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Autore: stirlingite27    13/10/2017    0 recensioni
[Lindsey Stirling]Quando nasci nel Deserto, la vita è difficile. Quella è una terra vasta e spietata. I Padroni dominano su orde di schiavi e uccidono a loro piacimento. La terribile Arena è una minaccia costante. Però, una luce si accende nel buio: una giovane coppia, una come quelle di un tempo. Lei è figlia degli Dei della Luna, lui degli impetuosi Dei del Sole. Insieme, devono unire tutti, per cancellare pregiudizi millenari e tradimenti e riuscire a cambiare il Deserto. Una storia ispirata da un video di Lindsey Stirling!
Traduzione della storia "Escaping the Arena" di @stirlingite27 su Wattpad.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 - Amore

 

Tieni la testa bassa e trova Kai, pensò Lindsey tra sé mentre attraversava il territorio degli Enmity alla ricerca del suo migliore amico.

Il suo turno di lavoro era terminato, era ora per la maggior parte degli schiavi di tornare all'accampamento, e per le donne di iniziare a preparare la zuppa per la cena. Sapeva che non sarebbe stata di nessun aiuto in quell'ambito, per cui aveva deciso di andare a cercare il ragazzo.

Elene e Delia non l'avevano lasciata in pace un secondo, quel giorno, sapevano della visione. Al contrario di Madame Potcha, la guardiana sovrappeso delle sarte, si erano accorte di tutto. Anche se non erano andate subito a chiederle cosa fosse successo, non l'avevano mollata un attimo. Lo facevano sempre, ma quel giorno l'avevano davvero innervosita. Le aveva seminate circa un'ora prima quando Cookie, la capocuoca dei Nexus, come si poteva dedurre dal nome, le aveva trovate e messe a lavoro a mescolare un'enorme pentola.

Lindsey lanciò silenziosamente alla vecchia donna uno sguardo grato. Per buona parte della sua permanenza tra i Nexus, la donna l'aveva sempre tenuta d'occhio. Sapeva senza nemmeno essere presente ogni volta che aveva una visione, e faceva sì che nel suo piatto ci fosse sempre qualche caramella quando ne aveva qualcuna particolarmente brutta. Benché avessero parlato raramente, Lindsey sapeva che Cookie era dalla sua parte, e pensava a lei come a una sorta di mentore.

Durante il suo tragitto attraverso le sabbie rocciose dell'accampamento, il vento iniziò ad alzarsi. Un'ondata di panico la invase. Stava già arrivando la tempesta?

No, era troppo presto! Non sarebbe stata la prima volta, che una visione arrivasse troppo tardi, ma pregò gli Dei di darle, almeno stavolta, il tempo di elaborare un piano.

"Luna?" la voce di Kairos interruppe il flusso di pensieri: senza nemmeno accorgersene, era arrivata all'ingresso della tenda di lui e gli era quasi sbattuta contro.

Senza parlare, gli si gettò tra le braccia. Lacrime che non sapeva di stare trattenendo iniziarono a scorrerle lungo le guance.

In realtà quella visione, così come tutte le più recenti che aveva avuto, la terrorizzava. La sola idea dell'Arena era un incubo di per sé, ma sapere che era il destino che l'attendeva era quasi impossibile da sopportare.

"Lin-Luna, cosa c'è?" chiese lui, con voce tremante, la mente presa a vagliare le mille possibilità. Si affrettò a portarla all'interno della sua tenda così che nessuno li vedesse.

Lei non riusciva a parlare, aprì e chiuse la bocca più volte, come un pesce spiaggiato che boccheggia in cerca d'aria.

Come sempre, Kairos l'abbracciò. Aspettò che il panico diminuisse, senza metterle fretta. Non sarebbe servito.

Dopo qualche minuto angosciante, la ragazza iniziò a calmarsi. A quel punto, lui l'aveva già condotta all'interno e fatta sedere sul suo letto, la sua mano le accarezzava distrattamente il braccio sinistro aspettando che lei trovasse le parole.

"Ho avuto una visione," gli disse senza incrociare il suo sguardo.

Lui non rispose, in attesa del resto. Lindsey fece un respiro profondo e iniziò a raccontargli ciò che aveva visto. Kairos rimase in silenzio per tutto il tempo, rispettoso e attento, annuendo in alcune parti e stringendole forte la mano. Quando lei finì, la abbracciò prima di parlare.

"Mi dispiace che tu debba sopportare tutto questo, Lindsey. È una croce che sei costretta a sostenere ingiustamente." Si fermò, pensando a Gavi e alla conversazione della notte prima. Se il ragazzo fosse riuscito a mettere in atto il piano, forse avrebbe potuto salvare lei, e se stesso, dall'Arena.

Lei tirò su con il naso, era un gesto poco signorile, ma con Kai non si preoccupava delle norme sociali. "Vorrei non avere questa capacità. Papà mi diceva sempre che si trattava di un dono, ma ultimamente si è rivelata più una maledizione che altro." Nascose il volto tra le mani ricominciando a singhiozzare.

A vedere la sua più cara amica in quello stato, gli si strinse il cuore. Se avesse potuto portarle via quelle visioni, l'avrebbe fatto senza nessun dubbio o esitazione. Purtroppo però quella non era un'opzione possibile. Tutto ciò che poteva fare era starle accanto quando lei ne aveva bisogno.

Le sollevò delicatamente il mento con le dita, gli occhi azzurri di lei fissi nei suoi. Era bellissima.

"Sarà sempre un dono. Ti rende speciale, ti rende unica. Ed è una cosa che amo."

Lindsey rimase senza fiato. Aveva appena detto ciò che credeva avesse detto? Certo, era un dato di fatto fin da quando erano bambini, che un giorno si sarebbero sposati. Con il tempo, avevano imparato ad accettarlo, soprattutto visto che i due erano stati inseparabili fin dall'arrivo di Lindsey tra i Nexus. Crescendo, avevano iniziato ad indugiare più a lungo ogni qual volta si sfioravano, e i loro sentimenti si erano fatti più intensi, ma non avevano mai agito su di essi. Non erano mai usciti allo scoperto dichiarandosi apertamente l'uno all'altra. Tutti attorno a loro erano consapevoli che si amassero, ma i due giovani preferivano vivere giorno per giorno, insieme, con il conforto di sapere che l'altro sarebbe sempre stato accanto.

E poi era arrivato l'attacco. E la loro relazione si era trasformata in una di sopravvivenza, i capi Enmity non avrebbero mai permesso a due schiavi di sposarsi, soprattutto se fossero venuti a conoscenza della vera identità della coppia.

"Dico davvero, Linds. Io ti amo, ti ho sempre amata, fin da quando riesco a ricordare." le sussurrò.

Lindsey sentiva il cuore in gola. Anche lei lo amava. Kairos era stato l'unica ragione per restare in molte occasioni. Era l'unico punto fisso della sua vita. Il suo amico e compagno costante. La sua difesa e praticamente l'altra metà del suo cervello. Forse era stata esattamente quella l'intenzione degli Dei, per la piccola Rinnegata di perdersi per essere ritrovata da quel bambino.

Prima che potessero aggiungere altro, uno strano suono iniziò a provenire dal tetto. Il vento soffiava leggero, e l'ingresso della tenda consentì alla brezza di intromettersi nel momento. Poi giunse l'odore. Un odore raro, ma benvenuto. Alcuni dubitavano della sua esistenza, ma Lindsey riusciva sempre a riconoscerlo.

"Pioggia!" fece lei, con entusiasmo.

I due si scambiarono un sorriso, alzandosi e precipitandosi fuori. Come previsto, la pioggia aveva iniziato a scendere dal cielo. Il mondo aveva iniziato a rinfrescarsi e la gente esultava, persino gli Enmity avevano gettato da una parte gli attrezzi da lavoro per festeggiare. Le trombe iniziarono a suonare tutt'intorno, e la gente cominciò a danzare mentre contenitori di ogni tipo vennero tirati fuori per poter raccogliere quell'acqua miracolosa. Tutti ridevano e gioivano.

Kairos prese Lindsey per la vita facendola volteggiare, e lei si lasciò andare ad una risata liberatoria, euforica.

Poi, lui l'attirò a sé posando le labbra sulle sue.

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