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Autore: cin75    11/10/2017    6 recensioni
E se il Team Free Will esistesse davvero solo che a farne parte fossero Jared , Jensen e Misha???
Infondo sempre di amicizia di parla!!!
Solo di amicizia. Quella vera!!!!
Team Free Will, questa è per te, amica mia!!!!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Only Friendship'
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“Ehi, Jensen vieni!” esclamò Misha, vedendo entrare il suo amico e collega nella stanza delle riunioni del cast.

“Grazie , Mish!!” fece Jensen accomodandosi e battendo amichevolmente la mano sulla spalle del bruno.

“Ed ecco anche te!! dai! Siediti qui….” continuò un attimo dopo, l’interprete di Castiel, quando nella stanza fece ingresso anche Jared, indicandogli il posto accanto a Jensen.

“Tranquillo, Misha! c’è posto anche dall’altro lato del tavolo!” si fece avanti proprio Jensen, indicando i posti all’altro lato del tavolo.

“Sì, tranquillo, Misha. C’è posto anche qui. Va bene lo stesso.” rispose Jared, palesemente amareggiato, mentre si sedeva di fronte a loro.

Misha era decisamente spiazzato, come gli altri che si erano accorti dello scambio di battute appena avvenuto.

“O….Ok!” fece decisamente perplesso Misha, scrutando i suoi due amici, che decisamente non sembravano loro.

Non ci fu modo di chiarire al momento perché la riunione del cast, con il regista e gli altri membri della crew ebbe inizio.

Ma quando tutto terminò come al solito dopo qualche ora, mentre gli altri andavano via , il bruno si fece avanti verso i due protagonisti della serie.

“Sentite, Vicky viene su a Vancouver questo weekend. Che ne dite se facciamo stare i ragazzi tutti insieme, così a fine giornata ci strappiamo i capelli per lo stress??!”

“Sarebbe bello, stressante , ma bello!” convenne Jensen.

“Anche Gen e i piccoli ne sarebbero felici. Ci sto!” si accodò Jared.

“Perfetto!” esclamò sollevato, l’attore, vedendo l’accordo appena stabilito. Forse aveva solo frainteso quel “momento” prima della riunione!!

Fin quando...

“Cavolo!” fece Jensen indicando il suo cellulare.

“Che c’è?!” chiese Misha.

“Ho appena ricevuto un messaggio. Non posso esserci questo weekend ma Dany e i bambini di certo non mancheranno. Saranno dei vostri.” rispose, anche se Misha notò che il cellulare dell’amico e collega era spento.

“Oh andiamo!!, Jensen. Non puoi rimandare?!” chiese senza scendere nel particolare del telefonino.

“No, Mish. Mi dispiace, non posso.” si scusò anche se nella sua voce c’era un certo tono seccato.

Misha iniziò a pensare di non aver frainteso e infatti quando Jared si fece avanti, sembrò averne conferma.

“Davvero? Davvero Jens? Vuoi arrivare a questo?” sbottò quasi ferito Jared. “O io o tu?!”

Jensen a quella sorta di accusa, sotto gli occhi blu straniti del collega ancora seduto al suo fianco, si alzò di scatto e rivolgendo uno sguardo furioso verso il più giovane, confermò ogni dubbio.

“Ci sei arrivato tu per primo a questo punto!” lo accusò, il biondo e poi per colpire in un modo che lasciò Misha senza parole, mentre recuperava la sua giacca e il suo copione, concluse: “E il mio nome é Jensen. Non Jens, non Jay, non Jack. Ma Jensen. Almeno per te!!” e andò via.
 

Misha era letteralmente a bocca aperta. Non poteva crederci. Non sapeva nemmeno come spiegarselo anche perché non aveva mai visto una cosa, una scena, uno scambio del genere. Non tra Jared e Jensen!!

E quando Jensen fu fuori dalla stanza, guardò stranito l’unico dei due rimasto nella stanza.

“Ma che….che cavolo è successo?!” esclamò incredulo.

Jared lo guardò e poi , triste, distolse lo sguardo da quello dell’amico per fissarlo attraverso la soglia da cui Jensen era uscito. “Abbiamo litigato.” quasi sussurrò, amareggiato.

“Voi? Litigato? Cazzo, Jared. Voi non litigate!!” sbottò Misha. “Vi conosco da oltre otto anni e non vi ho visto mai litigare nemmeno per lo sport!!”

“Perchè tifiamo le stesse squadre!” rispose con un sorriso amaro, Jared.

“Appunto e se non fosse che vi conosco, che so che siete felicemente sposati e favolescamente innamorati delle vostre mogli e dei vostri figli, giurerei che siete delle fottutissime anime gemelle. Quindi voi non potete aver solo litigato!” asserì convinto il moro.

“Invece sì, Misha. E lo abbiamo fatto e... di brutto. Credo che ormai sia tutto...” ribadì Jared, mentre la sua voce si fece più ansiosa.

“No!” lo fermò Misha, prima che Jared potesse finire. “Non dirlo!”

“Misha...”

“No! Non esiste.” lo interruppe ancora, rifiutandosi di accettare quello che il ragazzo voleva fargli capire. “Ora tu resti qui e mi dici che diavolo è successo e insieme vedremo di risolvere la situazione e se non lo fai tu, vado dritto dritto da Jensen.”

“Non puoi farlo!” ringhiò Jared.

“Mettimi alla prova!” lo minacciò l’altro. “Non ho nessuna intenzione di vedere due tra i miei migliori amici perdersi per una qualche stronzata. Quindi sputa il rospo!”

Jared sospirò pesantemente e capì di doversi arrendere di fronte alla caparbietà di Misha. “Credo che sia decisamente colpa mia!” iniziò, imbarazzato.

“Non è mai colpa solo di uno, almeno che non ci sia di mezzo una questione di corna e...”,Misha si fermò un attimo perché un’ idea assurda gli era esplosa al centro del cervello. Ma era talmente assurda da essere impossibile. “Cazzo!!, non dirmi che tu e Dany...” azzardò comunque, terrorizzato dalla possibile risposta.

Jared sgranò gli occhi alla sola idea di una tale relazione e scoppiò, quasi furente. “Cosa?? ma che cazzo dici, Misha. Nooo!!”

“Ok, Ok….ma questa situazione di voi due che vi mandate a quel paese è così strana e assurda che devo sdrammatizzare in qualche modo.” si scusò, gesticolando confusamente. “Ok! Dimmi che è successo.”

“Circa tre settimane prima che iniziassero le riprese della 13ma, io...io ho avuto un altro dei miei….momenti!” riferendosi ai suoi momenti di depressione.

“Cazzo, Jared. Perché...perchè non mi hai chiamato. Lo sai...lo sai, amico, che io, noi, ci saremo sempre per te.” lo rimproverò.

“Lo so, lo so. Ma non è stato pesante come quello di un paio di anni fa, potevo gestirlo. Ma Gen, era comunque preoccupata e si è confidata con Dany e lei , naturalmente ne ha parlato con Jensen. Credo che tutto sia successo allora! Ho capito quello che davvero stava succedendo.” spiegò, Jared.

“Cosa?! Cosa stava succedendo?” chiese perplesso Misha non capendo a che cosa si riferisse Jared.

“Quando Jensen ha saputo che stavo di nuovo male, ha rinunciato a partire per un importante servizio pubblicitario. Ha delegato perfino tutto quello che c’era da fare dei lavori alla birreria senza pensarci due volte ed è venuto da me.”

Misha sembrò ancora non capire. Cosa pensava che avrebbe fatto Jensen ?!

E infatti: “Ok! Sai che Jensen non ci pensa due volte a mandare tutto al diavolo quando si tratta dei suoi amici, specie se poi si tratta di te!”

“E’ questo il problema, Misha!” asserì nervosamente, Jared. “Non può continuare a sacrificare parte della sua vita, del suo lavoro per me. Sai che a Roma , quando ebbi quella crisi, l’ho dovuto minacciare seriamente per impedirgli di salire su quell’aereo con me?” gli rivelò. “Avrebbe mollato la Jib, avrebbe mollato la convention pur di accertarsi che io stessi bene.”

“Jared...” provò a mediare quel “comportamento” di Jensen.

Jared negò a capo chino, in un chiaro gesto di sconforto.

“Ha una famiglia, una moglie che lo adora, dei figli che lo amano immensamente. E io non posso essere un allarme costante nella sua vita e nella sua famiglia.”

“D’accordo. Diciamo che capisco il tuo punto di vista. Ma da qui alla lite?” cercò di capire come si era arrivati a quella situazione di cui era stato testimone.

“Quando l’ho visto arrivare a casa mia, pronto a rimettermi in piedi, di nuovo, io...io gli ho mentito.” confessò.

“Mentito?!” ripetè confuso.

“Gli ho detto che non serviva che lui fosse presente, che potevo cavarmela, che non avevo bisogno di lui, che avrei mandato dai genitori anche Gen e i ragazzi, per stare solo più tranquillo. E allora lui, invece di arrendersi, ha detto che ci sarebbe comunque stato , che il servizio non era importante e che l’appuntamento che ne sarebbe seguito lo era ancora meno. E allora ho deciso!” fece , ricordando quello che aveva detto e fatto.

Misha lo fissò e vide la colpa sul suo viso e con apprensione credette di aver capito.

“Oddio, Jared!, ti prego dimmi che non hai detto o fatto niente di stupido. Dimmi che non hai detto quello che penso!” azzardò.

“Gli ho detto che non capiva, che non capiva che il problema era lui, la sua costante presenza nella mia vita, che non volevo averlo intorno, che ero stanco di quel perenne “Jared e Jensen... Jensen e Jared... fratelli veri dentro e fuori dal set...”, che era stato bello essere amici ma stancante essere “come fratelli”, che non si era reso nemmeno conto di quanto io mi fossi contrariato quando acquistò la casa confinante alla mia quando da Malibù decise di ritornare in Texas, che...” e a Misha bastò. Decisamente. E provò solo ad immaginare cosa poteva aver pensato Jensen ed il perché di quella situazione.

“Ok! Basta, basta. Il quadro è chiaro. Hai fatto decisamente lo stronzo!”

“Non credo che esista un nome per descrivermi.” si accusò il giovane.

“Ma non deve essere stato facile?!” sembrò volerlo consolare Misha. Jared era davvero l’incarnazione della colpa, in quel momento.

“Dio!, Misha. Avresti dovuto vedere la sua faccia. Me la sogno ancora di notte. La delusione, il dolore, l’amarezza che aveva in faccia. Mi guardava e sembrava stare cercando un altro me, perché era come se non accettasse che la persona che gli stava dicendo quelle cose assurde fossi io.”

“Ti ha detto qualcosa?” azzardò Misha.

Jared chiuse per un attimo gli occhi e quasi in uno stato ipnotico ripetè all’amico parola per parola quella che fu la risposta di Jensen alla sua “falsa verità”!

Non le avrebbe mai dimenticate quelle parole.
 

Hai aspettato dodici anni per dirmi che non ne potevi più della nostra amicizia!? A questo punto credo di doverti delle scuse per averti chiesto di essere il mio testimone di nozze ; chiederti scusa se deve esserti pesato dirmi di essere il tuo. Credo di doverti delle scuse per aver pianto con te al telefono quando ho saputo che il mio primo figlio sarebbe stata una bambina, di aver voluto bene ai tuoi figli come se fossero miei. Di tenere alla tua famiglia come tengo alla mia. Ma se tutto questo, in tutto questo tempo, è stato solo un peso per te, che forse, ha anche peggiorato la tua...condizione, beh!, tranquillo Jared, da oggi sei libero da questo peso.....da oggi , saremo solo colleghi di lavoro.”


“Cavolo!!!” esclamò Misha a quel ricordo.

“Già! Per usare un eufemismo gentile!” convenne affranto, Jared.

“Cosa ti aspettavi, Jared?!! Hai idea di quello che gli hai detto o meglio che gli hai fatto credere?!” lo rimproverò il moro, dopo aver assimilato alla meglio peggio quel racconto.

“Credi di no? Credi che non lo sappia?, ma cerca di capirmi!!”, provò a giustificarsi Jared. “Jensen , in alcune situazioni, è davvero come fosse Dean. Pronto a scattare e a proteggermi in caso di pericolo. E ora, a costo di starci male, di perderlo, devo proteggerlo io. Questa è la vita reale!”

Misha sorrise a quel senso di protezione che i due avevano uno verso l’altro.

“Senti, io posso anche capire perché vi conosco e nessuno meglio di me conosce l’amicizia che vi lega. Ma non riesco ad accettare questa situazione, Jared. Non è giusto. Per te, per lui. Devi trovare il modo...”

“Di fare che?!”, lo fermò Jared. “Rimangiarmi tutto? Dirgli che gli ho mentito?”, fece sedendosi pesantemente sulla sedia da cui si era alzato a fine riunione. “Peggiorerei la situazione. Si sentirebbe preso in giro!”, riflettè. “Vedrai! Mi odierà per un po’ di tempo, mi ignorerà quando saremo e non saremo sul set, ma gli passerà. Perché Jensen non sa odiare. Non ne è capace!”

“In pratica stai aspettando che sbolla!?” replicò ironico il collega.

“E’ questa la mia speranza.” sperò fortemente.

 

Ma Misha era davvero testardo e fortemente deciso a “rimettere insieme” quell’amicizia. Così andò anche da Jensen.

“Ehi, Jensen!?” fu il richiamo che fece quando si affacciò all’entrata del camper del biondo.

“Mish, entra!! vieni! Stavo avvisando Dany del tuo invito!”, rispose Jensen. “JJ era entusiasta!”

“La mia ragazza!!” esclamò orgoglioso Misha, sapendo così di “scatenare” la gelosia dell’amico. Infatti...

“Ehi!” ringhiò bonariamente furioso , Jensen.

“Non sia mai!!” si difese alzando le mani, Misha. Poi restò per un po’ e sembrava che stesse cercando il modo e le parole giuste per dire qualcosa e Jensen che ormai lo conosceva bene, se ne accorse.

“Ok! Sento le tue rotelle girare vorticosamente. Spara!!” lo incoraggiò.

Misha lo guardò perplesso, indeciso se proseguire o meno. Poi la voglia di risolvere quella situazione , lo convinse anche che doveva prendere la “cosa” con le pinze.

“Non so se posso permettermi, Jens!” iniziò.

“Scherzi?!” replicò ironico, Jensen. “E da quando non ti impicci più degli affari degli altri, specie se gli altri siamo io e…..”, e si fermò mostrando un’espressione di rammarico prima di pronunciare quel nome. Nome che in effetti non pronunciò. “...quell’altro!”

Misha se ne dispiacque infinitamente. Se Jensen nemmeno voleva nominare Jared, era davvero difficile da sistemare.

“Andiamo, Jensen. Sul serio?”, provò comunque. “Quell’altro?!” ripetè.

“Sì, sì, Misha… “Quell’altro!” !!”, ribadì non riuscendo a trattenere o solo a nascondere la rabbia per quella lite. “Perchè sono così incazzato con lui in questo momento che non riesco nemmeno a dire il suo nome. Quello che ha fatto, quello che ha detto, il modo in cui lo ha detto!”

“Stava recitando!” lo bloccò Misha. Niente di giri di parole o giustificazioni varie. Solo la pura e semplice verità.

Quello che però il moro non si aspettava fu la risposta di Jensen e che lo spiazzò del tutto.

 

“Credi che non lo sappia, Mish??! credi che non sappia che tutto quello che mi ha sputato in faccia quel giorno a casa sua era una stronzata?”


Il collega lo fissò stranito. Jensen sapeva che era tutta una finta eppure erano arrivati a quel punto di rottura??!

“Ma allora...io...io non capisco!”

“Cavolo, Mish! Conosco Jared da oltre dodici anni, ho vissuto con lui nella stessa casa; quando non siamo sul set per venti ore consecutive; passo con lui il resto di quelle ore che ci restano della giornata. Passo con lui le feste, le vacanze, i nostri figli vanno nella stessa scuola, le nostre mogli sono amiche e decisamente complici quando devono metterci alle strette. So cosa pensa prima che apra bocca e per lui è lo stesso con me. Perciò, davvero credi che non abbia capito che tutto quello che quel giorno mi ha detto a casa sua è venuto fuori perché aveva saputo che avevo mandato a monte quel servizio pubblicitario per stargli vicino?!” gli spiegò con tono misto tra rabbia , preoccupazione e rammarico.

“Perchè non glielo hai detto allora?!” volle sapere Misha.

Jensen sospirò e sembrò calmarsi o forse rassegnarsi a quel momento di forte disagio.

“Perchè Jared deve capire che lui per me è importante. E’ parte della mia famiglia. E’ come un fratello per me. Gli affiderei la mia vita senza pensarci due volte. Gli affiderei la mia famiglia ad occhi chiusi. Ma lui ha paura di essere di peso, di essere causa di sacrificio. Ho cercato di fargli capire che non è così, che non è mai stato così, anche quando è stato male a Roma. Però lui è maledettamente testardo su questa cosa e non si arrende e ora...”, di nuovo contrariato dalla testardaggine del giovane collega. “...ora , ha fatto la stronzata del secolo. Beh!! questa volta sarò io quello testardo e vediamo se riesco a farglielo capire!!”

“Ok!! Ma credo che sarà dura, amico!” cercò di avvisarlo, Misha, perché sapeva che entrambi i suoi amici erano dannatamente testardi.

“Perchè?!”

“Perchè anche lui ti conosce. Sa che non riesci a tenere il broncio a lungo e spera in una tua capitolazione veloce.” confessò e Jensen sorrise, anche se amaramente.

“Hai ragione. Mi conosce e non credere che io non ci stia male per questa situazione. Cavolo se ci sto male!!, Jared è il mio migliore amico. E come già ho detto molte molte, non è detto che un anima gemella debba esistere solo in amore. Esiste anche in un’amicizia vera e Jared è quell’anima gemella per me. Ma questa volta sarà lui a capitolare. É lui che deve capire!”

 

Misha sorrise. Sorrise del senso di protezione che quei due testoni si dimostravano a vicenda anche dopo aver litigato. Sorrise perché sapeva che anche a distanza, Jared e Jensen, non facevano che proteggersi. Altro che Sam e Dean.

Il loro era un legame vero.

 

“Posso aiutarvi?” chiese come il più apprensivo Castiel.

“Tienilo d’occhio!” rispose immediatamente Jensen e Misha alzò le sopracciglia in un’espressione di chiaro smarrimento. “Non posso farlo io. Non come vorrei o come ho sempre fatto.”, confessò con un po’ di imbarazzo, Jensen. “L’unica cosa vera in questa storia è il fatto che Jared è stato male prima dell’inizio della tredicesima e non vorrei che….” ma non riuscì a finire perché la sua voce si incrinò, nonostante lui non volesse.

Misha comprese. Come non avrebbe potuto!!

“Tranquillo. Sono o non sono un angelo?!” provò a rasserenarlo.

   
 
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