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Autore: Bruschii    12/10/2017    0 recensioni
PRENOTATE IL VOSTRO VIAGGIO NEL PASSATO,
ALLA RICERCA DI UN MISTERO CUSTODITO NEL FONDO DELL'OCEANO.
PRESTO VI SARA' CONSEGNATA LA CHIAVE.
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"Ce ne andiamo in America"
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"Dovrai sputare una miniera di carbone prima di poterti avvicinare ad una come lei"
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"Sto volando"
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"Sono il re del mondo"
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"Non spetta a te salvarmi,Harry"
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"Iceberg!Dritto davanti a noi!"
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"Qualsiasi cosa facciate,il Titanic affonderà"
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"Perchè l'hai fatto,Katherina?Perchè?"
"Salti tu,salto io.Giusto?"
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"Spero morirete insieme"
TITANIC.(& After)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Josephine.

Non passò molto tempo prima che mi accorgessi dell'enorme sbaglio che avevo commesso dando ascolto a mia madre e temendo le lezioni negative di Louis. Mi allontanai con garbo dal tavolo del tè quello stesso pomeriggio, quando mia madre iniziò a discutere con le sue più grandi amiche a proposito del matrimonio, sul fatto che avessi scelto un colore per il vestito che lei detestava, sul fatto che avessi voluto una cerimonia senza molti invitati, sul fatto che avrei voluto evitare che il mio matrimonio  venisse descritto a caratteri cubitali sulla prima pagina del Times. Non aspettai che venisse annunciata l'ora di cena per scappare da quelle arpie ingioiellate, mi alzai semplicemente, chiedendo scusa, e non credo neanche che se ne accorsero, dato che continuarono a discutere su quanto fossero più  adatte le gardenie delle petunie per il mio bouquet. Uscii sul ponte principale della nave, camminando per cercare di  schiarirmi leggermente le idee. Il mio dubbio principale era sicuramente basato su una semplice domanda, alla quale avevo già trovato una risposta in verità, ed era se avevo fatto o meno la scelta giusta nel lasciare andare Harry. La mia parte razionale stava cercando disperatamente di avvertirmi che la scelta era stata quella giusta, che la mia vita sarebbe stata agiata e che non avrei mai potuto lamentarmi della mia situazione economica o sociale, ma il mio cuore non era assolutamente d'accordo con ciò. In realtà, a me non interessava niente di avere una vita da favola, una vita ricca, avrei preferito mille volte dormire per strada pur di non stare per il resto della mia misera vita sotto lo stesso tetto di Louis con il suo schiavetto pronto a criticare qualsiasi mio movimento, qualsiasi mio pensiero e qualsiasi mia parola. In pochi giorni ero riuscita finalmente a capire cosa significasse essere liberi, avevo finalmente compreso cosa intendessero gli autori più conosciuti quando scrivevano di libertà, amore e sentimenti. Avevo sempre avuto un carattere abbastanza difficile da assecondare in tutto, ma era proprio quello in cui Harry sembrava essere specializzato ed era ciò che mi spaventava di più nella nostra complicata relazione. Lui riusciva a capire esattamente quando avevo bisogno di ridere, quando avevo bisogno di restare da sola e quando avevo disperatamente bisogno di qualcuno con cui parlare, da quando avevo fatto la sua conoscenza sembrava esserci sempre durante i miei momenti di instabilità morale, il ragazzo mi aveva letteralmente salvato la vita. Conoscevo così poco di lui però, non avevamo avuto a disposizione molto tempo per conoscerci in modo più approfondito, di lui sapevo solo che era un bravo disegnatore e nient'altro. Assurdamente, non sapevo niente nemmeno di Louis, che conoscevo ormai da quattro anni, alla quale ero promessa in sposa già da tre anni. Tutto ciò che stavamo aspettando per ufficializzare il nostro rapporto davanti a Dio era la mia maggiore età, che sarebbe arrivata da lì a poco, e quella fu l'unica libertà che mi fu mai concessa da mia madre e il suo pretendente preferito, cioè, scegliere il periodo delle mie stesse nozze. 
Alzai lo sguardo dalla mia gonna, notando il bellissimo tramonto che stava accadendo proprio di fronte a me. Mi trovavo di fronte alla prua dell'immensa nave che era il Titanic ed ormai ero al corrente del fatto che la figura scura poggiata alla ringhiera, con lo sguardo verso il mare limpido e ghiacciato, non era altro che l'uomo a cui non potevo fare a meno di pensare da giorni, soprattutto in quei momenti più difficili. Essendo leggermente a conoscenza del suo carattere estremamente pensoso, a contatto con la natura, e conoscendo il suo occhio, sempre in cerca di una nuova ispirazione, in realtà sapevo che l'avrei trovato sicuramente ad osservare l'oceano illuminato dalla luce rossastra del sole al tramonto. Volevo tanto pronunciare il suo nome ancora una volta, perdermi ancora nei suoi occhi profondamente verdi, lasciarmi cullare dalle sue braccia accoglienti e sentirmi amata come mai prima in vita mia.
Si voltò al suono del suo nome, gesto sul quale ragionai per un lungo lasso di tempo, ma di cui non mi pentii affatto. I suoi capelli scuri erano scomposti a causa del vento forte che tirava durante quel tardo pomeriggio di metà aprile, mente i suoi occhi non sembravano per niente sorpresi di vedermi nuovamente, su quel ponte, perché lui già sapeva che non avrei potuto lasciarlo andare, che sarei sempre tornata da lui, che ormai c'ero troppo dentro per lasciare perdere ciò che avevamo. 

"Ho cambiato idea-" una piccola risata, più nervosa che divertita, uscì dalle mie labbra, interrompendomi mentre cercavo di trovare le parole giuste da pronunciare. Il suo sguardo attento e gentile sulla mia pelle mi rendeva ancora più agitata, facendo salire in me l'istinto di giocare con i miei polpastrelli oppure la stoffa del mio vestito, di un colore blu forse più scuro di quello della notte che stava per cadere sull'Oceano Atlantico."-ho pensato che potessi essere qui." Cercai di pensare aduna giustificazione per il comportamento che stavo avendo, chissà cosa stava pensando in quel momento di quelli che sembravano solo sbalzi di umore, che non sapevo neppure io come nominare in realtà. Un attimo di pazzia? O un attimo di stabilità mentale? Non saprei, ma non ce ne fu alcun bisogno. Harry scrollò velocemente le spalle e posò l'indice sinistro sul quelle perfette labbra rosee, facendomi intuire che non c'era alcun comportamento a cui dare una spiegazione, che non gli interessava ciò che mi aveva portata a contraddire le mie stesse azioni e parole che gli avevo riservato nel pomeriggio.Sorridemmo entrambi quando allungò la sua mano destra nella mia direzione ed io, senza cercare di pensare a ciò che stavo facendo, contraddicendo il mio carattere sottomesso, afferrai la sua mano morbida, compiendo il primo gesto di minimo cambiamento all'interno della mia vita. Mi avvicinai a lui, mano nella mano, i nostri corpi si avvicinavano sempre di più e i nostri sguardi diventavano pian piano sempre più bisognosi di altri contatti, che non gli avrei certamente negato. Non avrei negato più niente al ragazzo posto ora dietro al mio corpo, gli avrei donato qualsiasi cosa come dimostrazione del mio amore mei suoi confronti. 

"Chiudi gli occhi." Feci esattamente come mi disse, chiusi gli occhi e mi inebriai del suo profumo, mischiato all'aria salina del mare. Per essere un ragazzo squattrinato, portava con sé una scia di profumo eccellente, aveva un sapore di rose del quale non mi sarei mai stancata.

"Adesso aggrappati alla ringhiera." Le sue mani si posarono sulle mie per aiutarmi quando non riuscii a trovare il freddo ferro davanti a me. Il mio sorriso si ampliò a quel contatto, le sue mani erano calde nonostante l'aria fredda che ci stava circondando. Non ero sicura sul fatto che potesse o no vedere la mia espressione in quel momento, ma sicuramente percepii la sua felicità pure su di me. Harry era contagioso in qualsiasi cosa facesse, in qualsiasi pensiero avesse, in qualsiasi parola pronunciasse. Quei momenti mi fecero capire che senza di lui non sarei potuta più essere niente, se non un'ombra oscura di una donna che non sarebbe mai stata niente di più se non una copia della società nella quale era obbligata a vivere.

"Non sbirciare." Una piccola risata uscì dalla bocca di entrambi quando il suo tono cercò di farsi autoritario. Il vento mi stava scompigliando i capelli, posti da Caroline in una strana ed elaborata pettinatura quella stessa mattina, e ciò non mi dava noia, anzi, mi faceva sentire ancora più libera, la sensazione del vento freddo sulla pelle mi dava un certo senso di libertà, mi faceva dimenticare per pochi secondi quanto fosse miserabile la mia esistenza.

"Non sbircio." Lo rassicurai subito, sentendo nuovamente il suo sorriso sul mio collo. Quello che mi piaceva di più e che invidiavo maggiormente del suo carattere era la sua spontaneità. Non pensava mai troppo a ciò che doveva fare, cercava di vivere ogni attimo come se fosse stato il suo ultimo e questo era solo uno dei tanti aspetti dei suo carattere che ammiravo.

"Adesso sali sulla ringhiera e reggiti." Feci ancora ciò che mi disse senza discutere, alzai il piede e cercai fino a trovare la ringhiera di fronte a me, sulla quale salii. Il vestito che indossavo quel giorno, a differenza degli altri, non era ingombrante e mi agevolava nei movimenti, facilitandomi anche ad aggrapparmi sulla ringhiera e tenermi tranquillamente in equilibrio con la sola forza delle gambe. Sentii il calore delle mani di Harry sopra le mie, mentre il suo corpo raggiungeva il mio e si posizionava con le gambe a lato delle mie. Riuscivo a percepire il calore del suo corpo solo dal contatto che si era creato tra la mia schiena e il suo petto, un calore familiare, conosciuto in qualche modo, anche se le sensazioni provate in quel momento mi erano del tutto sconosciute. 

"Ti fidi di me?" La sua voce era diventata ancora più rauca mentre mi sussurrava all'orecchio destro, ma non perse comunque mai la sua dolcezza. Harry era la persona più vera e dolce che avessi mai incontrato, la sua bontà mi colpiva ogni volta come un coltello al cuore, solamente perché non ero mai stata trattata con gentilezza, da me pretendevano solamente che fossi una decente donna di alta società ed una moglie fedele, niente di più, per il resto sarei anche potuta sparire e nessuno si sarebbe accorto della mia assenza

"Mi fido di te." Con lui, invece, tutto era diverso. Più che amata, mi sentivo finalmente trattata come una persona e non come un oggetto carino da mostrare agli occhi della borghesia, questo era ciò che faceva continuare a tornare da Harry, senza mai aspettare. Le mie braccia vennero aperte, si trovavano perpendicolari al mio busto e il vento che riuscivo a percepire mi faceva stare bene, una sensazione che provavo solamente con Harry nei dintorni. Le sue mani si spostarono sui miei fianchi, un gesto che però non gli impedii e non avevo neanche intenzione di farlo, mentre da Louis mi facevo pure toccare la mano con riluttanza. Non che Louis non fosse un bell'uomo, giovane vorrei aggiungere, e mi ritenevo fortunata solo di non essere costretta a passare il resto della mia vita con un signore di mezza età, ma il suo carattere rovinava tutto ciò che poteva esserci di bello in lui. L'arroganza, la superbia e l'egocentrismo avevano rovinato una persona potenzialmente buona, come sempre d'altronde. Non potevo neanche incolparlo per ciò, però, dato che nascere e crescere in una società pretenziosa e sfarzosa, solitamente, era ciò che determinava il carattere di una persona.

"Apri gli occhi." Le mie palpebre si aprirono proprio come mi disse di fare e vennero fatte tesoro della migliori delle viste. Il sole si stava posando sul mare, lasciando spazio all'oscurità della notte e donando a noi un riflesso spettacolare e colorato sull'acqua del mare in un paesaggio che mi fece rimanere letteralmente a bocca aperta. Non ero mai stata partecipe di una così così bella, di uno spettacolo naturale così semplice e stupendo nel suo esserlo.
Harry si avvicinò al mio orecchio, vedendo probabilmente la mia reazione, e posò il suo mento sulla mia spalla, iniziando a cantare una vecchia canzoncina di nome 'Josephine', almeno credo. Le sue mani tornarono sulle mie, ci giocarono, si intrecciarono e si strinsero, mentre li portavamo entrambi sul mio ventre. Spostai il mio sguardo verso di lui, voltandomi con un grosso sorriso dipinto sulle labbra, la sua bellissima voce mi stava ancora deliziando con quella canzone sciocca. In quel preciso istante, la melodia si fermò ed entrambi i nostri sorrisi sparirono, lasciandoci il tempo di spostare reciprocamente lo sguardo dalle labbra rosee fino agli occhi eccitati e viceversa.
Ci avvicinammo all'altro in un movimento naturale, fino al fatidico momento in cui le nostre labbra si toccarono. Non fecero nient'altro, si toccarono e premettero le une sulle altre in un bacio casto, a stampo e nessuno dei due cercò un contatto maggiore. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla magnifica sensazione che stavo provando con il mio primo bacio, dato al mio primo amore. In quel momento riuscivo a sentire che, anche da parte sua, non c'era bisogno di un contatto maggiore, entrambi stavamo solamente cercando una dimostrazione dell'affetto che provavamo. Delle piccole immagini di come sarebbe stata la mia vita al fianco di Harry si fecero strada nel mio pensiero, passandomi velocemente davanti agli occhi. Sicuramente non avrei vissuto nel lusso della borghesia, ma ciò non mi importava. Saremmo scesi insieme a New York, avremmo fatto tutto ciò su cui avevamo già discusso e poi, dopo il nostro matrimonio in una piccola chiesa della sua città natale, sarei stata più che felice di donargli tutti i figli che avrebbe voluto, di accudirli e crescerli proprio come il padre. Saremmo morti l'uno accanto all'altro, nel nostro letto sbaraccato, quando ormai saremmo stati abbastanza vecchi da non renderci più conto di quanti anni avevamo. Le sue mani mi stringevano in una morsa dolce, in un contatto che cercava solamente di non perdermi ancora e non di insinuarsi tra le pieghe della mia pelle. Un brivido mi salì per tutta la schiena, donandomi la pelle d'oca, ed ero quasi sicura che non era una reazione data dal vento che stava scompigliando i capelli ad entrambi. Il sole, nel suo piccolo, stava riscaldando la superficie della mia pelle. 
Con un grande sorriso stampato sul volto, mi staccai leggermente dalle labbra del ragazzo, aprendo gli occhi ed alzando lo sguardo verso di lui. Il colore intenso dei suoi occhi riusciva a sbalordirmi ogni volta che li osservavo, il numero di sfumature diverse che ogni volta presentava era sorprendente ed incredibile.

"Ritrai me." Ricambiò il mio sorriso ed annuì semplicemente, posando un'ultima volta il suo sguardo sulla grande distesa d'acqua dietro di me prima di scendere dalla ringhiera per aiutarmi a scendere a mia volta. Mentre ci dirigevamo verso la mia cabina, non pensavamo assolutamente che fossimo appena stati testimoni visivo dell'ultimo raggio che toccò quell'immensa ed inaffondabile nave. Quella fu l'ultima volta che il Titanic vide la luce del giorno.
 

Mi dispiace per il ritardo e la cortezza del capitolo, come a mio solito..

 
  
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