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Autore: vero511    15/10/2017    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ELLIE’S POV
Non sono più riuscita a rintracciare Zack, ma la verità è che non sono preoccupata, dubito gli sia accaduto qualcosa, ma piuttosto ritengo che abbia attaccato volontariamente. So che i suoi si sono separati anni fa e lui non mi ha mai parlato di loro, probabilmente non avendone piacere, ma la sua reazione è stata eccessiva, quindi ho iniziato a pensare che non gli importi più di me, in fondo, come biasimarlo? Era il capo di una delle aziende più rinomate al mondo e tutto andava a gonfie vele, ma da quando sono arrivata io, qualcosa è cambiato e si è innescata una serie di sfortunati eventi.
Magari ha ritenuto il mio allontanamento una benedizione e chiamandolo non ho fatto altro che rovinargli ancora la vita.
“Ehi bionda! Cos’è quella faccia?” Madison comprende subito che qualcosa non va, ma non me la sento di parlarne con lei. “Senti, io e te non ci conosciamo poi da così tanto e posso capire che magari non ti fidi, però so che c’entra quella telefonata.” Mi guarda in attesa con le braccia incrociate sul petto. “Non ci voleva un genio per capirlo” ribatto sarcastica. “Va bene, continua pure a fare la stronza, io me ne vado”. “Tanto domattina dovrai tornare per forza” le urlo mentre la vedo scendere le scale. “Non esserne troppo sicura Miss so tutto io” e se ne va sbattendo la porta; il suono rimbomba in tutta la casa e mi desta dal mio stato nervoso. Non avrei dovuto trattarla così, alla fine non ha colpe e oltre a sopportarmi deve proteggere me e mio figlio, sono una persona orribile e forse è per questo che Zack ha chiuso così bruscamente la chiamata.

Le tende vengono aperte bruscamente e la luce mi desta dal mio sonno travagliato. “Ellie! È mezzogiorno, che diavolo ci fai ancora nel letto?” Mezzogiorno? È impossibile. Apro leggermente gli occhi ancora infastiditi dai raggi del sole troppo abbaglianti e lancio un’occhiata alla sveglia. “Alex stava piangendo come un matto!” Alex? Oh porca miseria! Mi alzo di scatto e un capogiro mi costringe a ributtarmi sul materasso. “Ehi, aspetta. Non fare questi movimenti appena sveglia” Madison si siede al mio fianco e mi posa una mano sulla spalla. “Alex? Dov’è?” Le domando preoccupata e colpevole. “Tranquilla, sta bene. È di sotto a guardare i cartoni. Ora vado a prenderti un bicchiere d’acqua” si sta alzando, ma la strattono per un polso. “Avevi detto che non saresti tornata” “abbiamo detto entrambe tante cose di cui ci siamo pentite. Torno subito”. “Grazie” sospiro e non sono sicura che mi abbia sentita.
“Ascolta, non voglio obbligarti a parlarmi di quello che è successo, ma hai un disperato bisogno di sfogarti e se non vuoi farlo con me… c’è una persona di sotto con cui forse ti sentirai più a tuo agio” guardo l’agente in modo confuso e mi domando chi possa essere… che abbia chiamato Lilian? Non credo si sarebbe sbilanciata; magari Jennifer? Improbabile.
“Datti una sistemata, ti aspettiamo di sotto” allude ai miei capelli che sento essere annodati e neanche troppo puliti. Non sapendo chi devo incontrare, decido di darmi una rinfrescata e credo che la doccia abbia davvero poteri rigeneranti: mi sento come rinata, pulita e profumata.
Essendo in casa, non voglio truccarmi, ma quando vedo la mia immagine riflessa nello specchio, riconsidero l’idea e applico del correttore per coprire le marcate occhiaie, giusto un rossetto nude per dare tono alle labbra esangui e sono finalmente pronta.
La mia solita curiosità rende i miei movimenti più rapidi e in un batter d’occhio sono davanti alla porta del salotto di casa. Mi blocco, incerta e quasi impaurita da chi poteri trovarmi davanti. Sento solo Madison parlare del più e del meno e qualche versetto di Alex, ma nulla che faccia capire chi è il mio ospite. Poi mi decido ad entrare e, senza che me ne accorga, calde lacrime solcano il mio viso.

“O mio Dio! Ma cosa ci fai qui? Come…” gli salto letteralmente addosso e le sue braccia mi accolgono mentre sorridente cerca di calmarmi. “Ehi, frena, frena” sciolgo l’abbraccio e fisso i miei occhi in quelli dello stesso colore del cioccolato del giovane uomo che ho davanti. “Pensavo che non fosse possibile tutto questo” “Infatti non lo è, in teoria” Madison risponde con un tono innocente, ma il suo sguardo è furbo. “Sei stata tu?” “Non ne vado fiera, sappilo” torna immediatamente seria, “però lo rifarei. Ora vi lascio parlare in pace”. Prende il bambino con sé e lo porta al piano superiore.
“Matt, come hai fatto a trovarmi?” Sono davvero entusiasta e invito il mio amico a sedersi accanto a me. Vedere un volto famigliare dopo queste settimane di reclusione, è una benedizione. “Non ci sarei mai riuscito, però sono arrivato a Madison e l’ho convinta. Mi ha detto che ti avrebbe fatto bene vedere qualcuno che conosci”. “E aveva ragione…”
“Stiamo cercando di farvi tornare a casa, Ellie, ma non è facile. Ci sono di mezzo questioni legali e soprattutto c’è in ballo la vostra vita.” “Io pensavo che… temevo vi foste dimenticati di me o che steste meglio senza la mia presenza” affermo afflitta. “Cosa? Ma sei impazzita? Non dirlo neanche per scherzo! Jennifer è a terra, si è ripresa di recente quando si è convinta che c’era una possibilità di trovarvi e Zack… sta facendo il possibile. Sono successe delle cose…” Così, Matt inizia a raccontarmi di un incontro di Evans con suo padre e della visita dei miei amici al Commissario Wood, persino di un litigio tra lui e i nostri compagni.
“Mi sono persa parecchio” dico sovrappensiero per le numerose informazioni che ho ricevuto in poco tempo. “Tu invece hai novità? Come ti trovi qui?” Le racconto della madre di Zack a fronte di ciò che mi ha spiegato lui alcuni minuti fa.
“Io sono sottocopertura, non posso dirle che so chi è…” “Hai ragione, però potremmo organizzare qualcosa, io devo farle assolutamente delle domande. Lei è coinvolta in tutto questo.” “Che gran casino” appoggio di peso la schiena contro il divano e sbuffo sonoramente. “Il mondo è piccolo” aggiunge lui. “Fin troppo”.
“Ehi ragazzi, cosa sono queste facce da funerale? Ti ho portato Smith perché ti tirasse su il morale, non per deprimervi insime” Madison compare con in braccio Alex e la sua affermazione mi riporta alla mente Jennifer, poi collego: le due sono terribilmente simili, e la segretaria in una situazione come questa saprebbe esattamente cosa fare, ciò significa che anche Maddy lo sa.

“Chiama Lilian, dalle appuntamento al parco poi tu fingerai di essere in ritardo e lei causalmente si scontrerà con Matt, il quale sarà in questa cittadina per questioni di lavoro” spiega l’agente. “Può funzionare! La chiamo immediatamente” mi sposto in cucina e invito la mia nuova amica promettendole di portare anche Alex con me per farglielo conoscere, non mi piace l’idea di ingannarla, ma tutto questo è a fin di bene e questa storia sta iniziando a durare troppo per i miei gusti.

“Per le quattro sarà sul posto, hai un’ora per prepararti” dico a Matt interrompendo la sua conversazione con la giovane donna. “Posso usare il bagno? Vado a sciacquarmi il viso e a mettere insieme le idee” annuisco e gli do le semplici indicazioni.
“Di cosa parlavate?” Dovrei seriamente farmi i fatti miei. “Di Jennifer, è proprio cotto” afferma e il suo tono assume una strana malinconia. “Gli occhi da cucciolo colpiscono eh?” “Già… aspetta, cosa?” La guardo per farle capire che comprendo il fascino di Matt ed è normale cascarci. “Sei fuori strada e Jennifer è tua amica, quindi chiuso il discorso”. Si innervosisce e scompare in cucina, così io e Alex restiamo soli e mi perdo ad osservarlo disegnare un uomo con due profondi occhi di ghiaccio. 
  
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