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Autore: Tikal    14/10/2017    2 recensioni
C’è un istante, prima delle cinque di mattina, dove il mondo non esiste ancora: niente esiste, soltanto il nulla pulsante di un vuoto che si è fagocitato il tutto.
Più che una storia una sorta di esperimento di scrittura, credo, nato dalla testa di una che non scrive da un po' troppo.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elogio alla notte
 


C’è un istante, prima delle cinque di mattina, dove il mondo non esiste ancora: niente esiste, soltanto il nulla pulsante di un vuoto che si è fagocitato il tutto.
Il mondo non esiste perché nessuno lo guarda, in quel minuscolo istante, ed allora può prendersi una pausa, sedersi per un momento, slacciarsi il primo bottone dei pantaloni e respirare: dura meno di un secondo però, perché poi subito qualcuno, in qualche angolo di qualche dove, sbatte gli occhi, mette a fuoco, ed tutto ritorna ad esistere, come se fosse sempre stato lì – che è quello che pensano tutti, in fondo, che le cose siano statiche e non si prendano mai un attimo di respiro dal loro lavoro.
Certo, non è che un intero universo smette di esistere per un intero lungo momento, tutto in una volta: sarebbe una cosa impossibile, considerando quanti occhi esistono anche soltanto su un minuscolo pianeta. Le cose smettono di esistere un po’ per volta, pezzetto dopo pezzetto, finché tutta la galassia non ha preso fiato prima di rituffarsi nella vita: se mai fosse possibile che qualcuno si accorgesse e potesse vedere quel silenzioso e segreto miracolo della notte, non troverebbe nient’altro che un nulla – non statico, ma vivo nella sua morte – che lo avvolge e lo soffoca, finché il mondo non torni com’era in un lampo di tempo siderale e frastornante. Ovviamente però, ciò non sarebbe possibile: ogni cosa torna ad esistere ancora prima che un paio di occhi si posino su di essa. Il mondo – quello terreno, materiale – esiste finché lo si può vedere e sentire.
Quello conservato dalla notte, in miliardi di anni di esistenza e non-esistenza, è un segreto che tocca le stelle ed ogni mondo dell’universo, ed è un segreto così ben nascosto che nessuno ne è mai venuto a conoscenza; soltanto alcune persone ne hanno uno strano sospetto, una sensazione, di volta in volta, nei loro sogni, ma nessuno gli crede, perché sono per natura categorie non predisposte per essere credute: sono bambini, che si dimenticano di quel segreto molto presto, ma che finché potranno ricordarsene chiuderanno gli occhi, lasciandosi cullare dal nulla un secondo prima che si fonda nel tutto, artisti, che, consci dell’esistenza di una qualche verità nascosta dietro le cose, vivono soltanto nella prospettiva di quell’istante – il momento in cui nulla è ancora stato creato, ed una tela enorme, grande quanto l’universo, è a loro disposizione –, e scienziati, che hanno scoperto l’inizio del tempo e vogliono scoprire anche il momento in cui il tempo smette di esistere – quando la realtà rivela la sua vera natura di luogo mistico e mentale che non si lascia comprendere o studiare e la curiosità si innalza, capendo finalmente che non potrà mai essere soddisfatta del tutto.
I gatti, gialli occhi fieri provenienti da un altro mondo, un mondo che ha deciso di non esistere più, conoscono il segreto, perché l’hanno visto coi loro sguardi e lo rivedono ogni notte, guardie silenziose della realtà.
La notte ammanta ogni cosa: è una magica volta scura e chiara, che scompare e riappare non appena una candela od una luce nasce o muore alla finestra di una casa. Si intrufola silenziosa come i gatti, serra le palpebre e permette l’ultima e la prima magia del mondo, scomparendo anch’essa, complice fedele, per quel minuscolo istante che segna l’eternità. 
   
 
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