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Autore: I_love_villains    15/10/2017    0 recensioni
Pharrell College= scuola privata inglese per giovani sidhe.
Sidhe= creature fatate facenti parti del Piccolo Popolo.
Pandora= tutti i doni. Ma alcuni sono oscuri.
Coraggio= capacità di affrontare situazioni difficili e pericolose, talvolta per fare la cosa giusta.
Amicizia= vivo e scambievole affetto tra due o più persone, ispirato dalle più svariate cause.
Paura= stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.
Sfortuna= cattiva fortuna, sorte avversa. Le disgrazie non vengono mai da sole e i mostri sono reali.
Genere: Fantasy, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La piccola sidhe tremò leggermente all’ennesimo tuono. Non aveva mai avuto paura dei temporali prima, era una bambina abbastanza coraggiosa, ma naturalmente prima di allora non si era trovata in mezzo ad una tempesta, di notte e da sola. Temeva che i lampi le mostrassero qualche bestia acquattata nell’oscurità e che i tuoni ne mascherassero i movimenti furtivi. Tutto intorno a lei le appariva minaccioso e oscuro.
Pandora, esausta, si sedette su un masso. Ormai era bagnata fradicia. I lunghi capelli neri le aderivano alla pelle, così come il vestitino giallo. Si scostò irritata la frangia dagli occhi nocciola. Rifletté che ormai al collegio dovessero essersi accorti che mancava, Pepe in primis. Il suo Lykoi Cat, se non Hope, la sua migliore amica, avrebbe dato certamente l’allarme. Probabile che l’attendesse una sgridata al suo ritorno, ma non le importava. Tutto pur di essere nel suo letto, accoccolata vicino al suo micio.
Si alzò, un po’ rincuorata. Decise che camminando senza meta rischiava solo di allontanarsi di più dal collegio e di incontrare davvero qualche creatura pericolosa. Doveva trovare un riparo, ecco cosa doveva fare. Un luogo sicuro e possibilmente asciutto dove attendere i soccorsi. Pandora si guardò attorno: niente grotte. L’unica era arrampicarsi su un albero. Per fortuna ne era capace. Le sarebbe piaciuto vedere Lilian al suo posto. Immaginando le difficoltà della rivale, salì più in alto che poté. Lì la pioggia era meno intensa e non si stava troppo scomodi. Soddisfatta, la giovane sospirò sollevata.
Se non fosse stato per quel tempaccio, si sarebbe trasformata in un corvo e sarebbe volata in camera sua già da un pezzo. Tutti i sidhe erano capaci di trasformarsi in uccelli, anche se variavano le specie. La gente rimaneva sempre spiazzata quando Pandora si trasformava: i corvi non erano associati a graziose dodicenni. La bambina aveva provato anche a teletrasportarsi, un altro potere comune a tutti, ma o era troppo lontana o qualcosa di magico le impediva di comparire all’entrata del Pharrell College.
Alla sua età ogni creatura del Piccolo Popolo sapeva padroneggiare un buon numero di poteri, comuni o meno, e conosceva svariati incantesimi. Pandora dunque non era del tutto indifesa. Tuttavia non era pronta a quell’avventura fuori programma e imbattersi in qualcosa come un orso poteva essere spaventoso anche se si sapeva generare uno scudo abbastanza potente da tenerlo lontano.
La piccola chiuse gli occhi, si aggiustò meglio e si addormentò, stremata per la lunga camminata e la paura.

“Non sai altro Hope?” domandò ancora una volta Cassandra, la responsabile del terzo piano.
“No, signorina. Dory è andata a Borgo Fatato a giocare e non è tornata” rispose sommessamente la bambina.
Aveva nove anni ed era molto timida. Strinse forte il suo peluche preferito, una maialina chiamata Miss Piggy. I capelli rossi e ricci le circondavano il viso, non più trattenuti dal fiocco azzurro con cui erano legati durante il giorno. Hope abbassò gli occhi celesti, dispiaciuta di non poter essere più utile. Conosceva bene l’amica. Molto spesso l’audacia la portava ad essere avventata e si metteva nei guai.
“Va bene, grazie dell’aiuto” fece Cassandra, per poi uscire dalla camera comune delle ragazze di quel piano.
“Quella sconsiderata se la sarà andata a cercare” commentò aspramente Lilian.
Aveva tredici anni, capelli biondo - arancio e critici occhi verdi. Come le altre a quell’ora, era in camicia da notte e si stava mettendo i bigodini.
“Magari adesso smetterà di comportarsi da maschiaccio. È il suo unico difetto. Una signorina …”
“Zitta, strega, la mia padrona può fare quello che vuole!” esclamò Pepe.
“Porta rispetto per chi ti è superiore” lo rimproverò Lilian lanciando un’occhiataccia al gatto.
Lui le fece la linguaccia e saltò in grembo ad Hope, che lo accarezzò meccanicamente.
“Tale padrona, tale animale” sibilò seccamente la bionda.
Avvolse l’ultima ciocca di capelli attorno a un bigodino e andò in camera sua senza dire altro.
“Hope, vai a letto anche tu” consigliò Viola, una sua compagna di classe con folti capelli color cioccolato.
“Ok. Pepe, mi fai compagnia?”
“Hai Miss Piggy, Hope. Io devo restare vigile fino al ritorno della mia padrona.”

Le insegnanti trovarono Pandora alle prime luci dell’alba. La bambina le abbracciò di slancio, troppo contenta di essere stata ritrovata così presto per darsi un contegno. Cominciò subito a giustificarsi, ma la signorina Blake la zittì con un incantesimo.
“Ogni cosa a suo tempo, signorina Williams. Prima vada in infermeria.”
Pandora annuì imbronciata. Il suo malumore non durò a lungo. Era una bambina energica e solare, in fondo. Riuscì a non beccarsi un’influenza, i graffi sparirono in un lampo, come anche la puntura di un insetto, e la fecero lavare. Non le ripararono il vestito per punizione. La piccola sospirò, rassegnata. Il giallo era il suo colore preferito, ma tanto aveva perso gli elastici coordinati. Anzi, era proprio a causa di quelli che si era addentrata nel bosco, come più tardi raccontò alla signorina Cassandra Blake. Stava giocando con dei bambini, non il solito gruppetto di amici, quando i suoi capelli si erano sciolti per magia, coprendole il viso. Pandora se li era ravviati, un po’ stupita. Un ragazzino mai visto prima reggeva in una mano gli elastici che solitamente le bloccavano la chioma in due simpatici codini.
“Adesso sono miei” ghignò il ragazzino.
“Ma neanche per sogno!” replicò vivacemente Pandora.
Poteva essere buona e cara, ma non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno, tantomeno da uno stupido bulletto.
“Allora prendimi!”
Lei era corsa dietro di lui senza pensarci, offesa. Gli altri li avevano guardati correre via, per poi riprendere il loro gioco. Si trattava di bambini di strada, avvezzi a scene del genere.
Pandora inseguì il ragazzino finché ebbe fiato. Si fermò trafelata vicino una quercia, rendendosi conto di averlo perso di vista. E forse non aveva perso solo lui ...
La bambina non poteva saperlo, ma qualcosa l’aveva osservata per tutto il tempo, la stessa creatura che le aveva impedito di teletrasportarsi e che l’aveva marchiata con una puntura. Prima o poi sarebbe stata sua; al momento giusto l’avrebbe attirata da lui ... assieme ad altri bambini!



***Angolo Autrice***
Spero che il capitolo d'apertura di questa fic fantasy - horror vi abbia interessati.
Pubblicherò ogni domenica e alcune scene sono state ispirate da role fatte con AnnyWolf99.
Il rating arancione vale dal nono capitolo in poi.
Vi lasco con Pepe, bye!

   
 
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