Esattamente
cos’ho fatto di male? È appena iniziata la giornata e ho già un diavolo per
capello. Anzi lo so bene cos’è stato a farmi andare fuori dai gangheri, o
meglio chi è stato. Un nome sentito e
risentito alla Hampton. Colin Sanders, o più comunemente detto per me, solo Sanders. Uno dei ragazzi più popolari dell’istituto
e mio acerrimo nemico da sempre, o quasi.
Troppi anni che ci conosciamo, e più gli anni passano e più va peggio; sono continuamente vittima delle sue prese in giro e della sua prepotenza, e io non sono certo una ragazza che si tira indietro e sta ferma a subire perciò, non è difficile immaginare come possa andare a finire..siamo continuamente chiamati in presidenza e anche Gerard, perché ormai con quanta confidenza abbiamo col preside lo chiamiamo perfino per nome, ci ha messo una pietra sopra classificandoci come casi disperati.
In realtà non è sempre stato così, ricordo
che alle elementari era un ragazzino spensierato e con tanta voglia di
divertirsi, ma poi abbiamo iniziato le medie ed è stato l’inizio della fine.
Non so cosa
potrei provare se perdessi mia sorella, la mia migliore amica, la mia
confidente in tutto, probabilmente mi sentirei morire, e forse è così che si sente
lui anche dopo tutti questi anni.
Lucy, per
quanto mi ricordo, aveva circa un paio d’anni in meno di me ed era la bambina
più buona di questo mondo, non piangeva mai, non si arrabbiava mai, sorrideva
sempre e contagiava tutti col suo sorriso, anche quell’orso di suo fratello.
Non si è mai capito cosa fosse successo veramente, ci dissero che giocando
vicino alla scogliera, scivolò e morì annegata in mare, ma il suo corpo non fu
mai ritrovato. Lo conoscevamo bene quel posto, eravamo soliti recarci lì finito
scuola per passare un po’ di tempo all’aperto a scrutare il mare. C’era una
casa, solo una, con una vecchietta che ci preparava sempre il the con i
biscotti, era vedova e per farle un po’ di compagnia noi alunni la andavamo a
trovare quasi tutti i giorni. Non voleva andare a vivere con sua figlia in città,
preferiva restare lì, la casa in cui lei e suo marito si erano amati per oltre
50 anni. I nostri genitori non erano contenti che passavamo così tanto tempo in
quel posto, non era sicuro dicevano. Man mano che il tempo passava, sempre meno
bambini andavano a trovare la signora, ma non Lucy, non lei. Aveva instaurato
un rapporto speciale con l’anziana e non ci avrebbe rinunciato per niente al
mondo.
Ma un
tragico giorno l’incidente. Aveva solo 8
anni e tutta la vita da vivere..ma questo non giustifica certo il comportamento
di suo fratello nei miei confronti! Da quel momento, passammo da essere due
bambini che giocavano assieme ad essere bambini che non facevano altro che farsi
dispetti e scherzi, che negli anni divennero sempre più pesanti. È come se ce
l’avesse con me, come se la sua tristezza l’avesse riversata completamente su
di me, li vedo i suoi occhi ogni volta che mi guarda, è uno sguardo cattivo,
quasi malvagio.
“Sel!”
interrompo il flusso dei miei pensieri e lo rivolgo al mio amico Michael. “Ehi
Sel sono due ore che ti chiamo. Ti eri imbambolata per caso?”
“ Scusami
Mike ma ho la testa fra le nuvole oggi”
“Vuoi che
inventi una scusa con la professoressa per farti saltare la prima ora?” e mi sorride.
È proprio un amico se riesce ancora a starmi vicino dopo tutto questo tempo. Lo
sanno anche i muri che Michael è innamorato di me, ma purtroppo non ho mai
potuto ricambiare questo suo sentimento. Non mi
mai piaciuto in quel senso..
“No
tranquillo, sono sicura che basterà un caffè per rimettermi in sesto. Non ho
dormito troppo stanotte..” ed insieme ci avviamo nell’aula dove si sarebbe
tenuta la prima lezione. Ma non faccio in tempo ad entrare nel grande atrio che
mi viene spontaneo rivolgere lo sguardo a Colin che sta gettando il mozzicone
della sigaretta che ha appena finito di fumare.
Alza lo
sguardo su di me, e c’è stato un attimo, solo un secondo dove nei suo occhi ho
visto qualcosa di diverso dal solito, paura forse?, poi ritorna freddo e pungente
come sempre. Ma non sono una che dimentica facilmente, un tempo eravamo amici,
un tempo eravamo bambini che giocavano a rincorrersi.
Nonostante tutto quello che mi stai facendo
passare io voglio aiutarti, sento di doverlo fare, perciò preparati, non ti
libererai di me facilmente, ti darò il tormento se necessario ma scoprirò il
motivo che ti ha fatto cambiare tanto, il motivo per cui i tuoi occhi sono
sempre così cupi. Questa è una promessa, e Selena Mason mantiene sempre le sue
promesse.
Che i giochi
abbiano inizio.