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Autore: piccina    11/10/2017    2 recensioni
Ecco come mi sono sempre immaginare dovesse finire la giornata del Jagathlon. Cosa sarebbe successo se Harm avesse avuto il coraggio di parlare, una buona volta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Finalmente soli” sussurrò Harm, lasciandosi cadere, ancora vestito, sul letto.
“E’ andato tutto bene ed è stata proprio una bella giornata, non trovi?” disse Mac mentre, seduta sulla sponda, si toglieva, con un sospiro di sollievo, le scarpe con i tacchi.
Harm allungò un braccio, la sbilanciò, la fece cadere sul letto e la tirò a sè.
” Vieni un po’qui, Colonnello. Fra figli, nipoti, amici e parentame vario, oggi non sono neanche riuscito ad abbracciarti”.
Sarah si accomodò nell’incavo della spalla del marito, che l’avvolse con il braccio e stettero li, sdraiati a riposarsi.
”Sono stanco morto. Sarà l’età, ma giornate così mi sconvolgono. E’ inutile siamo due vecchietti, non abbiamo più il fisico.”
” Parla per te! Io sto benissimo, a parte il fatto che mi farei amputare i piedi dal male e ho le gambe di pasta frolla, neanche fossi venuta a piedi da NY!” rispose Mac, ridendo.
 
“Hai sentito come parla Andy? Ogni volta che lo vediamo parla sempre meglio, non sembra un bimbo di 2 anni. Sta diventando anche bello prepotentello, se Tom e Cate non staranno attenti finirà per schiavizzare sua sorella, anche se è più grande.”
” Stai tranquilla che Margie sa difendersi bene, più cresce e più mi ricorda un certo marine… Cambiando discorso: senti vecchietta, pensi di reggere a un altro battesimo nel prossimo futuro?”
“Perché? Che c’entra?”
”C’entra, c’entra. Hai notato che, a un certo punto, mi sono appartato con Luke?”
” Nooo, non mi dire che si sono decisi anche loro?” “Ma Giorgia non gli aveva detto che fino a quando avesse continuato a volare sui TomCat, lei col cavolo che avrebbe fatto un figlio?” “Non dirmelo? Luke ha chiesto il trasferimento per un incarico a terra?”
”No Mac, niente trasferimento, ti dovrai rassegnare ad avere un figlio fra le nuvole ancora per qualche anno. Non hanno ancora detto nulla per scaramanzia, ma Giorgia ha ceduto e a settembre diventeremo di nuovo nonni. Ho sentito, per caso, che ne stavano parlando e allora me l’ha confessato. Tu fai finta di non sapere nulla, vogliono darti loro la notizia.”
”Speriamo sia una femmina, di Rabb a spasso per il cielo ce ne sono già troppi, fra te e tuo figlio”
”Mac, non ti conoscevo così maschilista, ormai piloti donna sono all’ordine del giorno” ridacchiò lui.
” Non dirlo neppure. Povera Giorgia e povera nonna Sarah.”
“Bene, a parte gli scherzi, sono proprio contenta e stai tranquillo, quando daranno l’annuncio farò finta di essere stupitissima.” Poi le venne da ridere.
”Che c’è da ridere?”
”Niente, stavo pensando che Luke, fra pochi mesi, conoscerà finalmente qualcuno in grado di tirarlo giù dal letto!”
” Eggià, come ha fatto con me quell’indemoniata di sua sorella. Maronna Sarah, ti ricordi? Mesi e mesi di nottate in bianco, quando Cate aveva deciso di scambiare il giorno con la notte”.
 
Facendosi più stretta e girandosi su un fianco, per guardarlo in viso, Mac disse: ”Ci sono stati momenti che è stata dura, eh? In cui non avrei scommesso un cent che saremmo arrivati a questo punto, con una bella, grande, rumorosa famiglia e con il nostro amore ancora intatto.
Ti amo Harmon Rabb e sono felice di essere tua moglie, oggi come il giorno in cui ti ho detto si.”
 
Un lampo di tristezza attraversò, fugace, i verdi occhi di Harm, sapeva bene a cosa si stava riferendo sua moglie. Dopo tutti questi anni una parte di lui non riusciva ancora a perdonarsi, come invece aveva fatto lei. La strinse forte.
“Anche io ti amo Sarah, ogni giorno di più.”
Erano stanchi, ma non abbastanza e si amarono lentamente e dolcemente, con la sapienza tranquilla che viene da una vita trascorsa insieme.
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M: “E adesso scopami, Rabb! Hai capito?” urlò: “Scopami” “Non ho diritto al tuo rispetto, alla tua sincerità e al tuo amore, non è vero? Ma almeno il sesso, questo me lo devi. E allora adesso zitto, non voglio sentire una parola, taci e scopami. Non è quello che hai fatto in tutti questi mesi, quando mi venivi a cercare? Sesso, solo sesso! E allora adesso avanti, coraggio, cosa ti trattiene? Non sono ancora da buttare via!”
 
Mentre urlava, gli batteva i pugni sul petto e poi, come trasfigurata e posseduta da una forza terribile e misteriosa iniziò a toccarlo, baciarlo, spogliarlo.
 
Harm era sconvolto, atterrito,cercava di fermarla, di bloccarle le mani, di sfuggire alla sua bocca.
”Mac, ti prego, fermati … Mac, ascoltami… Hai ragione, perdonami, parliamone … ti supplico. Basta, smettila… Cosa stai facendo, Sarah?!...”
 
Lo voleva nel suo letto e lo ebbe.
E fu vertigine, rabbia, dolore, cattiveria e disperazione, ma quella volta non fu amore.
 
” Adesso vestiti Rabb e vattene!” gli disse spostandosi di lato e guardandolo con occhi di ghiaccio.
La voce affilata come la lama di un rasoio, impersonale, dalle pieghe di un dolore insondabile: “Potrai vedere i tuoi figli quando vorrai, ma cercati un avvocato. Organizzati per portare via le tue cose al più presto. Vattene! Esci dalla mia vita.”
Si girò, non lo guardò e non gli disse più una parola.
 
Harm cercò, di parlarle: “Non puoi dire sul serio! Guardami Sarah, perdonami. Sono un imbecille, un marito indegno, un fottuto stronzo, ma ti amo. Ti supplico, perdonami.”
Pianse piano, ma lei non asciugò le sue lacrime. Vinto si rivestì e uscì di casa.
Da casa sua, o meglio, da quella che era stata casa sua.
Ed era solo colpa sua.
 
Quando sentì la porta chiudersi, il cuore di Sarah fu sul punto di spezzarsi.
Rimase immobile, sdraiata sul letto, per ore.
Per fortuna i bambini erano dai nonni per il we.
  
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