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Autore: Niaile    13/10/2017    1 recensioni
Dal testo:
"Accettarsi era guardare lo specchio e sorridere ogni mattina, era prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro. Il suo capolavoro. Lui era un capolavoro. Cosa avevano i suoi occhi in meno di un’opera d’arte? I suoi bellissimi occhi color ghiaccio. Bastava guardare quegli occhi per accettarlo. [..] Potter era quello che voleva. Non era profumato. Non era dolce. Non era morbido. Non era delicato."
Forse non è una storia d'amore. Ma si tratta sicuramente di AMOR PROPRIO.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Buona lettura:

Cambiare. In fondo lo doveva a se stesso.

Non era un vero e proprio cambiamento, era più un riscoprirsi, un uscire fuori dagli schemi. Schemi che aveva imposto la società, muri che aveva creato lui e limiti che non riusciva a superare.

Fondamentalmente era sempre stato così, ma accettarsi era tutta un’altra cosa.

Accettarsi era guardare lo specchio e sorridere ogni mattina, era prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro. Il suo capolavoro. Lui era un capolavoro. Cosa avevano i suoi occhi in meno di un’opera d’arte? I suoi bellissimi occhi color ghiaccio. Bastava guardare quegli occhi per accettarlo.

Accettarlo, già. Il vero problema, in fondo, era quello. Essere accettato. Non era in grado di farsi accettare, non gliene fregava praticamente niente di quello che gli altri potevano pensare, ma se gli altri non lo avessero accettato, bè non lo avrebbero mai realmente conosciuto. Non avrebbero mai conosciuto i suoi sorrisi sinceri, quelli ubriachi di felicità scoppiati all’improvviso, quelli caldi e a 36 denti, quelli timidi e nascosti, quelli dolci e tranquilli, quelli languidi e lusinghieri, che c’è molta differenza tra il sorriso di chi si accetta e il sorriso di chi non è accettato.

È vero, probabilmente vale più accettarsi, sapersi, amarsi. È concedersi il problema. E lui voleva concedersi, farlo a tutti i costi, voleva uscire la mattina e poter bere in santa pace il caffè con il mignolino alzato. Voleva abbracciare la sua migliore amica stringendola e strillare insieme a lei se il ragazzo bello l’avesse guardato. Strillare se quegli occhi verdi si fossero posati sui suoi in un misto di gelo e smeraldo così strano ma dannatamente bello.

E invece doveva mostrare al mondo intero la sua mascolinità. Ma non si può essere mascolini anche se si ama un altro uomo? La debolezza dove sta?

Ecco il cambiamento.

Draco forse aveva perso il controllo, forse aveva perso il senno, eppure era convinto che l’unica cosa che avesse veramente perso era stata il tempo.

Tempo per decidersi. Decidere di amare. Amare se stesso per primo e in fine lui. Per farlo avrebbe dovuto accettarsi, un po' come quando ti dicono che per farlo innamorare di te prima devi amarti tu.

Che Draco si amasse non era un segreto. Egocentrico al punto giusto per un bello e dannato come lui, peccato che le sue labbra le avessero assaggiato solo le ragazze. Labbra morbide, delicate, dal sapore dolciastro, che se le graffiavi un po', subito sanguinavano. Guance troppo lisce. Capelli troppo profumati. Seni troppo tondi. Fianchi troppo larghi. No. Non era quello che cercava lui.

Adorava la barba ispida. Adorava le labbra screpolate. Adorava i capelli corti. Adorava il petto duro. La spigolosità di un uomo. L’odore pungente del sesso maschile.

Draco si era appena accettato. Non c’era più tempo.

-Io oggi glielo dico.

-Dici cosa a chi?

-Che mi sono innamorato di lui. Potter.

Pansy posò lentamente il bicchiere sul tavolo e sempre troppo lentamente lo guardò. Ecco, odiava questo delle ragazze: la melodrammaticità. Lui era un animo tragico. Lui piangeva e si lasciava sopraffare dai sentimenti, com’era lecito fare a tutti i gay e lui era appena convenuto di essere un cazzo di gay convinto che poteva permettersi le menate isteriche, ma odiava le ragazze e il loro lato melodrammatico.

-Così tu ti becchi non solo un bel cazzotto ma anche una sfuriata colossale dall’intera scuola, se non dall’intero mondo magico ed io poi dovrò raccogliere i pezzi. Si perché quando crolli tu sei l’esasperazione in persona.

-È bello sapere che la mia amica ama starmi accanto.

-Draco.

-Pansy, perché tu puoi avere qualcuno accanto ed io no?

-Non hai mai avuto problemi in questo.

-Ora sono stanco. Stanco della solitudine a cui mi sono forzato. Stanco di questa assurda voglia di amare e farmi amare…

-Ma hai già chi ti ama…

-… dalla persona che io amo…

-… se sono tu gli dessi una possibilità.

-Non farlo Pansy, non ne vale la pena.

-Lui ti ama.

-Io ho deciso che sono stanco di nascondermi. Ok?

Ed eccola di nuovo lì. Lenta. Ma quanto sono esasperanti le ragazze? Devono sempre accogliere le notizie tragiche con lentezza, come a voler dar il tempo alle notizie di mostrarsi realmente per quello che sono..

-Tu sei pazzo.- e quando non possono far a meno di capirle ecco che partono alla velocità della luce.

-Perché? Tu ti sei nascosta con Nott?

-Non è questo il punto?

-Oh perché voi siete normali?

-Cazzo Draco, sei insopportabile.

L’intera scuola si voltò a guardare quella ragazza scurrile che di prima mattina urlava. Ecco, il mondo è questo: o rispetti le regole costringenti a cui ti sottopone, o ti guarda con sospetto. Chiunque tu sia. Comunque tu sia. E Draco era stanco di questo mondo.

-Pansy, siediti.- e osservando tutti con il suo naso all’insù e il suo sguardo pregno di odio e superiorità, zittì chiunque stesse parlando di loro. La bruna capì l’irruenza del momento e si sedette. Ma lontano. Chiaro segno che anche stavolta, il biondo, aveva fatto una cazzata.

-Come la prenderesti tu se Nott non ti baciasse in pubblico?

-Draco, non sono tutti come te. Lui ha qualcosa da difendere.

-Se ami qualcuno devi difendere lui. Difendere il voi in cui credi.

-Pensi che lui non lo voglia fare? Lo fai così stupido? Meschino?

-L’ho baciato e mi ha mandato via.

-Lo hai baciato?

Eccola lì la ragazza. Spalanca gli occhi. Allarga le narici. Le tremano le mani. Stringe i denti. Sussurra. Che il sussurro è più grave dell’urlo, nelle ragazze. Ecco perché non le amava, non le capiva.

-C’ho provato in realtà, ma mi ha allontanato “cerchiamo di capirci prima, Draco” ha detto. Di capirci!!! Lui non si sarà capito evidentemente. Io l’ho fatto.

-Quando pensavi di dirmelo?

-Mai. Blaise è un capitolo chiuso. Gli voglio bene. E lo so che lui ne vuole tanto a me, ma non dobbiamo stare insieme per forza. Non ci riusciamo.

-Se solo tu…

-Io niente, Pansy. Niente. Non puoi comandare sul cuore, lo capisci? E il mio non pensa a Blaise. Non lo ringrazierò mai abbastanza perché tutto il malessere che avevo dentro è fuoriuscito con lui. Con lui ho capito che il mio desiderio non era sbagliato, che non c’era niente di male nel desiderare un altro. Lui mi ha aiutato a scoprire un altro corpo uguale al mio, mi ha aiutato a capire cosa volevo, quanto mi piacesse stringere a me fianchi duri e non morbidi, quanto sia eccitante un corpo lineare e non tondo, un petto duro e non morbido. Devo a lui la voglia di assaggiare il sesso. quindi si, rimarrà importante, ma l’importanza non è amore.

-E Potter? Come fai a parlar di amore se nemmeno lo conosci? Amore non dovrebbe essere la condivisione di un’anima?

-Amore è tante cose.

-Ma sicuramente non è Potter!

Così disse alzandosi e andandosene. Draco lo sapeva che la sua migliore amica voleva solo il suo bene e sotto sotto sapeva anche che aveva ragione, mandare tutto al diavolo per Potter non aveva senso, però non poteva far a meno di pensare che era solo grazie a Potter che si era accettato.

Si, Blaise aveva reso i suoi dubbi certezze, ma era stato Potter a farglieli venire i dubbi. Era stato guardarlo di sottecchi durante le lezioni che gli aveva risvegliato le farfalle, ed era stato osservarlo durante il quidditch che gli aveva fatto provare un brivido lungo la schiena così forte da creare caos.

Già, Potter era il suo caos. Equilibri mandati a puttane. E lui doveva quanto meno parlargli. Potter aveva messo in gioco la sua intera esistenza, era giusto farglielo sapere. Difficile da spiegare perché proprio gli occhi di Potter lo avevano spinto ad accettarsi, ma Draco era sceso a patti con se stesso quando quel verde così cristallino era riuscito a far abbassare il suo, di sguardo. Non c’era mai riuscito nessuno. Il biondo non era riuscito a tener testa ad un gioco di sguardi, ad una sfida, perché lo stomaco aveva fatto un triplo salto mortale con avvitamento su se stesso, e le gote si erano incendiate. Ma Potter era un ragazzo e Draco aveva appena finito di limonare con la Grengrass.

Prese una mela, mise in spalla la borsa e con aria di sufficienza andò dietro il ragazzo che si era appena allontanato. Tutti fiutarono aria di guai e se ne andarono lasciandoli soli.

Il serpeverde sorrise.

-Malfoy.- l’inclinazione della sua voce era sempre così fredda e giusta.

-Potter!- la sua, d’inclinazione, era così ferma.

-Che vuoi?

-Chiacchierare.

Niente lentezza. Potter si voltò in fretta e lo inchiodò sul posto. Si, decisamente, Draco amava i ragazzi.

-Sei poco credibile.

-Ci conosciamo da 6 anni, perché deve essere poco credibile?

-Perché in sei anni non abbiamo mai parlato.

Niente melodrammaticità.

-Mi piaci.

Niente occhi spalancati, o narici allargate, o mani tremanti. Niente.

-Chi?

Bè che Potter fosse scemo, però, non era una novità.

-Tu.- il perché di tutto questo bisogno di farglielo sapere, Draco proprio non lo capiva, però era proprio una cosa viscerale. Doveva necessariamente farlo. Come necessario era il bacio di cui aveva bisogno. E quindi senza dire niente, senza dargli il tempo di capire o negarglielo, si avvicinò, gli strinse forte le spalle e con poca gentilezza lo sbatté al muro.

Potter era quello che voleva. Non era profumato. Non era dolce. Non era morbido. Non era delicato.

Lo strinse, lo morse, gli succhiò pure l’anima. Aveva un bisogno lancinante di quel bacio che non aveva paura. Potevano picchiarsi appena finito, comunque sia lui sarebbe stato felice. Fiero di se.

-Malfoy.- la sua voce era roca. Nessuna ragazza avrebbe avuto un aspetto così meraviglioso con i capelli arruffati e le labbra rosse dal sangue.

-Potter!- e se ne andò.

Harry non lo prese per mano. Non lo fermò. Ma gli sorrise. Un sorriso così mascolino che Draco aveva voglia di saltare e strillare.

Forse non era amore. Forse non era tempo perso. Forse non era un mucchio di cose. Ma era stato un bacio. Un inizio.

E Draco ne era felice.

Si guardò allo specchio e sorrise.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pensieri e Parole:

Si, ci sono ancora. E spero di esserci più spesso adesso!

Ho fatto un tatuaggio la settimana scorsa. Un tatuaggio importantissimo. Si tratta dei tre puntini di sospensione e un punto interrogativo. A parte la figata assurda che mi è venuta, ha un significato fondamentale per me: indica la scrittura. I tre puntini il mio costante lasciare tutto senza una fine e il punto interrogativo la mia costante indecisione. Già, ho impresso sulla pelle il mio amore più grande, la scrittura. E sono felicissima perché ogni volta che lo guardo mi viene una tremenda voglia di scrivere e infatti eccomi qui.

Spero che questa storiella così “free” vi piaccia.

Un commentino sarebbe l’ideale.

Grazie.

Prometto che prima o poi mollo questi due e mi dedico ad altro. Prima o poi… :D

Vivogliotantobene

Sempre vostra Nia <3

   
 
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