Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: __roje    13/10/2017    0 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Aki Nomura è solo un ragazzo di 16 anni che ha sempre sognato di poter condurre una vita scolastica del tutto normale, fatta di amicizia e nuovi amori. Tuttavia la realtà in cui si trova non è affatto così; a causa di diversi eventi il suo carattere è diventato molto più rude e introverso e i primi due anni di scuola non sono stati esattamente ciò che credeva ed una delle ragione è la continua presenza nella sua vita di quello che una volta era il suo migliore amico: Hayato Maeda. Un ragazzo di straordinaria bellezza che viene definito da tutti "Principe" per i suoi tratti e i suoi modi, ma la realtà è ben altra infatti Aki scoprirà presto i nuovi gusti sessuali della persona che credeva di conoscere bene e da quel momento tutta una serie di strani eventi cominceranno a susseguirsi nella vita di questo giovane ragazzo.
IKIGAI: è l'equivalente giapponese di espressioni italiane quali "qualcosa per cui vivere" o "una ragione per esistere" o "il motivo per cui ti svegli ogni mattina".
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 17

Alla fine la faccenda si era risolta, e potei dare l’ok a Yoshida per quella famosa manifestazione, e piuttosto che andarci da solo come spettatore chiesi ad Hayato di venire con me, che accettò a malincuore.
“Non potevi inventarti una scusa qualsiasi per non andare?” continuò a borbottare seccato.
“Nessuno ti ha costretto a venire. E comunque voglio vedere la gara di Yoshida.”
Hayato non parve felice, ma mi seguì comunque fino al suo vecchio dojo. E come l’altra volta brulicava di persone, c’era un via e vai assurdo: tra visitatori e atleti, c’era un caos infernale e trovare qualche faccia amica non sarebbe stato affatto facile, così mandai un messaggio a Yoshida.
Alcuni ragazzi in kimono riconobbero Hayato e gli si catapultarono addosso per salutarlo, in tutta risposta quest’ultimo li snobbò con sufficienza facendo finta di non vederli. I ragazzi vi rimasero molto male. Era sempre il solito, non ci sapeva proprio fare col prossimo.
“Ehi potresti almeno dire semplicemente ciao se qualcuno ti saluta” lo rimproverai.
“Non sono persone che io voglio salutare sinceramente. Allora dove diavolo è il tuo amico?”
Cominciai a sperare che quella giornata passasse velocemente, che enorme sbaglio avevo fatto nel portarlo con me. Si sarebbe comportato in quel modo tutto il giorno, lo sapevo già.
“Non ci credo... Hayato e Aki!” una voce squittì alle nostre spalle, era quella di Saori. Bella, nella sua divisa da staff e i capelli rossi raccolti in una coda di cavallo.
“Ciao Saori” le sorrisi.
“Ciao, sono felice di vederti qui. Immagino tu sia venuto per Yoshida e la sua gara.”
“Esatto” ridacchiai imbarazzato.
Saori poi spostò la sua attenzione su Hayato e divenne un po’ più seria, “E tu perché sei qui eh? Quando ti invito io nemmeno rispondi al cellulare.”
“Non l’ho sentito.”
Saori lo fissò seccata “Si.. certo, raccontalo a qualcun altro” e sospirò arresa, “beh, venite con me vi porto dagli altri, saranno felici di vedervi.”
La seguimmo come ci disse di fare, e ci portò all’interno del dojo dove c’erano tantissimi ragazzi in kimono – grandi e piccoli – pronti a dare spettacolo. Quella scena mi ricordò di quando un tempo ero sempre li, a guardare Hayato e i suoi allentamenti, era bravo e mi domandai improvvisamente perchè avesse smesso di fare uno sport che ricordavo amava così tanto. Senza volerlo lo stavo fissando e se ne accorse.
“Smettila” disse secco e guardai istintivamente altrove. Che disagio era.
Ci portò fin dentro lo spogliatoio maschile, e ci trovammo davanti ragazzi e bambini intenti a cambiarsi che si videro di colpo davanti una ragazza che spalancò le porte urlando: “Ragazzi guardate chi c’è!”, tutti li dentro rimasero di sasso, alcuni istintivamente si nascosero o si coprirono le parti scoperte. Altri rimasero immobili come statue senza sapere cosa dire.
Saori invece non si fece problemi e ci fece strada fin dentro, andando dritta verso Yoshida.
“Puoi smetterla di entrare nello spogliatoio maschile in questo modo? E’ imbarazzante” osservò Yoshida, e nel vedermi gli brillarono gli occhi “Aki! Sei arrivato” poi notò alla mia destra Hayato e cambiò espressione mostrandone una disgustata “Principe...”
“Yoshida” rispose Hayato con un ghigno.
Abbozzai un sorriso per smorzare quella tensione “Allora... sei pronto per la gara?”
Yoshida cambiò espressione, tornò il solito rivolgendomi di nuovo la sua attenzione “Oh si! Vedrai che vincerò alla grande!”
“E abbiamo davanti chi perderà invece...” commentò velenoso Hayato raccogliendo l’ennesima occhiataccia da parte di Yoshida. Immaginai che quella sarebbe una lunga giornata e improvvisamente mi sentii stanco.
“Saori esci di qui!” gridò un altro ragazzo nello spogliatoio e dopo innumerevoli sgridate la ragazza lasciò la stanza con un broncio in viso.
“Sempre la solita...” osservò Yoshida.
Più conoscevo quella ragazza e più apprezzavo il suo modo di fare, era spavalda e faceva solo ciò che davvero voleva fregandosene delle conseguenza o di ciò che avrebbe potuto pensare la gente. Avrei voluto essere come lei, più determinato e spigliato nelle cose che facevo ma ero uno stupido.
Lasciammo Yoshida e tutti gli altri alle loro cose, nel frattempo io e Hayato raggiungemmo Saori fuori dallo spogliatoio e con mia sorpresa la trovammo in compagnia di Kuro. Mi sorprese vederlo li, e ancora di più notare che non si era più tinto i capelli di strani colori ma semplicemente li aveva lasciati neri.
Kuro notò la nostra presenza e ne sembrò sorpreso, mi domandai perché. “Voi qui?”
Hayato si fece improvvisamente serio e proseguì dritto nel sentire la domanda dell’altro, lo ignorò senza neppure rivolgergli uno sguardo oltrepassandolo. “Andiamo Aki muoviti!” furono le sue uniche parole.
Non sapendo che fare obbedii e gli corsi dietro, gettai però una rapida occhiata verso Kuro e lessi nella sua espressione tanta rabbia mista ad amarezza. Che cosa avevano quei due che non andava, sembrava che avessero qualche vecchio astio che continuavano a portarsi dietro, ma l’impressione che mi diede e che fosse solo Hayato a mantenere il punto mentre Kuro sembrava in qualche modo soffrirne, o era un impressione.
Raggiunsi Hayato che in tanto aveva preso posto nel dojo conservandomi dello spazio accanto a lui. Mi accomodai alla sua destra e continuava a ronzarmi nella testa sempre la stessa domanda: hai litigato anche con quel Kuro?
Erano tante le cose che avrei voluto chiedergli, ricordavo poco e male tutto ciò che facevamo da piccoli. Era passato tanto tempo, e oltre che concentrarmi su Hayato, di quei tempi non ricordavo neppure che ci fossero persone del dojo molto vicine a lui. Non vi avevo mai prestato particolare attenzione sinceramente.
“Smettila di fissarmi è snervante” mi rimproverò improvvisamente guardando davanti a se, poi però chinò leggermente il capo per lanciarmi una rapida occhiata. Istintivamente distolsi lo sguardo e lo portai verso le mie mani poggiate sulle gambe, che mi prendeva, non stavo facendo nulla di male.
Perso nei miei pensieri, e completamente a disagio mi persi buona parte delle gare, così le dimostrazione ma tornai finalmente lucido quando tra il pubblicò si sentì chiaro e tondo il nome Yoshida, e notai che era la madre che gridava per incoraggiarlo. Era dunque arrivato il suo turno.
Fece il suo ingresso, accolto dagli applausi e dai suoi compagni schierati a bordo campo. Yoshida era maestoso e possente con indosso il kimono, e fiero mostrava la propria cintura marrone. Era forse la prima volta che lo vedevo fare sul serio, sapevo che era forte ma non avevo mai assistito ad una sua gara, non sapevo nemmeno come funzionasse sinceramente.
“Prenderà la cintura nera se vince questa gara?” domandai completamente ignorante.
“Non credo, forse diventerà 3° kyu o qualcosa del genere.”
Non capii nulla di ciò che stava dicendo “Ah davvero.. e tu Hayato, cos’eri ai tempi?”
Vidi la sua espressione mutare farsi più cupa per quella domanda, calò lo sguardo nascondendolo ed esitò un po’ a rispondere. Che cosa gli avevo chiesto di tanto sbagliato?
“Non lo ricordo più ormai.”
Quella risposta mi spiazzò ancora di più. Era possibile? Lui aveva amato così tanto quello sport, ricordavo che aveva passato intere giornate ad allenarsi e io c’ero sempre stato proprio per spronarlo ancora di più. Era strano quindi che non ricordasse neppure a che cintura fosse arrivato a quei tempi.
Forse insistere non era la cosa migliore, non mi avrebbe risposto visto che sembrava volermi liquidare con una risposta buttata li così. Lasciai quindi perdere, ero stanco di dover sempre stare dietro la sua testa.
E poi partì un boato enorme, senza rendermene conto Yoshida aveva già messo a terra il suo avversario in poche mosse e l’incontro si era concluso presto sotto gli applausi di familiari, visitatori e allievi del dojo. Era il momento trionfante di Yoshida, e se lo meritava tutto.
Finita la manifestazione cercai quanto prima di andare dal mio amico per fargli i complimenti ma c’era davvero tanta gente e mi domandai dove dovessi cercarlo.
“Possiamo andarcene adesso?” domandò Hayato a quel punto.
“Aspetta! Voglio almeno complimentarmi con Yoshida. E’ stato davvero forte!” sorrisi ripensandoci.
Hayato si trattenne dal mostrarmi una smorfia di disappunto “Allora io me ne vado” e senza dire altro mi lasciò li completamente da solo, fece dietro front e si avviò verso l’uscita. Ancora una volta avevo forse detto qualcosa di sbagliato? Vallo a capire quel ragazzo.
“Aki!”
Riconobbi la voce alle mie spalle, era quella Yoshida radioso come non mai. Mi catapultai verso di lui contento per il suo successo “Sei stato davvero forte!” dissi sincero.
“Hai visto? L’ho messo subito a terra” e si toccò il muscolo del braccio vantandosene ma ci stava tutto, poi notò qualcosa e divenne serio “Sei rimasto da solo? Dov’è il Principe?”
“Ah.. è andato via.”
“Meglio così, è un guastafeste quello lì, staremo meglio” e sorrise. Per una volta aveva ragione, Hayato non sarebbe mai dovuto venire quel giorno perché non era una giornata dedicata a lui ma al mio amico che aveva dato il meglio di se, e Yoshida diversamente da Hayato mi faceva sentire sereno e non sulle spine. Mi circondò col suo enorme braccione “Andiamo dagli altri!”
Raggiungemmo Saori e Hiroto, quest’ultimo in kimono come Yoshida e nel vedermi non mutò la sua espressione da becchino, mi salì l’ansia vederlo fissarmi in quel modo. “Yo” disse con voce cupa e bassa.
“C-ciao...”
Saori mi fissò e notò ciò che speravo non notasse, “E Hayato dov’è?”
“Il Principe è andato a casa, dimenticalo” rispose al posto mio Yoshida.
“Ma come... credevo sarebbe rimasto ancora un po’. E ora che ci penso anche Kuro è sparito, mah..” Anche l’espressione di Saori parve incupirsi, ma perché. Che diavolo avevano tutti quel giorno.
Kuro non c’era, e nemmeno Hayato e ripensando al loro incontro di quella mattina mi domandai se non si fossero incontrati per caso da qualche parte, tale pensiero mi rese nuovamente ansioso.
“Andiamo a mangiare qualcosa!” propose Yoshida.
“Ehm dovrei andare in bagno...” dissi separandomi dal suo braccio, sotto gli occhi sorpresi di quest’ultimo che non aggiunse nulla se non un normale consenso.
Mi domandai cosa stessi facendo. Perché improvvisamente avevo detto quella balla enorme per andare via, cosa speravo di trovare allontanandomi? Sebbene una parte di me pensasse lucidamente, c’era un altra parte che mi diceva vai, cercalo, non è ancora andato via. Dentro di me sentivo che Hayato non era davvero andato via dal dojo e quella sensazione mi portò a girare in lungo e largo per trovarlo ma passati cinque minuti iniziai a considerarmi pazzo, era meglio tornare indietro e non pensarci più.
“Lasciami in pace!” gridò una voce molto familiare. Era chiaramente Hayato, ma da dove proveniva? Ero all’esterno dell’edificio e c’era un po’ di gente, ma quella frase l’avevo sentita chiaramente, così mi guardai intorno e notai qualcuno alle spalle dell’edificio, all’ombra di un albero, era davvero lui. Possibile che avessi avuto ragione? Era davvero rimasto, e stranamente ne fui felice ma nel momento stesso in cui cercai di avvicinarmi notai che non era solo ma c’era Kuro con lui, proprio come avevo previsto, così mi nascosi.
“Lasciarti in pace? Ti rendi come di come ti comporti?”
Meno male che c’era anche qualcun altro che glielo faceva notare. “Non mi interessa ora vattene!” Il tono di Hayato era alterato, più del normale. Lo odiava sul serio quel ragazzo.
“No! Ora tu mi ascolti bene e starai zitto!” Kuro alzò la voce più di lui e sbirciai un po’ nel momento stesso in cui sentii un tonfo contro la parete dell’edificio, e la scena che vidi su Hayato messo con le spalle al muso dalla presenza enorme di Kuro che lo fissava dritto negli occhi in maniera torva.
Il cuore mi morì nel petto, dovevo intervenire? Cosa dovevo fare? Hayato è forte, non devo preoccuparmi. Era ciò che mi ripetevo eppure quel Kuro sembrava sovrastarlo ed era riuscito a zittirlo.
“Ti sono sempre stato accanto, sempre... anche dopo l’incidente, credevo che noi fossimo amici e invece... sei stato solo un bastardo!” Sgranai gli occhi. Di che incidente parlava? Vidi Hayato spostare lo sguardo altrove, sembrò non voler incrociare quello dell’altro ragazzo, e sembrò a disagio. Era davvero Hayato in quel momento, mi sembrò un altra persona, era fragile e vulnerabile in quel momento.
“Non siamo mai stati amici, lo sai.”
Kuro si fece ancora più buio “Ah no?!” tuonò sbattendo un altro pugno contro la parete, “Allora dimmi perché hai fatto quello che hai fatto eh? Ti piace prendere in giro la gente? Sei un bastardo fino a questo punto?!” Continuavo a non capire di cosa stessero parlando ma la mia teoria di prima non era così sbagliata, Hayato non voleva averci nulla a che fare ed era Kuro ad essere arrabbiato per qualcosa nei suoi confronti. E forse, proprio come era successo con me, Hayato aveva fatto qualcosa di sbagliato rovinando la loro amicizia. “Rispondimi dannazione!”
Hayato però esitò e parve triste, lessi un dispiacere enorme nei suoi occhi. Era assurdo che potesse avere anche quel lato di se, così indifeso tanto che istintivamente mi sarebbe venuto di abbracciarlo ma sapevo che era lui ad aver fatto qualcosa a quel ragazzo quindi mi spettava difenderlo? C’entravo qualcosa?
“Non volevo farti del male” e queste furono le uniche parole di Hayato dette con un filo di voce, e fece per andarsene di li spostando la mano dell’altro. Era tutto finito quindi, pensai.
Hayato diede le spalle a Kuro per andarsene, e quest’ultimo sembrò essersi arreso ma non fu così. Tutto accadde molto, molto rapidamente. Afferrò Hayato per un braccio, lo spinse di nuovo contro il muro prendendolo di sorpresa, tanto che Hayato lo fissò basito e Kuro lo fissò serio in volto. “Io non mi sono arreso con te” e con la punta delle dita sollevò il mento di Hayato avvicinandosi a lui lentamente.
Improvvisamente mi fu lampante cosa stesse per accadere e il mio corpo agì d’istinto così come la rabbia che mi ribollì nel sangue nel vedere quella scena.
“Hayato!!” mi parai davanti a loro con cuore che batteva a mille nel petto, e la consapevolezza di ciò che stavo facendo. Ero per la prima volta convinto che fosse la cosa giusta, perché Hayato non amava altri che me e il fatto che Kuro stesse per baciarlo non mi andava proprio giù.
Apparendo dal nulla, entrambi restarono di sasso e Kuro si fermò a guardarmi basito di vedermi li, così come anche Hayato che allontanò l’altro spingendolo via con una mano liberandosi.
“Kyo?” mi osservò Kuro incredulo, poi portò il suo sguardo verso Hayato e sgranò gli occhi nel vedere l’espressione divertita di Hayato che non aveva altri occhi per me in quel momento.
Mi avvicinai a loro, tirai Hayato per un braccio portandolo lontano da lui “Il mio nome è Aki” lo corressi con tono secco, e poco amichevolmente lo fulminai con lo sguardo. Improvvisamente avevo completamente rivalutato la situazione, così come avevo corretto la mia interpretazione di prima ma non avrei permesso a nessuno di mettere le mani su Hayato.
Hayato si stupì del mio gesto e restò alle mie spalle senza dire una parola. Guardai ancora un po’ Kuro negli occhi, e poi così come ero comparso portai via con me Hayato lasciando l’altro li da solo.
Sapevo già che me ne sarei immediatamente pentito ma in quel momento avevo l’adrenalina che mi scorreva nelle vene, così come il cuore non smetteva di battere forte ma era una bella sensazione, mi sentivo meglio, il pensiero di averlo di nuovo con me e lontano dal raggio d’azione di Kuro mi restituì serenità.
Ci allontanammo quanto bastò da Kuro, chissà perché non tornai indietro da tutti gli altri. Ero ancora abbastanza arrabbiata per ciò che avevo visto, e una volta lontani e fermi, lo lasciai andare. Dovevo ritrovare la calma, far si di tornare quello di sempre.
“Aki io...” cominciò a dire Hayato.
Mi voltai a guardarlo furioso “Che cazzo stavi facendo con quello?” Hayato non reagì al mio tono così aggressivo, anzi, calò lo sguardo per sfuggire al mio. Perché. Perché non tornava il solito di sempre, non mi piaceva in quello stato. Quello che conoscevo era sfrontato, pieno di se e colui che voleva sempre avere l’ultima parola. Invece ora, sembrava un altro. “Cos’è sei diventato muto all’improvviso?!”
“Non è come pensi, tra me e Kuro non stava succedendo nulla.”
Seriamente? “Credi che io sia stupido? Quello stava chiaramente per baciarti e se non fossi intervenuto avresti lasciato che succedesse!” ero iperattivo, andavo avanti e indietro, fuori di me dalla rabbia, “Accidente Hayato e ti permetti di giudicare me!”
“Perdonami.”
Non ne potevo più del suo modo di fare così, preso ancora dalla rabbia, mi gettai contro di lui per fargli male e senza fare resistenza Hayato finì a terra sotto al mio peso. “Smettila di fare così! Smettila! Tu sei un bastardo menefreghista... allora perché fai quella faccia così triste!”
Hayato mi fissò basito di quella mia reazione “Aki...”
“Ti odio fottuto bastardo!” caricai il pugno, volevo sul serio colpirlo? Eppure il pugno partì da solo ma Hayato fu in grado di fermarlo, non ero abbastanza forte per sovrastarlo eppure a quel Kuro era bastato così poco per metterlo con le spalle al muro. Odiavo tutto ciò. Rilassai il pugno, ancora stretto nella mano di Hayato, e abbassai lo sguardo smettendo di guardarlo in faccia. “Perché gli hai permesso di farlo...” non volevo piangere, non davanti a lui, non di nuovo. Erano già troppo le volte in cui mi aveva fatto male, e questa era solo l’ennesima.
Tutta la rabbia di prima svanì di colpo lasciando posto solo a tanta amarezza, quel bacio non c’era stato, eppure faceva male lo stesso. Forse lo era scoprire che ci fosse qualcuno così preso da Hayato, e che quest’ultimo stesso non lo avesse cacciato con aveva fatto con Hikaru.
Hayato notò quanto abbattuto fossi e come le mie ultime parole fossero state pronunciare con meno volume. Così, si mise a sedere e me lo trovai faccia a faccia. “Non c’è nulla tra me e Kuro, Aki. Davvero.”
Le sue parole furono dette con serietà, sapevo che erano vere ma era comunque strana come sensazione. Avevo visto che c’era una minaccia, che qualcuno era pronto a portarmelo via e constatare che poteva esserci quella possibilità improvvisamente ricominciai a rimangiarmi tutto. Non era vero che volevo che fosse libero, volevo che stesse solo con me, come aveva sempre fatto.
Ascoltai le sue parole trattenendo le lacrime ma sentivo chiaramente di avere gli occhi lucidi. Non volevo che mi vedesse, così lasciai cadere la testa contro la sua spalla e restai in quel modo per un po’. Hayato in tutta risposta mi accarezzò la testa e con l’altra mano mi strinse a se.
Restammo così un bel po’, senza curarci che qualcuno potesse passare di li e vederci così conciati.

Note autore: I prossimi due capitoli sono degli extra che raccontano un po' degli eventi passati, ma che riguardano Hayato principalmente. Finalmente scopriremo qualche segreto che il nostro principe ci tiene nascosto.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: __roje