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Autore: Altair13Sirio    13/10/2017    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Cyborg aveva delle pesanti borse sotto agli occhi – mentre il suo occhio normale mostrava il sonno mancato quella notte, quello bionico aveva una luce molto più fioca del solito – quando i Titans si riunirono nella sala comune per fare colazione.
Come al solito, Luna saltellava allegramente in giro per il posto, impaziente di andare a scuola. Era appena tornata dalla sua solita uscita per ammirare l’alba e quella mattina era molto più raggiante del solito; forse era successo qualcosa nella giornata precedente che l’aveva fatta eccitare tanto.
Cyborg guardava con disappunto la sua tazza di caffè fumante, povera di zucchero e in attesa di essere raccolta da una sua mano. Accanto a lui BB non mostrava molta più vitalità, ma era normale per il piccoletto verde non essere attivo al cento percento la mattina presto…
Quando Cyborg vide Robin entrare nella sala, con la sua tuta e la maschera già indosso, gli lanciò un’occhiata come per intendere di dovergli parlare; subito, il leader dei Titans notò il suo sguardo e si mosse per lasciare la sala comune, facendogli segno di seguirlo.
<< Ho fatto qualche analisi questa notte… >> Cominciò Cyborg dopo che le porte scorrevoli della sala comune si furono chiuse alle sue spalle. << Se vuoi saperlo, la storia della morte di Johnny non mi convince affatto! >>
Robin distolse lo sguardo come per dirgli di non rammentargli quell’episodio e tagliò corto:<< Sei venuto a capo di qualcosa? >>
Cyborg alzò un dito:<< Sì. >> Rispose con talmente tanta semplicità da non sembrare sul punto di rivelare qualcosa di cruciale al suo amico. << Per prima cosa, il guanto e la pistola di Johnny erano muniti di microspie. Tutto quello che abbiamo detto dal giorno dell’arresto di Johnny è stato ascoltato da qualcuno. >>
Robin spalancò gli occhi incredulo mentre la sua maschera si tirava in maniera anomala a causa di questa sua reazione. Piegando in avanti il collo, l’uomo chiese:<< Come, scusa? >>
<< E’ così. >> Rispose senza scomporsi Cyborg, che dalla propria calma sembrò voler dire di aver risolto il problema. << Dopo aver fatto qualche ricerca sulle droghe prodotte e vendute da Johnny, mi sono chiesto se potesse trattarsi della stessa sostanza che aveva fatto impazzire – e forse morire – Johnny il Rancido. Gli effetti non sembravano simili a quelli del veleno di Cheshire, quindi penso si possa escludere l’ipotesi che gli H.I.V.E. Five fossero collegati al traffico di droga… >>
Robin si portò una mano al mento e cominciò a rimuginare in silenzio, ascoltando con attenzione ciò che aveva da dirgli il suo amico. Annuì senza dire nulla.
<< Così sono andato nella stanza dei trofei e ho prelevato il guanto chiodato di Johnny. >> Continuò Cyborg senza distogliere lo sguardo dal volto corrugato di Robin. << Stavo sperando di trovare qualche indizio sul veleno utilizzato su di lui, e invece ho trovato un’altra cosa… >>
<< Le microspie. >> Lo incalzò Robin vedendo lo sguardo compiaciuto del suo amico.
<< Esatto! >> Fece puntandogli contro un dito. << Qualcuno voleva che quelle armi andassero a noi. >> Fece col tono di chi stava complottando qualcosa. << Siamo stati osservati per tutto questo tempo, e potrebbe non essere finita. >>
<< Hai controllato anche la pistola? >> Chiese Robin allarmato, riferendosi alla pistola laser confiscata a Johnny. Cyborg annuì istantaneamente.
<< Sì, e anche quella era munita di microspia. A proposito di quell’arma, ho scoperto un piccolo dettaglio interessante… >> Disse cambiando tono per attirare l’attenzione del suo amico, che subito fu curioso di sapere cosa avesse scoperto. << Dopo essermi assicurato che non ci fossero più microspie sulle armi di Johnny, ho fatto qualche altro test e ho deciso di controllare anche lo scudo di Soldato Hive. Mi era sembrato che ce lo avesse lasciato con un po’ troppa semplicità e per questo pensavo che avesse lasciato appositamente una microspia o qualcosa del genere per poterci spiare, ma le mie analisi non hanno rilevato niente di anomalo… >>
<< Strano... >> Disse Robin, che però annuì rassicurato pensando di poter finalmente tirare un sospiro di sollievo per aver appurato la sicurezza della sua famiglia. << Altro? >> Chiese con impazienza.
Cyborg annuì. << Dopo delle analisi alle varie armi, ho deciso di fare qualche ricerca per togliermi dei dubbi e mi è capitata per le mani una testata di giornale che parlava di un misterioso furto al laboratorio di ricerche fuori città. Parlava di ignoti che avevano portato via numerosi progetti e carte riguardanti armi all’avanguardia e studi su energie rinnovabili che potessero sostituire quelle attualmente in uso in tutto il mondo; c’era anche un prototipo nella lista di oggetti rubati, e indovina un po’? Si tratta proprio della nostra pistola laser! >>
Robin non era tanto eccitato come poteva sembrare Cyborg assumendo quel tono: non gli andava giù il fatto che qualcuno avesse potuto rubare facilmente così tante informazioni e progetti in un luogo protetto come quel laboratorio; inoltre, il fatto che quell’arma fosse stata rubata, riportava alla mente spiacevoli ricordi di cui, controvoglia, era stato protagonista. << Vai al punto. >> Disse senza un tono l’uomo mascherato. Cyborg non se lo fece ripetere due volte.
<< Dunque: le videocamere di sorveglianza mostrano delle figure scure irriconoscibili che riescono a entrare indisturbate nella sede e portano via tutto ciò che vogliono senza la minima fretta; sanno già dove guardare e in poco tempo lasciano il laboratorio senza neanche aver incontrato una guardia. >> Fece una pausa e lanciò un’occhiata di complicità a Robin, che cercò di capire cosa volesse dirgli. << Nessuno ha visto niente, i ladri non sono stati riconosciuti e il fatto non è stato riportato da nessuna testata giornalistica a parte una sconosciuta e di poco conto, che è stata quindi totalmente ignorata. Ti ricorda qualcosa? >>
Ci fu un lampo nella mente di Robin e improvvisamente tutto lo sforzo che aveva fatto per capire cosa stesse dicendo Cyborg sparì:<< La misteriosa serie di evasioni! >> La sua voce non nascose una punta di incertezza, mostrando quanto ancora non sapesse se appoggiarsi completamente a quella ipotesi oppure maneggiarla con le pinze. Lo sguardo soddisfatto di Cyborg gli diede conferma del suo suggerimento.
<< Proprio così! Se mettiamo assieme queste informazioni diventa chiaro che Maschera Nera sia coinvolto anche in questa storia. >> Spiegò con calma Cyborg facendo l’occhiolino a Robin.
<< E se Maschera Nera è collegato con questo furto, allora anche Johnny ha a che fare con lui! >> Azzardò Robin, incontrando però una certa resistenza da parte di Cyborg che sembrò non voler ingigantire troppo le loro informazioni.
<< Non lo sappiamo per certo, ma è probabile: il problema adesso è scoprire se Johnny era un suo complice o una semplice pedina. >>
<< Questo lo scopriremo facendo altre indagini. >> Disse fiducioso Robin dando un colpetto sulla spalla del suo amico. << Bel lavoro, Cyborg! >> Stava per andarsene, quando Cyborg lo fermò sulla soglia della porta.
<< C’è un problema però. >> Disse con tono cupo. << Se Maschera Nera ha ascoltato le nostre conversazioni fino ad ora, saprà quasi sicuramente dei nostri piani; dobbiamo agire in fretta per non rimanere senza alcun indizio. >> Si voltò verso di lui. << Mumbo, Megablock… Chi dei due dovremmo inseguire? >>
Robin si fermò e tornò a guardare in direzione del suo amico bionico. Quella era una bella domanda: Coso aveva dato loro il luogo dove Mumbo avrebbe potuto trovarsi, ma se era vero che avevano lavorato per Maschera Nera a quest’ora la centrale elettrica sarà stata abbandonata dai criminali; avrebbero potuto concentrarsi anche sul buco creato da Megablock in mezzo alla strada e cercare quelle persone che erano state portate via nella giornata precedente, ma anche lì avrebbero potuto trovarsi davanti a un vicolo cieco. E nel frattempo, Robin e Cyborg dovevano investigare su Johnny e fare luce una volta per tutte sulla sua fantomatica morte.
<< Una cosa alla volta. >> Rispose Robin voltandosi verso la sala comune, dove la sua famiglia lo stava salutando con grandi sorrisi mentre questa era impegnata nella colazione. << Il tempismo è essenziale. Ora porterò Luna a scuola, dopodiché ci divideremo in due squadre per andare a investigare su Mumbo e Megablock! >>
Cyborg annuì in silenzio. Sperava solo che non perdessero troppo tempo in questo modo.
 
*
 
Robin baciò Luna sulla fronte prima di augurarle una buona giornata.
Vide la bimba che si dirigeva a grandi falcate – per quanto potessero essere grandi le falcate di Luna – verso la propria aula, inoltrandosi sempre di più nel corridoio principale della scuola. Il suo zainetto colorato balzava a ogni movimento e dava non pochi impicci alla bambina. A un certo punto la vide sparire e quello fu il segnale che fece capire al supereroe che era ora di andare.
Si voltò lentamente, sapendo che sua figlia era al sicuro. Inutilmente il pensiero di ciò che aveva detto Soldato Hive lo fece preoccupare, credendo che stesse solamente bluffando, e avvistò con un certo disappunto ma nessuna sorpresa la figura di Beast Boy poggiato con le spalle a una colonna delle pareti che circondavano il cortile della scuola. Stava animatamente chiacchierando con alcuni ragazzini che, in parte gli lanciavano occhiate piene di meraviglia e in parte lo schernivano e cercavano di coglierlo in fallo.
<< Ma certo che sono il vero Beast Boy! Chi altri andrebbe in giro con un colore di pelle così? >> Faceva agitando una mano come se stesse discutendo di qualcosa di importante. Si indicò il viso e fece poi vedere la sua faccia più da vicino a uno dei ragazzini che gli stavano attorno.
<< Io sapevo che Beast Boy era molto più grande e muscoloso… E peloso! >> Fece un bimbo che avrà avuto sette o otto anni.
<< Sì! E fa scappare i cattivi con un solo sguardo! >> Gli diede corda un altro di sei.
BB sembrò non avere idea di come rispondere a quelle parole e si guardò intorno con imbarazzo. << Bé… Forse chi vi ha parlato di me, mi ha visto in azione quando ero trasformato… >> Ma poi si avvicinò. << Però non potete dire che non sono peloso: guarda che barba! >> E mostrò nuovamente il viso, questa volta concentrando l’attenzione sulle sue basette appena accennate. Sfortunatamente per lui, quelle basette verdi non convinsero i ragazzini, che cominciarono a commentare sempre in modo più sfacciato.
<< Il mio papà ha più peli sulla faccia. >> Disse uno, mentre un altro bambino esaminava la corporatura per niente massiccia come sembrava aspettarsi e rivolgeva uno sguardo deluso al supereroe.
All’arrivo di Robin i bambini sembrarono spaventarsi e si fecero da parte per lasciar passare l’uomo mascherato. << Vieni o ti diverti un altro po’ coi ragazzini? >> Chiese con tono gelido, lasciando intendere di essere seccato dalla sua presenza alquanto insistente.
BB si voltò annuendo e salutò i ragazzini, ricordandogli di fare i bravi, di non attraversare mai con il rosso e di ascoltare sempre quello che dicono i genitori. Si mise a rincorrere Robin, che aveva accelerato quasi come se questo trovasse imbarazzante la sua compagnia, e gli chiese:<< Com’è andata con Luna? >>
Robin rispose senza neanche voltarsi, dirigendosi alla macchina parcheggiata poco distante da lì. << Come vuoi che sia andata? Eravamo lì a tre metri da te, lo hai visto com’è andata! >>
BB si accostò a lui mentre camminavano assieme  sul marciapiedi e cominciò a tempestarlo di domande:<< E perché sei così scontroso? Qualcosa non va? Ti ha detto qualcosa di strano? Hai notato qualcosa che non andava nell’edificio? >>
Robin chiamò a sé tutte le sue forze per evitare di mettersi a sbraitare contro Beast Boy, che nonostante mostrasse di tenere particolarmente a Luna in quel momento si stava comportando come un completo idiota. Ma perché all’improvviso aveva voluto accompagnarlo a scuola di Luna, quella mattina?
Beast Boy sembrava essersi ripreso alla grande dalla levataccia di quella mattina: solitamente impiegava ore a riprendere la sua solita vitalità, ma non appena aveva sentito Robin chiamare Luna e dirle di prepararsi a uscire, aveva chiesto di poter venire con loro. Sembrava un bambino, con i suoi occhi raggianti e il suo sorriso innocente che tuttavia non lasciava presagire nulla di buono; sembrava un bambino dietro cui si nascondeva un genio del male, pronto a distruggere la sua giornata.
Ecco, BB era praticamente questo: un piccolo e innocuo ometto che per puro caso poteva provocare un’intera rivoluzione senza neanche rendersene conto. A volte lo infastidiva il suo comportamento infantile, ma Robin non poteva negare che fosse un sollievo in alcuni momenti; anche per Luna era importante avere qualcuno così espansivo con cui poter interagire.
<< BB… Come mai sei venuto con noi questa mattina? >> Chiese mettendo mano alle chiavi dell’auto e preparandosi ad aprire la portiera della macchina.
Beast Boy sembrò non aspettarsi quella domanda e cominciò ad ammiccare come qualcuno che cercava di non lasciar trasparire troppo le emozioni, fallendo miseramente. << Eh? Oh, sai com’è… Visto che d’ora in avanti cominceremo con questi turni per andare a prendere Luna, ho pensato che sarebbe stata una buona idea venire con voi la mattina per memorizzare meglio il percorso… >> Le sue parole si dissolsero non appena furono entrati in auto e Robin ebbe rivolto lo sguardo dritto davanti a sé. E così voleva memorizzare la strada dalla torre alla scuola di Luna? Ma se era così, perché tutto quell’attaccamento da quando erano partiti? Anche durante il viaggio di andata, BB aveva rivolto a Luna un numero impressionante di domande, alcune completamente inaspettate e slegate dal contesto. Robin sentiva che gli stesse sfuggendo qualcosa.
Come ebbe cominciato a ruotare lo sterzo della T-Mobile, BB aprì di nuovo la bocca:<< Ehi! Credi che Cyborg mi farà guidare la sua auto per venire a prendere Luna? >>
Robin guardava la strada, ma la sua espressione sembrava voler intendere che non fosse in vena di chiacchierare amabilmente del più e del meno come lui. Ci mise qualche secondo a reagire, e quando lo fece il suo stato d’animo cambiò radicalmente: la sua testa gli diede come un avvertimento e improvvisamente il leader dei Titans sorrise con un ghigno malizioso, ma privo di cattiveria. << Sarebbe un miracolo se ti lasciasse anche solo le chiavi! >> E detto questo cominciò a ridere, facendo sparire il sorriso interessato di BB.
 
*
 
Robin era tornato serio una volta arrivati alla torre dei Titans. Lì, dopo aver parcheggiato con cura la T-Mobile, aveva portato BB con sé e aveva riunito tutti quanti nel garage: Stella era salita sul terrazzo a godersi la brezza di quella mattina e il rumore delle onde che si infrangevano contro la costa rocciosa dell’isola, mentre Corvina si era rintanata nella sua stanza per leggere uno dei suoi tanti libri. L’unico che sembrava mancare all’appello era Cyborg, che in realtà aveva cercato di schiacciare un pisolino in attesa del loro arrivo per recuperare un po’ del sonno perduto durante la notte; a Robin dispiaceva molto svegliarlo, ma non avevano tempo da perdere ed era sicuro che anche lui avrebbe compreso.
<< Perché ci hai portati nel garage? >> Chiese a un tratto Corvina, confusa e infastidita dal continuo silenzio del loro leader, che li aveva semplicemente scortati fino alla grande sala sotterranea dove Cyborg armeggiava con la sua auto.
Robin rimase in silenzio ancora per un po’, finché non ebbe raggiunto la T-Mobile ed ebbe consegnato le chiavi a Cyborg, che cominciò ad aprire uno sportello e ci si infilò dentro. Il leader della squadra fece segno a tutti di entrare nella macchina senza dire nulla e gli altri obbedirono, pur senza smettere di lanciarsi occhiate confuse, bisbigliando qualche domanda l’uno tra l’altro.
Una volta che tutti quanti furono seduti ai loro posti nella T-Mobile, Cyborg infilò le chiavi per accendere l’auto, ma invece di emettere il solito rumore di accensione del motore, all’interno dell’abitacolo si illuminarono delle strane barre blu e numerosi altri piccoli led che sembrarono seguire dei precisi percorsi sul tettuccio dell’auto.
<< Ecco fatto! >> Disse il proprietario dell’auto mentre la sua testa lucida rifletteva quella luce blu dell’abitacolo. << Adesso la T-Mobile è completamente schermata. Possiamo parlare liberamente, ragazzi! >>
Gli sguardi pieni di confusione e domande non fecero che aumentare mentre sui sedili posteriori si sollevavano borbottii contrariati e increduli. << Cos’è questa storia, Robin? >> Chiese Corvina rivolgendosi direttamente al leader, pensando che fosse stata una sua decisione.
Robin, che fino a quel momento aveva guardato di fronte a sé, si voltò per rivolgere un sorriso fiducioso ai suoi amici dietro e disse:<< Non vi preoccupate: adesso vi spiegheremo tutto! >>
Mentre BB e Stella ancora non capivano niente di quella situazione, Cyborg cominciò a parlare guardando dritto negli occhi della maga incappucciata attraverso lo specchietto retrovisore dell’auto. << Io e Robin abbiamo effettuato qualche analisi sulle armi che confiscammo a Johnny il Rancido tempo fa… >> Cominciò mentre Stella Rubia sospirava coprendosi la bocca, ripensando al defunto Johnny. << Quello che abbiamo scoperto è che sia il guanto chiodato di Johnny e sia la sua pistola erano stati muniti di microspie che hanno registrato e tutte le nostre conversazioni a oggi, riproducendole a chissà chi… >>
Delle esclamazioni di sorpresa scossero all’unisono la T-Mobile; sia Robin che Cyborg si aspettavano delle reazioni simili, persino Corvina era sconvolta. Il fatto che fossero state introdotte delle cimici nella loro base non era assolutamente una buona notizia, e per di più nessuno se ne era accorto in così tanto tempo!
<< Ovviamente mi sono preoccupato di rimuovere e disattivare immediatamente quelle microspie appena scoperto della loro esistenza, ma visto che non possiamo essere sicuri di quanto i nostri nemici si siano infiltrati, ho dovuto preparare un sistema per poter parlare senza essere spiati da nessuno: ho dotato la T-Mobile di un congegno capace di emettere impulsi che annullano qualunque tipo di segnale all’interno dell’auto; niente può entrare e niente può uscire da qui dentro. >> Spiegò con calma Cyborg mentre gli altri andavano pian piano ricomponendosi.
<< Ovviamente si tratta comunque di una situazione complicata: non sappiamo quanto sia stato utilizzato contro di noi attraverso quelle microspie, ma abbiamo potuto trarre alcune conclusioni. >> Disse Robin riprendendo il discorso di Cyborg, con cui sembrava essere perfettamente in sintonia. << Per prima cosa, gli H.I.V.E. Five potrebbero non essere collegati a Johnny, dato che il veleno di Cheshire non è compatibile con la droga di Johnny in quanto a effetti. Questo significa che uno di loro non è collegato a Maschera Nera, e le prove ricadono su Johnny a questo punto… >>
<< Perché? >> Gli fece eco Stella Rubia, ansiosa di capirci qualcosa di più in quella faccenda.
Robin alzò un dito con calma. << Cyborg ha scoperto che le stesse persone che avevano coordinato le misteriose evasioni, tra cui quella di Johnny, sono le stesse che hanno rubato numerosi progetti e prototipi dal laboratorio di ricerca fuori città, dove era custodita la pistola a laser del Rancido. >>
Cyborg continuò spiegando meglio il perché avessero tratto quella conclusione:<< Stesso modus operandi per due operazioni abbastanza diverse: questa è gente ben organizzata, e in più ci sono un po’ troppe coincidenze dalla loro parte. >> Si strofinava il mento con le dita e inspirava profondamente. << Tutto questo ci porta sempre di più a sospettare che qualcuno stia manovrando tutto dall’alto, ma non abbiamo prove concrete su questo ancora… >>
<< La nostra priorità è quella di scovare Maschera Nera! >> Disse Robin agitando un dito rapidamente, puntandolo in avanti. << Non abbiamo informazioni sugli H.I.V.E. Five che ci potrebbero essere utili al momento, ma andando avanti in questa indagine forse scopriremo qualcosa di nuovo. >>
<< E cosa dobbiamo fare ora? >> Chiese BB sporgendosi da dietro il sedile di Cyborg. Nei suoi occhi si poteva vedere tutto il suo desiderio di entrare in azione.
Robin tirò fuori alcune buste in cui erano raccolte delle fotocopie di carte di identità, con le foto dei loro possessori in bella vista e ben riconoscibili. << Questa è la lista dei proprietari delle auto cadute nel buco creato da Megablock e delle persone a loro connesse. Abbiamo rintracciato i loro nomi attraverso le targhe forniteci da BB. >> Disse. << Come immaginavamo, quasi nessuno di loro è reperibile da quel giorno. Questo significa che sono quasi sicuramente stati fatti prigionieri, così che non potessero divulgare informazioni sul loro aspetto… >> Diede in mano i fogli a Corvina e cominciò a descrivere il piano:<< Ci divideremo in due squadre: voi tre entrerete nel buco e comincerete a ispezionare il tunnel nella speranza che possiate trovare quelle persone, mentre noi andremo alla centrale elettrica e cercheremo di scovare Mumbo. L’unica speranza è che le nostre intenzioni di andare là non siano state già ascoltate e che quindi potremo sfruttare un po’ il fattore sorpresa… >>
Corvina esaminò con cura i fogli che le aveva dato Robin e alzò lo sguardo quando questo ebbe finito di parlare. << C’è qualcos’altro che dovremmo sapere, prima di entrare in azione? >> Robin annuì leggermente.
<< Sì. >> Disse l’uomo mascherato. << In caso una delle due squadre dovesse entrare in contatto con dei sospettati, dovrà chiamare immediatamente il caposquadra dell’altra squadra. Corvina, sei tu il caposquadra. >> Con un rapido gesto diede alla maga quell’autorità che, per lei, non valeva poi tanto.
Con un rapido scambio di occhiate, BB lasciò intendere che avrebbe preferito ricevere quell’onorificenza al posto della sua amica, anche se non era ben chiaro perché. Rimase in silenzio e non disse niente, continuando a sbirciare da Corvina le informazioni sulle persone scomparse con un po’ di entusiasmo in meno.
<< Quindi se incontriamo qualcuno, bisogna chiamare te, Robin? >> Chiese Stella sporgendosi un po’ dal suo posto e cercando di incrociare lo sguardo del marito, che però non mostrò molta complicità.
<< Non esattamente. >> E detto questo, cominciò a spiegare il motivo della sua risposta:<< Se tutto va come speriamo, allora nel tunnel troveremo i civili rapiti e il gruppo di “sconosciuti” che lavora per Maschera Nera. Se dovesse esserci qualche imprevisto, ci contatterete. >>
<< E voi invece cosa vi aspettate di trovare, laggiù alla centrale? >> Chiese BB alzando la testa all’improvviso.
Robin rivolse lo sguardo fuori dal finestrino e rimase a fissare il vuoto. << Se tutto va bene, troveremo Mumbo che si nasconde alle autorità. Altrimenti… Vi faremo sapere. >>
Corvina piegò di lato la testa ma non sembrò contrariata né preoccupata. << E con Mumbo come farete? Ammesso che sia ancora là, non è proprio il tipo di avversario migliore per voi due… >>
A quella domanda, Robin e Cyborg si rivolsero delle occhiate dubbiose, convinti che in parte la loro amica avesse ragione. Uno capace di manipolare ciò che ha intorno come Mumbo il Magnifico sarebbe stato un osso duro da affrontare per loro, forse più di quanto lo era stato il grosso e lento Megablock, la cui forza poteva essere eguagliata da Cyborg e i colpi schivati agilmente da Robin.
Alla fine Robin sorrise rivolgendosi agli altri dietro di sé. << Ci proveremo! >> Disse con tono positivo, sorprendendo tutti quanti con il suo improvviso cambio di stato d’animo. Non era da Robin lasciare un punto interrogativo su una cosa del genere, lui era il tipo che pianificava tutto per evitare di avere imprevisti; adesso però stava organizzando un tentativo disperato di prendere in contropiede degli avversari sconosciuti e che, con molta probabilità, erano già al corrente dei loro piani da tempo. Che fosse la mancanza di tempo a rendere così imprudente il leader dei Titans?
Dopo quella risposta, Corvina annuì e abbassò lo sguardo risistemando con cura la busta con dentro i fogli consegnati da Robin. << D’accordo. >> Disse con calma passandoli poi a Stella Rubia, che ancora non aveva studiato i volti delle persone scomparse. << Allora, se non c’è altro da dire, penso che potremmo anche andare… >>
Subito Cyborg aprì il suo sportello, facendo allarmare tutti quelli seduti di dietro. << Cyborg! Che stai facendo? >> Chiese BB, che pensava che la loro conversazione sarebbe potuta essere intercettata in quel modo. Con questo stesso timore Corvina e Stella lo chiamarono più volte.
<< Che c’è? >> Fece quello mentre intanto anche Robin usciva dall’auto. << Sto solo facendo a cambio con Robin. Questa notte ho dormito così poco che non sono sicuro di riuscire a guidare… >>
Il sorrisetto di Robin mentre passava dal lato del guidatore sembrò quasi essere provocato dalle reazioni incredule dei Titans, che avevano creduto ci fosse stato un cambio nei piani. In pochi attimi, BB, Stella e Corvina si rilassarono e lasciarono andare dei profondi sospiri mentre intanto Robin e Cyborg riprendevano posto in macchina a parti invertite.
Robin alzò un dito dopo aver chiuso il suo sportello. << Ricordate che all’interno di questa auto, quando la schermatura è attivata, ci si può dire qualunque cosa… Ma non possiamo comunque abusare di questo congegno, per questo bisogna disattivarlo quando ci spostiamo: se qualcuno ci spia, non vedere i nostri movimenti per molto tempo potrebbe insospettirli. >>
I Titans annuirono in silenzio e Robin mise le mani al volante, facendo partire il motore dell’automobile. Le luci blu si spensero nell’abitacolo e i fari sul frontale della macchina si accesero illuminando il garage. << Ah, un’ultima cosa… >> Disse Robin con tono leggero. Si voltò a guardare gli altri e concentrò il proprio sguardo su Stella. << Il gruppo che avrà finito per primo la sua missione, dovrà affrettarsi ad andare a prendere Luna a scuola. Non possiamo rischiare di fare tardi un’altra volta! >>
Il sorriso rivolto da Robin a Stella lasciò non poche domande nelle menti degli altri Titans, che si chiesero se Robin fosse sempre stato così pronto a dispensare sorrisi oppure fosse successo qualcosa che lo avesse fatto cambiare quella mattina. Dopo qualche istante di incertezza, Robin tornò a rivolgere il proprio sguardo davanti a sé e cominciò a portare la T-Mobile dentro al tunnel subacqueo.
   
 
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