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Autore: Kameyo    10/10/2017    2 recensioni
Sasuke rifiuta le sue ammiratrici con una pessima scusa.
Naruto non fa altro che essere schiaffeggiato, persino nel giorno del suo compleanno.
"Se foste meno ottusi, mi capireste quando parlo!"
Un piccolo regalo per Naruto, Buon compleanno!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A causa tua.
 
 
Happy B-day, Naruto!
 
 
 
 
Il suono dello schiaffo rimbombò per tutto il corridoio e lasciò Naruto stordito, i ragazzi vicini si bloccarono a guardare la scena e qualche ragazza ridacchiò per il centro perfetto, la guancia si gonfiò e diventò completamente rossa. I compagni di classe guardano prima la ragazza e poi l’amico cercando un nesso tra le lacrime di lei e il totale sgomento di lui. Non li avevano mai visti insieme, non avevano idea di chi fosse.
‹‹Namikaze! Tu sei il peggiore!›› urlò quella che doveva essere una primina. Carina, viso dai tratti delicati e lunghi capelli neri, ma quella maschera di rabbia le dava un’aria strana, come se non dovesse stare sul suo volto.
Naruto rimase imbambolato per qualche altro secondo prima di riprendersi, la squadrò da capo a piedi, sicurissimo di non avere la minima idea di chi abbia davanti. ‹‹Ma che cazzo fai?!›› le urlò in risposta, era già la terza volta in un mese che gli succedeva una cosa del genere, non contando tutte quelle che l’avevano guardato male o insultato.
‹‹Sei uno sgorbio! Io non ti voglio! Non ti vorrò mai! Sei egoista e meschino!›› strillò ancora fra i singhiozzi, ma nessuno aveva ancora capito cosa fosse successo realmente.
‹‹Ma chi ti vuole?! Chi ti conosce?! Non ti ho mai vista in vita mia!›› sentì la rabbia montare. Capiva le lacrime e la crisi di nervi, ma prendersela con lui senza un motivo gli sembrava davvero un’esagerazione.
‹‹Sas’ke-kun, lui...›› si trovò a corto di parole tutto d’un tratto, dal viso trapelarono incertezza e colpa.
Naruto non ci mese molto a collegare la ragazza in lacrime col suo migliore amico, ormai era una storia che si ripeteva da almeno un anno. La tipa di turno si dichiarava, Uchiha la rifiutava con l’ormai solita scusa di non poter stare con lei a causa sua, e lui si beccava ceffoni, insulti e occhiatacce. Non aveva ancora capito perché si ostinasse a usarlo come paraculo, sapeva solo che dopo Febbraio e le psicopatiche rifiutate a S. Valentino che volevano farlo a pezzettini, non ne poteva davvero più.
Sospirò, la poveretta non aveva esattamente tutte le colpe, anche se poteva evitare di trattarlo in quel modo e schiaffeggiarlo in mezzo al corridoio pieno durante la pausa pranzo. Si impose delicatezza e pazienza, soprattutto perché sembrava davvero confusa e imbarazzata al tempo stesso e le spiegò con calma di non interessato a lei, e non perché sia brutta, - assolutamente! - e poi la rassicurò sul fatto che essere rifiutata da Sasuke non era la fine del mondo, anzi.
‹‹È un sociopatico, le uniche persone con cui riesce a stare sono i membri della sua famiglia e me. È un bene che ti abbia rifiutata. Cercati un ragazzo normale.››
Lei lo guardò rossa in volta e gli chiesee scusa, ma tutto quello che Naruto desiderava fare era andare dal suo migliore amico e prenderlo a calci in culo dalla scuola fino a casa sua, quella storia aveva smesso di essere divertente già alla prima pazza furiosa che l’aveva quasi evirato, grazie a Jashin aveva dei buoni riflessi.
Si allontanò da lei, che continuava a scusarsi, con un sorriso tirato sulle labbra e la guancia ancora in fiamme. Shikamaru e Kiba, accanto a lui dal primo minuto, lo guardarono con un misto di divertimento e preoccupazione, già consapevoli del fatto che, di lì a poco, ci sarebbe stata un’azzuffata da fine del mondo; non che di solito le risse fra Naruto e Sasuke fossero di poco conto, quando litigavano non perdevano occasione di rifilarsi cazzotti e calci, ma quella volta avevano il sentore che sarebbe stata diversa.
Arrivano in classe tentando inutilmente di calmarlo, erano al terzo anno, la scuola sarebbe finita a breve, non aveva senso litigare per qualcosa che non sarebbe più successa.
‹‹Seccederà. Oh, eccome se succederà. Io e il bastardo abbiamo già visto gli appartamenti vicino l’università, le ragazze verranno fin lì per farmi a pezzi! Non posso passare l’esistenza a farmi menare da delle pazze!››
‹‹Non andare a vivere con lui›› gli suggerì Kiba. In risposta ricevette un’occhiataccia. Come gli veniva in mente?!
Arrivarono in classe a passo di marcia, Naruto scandagliò la stanza e trovò subito il suo bersaglio. Lo stronzo se ne stava tutto tranquillo a mangiare il suo bento, con un libro in mano e la faccia rilassata di chi non aveva pensieri.
Pezzo di merda!
Naruto gli si avvicinò minaccioso e sbatté entrambe le mani sul banco facendolo tramare, quella volta lo avrebbe pestato, gli avrebbe fatto togliere quel maledetto vizio di metterlo in mezzo ai suoi casini. Se non voleva stare con nessuna, perché non diceva al mondo di essere asessuato o qualcosa del genere?
‹‹Sas’ke!›› gridò a pieni polmoni.
Uchiha alzò lo sguardo dal suo libro e fissò gli occhi blu, terribilmente incazzati, del suo migliore amico. ‹‹Sto pranzando, ti pare il modo?››
Naruto era sicuro che quella mattina lo avrebbe ammazzato, Itachi se ne sarebbe fatto una ragione, alto che ‹‹Fai attenzione al mio otouto, non sa proprio socializzare. Te l’affido››, lo avrebbe riempito di mazzate e avrebbe dato il suo corpo in pasto al serpente che Orochimaru teneva nel suo ufficio.
‹‹Mi pare il modo?! Mi pare il modo?!›› quasi strillò. ‹‹La vedi la mia faccia?! Una delle tue innamorate psicopatiche mi ha dato uno schiaffo, in corridoio, davanti a tutti, perché tu – gli puntò il dito contro – l’hai rifiutata dicendole che lo facevi per me! Per me! Peccato che io non l’avessi mai vista in vita mia!›› Aveva il fiato corto per quanto e come aveva parlato, e se fosse stato un drago, gli sarebbe sicuramente uscito il fumo dal naso. Non era mai stato tanto arrabbiato con Sasuke, anche se c’era una piccolissima vocina nel suo cervello, che tentava di fargli capire che c’era dell’altro sotto tutta quella rabbia. Peccato che lui preferisse fare il sordo.
Sasuke lo guardò annoiato, quasi scocciato. ‹‹Non le ho detto niente del genere, avrà capito male.››
Naruto si alterò, peggio di prima. ‹‹Ma davvero? – rise sarcastico – Chissà come fanno, tutte le ragazze che rifiuti, a capire male! Vorrei davvero che tu mi illuminassi su questo punto, perché c’è qualcosa che mi sfugge!››
‹‹La prossima volta che rifiuto qualcuna, ti chiamo e ascolti quello che le dico›› rimise gli occhi sul libro, ‹‹Così la pianti di urlarmi contro, sei irritante.›› Il suo volto si corrucciò all’improvviso, come se qualcosa lo avesse fatto irritare.
All’amico venne voglia di scaraventargli il tavolo in faccia. Non solo lo usava e le ragazze se la prendevano con lui, faceva pure finta di non saperne niente e si arrabbiava pure!
‹‹Perché cazzo mi tratti in questo modo?!›› gli urlò, togliendogli il libro dalle mani. ‹‹Quest’anno ho perso il conto di quante ragazze mi hanno schiaffeggiato, sono stato persino inseguito a S. Valentino, e non ho ricevuto niente di carino per di più, e tu vieni pure a dirmi che non è colpa tua! Con quale coraggio poi ti arrabbi, lo sai solo tu!››
‹‹Non ho mai detto a quelle tizie che ti piacevano!›› urlò a sua volta l’altro, scattando in piedi come una molla.
I compagni di classe, che li guardavano ammutoliti dal primo minuto, iniziarono ad agitarsi, bastava che solo uno dei due facesse una mossa falsa e sarebbe stata guerra.
‹‹Allora perché se la prendono con me?!››
Si urlavano a pochi centimetri dal viso e si guardavano con gli occhi iniettati di sangue, Naruto sembrava un cane inferocito, mentre Sasuke tentava di contenersi, stava studiando la migliore strategia per rompergli la mandibola e salvare i suoi timpani, almeno per un po’.
‹‹Se non foste tutti dannatamente ottusi, mi capireste quando parlo!››
‹‹Mi stai dicendo che sono stupido, bastardo?!››
‹‹Non credo ci sia bisogno che io lo dica, si vede al primo sguardo che sei un idiota!››
‹‹Se sono tanto idiota, perché sei mio amico?!››
Sasuke fece per replicare, aveva già pronta una rispostaccia sulla punta della lingua, ma a quel punto Naruto si sarebbe offeso davvero e chiedergli scusa gli sarebbe costato fin troppo orgoglio. Aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo, non poteva dire niente, altrimenti si sarebbe fregato da solo. Voltò leggermente il viso per non guardarlo in faccia e si sedette al suo posto, avrebbe ripreso a mangiare e l’avrebbe ignorato, era meglio evitare una litigata epocale proprio quel giorno.
‹‹Non dici niente?›› lo provocò Naruto. La sua piccola vocina gli ordinò di tacere, avrebbero discusso da soli una volta arrivati a casa, in maniera civile, per quanto civili potevano essere loro due in mezzo a un’azzuffata.
‹‹Non ho niente da dirti, non oggi.››
‹‹E domani sì?››
‹‹Domani ti prenderò a pugni, se ci tieni tanto, ma oggi non mi va.››
Naruto lo fissò incredulo, Sasuke non rifiutava mai una sfida. Pensò che doveva sentirsi in colpa per quello che gli era successo, forse aveva finalmente capito che non poteva metterlo in mezzo quando si trattava di ragazze. Magari aveva pure capito che doveva stare alla larga da loro, ma solo per il bene del genere femminile, mica perché stava meglio da solo, o con lui e basta.
Avevamo detto basta con questi pensieri!
All’improvviso però si illuminò e capì. ‹‹Non vuoi litigare nel giorno del mio compleanno?››
Sasuke finse di non sentirlo e si mise il libro davanti al viso, ma le sue orecchie, anche se solo le punte erano visibili, divennero rosse.
‹‹Allora è così!›› trillò Naruto contento.
‹‹Io non ho detto niente›› gli rispose l’altro a voce alta, così da farsi sentire pure dalle orecchie da elefante dei suoi compagni.
Naruto rise gioioso e prese una sedia, la mise di fronte al banco del suo migliore amico e si sedette. Si sentiva felice per quella piccola preoccupazione, Sasuke non voleva metterlo di cattivo umore nel giorno del suo compleanno e non voleva neanche litigare con lui, altrimenti avrebbero passato la giornata col broncio e nessuna voglia di festeggiare.
I compagni di classe li fissarono esasperati, il loro modo di comportarsi passava da “prati in fiore e noi due per mano” a “ti vedrò bruciare all’Inferno” nel giro di pochi secondi, erano tutti sollevati per la fine della scuola dal quel punto di vista. L’ultima volta che avevano litigato furiosamente – c’erano voluti Fugaku e Minato per non farli espellere -, a Jiraya era quasi venuto un infarto, il vetro di una delle finestre del pian terreno era stata spaccata e Kakashi, per un centimetro, non si era ritrovato una sedia addosso. Erano davvero tutti contenti di non doverci più avere a che fare, da quel momento in poi se ne sarebbero occupati altri, magari la polizia.
‹‹Nessuno ti ha detto che puoi sederti, usuratonkachi.››
Naruto capì con quella parola che il peggio era passato, Sasuke lo chiamava in quel modo quando voleva prenderlo in giro in maniera scherzosa, per quanto l’altro scherzasse, era ovvio.
‹‹Non ho bisogno del tuo permesso, voglio sedermi qui e lo faccio›› gli disse sorridendo e gli tolse il libo dalle mani, di nuovo. ‹‹Che leggi?››
‹‹Come uccidere un idiota in poche mosse, ti interessa?›› gli rispose sarcastico.
Naruto fissò la copertina e si accorse con orrore di avere un horror tra le mani, glielo restituì di colpo. ‹‹Perché leggi questa roba? È inquietante.››
‹‹Mai quanto te vestito da ciotola di ramen per carnevale.››
‹‹È successo solo una volta! Alle elementari per di più!›› si difese oltraggiato.
‹‹Già, e ho ancora gli incubi.››
Naruto gonfiò le guance seccato, ‹‹Ero davvero carino con quel vestito e lo sarei ancora se lo indossassi!››
Sasuke fingeva di nuovo di leggere, non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vederlo attento mentre parlava. ‹‹Ti starebbe piccolo e staresti con le chiappe al vento.››
‹‹Mi starebbe bene comunque, col fisico che mi ritrovo.››
Quella frase ebbe il potere di imbarazzarli entrambi, a Naruto si tinsero le guance di rosso, per quanto una fosse già viola, mentre Sasuke sentì le sue orecchie andare a fuoco. Era vero, i loro fisici erano molto simili ormai, ma quello di Naruto era un vero spettacolo, i suoi muscoli erano più accentuati, la pancia non era semplicemente piatta, aveva un accenno di tartaruga, e le ossa iliache erano talmente in evidenza da non permettergli di passare inosservato nemmeno negli spogliatoi, maschili.
Rimasero in silenzio, evitando accuratamente di guardarsi. Era da un po’ che quegli strani silenzi li perseguitavano, dicevano qualcosa di strano o si sfioravano per sbaglio e i loro corpi si tendevano. Sasuke sapeva bene di cosa si trattasse, lo aveva capito un anno prima e se n’era fatto una ragione, Naruto invece tendeva a evitare anche solo di pensarci, credeva che se avesse fatto anche un solo passo in quella direzione, le cose si sarebbero sfaldate fra loro. Però, a volte, non riusciva a farne a meno e lo provocava.
‹‹Sai, quella ragazza che mi ha colpito, mi ha detto che sono un sgorbio. So di non essere bello quanto te, ma non penso di essere tanto brutto.››
‹‹Non lo sei infatti›› gli rispose l’altro di getto.
Si fissarono. Se uno dei due avesse distolto lo sguardo, avrebbe perso. Erano entrambi imbarazzati e confusi, stavano seriamente flirtando in una maniera tanto stupida? Frasi dette a caso, tanto per farsi dire la verità e sguardi impossibili da fraintendere.
‹‹Senti...›› iniziò Sasuke con fare dubbioso, ma venne richiamato all’attenzione da una ragazza sulla porta, una ragazza col viso in fiamme quanto loro, un ragazza che guardava Sasuke e tentava di trovare coraggio.
Naruto la odiò. ‹‹Vedi cosa vuole, vado a fare un giro.››
Sasuke non riuscì a fermarlo.
 
Pochi minuti prima della fine della pausa, Naruto era nuovamente nel corridoio, con la guancia ancora viola e una nuova ragazza intenta a vomitargli insulti, come da copione.
‹‹Sei davvero meschino, Namikaze! Non ho mai conosciuto una persona più egoista di te!››
Il cerchio attorno a loro si era fatto numeroso, complice il fatto che molti studenti stessero tornando in classe, Naruto si sentiva umiliato, tutte quelle persone a guardarlo e giudicarlo per qualcosa che non aveva fatto. Aveva visto quella tipa solo un paio di volte, nei corridoio o attorno a Sasuke, ma non aveva mai provato interesse nei suoi confronti, era solo uno dei tanti volti femminili che vedeva a scuola.
Lei sembrava intenzionata ad affossarlo, era aggressiva, lo insultava e derideva, lo aveva chiamato “patetico leccapiedi” e aveva insinuato che frequentasse Uchiha solo per potersi prendere i suoi scarti. Quella era decisamente la ragazza più cattiva che avesse mai incontrato, non le interessava nemmeno di ascoltare quello che aveva da dire, appena provava a parlarle, lei gridava più forte.
Si disse che avrebbe fatto meglio a farla stancare, così poi avrebbe potuto dirle tutto quello che pensava di lei, e al diavolo tutte le raccomandazioni che sua madre gli aveva fatto sulle donne, quella era un demonio. Ma l’arrivo di Sasuke cambiò le cose. Vedendolo la rabbia incalzò, ma più di tutto si sentì ferito, e questo lo fece stare anche peggio. Incazzarsi era normale, chiunque l’avrebbe fatto, ma sentirsi in quel modo non era normale, soprattutto perché si trattava solo di un amico. Non sopportava la vista del suo sguardo, non riusciva nemmeno a capire se fosse scocciato per dover dare spiegazioni o irritato per le cose che quella ragazza stava dicendo, sapeva solo che voleva urlargli contro di non meritare tutto quello.
‹‹Piantala di strillare, stupida oca!›› urlò e gli sembrò che le parole uscissero da sole. ‹‹Non ti ho mai voluta e mai ti vorrò! Sei aggressiva e piena di cattiveria, chi mai ti vorrebbe?! Dici che mi prendo gli scarti di Sas’ke, ma ti sbagli, io non mi prendo proprio niente. Non la voglio la spazzatura come te!››
La ragazza stette in silenzio per un attimo, i suoi occhi sembrarono arrossarsi, ma tornò subito all’attacco. ‹‹Sono io che non voglio della feccia come te! Sas’ke-kun ha detto che non può stare con me per te! Per colpa tua!››
L’interpellato si avvicinò, adesso Naruto poteva capirlo meglio, era davvero incazzato. ‹‹Io non ho detto nulla del genere. Non mettermi in bocca parole non mie.››
‹‹Ma Sas’ke-kun, tu hai detto che è per lui se non puoi stare con me!›› Sembrava seriamente sull’orlo di una crisi, a Naruto fece quasi pena.
Uchiha indurì lo sguardo e la incenerì, non sopportava le tipe insistenti, soprattutto se non capivano quello che gli si diceva. ‹‹Non ho mai detto di non poter stare con te, ho detto che non posso stare con nessuna.››
‹‹Perché ti metti a raccontare queste stronzate?! Io non sono mai stato geloso di te o delle ragazze che ti vengono dietro, puoi stare con chi ti pare! Non mettermi in mezzo quando le devi rifiutare, cazzo!›› Naruto sentiva ancora quella vocina che gli diceva di non spingersi troppo oltre, di non dirgli cose che non pensava realmente.
Sasuke per un attimo sembrò ferito. ‹‹Non ho mai detto che è per te se le rifiutavo. E non penso tu sia geloso delle ragazze che mi vengono dietro, non sei quel tipo di persona.››
Namikaze sembrò rincuorato, almeno non aveva quell’idea di lui.
‹‹Ma hai detto che è per lui!›› continuò imperterrita la ragazza.
‹‹Non ho detto per lui, ho detto che è a causa sua.››
‹‹È la stessa cosa!›› sbottò lei.
‹‹È vero! Stai dicendo la stessa cosa, ma in maniera diversa!››
Sasuke sbuffò esasperato, ‹‹Guarda fra le righe, usuratonkachi! Se tu non fossi così tonto, l’avresti già capito! È a causa tua, dannazione! A causa di quello che mi fai provare!››
Naruto rimase paralizzato, guardava il suo migliore amico con gli occhi fuori dalle orbite e non riusciva a vedere altro che le sue orecchie rosse e il suo sguardo determinato e imbarazzato al tempo stesso, alla fine era stato lui a cedere per primo.
La ragazza scappò via in lacrime e qualche altra primina la seguì a ruota, mentre il vociare degli studenti intorno si faceva sempre più forte e sconvolto.
Sasuke Uchiha si era appena dichiarato a Naruto Namikaze. Sarebbe stato considerato come l’evento dell’anno.
‹‹Che-Che hai detto?›› balbettò Naruto, adesso quello che stava per avere una crisi era lui.
Sasuke si guardò intorno cercando di uccidere più gente possibile con un solo sguardo, peccato che non ci riuscisse. Prese l’amico per un polso e lo trascinò lontano da tutti quegli sguardi allibiti. Era da un anno che tentava di farglielo capire, non si staccavano mai, era persino diventato più gentile solo con lui, rifiutava chiunque mettendolo in mezzo, e quello era comunque rimasto cieco, ottuso com’era. Alla fine l’aveva costretto a dirglielo in quel modo, di fronte a tutti!
Andarono nel cortile dietro la scuola, l’unico posto in cui non andava mai nessuno per colpa di tutti i gatti che ci abitavano, e si fermarono vicino l’orto dei pomodori – li aveva coltivati Naruto, per lui, anche se non gliel’aveva mai detto.
Erano entrambi tesi e guardarsi negli occhi sembrava un’impresa titanica.
‹‹Io credo di aver capito male›› esordì Naruto, anche se trovava più interessanti le sue scarpe.
‹‹Hai capito benissimo.››
Namikaze si zittì. E adesso?
Sasuke lo guardò di sottecchi e si rese conto di averlo messo in difficoltà, probabilmente era l’unico a provare quei sentimenti e l’amico non aveva idea di come rifiutarlo. A quel punto significava dover ammettere di aver sbagliato tutto, tutto, per un anno intero. Si sentì patetico. E ferito.
‹‹Senti, non devi dirmi niente. Non sei costretto a rispondermi anzi, fa’ finta che non abbia detto nulla.››
Fare finta. Naruto creò un mondo parallelo nella sua mente, in cui faceva finta di non vedere e sentire cosa provavano l’uno per l’altro, immaginò come sarebbe stato vederlo con una ragazza o con un ragazzo, a quel punto, e non gli piacque per niente. Gli sarebbe toccato guardarlo baciare qualcuno che non era lui e avrebbe continuato a fare sogni sconci per l’eternità senza farli diventare realtà. Sasuke doveva essere impazzito.
‹‹Ti sei rincretinito, per caso?›› gli chiese senza troppi giri di parole. ‹‹Hai detto che mi ami, come faccio a fare finta di niente?!››
‹‹Non ho detto che ti amo! – arrossì – Da dove salta fuori questa stupidaggine ora?!››
‹‹Hai detto che ti faccio provare delle cose!››
‹‹Questo non significa che sia amore!››
‹‹Ma non ti batte il cuore quando mi vedi?! Non pensi che io sia bellissimo?! E non ti infuri quando qualcun altro mi guarda?!››
Sasuke desiderò poter mettere la testa sotto la sabbia e non riemergere mai più. Perché la conversazione aveva preso quella piega? E perché nella sua testa c’era una voce che stava dando ragione a quel cretino?!
‹‹Invece di pensare a quello che provo io, pensa a quello che provi tu! Non mi hai ancora detto niente!››
‹‹Hai detto che potevo pure non risponderti!›› adesso era lui quello a disagio e completamente rosso in volto.
‹‹Potreste smetterla di urlare? Vi si  sente da dentro.›› La voce di Sakura li fece trasalire, non si erano nemmeno accorti che si fosse avvicinata.
‹‹Sakura-chan! Mi hai fatto prendere un colpo!››
‹‹Vattene, questa è una conversazione privata.››
Sakura guardò prima l’uno e poi l’altro con rassegnazione, non voleva immischiarsi nei loro affari, ma Kakashi l’aveva mandata a placarli, o almeno a provarci. Dovevano almeno smetterla di urlare.
‹‹La vostra conversazione è tutto tranne che privata, Gai-sensei vi sente dalla palestra. Se volete dichiararvi amore eterno, fatelo come le persone normali. Se no andate nel capanno e fate quello che dovete fare, lì non vi sentirà nessuno.››
La guardarono senza parole, per lei sembrava tutto semplice, non capiva quanto potesse essere difficile per loro passare quella linea che separava l’amicizia dall’amore.
‹‹Non farla così semplice, è una questione delicata.››
‹‹Per una volta l’idiota ha ragione.››
Sakura li guardò di nuovo esasperata, anche se provava anche un pizzico di pena per quei due, erano così testardi e stupidamente stupidi quando si trattava del loro rapporto. ‹‹Non c’è niente di delicato fra voi due, mi viene da vomitare al solo pensiero che abbiate quest’idea. Voi siete solo capaci di urlare e scazzottarvi, quindi vi basterà scambiare i pugni con i baci e le rotolate sul pavimento con il sesso. È semplice.›› si voltò per andarsene, alla fine li aveva zittiti davvero. ‹‹E per favore fate in fretta, Kakashi vorrebbe riavervi in classe per la lezione.›› Se ne andò senza aspettare una risposta.
Una volta che Sakura si fu allontanata abbastanza, i due si guardarono di sottecchi per un po’, Sasuke non aveva argomentazioni a suo favore, l’amico lo conosceva abbastanza da sapere che non sarebbe cambiato anche se avessero avuto una relazione, e Naruto voleva solo baciarlo e farla finita con le vocine e tutti i tabù che si era ficcato in testa pur di non rovinare le cose.  Si piacevano, no? E chissà da quanto tempo per di più. Inoltre, avevano già deciso di andare a vivere insieme per l’università, che bisogno c’era di aspettare? E soprattutto, perché per tutto quel tempo aveva fatto finta di niente, se quando vedeva una ragazza dichiararsi aveva solo voglia di strozzarla?
Sas’ke dovrebbe essere intelligente, perché non si è mosso prima? Ma devo baciarlo io? E se non vuole? Ma ha detto che gli piaccio e sono sicuro che mi ama. Sì, deve amarmi per forza, si dice che se è una cotta dura solo quattro mesi, ma noi ci conosciamo da quando siamo nati e ci sono stati tutti quei segnali strani... Devo baciarlo quindi?
Lo guardò, aveva ancora le orecchie rosse e lo stava fissando. Anche lui voleva togliersi da quella posizione di stallo, ma come? Uno dei due doveva buttarsi per primo, ma chi?
‹‹Ca-Cambiando discorso, Sas’ke, cosa mi hai comprato come regalo di compleanno?››
‹‹Se te lo dicessi, non sarebbe una sorpresa.››
Posso farcela, dattebayo!
‹‹E se ti chiedessi un regalo in più?›› Sperò di sentire l’altro accettare.
‹‹Non ti farò una dichiarazione, scordatelo. Non so nemmeno cosa pensi.››
Naruto sospirò contrariato, ‹‹Non voglio una dichiarazione, -tebayo! So già cosa provi per me e tu sai cosa provo per te, è ovvio che lo sai.››
Sasuke mise su un mezzo sorriso, uno di quelli veri, Naruto lo trovò bellissimo. ‹‹Invece non lo so. Dovresti darmi una risposta, è così che si fa quando una persona si dichiara.››
‹‹Ma tu non ti sei dichiarato!›› obiettò poco convinto. ‹‹E comunque, se mi dai questo regalo, lo capirai da solo.›› Non ho mai baciato neanche una ragazza, che sto facendo? Mi prenderà per un verginello incompetente!
Uchiha gli si avvicinò, incoraggiato dal punto in cui sarebbe arrivata la discussione. ‹‹E che regalo vorresti?››
Naruto sentì il profumo del suo quasi neoragazzo dentro le narici, non era mai stato così buono come in quel momento, si sentiva stordito. Poteva baciarlo e fargli tutto quello che voleva da quel momento in poi, e le ragazze potevano insultarlo e schiaffeggiarlo quanto volevano, ormai Sasuke era suo.
‹‹Prima devo sapere una cosa.››
‹‹Sarebbe?››
I loro nasi si sfioravano quasi.
‹‹Quante... Quante ne hai baciate prima di me?››
‹‹Nessuna.›› rispose senza esitare.
‹‹Nessuna?!›› fece un passo indietro e lo guardò dubbioso e felice. ‹‹Davvero?!››
‹‹Sì. Ora possiamo prendere da dove ci hai interrotti?›› Perché rovini l’atomosfera, usuratonkachi?
Naruto sembrò risollevarsi e tutto l’imbarazzo sparì. ‹‹Sono così contento! Credevo mi avresti preso per un verginello incapace, invece anche tu non hai esperienza!››
‹‹Naruto.›› tentò di richiamare la sua attenzione.
‹‹Mi ero già fatto un sacco di paranoie su come sarebbe stato e se ti sarebbe piaciuto, ma imparare insieme sarà molto meglio!››
‹‹Naruto, oi.››
‹‹Pensavo che mi avresti preso in giro, sono così sollevato!››
‹‹Naruto!›› gli prese il viso fra le mani e quello fu costretto a stare in silenzio a fissarlo. Sasuke pensò che i suoi occhi blu erano i più belli al mondo, nessuno aveva iridi tanto meravigliose e ora avrebbe potuto guardarle da vicino tutte le volte che voleva. Quando avrebbero fatto l’amore, quei pezzi di oceano blu, sarebbero stati liquidi e fissi su di lui. Bellissimi.
‹‹Sas’ke.›› sussurrò il diretto interessato, vedendo come l’altro lo stava fissando.
Sasuke sorrise, di nuovo, e Naruto sentì il suo cuore battere così velocemente da scoppiare.
‹‹Usuratonkachi, buon compleanno.››
Si avvicinarono, i visi si inclinarono verso i lati opposti, le palpebre si chiusero, le labbra si schiusero e le lingue si incontrarono.
Il primo bacio di una serie infinita.
  
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