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Autore: shana8998    17/10/2017    0 recensioni
Sesilia James ha 24 anni. Un contratto di tre anni per Flaere una rivista di moda gestita dalla sua amica Victoria ed una vita abbastanza ordinaria , amici, lavoro e la sua storia sentimentale in rotta di collisione.
Una mattina però la proposta di Victoria le sconvolge la giornata. Sesilia deve salvare Flaere e per farlo dovrà volare a Chicago per intervistare il cantate di fama internazionale Jake Whiters ...C'è un solo problema ...Jake è da sempre stato l'amore della sua vita sin da quando avevano 12 anni e vivevano in un piccolo paesino di campagna. Riuscirà Sesilia a non cedere alle tentazioni del suo passato con lui mantenendo salda la storia con il suo ragazzo ?
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Sono appena scesa dall'aereo.

Ho il magone nello stomaco. Ieri notte ho litigato a morte con Will.

Non so nemmeno se ha intensione di lasciarmi, se lo ha fatto o se gli passerà.

Non risponde ai miei sms , ne alle chiamate da quando mi sono alzata questa mattina. Nemmeno ora che sono atterrata a Chicago , sul mio telefono c'è traccia di lui...

In compenso c'è traccia di Jake. Mi ha scritto per tutto il tempo. Sia questa notte mentre ero disperata, sia questa mattina e persino ora che sono appena atterrata ho un suo sms nella casella di posta.

Lui mi tranquillizza e c'è una parte di me che è sollevata e non pensa a Will.

So di avere un pessimo aspetto , di aver il viso stravolto e lo sguardo assente.

L'autista di Jake è li che mi aspetta. Vedo la sua auto fuori dall'aeroporto.

Quando mi vede scende e mi raggiunge sfilandomi le valige dalle mani.

-Buongiorno.-. Dice ed ha una minuscola curva di sorriso.

So che è molto impegnato. Jake ha stravolto tutti i programmi solo perché io potessi essere "dei loro"e posso immaginare quanto disagio deve aver causato questo cambio di rotta improvviso a lui ed al restante staff.

-Buongiorno.-. Rispondo timidamente.

Cerca di non dare a vedere che è di fretta.

Saliamo in auto.

Per tutto il viaggio io sono al telefono con Jake e ci scambiamo sms.

Ben è alle prese con decine di chiamate e suppongo dal suo tono di voce leggermente alterato che Jake abbia causato parecchio disagio rinviando anche il concerto in Svezia.

"Sei un disastro...Ben sembra esasperato".

Invio.

"Non sono un disastro." C'è un emoji triste . "Faccio disastri! Ma solo perché ti voglio con me."

Le sue risposte mi lasciano sempre senza fiato. Ma il dubbio su quello che prova è ancor peggio..

Delle volte mi parla come se stesse raccontando la sua vita a sua sorella minore , delle altre allude ad un interesse per me , delle altre ancora mi stuzzica dicendomi cose piccanti. Mi manda in tilt.

"Credi che agli altri interessi questo dettaglio? ahaha".

E' divertente parlare con lui. E' ironico e mette del sarcasmo spesso, in ciò che dice.

Spero che passandoci più tempo non si riveli diverso.

Spesso le persone dietro ad uno schermo sono più disinibite ed io non vorrei passare quelle settimane fuori con un Jake diverso o meno simpatico.

"Dovrebbe interessargli."

Sorrido e credo che Ben si sia accorto del fatto che io sto chattando con il suo capo.

Non rispondo. Siamo arrivati.

Scendo dall'auto e c'è Dave che aspetta per farmi strada.

-Tu non sali?-. Chiedo a Ben.

Muove la testa mimando un no.

-Scarico le sue valigie.-.

Annuisco e mi dirigo verso Dave che al contrario sembra felicissimo di rivedermi qui.

-E' incredibile ! Lei è la prima che vedo tornare qui senza una scorta di avvocati al seguito.-. Ride e lo faccio anche io.

-Il tuo capo riesce ad attirarsi anche questo genere di cose?-. Faccio mentre lascio che mi faccia passare, aprendo la porta a vetro del palazzo.

-Sopratutto questo genere di cose.-. Ribadisce lui.

-Deve essere impegnativo stargli dietro.-. Lo guardo , non ha mai smesso di sorridere.

-Più di quanto lei immagina. Non glielo dica , ma io sono sollevato della sua presenza qui, ci voleva qualcuno che lo tenesse a bada.-. Sorride impacciato .

Sono confusa.

-Non credo di essere adatta per badare alle persone.-. Rido.

-Naa..-. Muove la mano e sembra che stia scacciando l'aria. -Basta la sua presenza. La sua , bella presenza, aggiungerei.-.

Adesso sono paonazza ma non la smetto di ridere, specialmente per l'accento spagnolo che usa per rivolgersi a me.

-Vieni dalla Spagna Dave?-. Mi esce spontanea la domanda.

Annuisce.

I miei occhi brillano.

-Sono nata anche io in Spagna!-.

Mi stringe le mani.

-Senorita que se asombra!-. Che poi significherebbe , "signorina che meraviglia!".

Quando lo sento parlare in spagnolo mi si illuminano gli occhi. Anche perché io lo capisco ed è fantastico trovare qualcuno che parla la tua stessa lingua.

Penso che sia Gay. Ma non mi infastidisce , anzi lo rende più simpatico.

-Siamo arrivati. -. Dice guardando l'ultimo numeretto sulle nostre teste, accendersi.

-Buena suerte.-. "Buona fortuna".

Aggiunge facendo l'occhiolino.

Mi ritrovo difronte alla porta di Jake. Dave non è uscito dall'ascensore. E' tornato giù.

Busso.

Avverto una sorta d'impazienza mista all'ansia nel rivederlo.

-Avanti!-.

Apro.

Jake si volta. Le sue palpebre si allargano leggermente.

Lascio cadere la mia tracolla e gli corro incontro gettandomi al suo collo.

-Mi sei mancato.-.

E' felice. Ha un sorriso raggiante e mi stringe a se forte.

-Anche tu.-.

Ho il cuore a mille.

-Com'è andato il viaggio?-.

Mi separo da lui.

-Bene.-. Sorrido calorosamente.

-Ben e Dave si sono comportati bene?-. Alza un sopracciglio.

-Certo! Sono carinissimi.-.

Si rilassa all'istante.

-Ovvio che lo sono. Sennò li avrei licenziati in tronco.-.

-Jake!-. Gracchio.

Fa spallucce.

-Nessuno deve trattare male la mia piccola Sesy.-. Torna ad avvinghiare la mia vita posando le mani sui fianchi.

E' delicato.

-Ah! -. Esclama come se si fosse scordato qualcosa. -Va bene se questa notte dormi qui? Quando saremo in Svezia prometto di farti avere una suite tutta tua.-. Congiunge le mani come se mi stesse pregando di restare.

Sono titubante.

-Ci sono due stanze. Sta tranquilla.-. Si acciglia leggermente.

Non voglio dargli l'impressione di non fidarmi.

-No, no. Per me va bene.-. Arrossisco.

-Solitamente è Dave che condivide la suite con me, ma ora che ci sei tu gli ho fatto avere un'altra stanza almeno per questa sera.-.

-Sei stato veramente gentile. Forse mi sarei sentita a disagio se avessi dormito sola la prima volta fuori casa...-.

Mi gratto la testa distrattamente.

Lui mi accarezza una guancia. Brucio.

-Non sarai mai sola durante questo tour. Quando non ci sono io , ci saranno Stuart, Ben e Dave con te. Tranquilla.-. Sorride.

E' così rasserenante.

"Ok Ses".Mi dico. " Smettila di imbambolarti a guardarlo!"

Si muove per la stanza. Lo seguo con lo sguardo.

-Vuoi mangiare qualcosa?-.

Non ho molta fame. Non avendo chiuso occhio ed avendo viaggiato l'unica cosa che mi andrebbe è una tisana rilassante , un plaid ed una sana dormita sul divano. Ma non sono a casa mia.

-Non molta..Ma se c'è qualcosa di caldo da bere l'accetto volentieri.-.

Lo raggiungo.

-C'è del caffè appena fatto.-.

Sono alle sue spalle.

-Va benissimo.-.

Ho voglia di cingergli la vita ed abbracciarlo come se fossimo una coppia mentre mi versa il caffè nella tazza. E' un male.

Non dovrei pensarle certe cose.

-Ecco.-. Si volta, e mi sembra di essermelo ritrovato davanti di colpo.

-G..Grazie.-. Prendo la tazzina.

Le guance non hanno smesso di essere bollenti nemmeno per un momento da quando sono arrivata.

Quando mando giù la prima sorsata di caffè , penso di sentirmi meglio. Ma quando l'ho finito la stanchezza torna a farsi sentire.

-Jake. Ho un favore da chiederti...-. Dico e già sento di sbagliare.

-Posso riposarmi un po'? Sono stravolta.-. I suoi occhi si fanno grandi.

-Certo!-. Scatta.

-Preferisci stare in camera o...-. E' spaesato , non ha mai fatto gli onori di casa a nessuno. E non li dovrebbe fare nemmeno a me sinceramente.

-La camera sarà perfetta.-.

Mi prende per mano e mi porta nell'altra ala della suite.

La sua stanza e la mia sono veramente lontanissime.

Apre la porta.

E' stupenda.

Il pavimento è in parquet chiaro ed il letto è sommerso di cuscini bordeax e blu in velluto, identici al rivestimento dei divani, mentre il piumone è bianco ed ha l'aspetto di essere morbidissimo.

C'è una scrivania ai piedi del letto , ed un grande televisore piatto esattamente sopra.

Ci sono due finestre una, alla mia sinistra quasi nascosta nel muro e l'altra proprio nella parete difronte. Sono lunghe e strette.

Non vorrei abbandonare quella suite. E' favolosa.

-Chiamami se ti serve qualcosa..-. Dice.

Poggio le mani sul suo petto.

-Sicuro che non ti dispiace ?-.

-Cosa?-. E' quasi sorpreso da quella domanda.

-Che sono appena arrivata e già mi metto a dormire...-. Non ho il coraggio di guardarlo. Mi sento così in colpa.

-Sesy. Lo avrei fatto anche io. -. Ride.

-Ti farai perdonare questa sera venendo a mangiare qualcosa con me.-. Dice con aria saccente, socchiudendo le palpebre. -La band non c'è come sai e Stuart e Dave sono impegnati. Quindi ne approfittiamo per stare un po' soli prima che tutto inizi.-.

Sono su di giri.

-Certo che mi farò perdonare!-. Esclamo felice.

Mi schiocca l'ennesimo bacio sulla fronte.

-A più tardi.-.

 

Quando mi sveglio è buio fuori.

Balzo per aria , convinta che sia notte fonda e che la cena con Jake sia saltata.

Fortunatamente il display del mio telefono indica le sette di sera.

Ho tutto il tempo per prepararmi e stare con lui.

Mi alzo ed esco dalla stanza.

La sala principale è buia , c'è solo un piccolissimo faretto simile a quelli che si trovano nei bar, sul soffitto che illumina l'ingresso all'altra ala. Credo ci sia camera di Jake li . Ma a me serve il bagno e non vedo altre porte.

Quindi afferro la mia borsa dove ho riposto un cambio e mi dirigo a piedi nudi verso l'unico punto luce presente.

C'è una porta aperta , dentro la luce è spenta ma c'è una seconda porta nascosta dietro l'angolo del muro , da dove vedo provenire un bagliore.

Entro.

La stanza sembra essere una stanza armadio. Ha la parete fatta di ante bianche e ci sono puf ovunque.

No, anche quello non è il bagno.

Mi rendo conto di essere nella camera di Jake solo quando i miei occhi si abituano a quell'oscurità.

Decido di tornare indietro , ma sento una porta aprirsi alle mie spalle.

Quando mi giro c'è lui. E' a torso nudo e credo sia appena uscito dalla doccia.

Ha fra le mani un asciugamano e se lo passa fra i capelli.

Ho una fitta in petto.

Quel gioco di luce ed ombra gli risalta il fisico e ...Dio, non ricordavo che avesse degli addominali tanto scolpiti e le braccia così toniche e ben definite.

Vorrei sprofondare.

-S..Scusa. Io ...Cercavo il bagno e..-. Indietreggio.

Ci guardiamo e per la frazione di un secondo, penso che entrambi non sappiamo che dire.

-E' questo.-. Indica la porta alle sue spalle con il pollice.

Poi accende una luce .Non è totalmente girato verso me , ma so che lei,quella cicatrice , è li su quel fianco che sta nascondendo.

Soffoco.

E' bello da far girare la testa.

Si infila il maglioncino nero e d'impulso penso che quella dannata maglia mi sta coprendo la visuale e che Dio mi perdoni, ma sarei voluta essere io.

Mi schiarisco la voce.

-Non volevo piombarti in camera.-.

Camera sua è diversa dalla mia. Ha lo stesso parquet e lo stesso piumone bianco. Ma ci sono due comodini bassi affianco al letto ed un ampio tendaggio dello stesso colore candido che copre l'intera parete in vetro che da sulla città.

-Sta tranquilla. Sono stato sbadato io a non dirti che l'unico bagno è questo.-.

Il fatto che lui sia così rilassato mi fa sentire ancor più ridicola.

Sto sbavando per un uomo che mi considera la sua sorellina...

-Allora? Ti vesti e andiamo?-. Dice.

Lo sorpasso ma è come se avessi paura di passargli accanto.

-10 minuti e sono pronta.-.

-Ok.-. Sorride.

Mi fiondo in bagno e chiudo la porta alle mie spalle.

Non so perché ma l'unica cosa che faccio è arpionare il cellulare e chiamare Vic.

-Pronto?-.

-Ammoniscimi. Rimproverami. Fa qualcosa! Perché giuro che ho appena avuto pensieri molto poco pudici sul mio amico d'infanzia.-.

Dico bisbigliando in preda alla psicopatia del momento.

Vic ride a gran voce.

-Sesy, vorrei vedere chi non ne avrebbe con un pezzo da novanta come Jake.-.

La fa sempre così facile.

-Victoria, non capisci. E' autoflagellazione , masochismo. Lui mi vede come un'amica. E poi Jake è uno sciupa donne. Per carità !-. Piagnucolo.

Sono accovacciata sotto al lavandino e mi tengo la testa con il palmo della mano.

E' un tormento quello che il mio corpo fa e prova in presenza di Jake.

-Secondo me stai reprimendo un po' troppe cosette...-. Dice e cantilena le parole..

Forse è vero.

"-Sei pronta Sesilia?-"

-Cazzo.-. Dico sentendo la voce di Jake.

-Quasi!-.

-Vic, ti richiamo poi...-. Le riattacco senza darle modo di rispondere e mi fiondo nella doccia.

Non mi lavo i capelli , non farei in tempo.

Quando esco estraggo il mio abito nero scollato sulla schiena dalla gonna svolazzante e me lo infilo.

Adoro gli abiti. Indosso quasi sempre quelli quando sono in giro per lavoro. Hanno un non so che di elegante e rendono elegante chi li indossa in ogni situazione.

Mi raccolgo i capelli in uno chignon e mi metto un paio di orecchini di Swarovski con i pendenti.

I trucchi li ho sempre in borsa , fortunatamente il mio essere donna si fa vivo quando sono "nei guai".

Mi trucco bene gli occhi con un ombretto nero ed aggiungo della matita per risaltarli . Il rossetto lo metto chiaro, non voglio sembrare una di quelle che si porta lui dietro.

Una volta pronta devo recuperare le mie decolté con la zeppa in camera mia.

Esco dal bagno.

-Prendo le scarpe ed ho fatto.-. Dico precipitandomi in camera.

Indossate ed indossata anche la mia giacca di pelle rigorosamente nera , sono pronta ed attendo Jake nel salone.

Quando esce dalla stanza sono senza fiato.

E' così elegante nonostante sia vestito sportivo.

Ha una giacca di pelle sul maglioncino nero ed un paio di jens leggermente tirati su, sulle caviglie. Indossa un paio di scarpe sportive nere ed il suo profumo si sente ovunque nella sala.

Mi accorgo che i suoi occhi sono puntati su di me.

-Sei stupenda.-. Dice.

"Anche tu..." Avrei aggiunto ma mi limito solo a dire un grazie strozzato.

Raggiungiamo la porta assieme e mi indica di mettermi sottobraccio a lui.

-Voglio che stasera ti godi la cena. Avremmo dovuto farlo in passato...-. Proferisce ma non termina la frase.

-Devi farlo anche tu però.-. Mormoro sorridendo.

Raggiungiamo l'ingresso dell'Held Palace e noto che Ben è già pronto per partire.

Jake deve aver organizzato tutto mentre dormivo.

-Oddio ...Mi sento ancora in colpa per essermi addormentata...-. Dico a lui mentre mi fa salire in macchina.

-Devi stare tranquilla quando stai con me.-. Ripete.

Si siede dietro, accanto a me e per tutto il viaggio non fa altro che accarezzarmi il dorso della mano.

Sono tesa perché mi sembra veramente un sogno.

Arriviamo nel parcheggio di un ristorante. Bistrot.

Deve essere di lusso.

Entriamo.

L'ingresso è buio ma c'è una grande scalinata in vetro che porta sotto, in una sala illuminatissima.

Un uomo ci fa strada. Deve essere il proprietario.

-Signor Whiters, ecco il suo tavolo e i menù.-. Dice quando raggiungiamo la sala.

E' gigantesca piena di tavoli e lampadari eleganti. Ma è vuoto.

-Perché non c'è nessuno? E dov'è Ben? Non mangia?-.

Jake sorride teneramente.

-Si vede che non sei abituata a certe cose.-.

Sono perplessa.

-Ho fatto chiamare prima da Ben, il proprietario.-. Indica l'uomo che ci ha accolti prima. -E gli ho prenotato la sala. Non volevo che ci fosse confusione , ne tanto meno qualche paparazzo che ci avrebbe sicuramente disturbati.-.

Jake può questo?

Non male comunque, l'idea dei paparazzi. Non mi volevo ritrovare su qualche rivista. Primo, perchè io sono solo Sesilia, secondo perché ho , o almeno, penso di avere ancora un ragazzo che si, si potrebbe decisamente incazzare vedendomi sulla prima pagina di un giornale dal titolo "Whiters e la sua nuova fiamma".

-Inizio a pensare che tu sia il capo dei maghi.-. Dico sorridendo mentre mi accomodo meglio sulla sedia.

-Io so come stupire le persone mia cara.-.

Si da tante arie ma non in modo antipatico. E' adorabile quando vuole brillare nei mie confronti.

E' così diverso dal passato, ma incomincio ad abituarmi .

Ordiniamo e poco dopo arrivano le portate.

Durante la cena parlo di Will.

In realtà è lui che mi fa domande.

Chiede se ci ho chiarito , come vanno le cose fra me e lui nella vita quotidiana.

E' strano parlare di William con lui , ma allo stesso tempo sento di potermi confidare a pieno.

-Gli passerà. Non credo che sia uno stupido.-. Dice dopo che gli ho raccontato per la seconda volta, ma a mente lucida , ciò che è successo la notte precedente.

Sorrido tiepidamente.

-Non credo che sia stupido, ma ci mette tempo a farsi passare il nervoso.-.

-Sesy, anche io sarei geloso se la mia ragazza volasse per andare in tour con una band di soli uomini dove , per giunta, c'è il suo vecchio amico d'infanzia.-. Manda giù un boccone.

-Cavolo, anche io! Ma lui mi ha fatto scenate anche per molto meno e...Non so...-. Mi massaggio la fronte mentre stringo fra due dita il mio calice di vino. -Forse sono stanca.-.

Non è rimasto impassibile. Ho notato qualcosa muoversi in lui e brillare sul suo viso per poi spegnersi all'istante.

-Hai mai cercato di fargli capire che ti senti frustrata?-.

Ci ho provato così tante volte per poi non ottenere mai nulla...

Annuisco.

Mi accarezza una guancia.

-Sai Sesilia, anche se tu lo ami o comunque sei abituata ad amarlo...Non è detto che siate fatti per stare insieme...-.

Forse ha ragione. Forse io e Will siamo legati solo da una sorta di dipendenza l'uno dall'altra...

Non so che rispondere e credo che lui, abbia capito di aver colto nel segno.

-Cambiando discorso.-. Esordisce all'improvviso attirandosi la mia attenzione.

-Sesi, ti ricordi quel gioco che ci fece fare tua madre? Quello sulle promesse...-.

Inarco un sopracciglio. Ho il vago presentimento di ricordarmi quale gioco sia.

-Ci fece scrivere delle promesse in un quaderno , se non ricordo male.-.

Annuisce.

-Ti promisi dodici regali, dodici promesse a cui non ho mantenuto la parola..-.

-Si...Ma ormai non fa nulla...-.

-Ho 12 compleanni da farmi perdonare...Perciò incomincerò da questa sera , con questa cena.-.

Ho le palpitazioni.

-Non ce n'è bisogno Jake. Sul serio...-. Dico timida.

-Non voglio sentire "ma", ho deciso.-.

E' testardo , questo lo ricordavo.

-E va bene , va bene.-. Alzo le mani ridendo.

-Questo è il mio primo regalo, quale sarà il prossimo?-.

Si sfiora le labbra con la mano.

-Sei stanca?-.

Scuoto la testa.

-Perfetto.-.

Finiamo a cenare e mi porta a fare un giro in centro, poi in un pub dove c'è anche una pista da ballo.

Beviamo , ma lui non esagera per fortuna.

Io invece sono leggermente brilla e decido di andare in pista.

-Mi fai da spalla?-. Gli porgo una mano.

Sembra entusiasta.

Arriviamo al centro della pista ed incominciamo a ballare sulle note di un brano latino americano da discoteca.

Jake si sa muove da Dio.

Non pensavo sapesse ballare. Non lo ha mai fatto.

Ed invece ora sulla pista è eccezionale.

Mi fa girare e mi riprende. Certe volte siamo sin troppo vicini ma il peggio, per me ovviamente, arriva quando mi volta e sento il suo petto sulla mia schiena ed altro da altre parti.

Non sono così brilla e disinibita ma mi so muovere perciò cerco di non far caso al fatto che ci sia lui dietro me e che sto praticamente spalmando il mio culo sul suo pacco.

Quando il brano termina mi volto e rido.

-Sei veramente una bomba quando balli.-. Dice.

-Anche tu non sei male. Non ricordavo fossi così bravo.-.

-Tutto merito delle serate dopo concerto.-. Dice mentre mi riaccompagna al tavolo.

Chiacchieriamo del più e del meno ma io sono un fuoco.

Mi piace la sensazione che questa sera mi ha regalato l'alcool.

 

Il tempo è passato in fretta. Sono le cinque della mattina e non me ne sono accorta affatto.

E' Jake che mi fa notare l'orario e mi dice di spostarci da li per poterli far chiudere.

Lo assecondo.

Usciamo.

L'aria fresca mi sfiora il viso. E' piacevole perchè pensavo di annaspare da un momento all'altro.

Jake fa una chiamata e si allontana un secondo.

Quando torna sono preoccupata per Ben.

-Non puoi farlo svegliare a quest'ora per venirci a prendere.-.

Mi guarda confuso.

-No. Infatti ho io le chiavi.-. Mi scuote il mazzetto davanti al naso.

Sorrido.

-Vuoi tornare ora?-.

Nonostante l'alcool non sono stanca e quindi è indifferente per me.

-Non ho fretta. Tu vuoi tornare ora?-.

Scuote il capo.

-Prima voglio fare una cosa...-.

Mette un braccio dietro la mia schiena e mi fa strada verso la macchina.

Saliamo. Finalmente viaggio davanti e con lui per giunta.

Jake è spericolato alla guida ma non ho paura.

Mi tiene la mano mentre gira per le strade di Chicago, e di tanto in tanto la porta alla sua bocca baciandola. Sono confusa ed emozionata.

Alla fine accosta. Siamo vicino ad una spiaggia , non so quanti chilometri abbiamo percorso ma sono volati in auto con lui.

Scende e fa il giro dell'auto per aprirmi lo sportello.

-Meglio se quelle le togli, miss eleganza.-. Fa indicando le mie decolté nere.

Non so cos' abbia in mente ma obbedisco.

Attraversiamo la piccola lingua d'asfalto che ci separa dalla spiaggia e raggiungiamo uno chalet ancora vuoto e con gli ombrelloni chiusi.

Mi siedo su una sdraio e lui si mette accanto a me.

-Perchè siamo venuti qui?-. Gli chiedo titubante.

-Ti ricordi quando giorni fa ti dissi che avremo fatto l'alba?-. Mi sorride leggermente.

Annuisco ma già credo di star sorridendo anche io.

-Guarda la..-. Muove il capo indicando qualcosa oltre la mia spalla.

Mi giro e sul mare, sta nascendo l'enorme palla di fuoco che è il sole.

Mi porto le mani alla bocca ma per l'emozione del fatto che se ne sia ricordato.

E' un'alba bellissima. E non solo per il mare che sembra di platino e l'aria fresca, ma perché Jake è con me e mi ha riempito di attenzioni .

Mi abbraccia da dietro le spalle regalandomi un bacio sulla guancia.

-Questa è la mia seconda promessa fra quelle a cui ho sgarrato per 12 anni...-.

 

 

   
 
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