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Autore: ArtRevenge_M    12/10/2017    7 recensioni
Quando Felicity Megan Smoak decide di curare uno dei pirati più pericolosi in circolazione, non ha la minima idea che il suo ringraziamento sarà essere rapita e condotta in un pericoloso viaggio oltre mare che cambierà totalmente la sua vita.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Tommy Merlyn, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel capitolo precedente.

"Io sono Slade. Slade Wilson." si presentò Slade e la mani ciondolanti ai lati del corpo di lei si strinsero a pugno in una morsa d'istintiva rabbia. In contrasto tra l'istinto di fuggire e la rabbia che le suggeriva di sferrare un pugno verso la mascella sorridente dell'uomo, Felicity pregò che in qualsiasi cosa consistesse la seconda parte del piano di Oliver arrivasse presto, poiché la prima era già iniziata.


Capitolo 14

 

Nonostante il nervosismo che le stava contorcendo lo stomaco, si costrinse ad assumere un espressione calma, sostenendo lo sguardo del pirata con sfida.

"Quindi voi sareste l'uomo che si nasconde dietro le gonne di Oliver per compiere le sue malefatte." mormorò tagliente quanto la lama di un coltello e subito uno degli uomini di Slade le puntò una pistola contro la tempia.

Felicity controllò fermamente il tremore che quella veloce azione le aveva innescato e continuando a fingersi calma, affrontò lo sguardo penetrante di Slade, il quale dopo un apparente interminabile momento silenzioso, scoppiò a ridere, alzando una mano ad intimare al suo sottoposto di abbassare l'arma.

"Vedo che il gusto di Oliver in fatto di donne non è cambiato." affermò, avvicinandosi a lei tanto da farle sentire il suo respiro contro la pelle.

"Sempre bellissime e con un grande fuoco combattivo dentro."

La giovane si specchiò nell'unico occhio visibile dell'uomo, non potendo impedire al suo sguardo di soffermarsi per una frazione di secondo nella benda di pelle nera che copriva l'altro e istintivamente la sua curiosità la portò a chiedersi come l'uomo avesse perduto parte della vista.

Quasi intuendo i suoi pensieri, Slade stese il suo sorriso, prima di domandarle:

"Volete sapere come l'ho perso? è una storia triste.." 

"Francamente me ne infischio di cosa vi sia successo." replicò Felicity e l'uomo ridacchiò ancora verso quella risposta sfacciata, prima d'iniziare a girarle intorno simile ad un animale che studia la sua preda prima di colpire.

"Capisco. Immagino che l'aver raso al suo la vostra isola e i suoi abitanti non vi renda incline al dialogo, anche se a mia difesa, tutto quello che ho fatto è stato causato da Oliver."

Le mani della giovane si strinsero in una morsa ferrea e il suo sguardo s'inumidì un poco verso quelle parole e le memorie dolorose che esse riportavano, ma la sua bocca restò muta. Tacita, si limitò ad ascoltare quel monologo che il pirata aveva iniziato, nella sua continua camminata intorno a lei.

"Le isole distrutte, le persone uccise e persino la perdita del mio occhio.." Slade bloccò i suoi passi e il suo sguardo parve perdersi verso un ricordo lontano.

"Lui ha causato tutto." sussurrò quasi e Felicity abbassò lo sguardo per una frazione di secondo, mentre nella sua testa mille e più pensieri continuavano a formarsi.

Non aveva idea in che cosa consistesse l'intero piano di Oliver e quell'attesa snervante stava a poco a poco corrodendo la facciata priva di paura che si era imposta.

Aveva ipotizzato che Oliver sarebbe comparso non appena Slade avesse messo piede sull'isola, ma le cose non erano andate affatto in quel modo.

Slade era giunto fino alla casa e ora sia lei che Curtis si ritrovavano completamente circondati dal pericolo. Che qualcosa fosse andato storto nel piano di Oliver?

La domanda interiore le percosse il cuore di un'ulteriore paura, ma la giovane ignorò quel sordo peso e lasciando da parte gli interrogativi irrisolti, decise di prendere tempo.

"In che modo avrebbe causato tutto ?"

Slade voltò il capo verso la giovane, venendo spodestato dai suoi ricordi al suono di quella domanda.

"Non ve l'ha detto?" replicò, continuando senza aspettare risposta.

"Certo che non ve l'ha detto. Come avrebbe potuto dirvi il modo codardo in cui ha scelto un'altra donna verso quella che lo amava ?" la voce dell'uomo s'inclinò in un tremore intriso di rabbia e Felicity percepì l'intensa pericolosità che quella conversazione conteneva.

"Il modo in cui l'ha lasciata morire, senza muovere un solo dito per proteggerla!" la voce alterata scivolò in un oblio silenzioso e i passi che avevano seguito quelle parole,lasciarono l'uomo ad un soffio dal volto di Felicity.

"Lui ha ucciso Shado.. e per questo merita di pagare. Merita di provare lo stesso dolore che io ho sentito quando ho preso il suo corpo freddo e insanguinato tra le mie braccia!"

Il respiro trattenuto e il corpo rigidamente immobile ad un soffio da quello dell'uomo, Felicity sbatté più volte le palpebre, ma si costrinse a non abbassare neanche per un secondo lo sguardo, seppur la sua paura ormai iniziasse a divenire visibile. La percepiva nell'aria, come una nebbiolina funesta che si stava impadronendo dell'intera stanza e nella sua pelle, sommersa momento dopo momento sempre più da brividi.

"Ma è difficile punire un uomo che non ama in modo profondo niente e nessuno. Così ho iniziato a distruggere intere isole e sterminare i loro abitanti, assicurandomi che lui sapesse il motivo. Che fosse consapevole della sua colpa per ogni singolo giorno della sua vita. E ha funzionato."

Il pirata sorrise, ma l'odio che Felicity lesse nel suo sguardo contrastò con l'apparente ilarità che il suo volto stava mostrando.

"Come uno stolto ha iniziato a darmi la caccia, nel tentativo di fermarmi..senza sapere che sono sempre stato dieci passi avanti a lui."

Felicity guardò Sebastian a quelle parole e seguendone lo sguardo Slade sorrise.

"Esatto. Sebastian è sempre stata la mia pedina migliore. Quella finale. Ti confesso che inizialmente avevo pensato di lasciare che Sebastian uccidesse ogni membro della ciurma di Oliver, lasciandolo solo.. consapevole del tradimento e piegato dalla colpa per la loro morte."

Inorridita da quelle parole, Felicity chiuse gli occhi per una frazione di secondo, mentre le mani abbandonate ai lati dei suoi fianchi solidificavano la loro morsa su se stesse, divenendo dure quanto il marmo.

"Ma poi siete arrivata voi..."

L'unico occhio visibilr dell'uomo quasi brillò di soddisfazione notò Felicity e nuovamente la sensazione di venir braccata da un animale feroce le scosse le viscere, mentre l'uomo riprendeva a girarle intorno.

"La pedina perfetta per far provare ad Oliver lo stesso dolore che io ho patito a causa sua." mormorò, fino a far divenire quelle parole un sussurro nelle sue orecchie.

La posa già ferma della giovane divenne ulteriormente rigida nel sentire l'uomo bloccarsi alle sue spalle e posare le sue mani lateralmente ad esse.

"Voi, Felicity.. siete la chiave che mi permetterà di distruggerlo." le rivelò, in un roco e minaccioso sussurro, verso il quale Felicity emise un lieve lamento spaventato, prima di chiudere gli occhi cercando istintivamente di contenere il tremolio che ormai scuoteva visibilmente il suo corpo.

La bocca dell'uomo si stese in un sorriso gratificato, verso quella innascondibile reazione che le stava causando e in una momentanea incomprensibile dichiarazione mormorò:

"Forse mi sbagliavo.." afferrando con decisione il suo volto e costringendo la giovane a voltare il capo ad incontrare il suo sguardo.

"..i gusti di Oliver sono nettamente cambiati." 

Fissò il terrore espandersi completamente nello sguardo della ragazza, pregustando il momento in quello stesso terrore sarebbe stato presente negli occhi dell'uomo che un tempo aveva considerato un fratello.

Ma l'attesa di quel desiderio e tutti i pensieri che esso comportavano vennero interrotti dalla voce decisa di Curtis, che a terra e con la lama affilata di una spada puntata contro, aveva osservato fino a quel momento silenziosamente l'intera scena.

"Levale le mani di dosso." 

A quelle parole gli occhi spaventati di lei, si spostarono istintivamente verso quelli del pirata, che appariva ben diverso dalla versione indecisa, balbettante e preoccupata che Felicity aveva conosciuto in quei giorni.

"Non credo che qualcuno ti abbia dato il permesso di parlare."affermò Blood, avvicinando ancora di più la spada verso la sua gola. E Curtis spostò il volto verso l'uomo che aveva sempre considerato un compagno d'armi. Un amico. Famiglia.

"Come hai potuto?" replicò il pirata, ignorando palesemente quanto Sebastian aveva detto poco prima.

"Tradire Oliver. Tradire tutti noi!" dalla sua voce era udibile la chiara rabbia che in quel momento si agitava al suo interno.

"Tradirvi dici? Non ho mai fatto parte della ciurma. Fin dall'inizio mi sono unito a voi per ordine del signor Slade..quindi come potrebbe essere questo un tradimento?" 

A quelle beffarde parole di derisione, Curtis afferrò la lama puntata contro la sua gola e in una veloce e inaspettata azione si sollevò caricando un destro contro l'ex compagno. Felicity spalancò gli occhi, mentre Sebastian cadeva a terra e alcuni degli uomini presenti nella stanza colpivano pesantemente Curtis fino a riportarlo in ginocchio.

"Figlio di pu.."iniziò a imprecare Blood, quando notò del sangue fuoriuscire dal suo naso e repentino si rialzò, pronto a vendicarsi per l'affronto subito, ma la voce di Slade bloccò ogni sua azione.

"Basta."

La lama sguainata verso un indifeso e malmenato Curtis, il pirata si voltò verso l'uomo in comando, l'espressione rabbiosa di chi non aveva alcuna intenzione di fermarsi.

"Slade lui.." 

Veloce quanto la protesta che stava scaturendo dalle labbra dell'uomo, Slade sollevò una mano ad intimare il silenzio verso il suo sottoposto che con aria ben poco felice, si costrinse a tenere la bocca chiusa.

Nell'istante successivo il pirata lasciò andare completamente Felicity, spostando la sua attenzione verso la figura inginocchiata e malridotta di Curtis a pochi passi da lui.

"Hai più coraggio di quanto mi aspettassi ed io sono un uomo che ammira questo tipo di coraggio." mormorò, con le mani dietro la schiena e un'espressione del tutto rilassata.

"Unisciti a me." propose, scatenando una protesta istantanea nello sguardo di Blood che tuttavia mantenne il silenzio impostogli dall'uomo pochi istanti prima.

"Dopotutto, è preferibile al morire.. non credi?"

Felicity guardò Curtis restare silenzioso verso quella proposta per alcuni istanti, il capo basso e il sangue sul volto che cadeva lentamente verso il pavimento. Poi sorrise, sollevando il volto malmenato verso quello di Slade.

"Ho scelto di prendere il mare per diventare un pirata e unirmi a voi, significherebbe diventare uno zerbino ai comandi di uno svitato. Quindi no, grazie."

Le labbra di Slade si tesero a quella replica e da esse venne rilasciato un breve sbuffo d'infastidita rassegnazione, mentre Felicity deglutì maledendo l'improvvisa lingua biforcuta intrisa di coraggio che Curtis stava dimostrando.

La giovane si domandò che fine avesse fatto il ragazzo balbettante che aveva imparato a conoscere in quelle settimane, ma ogni pensiero ed ogni maledizione mentale che si era formata nella sua mente svanì quando Slade sollevò la mano in aria verso Blood.

"Se ha così tanta fretta di andare all'altro mondo, dagli una mano Sebastian.."mormorò il pirata e con il cuore in gola in un secondo che ebbe il sapore dell'eternità Felicity vide il sorriso di Blood espandersi e i suoi piedi riprendere a camminare verso Curtis. Il riflesso della spada si scontrò verso lo specchio alle spalle di Felicity e ancor prima che il suo cervello registrasse l'idea istantanea che si era venuta a creare nella sua mente, il suo corpo si mosse, quasi come dotato di propria volontà.

In pochi e lunghi passi arrivò d'avanti all'unico specchio presente nella stanza e in un gesto pieno di adrenalina colpì il vetro con il pugno chiuso.

Il rumore dello schianto attirò l'attenzione dei presenti e fermò Blood dal conficcare la spada nel cuore di Curtis.

Felicity non sprecò neanche un solo istante e incurante del sangue che le ricopriva la mano afferrò uno dei pezzi di vetro caduti sul pavimento, puntandolo contro la sua stessa gola prima che chiunque potesse fermarla.

"Cosa credete di fare esattamente?" domandò Slade, il primo dei presenti a riprendersi da quell'inaspettata e confusa azione.

"Uccidermi." dichiarò, in modo netto e cristallino, riempiendo la stanza di facce completamente perplesse, che portarono la giovane a specificare.

"Se torcerete un solo capello a Curtis, allora mi toglierò la vita."

Mormorii indistinti si levarono dal gruppo di pirati nella stanza, poco prima che la comicità con cui era stata percepita quella minaccia, scoppiasse in risate sguainate per tutta la stanza. 

"Penso che la situazione non ti sia chiara dolcezza.." affermò Blood, quando riuscì a riprendersi dalla contagiosa ilarità della situazione.

".. sia tu che Curtis siete destinati a morire. Se vuoi farti fuori da sola ci stai semplicemente dando una mano." mormorò in una chiara sentenza beffeggiatoria, ma la ragazza rimase del tutto impassibile verso quelle parole, fissando con incrollabile determinazione l'unico uomo a cui la sua precedente minaccia era stata rivolta.

"Non vuoi semplicemente uccidermi. Vuoi che Oliver sia presente." affermò, bloccando le risate dei presenti i cui occhi iniziarono a spostarsi da lei, al loro capitano, in un'apparente infinita corsa.

"Vuoi che veda il momento in cui tu mi toglierai la vita. Vuoi che si senta impotente e consapevole di non aver potuto far nulla per salvarmi." 

Felicity mormorò ogni parola con meticolosa attenzione, il tono neutro, l'espressione impassibile e la scheggia di vetro nella sua mano ancora puntata alla gola.

"Vuoi che mi prenda tra le braccia e avverta il calore del mio corpo svanire.." sussurrò quasi e la mascella di Slade si mosse in uno scatto breve e alterato, mentre il suo unico occhio scrutava con una nuova consapevolezza la donna che aveva d'avanti.

"E se mi uccido, non raggiungerai mai il tuo scopo." 

Sebastian guardò il volto di Slade e in una frazione di secondo capì che le parole di Felicity stavano avendo effetto sull'uomo.

"Sta bluffando." l'accusò allora, ottenendo alcuni commenti di approvazione da parte del resto dell'equipaggio.

"Togliersi la vita per un pirata che conosce appena. Non ha alcun senso."

"Morirei comunque, no?" replicò Felicity con disarmante logica, spostando lo sguardo verso Blood.

"L'avete detto voi poco fa, che sono destinata a morire."

Le labbra dischiuse e l'espressione fastidiosamente sorpresa il pirata boccheggiò,mentre la giovane senza indugio riportava i suoi occhi verso la figura silenziosa di Slade.

"Questo non significa che non possa scegliere in che modo andarmene."

Il pirata restò silenzioso per degli attimi apparentemente infiniti, poi aprì il suo volto in un mezzo sorriso e ordinò:

"Nessuno tocchi il ragazzo. Almeno per ora."

Subito dopo ridusse la distanza tra lui e la giovane di pochi passi, tramutando il pensiero che si era formato nella sua testa in parole.

"Nonostante la chiara paura che ho letto pochi istanti prima nel vostro sguardo, ora state mostrando un coraggio invidiabile."

Felicity non replicò, il pezzo di vetro tra le sue mani ancora teso contro la sua gola e Slade inclinò lievemente il capo, espandendo il suo sorriso prima di mormorare.

"Siete decisamente una donna enigmatica, Felicity."

La giovane pensò che avrebbe utilizzato tutt'altro termine, come pazza o mentalmente instabile, per descrivere il comportamento che in quell'attimo di pura disperazione si era ritrovata ad esibire. Ma non riuscì a manifestare nessuno di quei pensieri, poiché l'intera conversazione venne letteralmente divisa da una freccia che si frappose nello spazio che divideva lei e Slade, conficcandosi con forza in uno dei montanti del letto a baldacchino.

Sia lei che il resto dei pirati, osservarono quella freccia circa una frazione di secondo, prima che il caos scoppiasse all'interno della stanza.

Felicity sentì il rimbombo di uno sparo e istintivamente lasciò andare il vetro tra le sue mani rannicchiandosi su se stessa verso il pavimento, mentre il suono del vetro che s'infrangeva si propagava nella stanza, mischiandosi alle urla battagliere degli uomini. Tenne la testa bassa e gli occhi chiusi per degli attimi che le sembrarono infiniti, conscia solo dei rumori confusionari che il suo udito registrava.

"Felicity!" la voce di John la portò a risollevare il capo e i suoi occhi si spalancarono nel vederlo sparare un colpo per poi estrarre una grossa spada dalla cintola, parando il tentativo di affondo del nemico.

"John quando..?" iniziò a chiedere, nell'istintivo sapere della sua mente, ma un ulteriore sparo le fece voltare il capo e i suoi occhi registrarono con crescente sconvolgimento la battaglia scoppiata.

Felicity vide Thomas, parare un attacco di Sebastian, a pochi passi da lui Tiger che da solo teneva a bada altri due uomini, scorse subito dopo Adrian, il piccolo Jack e infine i suoi occhi trovarono la persona che aveva aspettato in quei giorni.

Oliver.

La sua sola vista la fece istintivamente alzare sul suo posto e in quell'esatto momento, i suoni aspri della battaglia che stava infuriando svanirono per lasciar spazio al suono del suo cuore in tumulto, dentro al suo petto.

Rilasciò uno sbuffo d'aria dovuto all'improvviso sollievo di rivederlo sano e salvo, ma quando i suoi occhi registrarono la persona contro cui il pirata si stava scontrando, quel sentimento svanì, lasciando il posto ad una feroce paura di perdita. Slade si stava scagliando con una ferocia animale su di lui,mentre Oliver schiava ogni suo colpo.

Senza neanche rendersene conto, mosse alcuni passi verso l'uomo, ma la mano di John afferrò il suo braccio con forza, spingendola alle sue spalle e sollevando contemporaneamente la grossa spada per parare e respingere un attacco del nemico.

"Felicity restate dietro di me!" ordinò con voce imperiosa e lei, sempre più agitata replicò.

"Potrei sapere cos'è tutto questo?!"

John fece roteare la lama della spada, strisciandola in modo preciso e netto contro lo stomaco del suo avversario. Subito dopo recuperò la sua posizione di difesa e le rispose:

"Ve lo spiegherò non appena ce ne saremo andanti da qui."

"Andati da qui? E dove dovremo andare?!" 

La voce altera si confuse con un improvviso sparo e da dietro le larghe spalle di John, Felicity scorse uno degli uomini di Slade cadere a terra in una pozza di sangue.

Sbatté gli occhi e spostò lo sguardo, prima che la figura di Curtis giungesse al suo fianco.

"Curtis!" esclamò, spalancando gli occhi alla vista del sangue che colava dal braccio dell'uomo.

"Sei stato ferito! Devo immediatamente.."

"Felicity prendete questa e andate." la interruppe, poggiando tra le sue mani una siringa

contenete quello che la giovane riconobbe essere sangue.

"Cosa?" riuscì a domandare confusa, ma senza ottenere nessuna risposta.

"Ottimo lavoro Curtis." esordì John, prendendo la siringa dalle mani di lei, prima di afferrarle il braccio con presa salda e mormorare:

"Ora possiamo andare."

Felicity lo guardò per alcuni secondi, totalmente stralunata dall'intera situazione, prima che l'uomo la trascinasse verso la finestra della stanza, schivando e parando gli attacchi degli uomini di Slade.

Giunti davanti a quello che era rimasto della finestra dalla quale i pirati erano entranti pochi istanti prima, la loro corsa si bloccò e con voce perentoria l'uomo disse:

"Dobbiamo saltare."

Gli occhi della giovane si spalancarono increduli, spostandosi dal pirata verso l'enorme divario d'altezza che li divideva dal primo piano.

" State scherzando spero!?"

In tutta risposta l'uomo se la caricò sulle spalle.

"John cosa state..!?"

"Tenetevi stretta e non muovetevi o rischiamo di farci male." esordì, interrompendo le sue proteste sul nascere e in un vociare stridulo che si confuse in mezzo al suono della battaglia che in quel momento continuava a imperversare replicò:

"Rischiamo di farci male perché voi volete saltare da un dannata fiaaaaAAAAAAAAAAAH!"

Felicity si ritrovò ad urlare a pieni polmoni, verso l'orribile sensazione di precipitare nel vuoto che avvertì non appena John si lanciò senza preavviso dalla finestra e i suoi occhi si chiusero guidati dalla paura. Ma nonostante la loro brusca uscita di scena, la giovane non registrò nessun danno al suo corpo e quando riaprì gli occhi un attimo dopo, il pirata la ripose nel terreno umido, sorreggendola prontamente quando le sue gambe traballarono per lo shock appena subito.

"Sono viva?"chiese, mentre il pirata era intento a controllare la battaglia che si stava svolgendo al piano inferiore.

"Dobbiamo muoverci." dichiarò, trascinandola senza indugio alcuno in una corsa verso il cuore della foresta.

La giovane si ritrovò così a correre con la mente in subbuglio e lo stomaco sottosopra per un tempo che le parve infinito. Fino a quando non si ritrovò stremata e i suoi passi iniziarono a divenire flebili, tanto che il pirata si voltò a controllare il perché di quell'improvviso rallentamento, spalancando gli occhi alla vista del suo viso pallido.

"Felicity!" esclamò, accorgendosi solo in quell'attimo dello stato in cui la ragazza riversava.

L'uomo bloccò la corsa e Felicity, bianca quanto un cencio inciampò verso le sue braccia.

Il respiro affannato, si allontanò dalla presa dell'uomo rantolando verso un albero vicino e rigurgitando tutto quello che dopo il salto aveva trattenuto.

"State bene?" le domandò il pirata, guardando con preoccupazione la giovane e lei, dopo essersi ripulita si voltò con sguardo altero.  

"Ditemi cosa sta accadendo." ordinò, ma John le afferrò il braccio scuotendo il capo.

"Non ora, dobbiamo.."

"..andare! Lo so! Non fate altro che ripeterlo. Ma dove e perché? Potrei sapere qual'è il piano di Oliver nel complesso..? Avete forse trovato il Calcolatore? Oppure.."
"Voi." la interruppe John.

"Voi siete il piano."

L'espressione di Felicity divenne un mix di confusione e sorpresa, prima che il suo cervello si rimettesse in moto mormorando logicamente.

"Attirarlo qui.. si, con l'inganno che Oliver fosse.."

"Non mi riferisco a quella parte del piano." la interruppe lui nuovamente, togliendo dalla cinta la siringa di sangue che Curtis prima gli aveva passato.

"Avete detto ad Oliver che potevate creare un antidoto se aveste avuto il suo sangue."

Gli occhi della giovane si spalancarono mentre ogni tassello si muoveva al posto giusto dandole un preciso quadro della situazione.

"Si, ma potrebbe richiedere giorni, nel peggiore dei casi mesi e.."
"Noi non abbiamo tutto questo tempo.." esordì John e la giovane boccheggiò, l'espressione di panico sul volto e la testa in completo fermento.

"..secondo Oliver, possiamo trattenere Slade fino al tramonto."

All'udire di quelle parole Felicity scosse il capo, portandosi le mani in volto.

"Tutto questo è assurdo. Non posso creare un antidoto in così poco tempo!Come diavolo gli è venuto in mente di mettere in moto un piano simile!?" 

L'agitazione si riflesse sulla tonalità della sua voce e inconsciamente prese a camminare sul posto, incredula e sconvolta.

"E perché voi non l'avete fermato! Insomma ci sarà qualcuno nella ciurma con un po' di sale in zucca che.." John poggiò le mani sulle sue spalle, voltandola verso se stesso ed interrompendo così sia il suo trafelato monologo che la sua camminata.

"Si fida di voi." mormorò e lo sguardo di Felicity parve accendersi, mentre il resto del mondo scompariva per un attimo, lasciando posto solo al rimbombo caldo di quelle parole.

"Oliver crede che voi possiate farlo."

Le proteste che fino a un attimo prima straripavano spontanea dalla sua bocca svanirono, così come il caos confuso e preoccupato nella sua testa. Lasciando posto all'unica consapevolezza che contava. Gli stava affidando la sua vita. 

Gli stava affidando la vita della sua intera ciurma.

Il suo sguardo improvvisamente cambiò, acceso dalla scintilla di determinazione che quell'incondizionata fiducia aveva risvegliato.

Ma non fece in tempo a dire una sola parola, perché il rumore di uno sparo s'infranse vicinissimo al suo orecchio e John istintivamente la trasse a se, nascondendo entrambe le loro figure dietro la corteccia di un grosso albero.

"Ci hanno seguito." decretò il pirata e il cuore già in pieno tumulto della ragazza divenne ancora più agitato.

"Cosa facciamo?"

"Tu resti ferma qui, mentre io.." il pirata non terminò mai la sentenza, poiché in quella stessa frazione di secondo, gli uomini di Slade spuntarono come funghi da ogni angolo della boscaglia, circondando i due senza lasciarli alcuna possibilità di fuga.

"Lui morirà subito. Mentre tu dolcezza, ci terrai compagnia fino a quando il capitano non deciderà di strapparti il cuore dal petto."mormorò, il pirata alle spalle di John, in una risposta ironicamente macabra alla sua domanda.

Tenendo la pistola fermamente puntata contro la sua testa il pirata dall'aspetto sgradevolmente rozzo costrinse John ad alzare le mani in segno di resa e allo stesso tempo un suo compagno le afferrò senza alcun garbo il polso, tirandola verso di se con forza.

"Ehi!" esclamò allora Diggle, con ogni suo muscolo teso pronto ad intervenire, ma il rumore della revolver vicino alla sua testa lo costrinse a bloccare ogni successiva azione.

"Ti ho detto di non muoverti." affermò il pirata e John mantenne le mani in alto, con un chiaro disappunto infastidito in volto, mentre un altro uomo lo perquisiva portandogli via tutte le sue armi.

Felicity guardò la scena con crescente preoccupazione, gli occhi lucidi che si spostavano frenetici dai pirati a John, stretta nella presa dell'uomo alle sue spalle.

"Possiedi un armamentario notevole." commentò il pirata che teneva sotto tiro Diggle e ghignando alle sue spalle ironizzò.

"Ci saranno sicuramente utili per uccidere il resto dei tuoi compagni." 

Risate sguainate si levarono tra i pirati, ma non una replica fuoriuscì dalle labbra dell'uomo. Neanche quando lo costrinsero a inginocchiarsi, le mani sempre alte e tese in segno di resa, John diede segno alcuno di ribellione. Si limitò a eseguire le richieste dei pirati con espressione ferma e impassibile, aumentando l'agitazione della giovane che nel contempo si scervellava alla ricerca di una qualsiasi soluzione.

"Un ultimo desiderio ?"  chiese il rozzo omone con la revolver ora poggiata letteralmente nel capo di John, il quale sorrise appena, guardando le lacrime che in quel momento solcavano il volto di Felicity. Poi rispose:

"No. Nessuno. E tu?"

Le sopracciglia dell'uomo alle spalle di John si corrucciarono in segno di totale incomprensione verso quella replica, l'attimo successivo il suono acre di uno sparo s'infranse nella scena, cambiando totalmente la sicura vittoria dei pirati.

L'uomo che teneva sotto mira John, cadde a terra con un tonfo, sotto gli sguardi increduli dei suoi compagni e di Felicity, che ebbe solo una frazione di secondo di stupore sospeso, prima che il caos della battaglia s'infrangesse nella scena, facendo scorrere nuovamente il tempo.

Avvertì un altro sparo, questa volta molto vicino a lei e istintivamente chiuse gli occhi, mentre le braccia che poco prima la trattenevano scivolarono sul suo corpo perdendo forza e liberandola dalla loro presa. Il rumore di rantoli e spade si susseguì per un altro istante, poi la voce di John la riportò ad aprire gli occhi.

"State bene?" domandò e Felicity guardò prima il suo volto, poi gli uomini a terra privi di vita rifugiandosi subito dopo istantaneamente tra le braccia del pirata.

John boccheggiò per qualche secondo, colto alla sorpresa da quella manifestazione d'affetto e con la mano libera diede qualche pacca impacciata alla schiena della giovane, nel tentativo maldestro di ricambiare l'abbraccio.

"Credevo vi avrebbero ucciso." mormorò lei in spiegazione e il pirata sorrise appena.

"Mi sottovalutate parecchio se credete che un branco di idioti possano farmi fuori." replicò e la giovane si staccò dall'abbraccio per guardarlo in volto.

"Ci avevano circondato, disarmato e.. aspettate un momento." la giovane arrestò le sue parole, spostando lo sguardo sovrappensiero verso l'uomo che aveva tenuto sotto tiro John. Il volto freddo della morte improvvisa che aveva affrontato, non lasciava trapelare la spavalda arroganza delle sue ultime parole e il grosso buco sulla  sua fronte faceva da eco ai freschi ricordi della giovane.

"Chi ha sparato ?" domandò lei, riposando lo sguardo su John e l'uomo sorriso, voltando il capo verso la parte opposta della foresta.

"Deathshot.." disse in risposta, sorridendo appena e Felicity seguì lo sguardo dell'uomo senza tuttavia rilevare la presenza di anima viva.

"Intendete Floyd? E dove sarebbe esattamente?"
"Non ha importanza. Non possiamo perdere altro tempo." affermò John e ogni pensiero riguardo quanto accaduto si arrestò nella mente della giovane.

"Avete ragione." mormorò e afferrando prima uno e poi l'altro lato della gonna, spezzò il tessuto, per agevolare i suoi movimenti.

" Andiamo." disse infine e con sguardo deciso riprese a seguire l'uomo verso il cuore della foresta, tenendo a bada i mille quesiti, la preoccupazione e la voglia che aveva di urlare contro Oliver per quello stupido e folle piano. Fino a quando in un punto imprecisato e decisamente anonimo a gli occhi della giovane John spezzò il silenzio affermando:

"Siamo arrivati."

Felicity si guardò intorno per mezzo secondo, prima che la protesta salisse spontanea sulle sue labbra.

"Spero sia uno scherzo! Sarà già complicato trovare un antidoto in così poco tempo, ma nel bel mezzo del nulla e senza alcuna attrezzatura è del tutto impossibile!" disse, con tono alterato e senza aspettare replica continuò.

"Credevo che mi avreste almeno portato alla nave, là avendo le mie cose c'è una speranza che.."

"La nave sarà la prima cosa che cercheranno gli uomini di Slade." la interruppe John e spostando alcune foglie secche, sotto lo sguardo del tutto stupefatto di Felicity aprì una botola nascosta dal terriccio, voltandosi poi a guardarla.

"Oliver ha pensato quindi di trasferire le vostre cose qui.."

La bocca aperta con ben poca grazia dalla sorpresa, Felicity si avvicinò lentamente sporgendosi un poco a guardare il passaggio sotterraneo con diffidenza. Si trattava di una sorta di buco, nel fondo del quale Felicity intravedeva una lieve luce e attaccata ad una parte della parete stava una vecchia scala, coperta in buona parte di ruggine.

"Cosa diavolo è questo posto?" le uscì spontaneo chiedere e John in tutta risposta disse:

"Credetemi, vorrei saperlo anch'io.."

La giovane sollevò nuovamente lo sguardo verso l'uomo, prima di riportarlo in basso.

"Quella luce.." 

"Si tratta di Roy. Vi aspetta di sotto.." un sospiro di sollievo uscì spontaneo dalle sue labbra al pensiero che Oliver avesse avuto il buon senso almeno di lasciare il ragazzo fuori dalla faccenda. Ma quella patina di conforto non durò più di qualche secondo.

John le poso tra le mani la fiala contenente il sangue di Slade e nell'afferrarla, il peso nello stomaco della ragazza crebbe.

"Tenete."

"Dovete tornare indietro vero?" chiese, nonostante nella sua testa sapesse già la risposta.

John annuì.

"Devo aiutare i miei compagni."

Felicity strinse con più decisione la fiala tra le sue mani, sollevando al contempo lo sguardo verso il pirata.

"Se non dovessi trovare una cura..."

"La troverete." la interruppe con sicurezza l'uomo, posando entrambe le mani sulle sue spalle e imprimendo attraverso il suo sguardo una completa fiducia.

"Ci riuscirete." sussurrò quasi e Felicity si morse quasi la lingua per bloccare l'istinto di replica funesta che si era creato spontaneo nella sua testa.

L'uomo sorrise e la giovane si ritrovò a ricambiare suo malgrado quell'espressione, per poi scendere cautamente nel passaggio segreto, sotto lo sguardo vigile di John. Quando i suoi piedi toccarono terra, istintivamente la sua testa si mosse verso l'alto, in tempo per vedere l'uomo chiudere il portellone del passaggio. Il rumore aspro di quell'azione rimbombò nella sua testa alcuni istanti, fino quando la voce di Roy non si frappose.

"Sei arrivata! Gli altri sono ancora tutti vivi? Quel Slade è così forte come Oliver ha detto..? E.."

"Niente chiacchiere!" lo interruppe perentoria lei.

"Ho un lavoro da fare." affermò, stringendo fermamente la boccetta tra le sue mani e avanzando verso l'inesplorato luogo.





Intanto alla villa il caos regnava ancora sovrano. Il rumore sordo di spari, il gracchiante sciabolare di spade, le urla, il dolore e l'odore di sangue aveva ormai impresso l'intero luogo, senza lasciare scampo a nessuno.

Oliver Queen all'interno della casa che aveva da sempre rappresentato sia salvezza che dannazione per lui, combatteva strenuamente contro Slade Wilson. L'uomo che era stato come un fratello, ora nemico mortale, non sembrava minimamente provato dallo scontro, tutt'altro.

Nei suoi occhi la scintilla di eccitazione pulsava continuamente, invigorita ogni momento di più dalla loro battaglia.

"Hai usato quella ragazza come un esca .." esclamò, facendo roteare la grossa lama nella sua mano, prima di aizzarsi contro Oliver in piena violenza. Il pirata evitò il colpo, che lasciò un profondo solco nel pavimento.

"Tutto per ottenere il mio sangue.." continuò, nel ricordo vivido del rapido prelievo a cui era stato sottoposto, ma Oliver ancora non rispose parando un colpo diretto con estrema fatica.

Sul volto di Slade si affacciò un ghigno divertito, mentre il volto del suo nemico diventava una macchia rossa intrisa di sudore e fatica.

Il pirata fece una lieve pressione con lama della spada, che teneva bloccata quella di Oliver sopra la sua testa e con voce roca affermò.

"Vuoi trovare una cura, vero?"

Oliver continuò a restare in silenzio. Ogni grammo di concentrazione atto a bloccare la pressione che sentiva scaturire dalla spada del suo nemico. E Slade rise apertamente.

"Ma dimmi! Come troverai una cura quando ti avrò staccato la testa!"

Il pirata impresse tutta la sua inumana forza e Oliver avvertendo la completa sconfitta, si mosse rapido, lasciando andare il gioco di forza che aveva tenuto in piedi pochi attimi prima per rotolare lontano dal pericolo.

La lama di Slade si conficcò con rumore gracchiante nelle assi del pavimento, provocando un enorme crepa al centro esatto della stanza e ghiacciando per qualche secondo la battaglia che imperversava.

Sguardi increduli osservarono il danno che con un solo colpo l'uomo era riuscito a procurare alla struttura, per poi posarsi sul pirata.

"Lo sai, non avrei voluto eliminarti così." mormorò, senza mostrare alcuna fatica verso il colpo appena sferrato.

"Avrei voluto farti soffrire tanto da renderti faticoso anche il solo atto di respirare.." rivelò,mentre Oliver dall'altra parte del "ring" si rialzava con prudenza, tutti i sensi concentrati sul nemico.

"Per via di Shado.." mormorò, il respiro alterato e al suono di quel nome ogni muscolo nel corpo di Slade parve divenire puro marmo.

"..perché mi ritieni responsabile della sua morte."continuò Oliver e il silenzio calato improvvisamente pochi istanti prima divenne teso, appesantendo l'aria circostante.

"Si.." sibilò Slade, gli occhi iniettati di un odio sordo e folle.

"Tutto quello che ho fatto è stato per lei. Per vendicarla dalla morte indegna che tu hai causato!"

Le parole del pirata parvero rimbombare nella mente di Oliver e nell'attimo di un istante, si ritrovò catapultato nel ricordo vivido di quella notte.

Lei e Sara, inginocchiate nell'umido terriccio. La voce di Ivo che continuava a chiedere dove fosse la Mirakuru. La sua pressione nello scegliere e il suo cuore che martellava agitato e disperato contro il suo petto.

Poi la canna della pistola su Sara e il suo istantaneo gesto di protezione.

Aveva scelto. In quel secondo, inconsapevole, aveva scelto. Vittima del gioco malato a cui Ivo l'aveva sottoposto. E aveva mentito. Incapace di sostenere il peso di quella realtà verso la quale lui non aveva saputo proteggerla. Fino al sopraggiungere della verità.

Quello era stato il momento in cui ancora una volta aveva perso la sua famiglia. Shado, Slade.. Sara.

I frammentati ricordi si sovrapposero nella testa del pirata in un circolo di incontrollabile dolore che tempo addietro lui aveva seppellito, portandolo ad esitare per alcuni istanti su quanto dire. Quell'accusa dopotutto, non era sbagliata. E il rimorso che in quel momento attanagliava il suo stomaco ne era la conferma.

Il peso dell'oscurità tornò a gravare nuovamente sulle sue spalle, in un incontestabile promemoria di tutti i dubbi che attanagliavano la sua anima. Si ritrovava là, davanti alla figura in carne ed ossa che rappresentava i suoi demoni.

La prova della sua mostruosità. La prova dei suoi peccati.

Il suo capo si abbassò istintivamente, in un gesto di arrendevolezza verso la sopprimente miscela di emozioni che lo stavano trapassando, ma quell'apparente infinito momento di esitazione finì nel ricordo vivido di alcune parole.

"so già tutto quello che mi serve sapere."

Gli occhi del pirata si accesero, verso quell'improvvisa scintilla nella sua mente e ancora immobile si lasciò circondare da quel recente ricordo.

"So che preferite concentrare ogni vostra singola risorsa sul fermare Slade, piuttosto che pensare a pulire il vostro nome dai suoi crimini. So che avreste potuto non curarvi affatto delle sue azioni, invece ve ne siete fatto carico"

I lineamenti distesi del suo volto; i movimenti della sua bocca; il suono cristallino della sua voce.

"Se non avessi visto la bandiera pirata appesa sulla vostra nave avrei creduto che voi foste un eroe, non un pirata."

Il tormento nel suo cuore si acquattò. I dubbi, le paure, svanirono, spazzati via dal raggio di sole che aveva trapassato la sua fitta coltre di nubi.

Oliver sollevò lentamente il capo, affrontando nuovamente lo sguardo di Slade.

"Hai ragione. Sono io il responsabile della morte di Shado." affermò, accrescendo la silenziosa rabbia del suo nemico con quella confessione.

"Ma pensi che lei sarebbe felice di tutto quello che hai fatto in suo nome?Tutte le persone che hai ucciso.." 

La domanda s'infranse nella mente di Slade come un onda che si abbatte sugli scogli, ma i lineamenti del pirata restarono fissi, quasi indecifrabili.

"No. Lei sarebbe stata orripilata da tutto questo." 

La presa nell'arma tra le sue mani si solidificò, mentre il volto del nemico si abbassava silenzioso, portandolo a domandarsi se le sue parole stessero in qualche modo influendo su di lui.

"Shado non avrebbe mai voluto che tutte quelle persone patissero una tale fine per.."
"Ti sbagli." 

Slade lo interruppe con quella breve affermazione, facendo corrucciare il volto di Oliver verso quelle parole.

"Lei mi ha chiesto di farlo.."

La folle affermazione risuonò nella stanza silenziosa, dove facce confuse si alternavano ad espressione incredule, tutte concentrare sulla figura di Slade.

"Ogni notte, per cinque lunghi anni Shado mi ha implorato di vendicarla."

Il pirata sollevò il capo e gli occhi intrisi di pura follia si scontrarono con l'espressione piena di sconcerto nel volto di Oliver.

"E finalmente oggi, esaudirò il suo desiderio."

Il pirata avvertì la carica di tensione dei suoi muscoli diventare elettrica e nell'improvvisa consapevolezza della pazzia che stava oscurando la mente dell'uomo capì, che il tempo delle parole era finito.







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*angolino dell'autrice*
Imploro pietà per avervi fatto aspettare così tanto, ma ho avuto un estate lavorativa infernale. E chi segue la mia pagina, sa bene che sono stata così pressata dal lavoro da non aver avuto neanche il tempo di fare quattro chiacchiere. Ma con la fine dell'estate posso tornare a respirare e dopo aver finito il video HUMOR OLICITY mi sono dedicata a questo capitolo dove finalmente prende forma la battaglia contro Slade. Se qualcuno vuole o ha già abbandonato questa storia, non lo biasimo, visto il pessimo vizio dell'autrice di essere in ritardo..ma per i più coraggiosi che vogliono restare, sappiate che i prossimi capitoli sono ricchi di scene olicity che vi mozzeranno il fiato e vi faranno sognare... quindi non mi resta che chiedervi come sempre cosa pensate del capitolo e darvi appuntamento al prossimo aggiornamento. Bacioni!!

 

  
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