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Autore: ReneeTony    15/10/2017    1 recensioni
Cosa vuol dire essere sensibili? È una domanda che mi pongo spesso.
“Io sono una persona sensibile” è una frase molto diffusa e sono in molti ad abusarne.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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sensibilità
sen·si·bi·li·tà/
sostantivo femminile
  1. 1.
    Attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi.
    • particolarmente
      L'attività dei sensi propria di un essere, e anche la proprietà di provare piacere o dolore.
    • In fisiologia, l'attività del sistema nervoso in quanto capace di avvertire e di analizzare gli stimoli che agiscono sull'organismo dall'esterno o dall'interno informandone o meno l'attività cosciente.
      "perdere"
    • Sensibilità specifica, propria di apparati anatomicamente differenziati ed espressa da ‘sensazioni’ precise e nitidamente avvertite dalla coscienza (s. acustica, visiva, olfattiva, ecc.).
    • Sensibilità generale, i cui recettori sono distribuiti in tutto l'organismo, o che interessa l'intera economia dell'organismo.
  2. 2.
    Particolare attitudine a risentire gli effetti anche più insignificanti di una condizione affettiva o emotiva: un ragazzo di grande s.; s. acuta, morbosa; in senso più ampio, capacità d'intendere o di avvertire una determinata realtà (s. morale, sociale), squisita delicatezza (anima di grande s.), acuta percezione estetica.
    "lettore di scarsa s."
  3. 3.
    Nel linguaggio tecnico: s. di un apparecchio o di un dispositivo, proprietà che dipende dal valore più piccolo o dalla più piccola variazione della grandezza osservata (limite di s.) che lo strumento è in grado di rivelare, e che corrisponde alla minima divisione della scala graduata: più è piccolo tale valore, maggiore è la sensibilità dello strumento.
    • In fotografia, la capacità di una pellicola di reagire più o meno rapidamente all'azione della luce; si divide in bassa (per le riprese più contrastate), alta (per le riprese in condizioni di scarsa luce) e media, e viene valutata in asa, in din e, oggi, in iso.
    • Tendenza degli esplosivi a esplodere più o meno rapidamente per sollecitazione meccanica (s. all'urto), termica, ecc.
Origine
Dal lat. tardo sensibilĭtas -atis, der. di sensibĭlis ‘sensibile’ •sec. XIV.





Cosa vuol dire essere sensibili? È una domanda che mi pongo spesso.
Io sono una persona sensibile” è una frase molto diffusa e sono in molti ad abusarne.
Credo che una persona veramente sensibile non riesca spesso nemmeno ad esprimere un pensiero che racchiude una complessità di turbamenti, di umori altalenanti, di sofferenza e gioia sovente incomprensibili ai più.
La persona sensibile si nasconde, talvolta si rinchiude in se stessa perché non riesce ad esprimere quel turbinìo di emozioni che travolge la sua anima e teme di essere fraintesa.
Coglie ogni lievissimo particolare: una parola, un gesto assumono per quella persona un significato enorme che sfugge al suo stesso controllo.
La persona sensibile non è fragile. Riesce a vedere oltre una persona comune e, se riuscirà a trasmetterla, per mezzo dell’arte o nell’immensa capacità di comprendere gli altri ed esserci sempre senza che le persone che lo circondano glielo domandino apertamente, è un dono incommensurabile di cui il mondo ne ha un disperato bisogno. Oggi forse più di ieri.

Le persone che la possiedono, sono portatrici di un bene prezioso che non si acquisisce con lo studio, anche se lo si può affinare con l’esperienza: e, in questo senso, sono sempre esistite nel corso della storia e, forse, continueranno ad esistere, anche se alquanto ridotte di numero.

La sensibilità è quella dote che spinge l’amico a farsi avanti non appena intuisce l’esistenza di una difficoltà, prima che si trovi il coraggio di chiamarlo; che risolve amichevolmente i malintesi, prima che degenerino in astiosi e prolungati rancori; che mette gli altri a proprio agio, nelle situazioni in cui si sentono esposti e indifesi; che scioglie in un sorriso tensioni vecchie e nuove, portando una nota gentile di freschezza e leggerezza; che apre gli occhi avanti allo spettacolo incantevole del mondo e sa renderne partecipi anche i cuori più distratti.
La sensibilità è la mano soave di una donna che orna con un vaso di fiori una stanza nuda e spoglia, portandovi una nota di colore e di calore.
La sensibilità è, anche, la parola giusta pronunciata al momento giusto, così come il silenzio affettuoso e partecipe, quando non vi sono parole adeguate alla situazione.
La sensibilità è saper godere delle piccole cose, delle piccole gioie, e trasmetterne il segreto anche agli altri, addolcendone le asprezze e medicandone le ferite.
La sensibilità è l’atteggiamento di delicatezza e di profondo rispetto con cui l’io si rapporta al tu, vedendo sempre in esso un soggetto di pari dignità e mai un semplice mezzo.

La persona dotata di sensibilità possiede una ricchezza in più, che la mette in grado di cogliere aspetti del reale i quali sfuggono ad altri, alimentando così incessantemente la propria profonda umanità.
Il fatto che la persona sensibile sia, per un certo aspetto, più esposta, non significa che la sensibilità sia un dono avvelenato per coloro che lo ricevono, perché le possibilità positive che essa conferisce superano immensamente gli svantaggi, al punto che non è nemmeno possibile istituire un raffronto tra questi e quelle.

Per quanto maggiormente esposta ad essere ferita da taluni circostanze della vita, la persona sensibile possiede, non di rado, una visione del reale così profonda e radicata, così matura e consapevole, da poter elaborare anche gli strumenti per riflettere sulla propria condizione e per apprestare nuove risposte alle sfide che le vengono incontro, spostandole, al tempo stesso, su di un livello sempre più alto e spirituale.

Ecco perché l’impressione di fragilità, che talvolta le persone sensibili possono dare ad uno sguardo un po’ superficiale, molte volte non corrisponde alla realtà dei fatti. È vero che, in certe situazioni, esse rimangono come disarmate, là dove altre persone non incontrano che lievi difficoltà o anche nessuna; ma è altrettanto vero che ciò vale specialmente per gli ostacoli di ordine inferiore, per quelli che coinvolgono l’essere solo superficialmente.
In moltissimi casi nei quali la posta in gioco è molto più alta; casi nei quali, ad esempio, non si tratta di normali contrattempi della vita, ma di grossi ostacoli e di grosse prove, ebbene le persone sensibili sanno tirare fuori, al momento opportuno, una grinta e una determinazione invidiabili, che gli altri non si sognano nemmeno di possedere. La loro è una forza che emerge nelle situazioni più ardue, là dove è in gioco l’anima stessa di una creatura umana.

Naturalmente, la sensibilità, da sola, può essere un fattore di debolezza nelle circostanze ordinarie della vita, e talvolta anche in quelle straordinarie: i soldati che impazzivano in guerra, o venivano fucilati perché rifiutavano di obbedire all’ordine di avanzare sotto il fuoco nemico, sovente non erano dei vili, ma semplicemente degli uomini sensibili.

Tuttavia, si può facilmente osservare che la sensibilità, in genere, si accompagna ad altre doti della mente e del cuore, che la bilanciano e la trasformano in qualcosa di potente, che conferisce a chi la possiede una marcia in più rispetto agli altri, non una in meno. È come se una sapiente distribuzione delle risorse umane avesse tenuto conto di tutto e avesse provveduto affinché un potenziale fattore di forza non si trasformasse in un elemento di debolezza.

Non bisogna fare l’errore di giudicare le cose guardandole solo da un punto di vista: per poterle valutare esattamente, bisogna guardarle sotto tutti i punti di vista; bisogna, per così dire, girar loro attorno, e considerarne anche i lati nascosti. La sensibilità, il più delle volte, si accompagna ad altre doti che offrono la possibilità di trarne il massimo vantaggio, in termini di consapevolezza e di pienezza esistenziale: sta al singolo individuo che l’ha ricevuta in dono, poi, di imparare a farne buon uso.

È la sensibilità che permette agli esseri umani di vedere e apprezzare sino in fondo le meraviglie del mondo in cui vivono; è la sensibilità che consente loro di fondere le impressioni del presente con i giochi della fantasia e con i dolci ricordi del passato, dipingendo un affresco incantato con vivaci pennellate cariche di poesia.
Se non vi fosse la sensibilità, il mondo ci si presenterebbe come opaco e spento ed ogni cosa, ogni suono, ogni profumo, scivolerebbero via veloci, senza lasciare traccia nel nostro animo; la nostra vita sarebbe ristretta entro gli angusti orizzonti delle necessità pratiche, del calcolo, della convenienza, dell’interesse.

La sensibilità è il dono divino che ci offre la possibilità di essere spettatori di una rappresentazione incomparabile, alla quale siamo chiamati a partecipare
 
   
 
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