto che sono stato brutalmente abbandonato,” commenta un po’ acido, lanciando un’occhiataccia al suo amico che sta ancora parlando e flirtando con la barista.

“E che problema c’è? Lance è venuto in tuo soccorso,” afferma spavaldo, passandosi una mano tra i capelli e lanciandogli un sorriso che spera possa essere rassicurante. Avvicina ulteriormente il proprio sgabello a quello di Keith e non smette neanche per un attimo di fissarlo.

“Adesso facciamo che, per ogni volta che riesco a farti sorridere, mi scrivi una cifra del tuo numero di telefono.”

“Hai davvero così tante frasi da rimorchio di cui fare sfoggio?” Keith sembra quasi sorpreso, e Lance si morde un labbro.

“Non mi vuoi davvero sfidare, Keith,” dice il suo nome facendolo scivolare sulla propria lingua, cercando di essere il più sensuale possibile.

Lui non sembra notarlo e scrolla le spalle. “E una volta che hai il mio numero?”

“Beh, a quel punto potremmo fare una gara.”

“Una cosa?”

Lance lo guarda come se stesse per dire una cosa incredibilmente ovvia. “Una gara. Usciamo, parliamo, ridiamo, scherziamo… l’ultimo che si innamora, perde.”

Keith alza le sopracciglia, ma senza dire una sola parola: si lascia andare a un sorriso e segna la prima cifra sul foglietto.

“Santo cielo, ma guarda un po’! Anche tu hai un cellulare e pure il tuo numero di telefono comincia con un 3. E’ incredibile quante cose in comune abbiamo già, roba da pazzi!”

Una piccola risata sconsolata segue quelle parole e Keith è obbligato ad aggiungere un’altra cifra sul pezzo di carta.

Lance, a quel punto, si sente obbligato a proseguire.

“Dimmi un po’, sei religioso?”

“Veramente-”

“Perchè sei davvero la risposta a tutte le mie preghiere.”

Keith prova a trattenere un sorriso, però scrive un ulteriore numero.

“Non è che più tardi di andrebbe di venire da me? Ho comprato un nuovo materasso memory foam e sono curioso di vedere come si adatta al tuo corpo.”

“Cosa ha il mio corpo di tanto speciale?” borbotta Keith rimanendo il più possibile serio, non riuscendoci però e aggiungendo una cifra.

“A parte il fatto che sei un OGM? Ma non ti sei accorto che ti ho lasciato gli occhi addosso? Potresti anche aiutarmi a ritrovarli.”

Keith arriccia il naso e non fa compiere un solo movimento ai suoi muscoli facciali.

“No?” Lance non si abbatte. “Sai dove starebbe bene quella maglia? Appallottolata sul pavimento di camera mia, proprio vicino al memory foam.”

Questa volta Keith sorride e aggiunge un’altra cifra alle altre, dando a Lance la possibilità di continuare il proprio discorso.

“E ora che mi ci fai pensare… credo che i tuoi capelli siano della stessa tonalità delle federe dei miei cuscini. Ci starebbero da Dio sopra.”

“Oh, santo cielo!”

Un altro numero si aggiunge ai cinque già scritti e Lance si sente lanciatissimo.

“Lo sai che sei proprio da denuncia? Ad ogni sorriso che fai, mi rubi il cuore.”

Keith, oltre che a sorridere, stavolta arrossisce anche un bel po’ e Lance avverte la propria gola diventare incredibilmente secca.

“I tuoi genitori erano mica alieni? Perchè non ho mai visto nessuno come te sulla Terra!”

Keith ridacchia divertito alla battuta: adesso è completamente voltato verso di lui e non è più così in imbarazzo e scostante come all’inizio. “Ma quando te le pensi tutte queste battute? Sono una peggio dell’altra!”

Lance lo indica con un ghigno. “Eppure ti sto facendo ridere! Vedo che provi a trattenerti, però sono troppo simpatico e affascinante.”

“Era una battuta anche questa?”

Stavolta è Lance a guardarlo stupito e a ridacchiare, beandosi dell’espressione soddisfatta sui lineamenti di Keith.

“Un punto per te, samurai. Guarda che non ho ancora finito, mi manca una sola cifra e poi potremo cominciare la nostra gara.”

“Giocatela bene.”

Lance gli fa l’occhiolino, e si mette a pensare. In una frazione di secondo, un ghigno malizioso gli colora le labbra.

“Ti va di venire sulla mia macchina del tempo? Ci fermiamo da qualche parte tra il ‘68 e il ‘70.”

“Pessima!” Keith fa una smorfia e non sorride, ma Lance non demorde.

“Dai, Keith, ho perso il mio numero di telefono... prestami il tuo.”

“Tremenda.” Lance si accorge che si sta sforzando tantissimo per lasciarsi andare a una sana risata.

“Forza, Keith,” sussurra, avvicinandoglisi un po’ di più e ammirando come le sue guance si tingano di rosso. “Distinguiti dalla massa e dammi il tuo numero.”

Aspetta una manciata di istanti prima di esultare, dato che le labbra di Keith si stendono in un sorriso cristallino.

Quasi gli strappa il foglietto tra le mani dopo che il ragazzo gli ha scritto l’ultima cifra, guardandolo sognante e perdendosi il momento in cui si alza dallo sgabello.

“Già te ne vai?” domanda un po’ dispiaciuto. Ha effettivamente fatto il pagliaccio per una buona ventina di minuti, ma si è anche divertito un sacco con Keith e potrebbe benissimo essere già pazzo del suo sorriso.

“Il mio amico mi aspetta. Ci si vede, Lance!” è tutto ciò che gli dice prima di affrettarsi verso l’uscita e raggiungere il ragazzo alto col ciuffo bianco, il quale lo sta aspettando con un’espressione curiosa.

Lance lo guarda andare via e sospira, prendendo poi il cellulare dalla tasca e memorizzando il numero.

Non sono passati nemmeno due minuti e gli ha già mandato il primo messaggio.

Mi sono davvero divertito con te, ma sembri davvero un ragazzo serio. Posso aiutarti a smettere?

Neanche trenta secondi dopo gli arriva la risposta.

Pensavo fossi uno competitivo.

Non capisce bene il senso di quel commento, per cui gli inoltra un paio di punti interrogativi.

La replica di Keith è fulminea.

La gara è iniziata e sei già nettamente in svantaggio.

Lance deglutisce a quelle parole e sorride sognante arrossendo un poco, incredulo del fatto che, per una volta, le proprie stupide battute per rimorchiare abbiano davvero funzionato.

 

Lo so che è una cosa molto stupida, ma si è praticamente scritta da sola LOL 
Grazie a chi ha letto e spero vi sia piaciuta ♥


Beta reading: Ilaria
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