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Autore: AlliEden    10/10/2017    0 recensioni
L’adolescenza viene considerata, dagli adolescenti stessi, come il periodo più brutto da superare. Ci sono mille difficoltà da affrontare: La scuola, i genitori, gli eventuali fratelli o sorelle che rompono le scatole, gli ormoni impazziti, i brutti voti a scuola, i compagni, quelli simpatici e quelli non, i primi amori e le amicizie.. ma sopratutto…la vita di un liceale è la peggiore.
A Merida non era mai importato nulla di ciò che gli altri pensavano di lei, aveva sempre ignorato tutti quelli che la guardavano male per il suo modo di vestire –apparentemente sciatto e da ‘Barbona’ come la definiva sua madre–, perché non era femminile e non si truccava. Lei era fiera di essere sé stessa e nessuno avrebbe potuto cambiare questo suo pensiero, forse. Perché quando arriva un certo Jack Frost e cambia radicalmente ogni suo pensiero e ogni sua certezza, definendola come la ‘ragazza brutta che rende bella l’altra amica popolare’, per un’adolescente è un colpo basso.
Cosa fai quando il tuo peggior nemico è l’unico che può aiutarti?
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nella vita di un liceale ci sono molti fattori che caratterizzano chi sei.

In particolare, ci sono quei ranghi sociali da rispettare.

Per esempio: Se io fossi la ragazza più popolare della scuola –cosa che non sono– non posso in alcun modo fare amicizia con un nerd, altrimenti automaticamente la mia cittadinanza si abbassa.

In ogni scuola, ognuno ha una cittadinanza.

Ci sono i Nerd, i Gamer, gli Sfigati, gli Sportivi, le Modelle e infine ci sono loro…i Popolari.

Questi ultimi sono quelli che hanno il potere, loro comandano su tutto e tutti. Certo, ci sono diversi tipi di ragazzi popolari, ma sono praticamente impossibili da riconoscere.

Rapunzel Corona era una di queste.

Capelli biondi e lunghi, ragazza sociale e sempre allegra, il suo vestiario diceva molto sulla sua personalità ed era anche conosciuta come la mia migliore amica.

Io, al contrario, avevo i capelli ricci e rossi, sempre scompigliati e sciolti, non ero grassa solo che i muscoli delle gambe erano un po’ evidenti (in quanto praticavo equitazione) e inoltre praticavo atletica e basket come attività sportive scolastiche ed equitazione, tiro con l’arco e chitarra elettrica, nel pomeriggio. Mi piaceva tenermi occupata e, ovviamente, i miei pensieri erano rivolti alle cose che –secondo me– erano veramente importanti. Per intenderci, mai avrei dato la precedenza al trucco invece che ad una bella passeggiata a cavallo. I trucchi e la moda non facevano per me, o possiamo dire che la femminilità l’avevo lasciata in pancia di mamma.

Poi la mia vita era già incasinata di suo; la scuola, i miei genitori, i miei fratelli, tutti i miei impegni, lo studio, l’ansia di prendere buoni voti e poi non scordiamoci che, nonostante tutto, ero una donna e avevo anche io quel periodo del mese in cui ero una bomba, potevo scoppiare in qualsiasi momento.

 

Come ho fatto a conoscere una ragazza come Rapunzel?

La nostra è una storia alquanto bizzarra (non molto in realtà, ma a me piaceva pensare che fosse così)

Ci siamo conosciute alle scuole medie, andavamo nella stessa classe e perciò ci ritrovavamo spesso a confrontarci per lavori di gruppo o ci ritrovavamo nel pomeriggio per gruppi di studio. Nonostante avessimo poche –zero– cose in comune, iniziammo a parlare e alla fine diventammo migliori amiche.

Adesso frequentavamo entrambe il quarto anno di Liceo, i momenti in cui ci vedevamo erano relativamente pochi; solo a matematica, Letteratura inglese, Psicologia, all’entrata di scuola, durante la pausa pranzo e quei pochi minuti in cui io dovevo aspettare il treno e lei mi accompagnava. Senza contare, ovviamente, il pomeriggio. Ci incontravamo si e no tre volte a settimana e il sabato era la nostra serata gelato, per cui andava bene così.

Non mi aspettavo di poter passare tanto tempo con lei, come quando eravamo alle medie. Adesso i problemi erano aumentati e così anche lo studio.

Lei, a differenza mia, non ha mai avuto molti problemi con lo studio. Certo, anche lei aveva delle materie in cui andava meglio e altre in cui andava peggio, ma suppergiù riusciva sempre a dare il meglio e prendere la sufficienza anche in quelle materie che non le piacevano. 

Io invece non ci riuscivo.

Studiavo quando era necessario (ovvero quando erano programmati test e interrogazioni varie) e se una materia non mi piaceva (nel mio caso erano Francese, Matematica e Fisica) non riuscivo a studiarla bene e perciò mi ritrovavo a doverla recuperare e farmi un mazzo tanto. Per me la scuola era sempre stato un grosso problema, per questo avevo bisogno di ripetizioni almeno due volte a settimana e questo era un punto a mio sfavore, ma a farmi credito c’erano le attività scolastiche a cui partecipavano, sono state quelle ad avermi salvata in tutti gli anni.

 

 

Quella sera avevo deciso di rimanere a casa, sotto le mie calde coperte a farmi una maratona di serie tv, ma il destino, anche comunemente conosciuta come Rapunzel, si precipitò proprio quella sera costringendomi ad uscire con lei

 

“Te lo assicuro sarà una festa meravigliosa! È a casa di Elsa, mi ha invitata ma senza di te non ci vado. Forza andiamo! Ci sarà alcol e un sacco di ragazzi, c’è pure la piscina!” 

 

Non so come, ma riuscì a convincermi.

Mi vestii, indossando un paio di jeans, una t-shirt che non fosse di cinque tre taglie in più (Rapunzel ci mise venti munti per trovare quella maglia) un cardigan che non credevo di avere e le mie semplici converse. Uscimmo di casa e, grazie ad un’amica di Punzie che guidava, arrivammo a destinazione.

La casa di Elsa era davvero grande, lei viveva nella zona ‘ricca’ della città, dove le case sembravano enormi castelli e tutte avevano un giardino enorme e una piscina. Dove vivevamo io e Rapunzel invece, era una normalissima zona, con case normalissime e un giardino normale. Niente di troppo esagerato insomma.

Entrammo in casa e, dopo essermi guardata attorno, decisi di seguire Rapunzel e le sue amiche in giardino: mi ritrovai difronte ad un’enorme piscina, con l’idro-massaggio  poco più avanti. Era davvero magnifico, nonostante fosse pieno di studenti e ognuno di loro aveva un bicchiere contenente alcol, il posto non era affatto male.

Passai circa mezz’ora insieme a Rapunzel e le sue amiche a parlare di trucchi, moda e ragazzi, poi decisi di abbandonare la bionda per il tavolo delle bevande. Rientrai in casa andando in cucina, presi un bicchiere di carta rosso e mi versai un po’ di birra. Ogni tanto anche io potevo bere, bastava non esagerare, tutto qui. 

D’improvviso sentì qualcuno sussurrare il mio nome e d’istinto mi voltai trovandomi davanti, seduti sul divano, il gruppo dei più popolari composto da: Elsa, la ragazza più popolare e capitana delle cheerleader. Brian, Michael e Jonathan, che giocavano a Basket. Michelle, Erika e Jessica, le cheerleader e poi Jack Frost, capitano della squadra di Basket della scuola, la persona più arrogante, insopportabile, odiosa dell’intero universo.

Era proprio lui ad aver sussurrato il mio nome e in quel momento si era alzato, sotto lo sguardo dei suoi amici, e si era avvicinato al bancone della cucina.

 

“Ma guarda chi si vede, Merida. Che cosa ci fai tu qui, mh?” 

 

Il modo arrogante in cui l’aveva domandato, mi fece sospirare. Cercai di ignorarlo mentre si versava quella che doveva chiaramente essere vodka, nel bicchiere.

 

“Non sono affari tuoi.” 

 

Gli risposi cercando di liberarmi di lui. Ma la domanda mi sorgeva spontanea, lui non mi conosceva, o meglio, mi conosceva solamente di vista e frequentavamo insieme i corsi di Tedesco, Psicologia, Filosofia e durante le ore di educazione fisica la sua classe e la mia erano nella stessa palestra, niente di più. Non pensavo che si ricordasse il mio nome. 

 

“A proposito, ti ricordi del mio nome. Che grande onore.” Risposi prendendolo in giro, facendo un sorrisetto sghembo. Lui non sembrò darci troppa importanza

 

“Bè ti conoscono tutti. Sei la DUFF di Rapunzel.” 

 

Inizialmente non capii, anzi tutt’altro: ero confusa, non sapevo che cosa significasse quella parola, non sapevo che cosa c’eternata Rapunzel sopratutto.


“Hai inventato una nuova parola congratulazioni, e dimmi un po’…cosa dovrebbe significare?”

 

“Sei l’amica brutta che rende bella l’altra amica. Lo sanno tutti.”

 

Chiusi gli occhi. Cercai di pensare alle cose positive della vita, quelle che mi facevano stare bene. Pensai così ai fiori, ai biscotti, al tiro con l’arco.

Pensai ai cavalli, alla mia chitarra, alla neve.

Ma poi li riaprii e mi ritrovai davanti quel suo sorriso arrogante.

Così, presa dalla rabbia, gli rovesciai il bicchiere di birra in testa e me ne andai sotto gli sguardi di tutti. Ignorai persino la mia migliore amica e uscii da quella casa.

Per fortuna che quel quartiere non era molto distante da dove abitavo io, mi era bastato camminare per quattro isolati.

Quella sera faticai ad addormentarmi.

Ero sotto le coperte, avevo appena spento il mio pc e mi stavo concentrando sulla lettura del mio libro. Mi stavano arrivando una sfilza di messaggi uno dopo l’altro da parte di Rapunzel ma, non appena sentii i miei occhi chiudersi, posai il mio libro sul comodino e cercai di dormire.

Tentativo inutile visto che la mia mente era piena di troppe domande.

E se Jack avesse ragione? Se io ero veramente la DUFF di Rapunzel? 

Alle mie domande non riuscivo a trovare delle risposte da sola, e c’era un’unica persona capace di poter dare delle risposte alle mie domande: Jack. Così, con il pensiero che l’indomani mattina avrei dovuto parlare con lui, mi addormentai.

 

 

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NdA

 

Eccoci qua.

Salve! Questa è la prima volta che pubblico qualcosa su EFP, ho sempre pubblicato su Wattpad e devo ammettere di essere parecchio nervosa. Oltretutto è anche la prima volta che pubblico qualcosa riguardante i Big Four o comunque qualcosa che riguardi questo mondo.

Ho sempre pubblicato fan fiction riguardanti serie tv perciò adesso che mi ritrovo qui, sopratutto con una long, mi sento in un certo senso realizzata.

Ma! Passando alla storia non ho molto da dire al riguardo di questo primo capitolo.

Merida e Jack sono i miei personaggi preferiti e dunque non posso fare a meno di shipparli insieme, anche perché trovo che i loro caratteri siano molto simili e quindi, semmai dovessero incontrarsi un giorno, scommetto che non andrebbero subito d’accordo. 

 

 

   
 
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