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Autore: DarkAkiko    15/10/2017    1 recensioni
Il nuovo anno stava per cominciare, riuniti al binario 9 ¾,tutti sapevano quale fosse il proprio posto, e nessuno, in quei tempi così duri, aveva intenzione di scombussolare ulteriormente la propria vita, peccato però che ignorassero la presenza di una ragazza, intenta a frequentare il sesto anno in quella scuola.....
*vi aspetto :D *
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Contesto generale/vago
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Spero che il capitolo vi piaccia
Fatemi sapere che ne pensate :)
ps: ci vediamo alla fine del capitolo 
Diciassettesimo Capitolo

Una richiesta d'aiuto.

 
La prima settimana di novembre era volata, tra compiti, esami e i problemi classici degli adolescenti: Ginny quel 31 ottobre era riuscita ad ottenere quello che voleva, Harry si era mostrato geloso nei suoi confronti, grazie ad Adam che le aveva riferito del piccolo scambio di battute avuto quella notte; tra loro due le cose erano tornate normali, si erano divertiti a prendersi gioco dei due malcapitati, ma del resto, a loro dire se l’erano meritato, adesso erano due semplici amici che parlavano delle loro avventure.
Blaise e Daphne erano l’emblema dei ragazzi innamorati, Blaise non aveva occhi che per lei, non gli passava neanche per la testa di guardare altre ragazze, e Daphne, inutile dirlo, tormentava le sue amiche con le sue storie.
Ma purtroppo, quel fine settimana non avrebbero potuto divertirsi come avrebbero voluto, se non per il breve stacco della partita di quidditch Tassorosso- Serpeverde, la mattina successiva, per quel pomeriggio e sera, si sarebbero dovuti accontentare solo dei libri: pozioni, trasfigurazione e difesa delle arti oscure aspettavano gli elaborati per quel lunedì.
Una mole di lavoro non indifferente per i ragazzi, ma per loro fortuna gli insegnanti li avevano divisi in piccoli gruppi da due persone, ma questi non erano gli stessi per ogni materia: un dramma per chi, come Draco Malfoy, era abituato a lavorare da solo, e adesso si vedeva alle prese con Sofia Mastly, per il compito di pozioni: una ragazza che in tanti anni non era mai riuscito a sopportare, e che, a suo dire, era buona solo per una cosa; Mark per difesa contro le arti oscure, sul quale non aveva alcun tipo di remora, del resto erano compagni di squadra ed amici; ed infine per pozioni avrebbe avuto a che fare con Amanda Stoner, ennesima ragazza con il quale aveva avuto a che fare in precedenza, ma che in realtà non conosceva per nulla.
 
Quella sera i ragazzi della squadra Serpeverde avevano l’ultima riunione prima della partita, ed il loro obbiettivo era non vincere, ma stracciare l’avversario specie in vista dell’ultima gara con Grifondoro, verso la metà del mese, prima che iniziassero i test di verifica pre-vacanze e le vacanze di Natale.
La squadra era già al completo, se non per l’assenza di Blaise e Theodore, e in attesa del suo capitano, ma quando questo arrivò al campo immediatamente ogni schiamazzo si fermò come se non dovesse sentire i commenti fatti, o i discorsi affrontati.
-Che succede qui?- chiese notando quello strano comportamento
-Nulla, lascia stare Draco- gli rispose Mark
-Non ho tempo da perdere con queste cose. Piuttosto, dov’è Theodore?-
-Perché che devi fare?-
-Ho da studiare io, Adam, a differenza vostra che vi accontentate del minimo-
-Cos’è adesso che frequenti la Granger, ti è salita voglia di studiare?-
-Hai detto due cose sbagliate: primo io ho sempre avuto i voti più alti di tutta la casa, e secondo non sono certo io a frequentare la Granger-
-A quanto risulta, non sei più tu ad avere i voti più alti-
-E’ vero, quella ragazza, quella che ha avuto quel diverbio con Theodore-
-Alex, e diverbio è un eufemismo- lo corresse Carter, con toni completamente diversi rispetto all’altro ragazzo
-Si, esatto quella, mi pare che in quanto a voti sia alla pari con la Grifondoro-
-Per tua informazione, abbiamo esattamente gli stessi voti, ora spero che la vostra curiosità si sia placata, e sono fiducioso che vogliate rispondere alla domanda che vi ho posto, ma ampiamente ignorata: Dov’è Nott?-
-Non lo sappiamo-
-Ancora peggio. Adam, di al tuo amico che se manca anche solo un’altra riunione o allenamento è fuori dalla squadra-
-Non puoi farlo Malfoy-
-Adam, sono io il capitano, e fin quando ci sono io a dirigere questa squadra si fa a modo mio. Se non è in infermeria, non ha scuse per non esserci-
-Anche Blaise è assente- gli fece notare il ragazzo, cosa che non era affatto sfuggita al capitano, ma in realtà non se ne preoccupava, era pur sempre il suo migliore amico, e suo secondo in quel campo, per non essere presente doveva avere i suoi motivi, che spesso coincidevano con la persona di Daphne, ma non voleva disturbare quel piccolo angolo di felicità ritagliato, anche perché sapeva che avrebbe recuperato in ogni caso: era la persona più affidabile che conoscesse.
-Adam, stai esagerando. Non è di certo un cretino- lo richiamò un altro ragazzo
-Qualcuno con un cervello esiste allora-
-Draco, che sta succedendo?-  gli chiese il suo amico, appena arrivato –Perché Theodore è assente?-
-Si lamentano del fatto che ho deciso di sbattere fuori Nott dalla squadra se non si presenta di nuovo-
-Comprensibile-
-Fino a prova contraria, anche tu sei in ritardo Blaise, qui qualcuno usa due pesi e due misure-
-A proposito, dov’eri?- gli chiese Draco, ignorando completamente il ragazzo
-Scherzi? Ho quei dannati progetti di gruppo con tre ragazze, e conosci Daphne- rispose lui sconsolato, provocando la risata del biondo, conscio della gelosia della ragazza
-Non ti invidio affatto, Daphne sarà stata molto contrariata-
-Non immagini quanto. Specie considerando chi mi è capitato- il biondo lo guardò con aria interrogativa, quella mattina non aveva prestato molto attenzione alle lezioni, in realtà la sua mente era stata piuttosto assente, persa nei suoi pensieri, ed aveva rizzato le orecchie solo nei momenti in cui il suo nome veniva pronunciato –Annalise, Elise e Gwen-
-E te le sei portate a letto tutte e tre- fu il commento di Draco
-Strano che tu sia ancora vivo- si unì al discorso Mark
-Appunto, era una situazione abbastanza delicata per lasciarla in sospeso-
-Piuttosto capitano, che strategia hai intenzione di usare domani?- chiese Mark, tornando al discorso principale, e per il quale erano tutti lì riuniti
-E’ molto semplice, questa è la partita che precede i Grifondoro. E sono fiducioso nella vostra voglia di non perdere contro quei Grifondioti. Quindi l’unico obbiettivo è stracciare i Tassi e fare più punti possibili, perché per come sono messe le classifiche abbiamo gli stessi punti, e alla prossima partita, uno dei due vincerà, e andrà al primo posto, ma volendo essere lungimiranti, se per la fine dell’anno, avremo totalizzato lo stesso numero di vittorie, si andrà a vedere la differenza punti, come ben sapete, e dato che con quei ragazzi le partite non sono mai facili-
-Hanno sempre troppa fortuna-
-Senza considerare che la Weasley non è un’avversaria da sottovalutare- commentarono due ragazzi, attenti alle parole del capitano
-Esattamente, ma ne parleremo in seguito di come neutralizzarli. Quindi difendete la porta, e fate il maggior numero di punti possibili. Io ovviamente penserò al boccino d’oro-
-Draco, che facciamo se Theodore non si presenta neanche domani?- gli chiese Blaise, voltandosi verso di lui
-Lo sbatto fuori e giocherà Carter. Quindi ragazzo preparati e stai attento-
-D’accordo capitano-
 
In pochi minuti il campo si svuotò, ognuno andò verso la sala grande, pronti per la cena, ad eccezione per i tre amici, che rimasero lì ancora per un po’ per parlare in tutta tranquillità
-Non ho proprio capito cosa gli sia preso ad Adam sta sera-
-Non ne ho idea, ma non mi interessa più di tanto in realtà-
-In realtà Draco, occupandoci di cose più serie, ho notato che Alyssa non si è ancora integrata nel gruppo, e ormai gioca e si allena con noi da quasi due mesi-
-Si, ci ho fatto caso anche io. Ma in realtà non ho ancora preso una decisione in merito, spesso e volentieri i ragazzi affrontano argomenti che in presenza di una ragazza si dovrebbero evitare, ho idea che si senta a disagio. Una cosa è quando parlano di chi si scopano, con relativi commenti, nello spogliatoio, un’altra cosa è durante l’allenamento con lei presente-
-Hai ragione, ma dopo un anno passato con una squadra completamente maschile, sarà difficile farli abituare. Ma ci si può parlare. E poi è un peccato, perché è davvero brava-
-Ci può essere utile con Ginny- osservò Blaise
-Si, è vero- concordò Mark
-Al momento voglio concentrami sulla partita di domani, poi ci penseremo a quella con i Grifondoro. Forza, andiamo in Sala Grande, così vedo di parlare anche con lei-
-Che poi, Alyssa non è di certo l’unica ragazza che conoscono, e non penso che con le altre parlino apertamente e nei dettagli delle loro “conquiste”- osservò Blaise, virgolettando l’ultima parola con un gesto delle mani –Certo, anche noi l’abbiamo fatto, ma ogni cosa ha un suo tempo e luogo-
-Come ho già detto, Blaise, l’anno scorso era diverso, essendo tutti ragazzi non avevamo questi problemi-
-Piuttosto, Mark, avrei una domanda-
-Se posso rispondere-
-I ragazzi fanno per caso commenti su Daphne?-
-Blaise giura che non mi costringerai a cacciare qualcuno dalla squadra, solo per qualche commento su Daphne- lo pregò Draco, incamminandosi verso il castello, seguito dagli altri due
-Tranquillo, voglio solo sapere- lo rassicurò Blaise –Ma mettimi nei miei panni: i miei compagni di squadra che fanno commenti sulla mia ragazza, non è esattamente la migliore delle cose-
-Lo sai meglio di me che Daphne è una bella ragazza, ma a parte questo, non si azzardano neanche a parlare di lei-
-Bravi ragazzi-
-A quanto pare, Mark, Daphne non è l’unica gelosa qui-
-No, Draco, direi di no-
 
La Sala Grande era già piena quando i tre ragazzi ne varcarono la soglia, raggiungendo i loro amici e compagni
-Avete fatto tardi questa sera- osservò Pansy –Riunione impegnativa?-
-Ci sono state delle divergenze- rispose semplicemente Mark, sedendosi di fronte alla ragazza
-Mark- lo chiamò Alex –Preferisci studiare sta sera, o domani dopo la partita?-
-Credo sia meglio domani Alex, questa sera bisogna dormire-
-Per questo ho chiesto, tanto è l’ultima cosa che mi rimane da fare-
-Beata te, io dovrò fare tutto domani- osservò Blaise –Qualcuno mi ha fatto perdere non poco tempo, te ne sai qualcosa Daphne?- continuò in tono scherzoso
-Così impari a non portarti a letto tutte le ragazze di Serpeverde-
-Magari solo quelle- commentò a bassa voce Pansy, rivolta verso Draco e Mark, che risero sommessamente
-Tranquilla, tu sei l’unica che voglia portarmi a letto, per molto tempo-  le rispose a tono Blaise, colorando il viso della ragazza di un tono più rosso del normale, anche se non capiva come fosse possibile che, in fin dei conti, le avesse fatto piacere quello che avesse detto, c’era qualcosa di rassicurante in quel “molto”, non aveva una durata precisa, non aveva una fine, non credeva nel per sempre, le sembrava così utopico, ma “molto” era perfetto.
Osservandoli lo sguardo di Alex venne coperto da un velo di malinconia, quei battibecchi le ricordavano tanto quelli suoi con Mark, anche se i temi erano decisamente diversi, ma le ricordavano anche una persona in particolare, prese un respiro profondo, e cacciò via dalla sua testa quelli che ormai erano solo ricordi apatici,  concentrandosi sulle risate, problemi e commenti dei suoi amici: li osservò per un attimo, Daphne e Blaise si stuzzicavano a vicenda, ma poteva scorgere nel loro modo di guardarsi quanto affetto provassero l’uno per l’altra, Pansy era intenta a parlare con una ragazza posta alla sua destra, Mark, invece, parlava di Quidditch con i suoi compagni di squadra, dal suo posto quella sera, riusciva anche ad osservare il tavolo dei Grifondoro, Hermione parlava con i suoi migliori amici, Ron ed Harry, Ginny, invece, era elettrizzata per la partita di quidditch del giorno dopo, da ragazza sportiva quale era, commentando con i suoi compagni di squadra quale strategia fosse meglio adottare per la partita contro i Serpeverde, a quanto pare la partita più attesa della prima metà dell’anno, non vedeva Dylan, ma suppose che fosse occupato ad osservare la sua bella ragazza.
Quando il suo sguardo si posò di nuovo sul suo tavolo notò che solo Draco era perso nei suoi pensieri, ma in quei mesi aveva notato che spesso il principe delle Serpi s’immergeva completamente nei suoi pensieri, esternandosi completamente dal tutto ciò che ci fosse intorno
- Uno zellino per i tuoi pensieri- disse lei rivolgendosi verso il ragazzo, usando la stessa frase che usò lui quella notte di Halloween, quando ad essersi persa nei meandri della mente fu proprio lei
-Pensavo ai vari compiti che ci hanno assegnato-
-Stai mentendo- commentò lei sorridendogli, puntandogli il cucchiaino da tè che aveva tra le mani contro –Uno che pensa allo studio mangia lo stesso. Tu non hai toccato cibo, gli elfi potrebbero fare a meno di lavare il tuo piatto, più tardi-
-E tu dovresti bere meno tè-
-Non credo sia possibile-
-Quindi è possibile che uno che pensa allo studio, non abbia voglia di mangiare-
-Touché- rispose inarcando le labbra in un sorriso poco prima di bere l’ennesima tazza di tè della giornata –Comunque, davvero, a cosa stavi pensando?-
-Alle varie cose che ho da fare in questi giorni tra cui studiare, programmare gli allenamenti della squadra, devo parlare con Alyssa, e devo incontrami con Potter, e un altro paio di cose-
- Chi è Alyssa?-
-Una nostra compagna di Quidditch, nonché, al momento, l’unica ragazza della squadra Serpeverde-
-E che problema c’è con questa Alyssa?-
-Sia io che Blaise e Mark, abbiano notato che non si è integrata molto all’interno della squadra, e vorrei capire quale sia il problema-
-Magari si sente in soggezione, o è timida. O qualcuno le dà fastidio, sai non sarebbe la prima volta- disse scherzando
-Spero di no, altrimenti il suo tempo in squadra finisce ancor prima-
-Sei un capitano molto severo a quanto dicono, ma anche molto attento-
-Faccio solo gli interessi della mia squadra, e quando qualcosa non funziona è mio compito trovare una soluzione-
 
In una decina di minuti l’intera sala si svuotò, ognuno ritornò al proprio dormitorio, occupando il tempo nelle sale comuni, tra partite di scacchi magici, chiacchiere intorno al camino, giochi di carte o sui libri per coloro che avevano perso tempo i giorni precedenti, un po’ come Ron ed Harry che quella sera erano costretti a studiare trasfigurazione per consegnare in tempo il lavoro alla professoressa, cercando anche di non prendere un voto esageratamente basso. Ma per loro fortuna, come spesso accadeva da sei anni a questa parte, vi era una rossa che dopo le mille preghiere dei due giovani finiva sempre con l’aiutare i poveri malcapitati, nella speranza, ormai vana, che la volta successiva avrebbero organizzato meglio il loro tempo e i loro impegni.
-Non imparerete mai. Questa è l’ultima volta che vi aiuto. Vi riducete sempre all’ultimo-
-Lo dici sempre ma poi non lo fai mai Herm- le ricordò Neville
-Non me lo ricordare Neville- rispose lei sconsolata accasciandosi sul tavolo
-Dai Herm, però devi ammetter che rispetto ai primi anni siamo migliorati-  cercò di consolarla Ron ma inutilmente
-Pensa a scrivere questo coso- rispose lei esasperata agitando la pergamena –Altrimenti facciamo notte-
-Buona fortuna- augurò Neville poggiando una mano sulla spalla di Hermione –Noi ci vediamo domani?-
-Possiamo vederci verso le tre? Dopo la partita di Quidditch mi vedo con Dylan-
-Nessun problema, anzi meglio, così ho il tempo di andare da Luna, sai in questi giorni non è stata bene-
-Cos’ha?- chiese preoccupato Harry
-E’ vero, non ne sapevo niente, Dylan neanche mi ha detto nulla-
-Tranquilli, niente di serio, solo un po’ di influenza-
-Avvisala che passerò a salutarla allora-
-Le farebbe molto piacere, grazie Hermione-
-E’ una mia amica, è il minimo-
-Allora ci vediamo domani- la ragazza annuì e riprese il lavoro insieme ai due ragazzi.
Era vero, il loro modo di fare la infastidiva, ma anche se esasperata o controvoglia, quelle ore passate con  loro non le dispiacevano, anzi era contenta di stare con i suoi amici, tra Dylan e le ragazze in quei mesi era stata molto presa da altre cose, ma la notte, quando tutto era tranquillo intorno a lei, sapeva che la situazione sarebbe potuta degenerare da un momento all’altro, quante notti le aveva passate al fianco del suo migliore amico, il bambino sopravvissuto, il prescelto, un bambino che non sapeva di essere un mago e anche tra i più famosi, ma quella fama gli costava tanto, forse troppo, tanti sacrifici per un ragazzo di soli diciassette anni, quanto avrebbe potuto sopportare ancora? Quando tutto quello sarebbe finito?  Viveva con il costante senso di pericolo, mal di testa e notti passate insonni, costringeva la sua migliore amica a fargli da balia durante quelle tremende ore notturne quando le sue urla svegliavano l’intero dormitorio, e quante notti si ritrovava in camera la capocasa, urla, dolore, e mai nessuno riusciva a farci l’abitudine, e quelle notti che riusciva a dormire tranquillamente, senza incubi di questo genere, la sua mente, il suo subconscio, i suoi sogni erano impregnati di lei.
Lei che amava da impazzire, lei che era costretto a lasciare andare, nonostante non volesse realmente, nonostante lei non volesse, era costretto a ferirla, era stato costretto a farla stare male, a dirle quelle cose, solo per proteggerla da un male che non sapeva neanche lui come controllare, come sconfiggere.
Aveva già sofferto abbastanza nel crescere senza genitori, soffriva ancora per la perdita di Sirius, e non avrebbe mai permesso che niente del genere sarebbe mai capitato a lei, forse era egoistico pensare solo a lei, e non ad Hermione o Ron, ma ormai loro tre ci erano dentro fin dal primo anno, il Golden Trio; ormai si era anche rassegnato all’idea che qualcuno la portasse via da lui, quell’Adam sarebbe stato solo l’inizio di una lunga serie, e sperava tanto, che un giorno, quella gelosia, quel fastidio, quella rabbia che provava ogni qual volta un ragazzo le si avvicinasse, le parlasse, sarebbero svaniti nel nulla.
Quella notte Harry Potter si rifugiò sotto le coperte sperando di smettere di pensare, avrebbe preferito continuare a studiare per ore piuttosto che rischiare di addormentarsi e sognarla.
 
La mezzanotte era già passata da diverse ore quando Hermione Granger si svegliò di soprassalto, svegliando anche la sua migliore amica, ma in quel momento non se ne preoccupò, doveva raggiungere, ed anche in fretta, Harry.
Quando arrivò nella camera, non solo notò Ron, Neville e Dean intorno all’amico, ma proprio quest’ultimo contorcersi ed urlare: sapeva bene l’origine di tutto quel male, e le faceva male vederlo in quelle condizioni; gli strinse la mano come faceva ogni volta, e chiese ai ragazzi di uscire dalla stanza, come sempre ci avrebbe pensato lei.
-Harry, come ti senti?- gli chiese appena il ragazzo aprì gli occhi
-L’ho sognato si nuovo Herm-
-Non puoi permettergli di entrati ancora nella testa così-
-Lo so Hermione, ma non riesco-
-Harry, ti devi impegnare, per favore. È tremendo vederti stare così. Possibile che te ancora non riesca ad usare l’occlumanzia? -
-La verità Hermione è che sono così stanco, che non riesco a fare niente-
-Harry- disse lei con tono flebile, la sua espressione lasciva intravedere perfettamente la sua preoccupazione, mentre l’amico si spostava per farla spazio accanto a sé nel letto: in quel momento non voleva altro che parlare con la sua migliore amica –Cosa ti succede? Sai bene, che puoi dirmi qualsiasi cosa. È da un po’ che non parli con me, se non di compiti o quidditch-
-Non volevo intromettermi nella tua vita, e darti fastidio con i miei problemi Herm-
-Harry, tu sei il mio migliore amico, il fratello che non ho mai avuto, io ci sarò sempre per te, in ogni caso, indipendentemente da cosa tu faccia o dica. E se così non fosse non mi troveresti qui, affianco a te, ogni notte. Ne abbiamo passate così tante insieme, che mi è impossibile non notare come ti senta-
-Lo so, ma-
-Nessun ma, Harry. Cos’hai, lo vedo che stai male. Non sei più tu-
-Sono tanco Herm: stanco di dover sopportare tutto questo, stanco di ritrovarmi sempre mille problemi da affrontare, stanco di dovermi preoccupare di tante cose. E sto male, perché nonostante non voglia stare con Ginny per proteggerla da tutto questo, vederla con altre persone mi destabilizza più di questo dolore che mi brucia dentro-
-Alle volte sei proprio stupido Potter- gli disse con un dolce sorriso, abbracciando il suo amico –Tu non sei da solo, hai me, hai noi, hai tutti quanti noi che siamo dalla tua parte, dalla parte di Silente. È dal primo anno che io, te e Ron, attiriamo guai e problemi come delle calamite, ma ne siamo usciti vincitori, sempre. E tu vuoi mollare adesso che non siamo più da soli? Ora che abbiamo qualcun altro a cui affidarsi? Le tue preoccupazioni, problemi, sono anche i miei, come sempre, e il fatto che io abbia delle amiche, o un ragazzo, non prescinde nulla: tu sarai sempre il mio migliore amico, ed io sarò sempre la tua migliore amica. Non ti lascerei mai da solo Harry. Ma devi fidarti di me, e di tutti quanti noi altri. Non solo di Silente-
-Io mi fido di te Herm- commentò con un filo di voce
-Questo lo so. Ma hai, abbiamo bisogno di tutto l’aiuto possibile. Non te ne devi fare carico solo tu. E poi Harry, Ginny è pazza di te, nonostante tutto, è ancora perdutamente innamorata, dovresti parlarle, anche se non vuoi stare con lei, ma devi assicurarti che lei sappia la verità-
-La mia vita è un casino Hermione. Da quando è morto Sirius, tra l’altro, mi sento perso, è l’unico che mi abbia davvero mostrato cosa significhi avere una famiglia; eccetto i Weasley ovvio-
-Purtroppo è la guerra Harry-
-La gente qui ad Hogwarts pensa che io non voglia stare con Ginny per gioco, che io non abbia rispetto dei suoi sentimenti, ma in realtà nessuno pensa mai a come si stia da quest’altra parte. A soli undici anni scopro di essere un mago, e l’unica persona al mondo ad essere sopravvissuta all’anatema che uccide, sconfiggendo, o almeno si pensava, il Signore Oscuro. Non ho mai avuto il controllo di niente, non so neanche come mi ritrovavo in quelle situazioni-
-Eppure ce l’abbiamo sempre fatta. Ce la faremo anche questa volta. Dobbiamo solo capire come-
-Non so cosa farei senza di te Hermione. E mi dispiace essere stato assente nell’ultimo periodo-
-Tranquillo Harry, vedrai tutto andrà per il meglio-
-Ti voglio bene Herm- e su quelle note i due ragazzi si addormentarono l’uno fra le braccia dell’altro.
 
La mattina seguente la scuola era in fermento per l’imminente partita di Quidditch: i ragazzi di Serpeverde erano pronti a stracciare gli avversari, proprio come voleva il capitano; le cose erano più tranquille nelle file dei Corvonero e Grifondoro, pronti a godersi un bello spettacolo, senza essere coinvolti personalmente, il che si notava perfettamente dal poco trambusto che pervenisse dai loro tavoli, al momento della colazione, soltanto due delle più note personalità della scuola mancavano all’appello.
-Ginny- la chiamò Dylan avvicinandosi alla ragazza
-Ciao Dylan- lo salutò lei amichevolmente
-Per caso hai visto Hermione? Dovevamo vederci per la partita- spiegò il ragazzo
-No, ma questa notte si è alzata verso le due per andare da Harry. Credo stia ancora con lui-
-Se non ti dispiace- chiese, conoscendo bene la situazione fra i due ragazzi, dato che, quella che ormai era ufficialmente la sua ragazza, gli aveva spiegato attentamente le circostanze –Posso sapere il motivo?-
-Dylan, non te la prendere, ma Harry Potter non è esattamente il mio argomento preferito, come ben saprai-
-Tranquilla, capisco perfettamente-
-Dylan- lo chiamò Ginny, appena vide il ragazzo darle le spalle e tornare al suo tavolo, che girandosi la guardò con aria interrogativa –L’ultima persona di cui ti devi preoccupare è Harry. Credimi, meglio di me non lo può sapere nessuno- il ragazzo le sorrise come ringraziamento, forse non era tanto difficile capire il motivo per il quale avesse chiesto che fine avesse fatto la sua ragazza, del resto, si era reso conto di tenerci davvero a Hermione, e che ogni giorno in sua compagnia si affezionava sempre di più: le piaceva perché era sincera, e la sua intelligenza lo affascinava.
Solo dopo una mezz’ora la Sala Grande cominciò a svuotarsi, ognuno era diretto col proprio gruppo di amici al campo da Quidditch per la partita, e fu solo allora che i due Grifondoro scesero per la colazione
-Dylan ti sta aspettando- le fece cenno Harry, di conseguenza Hermione si voltò verso il ragazzo che la stava osservando e gli sorrise, per poi salutare il bambino sopravvissuto ed andare al tavolo dei Corvonero, dato che quest’ultimo le fece segno di raggiungerlo
-Finalmente sei arrivata- le disse con un sorriso sul volto –Andiamo alla partita?- Hermione annuì, così Dylan la prese per mano, e insieme si diressero verso il campo da quidditch –Ginny mi ha detto che questa notte ti sei alzata per andare da Harry-
-Si, è vero. E’ stata una nottata burrascosa- rispose lei ricordando gli avvenimenti della sera prima 
-Che è successo?- chiese vedendola preoccupata
-Nulla, solo Harry e i suoi incubi- capendo che non fosse il caso di affrontare l’argomento Dylan preferì cambiare discorso, raccontandole gli ultimi avvenimento in casa Corvonero
-Dopo vorrei andare a salutare Luna, Neville mi ha detto che non è stato molto bene in questi giorni-
-Si, credo di si. Se vuoi ti ci accompagno. Non credo tu abbia frequentato i Corvonero tanto quanto i Serpeverde-
-Credo che tu abbia ragione- confermò lei, raggiungendo Ginny in vista della partita, separandosi per un po’ dal ragazzo, del resto si sarebbero ritrovati alla fine della partita.
 
La partita si era conclusa già da dieci minuti con la vittoria dei verde-argento, quando le due squadre uscirono dagli spogliatoi, e con queste l’attesa di Daphne terminò, facendo spazio ad un sorriso nel momento in cui Blaise prendendola per mano la baciò, riscuotendo il suo premio per il successo ottenuto.
-Sei stai bravissimo- si complimentò lei sentendosi fiera ed orgogliosa del suo ragazzo
-Grazie-
-Draco dov’è?- chiese curiosa Pansy, non vedendolo
-E’ impegnato con Alyssa- ma osservando l’espressione tutt’altro che implicita della ragazza fu costretto a specificare l’origine di quell’impegno –Vuole capire per quale motivo non si sia integrata nella squadra-
-Certo, adesso si dice così- asserì ironica, facendo ridere l’amica Sheridan
-Pansy, possibile che tu pensi sempre a male?- fu il commento esterrefatto di Blaise, che portò gli occhi al cielo.
Tuttavia Blaise aveva ragione, Draco raggiunse gli amici solo ad ora di pranzo, sotto gli applausi di tutto il tavolo Serpeverde, per la seconda vittoria della stagione.
-Quanta fama, Signor Capitano- lo punzecchiò Alex, una volta che il ragazzo si sedette di fronte a lei
-Che vuoi farci-
-Noto che è di buon umore- continuò lei
-Decisamente. Comunque ho parlato con Alyssa- disse poi rivolgendosi a Blaise e Mark
-Che ti ha detto?-
-Ho idea che ci siamo persi la storia di Alyssa e Arthur, a quanto pare finita in maniera poco pacifica-
-Io non ne avevo idea- commentò Mark incredulo
-Neanche io- lo appoggiò Blaise –Quindi in realtà possiamo farci poco e niente-
 
La loro conversazione venne però interrotta da Harry Potter, il quale, avvicinandosi al tavolo dei più acerrimi nemici della sua casa, espresse il desiderio di parlare il prima possibile con Draco Malfoy, destando grande scalpore tra gli altri allievi della casa verde-argento, nonché rosso-oro; ma il principe delle serpi non si lasciò andare a commenti o espressioni, come invece sarebbe stato ipotizzabile, ma si alzò senza fare domande, e insieme al ragazzo uscirono dalla Sala Grande, per dirigersi in un luogo più riservato, lontano da qualsiasi occhio indiscreto.
-Allora Potter, che succede- chiese Draco, una volta accertatosi che non vi fosse nessuno nei paraggi
-Ho bisogno del tuo aiuto Malfoy- disse sinceramente Harry, conoscendo ormai il carattere di quel ragazzo che non amava le mezze frasi, o le mezze verità
-Ti ascolto-
-Devi insegnarmi l’occlumanzia. Continuo ad avere queste visioni su Voldemort, ormai non so più come fare, è dall’anno scorso che provo ad evitarlo. Silente pensa che Lui possa usare questa cosa, questa specie di legame, a suo favore. Tu sei il solo che può insegnarmi, nessuno riesce ad entrare nella tua testa, sospetto neanche Piton- 
-Effettivamente, non posso darti torto. E del resto i sospetti di Silente sono più che validi. Ma non è facile Potter, non è una cosa che s’impara in un giorno, per certi versi è più facile la legimanzia, che l’occlumanzia-
-E’ l’unico modo che abbiamo Malfoy. Pensa se dovesse vedere te fare la spia per l’Ordine, per colpa di queste visioni-
-Potter tu sei folle a dirlo ad alta voce. Va bene, ti aiuterò, ma non voglio scuse, o fai come dico io, o non si fa affatto, e soprattutto nessuno deve saperlo-
-Mi sta bene. E, puoi stare tranquillo, non lo verrà a sapere nessuno-
-Lo spero. Potter qua stiamo rischiando grosso-
-Non farmi la predica. E’ dal primo anno che rischio la vita ogni giorno- lo schernì lui
-Con l’unica differenza che adesso non si scherza più-
-No, direi di no-  si trovò d’accordo Harry, non era più il tempo dei giochi –Domani organizzerò una riunione dell’Ordine- lo informò
-Parlare non serve a niente Potter, dovete iniziare ad allenarvi nella difesa contro le arti oscure-
-E’ quello che ho intenzione di fare. Non abbiamo molto tempo vero?-
-Aspetta gennaio e ti saprò dire con certezza-
-Sei davvero sicuro di voler diventare un mangiamorte?-
-Non a tutti è concessa una scelta, Potter. In ogni caso, domani, dopo la riunione, accertati di far rimanere Alex, ed Hermione, così avremo la possibilità di parlare, solo noi, senza nessun’altro. Poi da lunedì ci dedicheremo ad uno dei tuoi tanti problemi-
-Te la farò pagare alla prossima partita di Quidditch, Malfoy-
-Sempre se ci arriverai- concluse Draco dandogli le spalle e percorrendo il corridoio, lasciandolo indietro, per tornare al suo dormitorio.
 
Il resto della giornata fu del tutto grigia per i ragazzi che dovevano completare ancora i loro elaborati da portare il lunedì seguente.
Dylan, dopo il pranzo portò Hermione dall’amica Luna, che trovò in ottima salute, evidentemente si stava riprendendo perfettamente dall’influenza, per poi salutarla un’oretta dopo insieme a Neville, poiché avevano un lavoro da incominciare e terminare, nel più breve tempo possibile, per la gioia di entrambi.
Lo stesso valeva per Blaise, ottenuto finalmente il via libera dalla sua ragazza.
Alex, invece, occupò il tempo che le era rimasto, quella sera, dopo aver finito di studiare con Mark, leggendo un libro nella sala comune, deserta se non per qualche ragazzo del quinto anno, con una tazza di tè in mano e una teiera affianco, poggiata su un tavolino; in quel momento la sala comune era molto più calma della sua stanza, considerando che Daphne, invece di studiare con l’altra coinquilina, si fermava ogni dieci secondi ponendo sempre a stessa domanda riguardante il suo ragazzo, portando l’altra alla disperazione ed esasperazione, consapevole che avrebbero impiegato tutta la notte per completare quella pergamena.
-Sei scappata per caso?-
-Daphne è in pieno delirio per la storia di Blaise- rispose senza neanche guardare il suo interlocutore, nonostante conoscesse perfettamente chi fosse
-Si, ne so qualcosa-
-Te hai finito di studiare?-
-Da soli si fa molto prima-
-Era un lavoro di gruppo, Draco- rispose con fare ovvio, osservando il ragazzo avvicinarsi alla finestra, non lontana da lei
-Infatti ho lavorato con Mark, ma non volevo perdere il mio tempo con quelle due. A me interessa prendere dei voti alti, a loro solo perdere tempo. Almeno così siamo tutti felici-
-Effettivamente il tuo ragionamento non fa una piega-
-Ne sono consapevole-
-Cos’è Draco Malfoy senza il suo ego?- chiese in maniera del tutto retorica, sorseggiando altro tè  
-Molte altre cose mia cara. Ma l’ego è una caratteristica fondamentale. Ad ogni modo, io vado. Buonanotte-
-Dove vai?- chiese lei incuriosita
-Sono un prefetto, ho una ronda da fare- la informò poco prima di sparire dietro l’uscio della porta, completando così la sua giornata piuttosto impegnativa.
Quando tornò dalla ronda effettuata insieme ad un Corvonero, trovò Alex ancora immersa nel suo libro, sul divano difronte al camino, con una coperta sulle gambe, e con sua sorpresa notò che non si fosse addormentata, così le consigliò di tornare nella sua stanza, dato che sarebbe stato piuttosto plausibile che di lì a poco si sarebbe addormentata, e restare lì non gli sembrava una grande idea, considerando che non sapesse che fine avesse fatto Theodore, assente da ben due giorni, ma ovviamente omise questo particolare alla ragazza, era del tutto inutile allarmarla. 


***
Salve, eccoci di ritorno, ho abuto un paio di problemi ad aggiornare, perchè oltre ad aver riscontrato una falla nella storia, cosa che sto andando a correggere (appena finito questo piccolo angolo scrittore, troverete delle modifiche, per coloro che non hanno voglia di andare al capitolo) -dicevo- devono succedere delle cose e non so bene (ancora) in che ordine. 
Ma non vi preoccupate sto risolvendo ogni cosa :) 
Non vi abbandono, e spero non siate voi ad abbandonare me ( non abbiate remore a lasciare un commento, una recensione, è una specie di regalo sotto l'albero di Natale per me ) 
Stay tuned  (che ci saranno sviluppi interessanti) 
Spero che il capitolo vi abbia interessato e vi sia piaciuto 

MODIFICA A: il nome del figlio di Marcus, non è Mathias, come si evince nei primi capitoli, ma MARK
Ora vi spiego perchè questa cosa: avevo pensato a Mathias vero,  ma poi con l'andare avanti, spesso mi capta di scrivere parti della storia a lunga scadenza, a volte non le uso neanche, ma ad ogni modo, mi sono sempre riferita a questo personnaggio con il nome di Mark, in qualsiasi altro scritto, anche nel capitolo precedente, ergo invece di far rincretinire l'intera platea, ho deciso di cambiare direttamente. 
Abbiate pietà della mia stupidità 

MODIFICA B: riguarda il capitolo numero 4 "Lettera" ed in particolare come finisce, al momento lo sto finendo di modificare, per questa settimana (venerdi- sabato- domenica) lo pubblicherò modificato. 
ps: sono gli unici giorni in cui non devo andare all'università.

Dovete scusarmi, ma recentemente mi sono riletta tutti i capitoli daccapo e c'erano queste cose che non andavano assolutamente 

Perdonatemi

MODIFICA C: ci sono alcuni dialoghi, solo nei primi capitoli, che non mi piacciono, purtroppo il modo di scrivere cambia spesso, ma non ci saranno modifiche a livello della storia, solo sinonimi
 

Dopo questo sproloquio, ( se siete arrivate/i fin qui, i miei complimenti) vi lascio andare, e alla prossima 

DarkAkiko 


 
  
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