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Autore: mari05    16/10/2017    0 recensioni
[Il Trono Di Ghiaccio]
Un missing moment sulla morte di Sam Cortland.
E' necessario aver letto la Lama dell'Assassina.
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Un colpo. E poi un altro.
Il sangue metallico che riempiva la bocca di Sam, gli occhi che gli uscivano dalle orbite dal dolore.
Pur avendo la mente completamente incentrata sul dolore lancinante, Sam riusciva a pensare solo ad una persona in quel momento: Celeana.
Gli occhi tempestosi, i capelli biondissimi e il sorriso scaltro, gli abiti costosi e con una punta di virilità che alle altre ragazze della sua età mancava.
Un fremito. E poi un altro.
Ogni volta che Farran gli sferrava un colpo, lui pensava a quanto fosse stato stupido a non chiedere l’aiuto di Celeana, a quanto fosse stato stupido nel tenersi per sé tutto quanto, a quanto fosse stato stupido, porca miseria, ad accettare quell’incarico!
Ma l’aveva fatto perché lui e Celeana avevano bisogno di soldi, e Arobynn non li avrebbe mai lasciati andare senza aver avuto tutto il denaro sufficiente.
Un rivolo di sangue gli macchiò i vestiti. Farran gli aveva appena dato un pugno sui denti, immobilizzandogli così la mascella, ma l’Assassino trovò il coraggio e la forza di dire: “Non riuscirai mai a prendere Celeana. Lei è… è troppo, troppo forte per te.”
Farran storse la bocca in modo terrificante, fino a creare un ghigno storto che Sam non avrebbe mai voluto vedere.
Si inginocchiò affianco a lui, e con gli occhi guizzanti ridotti a sole due fessure, sussurrò: “Dicono tutti così, sai? Lei è troppo forte, non ce la farai mai… e poi eccoli lì, nella tua stessa posizione di verme strisciante, a implorarmi di non fargli vedere il loro sangue mentre li ammazzo.”
“Bastardo.”
Una scarica di rabbia, quasi elettrica, percorse la schiena di Farran, che si alzò, e con un urlo tremendo sollevò la gamba e subito dopo la fece cadere con tutta la forza che aveva sulla mano di Sam, che per poco svenne dal dolore.
Cercò di massaggiarsi le nocche scorticate, da cui ricadeva inesorabile un rivolo incessante di sangue scarlatto, che andava a finire proprio lì, sul pavimento, proprio davanti a lui.
“Visto, eh Sam Cortland, come le persone cedono così in fretta?” Farran gli si avvicinò all’orecchio, e, con voce melliflua, sorrise, “ho dovuto affrontare ogni sorta di pericolo prima di te: non a caso sono il vice del Signore del Crimine.”
Sam gli rivolse uno sguardo, mentre pian piano si inginocchiava e si prostrava a lui, con negli occhi una sete quasi ossessiva di sangue e di vendetta verso quello stupido che si era portato via la vita di moltissime persone innocenti.
“Mia madre… mia madre lavorava in un bordello per mantenermi. È stata uccisa da un cliente geloso. Ti prego, ti prego non farmi raggiungere la sua anima prima del tempo.”
Farran sorrise, negli occhi la fame di potere che veniva sempre più sfamata, ogni minuto che passava.
Diede un ultimo spintone a Sam prima di ordinargli di alzarsi e di seguirlo.
Sam, con le ginocchia doloranti, zoppicò dopo di lui verso una grande sala dalla forma ad ellisse, dove vi era ogni sorta di macchinario per le torture presente in tutto il Continente: coltelli, maceti e mannaie affilatissime sporche di sangue rappreso, apparecchiature  per allungare il corpo fino a spezzarlo, strani cucchiai che facevano guizzare gli occhi via dalla faccia in un baleno se piantati nei bulbi altrui, stivali di ferro che affondavano in una buca di acqua gelida e caschi che se messi in testa incendiavano il cervello in meno di un paio di secondi.
Farran gli ordinò di stendersi sul letto, e poi, con una calma ben controllata, gli infilò le manette alle mani e ai piedi.
Poi prese un telecomando primitivo, con un solo pulsante da schiacciare, e lo premette, mentre lo squarcio orizzontale che gli tagliava la faccia, comunemente chiamato bocca, emetteva un ghigno di felicità.
Le manette alla quale era legato cominciarono ad allungarsi, e un male atroce si diffuse in ogni cellula del suo corpo.
“Io…” sussurrò Sam, mentre esalava quelli che forse erano i suoi ultimi respiri.
“Tu… che? Sam Cortland, diamine, che credi di poter fare? Non potrai mai sopravvivere a questo, capito? È come una ruota della fortuna, che gira solo e solamente dalla mia parte.”
“Io...” Sam aveva assoluto bisogno di fermarsi. Di spezzare quelle manette. Di rivedere Celeana.
Ormai le sue cellule non ce la facevano più. Doveva fermarsi, se non avesse voluto morire con le membra spiaccicate su un muro di cemento.
Improvvisamente, il macchinario si arrestò.
Farran gli levò le manette che circondavano i suoi polsi ormai insanguinati, e lo portò davanti a sé, dicendogli di mettersi in ginocchio, cosa che effettivamente Sam fece.
Intanto Farran parlava, anche se sapeva che Sam era talmente confuso da non sentirlo.
“Sai, Sam, io ti ammiro molto. Eh, lo sai?” annunciò Farran mentre camminava con passo lento e felpato. Si fermò davanti ad una postazione di lavoro e prese varie cose: uno di quei cucchiai strizza-occhi, un coltellino e una corda.
Sam fremeva di paura. Che cosa aveva fatto!
“Sei stato sia coraggioso che stupido a venire qui, ma la forza che stai avendo ora… è quasi divertente.”
Si fermò davanti a lui, si inginocchiò e con i suoi occhi tempestosi tanto belli quanto spaventosi disse: “Sarà bello vedere la faccia della Sardothien quando ti vedrà, eh? Guardare questi bellissimi, splendenti occhi azzurri… anche se oh! peccato, non potrà mai più vederli dopo che io te li caverò direttamente dalle orbite e le userò come palle di Natale!”
Detto questo, Sam era talmente stanco che non volle obbiettare. A che serviva? Celeana era via, e non sarebbe mai andata a prenderlo, e lui… be’, ora stava per morire con due cucchiai infilati tra gli occhi.
“Io…” riprese a balbettare con un fil di voce.
Farran aggrottò le sue ispide sopracciglia. “Tu…cosa?”
“Io…” Sam si mosse, fino a trovarsi con la schiena appoggiata al muro, la testa insanguinata che cozzava come roba vecchia contro il calcestruzzo.
“Io mi chiamo…”
“…Sam Cortland…”
“…e...”
Sam si leccò gli ultimi residui di saliva dalle labbra, mentre, con gli occhi infuocati, guardava Farran.
Si mantenne con le mani su pavimento mentre, come il verme di cui stava parlando poco prima Farran, strisciò portando con sé una scia di sangue, fino ad arrivare davanti al vice del Signore del Crimine.
“E non avrò paura.”
Non avrò paura.
E si bloccò, pronto a stare ben fermo mentre Farran con cura gli cavava i bellissimi e lucenti occhi azzurri dalla faccia.
 
 
Angolo autrice
Bene! Questa era un missing moments del prequel La Lama dell’Assassina riguardante la morte del mio amatissimo Sam Cortland. Devo dire che quando ho finito di leggere La Lama dell’Assassina ho pianto tante di quelle lacrime che avrei potuto riempire una bacinella intera, e quindi… eccola qua!
Spero vi piaccia.

   
 
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