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Autore: An13Uta    10/10/2017    1 recensioni
Non serve essere morti per essere fantasmi.
Basta venire forzati a vivere.
E trovare una ragione per cui vale la pena continuare a rimanere.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Link, Princess Zelda, Ruto, Saria, Skull Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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F a n t a s m i






Un lupo fissa il cielo.

Le stelle sono le stesse che vedeva anni fa.

La luna è ancora una forma chiara attaccata sul blu.

Non è cambiato niente.

A parte quel bimbo che gli sonnecchia addosso, con il braccio attorno alla sua schiena e il respiro profondo.

Il lupo sbuffa, intenerendosi al pensiero.

L'anziano in abiti sgargianti di fianco a lui sorride, godendo della soffice luce dello spazio.
 

Se qualcuno guardasse, vedrebbe solo un lupo e un ammasso di legno.

 

Non sta dormendo, sta ricordando.

Non è sano ricordare così tanto, ma non può farne a meno.

È troppo confortante per le sue vecchie ossa.

Continuerebbe all'infinito, con la testa tra le zampe.

Ma poi arriva una faccia grigia a destarlo, due orbite infernali e cento dentini appuntiti.

Il lupo sobbalza, facendolo cadere.

La donna dalla pelle scura ride, nascondendo inutilmente la bocca con la mano.
 

Se qualcuno guardasse, vedrebbe solo un lupo e un ridente monello dispettoso.

 

Trotta, trotta, vai avanti.

Tra rami, radici e tronchi.

Trotta, trotta, tanto per far qualcosa.

Trotta, trotta, senza meta.

Il bambino lo segue, sgambettando accanto a lui mentre sbatte i piedi sulle foglie cadute.

Il lupo va un po' piano, per non lasciarlo indietro.

La nobildonna bluastra seduta sulla sua groppa parla di continuo, su tutto e tutti.
 

Se qualcuno guardasse, vedrebbe solo un lupo e un bambino che camminano.

 

Silenzio, si è addormentato.

Non si reggeva più in piedi dal sonno, poverino.

Il lupo non poteva certo mollarlo lì da solo.

E ora vanno assieme.

Il piccolo è sdraiato sulla sua schiena, pancia in giù e occhi chiusi a sognare.

Il lupo fa attenzione, non sia mai che cada.

L'energumeno più duro della roccia accarezza il piccoletto, come un vero fratellone.
 

Se qualcuno guardasse, vedrebbe solo un lupo e un grigio corpicino immobile.

 

Il suono di uno strumento a fiato pervade l'aria.

Si infila tra i tronchi come un serpente.

Afferra i residui di ossigeno e li fa danzare nella luce.

La melodia permea la foresta, gli alberi canticchiano.

Il fanciullo suona il suo flauto seduto sul lupo, agitando la testa con l'allegro motivetto.

Il lupo scodinzola a tempo, felice.

La bambina in verde li segue con la sua ocarina, un sorriso sul visetto chiaro.


Se qualcuno guardasse, vedrebbe solo un lupo e un giovane suonatore ambulante.

 

Il lupo si diceva sempre di guardare dove metteva i piedi.

Era la regola numero uno per non finire nei guai.

Non può certo seguirla ora però.

C'è uno spettacolo appena sopra la sua testa.

Lo spiritello dondola da un ramo all'altro senza muovere le gambe, aiutato solo dalle mani.

Il lupo lo fissa col naso in aria, divertito.

La guerriera dai capelli bianchi sospira, tenendo l'ignaro combina-guai sulle sue spalle.
 

Se qualcuno guardasse, vedrebbe solo un lupo e uno spiritello che gioca.

 

Il lupo è stanco.

Vuole dormire, smettere di camminare, riposare.

Vuole svegliarsi e trovarsi disteso su un prato assolato nel bel mezzo del nulla, senza preoccupazione alcuna, ad ascoltare una brezza infinita che gli scompiglia i capelli.

Vuole tornare bambino e rimanerlo.

Si volta solo un secondo, sentendo una presenza alle sue spalle, e la vede.

Apparsa in silenzio, radiosa come un'alba di oro e lapislazzuli. Gli sorride, dolcemente, il capo leggermente inclinato e uno sguardo ancora un po' colpevole, sebbene sia passato tanto tempo.

La sua mano si sporge invitandolo ad andarsene.

È venuta a prenderlo.

Di nuovo.

Basta allungare una zampa, un dito, sfiorare quella mano soffice e bianca, e finalmente si ritroverà sdraiato nel mondo immobile che sogna.

Il cuore gli si libra nel petto.

E ricade al suolo.

Di nuovo.

Il muso del lupo si volta indietro. La principessa segue il suo sguardo, posando il proprio su un sonnolento spettacolo.
 

Skull Kid sta tentando in tutti i modi di non addormentarsi. La testa gli ciondola, facendo pendere pericolosamente il corpicino verso il basso, mentre gli occhi sembrano sempre sul punto di chiudersi.


E all'improvviso ci sono fiumi arancioni che scorrono sulle sue guance grigie. Un temporale di lacrime d'ambra che crescono e si accumulano, si solidificano, avviluppano la minuta figura da cui sono nate in un abbraccio forzato e crudele. La strangolano e la intrappolano, impedendo alcun contatto col mondo esterno, ma mantenendola viva.


Il lupo si accoccola attorno al bambino, offrendogli il suo pelo come letto.

Skull Kid si abbandona all'abbraccio dell'animale, sorridendo senza il minimo pensiero.

Non sa niente.

Non sa dei pensieri spaventosi del lupo.

Non sa di cosa veda il suo unico occhio rosso.

Non sa di starlo ancora aspettando, senza mai riconoscerlo.

Non sa dei sei silenziosi fantasmi che li seguono, tenendo loro una compagnia invisibile e discreta.

Non sa di come fissa il punto in cui lei sedeva poco prima, ora vuoto e buio, sapendo di aver perso un'altra occasione.

E non sa di come lo ami più di qualsiasi altra cosa, al punto da rinunciare alla pace della Morte per una marionetta di legno vecchio.

Di come ha scelto la sofferenza di una finta vita per non lasciarlo a disperarsi da solo.

Di nuovo.



 

In un secondo il bimbo dorme.

Il suo respiro regolare smuove l'aria della notte, dolcemente, lentamente.

Il lupo lo osserva, e il cuore gli si libra nel petto.

Di nuovo.

Quando poggia il grosso muso sulle gambe secche dello spirito si sente leggero.


Un lupo ed un diavoletto si riposano in un bosco.

Quello che nessuno vede sono due bambini, addormentati l'uno sull'altro.





 

   
 
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