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Autore: Vanessa1995    16/10/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Ad Approdo del Re Jaime stava preparando i suoi bagagli. Aveva quasi finito, quando sentì bussare alla porta. Si voltò verso di essa, pensando di sapere chi fosse, e andò ad aprire. La sua gemella lo fissò seria ed entrò nella stanza. I suoi occhi verdi caddero subito sulla sua grande borsa di pelle e i vari vestiti e oggetti sparsi sul letto.
« Stai preparando i bagagli? » chiese, dando un'occhiata all'interno della borsa.
« Sì, sono quasi pronti. » rispose il gemello, infilando ancora alcune cose nel suo bagaglio. La bionda si piazzò dietro di lui e avvolse le braccia attorno alla sua vita.
« Questo viaggio è necessario. Devi conquistare la loro fiducia. » disse con tono seducente.
« Penso che non sarà un'impresa per nulla facile. Solo Emily vorrà ascoltarmi, mentre Daenerys sarebbe ben felice di trasformarmi in un rogo umano. » commentò, scuotendo la testa e girandosi verso di lei. La leonessa prese il suo viso tra le mani.
« Emily è buona e un'ingenua, anche se è maturata in questi anni. Conquista la sua fiducia con ogni mezzo se necessario. » intimò, allungando una mano verso il bordo del suoi calzoni. La guardò sbalordito, non riuscendo a credere che potesse anche solo pensare ad una cosa del genere. Per carità, Emily era bellissima e l'idea di infilarsi nel suo letto non gli dispiaceva più di tanto, però aveva da poco riottenuto le attenzioni di Cersei e non voleva andarsene lasciandola da sola, figuriamoci giacere con la rossa.
« Come la mia regina comanda. » rispose e un sorriso soddisfatto apparve sul volto della Lannister, che lo baciò con passione.
« Ti amo. Torna da me sano e salvo, ti prego. » senza di lei era sicuro che non sarebbe mai riuscito a stare e il solo pensare di non vederla per chissà quante settimane gli provocava un immenso dolore indescrivibile, sebbene il sentirle dire che lo amava era il miglior incoraggiamento che potesse ricevere.
« Ti amo e tornerò. » rispose, afferrandola per la vita e sbattendola contro il muro cercando di non farle male. Le sollevò le gonne e l'altra avvolse le gambe attorno alla vita. « Voglio avere bene impresso il tuo volto nella mia mente se e quando dovrò giacere con Emily. » esclamò. Fecero l'amore contro il muro, sebbene suonasse più come un addio che un gesto di passione.
Alla fine la Lannister uscì fuori dalla stanza senza preoccuparsi di sistemare bene i lacci del suo coperto e limitandosi alla gonna. Lo baciò prima di andarsene, per poi lasciarlo da solo a finire di organizzarsi per il viaggio.

Un cavallo lo attendeva pronto per lui nelle scuderie quando arrivò. Sua sorella desiderava che andasse da solo da Daenerys in modo da suscitare meno sospetti possibili. Non poteva che darle ragione. Raggiunse il suo cavallo e gli accarezzò il muso.
« Sei pronto per il viaggio? » la bestia non era in grado di capire cosa stava accadendo. Una parte dello Sterminatore di Re si sentiva in colpa al pensiero della dolce Emily, ma anche di Sansa e di tutti gli altri. In compenso non vedeva l’ora di vedere la piccola Nadya che, da quanto aveva capito, secondo le voci, assomigliava più a una Stark che a una Lannister o Tully e aveva ereditato la dolcezza di sua madre.

Un mese dopo

Il fatto che il Lannister stesse viaggiando verso Grande Inverno non era sfuggito alle spie di Varys, che quella mattina bussò alla porta della stanza della regina. Dovette attendere pochi secondi prima che questa si aprisse mostrandogli Dany con indosso una camicia da notte e tutti i capelli in disordine.
« Vostra maestà, le mie spie mi hanno riferito che Jaime Lannister si sta dirigendo al Nord. » spiegò. La bionda socchiuse minacciosa gli occhi fino a ridurli a due fessure.
« Cosa ha in mente? » domandò la donna contrariata, stringendo le mani in dei pugni.
« Sembra che voglia unirsi a noi e giurarvi fedeltà. A quanto pare non approva il fatto che sua sorella si sia unita a noi, per poi non rispettare i patti e unirsi contro la minaccia degli Estranei. » avevano proposto a Cersei un’alleanza in modo da sconfiggere i loro rispettivi nemici, siccome quei mostri erano una minaccia per tutti loro, però la donna aveva inizialmente accettato, per poi tradirli e negare loro il suo appoggio.
« Se vale quanto il giuramento che fece anni fa a mio padre, posso considerarmi morta. » osservò freddamente.
« La principessa Emily direbbe che tutti hanno diritto ad una seconda possibilità e secondo lord Tyrion suo fratello è molto cambiato nel corso degli anni. » notò l’eunuco. « Senza contare che lui e suo fratello, seppure non proprio simili, hanno entrambi gli occhi verde smeraldo e i capelli dorati tipici dei Lannister. » affermò, piegando leggermente la testa di lato e lanciandole uno sguardo e un sorriso d’intesa ed enigmatico. La Madre dei Draghi lo guardò perplessa e si morse il labbro inferiore.
« E Tyrion, a quanto pare, non è in grado di garantirmi un erede maschio. » l’uomo annuì e la donna comprese di aver indovinato le sue intenzioni.
« Ser Jaime ha avuto due figli maschi dalla sorella. Joffrey era fuori di testa, ma Tommen era un bambino dolcissimo. » notò. « Nessuno dei due è vissuto a lungo, tuttavia sono sicuro che non sarà così nel caso del suo possibile terzogenito. » continuò. La Targaryen annuì e tirò un sospiro.
« Evidentemente dobbiamo accontentarci. » rispose scuotendo la testa, non particolarmente felice alla prospettiva del figlio di quell'uomo sul trono.
« Temo di sì, maestà. » rispose Varys. « Quando parlerete con la principessa Emily? » domandò.
« Prima desidero… ehm… studiare il leone per vedere se posso veramente fidarmi di lui. » sarebbe stata più prudente di suo padre e l’avrebbe tenuto d’occhio. Avrebbe pagato caro il più piccolo passo falso commesso e non gli avrebbe dato un’altra possibilità. Varys annuì comprensivo e si allontanò lungo il corridoio. Si presentava un altro problema, ovvero l’ostinazione con cui Alicia restava fedele al marito. Intuì subito che non sarebbe stato per nulla facile convincerla. Avrebbe potuto minacciarla, ma con il tempo si era affezionata a quella ragazza e non desiderava provocarle dolore. Lei non era Viserys.

Quella sera a cena tutti gli Stark erano seduti attorno al tavolo, eccetto Bran, che non si era sentito bene e si trovava in quel momento nella sua stanza. In compenso il piccolo neo-Re del Nord era lì con sua madre e sua sorella Joanna. Il Folletto era impegnato da qualche parte con Daenerys, forse stavano discutendo di strategie di battaglia.
« Vorrei partire. » affermò all'improvviso Sansa, pulendosi la bocca con il suo tovagliolo e posandolo poi sul tavolo. Il suo fratellastro la guardò sorpreso.
« Come mai? » non sopportava l'idea di separarsi nuovamente da lei e desiderava averla vicino a sé, in modo da poterla proteggere meglio da eventuali minacce.
« Sarò solo un peso per voi. La cosa migliore è che vada via con i bambini, magari a Dragonstone. » la vecchia casa dei Targaryen sembrava uno dei posti più sicuri del regno in quel momento.
« Non è necessario che tu te ne vada, Sansa. » intervenne sua sorella, che desiderava pure lei che non se ne andasse, sebbene una parte di lei fosse d'accordo con la sua decisione.
« Staremo molto meglio e più al sicuro a Dragonstone. Lo sapete. » insistette la giovane, accarezzando la testa di sua figlia. La piccola stava mangiando la sua zuppa e si era macchiata la parte superiore del vestitino che indossava. La madre se ne accorse e l'aiutò a pulirla.
« Ne parleremo più tardi. » affermò Jon e la rossa annuì, augurandosi che la lasciasse partire e non creasse troppi problemi. Amava Grande Inverno, però ora le dava un senso di soffocamento.

Quella sera

Dopo cena la giovane si recò nella sua camera e si sedette sulla poltrona dinanzi al fuoco. Recuperò il suo ricamo a cui stava lavorando da qualche giorno: il pezzo di stoffa non molto grande era ricoperto di lupi. Una parte di lei si sentiva stupida a ricamarli su quel drappo, tuttavia sentiva che andava fatto.
Stava finendo la coda di un lupo, quando sentì bussare alla porta. Alzò gli occhi verso le fiamme che ardevano nel camino.
« Avanti. » invitò, concentrandosi nuovamente sul suo lavoro.
« Cos'è questa storia? » chiese deciso Jon, sbattendosi la porta alle spalle. La ragazza non si voltò, continuando il suo lavoro. Questo dovette far adirare il suo fratellastro, che le strappò la stoffa dalle mani. « Guardami in faccia quando ti parlo. » intimò. Senza alcun timore ubbidì e lui parve addolcirsi un po'. Si sedette sull'altra poltrona ed esaminò il suo ricamo, osservandolo con attenzione la stoffa.
« Jon è... una copertina per neonato. » confessò dopo un tempo lunghissimo che ai suoi occhi parve un'eternità. La fissò scioccato e le buttò addosso la stoffa come se fosse stata bollente e non desiderasse bruciarsi. Si alzò in piedi, voltandole le spalle, e poggiò un gomito sulla parte superiore del camino e la fronte sulla mano. « Non è tuo, stai tranquillo. » si girò verso di lei e la prese per le spalle, sollevandola. Scoppiò in lacrime e la lasciò andare, sedendosi di nuovo sulla poltrona.
« Niente più bambini, eh? » domandò nervoso, passandosi una mano tra i capelli.
« Il maester si è sbagliato e io non sono riuscita a difendermi. » raccontò, riuscendo a calmarsi almeno in parte. « E io? Dove cavolo ero io? » strillò furioso con se stesso.
« N-non lo so, forse eri impegnato in qualche riunione. » suppose con voce tremante. Calò per qualche secondo il silenzio tra di loro e poi infine il bastardo lo ruppe.
« Chi? » Aveva bisogno di un nome per sapere chi doveva uccidere.
« Come? » tentava di stare calmo, tuttavia non lo aiutava molto se parlava in quel modo.
« Chi è stato? » stava perdendo la pazienza e la rossa scoppiò di nuovo in lacrime. Di nuovo l'altro parve calmarsi un po'. "Non bisogna urlare ad una donna incinta" gli aveva detto una volta maester Luwin, dicendo che faceva male a lei e al bambino.
« Questo non ha importanza. » rispose singhiozzando la lady e Jon tirò un sospiro.
« Per questo vuoi andare a Dragonstone? » chiese. Sansa annuì con forza.
« Non so cosa farò, magari dopo che il bambino sarà nato lo lascerò là, assicurandomi che lo addotti una buona famiglia. » rispose incerta. Nadya la stava crescendo lei, però con la bimba era diverso.
« Non pensi che sarebbe meglio evitare i lupi? » chiese, adducendo al suo ricamo. L'altra alzò e abbassò le spalle in risposta, tornando al suo lavoro.
« Sì, però in fondo è uno Stark e ho già una figlia bastarda, non può rovinarmi tanto la reputazione. » rispose senza distogliere lo sguardo dalla coda da finire.
« Come vuoi. » rispose, chiedendosi come cavolo fosse possibile che non si fosse accorto di nulla. Eppure gli sembrava di ricordare che negli ultimi mesi fosse stata serena.
Alla fine intuì che doveva essere stato Baelish ed era solo amareggiato che fosse già morto. Avrebbe voluto chiederle di quanti mesi fosse, però non trovò il coraggio di porgerle quella domanda, rischiando di provocarle ancora più dolore.

Sansa e i bambini partirono qualche giorno dopo senza che nessuno sapesse la verità. Veramente Bran aveva insistito più volente per parlare con lui, ma il bruno non aveva voluto saperne di ascoltarlo. Meno di un mese dopo giunse Jaime Lannister. Rimase sorpreso da quanto serenamente Daenerys lo accoglieva.

Il giorno dopo il suo arrivo, Jaime si inginocchiò ai piedi del piccolo Robert giurandogli la sua fedeltà. Infatti il bambino non aveva voluto sapere di partire ed era rimasto a Grande Inverno con sua madre, sebbene sua sorella se ne fosse andata.
Da parte sua il leone era dispiaciuto per non aver potuto vedere Nadya, tuttavia in quel momento aveva altro a cui pensare. Per questo la sera del suo giuramento stava camminando in uno dei corridoi del castello, diretto alla camera da letto di Elena. Non aveva cattive intenzioni e comunque voleva prima tastare il terreno.
Arrivato davanti alla porta bussò e questa si aprì un'istante dopo. Elena aveva i lunghi capelli sciolti e ordinati. Gli sorrise, ignara delle sue intenzioni. Capì che la sua missione si sarebbe rivelata più facile del previsto e si sentì in colpa per questo.
   
 
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