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Autore: Mary Rosemary    16/10/2017    2 recensioni
Words are meaningless and forgettable.
Il tempo scorreva con un ritmo talmente lento da farle desiderare di non aver mai avuto la brillante idea di far credere all'intera Dimensione Magica che lei e le sue sorelle fossero morte sotto al crollo della fortezza di Lord Darkar.
Ed ora nemmeno la promessa di un ritorno all'azione che faceva costantemente a sé stessa bastava a tenere a bada la sete di potere e dominio, non soddisfatta per troppo tempo.
Eppure si riprometteva di essere paziente e di aspettare il momento opportuno per riorganizzarsi; aspettare quanto non era specificato, ma se voleva mandare all'aria la loro copertura doveva farlo con un piano pressoché infallibile.
Perché poteva significare permettere alle fatine di riaprire la caccia alle streghe.
Si era trovata in una situazione di stallo, indecisa sul da farsi, per giorni, forse settimane; non sopportava di essere diventata invisibile agli occhi dell'universo, ma data la situazione era necessario che lo fosse.
In meno di un mese la sua immagine era passata da futura regina della Dimensione Magica a semplice cittadina di Magix; e già tale fatto era oltre il limite.
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Icy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Enjoy the Silence



Words like violence
Break the silence
Come crashing in
Into my little world




Per Icy oscillare pericolosamente fra la più sfrenata mondanità e l'assoluta solitudine era sempre stato estremamente facile; la bella vita, del resto, esercitava una considerevole forza di attrazione su chiunque.
Ma tale forza necessitava di essere bilanciata: e, per una come lei che non aveva mezze misure – il grigio era una tonalità talmente vaga e talmente inutile da non venir nemmeno preso in considerazione – ciò portava necessariamente al suo opposto.
Perdere il controllo e riprenderlo nella maniera più maniacale la rendeva in qualche modo stabile, in una situazione di perfetto equilibrio psichico; tramite il quale poteva dedicarsi appieno al raggiungimento delle proprie ambizioni.
Per quanto la sua fermezza potesse risultare intoccabile, bastava la mancanza di uno di quei due aspetti a far pendere con decisione l'ago della bilancia in una delle due direzioni.
E ciò non era mai accaduto: almeno, fino all'una di notte dell'ennesimo sabato sera passato in una sobria solitudine.
L'illusione di poter avere qualsiasi cosa sotto il proprio controllo le aveva fatto dimenticare quanto, senza un'occupazione ed una dose settimanale di pura adrenalina, l'intera sua esistenza fosse tremendamente noiosa. Il tempo scorreva con un ritmo talmente lento da farle desiderare di non aver mai avuto la brillante idea di far credere all'intera Dimensione Magica che lei e le sue sorelle fossero morte sotto al crollo della fortezza di Lord Darkar.
Ed ora nemmeno la promessa di un ritorno all'azione che faceva costantemente a sé stessa bastava a tenere a bada la sete di potere e dominio, non soddisfatta per troppo tempo.
Eppure si riprometteva di essere paziente e di aspettare il momento opportuno per riorganizzarsi; aspettare quanto non era specificato, ma se voleva mandare all'aria la loro copertura doveva farlo con un piano pressoché infallibile.
Perché poteva significare permettere alle fatine di riaprire la caccia alle streghe.
Si era trovata in una situazione di stallo, indecisa sul da farsi, per giorni, forse settimane; non sopportava di essere diventata invisibile agli occhi dell'universo, ma data la situazione era necessario che lo fosse. Nella forma che aveva assunto per evitare di essere riconosciuta nessuno la temeva, nessuno si guardava bene dal passarle accanto, dal parlarle con tanta leggerezza.
In meno di un mese la sua immagine era passata da futura regina della Dimensione Magica a semplice cittadina di Magix; e già tale fatto era oltre il limite.
Tuttavia, considerando la situazione, aveva molto da perdere: la propria libertà e la sanità mentale prima di tutto. Un misero errore e correvano il rischio di essere rispedite a Roccaluce con un biglietto di sola andata.
E forse resistere ancora un po' ad una vita monotona era infinitamente meglio che subire un completo lavaggio del cervello. Eppure l'insoddisfazione era ben presente e costante in tale stile di sopravvivenza.
Perché se non poteva chiamarla sopravvivenza come altro?
Gli ovattati rumori della Magix dormiente erano tornati più che presenti nella sua mente, il flebile rumore – se udito da una certa distanza come il tetto dell'edificio sul quale usava passare il proprio tempo (quando non fosse completamente sbronza) prima della sua entrata al college di Torrenuvola – delle poche macchine che percorrevano a tal ora le strade pressoché sgombre era talmente monotono da cullarla in una sorta di trance.
La stanchezza si faceva sentire e faticava a trovare tanto interessanti i tomi di magia oscura che usualmente studiava fino alle prime ore del mattino; non le sarebbero stati comunque di alcuna utilità, almeno, se non voleva farsi scoprire.
Non dormire era diventato semplicemente troppo pesante per la sola esistenza: altro punto che la portava sull'orlo di un esaurimento nervoso.
Ma il terzo era di gran lunga il più importante: senza che la sua mente fosse perennemente impegnata nel pianificare e cercare il modo di rendere infallibili le proprie strategie emergeva in modo crescente ciò che rimaneva della sua persona.
Ossia un'apatica ventunenne dallo sguardo profondamente vuoto alla quale era permesso uno sconsiderato comportamento cinico solo per il semplice fatto che non sarebbe riuscita a provare emozioni positive neanche se l'avesse voluto.
Nel limbo annebbiato dal fumo in cui si cullava la sua psiche ci perdeva minuti, ore, lo sguardo fisso verso l'ignoto ed una condizione quasi forzata di stand-by.
Finché l'importante era non impazzire poteva anche lasciarsi morire nei suoi stessi pensieri.
Aveva sempre previsto un eventuale ritorno alla metropoli come un fatto che non avrebbe portato altro che problemi su problemi, lasciati irrisolti tanti anni prima, quando la sua unica preoccupazione era perseverare nella fuga da qualsiasi contatto, perfino da sé stessa.
Ed ora come ora, le mancava terribilmente l'ebrezza capace di farle dimenticare anche il proprio nome.




Vows are spoken
To be broken
Feelings are intense
Words are trivial
Pleasures remain
So does the pain
Words are meaningless
And forgettable
(Enjoy the Silence - Depeche Mode)






Avvertenze e condizioni per l'uso:
Non so cosa sia, non so davvero cosa sia.
E' da quest'estate che era in cantiere questo introspettivo sulla mia vacca preferita, ovviamente dopo averlo riscritto mi è venuta la malsana idea di pubblicarlo.
Qui devo un paio di spiegazioni: gli accenni al crollo della fortezza di Darkar (quindi questa robbaccia è ambientata dopo la seconda stagione) sono riferiti ad una parte del fumetto, dove le Trix sono sopravvissute e si celavano in una grotta dalle squadre di specialisti intenti ad eliminare gli ultimi mostri dell'adorato Lord Scarafaggio. Nella mia versione, una volta uscite, si sono stabilite a Magix in un momento di stallo.
Molto amato da tutte e tre oserei dire.
L'idea di partenza infatti, era sviluppare una strega del ghiaccio senza il duplice aspetto della sua esistenza fatta di paradossi (fatto che è praticamente canon, in quanto sappiamo tutti che tale donna è una grande ipocrita, ma le si vuole bene proprio per quello), vedendo come sarebbe sopravvissuta senza uno di essi.
Mancandole la solitudine credo sarebbe morta di cirrosi epatica in due mesi.
Oppure di overdose, una delle due.
Spero che vi sia piaciuta nonostante sia insolitamente corta, ma la volevo così.
Ci si vede,

Mary


   
 
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