"bastava guardarla negli occhi per capire quanto fosse disperata. Nessuno però sembrava interessarsi di lei. Si sentiva sempre più sola rimanendo con la testa nascosta tra le braccia per molto tempo. Era sempre più fuori luogo: tutti correvano, tutti avevano altro a cui pensare mentre lei era lì, seduta in un angolo della metro, chiusa in sé stessa, che versava lacrime per un mondo che ormai si disinteressava di tutti. Il treno arrivò al capolinea, con gli occhi gonfi trovò le forze necessarie per alzarsi e scendere da esso. Non abitava lontano dalla stazione. Aprì la porta di casa e un silenzio ancora più scuro la avvolse tutta: era, ancora una volta, sola. Sapeva che nessuno sarebbe andato ad abbracciarla o che qualcuno le avrebbe chiesto come fosse andata la mattinata. Richiuse la porta all'entrata con una lentezza tale da poter essere misurata e si chiuse in camera... anche quel giorno non avrebbe toccato cibo per poter essere accettata da qualcuno"