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Autore: lost in books    11/10/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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L’esercito della Resistenza, comandato da re Tyberius, era composto da cavalieri, da rifugiati dei vari regni, addestrati e desiderosi di poter fare qualcosa per sconfiggere il regno che gli aveva portato via le loro case, da spiriti, decisi a farla pagare agli adepti, e maghi della Torre mandati da Beatrice.
Le persone che lo componevano però non erano abbastanza numerose per affrontare un esercito della portata di quello di Anthemis, Tyberius ne era consapevole.
Aveva fatto la sua scelta e acconsentito alla richiesta di Odette; ora doveva solo sperare che lei facesse la sua parte o quel giorno sarebbe stato ricordato come la fine della Resistenza.
Dovevano solo resistere e se il piano di Odette fosse andato a buon fine, se ne sarebbero accorti immediatamente.  
Il loro arrivo aveva di certo rinvigorito i Darman che ora sembravano combattere con più forza.
Tyberius chiuse gli occhi: era un momento decisivo per tutti loro, quello che aspettavano da molto tempo ormai. Il giorno in cui, nel bene o nel male, tutto sarebbe finito. Fece un ultimo respiro profondo, aprì gli occhi e diede l’ordine che tutti stavano aspettando.
I soldati della Resistenza si lanciarono all’attacco, dalla loro parte la determinazione di vincere quella battaglia a tutti i costi e riprendere in mano le loro vite. Gli spiriti, dotati di artefatti da parte dei maghi alleati in grado di proteggerli dagli attacchi degli adepti, si concentrarono subito sui loro acerrimi nemici mentre i maghi davano sostegno a chiunque ne avesse bisogno e si occupavano dei feriti.
Questa battaglia sarebbe stata difficile per molti di loro poiché gran parte degli uomini dell’esercito di Anthemis non erano altro che i loro cari, catturati dagli adepti ed ora ridotti a dei burattini nelle mani di re Lucien.
Nonostante tutto, stavano facendo la loro parte, nessuno escluso, e di questo Tyberius era grato: aveva temuto che la sua decisione di accogliere la richiesta di Odette non sarebbe stata ben accetta a tutti e invece nessuno si era opposto, avevano creduto in lui.
Lui stesso era il primo a considerarsi imperfetto: per quanto avesse cercato di fare del suo meglio, anche schierandosi in prima linea, sapeva di non essere stato in grado di proteggere chiunque avesse avuto bisogno di aiuto negli ultimi anni in cui da re si era poi ritrovato a capo della Resistenza; ma, nonostante tutto, malgrado a volte si fosse sentito inadeguato nel suo ruolo, i membri della Resistenza avevano sempre creduto in lui.
Era arrivato il momento anche per lui di dimostrare quanto credesse in loro e far sì che tutti i loro sforzi dessero frutto.
Lanciò il suo cavallo al galoppo, i suoi avversari ora di fronte al suo destriero. Sollevò la spada, pronto a colpire.
 
L’arrivo della Resistenza aveva portato un po’ di speranza in quella situazione disperata.
Le sue preghiere sembravano essere state esaudite, pensò Iliana, ma l’esercito di Tyberius non sarebbe stato sufficiente per assicurare loro una vittoria, tutt’altro. Avrebbe solo ritardato l’inevitabile. La potenza messa in campo da Lucien era di gran lunga superiore. Sperava che l’esercito della Resistenza fosse così limitato per una ragione. Doveva fidarsi del giudizio di Tyberius: in fondo, se aveva guidato la Resistenza per anni accrescendone la forza, doveva sapere il fatto suo. L’uomo stava facendo la sua parte, ora toccava a lei fare ciò che doveva.
Riportò i suoi occhi su Lucien, che la stava ancora guardando, la aspettava. Era ora di farla finita, di chiudere quella storia una volta per tutte. Decisa, mosse qualche passo prima di teletrasportarsi vicino al luogo in cui lui si trovava.
Sapeva che Lucien l’aveva persa di vista dopo che aveva usato la magia ma anche che si sarebbe presto accorto di lei man mano che si avvicinava.
L’ultima volta che si era trovata così vicino a lui era stata quando la aveva raggiunta nella foresta dopo la sua fuga dalle prigioni di Anthemis. Non avrebbe mai voluto ferirlo ma nel corso degli anni, senza rendersene conto, lo aveva fatto più volte.
Questa sarebbe stata l’ultima volta in cui lo faceva soffrire. Non poteva più evitarlo, lo aveva imparato a sue spese.
Accanto a Lucien c’era Darcel e un gruppo di adepti che li circondava entrambi, fermando i tentativi di attacco dei cavalieri della Resistenza, che continuavano a subire i loro colpi.
Con un piccolo movimento della sua mano destra, i cavalieri intenti a combattere gli adepti sparirono. Li aveva trasportati in un punto diverso del campo di battaglia, non molto distante ma più sicuro di quello.
Gli adepti, ora accortisi di lei, cominciarono a preparare i loro incantesimi, ma non l’avrebbero fermata. Le bastò schioccare le dita e i maghi caddero a terra, inerti. Non erano morti, li aveva soltanto messi fuori combattimento. Non si sarebbero svegliati per ore.
Lucien e Darcel si erano accorti di lei. Il vecchio mago fece per andare verso Iliana ma Lucien lo fermò ponendo un braccio sul suo cammino. La sua espressione le aveva detto tutto: voleva che fosse lei a venire da loro. La donna non aveva nulla in contrario, questa volta non sarebbe stato lui ad inseguirla.
Percorse gli ultimi metri che la separavano dai due e si fermò. Erano entrambi in piedi, il cavallo che aveva visto prima vicino a Lucien non era più lì. Il re portava legata alla cintura una spada che aveva avvolto, fodero compreso, in delle fasce. Era una cosa strana e a cui non sapeva dare una spiegazione. Era vestito completamente di nero e indossava solo una leggera pettorina come armatura, avendo optato per degli artefatti per difendersi dai possibili attacchi magici.
“Lucien” disse lei.
“Ilia”
Non dissero più niente per un tempo che a lei parve minuti, forse delle ore. Le persone che stavano combattendo intorno a loro ridotti a un rumore di fondo. Nessuno sembrava volersi avvicinare a loro. Mossa intelligente, visto che a breve l’area circostante sarebbe diventata troppo pericolosa.
Ma nonostante Lucien avesse fatto cose orribili negli ultimi anni senza mostrare alcun segno di pentimento, Iliana non voleva lasciare nulla di intentato. Credeva ancora che, nascosto da qualche parte, sotto tutta quella rabbia, odio e rancore, ci fosse ancora il principe gentile e ottimista che aveva visto crescere.
“Lucien, ti prego, puoi ancora fermarti” lo implorò lei “Ritira le truppe e torna nel tuo regno. Posso aiutarti se solo me lo lascerai fare”
“E come? Dicendo a tutti che gli adepti hanno fatto il lavaggio del cervello anche a me?” sorrise sprezzante “Sai bene che non è così e che i tuoi amici non sono così stupidi da crederci. È inutile che provi a farmi cambiare idea, non ho intenzione di rimangiarmi niente”
Il volto di Darcel era coperto in parte dalla maschera e dal cappuccio ma era sicura che stesse sorridendo. Non sopportava quell’uomo e quello che le aveva fatto durante il suo periodo di prigionia ad Anthemis non aveva di certo contribuito a cambiare la sua opinione di lui.
Era rimasta prigioniera per un mese prima dell’arrivo di Sandir e l’uomo ne aveva approfittato per studiare la sua condizione. Non che lei mille anni prima non avesse fatto lo stesso, ma sapere che quell’uomo la aveva esaminata, l’aveva turbata parecchio. Gli unici a cui aveva rivelato i risultati degli esami che aveva svolto su se stessa erano stati Florian ed Akane, le sole persone di cui si fidava ciecamente all’epoca e mai nessun altro.
“Ora se non hai altro da dire, ho una battaglia da vincere e un frammento da recuperare” concluse Lucien.
“Allora non mi lasci altra scelta” era pronta a combattere, era inevitabile ormai.
“Speravo lo dicessi” disse Lucien e, con movimento lento e preciso, recuperò il fodero dalla sua cintura e cominciò a liberarlo dalle bende che lo avvolgevano.
Man mano che le scioglieva, un sorriso sadico si allargò sul suo volto. Voleva che lei guardasse il fodero con attenzione, lo aveva capito, ma fu solo quando poté vedere almeno in parte cosa le fasce nascondessero che capì.
No, non poteva averlo fatto. Sentì una morsa al cuore, lei quel fodero lo aveva già visto.
Era dorato, con piccole pietre turchesi intarsiate sulla parte superiore a comporre il contorno del fiore simbolo del regno di Dahlia.
Ma fu solo quando Lucien estrasse la spada che si sentì crollare la terra sotto i piedi.
Era una lama azzurrina, la cui elsa era dorata come il fodero e con la guardia decorata da sottili lamine dello stesso colore della lama.
Era la spada appartenuta al cavaliere che mille anni prima aveva viaggiato con lei e i suoi altri due compagni: Aoguard, la spada di Artorius.
“Piaciuta la sorpresa?” chiese Lucien.
“Come hai potuto?”
“Quando ho sconfitto Rafflesia e sono entrato in possesso delle loro proprietà mi sono recato a Dahlia ed è stato lì che l’ho vista, in una teca a marcire. Un vero spreco di un’arma entrata nella storia”
Doveva stare calma, quella spada era difficile da controllare. Nessuno a parte Artorius era mai riuscito a sfruttarne a pieno la forza.
Ma Lucien aveva con sé Darcel e un mago era fondamentale per utilizzare al meglio quell’arma, lei lo sapeva bene.
Fu allora che Lucien sollevò la spada in alto e rivolse lo sguardo a Darcel che, puntato il bastone oscuro verso la lama, lanciò un incantesimo.
Dei fulmini si propagarono in direzione di Lucien e colpirono Aoguard e in un attimo sparirono.
Ma la donna sapeva bene che non erano scomparsi nel nulla.
Lucien abbassò la lama, ora quasi bianca, e con un movimento preciso, fendette l’aria in direzione della maga.
L’attacco fu talmente veloce che gli occhi di Iliana non riuscirono a registrarlo. Si voltò di scatto.
A soli pochi metri di distanza da lei, alla sua destra, di tutti quelli che si erano trovati nel raggio di azione della spada, rimanevano solo i corpi bruciati da ciò che doveva essere  stato l’effetto di un potente fulmine.
La donna riportò la sua attenzione su Lucien, era sotto shock. Sentì qualcosa di bagnato scorrere sulla sua guancia. Portò una mano al volto e quando guardò le sue dita le vide macchiate di sangue.
Il giovane re era stato capace di mantenere il controllo della spada. I cavalieri di Dahlia, dopo la sconfitta dell’Oscurità, ci avevano provato in molti ma tutti ne avevano perso il controllo prima di poter scagliare il colpo, anche con incantesimi di potenza decisamente inferiore a quella che aveva visto qualche attimo prima. La maggior parte si era guadagnato brutte scottature, qualcuno aveva perso addirittura la mano. Era per questo che nessuno aveva più provato ad usarla. Invece ora Lucien era riuscito in ciò che solo Artorius era stato in grado di fare.
I ricordi la investirono come un fiume in piena. Mille anni prima, al posto di Darcel, era lei a lanciare incantesimi sulla spada, che ne assorbiva la potenza e, nelle mani di Artorius, era in grado di generare fendenti precisi e di forza addirittura maggiore dell’incantesimo stesso. La spada inoltre era composta da un materiale talmente resistente che nessun’arma era in grado di contrapporvisi.
Doveva inventarsi qualcosa e subito, lei era l’unica a conoscere a pieno le capacità di quell’arma e l’unica che aveva qualche possibilità di vincere.
Quella in cui si trovava era una delle situazioni peggiori che avesse mai dovuto affrontare, doveva ammetterlo. Non solo avrebbe dovuto affrontare il bastone oscuro, arma già da sola difficile da contrastare, ma si sarebbe trovata contro la spada che mille anni prima era sempre stata dalla sua parte.
Ripensò ai suoi vecchi compagni e ai suoi nuovi amici. Non poteva perdere, doveva farlo per loro. La ferita sulla sua guancia si era già richiusa, merito della maledizione.
“Cosa aspettate?” disse lei, pronta a combattere.
I due non se lo fecero ripetere e le si scagliarono contro.
 
Sera stava sorvolando il campo di battaglia, ma non era da sola. Assieme a lei c’erano Darman alati e spiriti del fuoco e dell’aria, arrivati con la Resistenza, tutti intenti ad attaccare i soldati nemici, ma soprattutto gli adepti. Gli artefatti che Iliana le aveva dato si erano rivelati molto utili. Grazie alla spilla, gli attacchi magici scagliati contro di lei e che non riusciva a schiavare, non riuscivano a ferirla e grazie al bracciale, che le aveva dato quando lo scontro era già iniziato, era in grado di oltrepassare le loro difese magiche, qualunque esse fossero.
Aveva sempre avuto paura degli adepti, ma ora erano loro ad avere paura di lei. Vere e proprie colonne di fiamme partivano dalle sue mani e colpivano i suoi acerrimi nemici non lasciando loro scampo. Stava attenta a non colpire i soldati della Resistenza e i Darman, e cercava anche di evitare di ferire i soldati di Anthemis che le sembravano strani, non completamente presenti.
Aveva notato come alcuni dei suoi alleati si erano avvicinati a quei particolari soldati, di come li avessero riconosciuti e avessero cercato di parlarci, farli reagire. Ma era stato tutto inutile, quelle persone non si fermavano davanti a niente o a nessuno. Continuavano a combattere anche se gravemente feriti, finché riuscivano a reggersi in piedi.
Sera si sentì prendere dalla rabbia. Sapeva che era opera degli adepti, quei mostri non avevano il minimo ritegno.
Si scagliò contro ogni mago oscuro riuscisse a vedere, avvolgendoli nelle sue fiamme. Non avrebbe avuto pietà, loro non ne avevano avuta per nessuno.
Sera era forte, era vero e proprio fuoco, pronta a giudicare coloro che avevano portato così tanto male nel loro mondo. Si sentiva invincibile.
Fu allora che vide Iliana. Era a terra, praticamente al centro del campo di battaglia, e stava cercando di rialzarsi a fatica. I suoi vestiti erano pieni di tagli e a circondare il suo corpo c’era una pozza di sangue scarlatto.
La donna stava fissando un punto preciso davanti a lei prima barcollare nuovamente e, quando Sera spostò la sua attenzione dove lei stava guardando, li vide.
Il re di Anthemis si stava avvicinando senza fretta alcuna alla sua amica, sicuro di sé, e con lui c’era anche il Gran Maestro degli adepti, Darcel, l’assassino di Florian.
Si sentì ribollire di rabbia e, senza trattenere un grido, si scagliò contro di loro.
Non avrebbe permesso a quel mostro di fare ancora del male alle persone a cui voleva bene.
Era ancora troppo lontana per riuscire a fare qualche danno e, preoccupata per la maga, riportò i suoi occhi su di lei. La vide alzare la testa, cercare di mettere a fuoco ciò che la circondava, e improvvisamente incontrò il suo sguardo. Vide gli occhi della donna sgranarsi, solo puro terrore in essi. La vide aprire bocca, stava cercando di dire qualcosa ma Sera non riuscì a capire cosa.
Ormai era abbastanza vicina per poter attaccare, a diversi metri di distanza.
Concentrò nuovamente il suo sguardo su Darcel, pronta a colpire.
Successe tutto in un istante. Per prima cosa Sera si rese conto che l’uomo la stava fissando, il suo bastone rivolto verso di lei e poi, prima che potesse fare qualcosa, sentì un dolore tremendo al fianco sinistro. Non era possibile, lei aveva la spilla che le aveva dato Iliana con sé. Sentì un rumore, come di qualcosa di metallico che si spezza, e vide la spilla cadere a pezzi verso il suolo.
Per un attimo la ragazza rimase ferma, sospesa in aria, incredula. Adesso le era chiaro cosa Iliana stesse cercando di dirle: era il suo nome. Portò una mano al fianco, il dolore sempre più forte e, senza più forze, cominciò a precipitare al suolo.
Avrebbe dovuto immaginare che il bastone oscuro fosse in grado di superare le sue difese. Avrebbe dovuto tenere d’occhio il mago e invece si era sentita talmente sicura di sé da abbassare la guardia.
Prima di cadere al suolo ripensò a quello che aveva detto dopo che Sandir si era ripreso dall’Agon.
Aveva ragione, la prossima era stata davvero lei.
 
Leon e Sandir non erano riusciti a fare molta strada. I soldati continuavano ad arrivare numerosi e per quanti ne sconfiggessero, altri ne prendevano il posto.
Erano riusciti a mettersi in una posizione rialzata, sopra uno sperone di roccia sporgente della formazione rocciosa tra le più vicine al suolo.
Da lì potevano vedere Horn, trasformato completamente in un enorme rinoceronte, caricare i soldati nemici senza lasciargli scampo.
Stavano tutti dando il meglio per riuscire a sconfiggere Anthemis, ma la stanchezza stava cominciando a farsi sentire.
I loro colpi diventavano sempre meno precisi man mano che il tempo passava mentre i loro avversari non sembravano accusare segni di stanchezza.
Leon e Sandir stavano combattendo schiena contro schiena, di modo da riuscire a proteggersi a vicenda. Si fidavano completamente l’uno dell’altro.
Sopra di loro, e per tutto il campo di battaglia, c’era un vero e proprio spettacolo di luci. Aveva un certo fascino, pensò Leon, anche se sapeva che in realtà non aveva nulla di ciò, visto che non erano altro che gli attacchi elementari scagliati dagli spiriti e le magie dei maghi.
Improvvisamente, con la coda dell’occhio, si accorse di un bagliore rosso che si stava avvicinando al suolo. Sembrava una stella cadente in pieno giorno.
Ma quando si rese conto di chi si trattava impallidì.
“Sandir” chiamò lui “guarda laggiù”
Il ragazzo fece come richiesto e sussultò “Sera! Dobbiamo andare ad aiutarla!”
Sandir provò a fare qualche passo in direzione della ragazza, decisamente lontana dalla loro posizione, ma non fece neanche in tempo a scendere dalla roccia che venne attaccato dall’ennesima ondata di soldati. Leon e Sandir li affrontarono, ma un nuovo gruppo di avversari si stava già avvicinando.
“Così non va” disse Leon frustrato. Continuava a spostare lo sguardo, dal punto in cui Sera era caduta, ai soldati in avvicinamento. Lei era a terra inerme, preda facile per gli adepti. L’uomo non aveva minimamente preso in considerazione l’ipotesi che non fosse viva, doveva esserlo.
“Maledizione!” gridò Sandir in ansia per la situazione.
“Adesso calmati. La rabbia e la frustrazione sono cattive consigliere”     
Ma la calma di Leon venne messa subito a dura prova poiché vide una donna avvicinarsi correndo a Sera. Era Serena, ed era sola e disarmata, nel bel mezzo di una battaglia.
 



Salve a tutti, qui lost in books.
La battaglia prosegue e i nostri non se la stanno cavando tanto bene.
A quanto pare Serena ha deciso di non rimanere in disparte in questo momento decisivo per la Resistenza, ma riuscirà ad aiutare Sera?    
Alla prossima!
   
 
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